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11 January 2011

I consumi diminuiscono ma nessuno ci spiega perché

I TG del dopo le vacanze natalizie si abbandonano a sconsolate statistiche sul calo dei consumi degli Italiani, sulla crescita zero, sul PIL che non sale e sui redditi invariati che perdono il potere d'acquisto. Belle scoperte! E'  tutto un bollettino di guerra, però  non c'è nessuno che ci spieghi veramente perchè. Non scriverò cifre e statistiche Istat perché mi annoiano.
Per cominciare,  la crescita. Come si fa a crescere se ci smantellano tutte le realtà produttive italiane (i cosiddetti "asset")? Come si fa se delocalizzano le nostre industrie  manifatturiere in giro per il globo, nel nome della tanto decantata "globalizzazione"? Infine se devono "venire avanti" i cosiddetti paesi "emergenti" (soprattutto Cina, Corea e India)  è evidente che hanno pensato di rottamare i paesi un tempo più ricchi, tra i quali il nostro.   E' il principio dei vasi comunicanti: se sottrai del liquido al vaso A è evidente che sarà più pieno il vaso B. Lo capiscono anche i bambini, ma non ce lo vogliono dire. Intanto il calo del fatturato ci ha fatto regredire di 25 anni indietro nel tempo, ma nessuno lo vuole ammettere, altrimenti sarebbe uno scacco matto  per la tanto declamata  Ue, messa in piedi col proposito di renderci più ricchi e più sicuri.

Veniamo ai consumi. Anche questi sono legati alla manifattura del buon tempo che fu. Li avete provati i nuovi capi di vestiario con i tessuto made in China o India o Bangladesh o Shri-lanka? Costano cari e dopo una lavata sono da buttare. Perché gli Italiani dovrebbero buttare via i loro quattrini per mettersi addosso dei capi tarocchi in nome della "crescita"?
 I saccentoni alla Marcegaglia, pensano forse che non sappiamo fare raffronti tra i fini capi di abbigliamento che avevamo e quelli di cui dispongono attualmente i negozi e i centri commerciali? Perciò, meglio rammodernare i capi "antichi" con opportuni ritocchi,  e lasciar perdere la fuffaglia che ci invade. Stessa cosa dicasi per borse, scarpe e tutto quanto compravamo made in Italy, quando erano per davvero fatti e manufatti in Italia. Ora che abbiamo perso sovranità produttiva, mettono - chissà perchè -  bandierine tricolori dappertutto, stampano magliette e felpe con scritte italiane come "La Gazzetta dello Sport", ma vi accorgerete che dopo aver frugato il capo  in lungo e in largo, compare l'etichetta (piccolissima e ben nascosta) "Made in Honduras". O tute da ginnastica made in Turkey.

Vettovaglie e oggettistica per la casa. Anche qui le sorprese non mancano. Caffettiere moka express fabbricate nei più svariati paesi esotici. E se vi serve una caffettiera con l'omino coi baffi (cioè italiana-italiana), allora la pagherete il triplo delle altre.  Porcellane per piatti, tazze e tazzine e bicchieri fatti altrove. Pentole con marchi italiani che non si trovano più perché nel frattempo le ditte sono fallite. Ascoltate questo video e ne saprete di più perfino sui leggendari mastri vetrai di Murano, i quali si sono piegati a far fare altrove il loro lavoro, per il quale erano famosi nel mondo. Operazione Marco Polo all'incontrario, con la sigla Made in Murano ma fabbricati in Cina come merce contraffatta. 

Agro-alimentare. Ribelliamoci all'Ue che incoraggia la frode alimentare, l'inganno e vuole smantellare i nostri  prestigiosi marchi alimentari come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma ecc. Ora - figurarsi un po' - si produce  addirittura il formaggio Asiago del Wisconsin, il Lambrusco della California o il Parmesan nella Baviera. La Ue tollera il finto e il falso europeo fabbricato altrove dagli extra-europei, ma in compenso protegge gli "originali" extracomunitari come potete ben leggere qui. Un ennesimo esempio di mondo rovesciato.

Sì,  i consumi calano non solo perché c'è meno disponibilità di denaro (come in effetti c'è),  ma anche perché almeno su qualcosa siamo rimasti degli affezionati patrioti: ai nostri prodotti alimentari e al nostro cibo "fatto in casa",  ai marchi di elevata qualità , come ai nostri manufatti e ai buoni prodotti italiani di lunga durata, con buona pace per la fuffa e la paccottiglia da quattro soldi che ci viene imposta dal mercato globale. La Confindustria, la Confartigianato e la Confcommercio, prima si accorgeranno del fenomeno di riluttanza a farci ingannare meglio sarà.
C'era una volta in Italia...

68 comments:

Huxley said...

Nessie, leggiti questo 'stupendo' articolo, direttamente dal blog di Della Vedova

http://www.libertiamo.it/2011/01/07/grazie-globalizzazione-per-averci-dato-il-mondo-low-cost/

Più che il mondo low cost ci sta regalando l'essere umano low cost,
semplicemente sublime poi l'ultimo periodo dell'articolo.
Tra l'altro i prezzi dei generi di prima necessità (come gli alimentari) stanno lievitando in modo esponenziale in tutto il mondo, stesso dicasi delle materie prime, magari qualcuno di questi 'illuminati' ci potrebbe spiegare il perchè.

p.s. Io sto seriamente pensando di squagliarmela,che altri si godano questo nuovo 'paradiso' globalizzato.

Nessie said...

Letto Hux. Che razza di imbecille questo Della Vedova. Non per nulla è finiota. Ci vada lui a Macao a produrre a ritmi stakanovisti, visto che per ora si busca l'emolumento di parlamentare a sbafo.

Se trovi ancora un brandello di mondo non globalizzato, fammi un fischio che ci vengo anch'io.

Massimo said...

La globalizzazione avrebbe un senso se consentisse di far crescere chi è dietro, senza abbassare il livello di chi sta davanti. Così, invece, applica il classico principio comunista per cui non potendo elevare tutti quelli che stanno in basso al mio livello, abbasso tutti quelli che sono al mio livello al loro ...
Non ti ripeto la solita storia dell'acqua calda e delle partite su Sky, ma se non accade qualcosa di traumatico, dubito che riusciremo a reagire per ribaltare la situazione.

Nessie said...

Massimo, lo dice perfino Sartori sul Corriere della BCE che "a parità di tecnologia l'Occidente ad alto costo di lavoro è destinato a restare senza lavoro: le cosiddette società industriali avanzate diventerebbero società senza industria... In un'economia globalizzata il lavoro va ai poveri e i Paesi ricchi vanno in disoccupazione».
Ergo scacci il comunismo dalla porta ti arriva dalla finestra sotto forma di pauperismo generalizzato.

L'articolo è questo:

http://www.corriere.it/editoriali/11_gennaio_08/ottimisti-e-ingenui-giovanni-sartori_dac8bb4e-1aec-11e0-8e74-00144f02aabc.shtml

Luka said...

A proposito di frodi alimentari, noi importiamo una certa quantità di carne suina dalla comunità europea ma non c'è la tracciabilità del prodotto e ora è scoppiato il caso delle uova, del pollame e delle carni alla diossina nella Germania. Bella fregatura!

marshall said...

Nessie,
ti dò una dritta. Oggi Tod's è andato molto bene in borsa perchè Della Valle ha annunciato che le vendite natalizie gli sono andate "molto bene": bugia sua o incongruenza del sistema, che grida al lupo al lupo, ma poi le cose van bene o come al solito?

Nessie said...

Luka, la Ue è protettrice sia di frodi che di sofisticazione alimentare come ho già indicato in questo link:

http://euro-holocaust.splinder.com/post/23667958/unione-europea-difesa-del-falso-europeo-e-delloriginale-extracomunitario

Gli eurodeputati leghisti è da molto tempo che fanno battaglie per la "traccibilità" alimentare. Ma anche noi consumatori possiamo fare qualcosa rifiutandoci di NON comprare prodotti che non vengono prodotti qui.

Nessie said...

Marsh, le scarpe Tod's (e anche le Hogan) vengono prodotte in Cina. Di italiano hanno solo il legittimo proprietario.

marshall said...

Nessie,
interessante la tua teoria dei vasi comunicanti, applicata all'economia.
Quando vendevo carta da stampa agli editori e alle tipografie era il periodo in cui cominciavano ad entrare sul mercato italiano cartiere portoghesi, slovene, cecoslovacche, polacche ecc. Avevano, ovviamente, prezzi inferiori ai nostri, nonostante una qualità pari alla nostra, e nonostante avessero alti costi di trasporto. E sai qual'era la giustificazione che ci veniva inculcata?: moneta debole chiama moneta forte! Nel senso che, avendo noi una moneta forte (nonostante allora ci fosse la bistrattata liretta, che però rispetto a quelle monete era veramente forte), e loro debole, le aziende italiane avevano interesse a comprare da quei paesi in via di sviluppo, perchè ci guadagnavano comunque sul cambio. E con tutto questo, da quel "giro del fumo" dei cambi di valuta, c'era comunque una categoria che ne usciva con lauti guadagni, senza rischiare e senza fare nulla. Erano i cambiavalute del mio post odierno.

marshall said...

Nessie,
c'è la nostra amica blogger marchigiana che ci potrebbe dire come stiano effettivamente le cose a proposito degli stabilimenti della Tod's. Mi risulta anche che ai dipendenti Tod's nel corso del 2010 siano stati pagati premi di produttività per 3200 ero a testa: mica male!

Nessie said...

Marsh, era una metafora non una teoria. E' evidente che se crescono "loro", decresciamo e andiamo indietro noi.Come già sta avvenendo. E' tanto semplice, ma non lo dice e non lo scrive nessuno. Chissà come mai...

sarcastycon said...

Nessie
c'è un altro problema da considerare: chi è che dice che i consumi e la produzione industriale diminuiscono?
Escludiamo, come hai fatto tu, l'istat, nota fornitrice di numeri da giocare al lotto, chi rimane?

La confcommercio, la confesercenti, la confindustria, i sindacati, gli studi di settore e similari.Per non parlare delle ridicole organizzazioni sovranazionali, che un giorno dicona una cosa e il giorno dopo il contrario.

Ognuno di questi soggetti ha interesse a dire che tutto va male, cercando di forzare la mano al governo affinchè dia incentivi, sgravi e quindi continuare a succhiare soldi allo stato cioè alle tasche dei cittadini.

Con questo non ti voglio dire che le cose vadano bene, ma se "marpionne", vuole investire in Italia, ed è ovvio che detti le condizioni, significa anche che ritiene che si possa produrre in modo concorrenziale o qualitivamente superiore. Cosa che quei deficienti della fiom-cgil vetero comunisti bolliti, non hanno capito. Quindi,oltre ad un rigore amministrativo, che è la cosa più difficile da realizzare,perchè bisogna mandare a casa il 90% dei politici ladri ed incompetenti,
riqualificare la produzione su standard più elevati: il buon prodotto di lusso va sempre.
La Ferrari non conosce crisi.
Una cosa molto importante è che bisogna piantare dei bei paletti all'invadenza dell'Ue, che fa più danni della grandine in tempo di vendemmia.
Oltre a questo occorre tagliare la testa alla speculazione finanziaria, vietare emissioni di titoli spazzatura e bloccare la compravendita veloce delle azioni, le transazioni esclusivamente per contanti e non con pagamenti differiti, per riportare la borsa al suo ruolo originario che era quello di investimenti come compartecipazione allo sviluppo delle aziende.
Forse non saranno misure sufficienti, ma sicuramente ci allungherebbero la vita.

marshall said...

Nessie,
è come quello che scrive Massimo. D'altronde è stato il pezzo forte dell'ideologia comunista, che a quanto pare è rientrata camuffata da globalizzazione. Ci voleva, e quindi ci vuole tutti allo stesso livello, dove intelligenza, attivismo e capacità personali non sarebbero più di stimolo per nessuno (a qual pro sbattersi e darsi da fare!).

marshall said...

Nessie,
a proposito di metafora, credo che invece sia proprio una teoria. Teoria pratica. Più che teoria, una verità.

marmando said...

Si e poi Della Vedova sta in un partito che vuole concedere la cittadinanza facile agli immigrati.
Ma allora se le produzioni si spostano tutte altrove,che ce ne facciamo di tutta questa manodopera straniera? Per non parlare che gli italiani VERI sono già in abbondanza.
Dobbimo diventare NOI la Cina?

"C'era una volta in Italia..."

Di questo passo...speriamo di non dover dire:
C'era una volta l'Italia.

Nessie said...

Evviva! Sarc for President in pectore :-).
Tutte cose sacrosante, ma vai un po' a realizzarle...

"Una cosa molto importante è che bisogna piantare dei bei paletti all'invadenza dell'Ue, che fa più danni della grandine in tempo di vendemmia".
Eccome! Ma questo, come sai, è un tasto dolentissimo. E ora rischiano di farci intossicare con le carni alla diossina che importiamo dai paesi comunitari senza specificare QUALI.
Colgo l'occasione per rispondere a una stolida blogger che parlava a sproposito di "arianesimo ortofrutticolo" da evitare, che la "tracciabilità" dei prodotti è solo garanzia di sicurezza del consumatore. E che la genuinità di un prodotto è un diritto. Con la scusa che intanto siamo tutti paesi "fratelli" rischiamo di avvelenarci, specie quando ci sono casi come questi.

Nessie said...

Marsh do sempre a Massimo ciò che è di Massimo :-).
La globalizzazione nasce con propositi liberisti ma i suoi risultati sono comunisti. Un pessimo comunismo planetario che abbassa i livelli di redditività e che ci vuole equiparare a paesi sottosviluppati e in via di sviluppo, mettendo in piedi forzosamente etnie incompatibili per culture e religione. Per farci accettare con la forza questa ciofeca, cercheranno di mettere in piedi un "governo mondiale" in stile Orwell.

Nessie said...

"Ma allora se le produzioni si spostano tutte altrove,che ce ne facciamo di tutta questa manodopera straniera?".

Marmando, questa è la madre e il padre di tutti gli interrogativi.
Ma è da qui che se un governo si sveglia come si dovrebbe svegliare, può trarre anche implicitamente la risposta per agire: rimpatrare a casa le "risorse" poiché non c'è lavoro nemmeno per noi. E dunque, la sola risorsa possibile per l'Italia sono gli Italiani.

marshall said...

Condivido il concetto espresso da Marmando:
"Ma allora se le produzioni si spostano tutte altrove,che ce ne facciamo di tutta questa manodopera straniera?"

Se tutte le produzioni dove c'è bisogno di largo impiego di lavoro manuale (senza dover essere necessariamente dei cervelloni) vengono spostate dove il costo della manodopera è irrisorio rispetto a paesi avanzati come Francia, Italia, Germania, cosa ne sarà delle masse di immigrati dai paesi sottosviluppati?
Non oso pensare alle conseguenze catastrofiche che sicuramente deriveranno dal controesodo forzoso di tali masse.
E poi c'è il partito di Della Vedova, dalla cittadinanza facile. Ma questo ha mai pensato a quelle conseguenze a lungo/medio termine?

Meno di un anno fa ebbi a scrivere un breve post sulla situazione economica della Romania, incluso l'aver parlato delle sue bellezze localistiche/paesaggistiche (poichè ho dei conoscenti/amici rumeni, tra i quali anche il blogger Starsbands, italiano innamorato della Romania, che Nessie anche lei conosce); ebbene, da allora, quasi tutti i giorni entrano nel blog rumeni, italo/rumeni o chicchesia con parolechiave Google del tipo: "Romania situazione economica disastrosa".

Ciò vuol dire che anche là, dove molte aziende italiane avevano dislocato, la questione si va facendo pesante e chiudono.

In buona sostanza ciò vuol dire che i rumeni arrivati qua, resteranno qua. E così dicasi di tutte le altre etnie.
Il problema, quindi, anzichè pensare alla cittadinanza facile (come fa il partito del Fli), che è un incentivo a far si che abitanti dei paesi sottoviluppati vengano da noi. Il problema è ora quello di bloccare seriamente gli arrivi, perchè la situazionemnon diventi esplosiva un domani.

(e così ne è venuto un post)

sarcastycon said...

Nessie
a proposito di consumi leggi questo articolo
http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_perche_e_bene_che_bot_tornino_salire/12-01-2011/articolo-id=498865-page=0-comments=1

e vedrai che è come dico io: le statistiche sono un giochino, o meglio un ruzzino come si dice da queste parti, per gente in malafede.

Per quanto riguarda la disoccupazione, bisogna fare alcune considerazioni.
Intanto almeno un 4/5% è fisiologico nel senso che difficilmente anche nei momenti migliori, si è mai andati sotto questa cifra e questo sta a significare che quel 4/5 % non sono veri disoccupati, ma solo gente che è iscritta nelle liste per prendere il sussidio e che a lavorare non ci pensa proprio.

Ci sono decine di migliaia di posti disponibili, ma gli italiani non vogliono fare certi lavori: è più comodo stare a casa, prendere la disoccupazione e fare qualche lavoretto in nero, quando se ne ha voglia.
In quanto ai giovani c'è un surplus di laureati inutili con lauree inutili e che non si adattano a fare altri lavori, tanto si può fare i bamboccioni a vita. E chi glielo fa fare di lavorare...

Per questo il lavoro non c'è per gli italiani ma c'è per gli extracomunitari o provenienti da paesi UE depressi.
Infatti per le badanti, la maggior parte polacche, non esistono problemi occupazionali in Italia.
Anzi bisogna tenersele ben strette e pagar loro stipendi che alla fine risultano superiori alla media e a quelli di molti professori delle scuole medie....

Infine per le vacanze, e non solo, i nostri aereoporti sono intasati come le autostrade i ristoranti e gli alberghi, specie quelli di lusso.
Sono sempre più convinto che circoli molto nero e che il PIL sia abbondantemente sottostimato,non vedo altre spiegazioni.
Strano paese il nostro.

Anonymous said...

Il nuovo mostro è in arrivo, e l’euro gli apre la porta…
http://www.movisol.org/11news005.htm

Fabianesimo
http://santaruina.splinder.com/post/22005427/il-fabianesimo-e-la-finestra-dell-inganno
...H.G. Wells
http://www.movisol.org/wells.htm
m

Huxley said...

"Ma allora se le produzioni si spostano tutte altrove,che ce ne facciamo di tutta questa manodopera straniera?".

Le mie personalissime risposte (piuttosto ovvie a dire il vero):

- Compensare il declino relativo alla base dei consumatori (che a sua volta è legato a quello demografico); ad es. diverse banche hanno aperto filiali e sportelli specificatamente orientati alla clientela extracomunitaria.

- Ridurre le spinte salariali e richieste sindacali.

- Indebolire e poi distruggere il tessuto etnico-culturale preesistente.

Nessie said...

"Ciò vuol dire che anche là, dove molte aziende italiane avevano dislocato, la questione si va facendo pesante e chiudono".

E difatti Marsh, è così. Il mercato globale deve diventare un turn over continuo di masse che si spostano insieme alle merci e ai capitali. Ma chi viene qui, poi difficilmente se ne andrà. Vedo che poi ti ispiri per nuovi post :-)

Anonymous said...

"Indebolire e poi distruggere il tessuto etnico-culturale preesistente".
mettiamoci anche il fatto che dall'introduzione della 194 non sono nati 4 milioni e mezzo di italiani....
http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=print&sid=1978

Nessie said...

Sarc, ora leggo l'articolo che hai linkato. Ma io difficilmente mi faccio incantare dalle statistiche. Parlo direttamente con i commercianti e constato di persona.
Sarà anche come dici, ma quando vado nel centro della mia città noto che molti negozietti ben qualificati chiudono e che al loro posto nasce o un outlet o un negozio gestito da stranieri.
Inoltre non sono d'accordo sul mantra di sinistra (che stranamente fai tuo) dei "lavori che gli Italiani non vogliono più fare".
Poi magari, al riguardo ci farò sopra un post (come dice Marsh).

Nessie said...

"Compensare il declino relativo alla base dei consumatori (che a sua volta è legato a quello demografico); ad es. diverse banche hanno aperto filiali e sportelli specificatamente orientati alla clientela extracomunitaria"

Huxley, hai toccato il tasto giusto. Insieme agli extra aprono sportelli bancari e agenzie di mediazione per le pratiche veloci di documenti e pratiche burocratiche snellite per l'uopo proprio per loro. In sostanza, quando vengono qui, hanno già tutte le dritte fresche fresche di scuderia e non girano a vuoto. Basta che gironzoli per la città per accertartene personalmente. Tutto business che gira.

Nessie said...

Tutto calcolato: noi dobbiamo astenerci dal filiare, loro invece possono e devono proliferare e moltiplicarsi. Ma su questa ingiustizia è responsabile anche la Caritas, che ora corre tardivamente ai ripari.

Anonymous said...

Fortis: ci vorrebbe la Russia per salvare i “consumi” italiani
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2011/1/11/SCENARIO-1-Fortis-ci-vorrebbe-la-Russia-per-salvare-i-consumi-italiani/140468/
m

sarcastycon said...

Nessie
Che gli italiani abbiano poca voglia di lavorare salvo eccezioni,
non è un mantra. Sai che per la mia attività lavorativa ho dovuto spesso assumere operai, per lavori, per lo più buoni, come carrellisti, magazzinieri, meccanici, autisti e giustamente retribuiti. Non è mai stato semplice tutti quelli delle liste che ci dava il famigerato ufficio della massima occupazione,hanno quasi sempre rifiutato.
Meglio prendere un assegno ridotto che lavorare!

Sentendo i discorsi demenziali di certi operai ai cancelli di Mirafiori ti confesso che nei panni di Marchionne non trascinerei la Fiat in un investimento di quella portata. Troppo rischioso anche se i sì dovessero vincere a grande maggioranza.

Per quanto riguarda i negozi piccoli è chiaro che quelli che vendono merce di qualità mediobassa siano in grosse difficoltà, a causa dei costi di gestione elevati, e che vengano sostituiti da cinesi e marocchini, ma sai quanto lavora questa gente? 12 ore il giorno come minimo e in molti casi di più. Per loro non ci sono feste, nè straordinari da pagare e quasi certamente nè irpef nè contributi.
tanto le nostre istituzioni evitano, quasi sempre, di andare a fare ispezioni da loro.

E'il nostro sistema che non funziona i trinariciuti della cgil invece di fare battaglie ideologiche e donchisciottesche per salvare le loro poltrone alla faccia dei lavoratori, dovrebbero chiedere di impedire queste forme di schiavismo, che generano concorrenza sleale.
Ma gli extracomm sono intoccabili!
ciao

Nessie said...

"Per quanto riguarda i negozi piccoli è chiaro che quelli che vendono merce di qualità mediobassa siano in grosse difficoltà, a causa dei costi di gestione elevati, e che vengano sostituiti da cinesi e marocchini, ma sai quanto lavora questa gente? 12 ore il giorno come minimo..." .

Sarc, nella mia città del Nord Italia avviene esattamente il contrario di quanto scrivi. Hanno chiuso negozi che vendevano articoli di ottima qualità pe r essere sostituiti con altri esercizi "stranieri" che vendono fuffa e paccottiglia cinese. Chiudono trattorie tipiche per aprire ai kebab e alle "lanterne rosse".
E' esattamente il contrario di quello che stai affermando. Bisognerebbe chiedersi perché questi ottengono così facilmente le licenze mentre i negozianti autoctoni vengono angariati di tasse fino a chiudere. Evidentemente gli stranieri non sono così poveri e hanno dei quattrini con cui pagare gli affitti e le licenze onerose.
Scusa ma continuo a non essere d'accordo col quadro che mi descrivi. Io ho visto un altro film e la globalizzazione oltre che starmi stretta, rovina anche il bel gusto italiano e il raffinato Made in Italy.

Nel merito di Marchionne e della Fiat non entro, perché la Fiat ha molti peccati da farsi perdonare.

Johnny 88 said...

Sull'argomento poi notiamo il cambiamento dei tempi. Quelli che una volta promuovevano lo statalismo del "paradiso" sovietico, quelli che propugnavano uno stato più invasivo, oggi sono quelli che si strappano le vesti ogni qual volta Tremonti parla di dazi per difenderci dalla Cina.
Sui negozietti che chiudono, a Padova parecchi han chiuso i battenti. Non saprei dire il numero preciso ma nell'ultimo anno bastava passeggiare per il centro per trovare parecchi negozi coi cartelli "svendita per cessata attività" ben appesi.
Sui "lavori che gli italiani non voglion fare" è vero che c'è una certa mitologia ma è altrettanto vero che ci son molti "signorini" che rifiutano certi "lavori". E molti di queste braccia rubate all'officina oggi stan dietro le cattedre ad insegnare, e mi fermo qui.

marshall said...

Sarcastycon,
gran bella testimonianza della vita lavorativa, la tua.

Perchè non metti tutto in un post funzionale questi tuoi ricordi? Alla stessa maniera di come la iniziai io sul mio blog.

...e così dimostreresti anche di non essere solo un vignettista satirico, o il filosofo/scienziato pensante del Sarcastycon 3.

E' anche questo lo scopo divulgativo dell'avere un blog.
Ciao.

Nessie said...

Giovanni, innanzitutto chiedo a te e agli altri amici di guardare i links che ho messo a disposizione: quello di Benetazzo sul made in Murano, ma di provenienza contraffatta cinese, e il link di Euroholocaust sulle frodi tollerate dalla Ue e che riporto qui:

http://euroholocaust.splinder.com/post/23667958/unione-europea-difesa-del-falso-europeo-e-delloriginale-extracomunitario

Sui negozietti di Padova, è così in quasi ogni parte di Italie e come ho già detto a Sarc due sono i fattori: le concentrazioni dei grandi centri commerciali (outlet9 e la concorrenza straniera. Che - lo ripeto - non è migliore ma peggiore.

Sui "signorini", mi spiace ma non concordo. Sono la versione aggiornata dei "bamboccioni" di Padoa-Schioppa un parassita succhiasangue che probabilmente non sapeva nemmeno che ci sono giovani che si fanno un mazzo grosso tanto nei call centers per pochi euro. Poi vengono buttati fuori grazie alle delizie della new economy, e allora caragrazia che c'è la famiglia sennò dovrebbero andare a elemosinare un piatto caldo alla Caritas.
Ma mi sa che l'ultimo progetto massonico è quello di distruggere anche quella e di renderci totalmente dei poveri schiavi.

Nessie said...

"Che gli italiani abbiano poca voglia di lavorare salvo eccezioni,
non è un mantra. Sai che per la mia attività lavorativa ho dovuto spesso assumere operai, per lavori, per lo più buoni, come carrellisti, magazzinieri, meccanici, autisti e giustamente retribuiti. Non è mai stato semplice tutti quelli delle liste che ci dava il famigerato ufficio della massima occupazione,hanno quasi sempre rifiutato".

Andiamo avanti così a farci del male, a disistimarci e ad autoflagellarci. Chissà come mai poi che all'estero veniamo più apprezzati degli altri.

Johnny 88 said...

Nessie, i "signorini" ci sono, eccome se ci sono. Mi dispiace ma il succhiasangue di Padoa Schioppa (su cui mi auto-censuro sennò rischio la querela per vilipendio al defunto) non aveva tutti i torti quella volta (sul fatto che poi lui fosse un vampiro usurocrate della peggior specie son d'accordo. Sia chiaro). Mio padre ha avuto un'esperienza simile a quella di Sarc. La sua azienda cercava operai. S'è rivolta agli uffici di collocamento ma, la quasi totalità di quelli che chiamava rispondevano "no" perché è più comodo aver l'assegno di disoccupazione e/o il posto pubblico magari dietro la cattedra. Ogni volta che vien fuori la lagna del 30% di giovani disoccupati sul "Gazzettino" vien fuori il contro-articolo (vedo se riesco a ripescarlo) in cui tiran fuori tutti i lavori che stanno sparendo. Artigiani, falegnami, pasticcieri... tutti lavori in via d'estinzione. Perché? Perché cercano garzoni ed apprendisti ma non li trovano. No, i miei coetanei non si sporcano le mani. Purtroppo è così. Dopo però hanno il coraggio di lamentarsi e piagnucolare perché la Gelmini cattiva ha chiuso i rubinetti della scuola (Deo Gratias, se m'è consentito) e quindi loro non potranno andare a scaldar cattedre ma dovranno pedalare.

Nessie said...

Non so cosa dirti: se è così teniamoci i marrocchini e non lamentiamoci.

Come ho annunciato, il prossimo post sarà proprio su questi luoghi comuni comunistici che non solo sono serviti a dare la stura alla globalizzazione, ma anche a creare la figura del padroncino di destra (o leghista) nella "gabina", ma di sinistra nelle assunzioni. Col mantra che "non può fare a meno di assumere extracomunitari" perché intanto per lui, il profitto è la sola cosa che conta.

Salvo poi delocalizzare l'aziendina in Romania o altrove quando gli affari vanno maluccio. Come ho visto fare proprio nel Veneto (dove mi reco spessissimo) e sbattere sulla strada i "poveri negri" a fare i pusher alla stazione.
Ma a loro (parlo degli imprenditori) che gli frega? Tanto il degrado, la sporcizia e l'illegalità nelle nostre città ce lo sopportiamo noi cittadini.
No, non ci siamo assolutamente.
Io ragiono da semplice cittadina, elettrice e consumatrice. Non da imprenditrice.

Johnny 88 said...

Scusa Nessie ma è troppo semplice dire "colpa dell'imprenditore cattivo". Se l'imprenditore/artigiano "cattivo" cerca manodopera e i fighetti di sinistra gli rispondon picche , che loro non si sporcano le mani, non è colpa sua. La colpa è di una cultura catto-comunista che fa credere a questi "signorini" che per loro c'è l'assegno di disoccupazione o il posto pubblico ben pronto e quindi non vale la pena sporcarsi le mani. Sai che sull'immigrazione la penso come te ma, scaricare il barile sugli imprenditori è troppo comodo. Il problema principale sta in una serie di concetti culturali di sinistra che da noi spopolano e nel fatto che questi signorini posson permettersi di rispondere picche a quelli che li chiamano senza conseguenze. Una delle cose che dovrebbe fare questo governo di pseudo-destra sarebbe proprio porre fine a questa pratica e dire al fighetto che rifiuta le offerte di lavoro che può rifiutare pure il lavoro ma, se rifiuta le chiamate perde assegno di disoccupazione e posto nelle liste di disoccupazione. Forse si metterebbe in testa. Te lo dico non per luogo comune ma perché ho avuto occasione di conoscere imprenditori che cercano e non trovano e fighetti 40enni mantenuti dalla madre che han rifiutato lavori "umili" perché loro volevano il posto da insegnanti.

Josh said...

post interessante, molta carne al fuoco, nel testo e nei commenti.

Anche nella mia città del Nord, e in altre che per venture varie frequento, Emilia, Toscana e Abruzzo, la dinamica è quella raccontataci dalla Sciura Plesio.
Nei centri storici, molti negozi, storici a loro volta, e di qualità, non ce la fanno più, chiudono e al loro posto apre un negozietto di chincaglieria, di scatolette o frutta gestito da stranieri. Da anni sta andando così, impossibile non vederlo.
Gli outlet invece ormai in qs. regioni sono dislocati direttamente in periferia.

all'amico Sarcastycon:
stavolta non sono d'accordo con nulla.
disoccupazione: c'è. C'è una crisi mondiale. C'è una stasi nell'economia, è cambiato il modo di consumare (e te credo).
Ma molti extracomunitari hanno avuto la precedenza in molti lavori, proprio perchè extracomunitari.

Non credo affatto al mantra dei 'lavori che gli italiani non vogliono più fare'. Fin dagli anni 90 esisteva una percentuale di assunzioni obbligate di extracomunitari in fabbrica. Cioè gli italiani, se erano già stati assunti in una certa percentuale, oltre non ne venivano più presi. Questo in Emilia. Giusto per fare un esempio.

Ok Sarc sul 4/5% di disoccupazione fisiologica, anche nei momenti migliori, non si scende sotto la soglia...
ma senza mancare di rispetto a nessuno, da quanti anni siete in pensione???? 10, 20, 30 anni?
perchè se aveste lavorato abbastanza di recente cominciando dall'inizio, sapreste che
negli ultimi 20 anni si può essere iscritti alle liste, non vi chiamano MAI per nessun lavoro, nessuno rifiuterebbe a cuor leggero...
Se insisti tu per un posto presso un uff. coll. esistono una sorta di graduatorie non sempre chiarissime, non viene offerto nulla/niet/nein/nessun posto di nessun tipo spesso per mesi e mesi o anni;
il SUSSIDIO che avete citato anche troppe volte, anche se si resta senza lavoro, è BEN RARO prenderlo.
Ndo' cavolo stanno tutti sti sussidi?
Per un periodo non breve durante gli studi (pagati da ME!!)non ho lavorato e non ho mai visto il becco di un sussidio!

Un mio caro amico, rag. e laurea in economia e comm, e master esteri, che ha svolto sempre fior fiore di lavori, una volta persi, per chiusure aziendali, ha provato di tutto anche con me, dallo sgomberacantine, al call center a 300 euro al mese, alla racolta di frutti di bosco e pomodori: per iniziativa propria qualcosa avevamo trovato, ma mai è stato chiamato per lavori dagli uffici di collocamento che dite, tranne uno, l'accompagnatore di anziani part time a 300 euro al mese di una cooperativa servizi rossa...
ma anche nel suo caso ripeto, dove diavolo li avete visti i sussidi?
E sto parlando di anni di disoccupazione.

Eviterei magari di pontificare su mondi che non si conoscono da tempo e che non si frequentano da decenni senza scontrarvisi.

(continua)

Nessie said...

Giovanni, vivo in Lombardia e precisamente nella provincie che hanno visto nascere la Lega. Ti assicuro che questa mentalità di predicare cultura identitaria, salvaguardia dei dialetti e ampolline varie, ma di correre poi ad assumere gli extra è molto molto diffusa. Non me la prendo SOLO con gli imprenditori, ma anche loro veicolano il multietncismo e il multikulti come la chiesa, i sindacati, la sinistra e tutto l'ambaradan che già sappiamo. Prova a chiedere all'Unione Industriali e alle varie confindustrie locali, se non è vero.

So bene che a Mel, in provincia di Belluno c'è stato quell'industriale che ha messo una pubblicità su tutti i giornali chiedendo disperatamente "mano d'opera italiana", ma non l'ha trovata. Avrebbe dato vitto, alloggio, ma hanno risposto picche. Gente come questo imprenditore merita rispetto.
Ma questa è la "democrazia" e per precettare questi giovani, ci vorrebbe quella dittatura che nessuno si auspica.
Io non credo che questi giovani siano necessariamente "di sinistra, come dici tu. Io credo che in ogni famiglia ci sia (non se se sia giusto o meno) il desiderio di voler evitare ai propri figli quella routine che hanno fatto i genitori. In fondo certi atteggiamenti capricciosi, maturano all'interno del nucleo famigliare.

marshall said...

E' del tutto condivisibile quello che scrive Sarcastycon più sopra:
..."Per quanto riguarda la disoccupazione, bisogna fare alcune considerazioni.
Intanto almeno un 4/5% è fisiologico nel senso che difficilmente anche nei momenti migliori, si è mai andati sotto questa cifra e questo sta a significare che quel 4/5 % non sono veri disoccupati, ma solo gente che è iscritta nelle liste per prendere il sussidio e che a lavorare non ci pensa proprio."...

Ecco il punto..."e che a lavorare non ci pensa proprio"...
Però a volte è anche colpa dei genitori.
Qui vicino c'è una famiglia di 4 persone: genitori + 2 figli; il maggiore quest'anno compirà 30 anni. Non ha mai lavorato, e a questo punto credo non farà mai nulla (o nulla di buono). Mentre il secondo sta frequentando con profitto l'università, lui s'è fermato alle medie superiori, promosso per il rotto della cuffia. Poi ha fatto due o tre lavoretti occasionali di qualche settimana o mese, poi più nulla. Si sentiva sfruttato, e così la mamma, che gli dava corda, lo faceva stare a casa...
...e il risultato è quello sopra. Questo ragazzo farà e già fa parte di quella categoria che dice Sarc., la quale non ha voglia nè di studiare, nè di lavorare. Statisticamente sono 800.000 i ragazzi di tale categoria qui in Italia.

Josh said...

@Nessie: scusa, m'è partito un commento 2 volte.

questa è la parte 2, sempre per Sarc:

Non ci sono decine di migliaia di posti disponibili. In che settori? parliamone. Se anche non è il tuo ramo, ma hai necessità, e vuoi fare per es. il muratore, se sei italiano, hai bisogno della scuola da muratore, svolta presso l'apprendistato, con un attestato, certo non serve per es una laurea in lettere nè in ingegneria o economia, ma se ti presenti al cantiere senza quell'attestato non ti prendono. Quella scuola in Italia per gli italiani si fa dai 14 ai 18 anni.

In quanto ai giovani (io ho 40 anni, non è da molto che ho smesso di essere tra quelli) ci sarà un surplus di laureati inutili con lauree inutili. Pensa che io ho fatto lettere...ma anche cinematografia, assumendomene il rischio, e anche studi teologici....figuriamoci.

Ma il punto è che Se io resto senza lavoro proverò a fare la badante polacca, ma non mi prenderanno. Perchè, a parte che non sono una donna, per un italiano che vuole fare LA badante serve un diplomino base con nozioni infermieristiche, assistenza, o diploma di capo comunità e cose simili, che non posso prendere a 40 anni, ma nemmeno potevo a 30. Come nemmeno a 30 ma nemmeno a 25 potevo iscrivermi all'apprendistato falegnameria (ho sempre amato il legno) perchè è una scuola rivolta a chi esce dalle medie a 14 anni.

Alla fine dopo migliaia di peregrinazioni in una sQuola ci insegno, ma se non lo facessi i vostri consigli che so di fare il falegname,il muratore o la badante non sono realistici: non tanto perchè io magari sono imbranato e non bravissimo in queste cose, non tanto per le mie lauree astratte, ma perchè sono lavori in cui già a 25-30 anni non ti prendono, serve un diploma da apprendistato, un cursus honorum anche lì, nessuno può uscire realisticamente dal proprio campo, per quanto sia versatile....So cucinare, ma non mi prenderebbero nemmeno lì, serve il diploma di scuola alberghiera ma non lo puoi prendere dopo la laurea/ee o il master, ma bisognava farla a 14 anni. Un po' troppo facili certe opinioni che ho letto stavolta. Ho fatto l'esempio con me, ma ce ne sono molti altri. L'insegnante, come si nota da questi miei commenti spazientiti stvaolta, è un mestiere usurante e sottopagato, ce ne saranno una marea indegni ma c'è anche tanta brava gente che ne resta immeritatamente fuori e altri che si fanno un mazzo tanto.
Tutto sto campare a sbafo nella scuola nè altrove a me non è mai capitato.

Nessie said...

PS: In ogni caso , allo stato attuale se nascessero delle cooperative di soli autoctoni che si organizzassero per salvaguardare quel poco di lavoro rimasto, non sarebbe affatto male.
Mi risulta che da qualche parte, abbiano già iniziato con le badanti. Scusate, ma non vi siete mai chiesti come mai è saltato fuori un nuovo vocabolo che prima non esisteva nemmeno nella lingua italiana (badante)? E' evidente che queste nuove "figure professionali" sono state inventate di sana pianta dai sindacati per portare via quei lavoretti part-time che facevano casalinghe e pensionate nei piccoli centri e rigorosamente in nero?

E trovate giusto trasformare una famiglia in un'aziendina, costretta ad assumere una badante o una COLF straniera pagandole i contributi anche se poi magari ne ha bisogno solo per poche ore? Non vi puzza la cosa?
Inoltre se non funziona e la vuoi sostituire con un'altra ci vuole pure una "buona causa". Cosa vuol dire tutto ciò?
Semplice: che quei diritti e quelle sicurezze che prima avevano gli autoctoni ora si sono riversati sugli allogeni.

E noi dovremmo anche tenercele care? Ma per favore...
E n

Nessie said...

Caro Josh, impotantissima la tua testimonianza che cade giusto a fagiuolo.
Bologna è una città con tanti bei negozi e mi confermi quel che avviene anche qui: si chiudono i negozi eleganti per fare largo ai venditori stranieri di carabattole, i quali spesso non mettono nemmeno le insegne in Italiano. Intanto se la società deve diventare una Babele multietnica chissenefrega del bel gusto e dello stile, no?

Poi c'è un'altra cosa. La trafila del tuo amico, stai tranquilla che se fosse stato straniero non l'avrebbe fatta. Mi è capitato di incontrare una giovane donna greca sul treno con una valigia voluminosa e pesantissima, la quale mi ha dichiarato che aveva lavorato nelle Marche ma che ora sarebbe andata a lavorare nel Veneto. Questa aveva già in mano tutti i papiri, le coordinate e le dritte fresche di scuderia su dove andare.

Bene, qui o si dorme, o si fa finta di non voler vedere che se un Italiano cerca lavoro fa il giro delle 7 chiese senza trovare un accidente di niente. Se uno straniero viene qui, invece, sa già perfettamente dove andare: è il mercato globale, Bellezza! E ogni luogo del pianeta è casa di tutti.

Josh said...

@Giovanni: dici
"La sua azienda cercava operai. S'è rivolta agli uffici di collocamento ma, la quasi totalità di quelli che chiamava rispondevano "no" perché è più comodo aver l'assegno di disoccupazione e/o il posto pubblico magari dietro la cattedra."

in tutta franchezza Giovanni sono da mesi d'accordo con te su molte cose, su questo per niente.

L'assegno di disoccupazione è raro riceverlo, non pensiate che tutta sta gente prenda assegni di disoccupazione quando perde il lavoro, non siamo in Germania. Non è concesso quasi mai. Nei rarissimi-issimi casi in cui lo è, è bassissimo e dura pochissimi mesi e non può essere ripetuto. Il problema in Italia sono lunghe disoccupazioni, lunghe anni, e precariati lunghi anni perchè nessuno ti assume, anche se faresti qualsiasi cosa.
Eviterei di dipingere scenari in cui ci sarebbero maree di disoccupati mantenuti dallo stato quando da almeno 20 anni si arrangiano da sè dando fondo ai beni di famiglia o diventando barboni, come eviterei di mostrare idee false come l'altra di studenti o insegnanti in gran numero mantenuti dallo stato.

Chi viene dai centri collocamento a fare l'operaio, raramente può avere una cattedra a scuola, scuola che ha tutto un altro percorso e cursus honorum.
Non sono poi così tanti i posti pubblici dietro la cattedra, non pensiate. Ormai d'altro canto da 30 anni si parla solo di operai specializzati: raro che uno che possa stare dietro una cattedra, magari a insegnare latino o greco, abbia anche il diploma di perito chimico o industriale, o perito meccanico necessari e obbligatori per lavorare in fabbrica (idem per cuoco per fare il pasticcere). Non è che ci si improvvisi da un giorno all'altro, anche per la fabbrica, e se no vado a fare il docente e viceversa.

Josh said...

@Nessie:
esatto, la 'badante' è stata una nuova figura creata sindacalmente per occupare le extracomunitarie, in sostituzione di quello che facevano molte donne italiane, in regola o meno.
In Emilia molte donne dicevano "vado a far delle ore", sottinteso badare un anziano, rassettare casa, stirare & co. E a cifre più basse degli esborsi che ci sono oggi per la badante che tutte queste cose poi non fa, 'bada' e basta, cioè raramente rifa un letto e spesso non butta nemmeno l'acqua per la pasta.

Del resto è verissimo, proprio come dici: se un Italiano cerca lavoro, fa il giro delle 7 chiese senza trovare un accidente di niente. Per mesi. O anni. E sono anche cxxxi tuoi, nessuno ti aiuta, altro che sussidio.
ma molte persone, e con voglia di fare, sono in questa condizione.

Ma se uno straniero viene qui, invece, sa già perfettamente dove andare: ci pensa la cgil ed enti simili.
Sei tu italiano lasciato da solo a sbatterti.
Ma se precedo quello straniero, e vado io in quel posto di lavoro, proprio quello, IO SO che non mi prendono, e non sto scherzando, sperimentato sulla mia pelle e su quella di amici e conoscenti per anni.

In aggiunta:
Pensa anche solo come aggravante che nelle liste di colloc. c'è anche il numero di figli e parenti a carico nello stabilire chi deve avere la priorità in un lavoro qualsiasi.
Se non hai figli, o ne hai 'solo' 1 o 2, ma non 5-7-9-15 avuti da 4 mogli, secondo te chi avrà più probabilità di ottenere quel posto?
Ma anche se dovessi 'solo' lavorare per sopravvivere per mantenere te stesso, devi crepare solo perchè non hai 7 figli? O non è forse che sei stato 'prudente' a non mettere al mondo 7 figli, dal momento che non potevi sfamare nemmeno te stesso? allora per la tua prudenza resterai a vita senza lavoro. Pensa un po'.

Nessie said...

Josh, ho visto e ho cassato i duplicati.
Oltretutto anche per poter insegnare ci sono concorsi di cattedra, corsi e ricorsi che durano una vita. Come hai già detto tu, ci sarà anche del personale docente scadente, ma ce n'è anche di volonteroso e qualificato che però non fa notizia. Speriamo che anche questa non diventi poi una buona scusa per reclutare insegnanti "stranieri" che magari parlano l'Italiano come una vacca spagnola.

Già lo fanno con gli infermieri.

Pensa che anche qui in questo settore, c'è la scusa dei "mestieri-che-gli-italiani-non-vogliono-più-fare".
Salvo poi a venire a sapere proprio da una mia conoscente che lavora all'ospedale di Circolo della mia città che le assunzioni le fanno direttamente tramite consolati. I consolati dei paesi latino-americani propongono direttamente all'amministrazione ospedaliera la lista degli operatori sanitari, passando sulla testa degli Italiani. Con buona pace per chi dice che siamo signorini o bamboccioni viziati. Ah, saperle e leggerle sui giornali, certe notizie!

Nessie said...

Scusa Marsh, ma un conto sono i fatti e gli esempi personali, un altro conto sono le tendenze e le dinamiche socio-economiche (le costanti e le variabili) messe in atto dalla globalizzazione.
Mi pare che i contributi sociologici di Josh, vadano decisamente in questa seconda direzione che possiamo così riassumere:

a) excursus di studi lungo fatto apposta per tener parcheggiati i giovani.

b) doppiopesismo da parte dei datori di lavoro su chi devono assumere, i quali chiedono istituti o corsi di addestramento al lavoro agli autoctoni, ma non vanno molto per il sottile con gli allogeni.

c)incentivazione del controllo demografico presso gli autoctoni (pillola, aborto ecc.)

d) totale disincentivazione del controllo demografico presso gli allogeni (numerosi clan parentali con annesse ricongiunzioni).

johnny doe said...

Tutto giusto,in più metteteci che le cose van così in tutt'europa che non ha trovato di meglio che vendere parte del suo debito ai cinesi(che già hanno in mano quello Usa),e poi si lamentano (di facciata)che questi tengon la loro moneta bassa per esportare aiù non posso.
Questa inutile Ue nulla fa per favorire gli stati aderenti,anzi favorisce altri.
Quando ce ne disfarremo sarà sempre tardi.
Quando ai dati istat,non li prenderei come oro colato,già altre volte hanno toppato...

Josh said...

@Marshall: non posso conoscere la famiglia che citi. Ma in fondo può essere sfuggito qualcosa anche a te.
Intendo, può anche essere che quei 2 fratelli che citi non sono stati presi, mai assunti: è più comune di quel che si pensi: sono italiani, giovani e non hanno figli a carico, quindi non sono appetibili. O magari hanno già svolto entrambi una 40ina di lavori. E lo sai perchè il vicinato non se n'è accorto, vedendoli spesso a casa? Perchè i lavori che hanno svolto erano, come capita spesso, della durata da 1 a 3 giorni, altri di durata settimanale, altri mensili. Perchè ci sono lavori anche di un paio di giorni.
Con i quali sicuramente ti risolvi la vita...

Nessie said...

Johnny, vige l'anarchia più totale. Le misure anti-dumping contro la Cina non le hanno volute fare, e le quote di import nemmeno. Il risultato lo vedi da te. Questo sarebbe il "mercato che si regola da sè". Col ciufolo!

Aldo said...

Vorrei rimarcare il realismo terra-terra che contraddistingue gli interventi di Josh: ho avuto modo di verificare più volte di persona che quel che rileva corrisponde alla realtà, al 100%. Concordo con lui quando osserva che le cose occorre guardarle dal basso, vivendoci dentro. Diversamente si rischia di basarsi su pregiudizi privi di fondamento o su luoghi comuni campati in aria.

Josh said...

1) Scusatemi, porto un altro po' di concretezza....poi chiudo...Quando si è punti sul vivo:-))
Un altro passaggio per Giovanni:

dici poco sotto: “Sui "lavori che gli italiani non voglion fare" è vero che c'è una certa mitologia ma è altrettanto vero che ci son molti "signorini" che rifiutano certi "lavori". E molti di queste braccia rubate all'officina oggi stan dietro le cattedre ad insegnare, e mi fermo qui.”

Anche chi andasse a fare, scegliendolo a 14 anni, il falegname, il mobiliere (lavoro bellissimo) non ha nessuna garanzia d'occupazione. Mentre tu produci mobili d'arte o restauri, sul mercato c'è per es. Ikea che vende cose fatte in serie in Cina e Marocco a 1/90 del tuo prezzo. Perchè quel lavoro nobile e manuale sta scomparendo? Sono tutti i ragazzi che non lo vogliono fare, per fare i bamboccioni e prendere sussidi inesistenti, o nel mondo attuale non ha quasi più senso farlo ed è un rischio, perchè non ha prospettive lavorative? Chiuderai baracca e burattini prima d'aver aperto.

E quali altri 'certi' lavori? Di alcuni ho parlato. Per es. Per lavorare in una vera e propria officina (prendo il senso attuale e non quello veterolatino) ricambi auto, metter le mani nei motori (che è in pratica un'arte) per es. serve un diploma di perito meccanico (non è più come negli anni 50, in cui si veniva 'generati' al mestiere da un capo più grande ed esperto), oltre ad un'esperienza e manualità notevole già da giovanissimi (oggi poi anche le auto sono tutte computerizzate, bisogna conoscere professionalmente anche i programmi di diagnosi dei problemi & co). Un perito meccanico non può insegnare letteratura italiana o storia dell'arte. Ma un laureato in storia dell'arte, o in Lett. Greca non può essere assunto e non viene assunto mai in officina, ma non perchè è signorino, non lo vogliono (anche se tace le lauree e dice ho solo un diplomino o manco quello).
Tra l'altro chi lavora in officina (come anche l'idraulico o mestieri di questo tipo) può prendere uno stipendio stratosferico, con anche un nero da paura, che un insegnante se lo sogna. Avete fatto il bollino blu, cambiato un radiatore o simili? Robe che noi per prendere altrettanto dobbiamo lavorare 2 settimane e non 30 minuti.
(continua)

Josh said...

2)(continua la riflessione concreta)Ho un amico + giovane, perito meccanico, lavora in una multinazionale (finchè non la dislocano in Cina, intanto hanno già tagliato personale). Ha uno stipendio più alto del mio anche se ha solo 1 diploma, non ha studiato 30 anni in pratica, entrò lì a 18 anni. Se io o altri di 40 anni, ma anche di 30 o 25 volessimo andare in quella azienda anche nel momento in cui cercassero personale, NON ci assumono.
A 25 anni, cioè nel 95 per me, non c'era affatto lavoro, non ero 'vecchio', e cercavano personale in questa azienda meccanica: non era il mio ramo, avevo bisogno di soldi, provai, ma serviva il diploma in perito meccanico, o già esperti nel ruolo di tornitore, con un know how che solo chi era in quel ramo poteva avere. E anche all'ufficio di collocamento di allora cercavano specificamente periti meccanici diplomati, tornitori, esperti autocad e in altre diavolerie che non so nemmeno cosa siano, tra l'altro ben difficile che l'uff. coll. ti chiamasse per qualifiche particolari e ben circostanziate se uno non le ha, ma le aziende richiedono solo qualifiche particolari e tutto è diviso in settori non comunicanti.
Allora vien da dire...'scusate' se nel 1984, cioè a 14 anni, per es. scelsi liceo classico perchè quello sapevo fare, e non feci il perito meccanico. Era anche un'altra economia e questi problemi portati all'estremo non c'erano.
Ugualmente un tornitore non si può nemmeno presentare a una cattedra di greco, non è un fatto di prestigio, ma di diverse competenze.
Ma non c'è soluzione: molti periti meccanici 18enni OGGI non vengono assunti più in fabbrica, oltre che molti istituti tecnici-scuole professionali nella mia città hanno CHIUSO (speravo di insegnare italiano lì un periodo), proprio perchè molte aziende che avevamo, hanno chiuso a loro volta, e producono in altre nazioni.
(continua)

Josh said...

3)Altro caso: provate a lavorare per es. al banco forno/ macelleria/pesce degli ipermercati (tutti_ coop, ipercoop, auchan, conad, esselunga), anche se loro cercano personale: solo diplomi tecnici, un minimo di esperienza, età max 25 o se proprio...27 anni. Infatti in tutti questi posti c'è solo gente di discreta bella presenza, e sempre giovane. Chiaro che quando invecchia, o se ne va, o danno un ruolo interno, ma mai può venire 'mostrata' in pubblico in un mondo di plastica. Ma se hai più di 27 anni sei fuori.

Anche per fare i netturbini ci sono graduatorie, età limite basse, è pur sempre un posto d'oro, municipalizzata comunale, e sono sempre pieni.

Per 3 sett. lavorai per una piccola ditta che cercava un segretario factotum uomo, una rarità, ma si scoprì che cercava un ragioniere senza volerlo pagare come tale: così avrei dovuto cedere 1/4 dello stipendio per 2 anni (come accordo privato) per pagarmi un corso di contabilità presso loro stessi (!!!). Loro mi assumevano (forse) se io avessi pagato un loro servizio che mi vendevano.

In soldoni: Allora al laureato italiano, non in gattologia o pagurologia e menate del genere, ma anche in economia, lettere, ma ormai anche ingegneria, medicina, che spesso tutto è tranne che un signorino (del resto anche se era un signorino con i costi di mantenimento all'università si passa da eventuali signorini a spiantati in men che non si dica) dicono che “doveva avere un diploma tecnico, meno astratto”, e non ti assume nessuno;

al diplomato tecnico avviato a fare l'operaio specializzato dicono che “doveva avere una laurea, studiare di più” (ma dopo sarà troppo 'vecchio' per qualsiasi lavoro) e che ormai si produce in Cina o all'Est, e non lo assumono.
Aggiungo che non è per nulla chiaro COME la ns. generazione, e idem quelle più giovani, dovremo lavorare fino a 70 e passa anni, se a 25 anni sei considerato vecchio per la maggior parte dei lavori.

Visto che di queste risposte ne ho/abbiamo ricevute per ANNI, non le auguro.... ma provare dal vero senz'altro è un'esperienza formativa. Il No Future che ci hanno da tempo preparato è una realtà da più di 20 anni.

Nessie said...

Ho letto tutta la trilogia dei tuoi interventi "terra-terra", caro amico. Mi baserò su questi per il prossimo post di cui anticipo già il titolo lunghetto: "Il mantra (di sinistra) dei lavori che gli Italiani non vogliono più fare".

E' singolare constatare come la globalizzazione oltre ad avere promosso sfracelli quotidiani da oltre 20 anni, ha anche preparato una mentalità comunemente diffusa ad accettarli come "inevitabili"e perfino "necessari", tra gli Italiani stessi. Magari anche di destra.
Intanto arrivano i barbari e gli Italiani non sanno che abito mettersi addosso.
Arrivano i barbari e noi ci dividiamo sui nostri blog.

Consolati Josh: insegni. Sempre meglio che lavorare ;-)


Prima di chiudere però leggiti questo:

http://www.stampalibera.com/?p=19409

L'obiettivo di chi ha promosso la grande Ciofeca mondialista è impedire il risveglio e trasformarci in nuovi schiavi. Ceti medi? Pussa via!

Lo PseudoSauro said...

All'amico Sarcastycon.

Il tuo errore, se mi permetti, sta nell'accettare la vulgata senza verificare se e' vera o falsa.

La disoccupazione al quattro-cinque per cento e' "fisiologica" nelle democrazie odierne, ma non dovrebbe essere eticamente sopportabile in un qualsiasi Stato di Diritto. A maggior ragione quando si fa ricorso a manodopera straniera. (E sarebbe anche un pessimo investimento in termini di ordine sociale.) Altrimenti, il principio di cittadinanza va a Patrasso insieme con lo Stato nazionale. Il cittadino, in uno stato di Diritto ha la prelazione sullo straniero, altrimenti non ha piu' senso la cittadinanza. Per cui, lo Stato deve adoperarsi per i suoi cittadini, non solo per l'economia in quanto questa e' solo uno degli aspetti della vita nazionale, seppure importante. Piu' o meno cosi' penserebbe qualunque elettore della destra che non c'e' piu', ma anche un comunista di ieri non avrebbe niente di che obbiettare. Un comunista di ieri, dato che uno di oggi puo'stare a destra o a sinistra indifferentemente.

Poi: l'istituto del sussidio di disoccupazione copre, in italia, solo i lavoratori a tempo determinato che sono sempre meno. Qui non siamo in Germania: il giovane precario cui scade il contratto trimestrale grava interamente sulla sua famiglia; ne' potrebbe essere diversamente dato che non ha diritto nemmeno alle provvidenze che gli enti locali riservano (quando il loro bilancio lo consente) a chi e' in notorio stato di poverta'. Di fatto, tali provvidenze, sono quasi esclusivo appannaggio degli stranieri residenti, degli zingari anche non residenti, e di pochissimi tra i tanti anziani "disagiati" (leggi: alla canna del gas).

Capirai che in condizioni normali uno Stato appena decente si premurerebbe di disporre un'indennita' di disoccupazione per i cittadini senza lavoro e, di conseguenza, vigilerebbe sullo stato patrimoniale degli immigrati per non rischiare la bancarotta. Invece no: fa esattamente l'opposto, con il risultato che gli italiani s'attaccano, mentre gli stranieri saccheggiano le risorse accumulate dalle generazioni che ci hanno preceduto e gia' ora non c n'e' piu' ne' per loro, ne' per noi. Per quello che contiamo.

La riduzione delle provvidenze statali avviene dovunque, anche in Germania, dove sotto la spinta migratoria e l'incompatibilita' sociale di molti immigrati, lo Stato e' costretto a riconsiderare le generose provvidenze che per primo in Europa istitui' ai tempi di Bismarck. Infatti, lo Stato Sociale in Europa l'hanno concepito le "destre", non i socialisti o i comunisti: esattamente, le destre nazionali. Qui in italia non c'e' bisogno di smantellare niente, perche' il poco che c'era l'hanno smantellato insieme con il Male assoluto. Ma a sentire alcuni, sembra che l'ozio dei "bamboccioni" sia sovvenzionato dallo Stato... il fatto e' che prima o poi qualcosa andra' dato anche ai nullafacienti, non foss'altro che per procrastinare il giorno della resa dei conti. Agli italiani (come e' giusto) e anche agli stranieri che ci siamo stupidamente messi in casa che non vorranno andarsene quando avranno perso il lavoro.

Aldila' delle questioni di fazione, e' compito di uno Stato di Diritto, prima ancora che socialista o liberale, il provvedere all'organizzazione dei suoi cittadini ed al loro eventuale sostegno quando occorre. Se no uno Stato non serve a niente. Meno Stato vuol dire meno tasse, ma anche meno welfare, meno Sovranita' (leggi "liberta'") e, infine, meno democrazia, per quello che serve. Noi "di destra" vogliamo questo?

Segue

Lo PseudoSauro said...

Se solo non fossero stati abortiti, in Italia, ci sarebbero almeno 6 milioni di cittadini in piu', tanti quanto gli stranieri ora presenti. Io amo vedere una relazione criminale tra i due fenomeni e, sospettoso come sono, credo che non siano stati casuali ne' il primo, ne' il secondo.

Per finirla con "i lavori che gli italiani non vogliono piu' fare", direi che compito di uno Stato qualunque e' anche quello di preparare la popolazione alle mutate necessita' dell'economia nazionale. D'altr'onde, quando si da un pezzo di carta gratis a tutti, non c'e' da stupirsi se poi chiunque vuole fare l'avvocato piuttosto che non il manovale... Non bastava dirglielo prima che non c'erano manovali?

In definitiva, si scaricano sugli italiani "individui" tutte le responsabilita', come se lo Stato non fosse mai esistito: non hanno fatto figli, non hanno vogla di lavorare, campano troppo, non sono abbastanza competitivi, etc. Onde per cui: cuccatevi gli stranieri e state zitti. Queste sono le "democrazie" moderne... I siciliani dicono "cornuto e mazziato".

Non ce n'e' abbastanza per erigere qualche migliaio di forche e attaccarceli tutti?

Un saluto.

Anonymous said...

Cara Nessie,
devo darti una brutta notizia. Anche l'omino con i baffi (ora Rondine) non fa più le caffettiere in Italia. Fa solo le moka e neanche tutte. Le altre sono tutte made in PRC. BTW, la Philips, proprietaria di Saeco/Gaggia dal 2009 fa fare tutto in Cina tranne i coltelli dei rasoi elettrici che sono olandesi. I prezzi alti praticati da queste società non sono derivati dalla qualità del prodotto ma semplicemente dalla notorietà del marchio e dai costi pubblicitari sostenuti (altrimenti in Auchan non entri) che determinano il "valore commerciale", ben diverso dal valore effettivo. Il valore commerciale è il prezzo massimo al quale si riesce a piazzare il prodotto in numero congruente. Credimi, il mondo dell'elettrodomestico è tutto cinese con brand italiani (es. Ariete, Simac, Girmi, Rowenta, Krups, Moulinex, Philips, Braun etc. è tutta roba cinese). PS. io lavoro nel campo...
Byez - Abest.

Nessie said...

Grazie per la tua info sulla Bialetti che avevo già in un certo senso intuito. Forse quei modelli che ho visto ancora in circolazione col marchio Italiano erano delle vecchie partite di merce.

Josh said...

Concordo con l'analisi sempre precisa di Pseudosauro...

@Nessie: letto al link, certo che facendo così il ceto medio scompare per forza...che roba.

Quando poco sopra rilevi come la globalizzazione oltre ad avere rovinato tutto da oltre 20 anni, ha anche preparato la mentalità diffusa ad accettare i suoi mali, extra compresi, come "inevitabili"e "necessari" anche tra gli Italiani di destra...."Arrivano i barbari e noi ci dividiamo sui nostri blog."

indubbiamente c'è stata una mentalità diffusa creata ad arte, anche a dx.

Beh la differenza di visioni uscita nei commenti, è avvenuta non solo tra utenti che di solito la pensa similmente e pur stanno tutti a destra...
ma in questo caso per es. tra Sarc + Giovanni Vs Josh...cioè i primi 2 imprenditori o meglio ex-imprenditore Sarc e figlio di imprenditore Giovanni, Vs io, cioè un dipendente:

è fondamentale...:-) Solo così, da dipendente, dopo rifiuti d'assunzione su rifiuti, 0 lire prima e 0 euro poi per tanto tempo, prese in giro varie, contratti di lavoro del piffero anche di poche ore sperimentati in prima persona, tocchi la new economy...

Nessie said...

Sauro, anch'io vedo una relazione "criminale!" fra l'incentivazione all'aborto di massa e la cura con cui si coccolano invece i "nuovi arrivati" con prole numerosa alla quale Fini e i suoi un giorno sì e l'altro pure, predica il diritto di cittadinanza italiana breve.
Noi siamo stati costretti a fare un figlio solo, o zero figli. Loro invece arrivano qui con tutta la numerosa tribù. E se dici quel che constati con mano, sei "razzista".

Nessie said...

Josh, davvero un bel modo di toccare le New economy con mano. Pensa che c'è il figlio di miei amici che è un trombato dell'Eutelia (la famigerata bad Company) e non ha più preso un euro bucato di stipendio per 6 mesi, oltre ad aver perso il lavoro.

Come avrai letto dal link che ti ho messo, la fine del ceto medio corrisponde alla fine della piccola e media borghesia intellettuale, quella che pensa.
Orwell ha già pensato a tutto ed è vietato pensare e riflettere su questi temi.

Lo PseudoSauro said...

Vedo che c'e' una scazzottata tra "destra liberale" e "destra sociale"... Il fatto e' che una destra che non sia "nazionale" non ha senso, vigente la globalizzazione economica. La stupidaggine per cui lo Stato e' solo roba comunista, lasciatela agli ignoranti. Il Marxismo e' il demolitore per eccellenza degli Stati nazionali. Secondo Marx lo Stato sara' demolito dal Capitalismo mondiale: cio' che noi chiamiamo "globalizzazione". Lo Stato e' l'organizzazione della Nazione, non un'entita' marxista; tolta questa rimane solo l'internazionalismo. Inoltre, questo e' proprio il momento che anche molti marxisti hanno ben compreso che hanno tutto da perdere da globalizzazione e mondialismo: altrimenti non andrebbero a votare Lega. Il fatto e' che anche la Lega rischia di tirare la volata al Mondialismo; altrimenti non si spiegherebbe come la maggior percentuale di immigrati sia assunta dalle imprese del Nord; ne' come la Lega si accanisca sullo "Stato centralista"... secondo voi la Padania, dopo la secessione, sara' uno Stato federale?

Josh said...

Uh mamma Nessie, con Eutelia è messo bene il vostro amico.

Torno a un punto del post "infine se devono "venire avanti" i cosiddetti paesi "emergenti" (soprattutto Cina, Corea e India) è evidente che hanno pensato di rottamare i nostri"

nulla di più vero.
Ci siamo lamentati poco sopra per esperienza diretta nei call center, lavori sottopagati e contratti pazzeschi senza garanzie: anche questo è un mondo già cambiato, non è nemmeno più quello dei call center una pezza d'appoggio come nei 90s o primi 00's.
Dal momento che anche nel post si parla di prodotti, dal nome italiano o europeo, ormai fatti all'estero, c'è di più: anche i Call Center italiani se ne vanno dall'Italia e assumono all'estero. Eh?
Quando acquistate un prodotto italiano, o simili, se avete delle domande telefoniche per installazione, al servizio clienti con gli 8009000000 e numeri simili, un tempo rispondevano come 'assistenza sul prodotto' call center italiani (zeppi di ingegneri e prof a spasso riciclatisi così per sopravvivere), ma vi rispondevano dall'Italia, erano precari italiani.

Oggi non più.
Proprio l'India è una delle sedi dei nuovi call center di servizi per prodotti italiani. Provate a chiamare servizio clienti/assistenza telefonica, e vi rispondono in un italiano a volte stentoso e assonnato (c'è il fuso, lavorano di notte quando da noi è giorno), spesso gentilmente. Se indagate e chiedete a loro, "con chi parlo e da dove mi stai parlando" scoprirete che non sono extracomuniatri assunti in call center italiani, ma assistenza telefonica a prodotti italiani svolta da call center per lo più indiani, da indiani che hanno imparato lingue europee, spesso istruiti su un dato tipo di problematica mnemonicamente, sottopagati anche loro, che vi spiegano le notizie sul vs. acquisto in diretta telefonica dall'India, in italiano. In qs. periodo per un decoder di parenti, un frullatore m'è capitato, ho parlato con un call center...visto che sono 'pratico' ho chiesto 1 cosa in inglese, ho scoperto che ero in linea con una tale rezaplahahahahari mhabahatatarai o simile, dott.ssa in sociologia, ragazza indiana da Nuova Delhi.
Anche l'idea per un precario italiano di parcheggiarsi in un deprimente call center italiano non esiste più.
E' la New Economy, Bellezza...

Nessie said...

Caro Sauro, tu fai molti balzi in avanti. Il bello sarebbe, a proposito di federalismo, risvegliarsi un bel mattino in una regione d'Italia a maggioranza musulmana che però vuole la "secessione" (Kosovo docet) leghista. Allora sì, che ci sarebbe da rimpiangere lo stemma sabaudo :-(.
Inoltre non mi dici nulla di nuovo. Vivo in territorio leghista e mi chiedo: ma chi li fa venire qui tutti questi extra, visto che non c'è la sinistra al potere e i sindacati come la Trimurti sono ridotti a percentuali esigue in termini di iscritti "autoctoni"?
Ma è semplice: l'Unione Industriali, la Confartigianato e gli organismi paralleli.
Danno lavoro a loro per poter "rottamare" noi. Tanto siamo "fankazzisti" e "lavativi", no?

Nessie said...

Josh, non me ne dire più. Quella dell'indiano "fuso" che si sveglia dal "fuso orario", è il massimo di come ci hanno conciato in lungo e in largo.
Hai notato che anche le previsioni metereologiche sono diventate "globali"? Prima di dirci che tempo fa in Italia o nella tua regione, ci devono deliziare delle alluvioni brasiliane, di quelle australiane ecc.
Manco più l'antica soddisfazione di poter dire: "Piove governo ladro!" ci lasciano.

marshall said...

Che piacere leggere un intervento di PseudoSauro. D'altronde, ne ero certo, basta seguire i post di Nessie, e prima o poi PseudoSauro appare. E sì perchè i suoi post, sul suo interessante blog, fino a qualche mese fa erano diventati una ricercata rarità.

Ad ogni modo, ad integrazione del suo primo commento (e sottolineo primo commento), consiglio di andare a leggere uno studio, pubblicato dal Sole 24Ore, sui ""50 comuni con il maggior disavanzo corrente coperto da entrate straordinarie"".
Con tale tabella a portata di mano si potranno fare deduzioni interessanti (che linkerò appena trovata la fonte). Basti pensare che il comune di Rozzano, che ha spese correnti per 32.374.750 euro, le copre con entrate tributarie sue proprie per 4.472.000 euro. E IL RESTO?
E il resto mancia, potrebbe dire qualche blogger in vena di spirito. Ma in verità, in questo caso, come negli altri 49 casi della tabella, c'è poco da ridere. Anzi, c'è da piangere.

Appena avrò trovato un link, mi rifarò vivo.

marshall said...

Anche il secondo commento di PseudoSauro non fa una grinza. Come non dargli ragione quando dice che: "Se solo non fossero stati abortiti, in Italia, ci sarebbero almeno 6 milioni di cittadini in piu', tanti quanto gli stranieri ora presenti."

E chi bisogna ringraziare per questo stato di cose? Non lo dico, ma ciascuno se lo può immaginare. Basterebbe analizzare i bilanci di quei 50 comuni e lo si scoprirebbe!