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29 March 2013

Buona Pasqua





Pasqua

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand'ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.

Guido Gozzano




Cari amici, 
stacco per qualche giorno, per una tregua pasquale. Confesso di aver bisogno di quest'utile forma di igiene mentale, poiché è vero che con Internet il mondo ci viene in casa, ma è altrettanto vero che su questo mondo storto con  le sue molteplici sventure non abbiamo modo di incidervi più di tanto. E questo, alla lunga  logora e ci fa perdere il buonumore.  E' una strana primavera fredda, piovosa e grigia, come se anche il tempo concorresse a sottrarci quanto può darci un po' di  vero conforto: la natura che si rigenera. E tuttavia è bene staccare la spina dall'infernale pc e riconquistare la gioia dei rapporti veri  con i nostri cari. Alle 11 sapremo se avremo un governo, se sarà una formula "governo del Presidente" (con qualche figura cosiddetta "di prestigio"), "governo di scopo", "governissimo" o altra alchimia. Ma io sono sinceramente stufa di tenere il filo diretto sempre in connessione con questo tragico siparietto, poiché quale che sia il risultato che salterà fuori, non potrà essere soddisfacente, dati i presupposti che abbiamo già analizzato nel dettaglio. 
Ringrazio tutti voi per la grande partecipazione e per i vari spunti di riflessione offertimi. Il blog resta chiuso fino a mercoledi 3 aprile.
 Un sereno augurio di Buona Pasqua a voi tutti  e che il nostro Paese possa risorgere. A presto.  

25 March 2013

I nostri Marò nelle mani delle canaglie




Nastro giallo nelle caserme della MM. Era stato deposto, ma ora è di nuovo il caso di rimetterlo. Dovrebbero rimetterlo in ogni angolo di strada. E scrivere dappertutto a caratteri cubitali che siamo nelle mani di inetti incapaci e criminali, quelli che hanno messo nei guai i nostri marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Parlo del peggior governo della storia del nostro Paese: il governo Monti. E del peggior ministro degli Esteri mai comparso sulla superficie terrestre: quel Terzi Santaqualcosa che ormai chiamano il ministro conto Terzi, dato che non è per  difendere gli interessi del Paese che si muoveSì perché anche se tecnicamente parlando trattasi di un governo già "dimissionario" questo ottuso, viscido e spregevole essere dovrebbe avere il pudore di sparire dalla crosta terrestre. E piantarla di prendere per i fondelli gli Italiani nelle sue interviste cariche di menzogne. Martedi questi esseri nauseanti (lui e il Ministro della Difesa) dovranno riferire in Parlamento. Ovviamente avranno la faccia tosta di dire che "non si poteva fare diversamente". 
BOICOTTA I PRODOTTI MADE IN INDIA
Settimana di passione (nel senso del "patire")  di ansia e di angoscia per i familiari dei marò,  i quali  non sanno se siano più rettili, i cobra dell'India, il governo indiano e tutte le bugie che ha finora raccontato per estorcerci quattrini con la loro trappola micidiale nella quale hanno attirato questi due poveretti,  o gli "alieni" del governo tecnico che oltre ad aver dissanguato gli Italiani nell'annus horrobilis 2012, ora, non soddisfatti,  rubano onore, rispetto, credibilità, dignità  perfino alla parte più pulita della loro società: le Forze Armate. Si può capire il risentimento dei familiari, degli stessi Marò ridicolizzati con questo balletto  indecente del dàmmiti- prendimi-curuccucù, Senza contare, le recenti  umilianti vicissitudini della solita magistratura (minuscolo voluto) che li ha indagati per violata consegna. Un'onta nell'onta. Non ci resta che organizzare un boicottaggio dei prodotti Made  in India fino a che i nostri marò non saranno riconsegnati.



Spuntano, intanto anonimi parlanti alla Farnesina, ripresi da Repubblica:
"Terzi voleva fare della questione dei marò la sua medaglia per entrare in politica, arrivando a chiedere di cancellare qualsiasi presenza mediatica per i due sottosegretari (ndr: Marta Dassù e Staffan de Mistura), dice un diplomatico che lavora alla Farnesina". 
Di grazia,  e chi sarebbe questo "diplomatico" della Farnesina che vuole rimanere anonimo? La Repubblica se sa, farebbe bene a parlare. Che razza di giornalismo  è mai questo?!? Ma dico: siete capaci solo di raccogliere "voci" dalle portinerie? Non si scherza sulla vita degli altri, visto che in India hanno detto chiaro e tondo che la pena di morte non è esclusa. "Un esempio (è sempre l'anonimo diplomatico che parla a Repubblica) : a radio nazionale Terzi ha fatto chiedere di non invitare più Dassù e de Mistura in trasmissione, altrimenti lui non avrebbe garantito più interviste. Ma il vero problema è che negli ultimi mesi sull'India De Mistura era stato estromesso da ogni decisione, perché visto come un rivale pericoloso dal punto di vista mediatico e anche politico".

Dunque, ora vi sarete resi conti che c'è di mezzo uno squallido personaggio  in cerca di nuovi incarichi (il ministro conto Terzi, per il quale, la cadrega uber alles). Due aspiranti sottosegretari ansiosi di affermare il loro "ruolo di mediazione" (Staffan de Misturanobile aristocratico con ben 36 anni di esperienza per segreterie ONU e Marta Dassù, ex  Direttore generale delle attività internazionali di Aspen Institute). Non è che la posta in gioco dei poveri Marò sia quella di far mettere in piedi l'ennesimo ambaradan di Tribunale Internazionale chiamato a giudicare quello che ormai è diventato  un autentico intrigo internazionale senza fine? 
E' deprimente constatare che siamo nelle mani di farabutti senza scrupoli, senza cuore e senza cervello e che i loro scopi e sovrascopi passano sulla pelle dei due  fucilieri. 


"Grande, ora, lo sgomento nelle forze armate. Giunge voce di fermento nelle accademie: c’è chi pensa a misure forti di protesta. Conferma il maresciallo Antonello Ciavarelli, del Cocer Marina: «I colleghi sono in forte agitazione e disagio non solo sulle navi e nelle basi, ma anche negli istituti di formazione». 

A questi sentimenti di rabbia ha dato voce il Cocer Marina: «Con che serenità possono continuare a fare il loro dovere, con sacrificio, avendo constatato che le quotidiane azioni, che impongono l’assunzione diretta di rischi e responsabilità, non troveranno una adeguata tutela da parte della propria Nazione?». (fonte La Stampa).


Solidarietà ai nostri Marò, alle loro famiglie e alla Forze Armate! E che il nostro Paese possa risorgere, nonostante i suoi spregevoli tiranni. 










Aggiornamento: Il ministro degli Esteri Giulio Terzi interviene oggi 26 marzo alla Camera sulla vicenda dei due Marò per rassegnare, a sorpresa,  le sue dimissioni ("Il governo non doveva rimandarli in India, me ne vado per salvare l'onorabilità del Paese"). Il suo collega min. della Difesa Di Paola lo attacca in aula: "Le sue valutazioni non sono quelle dell'esecutivo". Monti conferma il fatto che dette dimissioni non sono state  a lui preannunciate, mentre dal Quirinale arriva una nota di biasimo su "dimissioni irrituali". Domani Monti che assumerà il ministero degli Esteri ad interim,  riferirà alla Camera e al Senato dove avrebbe dovuto tenersi oggi la riunione che invece è stata sospesa. 
Morale: la matassa si fa  sempre più intricata. Siamo senza un governo, con un ministro di un governo dimissionario, che fa il suo coup de théatre in Parlamento per...dimettersi ad insaputa del suo governo. Con un Presidente della Repubblica,   dimissionario anche lui,  che deve ricucire troppi strappi. E con  un Bersani in affanno per un improbabile mandato esplorativo. Peggio di così...

21 March 2013

Scenari e sceneggiate, pupi e pupari






Al momento, non sappiamo ancora se il dramma italiota si trasformerà in farsa o se la farsa si trasformerà in dramma. Il piano di Bersani è chiaro: strappare qualche voto ai grillini per poter vivacchiare fino a quando Berlusconi sarà fuori gioco, per via della Procure. Bersani che è informatissimo di quanto avviene nei Palazzi di "giustizia", sa che Berlusconi è un dead man walking. Conta sul richiamo della foresta dell'album di famiglia a 5 stelle  (buona parte del M5S, proviene da gruppi della sinistra antagonista). Conta sui dissidi interni che già si sono verificati al senato. Conta sul modello Sicilia dove grillini e governatore Crocetta (Pd)  lavorano insieme d'amore e d'accordo. Ma non vuole in ogni caso allearsi col PdL nemmeno per un programma minimo che duri lo spazio di pochi mesi. Qui sul blog del Jester,  tutte le fasi nelle quali Bersani secondo la vecchia etica comunista d'antan, praticherebbe la mai sepolta teoria gramsciana dell'"egemonia",  nonostante la spicciolata di voti che lo separa dal PdL e dai grillini.
Ovviamente sa che la legge sul "conflitto di interessi" sarebbe quella che gli potrebbe procurare altri assensi grillini, come pure l'autorizzazione a procedere da parte del Parlamento ( da qui, il loro generico "esamineremo le carte del processo").
La cosa patetica è Berlusconi che pur di continuare a galleggiare, si infilerebbe dritto dritto  nelle fauci di quello squalo  che poi lo divorerà (il famoso governo di "concordia nazionale"). Quale concordia, o vecchia rana che non sei altro? L'indole dello scorpione è quella di pungere e inoculare veleno, fino alla morte.
E per quanto lo Smacchia-Giaguari sia un politico assolutamente mediocre, occorre dire che in quanto ad arroganza e ad aggressività non è secondo a  nessuno. 

Siamo alle comiche, e bisogna dire che i comici in questo tentativo di formare un esecutivo non mancano: abbiamo capo-comici, aspiranti comici, figuranti, caratteristi, ecc. 
Bersani insegue i grillini che fanno i civettuoli, ma poi cedono. Berlusconi corteggia Bersani che non ne vuole sapere di lui. Il Pd ha già messo a segno due punti di forza: la Camera e il Senato (Boldrini e Grasso), mentre il PdL abbaia alla luna e pretende un Presidente "di garanzia".
Poi, dal cilindro di Mandrake-Berlusca salta fuori quella Mummia di Dini (no grazie!).  O quella stessa  vecchia cariatide del Colle che ci ha già regalato un golpe tecno-finanziario, in prorogatio, a "garanzia" di non si sa bene che cosa. Doppio no, grazie!

Farsa numero due, atto secondo. I grillini neoparvenu della politica che vogliono "rendicontare perfino le caramelle". Oh poveri cucù che non siete altro!
Ma chi se ne frega delle caramelle, dei vostri bicchieri di plastica,  degli apriscatole, del Parlamento che viene ripreso coi vostri streaming perfino quando i parlamentari si ritirano nei cessi di Montecitorio! 
Nella patria di Machiavelli, meglio il malvagio esperto e competente, che ci porti fuori dal guado che l'onesto idiota e inetto.
La demogogia giovanilista fa sì che tutto ciò che è giovane dev' essere  automaticamente bello, onesto, puro, specchiato e rivoluzionario e dispiace molto che perfino un cervello sopraffino come Ida Magli sia caduta in questa  trappola. 
E difatti questi debuttanti hanno bisogno del Gianni Buoncompagni  di turno che li istruisca con l'auricolare come era in uso fare con le ragazzine di Non è la RAI. 
Dev'essere  per questo che gli esordienti si negano alla stampa. Stampaglia becera  finché si vuole, ma  che ha  già mangiato la foglia: non sapete parlare se non per luoghi comuni, frasi fatte, utopie salvifiche di sapore obamian-onusiano. Ma soprattutto, avete costantemente bisogno del vostro ventriloquo suggeritore. 
Hanno perfino buon gioco gli Sgarbi a dar loro delle "capre" perché confondono Tiziano  Vecellio il pittore con Tiziano Ferro. O non sanno manco che Draghi è il governatore della BCE. 

Ma intanto, per tornare ai veri drammi,  chi sente più parlare di lotta al MES? Al Fiscal Compact? al riccometro? al redditometro? 
Chi ci salverà dalla prossima IMU? dalla Tares? dall'IVA e dall'Irap? Dalle manovre cipriote alle porte di casa con ministri tedeschi che parlano di prelievi forzosi   del 15% dai conti correnti perché intanto gli Italiani  sono "ricchi sfondati"? 

Caramelle non ne vogliamo più. Nemmeno se "rendicontate". Coraggio ragazzi,  innanzitutto imparate l'Italiano e  fate a meno di questi  brutti neologismi. Poi  si vedrà. Se ne usciremo vivi, naturalmente. 



17 March 2013

Boldrini e Grasso, le disgrazie non vengono mai sole






Coi voti di maggioranza conferita dal tanto vituperato e schifato  porcellum,  Bersani ha imposto alla presidenza della Camera,  il nome di una vecchia conoscenza Onusiana: Laura Boldrini dell' alto (?) commissariato dell'ONU per i rifugiati, attualmente reclutata nelle file del  SEL di Vendola. Lei che è abituata ai ricchi emolumenti onusiani, alle fastose trasferte, oggi si è insediata con un discorso da Madonna del Pilar, predicando austerità e sobrietà. Si sentiva la Papessa Francesca, la Laura delle navi carretta di Lampedusa, quella che proibiva ai cronisti di fotografare i "migranti", perché "profughi di guerra".  Per la felicità dei gonzi...rossi.
La Boldrini l'abbiamo,  già vista all'opera nelle redazioni dei giornali con la famigerata "Carta di Roma, una sorta di  zibaldone political correct , sulle espressioni che i giornalisti devono e non devono usare a proposito di fatti di cronaca legati a stranieri immigrati. Insomma, pensieri e parole con la museruola. Bersani con questa candidatura ha eluso il rischio di un'eventuale strappo di Vendola, il quale già scalpitava per tirare la volata ai grillini.


Passiamo al secondo round: Piero Grasso al Senato con 137 voti (14 di più di quelli  previsti della sua coalizione di sinistra). Bisognava anche lì trovare una faccia che seppur piddina, non appartenesse ancora alla "politica politicante". E dato che è sempre esistito un buon travaso di  toghe tra Pd (e prima Pds e PCI) e Procure attraverso il canale di "Magistratura democratica", niente di meglio che reclutare una faccia cosiddetta "nuova" (si fa per dire), quella del proc. Grasso. Eppoi è giusto che dopo tanta carriera passata tra i faldoni a fingere d'essere super partes, si venga direttamente reclutati  dai propri referenti politici. E' sempre un'esperienza  esaltante quella del Parlamento, dopotutto.
 I grillini hanno sentito il richiamo della foresta e con la scusa della "libertà di coscienza" (ricordatevi bene questa formuletta magica, perché la sentirete spesso), hanno fatto finta di "dividersi" tra di loro, ma poi una spicciolata di voti utili alla causa bersaniana, alla fine è arrivata.
Mission accomplished per lo Smacchia-giaguari: lo scouting alla fin fine ha funzionato. Il M5S si spacca. Crimi, il portavoce grillino: "Non faremo da stampella a nessuno". Le ultime parole famose. 


Fuori da questo girone infernale, le notizie sono  tutt'altro che traquille. Minacciati i depositi bancari dei ciprioti e in arrivo una pericolosa corsa agli sportelli, a causa delle politiche criminali di Schauble, il ministro delle Finanze tedesco, disabile e inchiodato alla sua carrozzella, quanto malvagio. "Minacciare i depositi bancari di uno stato membro con un sistema bancario in crisi avrà l’effetto certo di una furiosa corsa agli sportelli. Sia da parte dei cittadini Ciprioti, sia, ovviamente, da parte di investitori esteri che per qualsiasi motivo, lecito o meno lecito, abbiano soldi depositati nell’isola.". Sarà il collasso del sistema euro. La notizia (riportata dall'amico Silvio) potete leggerla integralmente qui e qui: 



Per oggi però l'Europa è lontana. O forse, a suo modo, vicinissima, dato che il Parlamento è stato occupato dal Pensiero Unico e con tutta probabilità avremo un monocolore di stampo comunistoide.



L'apriscatole del M5S



13 March 2013

Tre sedi vacanti

Strano paesaggio politico quello italiano. A pensarci, ha quasi del surreale. Tre partiti di minoranza (o se si preferisce, di maggioranza relativa)  si tallonano l'un l'altro per formare un governo ma nessuno ha una maggioranza tale da  poter essere "autosufficiente". E nessuna delle tre forze si tollera a vicenda. Quello di Bersani per i Grillini è un amore non corrisposto, qualcosa di pateticamente senescente. Un po' come un vecchio rimbambito che si invaghisce di un'adolescente riottosa, chessò una Lolita  col lollipop  che gli  fa gli sberleffi.
 Poi c'è il M5S, ovvero la nuova costola della sinistra, una compagine di No Tavini, no global, ex rifondaroli,  violacei, travaglini, tutti   riciclati in salsa informatica casaleggia che sbandiera con jattanza un'autosufficienza a 5 stelle, che però non ha.
Niente alleanze - sottolineano - in attesa della monocrazia pentastellata al 100%.   
Quanto al  PdL è un po' come quelle tribù di pellerossa: gli ammazzi il capo e allora è finita la battaglia. Ed eccoli lì tutti intorno al loro capo a fare gli scongiuri nel timore del "tutti a casa". Le procure sanguinarie lo sanno bene, per questo l'indomani della miracolosa rimonta berlusconiana, hanno dato il loro fuoco alle polveri. E' in sintesi questa la tanto decantata "indipendenza della Magistratura", così magnificata da Napolitano: vanificare i risultati delle urne e balcanizzare il Parlamento. Scenario déjà vu.   Correva l'anno 1992, 93, 94, 95 e si era nel bel mezzo della  bufera di TANGENTOPOLI. E continua... 
Quella Tangentopoli di cui Grillo sembra avere una grande nostalgia, dato che è stato  proprio lui a evocare il fantasma di Bettino Craxi in questo post  Post che si conclude con la sua solidarietà alla magistratura, quasi a volerne esorcizzare gli attacchi. Non c'è bisogno di essere tanto nostalgici, visto che questo è il Paese dell'eterna resa dei conti giudiziaria. 
Spero che il comico genovese sia altrettanto coerente e solidale con le Procure quando prima o poi toccherà a lui, tenuto conto che questo è il Bel Paese dove un processo non lo si nega a nessuno. 
Siamo  quindi  con tre e più  galli nel pollaio ma il giorno nuovo non è ancora spuntato. Eppoi i grillini devono ancora studiare l'ABC parlamentare.




Passiamo alla seconda sede vacante: quella del Pontificato. E  dunque siamo al solenne paesaggio religioso. Si accettano scommesse: avremo prima un Papa o un governo con Premier? Sarebbe il colmo se l'elezione di un Papa, basata sulla lentezza millenaria degli antichi riti del Conclave, su  consultazione di formule religiose in latino, su fumate nere e fumate bianche, su porpore ieratiche che si aggirano sotto affreschi michelangioleschi alla Sistina, beh...sarebbe il colmo se  giungesse prima la nomina di  un papa, di un governo in carica. Ma tutto è possibile, dal momento che ormai l'Assoluto trascendente non esiste manco più nella Chiesa. Abbiamo infatti un "papa emerito", non visibile al mondo e presto avremo pure un papa in carica.




Il Quirinale

Infine la terza sede non ancora propriamente vacante, ma in via di vacanza: la carica presidenziale di Napolitano la cui permanenza al Colle si concluderà (finalmente!) il 15 maggio. Ma anche lì, tutto è possibile,   dato che se il Governo fatica a costituirsi, ecco che potremmo avere un Napolitano ad interim fino a giugno. O luglio? o agosto? Ci condurrà ad  altre nuove elezioni?
 Insomma, abbiamo un vecchio Presidente candidato a diventare Highlander, l'ultimo immortale.  Dopotutto  in Italia nulla è più eterno del provvisorio