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14 November 2024

Musk, l'imbucato speciale al Toga Party

 


Nessuno vuole negare che Musk sia un miliardario il quale a breve avrà pure incarichi istituzionali importanti nel governo Trump, e  che non si tratti di un "cittadino qualunque". Nessuno vuole negare che Mr. X come lo chiamano, dato che ha trasformato l'uccellino azzurro di Twitter in un suo social con la sua lettera preferita, alla fine si sia espresso nei moduli di una piattaforma  che gli appartiene. Ma non è questo il punto. Non nego il piacere che mi ha prodotto il cataclisma  che ha causato con le sue affermazioni. E del resto, è un po'  vero il motto "il nemico del mio nemico è quasi mio amico". Diciamo che questo folletto un po' caratteriale rassomiglia molto agli intrusi delle commedie anglo-americane, quando si imbucano di soppiatto ai party senz'essere invitati, causando lo scompiglio. Chi non ricorda  il personaggio dell'attore indiano un po' picchiatello a nome Hrundi interpretato da  uno stralunato Peter Sellers che per sbaglio, si introduce in  una festa nella lussuosa villa di un produttore cinematografico a Hollywood, scatenando un incontenibile parapiglia che si conclude con un elefante nella piscina? 
Parlo di "Hollywood Party", la commedia-cult di Blake Edwards. Ma dato che intendo parlare anche  di toghe rosse e delle loro piccate dichiarazioni sulla sovranità giuridica e nazionale violata, il pensiero corre ad "Animal House", l'altro comicissimo film di John Landis col compianto John Belushi nella scena  del celebre Toga Party. Qui, la scena topica sulla danza scatenata di Belushi in toga romana con serto di alloro :

 https://www.youtube.com/watch?v=C7G1-IR2rrU


John Belushi in Animal House (scena del Toga Party)

Ma il toga-party a cura di Magistratura Democratica, associazione di togati che si definisce "indipendente" tenutosi in questi giorni,  non è stato altrettanto esilarante. Per cominciare, gli invitati erano tutte vecchie facce di comunisti stantii. Con buona pace per le rassicurazioni di qualche magistrata la quale garantisce che loro non impugnano né il libretto rosso di Mao né il Capitale di Marx, ma la costituzione. La "cinghia di trasmissione" di leninista memoria fra Magistratura, sindacato rosso e Partito "di classe", era più che mai visibile. Specie quando sono volati appelli - nemmeno troppo velati - alle rivolte di piazza da parte di Landini, lo stesso "difensore dei lavoratori" che si fece fotografare abbracciato a Draghi (entrambi con le mascherine), già immemore di aver autorizzato licenziamenti e sospensioni dal lavoro per chi non fosse stato vaccinato e quindi sprovveduto di green pass. Ecco dunque come si è rivolto in sala ai magistrati: “Vi chiedo in modo molto esplicito di essere parte come cittadini di questa battaglia per la democrazia e per il lavoro”.

I togati rossi (e le forze politiche che li sostengono, cioè il PD & cespugli) hanno sempre sostenuto che le leggi e i trattati europei devono avere la prevalenza sulle leggi italiane. E stanno spingendo presso la Corte europea perché si normalizzi quanto prima, questa cessione di sovranità. Con buona pace per il loro patriottismo fittizio e i neo-patrioti dell'ultima ora.  La faccenda dell'Albania sta a dimostrarlo: loro disapplicano i decreti nazionali per richiedere l'applicazione del "diritto comunitario", cioè europeo. Pertanto in realtà difendono il loro "internazionalismo" di matrice marxista-leninista e comunista, ed è perfettamente inutile in queste ore, stracciarsi le toghe in difesa di una sovranità che hanno mostrato di voler  liquidare. 

Elon Musk è stato un provvidenziale elefantino nella loro cristalleria, per questo viene osteggiato. E da qui che nasce anche il malcelato risentimento di Mattarella, capo supremo della Magistratura e il suo appello a non interferire. E' evidente che la nostra libertà e la nostra piena autodeterminazione non ce la regala nessuno, tanto meno i grandi magnati.  Questo, chi non lo capisce? 



Ma è altrettanto evidente che quando ci sono miliardari che inalberano la "bandiera rossa" (vedi De Benedetti, ex-tessera N. 1 del PD e Soros il quale paga e arma direttamente navi-Ong che sbarcano sulle nostre coste e pure i partitini "pro Europa"), allora, in questi casi, la Schlein & compari, se li fanno andare più che bene. L'importante per queste "false coscienze" (termine hegeliano) è accaparrarsi  il loro personale miliardario rosso - colui che può foraggiare la loro buona causa mondialista. 

Perciò, personalmente mi sento di dare il mio benvenuto all'intruso imbucato che ha osato fare il guastafeste nella Fabbrica delle Ipocrisie e delle Imposture ideologiche.  Augurando in cuor mio, che qualche politico "nostrano" oltre ad applaudirlo fino a spellarsi le mani, sappia usare la stessa franchezza e non la solita langue de bois in politichese che ci ha per davvero stancato. 

San Omobono

07 November 2024

Mai fidarsi dei "professionisti dell'informazione"




Ci risiamo. Dopo il primo mandato che vide le lacrime amare di Giovanna Botteri, allora inviata speciale della Rai, la quale a tutta prima  si sentiva già la vittoria di Hillary Clinton in tasca, ma poi a spoglio completato e vittoria di Trump, recriminava l'irrilevanza e l'ininfluenza dei "professionisti dell' informazione" qual è lei, ecco replicare la scena delle bugie "sul testa a testa", sulla vittoria di misura, sul filo di lana, quando non addirittura sulla netta vittoria di Kamala Harris già pregustata da uno che non ne ha mai azzeccata una: Paolo Mieli, stavolta ospite all'"Aria che tira" da Parenzo, quest'ultimo un gran cervellone, vero e proprio maitre-à- ne pas penser
 Anche i sondaggisti fanno parte di questa bella genia di maghi Merlini con tanto di palla di vetro che sonda soprattutto i loro desiderata. Hanno lavorato tutti copiandosi l'un l'altro, i guru internazionali delle proiezioni,  optando per una sorta di pareggio, tanto per non sentirsi superare l'un l'altro.  Domani sera mi offrono una pizza circa la scommessa fatta con amici, secondo cui avrebbe rivinto Trump. Non possiedo doti divinatorie e non  ci voleva poi molto a vincerla. In fondo, basta solo affermare il contrario di quanto affermano i canali ufficiali e i giornaloni stranieri ed italiani. Lo abbiamo ben visto ai tempi della Brexit dove fino all'ultimo, per la vulgata mediatica, gli inglesi erano ansiosi di rimanere in Ue. Lo abbiamo rivisto durante la pandemenza dove non hanno fatto che terrorizzarci col virus esaltando il salvifico e taumaturgico siero, il quale ci avrebbe immunizzato a vita. Perciò dovremmo, per questo, essere già  smaliziati, ma tant'è.... C'è chi si stupisce ancora di come vadano le cose. 

E  così, dopo aver speso 2, 7 miliardi di euro (tradurre in dollari) per quella trasferta hollywoodiana di celebrità del cinema, della musica, del rock, del pop, del rap e  di chi più ne ha più ne metta,  tutti volonterosi testimonial della sconfitta (i Vip non spostano voti), è stata Kamala stessa a silenziare la sarabanda quando stavano perdendo alla grande. Le campagne elettorali americane non mi piacciono, quali che siano le forze in campo, sempre con toni e scenografie circensi. Mi sembrano dei rodei di vaccari e di rancheros in libera uscita. 
La realizzazione delle promesse elettorali si vedranno durante il mandato presidenziale che, per loro fortuna,  a differenza del nostro dinastico mandato quirinalizio, dura solo 4 anni. Non voglio nascondermi dietro un'ipocrita terzietà. E' evidente che se avesse vinto un personaggio pompato dai media come la Harris, del tutto irrilevante come vice durante il mandato di Biden e spinta in  avanti "in quanto donna" e in in quanto "di colore", mi sarebbe risultato sgradevole e che sul piano personale Trump mi risulti più simpatico. "Poiché la Harris era una candidata così grossolanamente incompetente e totalmente priva di credibilità, gli sforzi dei media per proteggerla sono stati erculei" ( fonte: Zero Hedge). 
E ' pure possibile per noi che la vittoria di Trump, il quale ha ottenuto più seggi al Senato, alla Camera, rispetto alle elezioni passate,  mentre i Repubblicani controllano pure la Corte Suprema, rappresenti un buon segno. Quanto, però a voler credere che possa rappresentare un trionfo sul cosiddetto "deep state", mi pare una colossale ingenuità.

Faccio qualche previsione? Trump potrebbe fare qualcosa per frenare il conflitto russo-ucraino, ma da come si vede in queste ore esultare Netanyahu che è stato tra i primi a congratularsi, suppongo che gli lascerà le mani libere sul fronte del Medio Oriente e pure Iran. L'ingresso di Robert Kennedy jr.  nel suo governo potrebbe mettere un freno alle grandi lobby  farmaceutiche vacciniste e ai loro tracotanti obblighi sanitari, specie sui bambini.  

Frattanto ci sono mosche cocchiere di sinistra che si strappano i capelli come se le elezioni le riguardassero da vicino. Qualcuno nato a Ostia mette sul balcone la scritta. "Trump non è il mio presidente".   Capirai che  sfoggio di sovranismo! E che indipendenza di pensiero! 
La cosa più  triste dei sinistri, è che non imparano mai niente da tutte le tranvate in faccia che prendono. Non hanno né vogliono avere, il polso dell'elettorato. Nemmeno del loro. 
La mostrificazione del personaggio Trump è la solita reductio ad Benitum, già iniziata durante le lezioni del 2016; ma  ora si replica con toni ancora più accesi e  roboanti. Qualcun altro (il "fattarolo" Luca Sommi) si spinge ad accostarlo al Ku-Klux-Klan. Deve aver visto qualche lenzuolo di Halloween di troppo.



Ma ecco spuntare anche mosche cocchiere di destra, ansiose di saltare sul carro del vincitore. Salvini che gira con vistose cravatte rosse (rosso è il colore dei Rep). Meloni che dopo i bacetti in testa di Sleepy Joe e le passeggiatine manin-manetta insieme a lui, è già pronta a risvoltare la casacca e a ritagliarsi un ruolo di interlocutrice privilegiata di Trump presso la Ue, in nome delle "affinità elettive" repubblicane. Tra pochi giorni si spegneranno gli echi di una campagna elettorale anche troppo chiassosa e allora la parola passerà a ciò che verrà fatto o non fatto, per davvero. Quattro anni passano in fretta, ma non dimentichiamo che l'Italia è   pur sempre situata alla periferia dell'Impero a stelle e strisce. 

San Ercolano da Perugia

02 November 2024

L'intimo legame tra i vivi e i morti




In un tempo infinitamente lontano, il dialogo trai vivi e i morti era cosa ricorrente. Ce ne dà testimonianza Omero nell'Odissea nell'incontro tra Ulisse e i cari estinti nella sua discesa all'Ade, pagina toccante del poema omerico dove incontra la madre, ombra nel Regno delle Ombre. Oggi invece la solennità e commemorazione dei defunti viene semplicemente battezzata col nome generico de "il ponte di Ognissanti", un'occasione per fare viaggi, spostamenti con annessi divertimenti. Ho già trattato in altri post come "Se il riposo non è più eterno" anche il tema della cremazione, consuetudine diffusa negli Usa, che possiamo annoverare una società "mercuriale" e nomade (vedi il saggio "Il secolo ebraico" di Yuri Slezkine), a differenza di quella italiana che è stata a lungo una società stanziale, quindi sempre secondo le categorie di Slezkine "apollinea". Nelle società stanziali l 'estinto fa parte, a buon diritto, del paesaggio dei vivi e, sebbene mediante editto napoleonico i cimiteri fossero stati spostati in aree fuori città, chiunque può raggiungere i luoghi di sepoltura. Ma con la cremazione, ormai accettata anche dalla chiesa cattolica (ma non da quella Ortodossa) si arriva ai paradossi dell'urna cineraria in casa sottraendo il caro estinto al rituale passaggio di amici e parenti, davanti alle sue spoglie. La morte viene così sottratta alla sfera sociale. A proposito di vivi e di morti, come non ricordare le tombe etrusche con affreschi rappresentanti scene di caccia, di vendemmia, di agricoltura a Cerveteri e a Tarquinia, segno tangibile di quanto vita e morte fossero intimamente collegati in uno stesso rassicurante ciclo? 
 Anche la letteratura si è occupata dei morti nel carme di  Ugo Foscolo "I sepolcri" allorché, mediante editto napoleonico del 1804 di Saint Cloud, venne imposto che i cimiteri fossero ubicati oltre le mura della città e le lapidi, fossero tutte uguali e prive di decorazioni. Nella modernità, i  cimiteri di piccoli villaggi americani come Lewistown e Petersburg nell'Illinois ispirarono "L'antologia di Spoon River", di Edgar Lee Masters raccolta di poesie-epitaffio nella quale ogni morto racconta un po' della sua vita personale con assoluta sincerità, poiché non ha più nulla da temere dal giudizio altrui. 
"Il cimitero marino" è un altro poemetto di Paul Valéry nel quale il poeta, nativo di Sète in Languedoc, descrive un piccolo cimitero, posto in vicinanza del mare, dove le candide lapidi, risplendono fra i cipressi sotto la luce abbacinante del sole che ricava incanti dalla vicina superficie del mare. Alla descrizione visiva, il poeta intercala riflessioni e pensieri sulla vita e sulla morte.  

La "pandemia" impostaci coi metodi brutali che ben sappiamo, ha fatto scempio di questo intimo indissolubile legame tra i vivi e i morti, gettando nella disperazione le famiglie bandite dai capezzali degli ospedali, col rimorso di non poter porgere un ultimo abbraccio, una carezza ai loro cari. Durante la cosiddetta "emergenza" si sbarazzarono dei loro corpi mediante sommarie cremazioni collettive che hanno impedito di fatto le autopsie e le vere ricerche sanitarie, Non bastasse ciò, in molti casi, non sono nemmeno state garantite vere onoranze funebri in grado di dare dignità e conforto a questo doloroso evento, arrivando a  imporre funzioni con numero chiuso e volti coperti da maschera. 
Ma torno alla tradizione italiana dei grandi cimiteri monumentali dove vi si trovano autentiche opere d'arte come nel cimitero di Milano,  opere di valore artistico come edicole funerarie, sculture, statue di grande pregio,  un vero e proprio museo a cielo aperto. Lo stesso dicasi per quello di Staglieno a Genova, per Verona e per varie altre città italiane. Con buona pace per i furori rivoluzionari francesi che in nome dell'"uguaglianza" volevano lapidi tutte uguali.
Ma io prediligo i piccoli cimiteri marini della mia Liguria affacciati su falesie a picco sul mare o incastrati su pianori rocciosi, tra i profumi di erbe selvatiche. In quello di Manarola (una delle 5 Terre) costruito in stile neoclassico c'è, all'ingresso,  un verso di Cardarelli con grandi caratteri: 

O aperti ai venti e all'onde
Liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.




Sono rimasta colpita dalla tomba del grande alpinista Walter Bonatti nel piccolo cimitero di Porto Venere (nella foto in alto). A tutta prima, credetti che le piogge frequenti vi avessero trascinato cumuli di detriti. In realtà,  erano pietruzze delle montagne, ramponi, piccoli moschettoni, pezzetti di corde e una piccola piccozza appesa alla Croce. Gli alpinisti e rocciatori scendono dai monti al mare rendendo omaggio a un grande delle vette. In più, poco distante esiste il monte Muzzerone, con una parete  a picco sul mare, già palestra dei rocciatori del corpo speciale Comsubin nel vicino Varignano, parete che Bonatti scalò varie volte, quasi per diletto.  Una testimonianza tangibile che i morti esistono grazie alla  memoria dei vivi, i quali col loro transito terrestre, li ricordano e li onorano.  Ma in questo caso,  anche un trait-d'union paesaggistico ideale tra monti e mari. 

2 novembre - Commemorazione dei Defunti

30 October 2024

Cyber-insicurezza e portafogli digitali

 


Confesso che mi sento spossata e perfino sfiduciata sull'ennesima iniquità propinataci dalla Ue, accolta da questo governo che non ha il coraggio di differenziarsi da quanto avrebbero fatto gli avversari-avversati comunisti. Oltretutto su questo blog ne parlò la sottoscritta - devo dire nell'indifferenza generale - già il 28 dicembre del 2023 in questo post. Capisco che alla vigilia di un Capodanno nessuno abbia voglia di intristirsi, ma il portadocumenti virtuale e digitale, purtroppo è una novità che pochi hanno voglia di approfondire, ma che incombe. La fregatura sta già nella parola inglese: WALLET ovvero portafoglio, portadocumenti....Digitale, naturalmente. Una prigione digitale ancora peggiore del green pass, in quanto più onnicomprensiva, vendutaci dai media come un passo verso la "semplificazione". Non sono l'unica ad averne parlato in rete. Lo ha fatto Blondet, l'ing Negri e Martina Pastorelli, in un memorabile video che ho già postato varie volte e fatto passare ad amici.

Il 23 ottobre scorso lo hanno sperimentato su 50 persone, non so se consenzienti o scelti a random. Tutti zitti e mosca!
Il calendario dei prossimi test di  questo Wallet è già stato definito:

- Il 6 novembre verrà aperto a 250.000 cittadini
-  Il 30 novembre sarà aperto a 1.000.000 di cittadini
 - Il 4 dicembre verrà aperto a tutti gli utenti che hanno l’app IO.
Con queste "finestre di Overton" progressive ci sospingono verso il comunismo alla cinese e al suo sistema totalitario del credito sociale. 
Ricordo che il  23 ottobre,  è pressappoco la stessa data nella quale fu instaurato quel green pass per chi doveva recarsi al lavoro, pena la sospensione da ogni attività per chi ne fosse stato sprovvisto. Sul web, infinite raccomandazioni a non scaricare l'app IO e a come disinstallarla nel caso foste il "prescelto". 
Abbiamo lottato tanto contro il "marchio verde" sanitario, e ora se verrà normalizzato questo portafoglio digitale, saremmo giunti alla "trappola finale". 



 Martina Pastorelli  nel video di cui sopra,  ci parla di come prenda corpo il progetto di trasformare i cittadini in utenti da sorvegliare e da qui a prigionieri il passo è breve. Con il progetto di trasformare gli stati non più sovrani,  in entità smaterializzate in stile "piattaforma". E il progetto  successivo dell'euro digitale va in questa direzione.  Ma è mai possibile che non ci lascino più  vivere in pace e che dobbiamo preoccuparci se hanno infiltrato abusivamente e a nostra insaputa un'APP che si chiama IO come il verso del somaro? Sono già al lavoro gli sbufalatori di regime che lanciano gli allerta dei nuovi pericolosi "NO Smart" per coloro i quali rifiutano questo nuovo abuso. Nessuno vuole rifiutare le comodità e il progresso. Si tratta semplicemente di non voler cedere ai ricatti e alle coercizioni che fanno parte del pacchetto. 

Scrivono pure, per consolarci, che l'Italia sarebbe la prima a sperimentare le meraviglie di questa digitalizzazione. Sì, ma chi è tanto stolto da essersi fatto avanti?  Se è così preferisco i  faldoni cartacei che arrivano fino al soffitto.

Frattanto,  per la cronaca fioccano inchieste su spionaggio informatico in grande stile e compra-vendita di dati che oramai sono più preziosi dell'oro e del petrolio. Il nostro sistema di cyber-sicurezza fa acqua da tutte le parti ed è dimostrato che ex poliziotti della squadra mobile di Milano (Carmine Gallo), ex uomini della Guardia di Finanza e alti manager della Bocconi (mi riferisco a Enrico Pazzali), possono reclutare eserciti di hacker per spiare e trafugare dati da 800.000 persone. Per conto di chi? sarebbe interessante saperlo. Ed è evidente che costoro non lavorano per l'Italia, ma per servizi segreti di  potentati stranieri interessati a distruggerla. Ecco, in  tutto questo quadro assai poco rassicurante, vorrei chiedere agli uomini e donne di questo governo se hanno il coraggio di procedere ancora con il calendario delle "riforme" digitali basati sulla "semplificazione" . Ovvero, offrire le nostre vite in un portafoglio-dossier che rischia di diventare un comodo dossieraggio on line permanente e ricattatorio di dati preziosi come il petrolio,  con buona pace per la privacy. Ovviamente il rischio non è solo questo. Il peggiore di tutti i rischi è la trappola-Matrix in atto che ci trasforma da uomini in topi, come nel romanzo di Steinbeck.

PS: Imperdibile video animato passatomi da Giovanni sul decadimento dell'Umanità: 

 https://www.youtube.com/watch?v=ccQPgb_eilc 

Senza santi né in Cielo né in Terra

22 October 2024

La guerra dei 30 anni tra magistratura e politica

 


A che punto è la notte italiana? Al punto in cui la Magistratura in neanche un annetto è riuscita nei suoi intenti destabilizzanti: imbastire un processo contro l'ex ministro dell'Interno per l'affare Open Arms (sic: Braccia Aperte), la nave ong che "bighellonava" per il Mediterraneo, la quale avrebbe potuto attraccare ovunque, ma si era fissata su quell'unico porto considerato "sicuro": l'Italia. Sono previsti, come è noto, sei anni di reclusione per Salvini. In seconda battuta c'è un presidente della Regione Liguria (Giovanni Toti) che può piacere o meno, ma che è stato spiato per 5 anni con intercettazioni e "cimici" d'ogni tipo, accusato di corruzione per fondi illeciti, messo agli arresti domiciliari e costretto con manifestazioni a dir poco sediziose sotto il Palazzo della Regione (non poteva difendersi né reagire), a dimettersi. La consultazione elettorale prevista per il 27 e 28 di questo mese, potrebbe far vincere quella sinistra che non ha nessun pudore di andare al potere in modo sleale mediante intrighi e inganni. La terza mossa "magistrale" è la questione di quell'esternalizzazione migratoria in Albania, grazie ai patti tra Meloni e Rama, il primo ministro albanese. La faccenda è ormai nota.

Il provvedimento di trattenimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso: fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall’Egitto) trasportati in Albania dalla nave Libra della Marina Militare italiana e rinchiusi all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, località albanese. Bene, una magistrata a nome Silvia Albano, è riuscita nell'intento di bloccare il decreto sollevando questioni di "costituzionalità" europea nonché questioni di sicurezza, relativa ai paesi di provenienza dei richiedenti asilo : Egitto e Bangladesh. Va detto che tutti in Ue respingono migranti in modo anche duro e draconiano (lo fa Macron con la Gendarmeria di stato a Ventimiglia e  a Bardonecchia; lo fa Scholz che ha rimpatriati clandestini nientemeno che nell'Afghanistan dei Talebani). Lo fa pure la Svezia rimpatriando i richiedenti asilo in Iraq. Tutti paesi "sicuri"?
Ma Italia delenda est, pertanto deve starsene con le mani legate . Questo è un provvedimento che entra anche a gamba tesa nell'ambito della  diplomazia di uno stato con altri stati, dato che si arroga il diritto di stabilire quale stato di provenienza del cosiddetto "migrante" sia "sicuro" e quale no. Infine c'è stata la questione esplosiva dell'email di un giudice della Cassazione a nome Patarnello,  sulla Meloni che non sarebbe ricattabile e pertanto sarebbe anche più pericolosa di Berlusconi.  Qui il testo integrale della mail:

Si tratta di una palese ammissione nella quale non soltanto traspare l'obiettivo di vanificare la lotta contro l'immigrazione, ma anche quello di fermare ogni possibile tentativo di riforma della giustizia.
Questi gli ultimi fatti, ma come è naturale, tre spanne di ghiaccio non si formano in una notte sola, dato che la guerra punica tra Magistratura e Politica è quasi trentennale e molti italiani, nel frattempo ci hanno fatto i capelli bianchi. Nel mentre, la Magistratura in questi anni si è imbarbarita in un guazzabuglio di correnti, la più prepotente e arrogante delle quali è Magistratura Democratica (l'aggettivo non colga in inganno, si chiamava così anche la DDR) con al suo interno, punte di estrema sinistra. Esistono correnti di MD che sono legate alle Ong e la figura del magistrato-attivista in materia di "accoglienza" e ong  non è certo un' iperbole. MD, del resto, non ha mai fatto mistero di avere nel suo statuto l'obiettivo di interpretare le leggi per modellare la società e il diritto, secondo la propria ideologia. 

Vengo all'annosa parabola di Mani Pulite, quella nella quale una casta di magistrati fece piazza pulita della politica e dei suoi partiti con l'eccezione di uno (il PC- Pds oggi Pd).
Quanto c’entrano gli americani con l’operazione Mani Pulite? “Mani Pulite”, giova ricordarlo, è la traduzione pura e semplice di “Clean Hands”, nome di un’operazione americana da lungo tempo attiva per combattere criminalità e malaffare. Qualche "malpensante" l' ha messa in concomitanza con la crociera del Britannia del 2 giugno 1992 e non è un caso che è anche la data da cui prese avvio la sua "rivoluzione".
Se qualcuno si illude (o si è illuso) che questo furore da smantellamento di buona parte della nostra industria fosse dovuto solo a puri e semplici intenti moralizzatori giudiziari, sbaglia. Si doveva lavorare, dopo la Caduta del Muro, quanto prima, a un cambio di guardia: quell'ingresso di holding private straniere nel nostro tessuto economico. Certo, sarà stata - la nostra -  industria decotta e di stato, sgangherata finché si vuole, ma ancora italiana.
Dopo di allora, si è visto in che direzione stiamo andando: perdita progressiva di posti di lavoro, assoggettamento dell'industria a gruppi finanziari stranieri, aziende a scatole cinesi (le cosiddette bad company), orde di immigrazioni selvagge fatte entrare con lo scopo di tenere bassi i salari degli autoctoni, sempre ricattati, se non addirittura scalzati dall' "esercito di riserva" proveniente dai 4 angoli del mondo, e pronto a sottostare a quei salari da fame che avevamo dimenticato, grazie a un minimo di conquiste civili; ricatti morali e minacce perpetue di "razzismo" per chi si ribella a questo stato di cose, guerre tra i poveri autoctoni e neo-poveri allogeni, e via verso il precipizio.

Mani Pulite è stato il classico pied de biche per scardinare l'apparato politico e industriale e creare il vuoto in questione. Da cosa e da chi esso sia stato riempito lo si constata abbastanza chiaramente, sebbene il processo di occupazione continui con la pressoché totale complicità della classe politica. 
E a proposito di classe politica, mi corre altresì l'obbligo di ricordare che fu in quel periodo di furori giustizialisti, che si mostrò pavida e incapace di difendersi, votando contro l'immunità parlamentare, mostrandosi inetta nel mettere mano a una seria riforma della giustizia. Pusillanime e restia nell'essere solidale coi colleghi colpiti dalla ghigliottina giudiziaria in atto.  In buona sostanza, votò per accelerare la sua stessa  fineE oggi ne paghiamo ancora tutte le conseguenze.

San Donato