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11 February 2011

Alessia e Livia, due cucciole da salvare

Le due gemelline Alessia e Livia sembrano essere state inghiottite nel nulla. Nel vedere i loro volti teneri di bionde bamboline credo che chiunque abbia un po' di cuore sia preso da grande apprensione e commozione. Raggelanti le ultime notizie di un padre depresso e devastato dalla sua follia che ha cercato in Internet notizie sui veleni, che si è dato alla morte in modo violento sotto un treno a Cerignola e che ora sembra abbia fatto pervenire un'atroce missiva alla moglie in cui si scrive "Le bambine riposano in pace e non hanno sofferto. Non le rivedrai più".
Questa è una delle tante, delle troppe tragedie familiari della follia, dove i bambini sono le vere innocenti vittime travolti da un destino drammatico, ostaggi della violenza degli adulti, strattonati e spezzati in quegli affetti che dovrebbero proteggere la loro  giovane vita. 

Al  folle padre,  evidentemente non bastava distruggersi: ha voluto distruggere anche le sue due creature che - ignare e innocenti -  si affacciavano alla vita. Se c'è ancora un barlume di  speranza, spero che le due piccole possano tornare sane e salve a  riabbracciare la loro madre. La quale avrebbe forse dovuto vigilare maggiormente sul precario stato di salute mentale del marito, tenendo le figlie al riparo da lui. Ma si fa presto a giudicare, quando non si è dentro alle situazioni.

Il pensiero corre a quello spossante viaggio verso la morte in cui le due cucciole avranno cercato  un vero nido, il calore di una famiglia unita, il sorriso della loro mamma, le loro abitudini, la cameretta con i loro giocattoli. E invece erano con un padre già lontano, freddo e insensibile prigioniero della sua pazzia e del suo malessere.  La speranza  è l'ultima a morire, perciò speriamo che quelle parole agghiaccianti siano state solo un  brutto scherzo,  per fare dispetto alla moglie. Ma è una flebile speranza ridotta a lumicino.

Segnalo questo interessante articolo "L'amore che diventa odio è capace di ogni cosa" dell'avv. matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace , sul disagio familiare divenuto problema globale.

6 comments:

Vanda S. said...

Queste bimbe disgraziatamente sono uno dei tanti casi di "danni collaterali" conseguenti allo sfascio totale della struttura portante dei valori del matrimonio e della famiglia.
Intanto i media continuano a proporci modelli di "moderne, disinibite e trasgressive e FELICI" famiglie estese: qui di estesa putroppo c'e' rimasta solo la MENZOGNA!

Nessie said...

Esatto Vanda. In compenso si continua a sbandierare la famiglia "democratica" e allargata, con figli di primo, di secondo e di terzo letto, uniti all'insegna del "volemose bene" e di ex coniugi che sono rimasti "buoni amici".

Anonymous said...

Quel pazzo criminale le avrà avvelenate eppoi buttate in mare. Per questo non riescono a trovarle e forse non le troveranno mai.

Laura

Nessie said...

Temo anch'io Laura. Magari le avrà somministrato sostanze narcotiche prima di gettarle in mare. Da qui la frase "non hanno sofferto". Certo che è una bestia.

Il Jester said...

Saura, ma il bottone "mi piace" no eh??? :-)

Nessie said...

Non capisco, spiegati meglio, Jester, che significa?