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28 December 2015

Piccoli segni di sovranità ritrovata





Voglio scrivere l'ultimo post di un anno difficile come il 2015  che ci sta lasciando, con un piccolo segno di speranza. E' ancora poco, lo so,  ma il poco si conta. Il nulla, invece no. E del resto sarebbe ingiusto chiudere un anno faticoso e duro come quello che ci sta lasciando, con l'immancabile cahier des doléances di tutto quello che non va.  E questo, non perché non manchino le occasioni per lamentarci (ce ne sono ogni giorno in ogni ora);  ma perché lagnarci è assai più facile che cercare di innestare qualche cambiamento. Ecco dunque in Danimarca la prima buona notiziola fatta opportunamente passare al silenziatore dai soliti media omertosi e collusi al potere. Poi una seconda in Polonia  e una terza in Slovenia. 




  • C'è del sano in Danimarca. Nella patria di Amleto, tra l’essere o il non essere hanno deciso di esistere... E' un piccolo segno di una nazione in via di sovranità. Il 3 dicembre scorso si è votato per decidere la cancellazione delle clausole di opt-out per le leggi europee in materia di giustizia e interni. Che significa? Il termine inglese opt-out può essere tradotto in italiano come rinuncia, e nel contesto dell'UE, indica appunto la rinuncia d'un certo paese ad adottare una certa regola decisa dall'unione stessa. In altri termini si è chiesta la possibilità che la Danimarca accogliesse in automatico qualsiasi legiferazione europea in questi due ambiti, senza più passare per il parlamento nazionale. Hanno vinto i NO, sostenuti dal Partito Popolare Danese, con il 53% ed un’affluenza del 73% molto al di sopra del previsto. Una bocciatura in piena regola al progetto di maggiore integrazione europea. Qui sul Telegraph, la fonte. 

  • La seconda buona notizia è nella Polonia di "Diritto e Giustizia", il partito di Jaruslaw Kaczynski, il quale ha convocato ad oltranza il Sejm Polacco (prevedendo solo due giorni liberi in occasione del Natale) per approvare la tassazione dei profitti della GDO e delle banche commerciali, le cui sedi legali spesso si trovano fuori dalle frontiere polacche riuscendo ad eludere l’imposizione fiscale nazionale. Un altro colpo ferrato alla Germania di Angela Merkel che usava la Polonia come una sorta di proprio paradiso fiscale.Anche i mercati finanziari quotati alla Borsa di Varsavia, dopo gli sbalzi di fine luglio, hanno recepito la politica di consolidamento nazionale del nuovo governo e fanno annotare un aumento di fiducia verso le condizioni di salute economica polacca ottenendo un impatto positivo sui principali listini che chiudono le sedute nell’ultimo mese decisamente al di sopra della parità, a dispetto delle previsioni dei corvi europei. Un Natale pieno di fiducia per la gran parte dei Polacchi che stanno cercando di fare ordine in casa propria ma allo stesso tempo stanno scommettendo su un nuovo modello di Europa: l’Europa delle Nazioni, l’Europa dei Popoli (fonte:  Stampa Libera "Polonia, il governo nazionalizza le banche") .

  • La terza proviene dalla Slovenia dove hanno respinto con un referendum la legge che regola l'istituto della famiglia e che ammetteva anche i matrimoni gay e l'adozione per le coppie omosessuali. I "no" alla legge hanno prevalso sui "si" (63% per l'abrogazione della legge contro il 37% dei sostenitori con il 93% dei voti conteggiati dalla Commissione elettorale .
  • Gli sloveni erano chiamati a decidere se mantenere o annullare la legge approvata a marzo scorso dal Parlamento, che equipara i diritti delle coppie gay a quelli delle coppie eterosessuali, permettendo loro anche il matrimonio e l'adozione dei bambini. Il quesito sul quale erano chiamati a esprimersi gli 1,7 milioni di elettori sloveni era il seguente: Lei  è favorevole a che entri in vigore la legge su modifiche e integrazioni alla legge relativa a matrimonio e famiglia, che il Parlamento ha approvato il 3 marzo 2015?'. L'attuale governo del primo ministro Miro Cerar, di centro-sinistra, ha sostenuto la nuova legge, mentre il principale partito di opposizione, cioè il Partito democratico sloveno di centro-destra, era contrario. Con questo voto la Slovenia è uno dei primi Paesi che approva una legge di uguaglianza dei diritti degli omosessuali per REVOCARLA.
    "Repubblica" rosica. Noi, invece no. 

BUON ANNO a tutti voi! e mi raccomando, state lontani dal mesto Mattarella (la Mummia sicula) e dal suo sciapo e bigio discorso di fine anno, a reti unificate.






22 December 2015

Venite Adoremus




Tra i tanti divieti di quest'anno c'è stato anche quello di non cantare l'Adeste Fideles. E' in latino e bisogna che il latino sparisca dalla cultura. Sia in chiesa  che a scuola, che al di fuori.  Di questo, dimenticai di scrivere nel  precedente post "Nessuna deroga sui simboli". Ecco perché ho ovviato con questo titolo, tratto dal famoso canto,  prima di prendere commiato da voi.

L 'Adorazione dei Pastori è un evento della vita di Gesù descritto nel Vangelo di Luca: al momento della sua nascita a Betlemme alcuni pastori vengono avvertiti dell'avvenimento da un angelo e si recano ad adorare il neonato. Ci sono tante "adorazioni dei pastori" nella nostra Storia dell'Arte e in quella di altri paesi europei:  l'Adorazione del Mantegna, del Correggio, di Reni,  del Tiziano, del Caravaggio, di Rubens, di El Greco. Io ho scelto questa di Guido Reni (in alto), un pittore che adoro, per le luci radenti che illuminano dal basso verso l'alto.  È la sostanziale ambiguità della sua poetica sospesa fra classicismo e verismo,  ad aver fatto oscillare l'apprezzamento della sua opera nel corso del tempo. Forse non venne capito da quelli del suo tempo, ma in compenso fu esaltato dai contemporanei per l'armonia raggiunta nel coniugare il classicismo raffaellesco alle esigenze di verità poste da Caravaggio - esigenze naturalistiche già sentite dal Reni fin dal tempo della sua frequentazione dei Carracci,  e depurate dagli eccessi in nome del decoro e della ricerca del Bello Ideale.

La cultura cristiana è soprattutto iconografica. I  grandi pittori ebbero spesso per committenti papi e cardinali; ma è fuori dubbio che la Bellezza e la perfezione stilistica può essere raggiunta, non solo mediante approfondita ricerca della tecnica pittorica, ma soprattutto per mezzo di  quell' "innamoramento del Creato" che è tipico della cultura cristiana.
Poi vennero le scuole pittoriche sulla dissoluzione della figura umana (per il cristiano, a immagine e somiglianza di Dio) e si elaborarono quelle forme degenerative dell'arte  e quella dissolvenza della figura che, a partire dal XX secolo ci perseguitano fino ai nostri giorni (si pensi, ad esempio,  agli attuali  obbrobri di un Cattelan). 

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I presepi  sono rappresentazioni artistico-figurative della nascita di Gesù nella mangiatoia di una stalla a Betlemme, ispirati alla narrazione popolare e ai dipinti. Comunemente il "Padre del presepio" viene considerato San Francesco d'Assisi,  poiché nel  Natale del 1223 fece il primo presepio in un bosco. Allora, Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia. Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo accessibile e comprensibile la lieta novella della  Natività a tutti coloro che non sapevano leggere.

Un periodo fiorente di presepi fu l'età del Barocco. Quest'anno ho potuto constatare che i divieti, i veti e i relativismi vari nei confronti dei nostri simboli religiosi hanno, per sana reazione, favorito l'espansione dei presepi, un po' dappertutto. E se non si sono fatti in tutte le chiese, in compenso  si sono moltiplicati per iniziativa della gente comune,  in case, giardini, ville, corti e cortili, androni e perfino vetrine di botteghe, segno tangibile che le tradizioni sono dure a morire. 

E' questo, un Natale che cade in un momento particolarmente difficile della nostra vita, di cui ho già ampiamente dato conto nei precedenti pezzi. E non è l'unico, visti i Natali precedenti di questi ultimi anni.
Non so cos'altro aggiungere per non cadere nella retorica, se non il fatto che dovremo essere chiamati ancora a sopportare prove durissime.  Del resto, ne abbiamo già passate tante! Pertanto, prendiamo fiato, confortiamoci in questi giorni con gli  affetti semplici dei nostri familiari, con la convivialità ritrovata tra amici. Un ringraziamento speciale per tutti voi che mi avete seguito.

E che sia Buon Natale per tutti i lettori e frequentatori  di questo blog.

Consiglio per l'ascolto,  questa splendida versione di Adeste Fideles: 







19 December 2015

Strenne antinatalizie




Tra le innumerevoli brutte strenne di quest'anno che sta per chiudersi, spicca senz'altro quello dei rapinati dal decreto salvabanche. Per Padoan in veste di Scrooge natalizio è tutta colpa degli Italiani che non possiedono "cultura finanziaria". E giù con le classifiche ad opera di giornali e riviste nelle quali si dice che gli Italiani sono al trentacinquesimo posto nel mondo per "incompetenza finanziaria". Nessuno che scriva che i poveri cristi non dispongono di consulenti finanziari personali, e si fidano dell'impiegato allo sportello. Non dispongono di un avvocato che sappia interpretare le 60 pagine di fogli scritti in Sanscrito Bancario, che ti squaderna la banca ogni volta che compri i loro "prodotti" (li chiamano così). 
Questa storiaccia ha messo anche in luce il "familismo amorale" tosco-italiano e i legami familiari e familisti del Giglio Magico con le tre famiglie che contano: la famiglia Boschi, la famiglia Renzi e quella Lotti, in un intreccio affaristico tra Rignano sull'Arno, Montelupo Fiorentino e Laterina di Arezzo. Scambi di favori, assunzioni di parenti e concessioni di mutui e appalti a gogò:  così si salda il legame tra le tre Big Family del Pd in un nepotismo tracotante.
Non avevamo dubbi che la bella Maria Elena Boschi riuscisse a cavarsela e a non essere sfiduciata alla Camera per il pesante conflitto di interessi che grava sulle sue spalle. Ancora una volta Berlusconi e i suoi pavidi Ronzini al suo comando, sono usciti dall'aula per astenersi, offrendo una stampella.

Padoan Scrooge
Gli attacchi  terroristici di Parigi sono stati un altro brutale segnale che ci ha fatto capire che la sovranità delle nazioni è in pericolo non solo con gli strumenti già di per sé intimidatori e ricattatori della crisi finanziaria (ricordate il video in cui Monti fa capire che "abbiamo bisogno di crisi, di gravi crisi"?). Ma anche di infiltrazioni di forze globaliste e jihadiste, in grado di seminare morte, terrore, intimidazione, ricatto nel cuore dell'Europa. Insomma, un altro strumento, in versione sanguinaria, di persuasione alla "cessione di sovranità" con la scusa dell'emergenza "antiterrorista" incombente, in un "embrassons-nous"  disgustoso.
Si veda la recente coalizione antilepenista contro la "nouvelle Honte". Ovvero il Front National di Marine Le Pen.
L'invasione migratoria clandestina a prevalenza islamica è divenuta sempre più un’arma di distruzione di massa dell’identità dei popoli europei che continua imperterrita, nonostante la conclamata minaccia dell'Isis. C'è l'Isis e si sbarca. C'è l'Ebola, ma la marea di "migranti" e di "rifugiati" non si può fermare.  Così come continua imperterrita, la demenza dei nostri politici (Mattarella in testa) che seguitano a farci orrendi pistolotti sulla necessità di "aprire le porte", di "non generalizzare", di "costruire ponti e non muri".

Siamo privi di autorità politica, perché i nostri politici ci vogliono morti ed estinti nella Grande Sostituzione. Siamo privi di autorità amministrativa, perché i nostri amministratori locali, ci riempiono di tasse e balzelli (le corse agli sportelli in questi giorni frenetici nel quale ci si dovrebbe dedicare ad altro. Ma ecco che spunta la Tasi last minute e l'IMU);  siamo privi di autorità religiosa perché l'attuale "vescovo di Roma" ci vuole miscredenti, apostati, relativisti e nichilisti. Soprattutto catastroficamente postmoderni e secolarizzati. A Genova un prete si rifiuta di fare il presepe dichiarando che si tratta di "favole". E poi perché doveva fare un dispetto a Salvini. Un'alta motivazione teologica, perbacco!

Poi l'aereo russo abbattuto dai turchi e la guerra che in fondo è già in atto (si veda la potente esercitazione militare Trident Juncture della Nato fatta tra ottobre e novembre qui in Italia nel silenzio assordante dei media).  Però tutti i creduloni aspettano Godot: ovvero la III Guerra Mondiale.
Più che strenne, pacchi. E che pacchi!

Avete sentito o letto l'ultima conferenza di fine d'anno di Vladimir Putin davanti alla stampa straniera? Ecco il testo integrale qui , un vero faro nella tempesta, a mio avviso. Forse, l'unica candelina accesa dell'albero di Natale, in mezzo a tanto oscurantismo. Una fiammella è poca cosa ma può squarciare il buio. 
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13 December 2015

L'adunata del Sarkollande



Tout le monde est pays. E anche la Francia non fa eccezione, purtroppo. La fiammata che aveva lasciato ben sperare è stata spenta con potenti idranti da servizio d'ordine. Alludo alla strepitosa vittoria del Front National di Marine Le Pen al primo turno per sconfiggere il quale, hanno dovuto vigliaccamente mettere insieme la solita adunata "antifascista", le menzogne, i ricatti, le minacce, la retorica. Aux armes citoyens! Tutti alle  urne per sconfiggere il mostro brettone coi capelli biondi e gli occhi azzurri. Lo avete sentito Manuel Valls in questi  giorni?

"Ci sono due visioni del nostro Paese", ha osservato il premier, "c'è la visione dell'estrema destra che, di fondo, promuove la divisione. E questa divisione può portare alla guerra civile". E poi "c'è un'altra visione che è quella della Repubblica dei valori ". La vera guerra civile, in realtà l'hanno scatenata proprio loro: tutti contro una. Tutto  questo non può certamente  cancellare il risultato clamoroso di domenica scorsa: il Front National della Le Pen è il primo partito del Paese, e per batterlo si devono unire tutti gli altri, turandosi il naso secondo un vetero "frontismo antifascista" da anni '30. Questo creerà  una tensione e un profondo senso di ingiustizia presso una grossa fetta di elettorato francese. Ma certamente non frenerà l'avanzata prossima ventura del Front.


Del resto avete visto che razza  pastrocchi ha effettuato il Partito di Hollande? Ha chiesto ai suoi uomini di ritirarsi nelle tre regioni dove non avevano alcuna possibilità di vincere al secondo turno, invitando i propri elettori a votare per il candidato dei Républicains (la destra  farlocca di Sarkozy), in modo da sbarrare la strada al Front National.

Incassa l'assist a suo favore con falso fair play il Sarkofago riesumato di fresco: «Tutti i francesi devono gioire - ha detto - l’unità dei repubblicani, il rifiuto di ogni compromesso con il Front National ha permesso questi risultati. Questi principi devono restare nostri anche per il futuro».

In questi giorni si era vantato di non voler fare accordi di "desistenza" con i socialisti, ma la verità è che sono stati questi ad averlo  fatto con lui che ha incassato il tutto,  compiaciuto, senza batter ciglio, senza nemmeno aver avuto bisogno di chiedere... E ora ne trae vantaggio. 

Appare sempre più chiaro che viviamo un sistema di "democrazia" farlocca, truffaldina e autoreferenziale, basata su ammucchiate  raccogliticce altrettanto fasulle. 

La sovranità perduta delle nazioni, che sembrava spiccare il volo proprio a partire dalla Francia,  è ancora lontana e la Matrix eurobabbea ha ancora una volta avuto la meglio. 
I due partiti peggiori della Francia (UMP e socialisti) si spartiranno il bottino di 5 regioni a testa (curioso questo pareggio del 5 a 5).Come i ladri di Pisa. Anzi, no, della Tour Eiffel. 


Questi, al momento i risultati parziali delle elezioni nelle quali, in forza di un meccanismo elettorale perverso, nessuna regione potrà andare al Front, nemmeno quella dove è il più popolare dei partiti.

"È il prezzo da pagare per l’emancipazione di un popolo" - ha commentato non senza una punta di amarezza, Marine Le Pen.



07 December 2015

Piccoli risparmiatori muoiono



Quello dei piccoli risparmiatori facenti capo a quattro banche  come Carife, Banca Marche, CariChieti e Banco Etruria è solo una beffarda "strenna" prenatalizia. Il fattaccio è successo durante gli attacchi di Parigi. E sempre secondo lo spin, ci si serve di un fatto eclatante per coprire qualche altra manovra sordida interna e metterla opportunamente in ombra. 
Parlo del decreto renziano salvabanche  che ormai chiamano decreto ammazzarisparmiatori.  

Mammassantissima  Troika comanda e picciotto va. E anche stavolta Renzi ha ubbidito ed eseguito "ordini superiori di scuderia". Del resto in Ue arriverà a gennaio 2016 l' obbligo di effettuare il bail-in per le banche in sofferenza. "Ce lo chiede l'Europa", e Renzi si è già portato avanti. 
Ci sono 130mila cittadini che hanno investito i risparmi di una vita sulle cosiddette obbligazioni subordinate delle loro banche di fiducia. I direttori di quelle banche  hanno consigliato loro di investire su quelle obbligazioni dette"subordinate", garantendo loro che erano sicure (la vecchia storia di chiedere all'oste se il suo vino è buono).  E ora si trovano senza più niente. Il governo e la Banca d'Italia dovevano vigilare dando l'allarme per tempo? Certo, ma è come chiedere a cane di mangiare cane.
Ma prima, la storia di Furio, la testimonianza di un piccolo risparmiatore che vuole rimanere anonimo.
" Sono un risparmiatore che investe i propri soldi in borsa o in varie banche, informandosi in rete e sui giornali. Rappresento un gruppo di investitori di venti persone che fino a domenica aveva 1,2 milioni di euro in Banca Etruria e che ora si ritrova in mano zero euro”.  Continua qui, dove Furio spiega bene la grande truffa ai suoi danni.


Proporre una soluzione con la consapevolezza che è impraticabile. Il risultato finale è una evidente presa in giro, ma nell' immediato si ottiene il risultato di tenere a bada l' opinione pubblica, alla quale si danno in pasto buona volontà e intenzioni positive. È grosso modo questa la lettura che va data alle dichiarazioni del governo e del Pd sulla possibilità di modificare il decreto salva banche, con aiuti per i risparmiatori di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria. Tutto questo mentre il governo ha assicurato nuovi sgravi fiscali alle banche: diventano defiscalizzabili i contributi volontari per il salvataggio di Tercas: l' ennesimo regalo.   (fonte Libero).

L' idea è creare un "fondo di solidarietà" per i consumatori più deboli, per rimborsare solo una parte delle perdite, circa 300-350 milioni su un totale di 728 milioni di obbligazioni subordinate evaporate grazie al blitz di palazzo Chigi di domenica 22 novembre.

Un ulteriore fattore di destabilizzazione,  è rappresentato dal recente decreto salvabanche che impone alle Bcc (Banche di Credito Cooperativo) di versare entro il 7 gennaio 225 milioni al Fondo che salverà i 4 istituti in difficoltà. Questo prelievo, assieme ai 120 milioni che le banche-coop versano al loro fondo di categoria che assiste le Bcc in dissesto causa crisi economica, rischia di mandare in rosso quasi tutte le banche. (fonte Il Giornale). 

Nell'intervista di ieri al Corriere l'Abusivo di Rignano ha accennato alla riforma degli istituti che gravitano nell'orbita della cooperazione. «Abbiamo sistemato le popolari, tra mille polemiche», ha dichiarato aggiungendo che «dopo Natale vogliamo consolidare le banche del credito cooperativo, facendone uno dei gruppi bancari più solidi sul modello del Crédit Agricole». Si è ben visto come le ha "sistemate", le popolari!

Strozzinaggio Euro-cratico

Ieri (domenica 6) come è noto si è tenuto un sit-in dei risparmiatori (azionisti e obbligazionisti) truffati  davanti a Montecitorio, nel quale erano presenti le associazioni consumatori Adusbef, Federconsumatori, Codacons ed esponenti del M5S.
Si prevedono tempi infami su tutti i fronti, inutile nasconderci la realtà. Chi avesse avuto la triste esperienza di essere stato correntista fra le banche imputate (penso a Maria Luisa, che ne accennò in altro blog) è pregato di scriverne nel dettaglio.

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Non credevo di aver dato un titolo così  mestamente profetico al mio post. E' di oggi 9 dicembre la notizia di un povero pensionato 70enne a nome Luigino D'Angelo,  suicidatosi per aver visto azzerati tutti i suoi risparmi su Banca Etruria.  Il poveretto ha preso una corda e si è impiccato alla ringhiera del balcone di casa.
Aveva affidato i suoi risparmi alla Banca Etruria, filiale di Civitavecchia. Si parla di oltre 100mila euro andati in fumo dall'oggi al domani. La triste storia avvenne il 28 novembre scorso, ma inspiegabilmente i giornali ne danno notizia solo oggi. Il Corriere on line, la mette addirittura come prima notizia. Di banche si muore. La Procura, se c'è, batta un colpo. 

04 December 2015

Nessuna deroga sui simboli e i riti



Credo che gli Italiani di buona volontà siano stufi di sentir parlare ogni anno di maestre troppo elementari che bandiscono presepi e alberi di Natale, canti e addobbi natalizi dalle scuole,  nel nome del rispetto di cosiddette "altre culture". O di zelanti presidi come quello di Rozzano che vogliono spostare addirittura il calendario dal 25 dicembre giorno di Natale, al 21 gennaio 2016 per celebrare la cosiddetta festa dell'inverno, in luogo della tradizionale recita natalizia. Ma dove l'ha pescata una simile idiozia? Il solstizio invernale, cade, di solito il 21 dicembre (quest'anno il 22), sicché festeggiare l'inverno quasi a fine gennaio è per lo meno da... "asini". Quell'asino che si ostinano a bandire insieme al bue, alla Sacra Famiglia e a tutta la greppia, dal presepe, manco fosse il nuovo babau.
E' vero che alcune forze politiche ne hanno approfittato per mettersi in mostra - quelle stesse che dovrebbero cercare di impegnarsi di più  per garantire in primis decoro e pulizia alle scuole in molti casi ridotte a baracche sgangherate e fatiscenti con servizi igienici che fanno pena (e quella di Rozzano la è),
Ma è altrettanto vero che  quando tutto va a rotoli, rotolano anche valori, riti, simboli, culture, liturgie. Perciò dobbiamo fare qualcosa per fermare questa deriva.
Vengo al dunque. 

Innanzitutto si devono eliminare le condizioni oggettive per non creare disomogeneità sociale, etnica, confessionale e culturale nelle scuole e nella società. E cioè rimandare a casa quel surplus di immigrati che accedono ai nostri servizi socio-educativi e che pretendono privilegi che al loro paese non oserebbero mai richiedere. Ma è altresì  assodato che spesso le forze laiciste all'interno della sinistra si servono delle "minoranze religiose" (nella fattispecie, gli islamici) quale pretesto per mettere in atto i loro scellerati propositi iconoclasti, di svuotamento delle nostre tradizioni, costumi e sentimenti religiosi. In altre parole, li usano come "scudi umani" per regolare vecchi conti contro la cristianità. 



In un momento così drammatico, nel quale ci vorrebbe una guida spirituale d' alta levatura,  ci mancava un personaggio mediocre come  Bergoglio! E' lui che ha fatto la nomina di quel mons. Cipolla, vescovo di Padova  (foto sopra) il quale suggerisce un codardo appeasement e una marcia indietro sui nostri simboli nel nome della "pace", nei confronti degli islamici. Che significa "sono pronto a fare marcia indietro sulle tradizioni"?  E per che cosa? Per vivere in pace con i musulmani? Si potrebbe capire se fosse in missione alla Mecca o alla Medina. Ma il vescovo si trova in Italia, un paese dal sentimento cristiano diffuso, dove semmai sono le minoranze a doversi adattare al Paese ospitante. Si è forse dimenticato di tutti i martiri  cristiani che in passato hanno testimoniato per quella religione del quale si dice "pastore"? Per non dire del martirio di tanti poveretti in zone come il Darfur, la Nigeria, il Pakistan...Complimenti davvero per il coraggio manifesto!

Bergoglio non ne azzecca una. E questo vale anche per la "Mata Hari" Francesca Immacolata Chaouqui infiltratasi tra mille intrighi in Vaticano, già imputata per spionaggio e sottrazione di documenti, un'altra sua scelta felice ed oculata.

Presepi, Crocefissi, Alberi di  Natale, Canti,  Poesie, Recite, Dipinti  devono continuare ad essere esposti, ricordati, rappresentati ed esibiti nelle varie ricorrenze. Non è ammissibile alcuna deroga, al riguardo.
Dobbiamo tenere alti i nostri valori, i nostri simboli, le nostre usanze e i nostri riti per sottolineare e difendere la nostra cultura e identità.

Alla faccia di prelati relativisti, pavidi e pusilli che hanno abdicato alle loro funzioni.