Il cardinale D'Alema (cognome d' incerta provenienza, forse dall'arabo ulema, cioè sacerdote) non uscirà Papa. O almeno così auspichiamo, grazie al famoso adagio che si recita in Conclave sui troppo papabili che poi non diventano pontefici. Si va insistentemente ripetendo il suo nome in queste ore, ciò che potrebbe voler dire che il lìder Massimo, non sarà il Presidente di tutti gli Italiani. Perché dovrebbe essere lui l'Uomo del Colle, se quando è diventato segretario di partito, lo è diventato grazie a uno sgambetto a Occhetto e successivamente a Veltroni? Se quando è diventato Presidente del Consiglio lo è diventato grazie a un altro micidiale colpo basso a Prodi, e non a libere elezioni? E se promise fino all'ultimo l'incarico di commissario Ue a Emma Bonino, ma poi la stessa apprese dai giornali che detto incarico fu conferito a Mario Monti? Ad Emma non rimase che la fuga in Egitto, a imparare l'arabo. Dunque, troppi feriti e moribondi sul suo percorso per piacere a tutti! Perfino all'interno della sua stessa coalizione. E in politica ciò che è fatto è reso, senza fare prigionieri. Quel che resta oscuro sono i due giornalisti Feltri e Ferrara che in nome di non si sa bene quali machiavellismi si mettono a fare gli sponsor dalemiani dalle colonne dei loro giornali. Fare il tifo per D'Alema, tanto per fare un dispetto a Prodi, ci spiace, ma non è una buona causa né una buona idea!
Ma che i giornalisti (e vale anche per Ostellino che ora fa il supporter di D'Alema sul Corriere) imparassero a fare il loro mestiere senza contaminarsi con le oscure manovre di corridoio del trasformismo politico italiota, per Giove! Possibile che credono ancora alla loro influenza illimitata sui lettori, nell'era di Internet, dei blog, della controinformazione fai-da te? Ed è mai possibile che i voti di oltre il 50% di poveri fessi alla CdL, non suggeriscano loro un bel niente?
E cioè che il Nord produttivo e operoso non vota la CdL per mandare al Quirinale un Baffino qualunque, magari vestito da Marinaretto. Che Ciampi, pur con alcuni limiti, è stato un galantuomo in grado di venire accolto entusiasticamente coi tricolori sventolanti perfino nelle 7 Valli del Varesotto o su per la Valli Orobiche della Bergamasca, entrambi regni della Lega aspirante secessionista. Ma ve lo vedete, come scrive giustamente anche Aldo Cazzullo, lo stesso tripudio festante per D'Alema? "Punta diretto al potere e basta. Quasi con la disperazione di un naufrago. Certo, lo fanno un po' tutti. Come se il potere fosse il Viagra dell'anima", scrive Antonio Socci dalle colonne di Libero in contrasto al suo direttore (articolo:" Massimo al Colle? No, aspettiamo ancora le sue scuse" del 5 maggio). "C'è come una disperazione cupa in questa libidine di potere, in questo arrapamento senza politica e senza contenuti". Parole sante!
Troppe, al di là del discorso di Berlusconi sulla sua falce e martello scolpite nel cuore, le riflessioni sul passato che attendono di essere effettuate. Il Male non può essere dimenticato. E il comunismo, nonostante D'Alema non sia personalmente responsabile, ha provocato molto male, molto dolore e ingiustizie. Se proprio vuole passare alla storia faccia lui il passo e chieda scusa per gli errori e orrori commessi di un passato nemmeno troppo recente. Wojtyla che era un gigante, lo ha umilmente fatto a nome di tutta la Chiesa. Perché non potrebbe farlo lui che è personaggio di assai più modesta caratura?
Che parli dunque "sui danni orrendi che ha provocato un'ideologia che ateisticamente crede che il potere sia l'Eterno" scrive Socci. E lo scrive così bene che è perfino un peccato sintetizzarlo.
"Rifletta sul suo passato sempre rivendicato con orgoglio. Sul veleno dell'odio ideologico che continuano a far circolare nel popolo della sinistra (come si è visto il 25 aprile e il 1 maggio). Sul pericolo di una sinistra che controlla al contempo i Palazzi, le Camere, le piazze, cioè il potere e la maramaglia dell'odio e dell'intolleranza faziosa".
Sì, D'Alema faccia una coraggiosa disamina interiore di quel passato prossimo e magari anche più remoto che la Caduta del Muro ha impedito ai comunisti italiani di scandagliare appieno, nascondendosi dietro a nuovi simboli, loghi, mettendo un po' più di boscaglia verde dentro il rosso delle loro bandiere e facendo abili operazioni di maquillage, ma rimescolando abilmente gli stessi uomini d'apparato. Noi Italiani aspettiamo ancora il "comunista" o postcomunista coraggioso che ci dirà tutta la verità.
Per questo, nell'attesa, non vogliamo D'Alema, uomo di parte e di Partito, quale neo Presidente della nostra Repubblica italiana. Poiché sarebbe come pretendere che un abile centravanti si trasformasse in un arbitro imparziale. E molti di noi non possono crederci. Non vogliono credergli.
24 comments:
Sarebbe bastato un punto in piu' che Martin non avrebbe persa la cappa. Del resto l'obiettivo era proprio quello di creare un presidenzialismo di fatto, ma il Silvio ha mandato tutto a carte e quarantotto - come suole fare ormai da oltre diec'anni. Considerato che D'Alema e Violante sono proprio le menti che stanno dietro alla forzatura istituzionoale che a parere di chi scrive altro non sarebbe che un colpo di stato in piena regola, vorrei proprio vedere chimmai potrebbe sentirsi "garantito" da una candidatura simile. Aggiungiamo che nei numeri, tutti i partiti comunisti, ex tali o variamente ispirati al marxismo non raggiungono la quota di FI ed abbiamo chiaro il quadretto. Non e' che ci si deve tanto sforzare a trovare un candidato che non c'e': si deve tornare a votare di corsa. Quanto alla Stampa di destra, ormai e' intenta ad ascoltare la musica delle sfere e la nuda realta' non la vede proprio. Tanto vale leggere topolino.
La cosa che mi lascia più esterrefatta sono gli ammiccamenti di Ferrara e Feltri.
Non li capisco o forse si, loro guardano al male minore per Berlusconi. Ma con tutto il "rispetto e l'affetto" che ho per Silvio,il suo bene non è quello dell'Italia e non riesco ad ingoiare la pillola di D'Alema presidente perché considera Mediaset un patrimonio italiano (e quindi si spera contrasti i piani di guerra di Bertinotti) e perché é nemico di Prodi.
Personalmente credo che le sparate dei due giornalisti non abbiano dietro nessuna regia occulta. Ritengo che Berlusconi sia sincero quando afferma di non volere D'Alema come presidente. Ma ho già letto insinuazioni a proposito.
Il perché rifiuto categoricamente D'Alema é ben illustrato nell'articolo di Socci che hai citato, trovo indecente che la sinistra voglia imporcelo per i suoi giochi di poltrone e troverei imperdonabile un appoggio della destra.
Speriamo bene...ma soprattutto concordo con Pseudosauro bisognerebbe tornare di corsa alle urne, non solo perché questo governo non rappresenta i sentimenti e desideri di ben oltre la metà del paese , ma perché se andrà avanti consoliderà quella che ha tutta l'aria di essere una dittatura.
Perfetto Nessie, hai inquadrato la situazione in modo impeccabile.
Io non voglio entrare nel merito se la sinistra stia mettendo in atto una dittatura o un regime o magari una "democrazia malata", come dice il Silvio, anche se confesso che questo generale, isterico accaparramento di poltrone mi ha lasciato basito.
Dico solo questo: nella storia della Repubblica, non c'è mai stato un Presidente così chiaramente identificabile con un partito come sarebbe Massimo D'Alema. Gli inquilini del Quirinale non sempre sono stati imparziali, ma persino Scalfaro non era formalmente identificabile con una forza politica (anche se poi di fatto sappiamo tutti per chi tifava - e tifa - lo zio Oscar). Se il Presidente è l'uomo che comunque dovrebbe rappresentare tutti gli italiani, come può accedere a questa carica D'Alema, che non rappresenta nemmeno la metà del Paese?
Sono d'accordo con te Nessie e consiglio anche l'articolo di oggi sul Corriere di G. Della Loggia che fa tutta una laude al candidato, ma alla fine gli consiglia di ritirarsi dalla corsa.
Il fatto sta nel modus operandi dell'Unione che impone un candidato in una maniera che ricorda molto la criticatissima " dittatura della maggioranza".
Anche io sono assolutamente dell'idea che a queste misere condizioni si debbe in fretta toranre a votare prima che il Paese cominci a putrefarsi..
Quoto il Sauro per Topolino. Ma tornare a votare sarà impossibile. Certe cose o le si fanno a caldo, o passata la festa, gabbato il santo.
Mary, purtroppo sono convinta che tra le malattie dei giornalisti nostrani (anche di quelli che apprezziamo di più) ci sia la mania, tutta italiana e poco anglosassone, di volersi sentire dei politici occulti (copyright Fallaci). O quantomeno dei registi della politica. E che ciascuno dovrebbe fare bene il proprio ruolo evitando giochetti e giochini poco trasparenti di cui gli italiani ne hanno le cosiddette piene! Siro, non nominarmi Scalfaro, che passerà alla storia per essere stato un "madonnaro golpista" degno da Falange spagnola. E successivamente colluso coi girotondini, tanto per rimanere nella sua vocazione totalitaria.
LOntana, ho letto l'articolo di Galli della Loggia e pure ieri quello di Panebianco. Ma moralmente trovo superiore quello di Socci che da cattolico militante, ha fotografato bene "la questione morale" di cui i Ds sono totalmente carenti, pur atteggiandosene a garanti. Vi segnalo anche quello di Giordano Bruno Guerri che su Il Giornale, è sceso in campo in un'aperta crociata antidalemiana. Ciao a tutti!
Grazie Simo :-)
Se non vi dispiace affatto tenetevelo! Possibilmente nel Bottegone più oscuro possibile.
Se c'è una cosa che non sopporto sono quelli che mi vengono a proporre i "consigli per gli acquisti": questo sì, questo no; questo è da leggere, quest'altro è da scartare. Sono adulta e vaccinata e leggo e cito quel che mi pare e piace. Non sono una patita di Socci, ma in questo caso, mi sfagiuola, chiaro?
molto interessante l'analisi pubblicata nel tuo post.
Secondo te, d'alema non può essere il presidente della repubblica, non solo perchè è segretario di un partito e quindi di parte, ma perchè in italia la sinistra non ha ancora ripudiato il comunismo.
Come hai scritto, noi italiani aspettiamo ancora il "comunista" o postcomunista coraggioso che ci dirà tutta la verità.
E' proprio vero.
In italia però questo problema è irrisolvibile finche c'è la repubblica.
La repubblica italiana si fonda anche sulla matrice comunista e quindi ripudiare il comunismo significa anche far crollare la repubblica.
Insomma per avere una sinistra moderna, bisogna anche riscrivere la storia italiana ed una nuova costituzione.
Secondo me, l'idea monarchica è essenziale per ricostruire il paese.
caro Amico , parli con una repubblicana doc che più doc non potrebbe essere. Ma sulla riscrittura e riforma della Costituzione concordo con te.
Cara Nessie, articolo interessantissimo!
Condivido in pieno le parole di Socci.
Non dimentichiamoci che lo zar Massimo è un ex bombarolo e andava a scuola di politica con Curzi direttamente nell'ex URSS.
Con D'Alema alla Presidenza della Repubblica e Bertinotti alla seconda carica dello stato, considerate le condizioni in cui sembrerebbe abbiano vinto (?) saremmo sotto dittatura da parte della minoranza dei partiti comunisti.
Sì, Ineffabile, saremmo al Komintern. E questa destra che abbiamo votato, deve fare il possibile e l'impossibile per impedirlo. Altrimenti non meriterà più il ns. voto e sarà la fine del centrodestra stesso. Speriamo si sveglino: volere è potere. E noi vogliamo un Presidente di garanzia.
Evidentemente D'Alema non e' il nome che tutti si aspettavano per una carica mai cosi' importante come di questi tempi. La CdL resti compatta su Gianni Letta, e contraria a Max.
Non vorrei mai che la scelta di Napolitano da parte dell'Unione, fosse un mezzuccio di dozzina per costringere la CdL a fare i signorNo per poi far vedere che loro sono stati seri, democratici e super partes. A me puzza molto il fatto che si rifiutino di presentare una rosa di candidati e che giochino al "o mangi questa minestra o salti questa finestra". La CdL deve fare attenzione! D'Alema a mio avviso, è stato solo accantonato e messo in frigorifero, per prossime eventuali tornate. Al quarto tour bastano infatti 506 voti per eleggere un nuovo Presidente. E senza l'appoggio dell'opposizione. La politica, purtroppo, si può fare con i SI, ma anche con i NO.
D'Alema al massimo può essere l'Uomo Del Monte ( nota marca di passata di pomodoro, quindi rossa)
Il commento precedente era mio.
Ciao Eudora: che ci fa un marinaretto ai monti o ai Colli? :-).
Ciao Arm,
qua siamo alla Corrida-dilettanti allo sbaraglio! Beato te che hai ancora fiducia, perché io l'ho proprio persa in mezzo a tutti questi bischeri della CdL. La CdL ha chiesto una rosa di nomi all'Unione, offrendone una in proprio. Loro hanno risposto con un esemplare botanico più unico che raro: una rosa a un petalo solo: diessino! A questo punto che vuol dire? Che il convento loro passa quello e basta. Non importa che sia D'Alema o che sia Napolitano, purchè DS. E allora quando i giochi si fanno sporchi, la partita non s'ha da giocare. Voi non ci date la rosa di nomi, non non veniamo in aula a partecipare a questa macabra farsa dove alla fine si metterà in piedi la Troika di un Komintern con due sindacalisti (uno di centrosinistra e uno estremista) più un vecchio Apparatchick. E invece sono tutti lì, pronti a farsi trombare per la terza volta, visto che non c'è due senza 3. Lega inclusa che finge di pestare i piedi, ma poi si adegua. Ciao!
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