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07 October 2024

Dalla Milano da bere a quella da spiare




Pare che lo scopo precipuo del sindaco milanese  Beppe Sala non sia quello di mettere a proprio agio i suoi cittadini, ma di mettere in atto sempre più sofisticati sistemi di sorveglianza. Non basta la segnaletica stradale perennemente spostata delle varie zone milanesi, non bastano i problemi di ecopass e di parcheggi, le multe e nemmeno l'incuria verso gli straripamenti del Lambro e del Seveso che allagano gli scantinati e i primi piani dei palazzi della città, se appena cade un po' di pioggia . Ora il sindaco-imprenditore vuol lasciare un altro segno del suo transito, prima della scadenza del suo mandato. La notizia è passata quasi inosservata. Se n'è già occupato il settimanale Panorama, quale unica eccezione. Il suo assessore alla Sicurezza Marco Granelli vorrebbe rendere "più sicura" la vita degli automobilisti con un radar dotato di IA per meglio controllare chi guida col cellulare. 
Click! Scatta la fotografia ma nessuno è certo se poi la foto è veritiera. Una cosa è certa: in caso di installazione di questi marchingegni c'è il rischio di venire sommersi  da una pioggia di contestazioni e ricorsi perché i cosiddetti "falsi positivi" (li chiamano così, come al tempo dei tamponi) sarebbero troppi.
"Granelli avrebbe deciso di prendere spunto dall'esperienza australiana, dove grazie a questi controlli avrebbero ridotto di oltre il 21% gli incidenti stradali". Qui, la fonte del citato settimanale: 


Metodo già in auge in Gran Bretagna dove oltre alle multe per il telefonino sono fioccate anche quelle per il mancato uso delle cinture di sicurezza. Ma anche in Australia. Ecco dunque un altro modo per far rinunciare alla privacy all'interno dell'abitacolo dell'autovettura, incamerando nel contempo denaro fresco.
Granelli, come potere leggere, si vanta di voler importare il metodo australiano con un sistema già sperimentato nel 2019 da quelle parti (un anno prima della "pandemia", per chi sa osservare le date), sviluppato dalla società ACUNSENSUS, attiva nel settore "sicurezza stradale". Ma in cosa consisterebbero questi nuovi marchingegni?
"La struttura di questi apparecchi consiste in un'asta alla cui estremità è installata una fotocamera in grado di individuare la targa del veicolo e soprattutto di fotografare dall'alto e all'interno dell'abitacolo degli automobilisti". 

Un software che sarebbe in grado dunque di individuare se il povero conducente ha in mano, oppure all'orecchio, un cellulare. E' sanzionabile, in Australia,  anche chi avesse un telefonino spento, come risulta da lettura dell'articolo. 
 
Ma secondo gli esperti, nascono già problemi di intrusione potenziale nella sfera privata dei cittadini (che scoperta!). Inoltre, come verrebbero raccolti e utilizzati i dati rilevati dai cittadini?
 


 Va aggiunto a ciò, che già la semplice automobile "connessa" con tanto di webcam davanti e didietro, sistemi di geolocalizzazione, e app che raccolgono enormi quantità di dati, comprese le informazioni personali dei rispettivi conducenti, offre non pochi spunti per intercettare dati, conversazioni telefoniche eccetera, come ci riporta lo stesso Sole 24 ore .
 "Nel bene e nel male gli autoveicoli moderni non sono più un semplice mezzo di trasporto, ma stanno diventando sempre più digitali e simili proprio agli smartphone a cui vengono spesso collegati, con tanto di webcam davanti e didietro, sistemi di geolocalizzazione, e app che raccolgono enormi quantità di dati, comprese le informazioni personali dei rispettivi conducenti." 
Ma ora, coi nuovi software citati da Panorama, la frontiera della video-sorveglianza e dell'intrusione nel privato, pare allargarsi  a dismisura.

Le vite degli altri

Il vecchio agente della Stasi un po' guardone con le cuffie e il magnetofono con tanto di nastro che girava e registrava per tutta la giornata intento a spiare "le vite degli altri" dalla finestra, in confronto a questi sistemi Cyber e a chi intende adottarli, era quasi un dilettante. Sorge inoltre un altro interrogativo di non poco conto: nel comune meneghino non ci sono soldi per rappezzare le buche,  per sfalciare e rendere decenti le aiuole spartitraffico e il verde urbano (si sono inventati la teoria falso-ecologica dello "sfalcio pigro") e in quanto a incolumità, ordine pubblico e sicurezza, siamo alla Gotham City dei fumetti... E allora dove mai prenderebbero fondi per dotarsi di simili sofisticate apparecchiature? 


B.V. Maria del Rosario

3 comments:

Anonymous said...

Ci stiamo avviando su modelli di città dette "intelligenti" ma in realtà basate su spie, spioni e spiati. E alla faccia del progresso! Ma poi che se ne fanno di tutti questi dati, oltre a venderseli?
Carla

Nessie said...

Come, "che se ne fanno"? I dati per costoro sono l'oro del nostro tempo. Ricavano profitti sottraendo fette di libertà altrui (la sfera del privato). "Il capitalismo della sorveglianza" (libro di S. Zuboff), ricava i suoi profitti sul mercato dei comportamenti futuri. Li chiamano "prodotti predittivi". E vengono venduti sul nuovo mercato dei "comportamenti futuri".
7/10

Nessie said...

Più che "città intelligente" è una città lager e delatrice. E l'ambizione di Sala e soci è cambiare la mentalità della gente, come dice Max Del Papa in questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=5U9h7cmqs0Q&t=99s