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05 April 2025

Una democrazia sempre più à la carte




Una democrazia à la carte, come quella dei tiranni alla Caligola. Come quella dei feudatari quando decidevano chi poteva passare dal ponte levatoio, e chi invece doveva essere scaraventato giù dal fossato. Come hanno visto che i sondaggi in Francia favorivano  il Rassemblement National, ecco che è stata applicata subito la cura Thierry Breton contro la sua leader Marine Le Pen. Ricordate ciò che disse il citato Commissario europeo per il mercato interno?
«Abbiamo annullato il risultato delle elezioni in Romania, lo faremo altrove»: parole che sconvolgono.  Una dichiarazione di guerra, una promessa cui tener fede. Detto fatto. Con la Le Pen abbiamo un bel replay. Un replay sospinto con l'aiutino (in realtà aiutone) della magistratura francese, che si mostra degna compare della nostra. Breton ha ammesso, in un'intervista televisiva alla emittente francese BFM RMC dello scorso 9 gennaio che la Corte costituzionale rumena (CCR) è stata condizionata nella sua scelta di annullare le elezioni presidenziali dello scorso dicembre, dopo averle convalidate, dalle pressioni dell'UE. Solo perché al primo turno era in vantaggio il candidato di destra, euroscettico e contrario al continuo accrescimento di armi e finanziamenti della NATO, Călin Georgescu. La cura, con ogni evidenza, prosegue ora con Marine Le Pen. 
Marcello Veneziani parla,  sconsolato, di una democrazia dal "braccialetto elettronico"  secondo la quale, chi è contro questa Ue, viene considerato automaticamente un malvivente. L' ineleggibilità di Marine Le Pen, la definisce qualcosa di simile a una "castrazione chimica" per via giudiziaria.   Ora sta arrivando anche il turno di  AfD in Germania. Del resto non dimentichiamo che i non graditi, i "deplorevoli", non vennero respinti solo col caso Le Pen. Noi a casa nostra, già ne sappiamo qualcosa nell'ambito del commissariamento nel 2011-2012 con gli Androidi di Bruxelles, Monti e Fornero, acclamati da Napolitano, mentre il governo Berlusconi venne destituito. 
Chi invece la fa franca, sono personaggi come la von der Leyen, coi suoi poco limpidi trascorsi sui contratti con Pfizer e  i  suoi messaggi con Bourla cancellati e la sua faccia tosta con la quale è passata dalle siringhe alle bombe, senza pagare il suo "dazio". E di che dazio, dovrebbe rifonderci!

Non abbiamo nemmeno la grazia di avere un'opposizione decente, ma solo cialtroni che occupano la piazza con un'accozzaglia di sinistrati scappati di casa (tra i quali anche quegli stessi che hanno detto sì all'operazione riarmo), con gli immancabili Gianni e Pinotto (Bonelli e Fratoianni) abbonati a tutti i cortei, pur di fare rumore. Oggi anche al seguito del nuovo Masaniello pseudo-pacifista chiamato (non a caso) al plurale: Giuseppi. A ripensarci, quello di Trump di chiamarlo così,  fu un colpo di genio involontario. Come dire, l'uomo dalla personalità multipla passato camaleonticamente dal governo giallo-verde a quello giallo-rosso che oggi fa il Pifferaio Magico delle piazze multicolor, mentre ieri lui le piazze le vietava rinchiudendo 60 milioni di italiani in casa e applicava norme militari e paramilitari come "il coprifuoco" nei suoi Dpcm (non si poteva circolare dopo le dieci di sera) e riesumava una clausola come il "divieto di assembramento" che è  tipica delle dittature militari, facendo comminare multe perfino alla povera vecchina che osava varcare i cancelli di un cimitero per portare fiori ai suoi cari. Eravamo in piena Junta pugliese. O se vogliamo, la  Junta Appula.   Il gregge lobotomizzato, ora lo segue si agita, si contorce, strilla  a Roma. Junta Conte divenuto ormai padrone  assoluto del  Movimento 5 stelle, dopo aver sgominato Grillo e i suoi,  arriva in piazza Vittorio. Partono i cori: «Abbiamo un presidente, un presidente». E ancora «Conte, Conte». Ormai dismessi i panni cromatici precedenti, siamo al  terzo Giuseppi  che si dirige subito a parlare con i media. Massì, è inutile sperare che le pecore feroci (quelle stesse che invece di ribellarsi alla sua dittatura sanitaria, facevano la spia contro il  povero vicino di casa che osava festeggiare un compleanno), siano dotati di un po' di memoria: scurdammoce o' passato, e abbasso la guerra! Questa. Quelle missioni  precedenti dov'era lui al governo, invece sono state lautamente finanziate.


 
Chissà come si fregano le mani per la soddisfazione a Bruxelles, nel vedere cotanta plebe confusa, scomposta, beota, che non sa  più che pesci pigliare. Dicono che ci fossero pure alcuni "intellettuali" alla Travaglio, al suo seguito. Coi rinforzi circensi della Tik Toker Rita  De Crescenzo, l'eroina (si fa per dire) di Roccarasa. Hai voglia di continuare ad applicare il feudale  verdetto del "Tu sì, tu no", "Tu puoi governare, tu invece no". E  giù ponti levatoi con vittime scaraventate giù dal fossato.   

Conte e la De Crescenzo (foto realizzata con l'IA)

A proposito, la segretaria Tentenna  Elly Schlein dopo lunghe riflessioni ha inviato una delegazione piddiota al corteo pentastellato, con quel Boccia che nell'estate del 2020, voleva instaurare gli ausiliari per il controllo di chi metteva la mascherina e chi non la metteva, fuori all'aperto. Ma pochi se ne ricorderanno. Giuseppi da Volturara e Boccia da Bisceglie (entrambi pugliesi), vuoi scommettere che potrebbe rinascere la nuova Junta Appula? Sarebbe il peggiore dei miei incubi. 
Nel mentre, dai bastioni della Fortezza Europa, si continua con la democrazia à la carte. O se preferite, quella del "braccialetto elettronico". Ma su questi temi, nessuno manifesta. 

San Vincenzo Ferrer