Libertà di coscienza sui Pacs da parte di Forza Italia? C'è, in proposito, un grande dibattito all'interno dei partiti di centrodestra e in particolare di FI. Un dibattito, a mio avviso piuttosto fuorviante, sulla cosiddetta libertà di coscienza. Che vuole dire? Che in aula ciascuno potrà votare come vuole. Ma allora significa che la sinistra, che ha presentato il ddl Bindi-Pollastrini (le disgrazie non vengono mai sole!), potrebbe trovarsi con inattese alleanze trasversali nello schieramento d'opposizione. Nel ddl in oggetto, l'estensione dei diritti di "famiglia" a una non-famiglia quale è appunto la "coppia di fatto" si estende anche alle coppie omosessuali. Ed è proprio per questo che si sono accorpate ed omologate le esigenze (sia per le coppie etero sia per la coppie gay) alfine di poter circoscrivere il difficoltoso art.29 della Costituzione sui Rapporti etico-sociali che così recita:
"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale basata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dll'unità familiare" (79, 143-148 c.c).
Ora però pare che anche all'interno di FI ci siano delle discrepanze tra Antonio Martino (fautore della libertà di coscienza) e Marcello Pera con la sua associazione Magna Carta.
"Chi non è laico? chi non è liberale? chi non è a favore delle libertà individuali?" si chiede Pera. E' vero però che, argomenti "suadenti come sirene" come quello della libertà di coscienza, rischiano di tirare acqua al mulino delle sinistre. Ma sono spesso anche i cosiddetti "liberali" a dimenticare le ricadute che una simile legge avrebbe nel tessuto sociale, nel costume, così come nelle più ovvie conseguenze in materia di società "multiculturalmente aperta" ai flussi migratori. La prima ricaduta è in materia di poligamia islamica. Se una coppia di fatto è tenuta a registrarsi all'anagrafe comunale e a specificare la "durata" della sua "convivenza" (cioè "quanto" intendono coabitare); se due gay che decidono di vivere sotto lo stesso tetto fanno altrettanto; se due anziani pensionati decidono di mettere insieme le due pensioni e non ritengono sposarsi, altrimenti la "lei" perderebbe la "reversibilità" del marito precedente, se...uno, due , tre, più e altri casi... poi chi avrà più il coraggioe la fermezza, data la varietà e disomogeneità della casistica, di impedire a qualche imam di convivere sotto lo stesso tetto con più mogli e spiegargli che commette un reato ai sensi della legge italiana? Ma ve li immaginate, spalancarsi sotto ai nostri occhi, i possibili scenari in materia di Welfare, di previdenza, di spese mutualistiche?Inutile tergiversare: i Pacs sono "usi e costumi privati" che tendono a diventare d'imperio "diritto pubblico" calandosi in leggi pubbliche, stravolgendole. E' questo il loro "peccato d'origine". E la sinistra, introducendoli, sferra un temibile attacco a quel che resta della nostra società, delle nostre leggi e delle nostre finanze. Poco o nulla si fa per il sostegno in materia di famiglia istituzionale. Per quale ragione si dovrebbero erogare risorse per una "non-famiglia"? Vallo a sapere...
"Socialismo e laicismo" sono i due principali dogmi della sinistra socialista, postcomunista e veterocomunista.
"Questo disegno non è né liberale né laico, perché rifiuta proprio la tradizione dentro la quale soltanto nasce e cresce il liberalismo" ha spiegato l'ex-presidente del Senato Marcello Pera al Convegno di Napoli tenutosi venerdi 2".
La tradizione che la sinistra intende conculcare "è la tradizione dell'America a sfondo religioso, la tradizione dell'Atlantismo come civiltà, la tradizione dell'Occidente" . Non è un caso che il "laicismo" della sinistra (per lei, un'autentica religione di stato) si coniughi con l'antiamericanismo, l'antiatlantismo, l'antisraelismo e il filoislamismo", incalza ancora Pera. "La sinistra odia la nostra cultura al tal punto che è disposta a consegnarla, come la sta consegnando, all'islam". Affermazione quest'ultima, che trova piena convalida nell'imam fondamentalista Haji Ibrahim di Varese, il quale nella trasmissione su Sky, andata in onda l'1 febbraio scorso ha dichiarato:"Questo governo è meglio di quello di centrodestra". Chissà come mai...
E allora, vien fatto di chiedersi perché FI e perfino lo stesso Berlusconi, lasciano, su un tema tanto delicato, complesso e scivoloso, la scappatoia della "libertà di coscienza"?
Perché rinunciano a dare una chiara indicazione di voto parlamentare? Lo fanno nel timore di rendersi impopolari? Ma chi ha coraggio, affronta anche il rischio dell'impopolarità...
L'opinione di Pera (che poi coincide anche con la mia) è che se siamo per i Pacs, per l'eutanasia e per la soppressione degli embrioni, per il multiculturalismo, per il relativismo culturale ed etico, se vogliamo stipulare patti coi fondamentalisti dell'UCOII, se consideriamo dialogo, la costruzione delle moschee in casa nostra, senza richiedere alcuna reciprocità a casa loro, se siamo per una "falsa tolleranza" che di fatto è già acquiescienza, allora, in realtà non siamo né liberali né conservatori, ma "succubi" dell'ideologia della sinistra. E aggiungo io, anche dhimmi di quell'islamismo verso il quale non abbiamo più nerbo né anticorpi morali per poter combattere.
Dunque, a conclusione di tutto ciò, è bene ricordare che ogni errore e ritardo della destra, è un formidabile assist per la sinistra e per la sua durata al governo e al potere.
53 comments:
per sapere cosa accadrà all europa tra 50-60 anni basta studiare la fine del impero romano con l'invasione dei barbari..oggi i barbari sono altri
La battaglia per la difesa dell'Occidente è sacrosanta, ma non credo possa essere impiegata quale pretesto per blindare il voto al ddl sui PACs. Ci abbasseremmo allo stesso livello dei nostri avversari, sostituendo una decisione d'imperio ad una elaborazione politica alternativa delle numerose e giustificate obiezioni a questo provvedimento; elaborazione che purtroppo è mancata. Non siamo riusciti a far passare un messaggio chiaro: che questo ddl è una pessima soluzione, anzi, non è una soluzione a problemi di libertà che tuttavia esistono e che, finché rimangono irrisolti, rischieranno sempre di fungere da "cavalli di Troia" per iniziative come quelle della coppietta Bindi-Pollastrini
Ciao Nessie, Berlusconi lascia libertà di coscienza perchè, a mio parere, é coerente con il suo vissuto. E' un divorziato, che ha convissuto e si è risposato. Sarebbe ipocrita se adesso si lanciasse lancia in resta per salvaguardare la famiglia tradizionale. Famiglia che é già passata sotto le forche caudine del divorzio.
Una posizione intransigente, può assumerla solo la Chiesa che é anche contraria all'istituto del divorzio.
Immagino che Berlusconi sia stato anche stimolato ad andare in una certa direzione, dal fatto che la sinistra se lo sarebbe mangiato vivo se avesse assunto una posizione rigorosa, tacciandolo di ipocrisia (rinfacciata spesso a Casini, che se non erro convive).
Questa è la spiegazione che mi do io nei confronti di Berlusconi.
Sui Pacs concordo con te, sono dannosi innanzi tutto perchè aprono alla poligamia e sono un passo avanti nell'islamizzazione dell'Italia.
D'altronde l'imam l'ha detto: "A noi la loro democrazia fa comodo, ci è utile come comunità e come individui. In verità, nella terra dei musulmani, se siamo musulmani, dobbiamo farci governare dalla sharia. Mettiamo che il mezzo per raggiungere la sharia di Allah siano elezioni libere o l’esercizio del potere. Mettiamo che i musulmani in Italia siano d’accordo ad istituire la sharia di Allah. E allora...".
Allora avremo lo Stato Islamico d'Italia magari in combutta con le falangi estremiste del comunismo.
Inventeranno una nuova dittatura: il comunislam.
Che Dio ci aiuti....
ciao mary
Cara Nessie,
che dirti se non che condivido dalla prima all'ultima parola il contenuto del tuo post odierno?Certo è una ben magra consolazione sapere che ci diamo ragione l'un l'altro, e che le nostre vedute coincidono con quelle di Pera.
Hai detto benissimo:la sinistra odia questa società cui d'altra parte appartiene, ed è dispostissima a mandare tutto l'Occidente all'inferno, anzi, nella gehenna musulmana, pur di piazzare questi stramaledetti Pacs, che sono diventati il crisantemo all'occhiello di questo sciagurato governo, che non si avvede- o si avvede e se ne infischia- di stare cantando il suo ultimo canto(il cuore non mi resse a paragonare Prodi, mortadelloso com'è, a un cigno...sia pure morente).
E non si tollera l'atteggiamento neutro della destra,e questo parlare di libertà delle coscienze...
Non si sa che cosa dobbiamo augurarci perché la gente rinsavisca e veda la realtà con un briciolo di buon senso, e perché chi può faccia qualcosa.
La poltrona di Prodi è traballante;perfino i suoi generali non trovano se non un accordo precario fra loro.Non ci resta che sperare che questi signori vengano spediti a casa.Avere la destra al potere non sarà un toccasana per l'Italia, ma peggio di questi individui è impossibile fare:almeno i destristi non odiano l'Occidente né spalancano le porta all'Islam solo perché hanno in odio la Chiesa Cattolica.
Buona serata a tutti
Mary, l'esperienza di Berlusconi che ha "convissuto" prima di sposarsi regolarmente non può essere affatto una buona spiegazione. Nessuno di noi è contro i diritti individuali. Una coppia etero è liberissima di non sposarsi. Ma deve sapere che per poter ricevere dei benefits dallo Stato deve impegnarsi a sua volta nel contrarre un matrimonio civile. Ricevere benefici senza offrire alcun impegno è un'arroganza nei confronti di chi si impegna a costituire un nucleo famigliare. E L'Unione coi suoi Pacs premia l'arroganza e l'arbitrio. Conosco "coppie di fatto" che non andranno nemmeno a registrarsi all'anagrafe. No, francamente non penso che la motivazione sulla presa di posizione di Berlusconi sia questa. Credo invece che il motivo sia il fatto che lui è senz'altro più superficiale e meno profondo e pensoso di Pera. Il quale Pera ha perfettamente compreso qual è il vero terreno di scontro e di divisione fra tutti noi e la sinistra.
Falkenberg nessuno vuole blindare il voto sui Pacs, ma deve essere un voto attento e ponderato sulle conseguenze giuridiche, legislative, sociali, identitarie e di costume che questi apporteranno.
Occidentale, massì: cantiamocele e suoniamocele pure tra di noi. in attesa che la capiscano anche gli altri. Non vorrei però che si capisca quando è troppo tardi.
Sì, Mary, che Dio ci aiuti! Ho sentito anch'io le dichiarazione di quegli imam su Sky tv a proposito di come la democrazia faccia rima con sharia.
Facciano un po' come credono, ma se ne fanno una questione di "liberta' di coscienza" per tenere insieme lo 0,qualcosa della coalizione il mio voto se lo sognano. In saecula saeculorum amen. Tanto per non sapere ne' leggere ne' scrivere. :-) Io una "destra" continuo a non vederla... o socialisti o liberal: solo sinistra, sono cecato?
Cara Nessie,
immagino che tutti abbiate letto la notizia fresca di giornata relativa all'insegnante che ha denunciato al Times che nella scuola araba di Londra dove lui ha insegnato per 18 anni circolano testi dove i cristiani vengono definiti "porci" e gli ebrei "scimmie".
Non oso pensare quante ambasciate avrebbero dato alle fiamme se un'affermazione del genere l'avessimo fatta NOI occidentali, parlando in modo ingiurioso dei figli di Allah...
Ma a quanto pare in Occidente vige il buonismo del "parliamone" come se fosse possibile dialogare con gente che non è a pari livello.
Riferisco questa news che certo non è sfuggita a nessuno di voi solo per chiudere la bocca a chi ci dice che siamo catastrofisti e che non abbiamo fiducia nell'avvenire né nella saggezza(sic) di chi ci governa...
Buona giornata a tutti
Cara Nessie,
mi sembra che si stiano confondendo piani che non hanno nulla in comune. Sono favorevole ai pacs (che poi pacs non sono) per le sole coppie omosessuali senza diritti di nessun tipo sulla prole. Le coppie eterosessuali hanno il matrimonio religioso o civile mentra le coppie omosessuali non hanno alcuna tutela. In Forza Italia ci sono (fortunatamente) coscienze laiche che non si piegano a nessun diktat religioso nè cristiano nè mussulmano.
Non capisco proprio perchè l'unico modo di sottrarsi al fondamentalismo islamico debba consistere nel sottomettersi al fondamentalismo cattolico.
Il fanatismo religioso è disastroso da qualunque parte provenga ed è contro questo fanatismo religioso che è nata la coscienza moderna e libera dell'individuo.
Spinoza:
nessun pacs per gli omosessuali e niente per gli etero che non ne sentono il bisogno.
Questa é la posizione di tutte le destre occidentali mondiali. Ben chiara.
É questo che si dice qui: le sinistre vogliono queste involuzioni, se le votino!
Ma le destre cattoliche e laiche, dovrebbero dire no, assolutamente.
Nessie:
lo sai gia' come la penso e percio' trovo correttissimo e lungimirante il tuo post.
Se FI non si pronuncia per il NO in modo chiaro, avra' perso per sempre il mio voto, perché vorra' dire che non vede oltre il proprio naso.
Ciau! :-)
Spinoza: io non sono sicuro che gli omosessuali siano tutti di questo avviso e non scrivo "gay" perche' l'idea stessa di fare categorie in base alle preferenze sessuali mi ripugna. In ogni caso bisogna trovare un compromesso tra i diritti e i doveri dell'individuo, possibilmente coniugandoli con quelli della collettivita'. Non mi pare nemmeno che noi soffriamo per mancanza di liberta' individuali, ne' che il rischio teocrazia ci venga dalla Chiesa Cattolica. Mi riesce difficile il capire come un liberale possa plaudire all'intromissione dello Stato fino sotto alle lenzuola, ne' come, chi si professa democratico, possa sorvolare sul fatto che la maggioranza dei cittadini la pensa assai diversamente. Se liberta' deve significare meno Stato e democrazia: governo della maggioranza, direi quasi che non si puo' inferirne altro se non che i PACS non sarebbero ne' un provvedimento liberale ne' tantomeno democratico. Come vedi ho lasciati ai margini i giudizi etici proprio in quanto ateo.
Occidentale, no, questa news non l'avevo. Ma niente di nuovo sotto il sole. Sappiamo bene che l'unico diritto a fare i razzisti cristianofobici e antisemiti ce l'hanno solo loro.
Spinoza, tu scrivi: "mi sembra che si stiano confondendo piani che non hanno nulla in comune". Non sono io che confondo, ma il ddl Pollastrini-Bindi il quale "accorpa" le esigenze delle coppie di fatto "etero" con quelle "omosessuali". Lo scopo è fin troppo evidente: in realtà (come tu stesso sottolinei)le coppie etero hanno già la tutela giuridica del matrimonio civile. Perché lo fanno allora? Semplice! In funzione di "foglia di fico" e copertura per gli eventuali matrimoni gay. I quali presi da sé come tu proponi, non potrebbero superare lo scoglio giuridico dell'art. 29 - Titolo II (Rapporti etico-sociali) contemplato nella Costituzione. E scusa se è poco! E bada bene che ti ho parlato da laica. Non da fondamentalista cristiana. E sempre "laicamente" ti ricordo che "matrimonio" viene dal latino "mater" (madre).
Per il resto sono d'accordo col Sauro e anch'io personalmente conosco omosessuali che non gradiscono essere omologati con l'Arci-gay di Grillini & affini.
Eppoi perché scimmiottare le coppie etero, la convivenza e il matrimonio se si è così orgogliosi della propria diversità?
Cara Nessie,
mi spiace ma le tue argomentazioni non mi convincono e spiego subito il perchè:
a) tu dici: "Mi riesce difficile il capire come un liberale possa plaudire all'intromissione dello Stato fino sotto alle lenzuola". Con questa legge lo stato non si intromette tra le lenzuola. Banalmente: chi vuole registrare il suo "pacs" lo fa, chi non vuole non lo fa: non vedo cosa ci sia di illiberale o inromissivo. Si tratta solo di riconoscere diritti. Per esempio diritti ereditari. Riconoscere un diritto è un'intromissione ? Non mi pare proprio;
2) tu dici "ne' come, chi si professa democratico, possa sorvolare sul fatto che la maggioranza dei cittadini la pensa assai diversamente."
Premesso che, non avendo la palla di vetro, non so come la pensi la maggioranza dei cittadini ma la cosa che più mi turba nel tuo ragionamento e che fa difetto a molti è quello di credere che la democrazia consista nella dittatura della maggioranza. Il potere della maggioranza trova un limite nei diritti delle minoranze. Sposando il tuo ragionamento, se la maggioranza degli italiani ritenesse che i negri sono esseri inferiori, noi non dovremmo dare diritti ai negri. So che non la pensi così. La costituzione ha stabilito dei diritti che nessuna maggioranza può togliere. La democrazia non è il luogo in cui la maggioranza decide tutto ma quello in cui la maggioranza, qualunque essa sia, non potrà mai violare i diritti delle minoranze. Altrimenti vale il ragionamento di quel sigore olandese che diceva che se il 75% degli olandesi vuole la sharia, la sharia sarà applicata;
3)"Come vedi ho lasciati ai margini i giudizi etici proprio in quanto ateo." Questa spero di non averla capita bene perchè sembrerebbe dire che se uno è ateo non ha principi etici. Poichè le vittime del cristianesimo e dell'islamismo non si contano in tutto il mondo e poichè le religioni hanno dovunque diffuso il seme della violenza, dell'orrore, della superstizione e dell'ignoranza, capirai che, come sostenuto nel bellissimo libro di Lecaldano "Etica senza Dio" che ti consiglio di leggere, ritengo più plausibile che una vera etica sia possibile anche se non solo senza Dio.
Anonimo, è gradito un nick. Se sei lo stesso Spinoza di cui sopra, aggiungilo. Penso che tu mi prenda per il Sauro. O meglio, per Pseudosauro. Che è il blogger al cui commento ti riferisci. Al quale giro il tuo post, in attesa di una sua replica.
Ciao Lonty, come sai sfondi una porta aperta. La destra che faccia la destra. E la sinistra che faccia la sinistra.
Ma lo sapevate che anticamente la parola "laico" significava "ignorante"? No, perchè sembra che sia quasi un vanto essere laico per paura di sembrare bigotti! Io a differenza di "anonimo", ritengo che l'etica occidentale derivi dalla tradizione cristiana in quanto la nostra religione è l'unica che pone al centro l'Amore. E in nome dell'amore cristiano noi regoliamo tutta la ns. società: se non fosse stato per Amore di Cristo non si sarebbero costruiti i primi ospedali, le biblioteche, non esisterebbe il volontariato, l'assistenza sociale...tanto per fare esempi terra terra...Insomma, volenti o nolenti anche chi si professa ateo ha sempre ricevuto dalla società un'educazione cristiana che comunque contribuisce a fargli fare determinate scelte.
hasta la vista
Non posso che condividere il tuo post che è sulla stessa linea delle affermazioni di Marcello Pera che interpreta correttamente l'essere liberale e non l'anarchia morale dei libertari.
Per gli eterosessuali, non v'è alcuna necessità di pacs, perchè le leggi ci sono tutte e sufficienti.
Come Lontana, poi, non vedo alcun pregio civile e sociale negli accoppiamenti tra persone dello stesso sesso da convincerci di elevare i loro capricci a dignità di legge.
Kaminito, sei sulla mia stessa lunghezza d'onda. E Spinoza dovrebbe sapere che il filosofo di cui ha assunto il nickname, ebbe una lunga frequentazione con l'allora filosofia cristiana di DesCartes. Nato ebreo, ebbe forti contrasti all'interno della sua stessa comunità religiosa e il suo pensiero filosofico si avvalse della contaminazione felice col Cartesianesimo.
Un'ultima aggiunta Kaminito: è grazie ai pazienti monaci amanuensi se il sapere occidentale ha potuto salvaguardarsi dalle invasioni barbariche.
Massimo, tu sei una vecchia conoscenza e condividiamo spessissimo le stesse opinioni. Dubito che FI darà ascolto integralmente a Pera. Qui non c'entra affatto seguire i dettami della gerarchia cattolica. Qua c'entra l'aver capito che nel mondo è in atto uno scontro religioso che non si può ignorare.
Noi possiamo essere distrutti in due modi:
1) Perchè potremo essere sopraffatti da violenza esterna.
2) Perchè abbandoniamo le nostre difese interne e la nostra scala valoriale.
Nessie mi unisco anch'io al gruppo di sostenitori di Pera e sottoscrivo in toto il tuo pezzo.
Marcello Pera mi pare nel suo intervento sottolinei come liberale non sia sinonimo di anarchico.
Una societa' ha inevitabilmente bisogno di "confini", rischiando altrimenti di divenire vittima di se stessa, prima ancora che di coloro che appena giunti pretendono di sovvertirla.
Una societa' frustrata che trova sfogo nel relativismo e che cerca espiazione nel multiculturalismo spacciando l'anarchia come liberta' inalienabile e' destinata al caos e al tracollo.
Spiace constatare come politici considerati equilibrati non riescano a cogliere le potenzialita' negative di queste proposte.
Cara Nessi,
la proposta che Bindi e Pollastrini stanno bollendo nella loro pentola è: o inutile o illiberale, più probabilmente tutte e due le cose, certamente ideologica, ed in quanto tale illiberale, sovvertitrice degli ordini naturali e spontanei, nonché nemica delle libertà personali.
Di fronte a ciò il richiamo alla "libertà di coscienza" (che ci sta tutto, nel grande mare del berlusconismo), è insensato.
Ed è tanto più risibile in quanto il governo ha voluto politicizzare tutta la faccenda, calando una proposta dall'alto, sul parlamento (che già è anche troppo alto di suo, rispetto al Paese).
Anch'io mi son lasciato prendere la mano, ripromettendomi di non votare più FI se combina pasticci sul punto. Soltanto che ai tempi del referendum sulla legge 40 mi son ripromesso lo stesso per il partito presieduto da Fini, ed ora rischio di trovarmi un partito unico "per la libertà di coscienza" guidato da Fini :-) .
Comunque i pacs ora o poi arriveranno, i barbari in massa pure, ma non è detto che i nostri figli non avranno un futuro.
Semplicemente comprenderemo sempre più che la nostra libertà, al pari della proprietà privata, non può essere difesa da alcuna cartina costituzionale, "ma dal capofamiglia che si mette davanti alla porta di casa, con i propri figli, brandendo una scure", come ci ha insegnato il vecchio Juenger.
Un caro saluto, PM
Benvenuto nel blog Paolo del passaggio al bosco! La tua immagine del capofamiglia con la scure in mano mi ha proprio divertito :-) e la trovo efficacissima. Complimenti per il teorico da cui l'hai tratta. Ernst Junger è anche una mia lettura.
Paoletto, contiamoci pure. Siamo in pochi ad aver capito questa faccenda dei "confini". Un conto è essere liberali, un altro conto è sprofondare nell'anarchia morale che è pura "licenza" e non vera libertà-responsabilità.
Monica, io invece credo di sì, che questa legge vedrà la luce nella sua versione "minotauro". E che, come al solito, scontenterà tutti. Un abbraccio.
http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11089200_6.pdf
un articolo assolutamente da leggere e da diffondere ed un libro da comprare,se lo stomaco reggera'
Ciao
Stella
poniamo pure che i pacs possano essere un surplus per le coppie eterosessuali,in quanto già eventualmente garantite da un matrimonio religioso o civile...come propone,il senatore pera,di risolvere il problema delle coppie omosessuali,che non hanno accesso a nessun tipo di matrimonio,nè religioso,nè laico?pensate che per spremere le meningi di "mister occidente sono io e soltanto io",sia sufficiente augurargli un figlio gay??
Andrea: il fatto che il matrimonio sia un contratto che lega un uomo e una donna non se l'e' inventato Pera. E' cosi' da quasi 20.000 anni per tutte le civilta' conosciute. I richiami al "diritto naturale" significano proprio questo: noi siamo titolari di diritti (e doveri) non solo in quanto individui asessuati, ma per il ruolo che rivestiamo nella societa', tant'e' che l'istituto del matrimonio e' stato pensato piu' per i figli che per i genitori. Tutti abbiamo avuto un padre ed una madre: che siamo eterosessuali o meno, e per il futuro non si vedono ancora alternative al metodo di concepimento naturale ergo... Ultima cosa, mi piacerebbe sapere quanti sarebbero gl'individui interessati a questo provvedimento, poiche' mi pare siano assai pochi. Tra gli omosessuali che conosco non tutti desiderano ardentemente questo tipo di omologazione: solo alcuni, quindi si tratta di una minoranza nella minoranza. Non che abbia molta fiducia in questa specie di democrazia, ma in ogni caso il metodo di pressione extraparlamentare o lobbistico, che non e' espressione di una inequivocabile maggioranza, non e' per nulla democratico e va rigettato indipendentemente dalla materia di cui tratta. Altrimenti si dica chiaro che la democrazia non c'e' piu' cosi' andiamo in cantina a prendere gli attrezzi e ci comportiamo di conseguenza. Se proprio della sostanza non frega nulla a nessuno, perlomeno si rispetti la forma e non ci si faccia passare troppo per cretini.
Aggiornamento: Sauro, da oggi i Pacs si chiamano DICO (diritti e doveri dei conviventi). Ed è un disegno di legge così caotico e pasticciato che vien voglia di dire: qui lo Dico e qui lo Nego. :-)
Mi ti te digu, tu ti me digi :-)
Tilt,se vuole gliela spiego: ateo devoto (parola che non mi piace) è colui che pur non credente o agnostico è fedele alla scala valoriale e identitaria della società e cultura nella quale vive e che si riconosce nei valori cristiani come valori occidentali. Perché?! li vorrebbe omofobi o discriminatori dei gay? Sarebbe solo una sua forzatura. Gli omosessuali godono già di tutti i diritti individuali. Eppoi, data la confusione dei tempi, non le è mai sfiorata l'idea che esistono anche gay di destra? Franco Zeffirelli, solo per fare un esempio...
intervengo con un ot, data l'ora tarda.
Ti ho risposto da noi, alla tua ultima visita.
Risposta forse irrazionale... come ogni volta che si parla di legami forti.
OT di Squitto: ho letto, grazie per la risposta.
Tilt, provvederò a inviare una raccomandata RR al "Silviaccio". Ma coi Dico-dico sa quante raccomandate RR all'anagrafe dovranno smistare? :-)
Senza contare che più che i gay, godranno e beneficeranno di una legge caotica, pasticciona e pasticciata, le colf, i clandestini e le badanti: parola di una regina del Foro milanese come Annamaria Bernardini De Pace, noto avvocato matrimonialista. E sempre in materia giuridica, dovranno occuparsi di perfezionare una svista (e cioè un clamoroso tecnicismo giuridico al suo interno)che apre la strada all'incesto fra fratello e sorella. Provi a chiedere in giro a qualche esperto in diritto. E scusi se è poco...
Cara Nessie,
è un po' che manco da queste acque ma leggendo gli ultimi interventi noto che la discussione è sempre molto viva e stimolante.
Oggi leggo lo stupore, sacrosanto, di Tilt64 nonché la tua spiegazione circa la definizione di "atei devoti" che condivido perché mi riconosco in pieno:io sono agnostico dall'età della ragione, e penso che TUTTE le religioni sono una zavorra nel cammino dell'umanità, però a causa dell'aggressività dei figli di Allah che vogliono sostituire la "nostra" religione con la loro, che è ispirata da una deità vendicativa e crudele-manco fossimo tornati al Medioevo- mi sento per l'appunto un "ateo devoto" nel senso che ognuno può intuire.
Non è che voglia conciliare tutti i pareri, ma credo che abbiate ragione sia tu che Tilt nell'affermare le cose che affermate:è vero secondo me quanto afferma Tilt che la destra in genere- salvo qualche eccezione- è ancora ferma su posizioni anacronistiche e antiscientifiche circa la sessualità;e aggiungo che a me riesce difficile pensare a delle persone come "gay" "etero" etc perché altrimenti dovremmo pensare in termini di "biondo" "calvo" "alto" "basso" "ricco" etc etc.Le uniche categorie utili ai nostri tempi secondo me- lo dico con spirito apertamente polemico- sono "comunista "non comunista" perché sono sinonimi di "malato di mente" "sano di mente"...Anche una conoscenza superficiale della storia umana di tutti i tempi e di tutte le civiltà ci insegna-come diceva uno psichiatra canadese di cui non ricordo il nome- che le sole persone "normali" in quanto a sessualità sono quelle che vivono in modo omosessuale o eterosessuale per tutta la vita, dal primo all'ultimo giorno;mentre molte persone vivono una sessualità spesso confusa e "opportunistica" (cito sempre lo psichiatra canadese di cui non mi viene in mente il nome), nel senso che si adeguano alla situazione o cambiano orientamento nel corso delle loro vite.Ho sintetizzato in maniera rozza le tesi complesse del suddetto psichiatra, ma spero di essermi spiegato ugualmente.Quello che non capisco è perché si debba dare un risalto così straordinario a questa faccenda:va bene concedere i diritti a TUTTI i cittadini a prescindere da orientamento religioso sessuale etc, ma perché farne una crociata come sta facendo la sinistra?
Sembra che il messaggio sia:come capiamo noi i "diversi" ( e quindi ANCHE i musulmani) non li capisce nessuno:non è la prima volta che la sinistra si arroga il monopolio della comprensione, quasi che tutti gli altri non ci arrivassero.
Buona domenica a tutti
Occidentale
sauro,come al solito non hai risposto,e sinceramente le tue inoppugnabili considrazioi su chi ha il pene e la vagina mi hanno francamente annoiato.ripeto la premessa:poniamo pure che il matrimonio religioso e civile copra la intera gamma di diritti e doveri di una coppia eterosessuale.come garantire una copertura di tali esigenze di una oppia omosessuale?saranno pure pochi coloro che lo desiderano,ma non mi sembra un aspetto importante.quando ammetterete che gli omosessuali vi fanno schifo,probabilmente potremo parlare con un po' di costrutto.viva la sincerità
Certo che la libertà di coscienza pare riguardare la chiesa cattolica più che FI. Divorzio e aborto sono passati con l'avallo della DC di Andreotti amicissimo di Vaticano e papi ( e a cui nemmeno dopo fu negata l'amicizia, se questo vuol dire qualcosa ).
Ora sta succedendo la stessa cosa con il cattolicissimo e devoto Prodi anche lui tenuto in gran conto dalle gerarchie che contano ( al punto che ne consigliarono apertamente il voto ). Evidentemente qualche dichiarazione di bandiera da parte di alti prelati non cambia lo stato delle cose che si afferma nelle mille omelie domenicali che vanno in tutt'altro senso ( e lo scaltro Prodi lo sa ... ).
Questo temo sia un problema ben più grande della trascurabile posizione di FI.
Scarthorse
Occidentale, come al solito mi trovo allineata alle tue stesse perplessità sul fatto che la sinistra voglia piantare la bandierina ideologica su gay e coppie di fatto (ovvero diritti privati in "cosa pubblica"). C'era a tale proposito un buon progetto legale di Alfredo Biondi (ottimo avvocato) sul rendere "individuali" tali diritti di fronte a un notaio (che è un ufficiale dello Stato e che è assai meglio dell'Anagrafe); ma figurati se lo hanno preso minimamente in considerazione...Preferiranno il casino delle Raccomandate RR e dell'Ufficale dell'Anagrafe .
Andrea, per correttezza, lascio che sia il Sauro a replicare al tuo commento.
Tilt, mi sarebbe proprio piaciuto leggere l'articolo che lei cita sulle raccomandate RR. Ho davanti il progetto del ddl e tutti i suoi commi, che mi sono presa la briga di leggere ad uno ad uno. I titoli sono molti e mi aspetto che lo facciate anche voi che difendete a spada tratta il ddl "per motivi ideologici".
Io scenderò sul pratico, nel commento più sotto.
Scart, so bene che anche la Chiesa e i cattolici sono un gran bordello. Fosse così facile trovare "un centro di gravità permanente". Buona domenica1
Come ho detto più sopra a Tilt, ho letto il ddl e sono 17 punti. Un numero che , in sé, non è dei più fortunati. I beneficiari sarebbero "due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta, entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, cura o amministrazioni di sostegno". La legge si applica anche agli Italiani all'estero.
Giuro che già qua, non ci capisco un'ostrega di niente.
Poi ci sono altri commi: 2) La registrazione 3)L'efficacia retroattiva, 4) gli esclusi 5)le sanzioni (penali e pecuniarie per chi dichiara il falso) 6) l'assistenza ospedaliera 7) Salute e malattia 8)Permesso di soggiorno (riguardante cittadini extra-comunitari e residenti all'estero) 8) alloggi pubblici 9) affitti e locazioni 10) lavoro 11) eredità 12) casa 13) alimneti 14)in caso di rottura di coppia 15) l'iter parlamentare.
Beh...ciascuno di questi capitoli di legge, si presta al principio della "contraddizione universale": leggere per credere!
Una cosa è certa: avremo TAR a gogò, contenziosi e intasamenti della già disastrata macchina della Giustizia. TANTO VALE, SPOSARSI!
Tilt, umorismo per umorismo, ti segnalo "Cronache dal mondo gay dell'anno prossimo" di Angelo Pezzana (gay di destra) da Libero. Pezzana fu dapprima radicale e militò nel FUORI (Fronte Unito Rivoluzionario Omosessuale) negli anni '70.
Andrea: se ti annoi a leggermi possiamo fare in modo di perdere meno tempo entrambi. Comunque la mia risposta (10:53 PM) e' chiara, se non ti annoi ulteriormente: rileggila. Vedro' di sintetizzartela con altre parole:
quello che intende Pera devi chiederlo a Pera, non a me.
Per cio' che mi riguarda gli omosessuali hanno pieno diritto a sposarsi come tutti, e possono farlo quando vogliono anche se con una persona di sesso opposto. Se questo non garba loro non so che farci, ma questa e' una legge di natura prima di essere dello Stato. Se per "libera scelta" preferiscono una persona dello stesso sesso non ne hanno bisogno in quanto si tratta di un'unione infeconda e il matrimonio non servirebbe a nulla. Piu' chiaro di cosi'... Non e' colpa ne' di Pera, ne' mia. Direi che la parita' di diritti non e' nemmeno in discussione.
Capirai che se per accontentare le bizze di quattro gatti dovessimo rivedere la storia dell'uomo dai primati in avanti, la figura dei fessi la farebbero tutti gli altri che si crogiolano in un passato in cui gli omosessuali erano discriminati. :-)
A parte gli scherzi: tra gli omosessuali che conosco il problema non e' affatto sentito come cruciale. Si vocifera che si tratti di un movimento politico internazionale, ma siccome vigono ancora le Nazioni, per fare cose di questo genere ci vogliono robustissime maggioranze, mentre non si riesce nemmeno a capire se queste masse di discriminati riescano a superare le duecentomila persone.
Che fondino un partito Omo, dopodiche' non si lamentino se qualcuno ne fondera' uno per i bianchi, uno per i neri etc. Quando vinceranno le elezioni potranno cambiare tutte le leggi che vogliono, a parte quella di Newton e poche altre, ma al momento questa maggioranza non c'e' e si dice che siamo in democrazia, dunque la si finisca di rompere le palle con queste cose e si pensi a cose piu' serie, che ce n'e' fin troppe.
Ciao Nessie, hai visto che anche Berlusconi si é pronunciato contro i DICO....E' matrimonio di serie b.
Per me sono anche un pastrocchio immane.
Cmq. non credo che passeranno.
Ciao Mary
Niente! Se fosse possibile una qualche forma di diritto privato, la cosa non mi concerne affatto.
E sono pure d'accordo che in passato era tollerata presso alcune popolazioni (quelle che lei cita).
Mi riguarda (anzi, ci riguarda) nel momento stesso in cui per favorire le unioni gay si va a interferire sul diritto pubblico e l'art. 29 della Costituzione. Tant'è vero che hanno dovuto trascinarsi dietro le coppie etero per poterlo raggirare. Non mi faccia , però , passare per "omofoba" perché non la sono affatto.
Vorrei altresì sottolineare che conosco gay che non si serviranno dei Pacs (o DICO che dir si voglia); e non per pudore, ma per contrarietà. E che conosco coppie etero che non andranno a registrarsi all'anagrafe.
Mary, io invece non sono altrettanto ottimista. Qualche senatore a vita per ottenere i numeri mancanti lo troveranno. E magari anche qualche transfuga dalla CdL.
innanzitutto sono felice dalla reciprocità della nostra noia:sarebbe sconveniente e oltremodo colpevolizzante,provare una noia non ricambiata.a te che piace citare le leggi di natura,vorrei ricordare che la natura stessa,oltre a meccanismi perfetti,forse per distrazione,ne crea altri che paragonati alla norma,sono difettosi.è compito dell'uomo porvi rimedio.qualcuno ci ha provato con il volgare sterminio,altri con sistemi piu' sofisticati come le scritture religiose.a te elencare socialismo e derivati nella repressione del fenomeno omosessualità.che poi il senso del matrimonio sia la procreazione,dovrebbe essere elemento invalidante di tanti matrimoni eterosessuali infecondi per scelta o disgrazia.nessuno vuole rivedere la storia dell'uomo ed è assodato che la prosecuzione della specie sia affidata all'unione eterosessuale.ma che le unioni omosessuali siano un attacco alla famiglia,è francamente una cazzata colossale.io sono eterosessule e mi accingo a formare una famiglia tradizionale,per giunta con la benedizione di in sacerdote e magari arriveranno anche dei bambini.non ravviso nei pacs o nei dico,alcun impedimento al coronamento del mio sogno d'amore.non vedo spinte ad incentivare le unioni omosesuali.non è che mi vedo costretto a correr dietro ad un bel maschione.non vedo perchè,se due omosessuali si amano,non possano coronare il loro sogno.non pretendo che li benedica la chiesa(ma credo che dio benedica l'amore),ma che almeno lo stato,si inventi una legislazione che riconosca elementari diritti DI COPPIA,a due persone che vipiacia o no,una coppia lo sono a tutti gli effetti.anche se sono duecentomila in tutto il mondo.perchè se le minoranze dovessero arrivare ad essere maggioranze per farsi sentire,saremmo veramente al tracollo.non ci sono handiccappati in parlamento,eppure la legislazione cerca di migliorarne la qualità della vita.perchè cio' he tu sostieni,ovvero che ci sono umani e non categorie di umani,è una cazzata pazzesca...o meglio,puo' essere vero se si ficca la testa sotto la sabbia..ma attenti al culo pero'!!
Questa volta intervengo personalmente nella diatriba tra Andrea e il Sauro. Con alcune domanda al primo.
1) Saresti favorevole all'adozione dei bambini a una coppia gay? se SI o NO, spiegane il motivo.
2) Saresti favorevole in nome della libertà "affettiva" a rendere legale l'incesto tra padre e figlia; madre o figlio; o fratello e sorella?
3) saresti favorevole al diritto di pedofilia e a un partito dei pedofili come quello che esiste in Olanda?
1)non sono favorevole all'adozione di bambini da parte delle coppie gay.intuisco che non sia serenamente formativo del loro carattere.ma non ho certamente conforto scientifico a cio' che dico.è una semplice intuizione.2)cosa intendi per riconoscimento legale?che si possano sposare?non conosco i numeri del fenomeno,non mi risultano associazioni di padri e figlie incestuose che reclamano pubblico riconoscimento.è come se mi chiedessi se sono abortista:non lo sono,nel senso che non vi vorrei mai ricorrere.ma dovendolo fare,meglio in buone condizioni igieniche che con un cucchiaio 3)non sono favorevole e mi offende che tu me lo chieda(evidentemente per voi,la "degenerazione omosessuale",si porta appresso il peggio del peggio,reati compresi,come la pedofilia.perchè non anche il satanismo?bella l'associazione omosessualità-pedofilia,molto bella,complimenti..complimenti per l'apertura mentale).sono contrario assolutamente perchè una legge non puo' disciplinare un rapporto impari e quasi sempre forzato,tra un adulto e un bambino..è un pochino diverso dalla volontà di convivere di due adulti omosessuali,non trovi nessie?ti ho risposto a questo ultimo quesito,soltanto perchè sono un signore.
Cara Nessie, credo anch'io che si appoggeranno ai nonni a vita per far passare il provvedimento. Nella CdL mi sembra che le posizioni siano univoche, anche oltre le più rosee previsioni. L'unico che mugugna un po' è Benedetto Della Vedova, ma credo che anche lui alla fine capirà che questo governo non merita soccorsi. In alcun caso.
Appena ho tempo, scriverò anch'io sul tema.
Un abbraccio
Complimenti un tubo! Per non dire qualche parolaccia che , essendo una signora (io sì!) avrei voglia di dire. Tutte le volte che non siamo collocati sulla stessa lunghezza d'onda, tu non hai niente di meglio che tacciare di 1) discriminitore 2) xenofobo 3) omofobo 4) che non ha un'apertura mentale.
Lo sai almeno perchè ti ho fatto tutte quelle 3 domandine? Non perché voglia mettere la pedofilia in relazione con l'omosessualità, ma per ricordare che l'umanità è un legno storto. E che lo è sempre stata. E che l'uomo tende ad esercitare la tirannia dei suoi stessi desideri. Fino a confondere il concetto di libertà con quello licenza e licenziosità, omettendo la responsabilità individuale e collettiva. Ma è inutile parlare con le zucche vuote che viaggiano con le etichette belle e pronte e slogan.
Mi fa comunque piacere che qualche paletto, nelle tue risposte lo abbia messo anche tu, contribuendo alla discussione.
Perché una società senza confini non è più una società, ma un circo equestre del Bengodi.
Siro, allora aspetto anch'io il tuo pezzo sui Dico , ciao :-)
Andrea: complimenti per la tua apertura e felicitazioni per il tuo prossimo matrimonio. Da parte mia ho esaurito l'argomento percio' ti saluto.
L'Italia se fosse un'impresa sarebbe fallita da anni, eppure tutto va ancora avanti e ci preoccupiamo dei Pacs... La realtà è ben diversa, si distoglie l'attenzione generale dai veri problemi!!
http://apri-i-tuoi-occhi.blogspot.com
Complimenti Nessie vedo che argomenti in modo formidabile.
Grande cultura.
Siamo tutti succubi della disinformazione. Ottimo blog, ben argomentato.
http://apri-i-tuoi-occhi.blogspot.com/
La terapia riparativa dell’omosessualità
Colloquio con Gerard J. M. van den Aardweg
Nel n. 71, datato maggio 2005, la rivista gay Pride ha pubblicato un lungo articolo con il quale attaccava la terapia riparativa dell’omosessualità come antiscientifica e dannosa; l’articolo era immediatamente ripreso da la Repubblica, a firma di Natalia Aspesi (3 maggio). In seguito ai due articoli su Pride e la Repubblica, l’onorevole Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ha presentato un’interrogazione parlamentare per bloccare, tramite gli ordini professionali, la terapia riparativa. Il dott. J.M. van den Aardweg, che per le Edizioni Ares ha pubblicato il saggio Omosessualità & speranza, ha cortesemente accettato di rispondere ad alcune domande sulla scientificità della terapia riparativa (o terapia dell’omosessualità) e sulla posizione dell’American Psychiatric Association, citata dall’onorevole Grillini.
La rivista gay Pride asserisce che l’associazione americana di psicologi APA dal 1973 non diagnostica più l’omosessualità come una malattia, e che anzi ne condanna la terapia “riparativa” in quanto sarebbe antiscientifica e pericolosa. È all’incirca quello che afferma l’Onorevole Grillini, Presidente Onorario dell’Arcigay, in un’interpellanza al Ministro della Sanità, intesa a che l’Ordine dei Medici e l’Ordine Nazionale degli Psicologi proibiscano ai loro membri di trattare l’omosessualità, perché ciò sarebbe antiscientifico e comporterebbe, inoltre, discriminazione di un cosiddetto “orientamento sessuale”.
Ho letto con attenzione gli articoli di Pride e de la Repubblica, e l’interpellanza dell’Onorevole Grillini. Tanto per cominciare, l’APA in questione è quella degli psichiatri, non quella degli psicologi. Pride e Grillini cercano di spacciare la dichiarazione dell’APA del 2000 come l’oracolo intangibile della scienza; ma che cos’è, veramente, l’APA? L’associazione che, nel 1973, senza la minima motivazione scientifica, si è arresa all’assalto di un’aggressiva lobby gay, sostituendo la descrizione classica, scientificamente fondata, di omosessualità come “disturbo” con quella di “condizione”. E questo nonostante che la schiacciante maggioranza degli psichiatri americani pensasse il contrario. Nel corso degli anni successivi questa associazione ha concretato sempre di più questo termine, di “condizione”, che di per sé non significa nulla, dandogli un contenuto sempre più conforme all’ideologia gay, facendone una situazione “normale”. Ci pensi un po’ su: un’associazione di psichiatri proclama che una “condizione” come l’omosessualità maschile, che comporta per una quantità enorme di omosessuali praticanti una promiscuità sfrenata (centinaia di partner nel corso di una vita!), sarebbe normale e naturale! E negli ultimi anni tende addirittura a proclamare la normalità della pedofilia, e magari anche quella di disturbi come il sadomasochismo. Che razza di associazione è questa? Chiaramente una suddita del movimento gay, che intende realizzare riforme radicali della società; un’associazione che si comporta così è ormai un gruppo di interesse politico, non è più un’associazione di scienziati e professionisti indipendenti. Di fatto, la situazione presenta analogie con quella della Germania degli anni Trenta del secolo scorso, quando praticamente tutte le organizzazioni mediche e scientifiche abbracciavano ufficialmente le teorie razziste; il che, naturalmente, di scientifico non aveva niente, ma era solo espressione della più miserabile vigliaccheria e correttezza politica. Che questa APA, o meglio il gruppo dei gay che ne fanno parte, e che vi detta legge in fatto di omosessualità, presuma di dare lezioni su ciò che è o non è scientifico, è il colmo dell’arroganza! È chiaro che per loro è scientifico solo ciò che si aggiusta alla loro ideologia.
Corresponsabilità dell’APA
Quali sono le manipolazioni contenute negli articoli e nell’interpellanza?
L’APA non ha “proibito” niente, e d’altra parte non ha nemmeno il potere di farlo, ma non fa altro che “raccomandare” di astenersi “per il momento” da “tentativi di cambiare l’orientamento sessuale di individui”. Motiva la raccomandazione con due ragioni: “… non esistono ancora studi rigorosamente scientifici che consentano di stabilire se i trattamenti ‘riparativi’ siano benefici o dannosi”. Vale a dire che non sapremmo ancora niente sui risultati di terapie “riparative”, e queste potrebbero presentare rischi per il cliente o paziente. L’APA asserisce che i resoconti disponibili di risultati del trattamento avrebbero carattere “aneddotico”, mentre non mancherebbero indizi di conseguenze sfavorevoli. Ma attenzione alla furbata! In realtà, di resoconti su risultati del trattamento ce ne sono, e versano su un numero molto ampio di casi, mentre è proprio su effetti sfavorevoli – psichici o di altro tipo – della terapia che non abbiamo nemmeno l’ombra di un resoconto! Soltanto affermazioni e allarmi infondati… emanati proprio da fonti gay. Insomma, qui si pretende di mettere sullo stesso livello affermazioni infondate e resoconti scientifici di ricerca. Consideri anche la sfacciataggine dell’APA: insinua che chi cerca di aiutare le persone a controllare o a superare le loro tendenze omosessuali esercita un influsso dannoso. E loro stessi, che fanno? Sconsigliano la terapia e, propugnando da anni la normalità del comportamento omosessuale, legittimano l’ondata di promiscuità omosessuale che si diffonde in tutto il mondo, provocando un danno enorme alla salute mentale e fisica degli omosessuali da loro fuorviati, che incorrono in malattie veneree, assuefazioni, AIDS, suicidi e via dicendo. Sull’APA pesa dal 1973 un’enorme corresponsabilità in tutto questo. Una responsabilità che ricade anche sulle organizzazioni gay, sull’Arcigay in Italia e sull’Onorevole Grillini. È ridicola la presunzione con cui si azzardano a denunciare come dannosi trattamenti e altre forme di orientamento, che invece sono intesi proprio a mitigare il danno che loro hanno contribuito ad arrecare, con il loro proselitismo gay. L’APA, comunque, non ha affermato, ma solo insinuato, che la terapia possa presentare problemi.
L’APA non afferma nemmeno che le “terapie riparative” (che io preferisco chiamare semplicemente “terapie”) siano di per sé antiscientifiche. Al contrario, l’APA “incoraggia e appoggia la ricerca … per confrontare meglio i rischi della … terapia con i risultati positivi”. Se una terapia fosse “antiscientifica”, nessuno si prenderebbe la briga di farci ricerche. Lascio per il momento da parte la questione di che intendano dire con terapia “antiscientifica”. Se prende, però, il testo dell’APA alla lettera, la conclusione logica è che, per saperne di più, quello che ci vuole è proprio fare molta più terapia. D’altra parte in tutto il mondo si fa ancora troppo poco in fatto di terapia o di orientamento, e il clima suscitato dal movimento gay e da suoi “compagni di strada” come l’APA non è sicuramente favorevole ad un trattamento sistematico dell’omosessualità. Per questo, le parole con cui l’APA dice di “incoraggiare ed appoggiare” la ricerca sulla terapia puzzano di ipocrisia. Di una cosa possiamo essere sicuri: nessuna ricerca o resoconto di trattamento, passato al vaglio dei pregiudizi dell’APA, ne uscirà con il marchio di “rigorosamente scientifico”. L’ideologia gay detta il dogma che lo “orientamento” omosessuale è naturale e sano; il corollario è che qualsiasi cambiamento è impossibile e “contro natura”.
Allora non ha ragione l’APA, quando afferma che non esistono “studi scientifici rigorosi sui risultati”?
Dipende da che cosa si intende per “rigoroso” e “scientifico”. Se lo si intende pensando alle scienze naturali, nessuno studio di cui disponiamo soddisfa ai requisiti: non esistono, per esempio, strumenti obiettivi e di uso sicuro per “misurare” l’omosessualità. Lascio qui da parte il metodo fisiologico proposto da alcuni, che peraltro non è esente da complicazioni. Non si può fare una campionatura rappresentativa; e, soprattutto, una ricerca che coinvolga i diversi metodi di trattamento che si praticano, richiederebbe una quantità enorme di ricercatori, tempo e denaro, oltre ad un buon numero di terapeuti che (almeno per il momento) non abbiamo. Non si può contare sull’apparizione a breve termine di studi del genere; ci dobbiamo accontentare di quello che in pratica possiamo conseguire. Se siamo realisti e onesti, però, vedremo che non è di questo che, adesso, abbiamo più bisogno. Di fatto, l’argomento dell’assenza di “studi scientifici” è una manovra intesa a scoraggiare la terapia. Per giunta è un argomento sbagliato. Il fatto che non sia possibile realizzare studi di rigore sugli effetti della terapia del tipo di quello delle scienze naturali, non significa che i resoconti presenti nella bibliografia specializzata siano antiscientifici. “Scientifico” significa il più possibile aperto alla realtà, utilizzando i metodi di cui si dispone nelle circostanze concrete. Prima che si costruissero i moderni telescopi, le osservazioni astronomiche avevano una portata minore, ma questo non vuol dire che con telescopi più rudimentali non si fosse in grado di studiare in certa misura la realtà. Se l’APA imponesse gli stessi requisiti “rigorosamente scientifici” agli studi sui risultati di tutte le psicoterapie di nevrosi, depressioni, psicosi, disturbi emotivi o del comportamento, oppure a qualsiasi metodo farmacologico, si dovrebbe porre fine a tutte le forme di trattamento. Di studi del genere, infatti, non se ne trovano in nessun campo della psicoterapia e della psichiatria. A questo punto l’APA farebbe meglio a consigliare ai suoi membri di cambiare mestiere. Ce ne sono, invece, di studi scientificamente accettabili sugli effetti: studi che non sono più imperfetti della stragrande maggioranza di quelli sugli effetti dei trattamenti nel campo della psicologia, della psichiatria e della medicina. Antiscientifico, anzi, è proprio l’atteggiamento di chi le terapie le sconsiglia. Sarebbe la fine del progresso scientifico, dato che quasi tutte le conoscenze e le ipotesi attendibili sull’omosessualità di cui disponiamo derivano proprio dalla pratica psicoterapeutica.
Una nevrosi sessuale
Dobbiamo concludere che quegli studi scientificamente accettabili l’APA non li conosceva?
Nella loro dichiarazione del 2000 riportano in bibliografia soltanto una o due pubblicazioni con dati pertinenti a risultati terapeutici, basati su gruppi abbastanza ampi. Poi, però, non ne tengono conto. Per il resto la loro bibliografia contiene resoconti personali – questi sì “aneddotici”! – di persone che hanno fatto qualche tentativo per cambiare, ma poi hanno rinunciato; ed è proprio a questi che il documento dell’APA presta la maggiore attenzione. È un atteggiamento parziale, ad uso dell’ideologia gay.
Può raccontare qualcosa di concreto sulle conclusioni di studi sui risultati? Che percentuali abbiamo di cambiamento?
Lei parla opportunamente di “cambiamento”; preferisco questo termine a “guarigione”, perché parole come “guarire” e “malattia” suscitano spesso l’impressione che le persone con sentimenti omosessuali siano fisicamente malate; il che non è vero.
Ciò non toglie che alcuni di loro presentino seri disturbi mentali, o abbiano sviluppato un comportamento omosessuale di proporzioni tali che non sarebbe tanto sbagliato chiamarli “malati”. Se parliamo di cambiamento, dobbiamo tenere d’occhio, naturalmente, il comportamento sessuale e le fantasie sessuali, ma senza dimenticare quei sentimenti e caratteristiche di personalità nevrotici che a tali comportamenti e fantasie sono collegati. I desideri omosessuali non sono impulsi isolati, ma sorgono da un complesso di inferiorità rispetto al proprio essere-uomo o essere-donna. L’omosessualità è una nevrosi sessuale. Suoi caratteri frequenti sono una puerilità emotiva, per esempio nelle relazioni interpersonali, o nei confronti dei genitori, una certa inconscia drammatizzazione di sé stessi, egocentrismo infantile, sintomi nevrotici e psicosomatici, depressioni. C’è molto di più che la semplice attrazione erotica per il proprio sesso. Un autentico cambiamento si deve riflettere anche in una più forte identificazione con la propria virilità o femminilità, cioè nel ristabilimento della fiducia in sé stessi come uomo o come donna, in una vita emotiva più stabile ed adulta, con una riduzione dell’egocentrismo infantile e della tendenza ad autocommiserarsi. Se l’interessato non si libera in misura sufficiente dal suo complesso di inferiorità e dalla sua emotività nevrotica, non cambierà gran che nei suoi sentimenti sessuali.
Premesso questo, farò menzione di alcune percentuali ricavate da due studi su risultati. In primo luogo i risultati che io stesso ho raccolto, intervistando 100 clienti trattati da me, alcuni anni dopo che avevano seguito un trattamento di una certa durata; sono dati che ho pubblicato già nel 1986. Parlo, quindi, in base alla mia esperienza, e parlo di persone che ho conosciuto bene. Tra quelli che non avevano smesso dopo pochi mesi di seguire il metodo, il 19% ha registrato un “cambiamento radicale” di sentimenti sessuali: con interessi eterosessuali dominanti e al massimo pochi impulsi o associazioni di idee omosessuali sporadici, leggeri e transitori. Alcuni di loro non avevano più provato sentimenti omosessuali negli ultimi due anni. Ho avuto notizie di alcuni che appartengono a questo 19%, e posso dire che, a vent’anni di distanza, la loro situazione è rimasta costante. Il 46% aveva fantasie e comportamenti prevalentemente eterosessuali, ma sperimentava ancora saltuariamente sentimenti chiaramente omosessuali. Il 19% constatava un più leggero “miglioramento”, mentre per un 16% la situazione emotiva era “immutata”. Il miglioramento dei caratteri comportamentali ed emotivi nevrotici procedeva più o meno di pari passo con il cambiamento sessuale. Con il diminuire della nevrosi, infatti, la persona è più libera e allegra. Questi cambiamenti si verificavano di regola, gradualmente, dopo un certo periodo di autotrattamento. Magari qualcuno potrà considerare deludenti questi risultati. Ma una deformazione nevrotica della personalità non è un fatto superficiale. Da nessun trattamento delle nevrosi possiamo aspettarci risultati facili o rapidi; lo stesso vale per i risultati dei trattamenti di fobie, depressioni, o altre nevrosi sessuali. Voglio aggiungere che per molti omosessuali, anche se non sono tra quelli che registrano un cambiamento “radicale”, si può già parlare di un miglioramento notevole se solo hanno abbandonato la loro dipendenza dal sesso. Per arrivare a questa prima meta nel cambiamento o nella guarigione ci è voluta, spesso, un’autentica lotta.
Come secondo studio non posso fare a meno di menzionare quello, famoso e violentemente attaccato dall’establishment gay, del Prof. Spitzer, del 2003. In base ai suoi criteri più restrittivi, l’11% degli uomini omosessuali e il 37% delle donne omosessuali esaminati era cambiato completamente sul piano sessuale, e, secondo i suoi criteri meno restrittivi, le percentuali erano rispettivamente del 29% e del 63%. Com’è noto, proprio Spitzer ha avuto, nel 1973, un ruolo di protagonista nel cambiamento di definizione operato dall’APA. Adesso, invece, sostiene che bisogna ammettere la possibilità del cambiamento. Com’era prevedibile, l’establishment gay l’ha presa molto male!
A ben vedere, i suoi risultati non differiscono molto dai miei. Spitzer ha notato, inoltre, un fenomeno interessante: la maggior parte dei cambiamenti più notevoli si manifestavano nelle persone con una profonda motivazione religiosa, sorta, in certi casi, da una conversione. È un dato di fatto sicuro; e si trattava di conversione definitiva, dei cui benefici aveva risentito tutta la persona, non di un entusiasmo religioso passeggero. Un’altra conclusione di Spitzer è stata il non aver trovato il minimo indizio di danni psichici causati da trattamenti e metodi di orientamento. Quest’accusa, infatti, è pura fantasia. È frutto del tipico vittimismo gay, con il suo procedimento di autodrammatizzazione: dicono che la terapia è una “mutilazione spirituale”, e altre cose del genere, e che per questo va proibita! Purtroppo questo procedimento ha una gran efficacia propagandistica.
La sofferenza degli omosessuali non è conseguenza della discriminazione sociale?
È quello che gli ideologi gay non fanno che ripetere, ma è un’assurdità. In Paesi come l’Olanda e la Germania, dove ormai, da anni, possono vivere come vogliono, gli omosessuali non hanno smesso di manifestare sintomi psicopatologici di ogni genere, come risulta anche da una ricerca piuttosto recente dell’Università di Utrecht (Olanda). Chi esamina l’interiorità e i precedenti di queste persone non ha dubbi sul fatto che le cause della nevrosi risiedono nel fondo della loro personalità, non nel mondo esterno.
Ci sono ricadute?
Sicuro! A volte di breve, a volte di lunga durata. Ecco perché non mi pare bene che persone che hanno beneficiato da poco di un cambiamento si mettano subito ad aiutare altre persone afflitte da problemi di omosessualità; come si fa – certamente con le migliori intenzioni – in certi ambienti di ex-gay cristiani. Tutti i cambiamenti nelle strutture emotive e comportamentali procedono per alti e bassi. Per questo i gay hanno buon gioco a citare casi di ricaduta per dimostrare che “il cambiamento è impossibile”. Chi dà rilievo a questi casi, senza tenere conto di quello che ci insegnano i resoconti e le autobiografie di persone che hanno conosciuto un cambiamento radicale, è che non si vuol togliere i paraocchi.
Come viene seguita la raccomandazione dell’APA del 2000, che sconsiglia la terapia?
Gli psicologi che l’omosessualità la trattano fanno spallucce: vedono chiaramente che qui la posizione dell’APA non è scientifica, ma politica. Tanto più che negli ultimi anni si comincia a sentire anche altra musica. Poco fa l’ex Presidente dell’APA degli psicologi (American Psychological Association), ha espresso la sua convinzione che agli omosessuali deve essere riconosciuta la libertà di accedere alla terapia. Pure l’American Counselling Association (per psicologi che praticano l’orientamento) si è fatta sostenitrice del principio che alle persone con tendenze omosessuali va lasciata la libertà di scegliere se farsi trattare o no. Tali prese di posizione sarebbero impensabili, se l’esperienza insegnasse che tali trattamenti sono dannosi. Articoli in cui si fanno presenti risultati positivi di trattamenti sono già apparsi in riviste specializzate di psicologia (p.e. in un numero di Professional Psychology: Research and Practice, 2002).
Che pensa dell’affermazione secondo la quale i trattamenti dell’omosessualità sarebbero una forma di discriminazione?
L’ideologia gay non fa che capovolgere la realtà. Non sono i terapeuti a discriminare, ma proprio questi omosessuali accecati. Moltissime persone con tendenze omosessuali, che non hanno intenzione di aderire al movimento gay e alle sue follie, non hanno a chi affidarsi per affrontare i loro problemi. Molti vorrebbero cambiare, ma non sanno come fare. Lo insegna l’esperienza: ogni volta che si rende noto al pubblico il nome di un terapeuta che tratta l’omosessualità, questo si vede sommerso da una valanga di richieste di orientamento e aiuto. Queste persone, che o non hanno simpatia per l’ideologia e lo stile di vita gay, o ne sono rimaste deluse, vengono zittite dall’establishment gay, vengono schernite se esprimono i loro desideri, e messe alla gogna se, poi, si azzardano a rendere nota la storia del loro cambiamento. Proprio perché l’offerta di aiuto costruttivo da parte della psichiatria e della psicologia è scarsa o nulla, è sorto – come una necessità – il movimento degli ex-gay. «Se tutto quello che ci sanno dire è che dobbiamo metterci a vivere da omosessuali, dobbiamo cercare di risolvere il problema da soli». È evidente che, chi più chi meno, i gruppi di auto-aiuto hanno un che di dilettantistico, ma in generale il movimento ex-gay è un fenomeno molto positivo, che dà speranza. Una spina nel fianco per il movimento gay, ma un grande sostegno per le persone coinvolte da questa problematica. Presenta molte analogie con l’AA, l’associazione degli alcolisti anonimi.
La dimensione morale della psiche
Quasi tutte le organizzazioni ex-gay hanno un fondamento cristiano. Secondo il movimento gay, esse insegnano alle persone a reprimere i propri sentimenti sovrapponendovi le norme morali cristiane.
Anche qui devo osservare che i gay capovolgono la realtà. Proprio loro insegnano a reprimere: a reprimere gli aspetti sani e normali che sono sempre presenti in persone con sentimenti omosessuali, come, per esempio, sentimenti eterosessuali che spesso si manifestano in forma attenuata, e a reprimere, in ogni caso, il buon senso, e la voce della coscienza. D’altra parte, alcuni gruppi di ex-gay o loro capi peccano, a mio avviso, di eccessivo carismatismo, e dovrebbero essere più realistici, perché, in fin dei conti, il processo di cambiamento è in gran parte un training da affrontare realisticamente, giorno per giorno; lo stesso vale, d’altra parte, per qualsiasi vittoria su deviazioni evolutive e nevrosi. Questo non basta, però, per affermare che tutto quello che fanno questi gruppi, ciascuno con il suo stile, sia inutile. Ci sono, peraltro, altri gruppi, nei confronti dei quali questa mia critica non è pertinente, o lo è di meno. Anche loro si servono delle conoscenze psicologiche sviluppate e approfondite negli ultimi decenni, proprio – si noti! – nel periodo in cui l’ambiente ufficiale si è reso sempre più repressivo nei confronti dei tentativi di cambiamento.
Tanto più che una profonda fede personale è già un fattore che dà orientamento alla vita interiore, aiuta a risanare i propri sentimenti e conferisce speranza, allegria e pace; tutte cose che spesso rendono molto più efficaci gli sforzi di autotrattamento. Questo spiega perché Spitzer ha potuto osservare che il fattore “religione” ha in sé evidenti virtù terapeutiche. Noti che Spitzer non è credente: è un ebreo libero pensatore ed ateo. Ma è un fatto che la psiche ha una dimensione spirituale e morale, che non può essere trascurata da una psicoterapia che voglia andare a fondo: si tratti di deviazioni sessuali, nevrosi, delinquenza o addirittura psicosi. L’odio nutrito dai gay ideologizzati contro l’autentico spirito cristiano è, in fin dei conti, un’avversione alla coscienza; nel fondo del loro animo si sentono accusati, perché – lo vogliano o no – la vita da omosessuale è un peso per la loro coscienza. Ecco il perché della veemenza con cui sentono il bisogno di giustificarsi, sia nei confronti del mondo esterno sia nei confronti di loro stessi.
Quanto alla repressione o alla cosiddetta “rimozione” di sentimenti omosessuali, bisogna fare una distinzione. “Rimuovere” significa negare di avere determinati sentimenti o motivazioni; cosa che, naturalmente, non è positiva. Ma imparare a controllare e (come io preferisco dire) contenere coscientemente tendenze e passioni immature, egocentriche e autodistruttive, è indispensabile per raggiungere la salute psichica e l’equilibrio emotivo. Per molti omosessuali il sesso è un’ossessione, e sono totalmente in balìa dei loro impulsi. Soffrono la massima privazione di libertà. È come per l’alcolismo: quanto più si impara a contenere gli impulsi non desiderati, tanto più libertà si conquista. Chi impara a contenersi conquista la vittoria. I cambiamenti comportamentali ed emotivi sono il risultato di un apprendimento. Apprendere qualcosa vuol dire smettere qualcos’altro. Ma anche qui l’obiezione dell’ideologia gay è scontata: figurati! Dire “No” alla propria venerata omosessualità? Non sia mai!
Il movimento gay presenta spesso la terapia come coercizione morale.
Come ho già detto, proprio i gay negano la libertà di scelta a chi non vuole pensare ed agire come loro. È come nel caso dell’aborto. Il movimento abortista nega – nonostante le sue dichiarazioni in contrario – libertà alla donna, con vari mezzi, tra i quali la privazione di informazioni veritiere. Il movimento omosessuale non rispetta il principio della libera scelta: agli enti pubblici della Sanità e ai professionisti abilitati deve essere interdetto, secondo loro, qualsiasi “trattamento” che non sia mirato alla “accettazione”, il che significa perversione in salsa sanitaria o psicologica. È vero che, ogni tanto, si sente dire da omosessuali militanti che loro il principio di libera scelta lo rispettano. Un esempio è Le Vay, il ricercatore che tempo fa riteneva di avere riscontrato nel cervello di alcuni uomini omosessuali una caratteristica distintiva. Quelli che la libertà di scelta in ogni caso la rispettano sono proprio il movimento ex-gay e gli orientatori e terapeuti. Chi tratta l’omosessualità sa che non si ottiene niente se il cliente non si rivolge a lui per sincera convinzione, e che un elemento essenziale di qualsiasi cambiamento decisivo è la libera volontà.
La terapia ha come scopo un cambiamento completo e radicale?
Questo è l’ideale, naturalmente! Ma, in pratica, no. Lo scopo immediato è lo “smontaggio” dell’emotività nevrotica ed omosessuale, con le abitudini annesse e connesse; insegnare al cliente come deve lottare con sé stesso e vivere in maniera più costruttiva. Una persona che sia anche solo “migliorata”, pure nei suoi interessi erotici, ha già conseguito una grande vittoria, perché non è sempre necessario, per parlare di “successo”, che il risultato sia perfetto. L’uno avanza più dell’altro. Bisogna, d’altra parte, tenere conto del fatto che anche il punto di partenza differisce da persona a persona, quanto a intensità della nevrosi o resistenza delle abitudini ad essa connesse, in fatto di comportamento, pensieri e sentimenti. È un po’ come per le affezioni reumatiche. Pure queste si presentano in forme più o meno gravi, ma tutti gli interventi, gli strumenti e le medicine che favoriscono il miglioramento del paziente sono benvenuti. Dire che “se non si può garantire un cambiamento perfetto, la terapia, l’orientamento o la formazione non servono a niente” è da miopi; è un’idiozia che, se consideriamo quant’è forte il bisogno che persone con sentimenti omosessuali hanno di un sano aiuto psichico e morale, e spesso di un duraturo sostegno, dobbiamo rigettare con decisione.
Come gruppo sociale di pressione, l’ideologia gay è potente. Riuscirà ad imporre la propria volontà, e a proibire i trattamenti?
Secondo questa ideologia bisogna arrivare ad una profonda “omosessualizzazione” della società, vale a dire a che si consideri normale il comportamento omosessuale e lo si promuova fin dall’infanzia. Ci sono già riusciti più di quanto la maggior parte della gente trent’anni fa avrebbe potuto immaginare. La maggioranza della popolazione non riesce ancora a comprendere quanto sia pericolosa l’ideologia gay. Molti pensano che, in fondo, non sarà questo gran disastro. È un’ingenuità paragonabile a chi negli anni Trenta del secolo scorso non si preoccupava delle teorie razziste che dominavano in Germania: “prima o poi – si pensava – le cose si sistemeranno”. L’ideologia gay è cieca e tiranna. Per di più viene portata avanti con estrema energia dalla “chiesa” laicista, e viene considerata come un ariete per aprire una breccia nel muro delle norme cosiddette tradizionali in materia di sessualità, di “ruoli” uomo-donna, e soprattutto di matrimonio e famiglia normale. È per questo che l’ideologia gay suona come un primo violino nell’orchestra dell’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) e nei diversi organismi dell’ONU e dell’UE. Questo consapevole accoppiamento di controllo demografico e promozione dell’omosessualità nei programmi dell’ONU e dell’UE presenta analogie ed affinità con analoghi programmi ideati dai nazisti. Questi studiavano come ridurre drasticamente la popolazione degli Slavi in Europa orientale, e vedevano nella normalizzazione dell’omosessualità un’arma psicologica atta a scalzare la morale sessuale tradizionale, portando così ad una riduzione delle nascite. Quanto più si normalizza l’omosessualità nella vita pubblica, tanto più si relativizza la morale sessuale. Pertanto, adesso non facciamoci illusioni: non è un fenomeno che sparirà presto da sé, ma una strategia mondiale, ben studiata e abbondantemente finanziata, attuata con forme più o meno sottili di coercizione. Esiste un pericolo reale che questa ideologia, dopo aver seminato incertezza e dubbio tra le masse, le indottrinerà e tirannizzerà sempre di più, a meno che non ci decidiamo a lanciare una reale controffensiva. Per fare questo bisogna abbandonare l’idea falsamente ottimista che il problema si limiti a quella minima percentuale di persone con sentimenti omosessuali, che bisogna lasciare che decidano per conto loro come si devono comportare nelle loro faccende private.
Un’avversione naturale
Riuscirà l’indottrinamento gay a cambiare il pensiero della gente su sessualità normale ed anormale?
È l’utopia che accarezzano i gay e l’élite intellettuale e politica prigioniera della stessa ideologia. Ma si illudono. Penso che vedremo svilupparsi due ordini di fenomeni – sempre che non ci decidiamo a svegliarci e a reagire energicamente. Da una parte l’ideologia gay estenderà e rafforzerà la sua tirannia su tutti i settori della vita sociale. Sarà l’omosessualizzazione della società. Per fare qualche esempio, sarà sempre più limitata la libertà di scrivere e parlare di omosessualità in un certo modo; sarà interdetta qualsiasi ricerca scientifica che non sia stata approvata da una qualche commissione gay; pubblicazioni e film saranno soggetti ad una censura gay; le chiese si guarderanno dal pronunciare parole di “disapprovazione” sul comportamento omosessuale; tutte le professioni e funzioni sociali saranno soggette al rilascio di un certificato di “buona” condotta, vale a dire di condotta pro-gay, o di una dichiarazione di adesione alla “ortodossia” gay; omosessuali praticanti verranno privilegiati in tutte le maniere possibili, molto al di là del livello della “pari opportunità”; sarà obbligatorio fare sì che i bambini già in tenera età abbiano familiarità con il comportamento omosessuale. Tutto ciò sotto il controllo inquisitorio di un’Autorità Giudiziaria “illuminata” e pro-gay. Sono tutte cose che già adesso si verificano: basta avere occhi per vedere. Possiamo stare sicuri che anche la pedofilia, alla fine, sarà “normalizzata” e propagata; in maniera ipocrita, con il bambino “consenziente” – naturalmente dopo che gli sarà stato lavato abbondantemente il cervello. I pedofili sono sempre stati un’ala influente e attiva del movimento gay, e, una volta che l’omosessualità, con la sfrenatezza e la promiscuità che le sono insiti, avrà raggiunto il giusto grado di istituzionalizzazione, non ci sarà più ragione di continuare a praticare la pedofilia in forma “clandestina” e di negarle la “parità di diritti”. Un piano folle? Certo! Ma chi può contare su potere, denaro, coercizione politica, indottrinamento e media servili, può arrivare molto lontano. Questa è una faccia della medaglia.
Dall’altro lato le masse non assimileranno mai completamente la concezione antinaturale che viene loro imposta. Andrà come con il comunismo. Molti, probabilmente i più, presteranno all’innaturale “religione” omosessuale un culto formale, dettatogli dalla paura, ma si finirà col crederci sempre di meno. Allora il comportamento sociale si farà sempre più schizofrenico: da una parte le persone si comporteranno e parleranno come il potere si aspetta da loro, dall’altra l’avversione naturale per l’omosessualità non farà che aumentare. Sono fenomeni che già adesso vediamo verificarsi sotto i nostri occhi, per esempio in Olanda e in Germania, dove, secondo le illusioni di “accettazione sociale” nutrite dai gay, dovresti aspettarti che l’indottrinamento – qui già in corso da decenni – abbia dato ormai i suoi “frutti”. Al contrario: adesso la stessa parola homo (“omosessuale”) è diventata un insulto tra i giovani olandesi. Non hanno più bisogno di ricorrere ai coloriti sinonimi tradizionali, equivalenti dell’italiano “checca” e “finocchio”. Quanto più lo Stato protegge il lifestyle gay, tanto più isolato si trova ad essere l’omosessuale nei suoi rapporti personali. Senza contare, poi, che la comunità islamica che cresce in Europa non accetterà mai l’indottrinamento gay, e lo considererà sempre un segno di decadenza dell’Occidente o del Cristianesimo. Se ne sono già accorti gli omosessuali attivi di Amsterdam, che pensavano di aver fatto di questa città la loro Mecca. Un’inchiesta piuttosto recente tra i giovani di Monaco di Baviera e dintorni ha dimostrato che il 70% di loro vede l’omosessualità come una cosa “non buona”. Non mancano, peraltro, inchieste manipolate, che possono dare l’impressione erronea che una gran parte del pubblico abbia già assunto un atteggiamento di accettazione nei confronti dell’omosessualità, ma, se le domande si pongono correttamente, si scopre che la maggioranza continua a considerarla anormale, e che, in realtà, quella che sembra accettazione è, invece, indifferenza o correttezza politica. I gruppi omosessuali che hanno ottenuto il permesso di propagare l’idea della loro normalità nelle scuole medie, hanno adottato negli ultimi tempi la tattica di mandare come loro rappresentanti giovani uomini omosessuali dall’aspetto virile e lesbiche dall’aspetto femminile, figure certamente non rappresentative della media degli omosessuali e delle lesbiche; hanno capito, infatti, che “checche” e “virago” ottengono soltanto l’effetto contrario a quello desiderato.
Non mi azzardo a dire in che modo raggiungerà il suo apogeo questa tirannia omosessuale che vediamo avanzare a grandi passi, ma sono sicuro che, prima o poi, finirà. Per la semplice ragione che è troppo anormale. È meglio, però, non aspettare con le mani in mano che si sgonfi da sé, perché, nel frattempo, il fanatismo degli ideologi avrà provocato tanta miseria psichica e un tale caos da farci sprofondare in uno stato di anarchia sessuale e sociale.
SCUSA IL RITARDO,MA VOLEVO INVIARTI QUESTO ARTICOLO CHE HO TROVATO IN RETE ,MI SONO SEMPRE DOMANDATO PERCHE' LE LOBBY VENGONO VISTE SOLO QUANDO FA COMODO A QUALCUNO.CIAO NESSIE.
Good post.
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