
....che si espande fino al Sud e per tutta le Penisola, arrivando perfino a Lampedusa. E se anche il bolso Corrierone è costretto ad ammettere che vincere sul terreno favorevole alla sinistra (e cioè alle amministrative), vuol dire che gli Italiani hanno voglia di spedire furiosamente a casa questo governo, è chiaro che qualcosa è cambiato. Non c'è bisogno di esperti e di opinionisti per capirlo. Se avessero messo lì anche pezzi di baccalà sotto sale come candidati, è evidente che li avremmo votati lo stesso, pur di non tenerci questi qua. Ma passata l'euforia è bene ricordare a Berlusconi e ai suoi alleati, che vincere per demeriti altrui (e che demeriti!) non basta. Che le sfide da affrontare saranno difficilissime. Che gli Italiani, benché salassati dalle tasse e angariati dai cattivi servizi, hanno capito quel che non si può dire in tv: questa sinistra sta facendo tabula rasa del nostro Paese, rendendolo terra di pascolo altrui da brucare fino alla desertificazione prossima ventura. Che non vogliamo trasformare questo paese in uno stato multietnico (non dico multiculturale, perché sarebbe troppo onore, visto che qua di cultura ce n'è poca). E nemmeno multiconfessionale. Che non vogliamo svegliarci coi minareti che svettano alti trenta metri sopra le nostre cattedrali e sentirci più vicini a Beirut e a Sarajevo, che a Roma o a Milano. Che non vogliamo i DICO, quale asse portante della società e della famiglia e che crediamo ancora nella forza della tradizione. Che respingiamo la Legge Amato-Ferrero pronta a fare ponti d'oro ad oves et boves, mentre vanno riducendosi i diritti per chi è nato qui, vissuto qui e discendente da genitori e avi nati a loro volta qui in Italia.
Che vorremmo una Magistratura non asservita agli interessi della sinistra, ma alla quale ogni cittadino può ricorrere senza paura che le si ritorca contro, in caso di necessità. Esempio pratico: se c'è da sgombrare un campo-nomadi, non deve arrivare l'avviso di garanzia al sindaco che si assume la responsabilità di farlo solo perché sente il dovere di amministrare correttamente la sua municipalità. Che vorremmo, parallelamente ad un'altra Italia, un'altra Europa. Non una corte di Strasburgo che offre diritti e garantismi agli affiliati ai gruppi terroristi, senze precise regole d'ingresso né doveri (si veda il caso della Procura di Varese). E senza potercene disfare spedendoli al loro paese, in forza dei cosiddetti Human Rights che ci legano le mani. Insomma, il lavoro è appena cominciato e non c'è tempo di crogiolarsi sugli allori. Ci sarà da combattere su parecchi fronti. Una raccomandazione a Fini: lasci perdere l'idea iniziale di concedere il voto agli immigrati.Gli Italiani non lo vogliono. Un'altra a Berlusconi : vada avanti nel costruire e a rafforzare il suo Partito, come polo d'aggregazione per chi ci sta, ma non si perda più nelle camarille con alleati irriconoscenti. Una terza, alla Lega: il federalismo non basta e la secessione nemmeno, se le regioni più ricche non saranno più controllabili dalle forze dell'ordine, a causa dei flussi migratori indiscriminati. Perciò, la vera battaglia sarà fermarli e prevenire nuovi arrivi. Vincere fa sempre bene, è vero. Ed è sempre un'ottima iniezione di fiducia. Però occorre andare avanti con coraggio, determinazione e costanza.