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09 September 2024

Il Somario raglia in Globish





Di tanto in tanto mi è necessario fermarmi a riflettere sulle parole che impieghiamo. Ho già compilato altri Bestiari con parole usurate e banalmente ricorrenti. C'è il Bestiario luogocomunista,il Somario sanitario. Il Somario che non parla italiano, ma in compenso riempie il suo vocabolario di termini inglesi. 

Mi soffermo su quest'ultimo per approfondire quel globish che ci viene imposto  ad ogni pié  sospinto, sul piano mondiale. Intanto cos'è il globish, un neologismo coniato dal francese Jean-Paul Nerrière dell'IBM nel 1998, che deriva dalla fusione delle parole “global” e “english” e si riferisce a una varietà di inglese che si basa su un vocabolario e una grammatica ridotti, ma utili a una comunicazione internazionale immediata, specie on line.  Così Fashion week sarebbe la settimana della moda. Per non dire dei termini informatici come update, refresh, log in, log out, tag ecc. 
Quando parlano di guerra si teme l'escalation invece di un' estensione del conflitto.
In un recente passato le nostre orecchie rimbombavano di "lockdown", e tutti ma proprio tutti  i cittadini italiani  quale che fosse la classe sociale d'appartenenza e il livello di istruzione (dai più ignoranti ai più eruditi) ripetevano a pappagallo la parola. Mica chiusura, mica confinamento!

Il turismo di massa è diventato improvvisamente overtourism.  Per non parlare dei termini medico sanitari, inventati di sana pianta, a seconda dell'"emergenza".  Ed ecco che "vaiolo delle scimmie è  diventa monkey (M). Ovvero, scimmia. E Pox (vaiolo). Ovvero una sigla Mpox. Sigle e acronimi sono, del resto, parti integranti del globish. 
Ogni volta che salta fuori un nome in globish, sappiate che  è fregatura garantita. Vi ricordate il Jobs Act di Renzi?  Ovvero, una Legge sul Lavoro che contemplava l'eliminazione dell'art.18. Ecco servita la turlupinatura. 
E l'"overtourism" che serve a sostituire il termine "turismo di massa" e a giustificare il numero chiuso e l'adozione dei pass? E "genderfluid"? per giustificare il cambiamento di sesso e magari pure i bloccanti per la pubertà? 
Usare il linguaggio dei nostri nemici, significa solo permetter loro di vincere più agevolmente nella loro azione manipolatoria.

E' già insopportabile sentire che il sesso maschile e il sesso femminile (cioè qualcosa di fisico e oggettivo) vengano coniugati secondo moduli grammaticali da concordarsi in fieri e a piacere, come gender (genere). Ma c'è un perché nell'adozione che è diventata quasi obbligatoria,  di questo vocabolo:  Maschio o Femmina si nasce, mentre il genere lo si costruisce e lo si modifica di volta in volta. Ed è proprio quel che vogliono loro: privarci della certezza della nostra identità sessuale natale.

Il grottesco lo si sfiora con "sentiment", un termine che mi rifiuto di adottare, tanto mi è insopportabile. Non è chiara l'etimologia ma pare che venga adottato nelle Borse e nei mercati, per indicare lo stato d'animo, la tendenza ai segnali che ne derivano. Insomma, l'inglese del "feeling" è diventato  improvvisamente, quello del "sentiment".

A ben pensarci, il più disgraziato dei popoli è proprio quello Inglese, poiché diffondendo per il mondo questo lessico depauperato, ridotto  e triturato come becchime  da dare in pasto ai polli (polli d'allevamento), ha perduto per sempre la  lingua dei poeti, dei letterati e degli artisti come Shakespeare, Chaucer, Milton, John Donne. In altre parole, il linguaggio del Bello e del Sublime. Dovranno ripensarci  i popoli negli anni a venire, poiché sottrarre la ricchezza e le mille sfumature di un linguaggio significa rubare la loro anima. 

44 comments:

Marco Fontana said...

William Skakespeare, oppure... Giovanni Florio?
Credo che, parafrasando un film di James Bond, l'unico tangibile apporto della civiltà britannica a quella umana, sia... il tè delle 5.
PM, off course.

P.S.
Aggiungo di seguito il collegamento (link...) ad un imperdibile articolo di Massimo De Feo.

https://ilmanifesto.it/john-florio-in-arte-shakespeare

Nessie said...

Articolo interessante, grazie Marco. Sapevo che fiorivano leggende intorno alla vera identità di Shakespeare probabile italiano e cripto-cattolico. Scrollalanza o Crollalanza. Se riesco a trovare un altro pezzo, lo passo qui.

10/9

Nessie said...

Ecco un altro articolo sul caso:

http://academic.brooklyn.cuny.edu/modlang/carasi/shakespeare.vs.crollalanza.htm

Anonymous said...

A me dà molto fastidio anche l'italianizzazione di questo globish come "linkare" , per dire fare collegamenti. Loggare per dire registrarsi (orribile!) e taggare per dire mettere etichette. E' un modo per mandare in malora la nostra bella lingua. Poi c'è quella parola orrenda "influencer" per dire che è una tipa alla Ferragni con tanti seguaci. Che ovviamente non li si chiama seguaci ma "follower". Insomma, un vero tormento!
Fabio

Nessie said...

Sono d'accordo, un vero tormento per le nostre orecchie. Sono tutti verbi orrendi! E se posso, cerco di evitarli. E' un modo per rendere l'Italiano una lingua da poveri coatti decerebrati. Già che ci siamo mettici pure "bloggare". Purtroppo ne avremo sempre di più di questi idiomi per minus habentes, perché oltre al Governo unico attraversato dal Pensiero unico, esiste anche la Lingua Unica.
10/9

Jacopo Foscari said...

Al bestiario aggiungo pure le italianissime: resilienza, inclusione e sostenibilità. Tre parole ormai più tormentoni di "Sole, cuore e amore" la cui lettura mi provoca istantaneamente l'orchite.

Nessie said...

Devo deluderti, ma purtroppo non sono poi così italianissime. Le ho viste nei documenti dei farabutti di Davos direttamente in inglese globish: resilience, inclusion and sustainability. E' un linguaggio che purtroppo viene veicolato in tutte le lingue.
10/9

Maria Luisa said...

io aggiungerei anche postare, civiltà e società civile.
Maria Luisa

Nessie said...

Sì, roba da orchite acuta.

Cangrande said...

I francesi, invece, sono molto più attenti a non farsi contaminare.
Esempio: "ordinateur" invece di "computer".

La Olivetti, che ha inventato il personal computer, non la IBM o la HP come si crede, lo chiamava "elaboratore elettronico". O semplicemente "calcolatore".

L'anglicizzazione dei termini presuppone sempre, da parte dei politicanti, una fregatura.
Mai fidarsi.

Poi è sinonimo di estrema ignoranza e sconfinato provincialismo.
Patrimonio, questo, soprattutto dei tromboni comunistoidi, che credono di essere ancora più intelligenti di quello che credono di essere.
Questo utilizzare i termini del vincitore (perché questo è) è sinonimo di povertà intellettuale, morale, culturale ed estremo servilismo.
Anche inconsapevolmente, cosa ancora più grave.
Tipico dei sinistroidi, vera feccia, disgrazia e cancro dell'Italia e del pianeta.

A me fa rabbrividire il nome del ministero del lavoro e della previdenza sociale, chiamato del "welfare".
Chi ha appioppato questo nome e chi continua ad usarlo, lo farei fucilare.

Nessie said...

Maria Luisa e che ne dici di "attenzionare"?

Nessie said...

Cangrande, l'ho appena scritto che è una fregatura e ho fatto i relativi esempi di quel che nasconde delle singole parole.

"Tipico dei sinistroidi, vera feccia, disgrazia e cancro dell'Italia e del pianeta."
Purtroppo sì, e non si tirano mai indietro se c'è da rendersi servi e cortigiani. Loro hanno sempre lavorato contro l'Italia. Sia quando erano al soldo dell'Urss, che ora che sono al soldo degli anglo.
I francesi resistono sul tema della Lingua. E' vero che a volte allungano e fanno un po' ridere ("planche à voile" invece di "wind-surf), ma prima di inserire un neologismo inglese nel loro Grand Larousse fanno passare almeno 5 anni. Poi quando non ne possono fare a meno lo francesizzano. Così "starlet" diventa "starlette" e "gadget" diventa "gadgette". Questo lo so per certo.
11/9

Maria Luisa said...

da brividi. C'è da aggiungere tutta la terminologia anglosassone in medicina: by pass per esempio o dumping syndrome...

Nessie said...

Ah, sì certo M. Luisa. Tu che sei esperta del settore, mettine giù un po' . Dimenticavo "by pass". Ma poi ci sono tutte le sigle e gli acronimi del caso come Attacchi di panico che diventa PA/s o PD/s (dall'inglese panic attack/s o panic disorder, come riportato nel Manuale diagnostico). Un po' di tempo fa andava di moda la SAD (Seasonal Affective Disorder) per dire che qualcuno soffriva di depressione autunnale in relazione al diminuire della luce.

11/9

Maria Luisa said...

ad esempio vanishing lung come quadro radiologico in corso di enfisema bolloso ; pace maker: marca passi,; linfociti natural Killer; A.I.D.S.: Acquired immune deficiency syndrome; sindrome da immunodeficienza acquisita; adesso va di moda la West Nile fever: febbre del Nilo Occidentale; black water fever come complicanza della malaria con imponente ematuria.E tante altre che al momento non mi sovvengono. Forse ci vorrebbe un coffee break o meglio un brunch. Ah, due parole che non sopporto woow per indicare meraviglia, pazzesco al posto di stupendo, meraviglioso, imponente , grandioso ...insomma tutto quello che si vuole.
Maria Luisa
Maria Luisa

Alessandra said...

Da noi hanno preso piede gli orribili "downloadare" e "uploadare" in luogo di "scaricare" e "caricare". E che dire di "googlare" che a dirlo sembra ci si sia cacciati un dito in bocca? Dà comunque l'idea dell'egemonia di Google come motore di ricerca.
Poi si sentono sempre più spesso, non più solo in ambito finanziario ma anche in quello sportivo, "upgrade" e "downgrade" ossia "miglioramento" e "declassamento".
Ma al Bestiario delle espressioni anglosassoni più fastidiose aggiungo quelle che caratterizzano la "lotta alle discriminazioni" e al cosiddetto "hate speech" (ovvero i discorsi d'odio).
"Body shaming", "body positivity", "slut shaming" e naturalmente "hater" che come spesso abbiamo avuto modo di notare, non indica solo chi insulta o minaccia, ma viene appioppato a chiunque osi azzardare una critica a un personaggio che fa parte della lista dei "protetti" dal sistema.

(11/9)

Nessie said...

Grazie Maria Luisa, hai completato il Somario questa volta in camice bianco. Con ogni evidenza, a costoro non interessa per nulla comunicare coi pazienti. Per loro, malati e assistiti rappresentano l'ultimo dei loro problemi. Ci manca solo che concludano la cura con un "scarica l'app". A proposito, mi urta anche "app"!
11/9

Nessie said...

Pazzesco Alessandra! non si finisce mai di imparare. Downloadare e uploadare mi mancavano! Googlare (che mi fa schifo) lo avevo già sentito.
Body shaming e tutto il resto, è roba da reparto psichiatrico. Ma il fondo lo hanno toccato quando hanno fatto la legge "anti-stalking", che fa il paio col Job's act. Del resto, che leggi italiane sono, quelle che recano il titolo in questo pessimo inglese? E il "mobbing", dove lo mettiamo? Insomma, siamo un paese di servi. Ma questo lo si sapeva.

11/9

Anonymous said...

Forse è fuori tema, ma mi innervosicono vocaboli latini pronunciati all'inglese: plas invece di plus, giunior invece di iunior. Per non farci mancar nulla esiste pure il femminile di probi viri: probe vire.(otto anni di studio del latino e cinque di greco mi rendono particolarmente sensibile).
Maria Luisa

Nessie said...

Anche a me, Maria Luisa. In particolare quelli che anglicizzano il latino medium-media e pronunciano "mass-midia". Ma siamo noi i capostipiti del latino e questi si creano l'anglo-
latino su misura. E il popolaccio gli va dietro, naturalmente.
12/9

Alessandra said...

Sai Nessie, a volte per mandarti un commento mi tocca "refreshare" la pagina ... mica "aggiornare".
Anche a me danno fastidio le parole e le espressioni latine - ma anche in altre lingue, basti pensare al francese "stage" - pronunciate all'inglese.
Così come i da te citati "stalking", "mobbing" e proseliti come "sexting", "catcalling" e "revenge porn".
Poi si è diffuso negli ultimi anni "friendzonare" per indicare un cortese due di picche dato a un amico che vorrebbe essere qualcosa di più ma i cui sentimenti non sono ricambiati. "Respingere" è troppo brutale, evidentemente.
E che dire di "comfort zone"?
Altra espressione per me fastidiosa è "access prime time" per indicare la fascia oraria in cui vanno in onda le trasmissioni che precedono le prime serate.

(12/9)

Nessie said...

Ale, la faccenda dello "stage" (parola notoriamente francese) che oltretutto viene pronunciata "steige" (e cioè all'inglese) è uno di quegli strafalcioni dettati da ignoranza italiota sesquipedale accompagnata da provincialismo. La mia professoressa di Inglese non riusciva a capacitarsi dato che "corso di aggiornamento " in Inglese si dice "Refreshment course". E lo stage (pronunciato steige, come è noto in Inglese significa palcoscenico, ma non corso di aggiornamento.
Poi c'è quell'altra stronzata di "fiction" che anche questa è un' invenzione degli intellò de noantri. La prof. sgomenta mi disse che da loro si dice TV Movie. O se è una serie, un serial. Dunque, siamo pure bravissimi a inventarci l'Inglese asinino.
Ne parlai già qui nel 2009:

https://sauraplesio.blogspot.com/2009/11/il-somario-parla-inglese-ma-dimentica.html
Ma nel frattempo la situazione si è deteriorata, nei modi che hai indicato.

12/9

Nessie said...

Fanno eccezioni i cuochi che si inventano il francese gastronomico come "vitel tonné" . Orbene tu sai che in francese vitello si dice "veau". E che "tonné" è un aggettivo inventato là per là. Ma pare che certi miei amici francesi apprezzino moltissimo questo piatto (da loro sconosciuto) e che perdonino volentieri questo francese maccheronico da gastronomia italiana, dicendo : "ça me plait ce vitel tonné".
12/9

Anonymous said...

Bello il titolo del tuo pezzo! Si raglia anche in italiano purtroppo. Nessuno più sa parlare e scrivere correttamente in lingua italiana, con qualche eccezione (tu Nessie scrivi benissimo). Bisognerebbe tornare a curare la nostra lingua e non sostituirla con termini inglesi o globish; inoltre sarebbe meglio curare la nostra scuola e i ragazzi che la frequentano, non inserire nei curriculi educazioni varie( sentimentale, sessuale, ecologica, gender) e togliere così tempo allo studio della lingua italiana e della letteratura.
Rosaspina

Nessie said...

Grazie Rosaspina. C'è il gioco di lettere tra il sommario (nel senso dell'elenco) e il somaro inteso come bestia. Possiamo dire anche dagli interventi qui letti, che del "buon inglese" ne è rimasto ben poco e che è diventato quasi tutto globish.
Vengo all'Italiano. "Una d'arme, di lingua, d'altare,/ di memorie, di sangue e di cor" - diceva il Manzoni in Marzo 1821, avendo ben chiaro il ruolo unificatore della lingua italiana e andando umilmente a risciacquare i suoi panni nell'Arno. Ma oggi, specie coi social, tutti pretendono scrivere (anche pessimi libri) e in pochi sono così modesti da fare buone letture.
Vero quel che dici sulla scuola (sempre più Squola) alla quale non sanno più che ruolo affibbiare. Una specie di vetrina che dovrebbe essere il megafono dell'Onu-Unicef-Unesco con relativa Agenda 2030 e sue aberrazione come quelle che hai citato.

13/9

Anonymous said...

Siamo stati sempre una colonia inglese e americana, è ovvio che qui in Italia la loro lingua sia stata imposta e che attecchisca più che altrove.

p.s una delle maggiori efferatezze in materia è il termine "invitation" in luogo di "invito", usato negli uffici per richiedere la partecipazione a una riunione

Stefano

Nessie said...

Vero Stefano. E il meeting, il brunch e il red carpet con tanto di standing ovation, dove li mettiamo?
13/9

Alessandra said...

Mi sono venute in mente anche le varie "challenge" ovvero le sfide, alcune delle quali diventate tristemente famose nelle cronache per via delle persone - soprattutto giovani - che per vincerle hanno perso ... la vita.

Ho letto quel tuo vecchio articolo del 2009, Nessie e anche i relativi commenti.
Ho trovato quest'altro articolo, in un blog che non viene aggiornato dal 2016 ma contiene articoli interessanti e, purtroppo, attuali.
Merita una lettura il "dizionarietto semiserio dei neologismi informatici" (molti dei quali hanno invaso tutti gli ambiti della vita quotidiana) da cui l'articolo prende spunto.

https://insuafavella.blogspot.com/2012/07/la-mia-tristezza-meccia-con-certi.html?m=1

C'è un'espressione che non sopporto, relativa a questi abusi linguistici: "Oggi si dice così". E quindi, bisogna per forza seguire, come un gregge di pecore, solo per essere "al passo coi tempi"? Che ormai, si vede che non è un bene.
La direzione è rimasta invariata, da allora e adesso che nelle scuole comincia a entrare l'intelligenza artificiale (forse è questo il vero motivo per cui hanno vietato gli smartphone ... altro che tutelare i ragazzi) il ritorno a un'istruzione che formi davvero i bambini e i ragazzi appare sempre più lontano.

(13/9)

Anonymous said...

Amici, togliamoci dalla testa che qualcuno possa mantenere integro e pulito il proprio linguaggio. Lo hanno perso gli inglesi col global, lo perdono gli italiani, ma con l'immigrazione massiva lo.perderanno tutti.Lo hanno già perso pure i francesi col linguaggio wesh-wesh delle banlieues arabizzate e africanizzate:

Anonymous said...

https://www.researchgate.net/publication/326273588_Le_langage_wesh-wesh_il_gergo_dei_giovani_delle_banlieues_francesi_tra_ricerca_identitaria_marginalita_e_integrazione_nell'era_dei_social_media

Fabio

Anonymous said...

E il brainstorming dove lo mettiamo?
Maria Luisa

Nessie said...

Sì, Alessandra, è un'espressione di disfatta e di rassegnazione ai guasti del cosiddetto "progresso", ritenuto inevitabile, in quanto è considerato SEMPRE cosa buona e giusta per l'umanità.
Ho letto l'articolo sui neologismi informatici e vedo che molti di quelle bischerate lì, le avevi già puntualizzate e stigmatizzate tu. Su tutte spicca il comando (per me insopportabile, in quanto è quasi un comandamento) del "SCARICA L'APP." Per mia fortuna, non ne ho mai scaricata una. Spero di potermi permettere questo lusso ancora per molto. Penso però all'invadenza e alla pervasività di tutti questi vocabolacci, nel corso del tempo.
13/8

Nessie said...

Grazie Fabio per il collegamento sul linguaggio wesh-wesh che purtroppo pullula già in molte canzoni rap francesi. Cangrande e la sottoscritta abbiamo scritto che i francesi resistono di più all'invadenza del globish, ma questo è vero solo per certe élite accademiche. Non abbiamo considerato la contaminazione che proviene dal basso, mediante l'immigrazione massiccia di afro-islamici e di arabi, con tutti i loro molteplici dialetti. E come, tutto ciò, concorra a impoverire la lingua francese.

Ma è già così anche per la nostra. Hanno permesso perfino a Sanremo a un cantante di mettere ritornelli arabi in un suo pezzo. Buona Notte a tutti! A Italia, a Francia e a Inghilterra con la sharia (parola che in realtà si dovrebbe tradurre con "legge islamica").
13/9

Nessie said...

Come no? Braistorming e pure brainwashing, Maria Luisa. E il Tycoon (come Elon Musk) dove lo mettiamo? Possibile che nessuno usi più il "magnate"?

Ringrazio tutti quanti per i contributi in perenne aggiornamento.
13/9

Alessandra said...

La colonizzazione dello scenario musicale si denota da come i cantanti saliti alla ribalta specie negli ultimi 10-15 anni siano tutti le brutte copie dei rapper, dei trapper e delle popstar straniere (che già non sono granché), in ogni aspetto: musiche, testi, coreografie, pettinature e trucco e modo di vestire - a proposito: a "look" in voga da decenni, si è aggiunto "outfit" che ormai si sente a ogni evento mondano.

(14/9)

Nessie said...

C'è senz'altro una omologazione generale dei costumi, pettinature, trucco, musicacce-spazzatura, tatuaggi ecc. a cui si aggiunge pure il linguaggio dei bassifondi e delle periferie. "Outfit", è davvero insopportabile come "input". Dammi un input invece di "istruzioni" è entrato ormai nel linguaggio comune. E' questo il dramma. La gente non fa nemmeno più fatica a cercare i corrispettivi.

14/9

Alessandra said...

È così, anche quando i corrispettivi si usavano praticamente fino all'altroieri.
Vale anche per i termini resi in italiano ma di fatto mutuati dall'inglese come "20-24" anziché "2024" e "H-24" invece di "24 ore su 24". Infilati ormai ovunque, con fastidio delle mie orecchie, per le espressioni in sé ma soprattutto per la facilità e ottusità con cui vengono assimilate e ripetute.

(15/9)

Nessie said...

Ah, sì, è vero. Lo ha fatto perfino quello stolto Amadeus con SANREMO 20-24, per la paura di dover dire Sanremo Duemilaeventiquattro.

15/9

Anonymous said...

2024 ricorda Nostro Signor Gesù Cristo. 20-24 è il nulla.
Oreste

Nessie said...

Già, l'iconoclastia è la loro cifra.
16/9

Cangrande said...

Esatto. Il 20-24 non è solo un ragliante anglicismo.

Ma, come giustamente hanno osservato Nessie e Oreste, un rituale per "spezzare" la conta degli anni dalla nascita di Cristo e quindi soprattutto una "comunicazione" a chi di dovere, cioè ai vertici delle logge che hanno ficcato lì l'Amadeus ragliante: "Visto che sono dei vostri ?", "Sono il vostro scendiletto, sono stato bravo? Mi merito che mi affidiate un altro Sanremo".

Quel massoncello di Amedeo Sebastiani, vissuto a Verona fino alla prima gioventù era famoso, oltre che per essere un forestiero avulso e non accettato in città, in quanto limitatissimo e sfigato, per essere un vero e proprio "musso".
In dialetto "mulo" nell'accezione della massima asineria, tanto per essere in argomento col post.

Nessie said...

Grazie Cangrande, hai completato bene il ritrattino di quel "bafometto dei Tarocchi" di Amedeo Sebastiani. E non è un caso che abbiano prescelto lui per la vetrina più globalizzata d'Italia. Li oramai ci sono drag queen, LGBTQ e tutto il resto del cuccuzzaro mondialista, mentre le canzoni e la musica sono l'ultima cosa. Domani cambio Topic.

17/9

Cangrande said...

Anche un pluri-ripetente all'istituto superiore agricolo. Non ricordo neanche se è riuscito a diplomarsi.

Nessie said...

Come al solito in questa società viene avanti IL CRETINO.

17/9