30 August 2006
Ma quella Consulta non si doveva fare
25 August 2006
Quando carità rima con illegalità
Un recente articolo dell'antropologa Ida Magli sul Giornale ripropone
il tema dell'identità a rischio d'estinzione del nostro Paese e
attacca la debolezza della Chiesa cattolica nei confronti
dell'islamismo. Gaspare Barbiellini Amidei sul Corriere riprende il
tema della Chiesa cattolica che in luogo di ergersi a paladina della
legalità indulge a gesti caritativi fuori dalla legge. Emanuele
Severino, cittadino bresciano e illustre e filosofo ha
dichiarato senza esistazione dopo il delitto del
sagrestano cingalese a nome Camillo sulla giovane Elena Lonati trovata strozzata e incaprettata col nastro adesivo:"Trovo incomprensibili certi atteggiamenti caritativi della Chiesa bresciana verso gli
stranieri. Encomiabili, ma forse non si rendono conto delle
conseguenze". "A Brescia io da anni non esco più dopo le otto di
sera". Spiacente, ma stavolta non concordo con Michele
Brambilla di "Libero" che svillaneggia inutilmente il filosofo
chiamandolo "strozzapreti". Non sono costretta a sposare in blocco, TUTTA
la filosofia di Severino, ma su questi punti ha ragione da vendere, e 4
omicidi in una stessa città in dodici giorni, offrono
molto materiale su cui riflettere. Bastava leggere l'indomani
dell'efferato delitto su Hina la ragazza pachistana, l'Osservatore
Romano per constatare i toni elusivi e velinari circa la questione islamica e
alla matrice ritual-religiosa dell'omicidio. E bastava ascoltare sul
TG le dichiarazioni del prete che ospitava il sagrestano cingalese per
vedere fino a che punto c' è disquilibrio tra lo slancio caritativo e
la rigorosa consapevolezza
della legge. Spiacente, ma la generosità
non esime dal rispetto delle leggi, ancora di più quando si appartiene
alla gerarchia di un'istituzione religiosa che si muove all'interno di
un Concordato stipulato tra Chiesa e Repubblica, e non è lecito
operare come se le leggi non esistessero, in nome dello spirito
d'assistenza. Il prete che ha ospitato il cingalese ha infatti
ostacolato le indagini coi suoi ritardi e silenzi.
Sono pertanto d'accordo con Ida Magli: in presenza di una religione
aggressiva e pervasiva come l'islam, la sensazione che si ha è la forte
sudditanza psicologica e la "dhimmitudine" di molti religiosi
cristiani, che al contrario dovrebbero essere preposti alla
salvaguardia della nostra
storia, cultura e identità.
Come si possono rivendicare le "radici
cristiane" nella Costituzione europea, se poi
nel concreto non si fa un bel nulla per salvaguardarle?
Forse che attuare la cosidetta
carità cristiana vuole dire dimenticare la
legalità dello stato laico?
Non è un mistero per nessuno che la Caritas
spesso chiude un occhio e
anche due, nei confronti dell'immigrazione
clandestina alla quale spesso dà protezione...
Sarà utile ricordare a questi "disobbedienti"
delle leggi, che anche il diritto laico nasce
dalle sacre tavole dei comandamenti. E che rispettando questo, si è
dalla parte del divino.
Se poi le leggi non sono perfette, ci si impegni sul piano civile per
renderle perfettibili, cari cattolici. Ma sempre all'interno del
territorio di Cesare.
19 August 2006
Romanimam e D'Alemallah: lontani dall'Atlantico
Ovvero il Romano "imanizzato" (che non vuole dire essere umanizzato) e
il D'Alema hezbollahto. Sul primo ci ha già abbondantemente ironizzato
il solito Cossiga sempre più in preda alla sindrome Externator su
Libero. Speriamo che lo scolapasta regga e che non cambi ancora idea.
Sul secondo invece, un famoso slogan di lassativo recitava: "basta la
parola". Per parafrasare, basta la fotografia. Non c'è niente di più
esplicito di una foto insieme a braccetto come due compari a un
funerale di un padrino mafioso per le vie di Beirut: lui il lìder
Maximo e grande Ulema diessino con Hussein Haji Hassan, esponente del
partito libanese dell'Hezbollah. Come dice la nota canzone di Yves
Montand "c'est si bon/ s'en aller par les rues/bras dessous, bras
dessus...".
E sempre sul Corriere detto deputato Hezbollah ha rilasciato
a Lorenzo Cremonesi un'intervista in ferragosto in perfetto stile
mediorientalese: e cioè che il disarmo del Partito di Dio, può essere
decretato e applicato solo dalle forze politiche libanesi e dal suo governo. Poi l'avvertimento mafioso:"Noi cerchiamo l'unità del nostro Paese, certo non l'anarchia". Che in mediorientalese vuole dire una
cosa semplice: "Stateve bbuoni a voi della Primavera dei Cedri, perché
non ci vuole niente a scatenare un'altra devastante guerra civile con
l'appoggio della Siria e dell'Iran, come quella degli anni '70-80".
Ma torniamo agli imam e ulema di casa nostra. E cioè Romano e Massimo.
Non è ancora chiaro che ci andremo a fare nel Libano del Sud. Peace-
keeping o peace-enforcing? Mantenimento o imposizione della pace? O
viceversa, un'altra versione dell'Unifil con elemetti azzurri e cannocchiali per osservare
e far finta di non vedere qualche camion pieno di armamenti hezbollah?
Una cosa è certa: non sarà una passeggiata, come dice l'ex ministro
della Difesa Martino e potremmo trovarci tra due fuochi. In queste ore Parisi tace e si defila.
Romanimam e D'Alemallah, hanno gettato la maschera: in questo momento mostrano
equivicinanza all'Hezbollah e lontananza verso Israele e gli USA. Costi
quel che costi l'Unione deve rimanere unita e non possono dispiacere
all'ala oltranzista di Diliberto e rifondarola.
E la Francia di Chirac e di Douste-Blazy? Disarmare l'Hezbollah? Non se ne parla nemmeno...
Così pure la Merkel in Germania. Io no, tu nemmeno, ma allora il lavoro
sporco e duro chi lo fa? Però, i primi, vorrebbero il commando della
missione: e allora stiamo freschi! Qualcuno parla pure di rinforzi di
partiti islamici ostili a Israele nel contingente: se è così, stiamo
ancora più freschi!
Israele ha già capito che aria tira e stanotte (ndr
18 agosto) sono ripresi i raid aerei nella valle del Bekaa: chi fa da
sé fa per tre.
La più bella trovata l'ha avuta Prodi in questi giorni, telefonando a
Teheran e a Damasco per coinvolgerli nelle trattative. Della serie,
chiamate Romano 3131. Di questo passo, c'è uno spazio negoziale anche
per Bin Laden e al Zawahiri.
Per ora l'opposizione ha dato il suo via
libera a questa pagliacciata tartufesca targata ONU, con qualche
illustre eccezione: Pera , Gustavo Selva e la Lega.
Speriamo che in seguito ci ripensino e che chiedano regole d'ingaggio chiare, catene di
comando e chiarimenti sui capitoli della fatidica risoluzione 1701. In caso di
furberie "antiisraeliane" è meglio dire un bel NO chiaro e tondo. Per
ora, quella decretata si è mostrata una tregua così esile da nascere già
morta. Tant'è vero che sono ripresi gli omicidi mirati di Hezbollah,
da parte di Israele.
Frattanto Romanimam si è pure reso disponibile per un
asse preferenziale con Chirac. Non sa più in che direzione pedalare...Una cosa è certa: so far away from USA.
15 August 2006
Dacia Maraini e il sale nella zucca
La Cicala di lusso (così la Fallaci chiamava Dacia Maraini) ha frinito
ancora. Un vacuo frinìo agostano (meglio, ferragostano) sul Corriere
nella sua rubrica dal titolo vagamente "nonsense ecologico":" il sale
sulla coda". Ovvero quello che i bambini mettono agli uccellini, senza
poterli acchiappare. E la Dacia lo ha fatto a proposito dello
sgozzamento della povera Hina, la ragazza pachistana uccisa dai suoi
genitori. il delitto della poveretta, è stato da lei equiparato al
delitto d'onore in auge da noi mezzo secolo fa nel Sud: è un po' poco.
A forza di fare la sessantottina a vita la Maraini ha dimenticato che
il '68 ha compiuto quasi 40 anni. Perciò quasi mezzo secolo fa. Ergo,
quando scrive chiedendosi: "E cosa dire del delitto d'onore, parte di
un codice che ha resistito nei secoli ed è stato eliminiato solo dopo
il '68 e il femminismo?", parla di circa 40 anni fa. E dunque ammette
implicitamente che i genitori della ragazza dalla gola squarciata hanno
un codice retrogrado di almeno 40 anni. Ma non basta. La ragazza è
stata uccisa come il regista olandese Theo van Gogh, da Mohamed Bouyeri
(magrebino d'origine, ma nato in Olanda) il quale non si pente nemmeno in
tribunale d'aver ucciso un "porco infedele" (parole sue). E' stata
uccisa come Daniel Pearl dai talebani, sgozzato davanti alle
telecamere. Come Nick Berg, Paul Marshall, come Antonio Amato il cuoco
italiano a Riad. Come tutti gli "infedeli" e "apostati" (kuffar e
munafiq) sgozzati dal GIA algerino durante la cruenta lotta tra laici e
fondamentalisti islamici. Come il recente pachistano ucciso a Roma
"perché non pregava bene".
Perciò, limitarsi a vedere il delitto di
Hina, la ragazza pachistana come parte integrante tra "il vecchio e il
nuovo", "l'uomo e la donna", come la lotta tra il maschio autocrate e
la femmina soggiogata, ignorando la "questione islamica" (o quantomeno il problema Islam-donne) che ne è alla
base, vuole dire, cara la mia Dacia, non solo non poter mettere il sale
sulla coda agli uccellini per catturarli (come è ovvio), ma non
possedere un briciolo di sale nella zucca. E queste sarebbero le
sapienti cicale della sinistra chic.
13 August 2006
I tagliagole sono già tra di noi...
...ma noi facciamo finta di niente. Ci pensa "il generale Agosto" a
mettere tutto a tacere. Tutti al mare, e intanto ne scoppiano di tutti
i colori. E i giornali relegano nei "normali fatti di cronaca" (e cioè
nelle pagine interne) quanto dovrebbe essere oggetto di riflessioni su
chi ci mettiamo in casa. Nel giro di poco tempo, due fattacci di
sangue: il primo avvenuto a Roma (sempre più Romanistan) dove un
pakistano che vive "regolarmente" da sei anni in Italia ha sgozzato un
suo connazionale 43enne "perché non pregava abbastanza" e "gli imam
sono come angeli" e non sono troppo rigidi , come invece affermava la
sua povera vittima, dapprima torturata e seviziata, poi sgozzata.
Il secondo delitto di sangue avvenuto nel bresciano con sgozzamento
rituale (dettaglio spesso viene omesso durante i notiziari nel timore che a
qualcuno constati l'amara verita sullo scontro di civiltà già tra di
noi) è toccato a una ragazza (pakistana anche questa) di anni 20
uccisa ferocemente per essersi innamorata di un cristiano bresciano.
La ragazza, poco propensa ad applicare alla sua vita le norme coraniche
e attratta dal modo di vivere occidentale, è stata punita con
l'applicazione della sharia. Ora si cercano i suoi genitori su cui
ricadono pesanti indizi.
Dunque questi sarebbero poi, secondo la nuova
legge del governo, eventuali cittadini italiani? E di cosa? per diritto
di sangue? Non più. Per diritto di suolo? Italiani d'elezione perché
come Goethe amano il nostro paese e ne imparano lingua, cultura, usanze
e tradizioni? O vogliono morire con l'epitaffio simile a quello di
Stendhal il quale fece scrivere sulla sua tomba, "Henri Beyle
"milanese" Visse, scrisse, amò"? O per meriti professionali?
Ma figuriamoci!
Questa è gente che
vuole vivere nell'extraterritorialità più tribale e ferina. Che applica la sharia. E ci vuole
una bella dose di cinismo reiterato a credere che diventino a tutti gli
effetti "cittadini d'Italia", solo perché si ha bisogno del loro voto!
09 August 2006
Le minacce di Ferrero (PRC) agli elettori del Nord
Dunque tra breve non potremo nemmeno più votare per chi vogliamo noi e si sta preparendo l'invasione islamo-sovietica anche al Nord. Ce lo ha detto fiuori dai denti il ministro Paolo Ferrero della cosiddetta "solidarietà sociale" di Rifondazione comunista: udite udite!
"Nelle provincie di Treviso, Bergamo e Brescia e in tutta la fascia pedemontana dove la presenza dei lavoratori migranti è molto forte e dove un partito espressamente xenofobo come la Lega raccoglie alti consensi, l'acquisizione del diritto al voto da parte degli immigrati modificherà la dialettica politica".
Cosa vuol dire tuttò ciò? Semplice: Nord stai in guardia perché abbiamo ottenuto lo ius soli e il diritto al voto da parte degli immigrati potrebbe creare pure partiti islamici che "ve la faranno pagare". A questi punti siamo arrivati. Se ne è perfino accorto Gian Antonio Stella sul Corriere, quotidiano confindustriale che sostiene il governo Prodi, il quale rimprovera Ferrero accusandolo di aperta intimidazioone. E Stella non è certo vicino alla destra. Razza padana, razza bovina, dunque. Da educare per amore o per forza!
Questi intenti "pedagogici" si legano perfettamente all'idea leninista di Stato-Padrone e dirigista, il quale crea l'uomo nuovo (o meglio, "la nuova umanità") trasferendo qua e là altri popoli alloctoni per "purificare" l'anima dei cosiddetti "autoctoni" ancora attaccati a qualcosa di rozzo e primitivo come il concetto di territorio e di cristianità.
Diffidiamo da chi accusa sempre gli altri di razzismo e xenofobia: spesso è una proiezione fantasmatica del loro razzismo e della loro intolleranza!
La sinistra attraverso il voto e la cittadinanza facile (l'eliminazione dello ius sanguinis) somiglia sempre più a quel marito che per far dispetto alla moglie, si taglia i cosiddetti...