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02 November 2016

Bergoglio non porta fede né speranza né carità




La speranza degli Italiani si sbriciola con le recenti scosse di terremoto. Le più devastanti e tremende per violenza e impatto che hanno distrutto luoghi stupendi dell'Umbria e delle Marche che tutti ci invidiano. La Bellezza, in quanto la più vulnerabile delle prerogative umane, non ci salva e non salverà sé stessa dalle catastrofi. La famosa frase di Dostoevskij ("la bellezza salverà il mondo") è stata assunta come uno sciapo slogan dall'Unesco, ma non è mai stata intrinsecamente compresa. Tra l'altro, nella lingua russa ha un significato eminentemente diverso da quello estetico comunemente attribuitogli.  Bellezza, in questo caso,  è più che estetica; possiede una dimensione etica, religiosa, trascendente. Il grande scrittore russo vedeva in Gesù un seminatore di bellezza.
Troppe piaghe bibliche in un sol colpo, troppe maledizioni (la teoria della "punizione divina" da parte del viceministro israeliano  Kara) per non pensare che in fondo nulla è mai per caso.

Cosa dovrebbe fare un papa in questi casi? Semplicemente fare il pastore di anime, portare speranza, aiutare i suoi fedeli a non scoraggiarsi, illuminare l'accidentato percorso con la voce del vero spirito, quel percorso interrotto da  tanta furia degli elementi della natura. E invece chi abbiamo? Un usurpatore falso-modesto, falso-umile, falso-buono, un demagogo che eccelle solo in luoghi comuni, in banalità plateali ad uso mediatico e in ipocriti e malvagi buonismi che non fanno che aggiungere benzina sul fuoco. Sono lontani i tempi dei papi come Pacelli (foto sottostante) che sfidò le bombe di Roma per abbracciare con larghe braccia una folla dolente, sofferente e impaurita, gesto insieme solenne, ieratico,coraggioso. Anche oggi è  in atto una guerra, sebbene con mezzi non convenzionali, ma nessuno ci aiuta e ci conforta  davvero.



Ma vengo alle più recenti  cronache. E' noto che durante le ultime scosse di  terremoto Bergoglio non abbia detto mezza parola di riprovazione nei confronti dell'infelice brutale  dichiarazione sulla "punizione divina" dell'Italia propugnata del viceministro della Cooperazione regionale di Israele, Ayooub Kara, per aver aderito all'astensione in sede UNESCO sulla città vecchia di Gerusalemme,  insieme ad altri 28 stati europei. Curioso questo Dio a senso unico! Ma guarda un po': su  28 stati  che si sono astenuti all'Onu-Unesco, la "punizione divina" del terremoto è toccata  solo ed esclusivamente all'Italia?!? Si vede che tutti  gli altri sono meno "peccatori". Bergoglio il logorroico, quello che ha sempre la battuta facile, questa volta ha stranamente taciuto.  E si sa, chi tace acconsente.

Andiamo avanti. Una catastrofe è una catastrofe e in questi casi, non preghiere, caro il mio Gesuita, ma opere di bene. Invece si limita a dire che "pregherà per le vittime"? E' un po' poco.
La coscienza di molti cattolici si indigna e non mancano articoli particolarmente pungenti, risentiti e amareggiati come quelli di Antonio Socci ben  riassunti qui su Huffington, e di Blondet.

"È rimasta in piedi solo la facciata, un'immagine che a molti è apparsa come un presagio di una chiesa che sta crollando lasciando in piedi, appunto, solo la facciata", scrive Socci.
E ancora: 

Ma cosa aveva di così urgente da fare Bergoglio, invece di consolare gli afflitti?  (tra l'altro questa  è una delle opere di misericordia spirituale). Lui dopo aver incassato il Premio Carlo Magno (Kalergi) 2016,  ha innanzitutto la sua Agenda mondialista  da mandare avanti e perciò,  col suo borsone nero da doganiere e con i  suoi pesanti scarponi da Scarpantibus è volato al raduno dei luterani in Svezia.
Il pensiero religioso unico e sincretico, non può attendere. Era una priorità?
 L'occasione è storica - si dice: la commemorazione dei 500 anni (meno uno) della Riforma protestante, nella cattedrale di Lund. Era proprio il 31 ottobre 1517 quando Martin Lutero affisse le 95 tesi nella chiesa di Wittenberg. Ma Socci lo incalza: 

«Papa Francesco va in Svezia dal nemico Lutero, mentre la Basilica di Norcia crolla per le scosse del terremoto che ha devastato il centro Italia. San Benedetto è stato il grande unificatore spirituale e culturale dell'Europa. All'opposto del santo di Norcia  sta la figura di Martin Lutero, su cui potremo avere mille pareri diversi, ma è incontestabile che sia stato, storicamente, il grande divisore dell'Europa e della cristianità.

E mentre gli Italiani sono distrutti da terremoti, macerie,  tasse, vessazioni da malgoverno e alluvioni migratorie per le quali si praticano espropri su larga scala (la recente requisizione della Caserma Montello a Milano e i fatti di Ficarolo a Rovigo), lui che fa? Pontifica a vuoto e lancia l'ennesima bolla papale pro migrantes: 

“Non dobbiamo spaventarci per i migranti perché l’Europa è stata fatta da una continua integrazione di culture”. “Se la Svezia ha perso la sua capacità di accoglienza” non è “per egoismo” e serve “prudenza” dei governanti nella fase di accoglienza, per poter dare “casa, lavoro, cultura” a tutti. “Non si può chiudere il cuore a un rifugiato”.
Però!



Più che chiudere il cuore, bisognerebbe rinchiuderlo in manicomio. In quale scenario di distruzione li vorrebbe accogliere questi "rifugiati"? E a spese di chi? E sulle spalle di quali persone, se non noi?
Un pontefice divisivo come lui (piace solo a comunisti, piddioti e sinistri vari e a non credenti), che non sa ispirare una vera fede, né sa trovare benefiche parole di speranza né mostrare autentici gesti di carità per i sofferenti vicini e sotto i suoi occhi (gli Italiani), preferendo propugnare la dottrina ONU, va esautorato quanto prima.
Non ci voleva che questa calamità "argentina" tra le tante che abbiamo già in corso d'opera.