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01 September 2014

La Ministra della Pubblica Distruzione




Ha più anni di un pappagallo, ma si mostra in topless, la ministra  Stefania Giannini. Non importa se le tette sono avvizzite, l'importante è...esporsi al sole. E dire che era proprio lei che intimava alle alunne  un più consono abbigliamento nella scuola. Proviene da Sciolta Civica (a proposito, ma esiste ancora?) e  ha un'ambizione: far sparire quel che resta della scuola. Altri suoi predecessori ci hanno già provato con successo.
Non è infatti  una novità che si vuole far sparire la scuola statale per creare una sorta di  privatizzazione dell'istruzione che da pubblica  sarebbe a beneficio di chi ha mezzi economici, come in Usa. Mentre per i nullatenenti  è  già pronto un bel Bronx multikulti. Oramai in questo senso, non  mancano i "rinforzi" giornalieri dal mare.  E non solo.

 Il fatto è che la politica scolastica del governo Renzi è a dir poco schizofrenica: mentre si vuole far sparire le supplenti perché  considerate un onere (ciò significa per i docenti vietato ammalarsi, dato che gli alunni verrebbero accorpati e collocati in altre classi di diverso ordine e grado e in sovrannumero),  dall'altra parte si promette posti ai precari.  Se poi vogliamo mettere davvero a fuoco chi sono questi famosi  "precari", scopriamo che sono tutti clienti della Trimurti sindacale.
Insomma, è un po' come la storia degli 80 euro: vale per pochi clienti, ma c'è da giurarci che reciteranno il solito mantra: "è una vera boccata d'ossigeno" per l'economia. Per l'immissione in ruolo dei  100.000 precari servirà un miliardo e mezzo di euro. Pertanto, CERCASI COPERTURA DISPERATAMENTE. Capito o ministra? Perciò, copriti. 

Questo è (o meglio era) il programma iniziale della ministra con le tette al vento, poi tenuto in frigorifero. 




Ed ecco, invece alcuni  miei punti qualificanti di "rivoluzione conservatrice": 

  • Ripristinare alcune sezioni in Latino alle  scuole medie per coloro i quali sono orientati per gli studi classici. 
  • Rendere obbligatoria nei curricula la Musica e la Storia dell'arte in tutte le scuole di ogni ordine e grado, dato che siamo il paese del Bel canto e delle Arti Belle.
  • Ripristinare la Geografia, bandita  incomprensibilmente dai programmi (è evidente il progetto di modificare la mappatura del mondo, e anche quello di eliminare i confini (limes)). 
  • Le scuole professionali, avranno un diretto aggancio con le botteghe artigiane del territorio per l'apprendistato  concreto di arti  e mestieri da parte degli allievi,  e con le micro imprese a gestione familiare
  • Favorire scuole di Restauro, tenuto conto dell'immenso patrimonio artistico e archeologico italiano
  • Pretendere un abbigliamento consono non solo per gli alunni ma anche per maestri, professori e ministri

Si accettano suggerimenti ed eventuali contributi aggiuntivi...

Articolo consigliato sul tema: Chi ha ucciso il liceo classico? (intervista ad A.Scotto di Luzio docente di storia della Pedagogia all'Università di Bergamo). 

41 comments:

Anonymous said...

Concordo con i "rimedi" ed aggiungo/integro:

- ripristino del "lei" ai docenti

- ripristino, dalle elementari alle medie, così com' era una volta, delle lezioni di educazione civica

- a prescindere dal successivo percorso di studi, il latino sia OBBLIGATORIO per le tre medie: dà quadratura mentale ed è utile anche per l' apprendimento di lingue moderne declinate ( slavo, tedesco, ecc. ) e favorisce lo sviluppo della logica ( utile in matematica e discipline scientifiche ).


Paulus

Nessie said...

Ho sentito Z, e tutto questo grazie a quell'incapace mentale del sindaco Marino. Che nefandezza!
................................
Grazie del contributo Paulus.

Aldo said...

Questa mattina son rientrato a scuola per il primo collegio docenti. C'era proprio una bella atmosfera.

Aldo said...

A proposito di abbigliamento consono, ti ripropongo questa vecchia storia.

Ah, a me oggi tra il serio e il faceto è stata lanciata una frecciatina per via dei miei normalissimi pantaloni con pettorina e bretelle ("Hai appena terminato servizio in officina?"). Ovviamente anche in quell'occasione ho fatto presente la situazione dell'articolo, e la cosa è stata sufficiente per tappare l'ennesima bocca. Magari c'era un intento umoristico/conviviale e nulla più ma, conoscendo il "mio" dirigente, ne dubito alquanto.

johnny doe said...

La scuola non fa che seguire l'andazzo generale di manipolazione.
In questo caso,sfornare ignoranti con scarse capacità critiche e acquiescenti alla visione del mondo imperante.(senza contare poi le interferenze politiche di testi,docenti...)
Vale pure per l'università,eccezioni a parte.
I licei avevano il compito di formare una classe dirigente,dando agli studenti i mezzi generali, intellettuali,culturali e critici per affrontare il mondo.Questo dovrebbe valere per tutti,anche per chi non sarà mai classe dirigente e se si vuole avere
cittadini consapevoli e preparati a capire e a decodificare quanto accade nella società in cui vivono e oltre.
Questo come formazione generale.
Quindi tra medie e superiori,vanno benissimo tutte le discipline fin qui suggerite,i vari indirizzi particolari dell'ultimo biennio.Poi all'università le specializzazioni.

E questo è compito di uno Stato degno di tal nome...formare cittadini,non analfabeti di ritorno,ignari spesso di tutto quanto esula dal cortiletto condominiale.


Anonymous said...

Perfettamente in linea con te e Paulus, per quanto vedo un po' difficile il "diretto aggancio con le botteghe artigiane del territorio per l'apprendistato concreto di arti e mestieri da parte degli allievi, e con le micro imprese a gestione familiare", è rimasto ancora qualcosa dallo scempio che hanno fatto delle piccole e medie aziende?
Laura

Nessie said...

Aldo, in che senso "c'era proprio una bella atmosfera"? Ho letto l'articolo che mi hai linkato sul Piccolo di Trieste. Mi ha fattoscompisciare dalle risate l'affermazione della preside dell'Oberdan:", "porta abiti da donna garantendo comunque il rispetto per il decoro».
A quanto si vede nella foto, mi sforzo di vedervi "decoro" ;-) Purtroppo per il professore trans, il suo abbigliamento è uno di quei casi dove l'abito non solo fa il "monaco", ma anche il vescovo e il cardinale.

Nessie said...

Johnny, sui licei leggi l'intervista del docente dell'Università di Bergamo "Chi ha ucciso il liceo classico?" che ho linkato nel post.

Nessie said...

E' verissimo, Laura. Ma questo è un modo, ad esempio, per farle riemergere, valorizzarle e renderle operative in un eventuale ruolo di formazione professionale per i giovani. Oggi non esistono più botteghe artigiane che praticano i mestieri con continuità, anche perché i giovani non vogliono più continuare il mestiere dei padri.

Anonymous said...

@ Nessie

cit.
"Purtroppo per il professore trans, il suo abbigliamento è uno di quei casi dove l'abito non solo fa il "monaco", ma anche il vescovo e il cardinale. "

Sbagliato !

L' abito non fa il monaco, ma .... dice da che convento viene.

:-)


Paulus

Nessie said...

Vabbé, ciapp'istess...:-)

roby said...

'ammazza quant'è cessa 'sta ministra! Così perde ogni rispettabilità.

johnny doe said...

Ho letto il link,e sono perfettamente d'accordo con l'articolista.Il più grande errore di una vera scuola è "quando si è cominciato a pensare che il principale compito della scuola fosse di fornire uno sbocco lavorativo ai giovani..."
Si è visto quale sbocco...!
Ribadisco quindi il precedente commento.
Vero è che quando abbiamo bisogno di un dottore,ci interessa solo la sua competenza specifica.
Ma fuori dal nostro caso,e per il Paese,ci interessa anche che ne abbia altre...pensa alla Fornero...
Mi viene in mente il detto di Flaiano..." anche il cretino oggi è specializzato"

Johnny 88 said...

Io proporrei l'eliminazione della matematica, il rogo di tutti i libri di quella materia e la gogna pubblica per quelli che l'hanno insegnata :D

Tornando seri, credo che in primis bisognerebbe rivedere i metodi di reclutamento del corpo docente. Ce ne sono molti di validi per carità, ma molti altri sono francamente imbarazzanti per preparazione e viene da chiedersi chi gli abbia dato la laurea.

Nessie said...

Roby, certa gente non crede né nella nozione di "rispetto", né tanto meno di "rispettabilità". Tutti concetti cosiddetti "superati".

Nessie said...

Johnny, sì, si è visto il mito della scuola come "sbocco professionale" dove ci ha condotto: alla desertificazione dell'industria, del commercio, dell'artigianato.
Bastava lasciare le cose com'erano: un indirizzo delle scuole medie con latino, Iliade e Odissea, e studi classici annessi, e un triennio di avviamento al lavoro per coloro i quali non sono portati per gli studi. E invece no, scuola dell'OBBLIGO uguale per tutti, anche per i somari che di studio non ne vogliono sentir parlare, ma che poi si rivelano essere ottimi elettricisti o idraulici.

Nessie said...

Johnny88, i concorsi pubblici di cattedra sono delle mafiette di raccomandati. Occorrono senz'altro altri metodi di reclutamento del personale, più veloci, selettivi e circostanziati. Un concorsone che dura dura due anni, fra scritti e orali, non ha senso.

Anonymous said...

Siamo all'epilogo del sogno progressista. Quando fu instaurata la scuola dell'obbligo, molti maestri si domandarono perche' si dovessero far studiare a forza anche bambini inadatti a qualunque tipo di materia, sottraendoli alle necessita' delle famiglie contadine ed all'apprendistato dei padri artigiani. Poi fu la volta degli insegnanti delle scuole medie che si domandavano perche' dovevano dare la licenza elementare a tutti rendendo loro impossibile espletare i programmi ministeriali. Finita la scuola dell'obbligo, i piu' smettevano di studiare, cosi' la societa' riusciva ancora a funzionare. Dopo un po', le scuole superiori divennero uno status symbol ed anche quelli che avevano presa la licenza media per sola anzianita', decisero di continuare a studiare. Stessa storia: gli insegnanti delle superiori cominciarono a lagnarsi come prima avevano fatto quelli delle medie. Poi venne reso facoltativo il latino, al che fu la volta dei licei a cui voleva accedere anche chi non aveva mai declinato nemmeno rosa rosae... Infine arrivo' l'universita' a cui si doveva poter accedere indipendentemente dal curriculum precedente. I professori universitari farfugliarono qualcosa come prima fecero i loro colleghi di medie e superiori. Qualcuno fu pure gambizzato. Infine, gli insegnanti di oggi sono gli studenti di ieri. Che c'e' dunque di strano ? L'egualitarismo funziona sempre al ribasso e la discesa non finisce mai.

Il sauro

Aldo said...

Nessie: "Aldo, in che senso 'c'era proprio una bella atmosfera'?"

Nel senso opposto. L'aria era (ed è stata pure oggi) talmente spessa da doverla tagliare... con la motosega! Ammetto che, in verità, la scuola ove lavoro è caratterizzata da un dirigente che è una specie di Giano bifronte: persona tanto determinata, capace ed impegnata quanto impedita dal punto di vista della relazione, (ambiguo, tracotante e con una visione del suo ruolo del tipo "io sono io, voi non siete un cazzo").
Aggiungi le intenzioni dell'attuale governo, che senz'altro conosci, e vai di fantasia.

Nessie said...

Sauro sempre geniale :-). "L'egualitarismo funziona sempre al ribasso e la discesa non finisce mai".
Aggiungo, discesa agli Inferi. Ma c'è un altro MA. Ora con la tecnologia dei copiaincolla, con le tesi scopiazzate on line, perché mai dovrebbero darsi la pena di imparare a scrivere correttamente? Mi è capitato un docente che lamenta il fatto che al liceo soffrono di disgrafismi acuti e che ha dovuto perdere una lezione a insegnare le maiuscolo e le minuscole alla lavagna. Non scherzo. Pare che ci siano alunni che inframezzano le parole con lettere maiuscole. Esempio: devono scrivere "rosa", ebbene la scrivono così: roSa. Oppure "lavagna" la scrivono laVagna.


Non parliamo dei "digrammi" in ch. Chiesa per qualcuno si scrive kiesa. E chiave diventa kiave.

Insomma, siamo alle aste e ai puntini al liceo, invece che all'asilo, visto che si parla di discesa al ribasso.

Nessie said...

Aldo, qualcuno dell'esercito dei centomila precari (la carica dei 100.000) esulterà e si congratulerà con Renzuccio, per la "boccata d'ossigeno".

Aldo said...

Non credo, Nessie. Questi parlano, parlano... e ogni volta che aprono bocca e ti sembra di cogliere qualcosa di positivo, se analizzi bene le parole con la dovuta dose di sospetto ti accorgi che c'è il trucco (ricorrere alla doppiezza del significante per nascondere il reale significato pare che oggi venga catalogato come "qualità d'ottimo comunicatore"). I precari la prenderanno nel di dietro tanto quanto gli altri.

Sull'ignoranza nello scrivere che hai descritto (e non dimentichiamo quella nel leggere) direi che è diretta conseguenza della leggerezza con la quale vengono affrontate le cose. Che tu ci creda o no, la risposta che ricevo più spesso quando faccio qualche correzione è "ma sì, è lo stesso" (ovviamente con l'aria seccata tipica di chi ritiene di sapere tutto). Con questi presupposti, l'apprendimento è impossibile. Ah, sia ben chiaro che è una generalizzazione, perché ci sono encomiabili eccezioni. Diciamo un 15-20% dei casi.

Nessie said...

Sarà come per gli 80 euro. C'è già gente che è costretta a restituirli:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-25/il-bonus-80-euro-indebiti-andranno-restituiti-143707.shtml?uuid=ABCl8hDB

Sulla leggerezza e la superficialità, è un fattore generazionale. Ma non è questa la vera causa, ma un effetto, o al massimo una "concausa". La tecnologia internettiana e il lancio veloce degli SMS sui cellulari (kiesa, kiave, kiedere ecc. Oppure "per" che diventa X), i tweet, e varie altre porcherie su FB, hanno fatto il resto. Siamo alla tecnologia per OTTUSI che crea l'analfabetismo di ritorno. E' questa l'amara verità.

Nessie said...

PS: l'ignoranza dello scrivere è un
tutt'uno con l'ignoranza del leggere. Non è possibile l'una senza l'altra. La scrittura via web è una "non scrittura" basata sul "parlato" e spesso si avvale di storpiature, abbreviazioni gergali ecc.
Chi intende scrivere bene (e leggere bene) pertanto, non dovrebbe avvalersi di questo mezzo, ma di veri testi cartacei. Ma ormai per chi possiede libri, è giunta l'ora della distopia su modello Fahrenheit 451. I ministri Berlinguer, Moratti e successori l'hanno menata e remenata con l'ansia di "informatizzare" l'insegnamento-apprendimento, manco fosse la panacea. Si è visto con quali risultati!

johnny doe said...

Ah no,Johnny88,la matematica proprio no...come il latino,serve ad aprire la mente...e quella superiore,derivate,integrali ed equazioni differenziali,a capire certe le leggi della natura..oltre ad una intrinseca bellezza.Almeno per me.
Credo ci sia prima altro da abolire....

Nessie said...

Sono d'accordo. Ma credo che Johnny88 abbia antipatia per la disciplina per certi suoi motivi personali.
Io ero una schiappa in disegno, ma non per questo desidero abolirlo.

Johnny 88 said...

Quella sulla matematica era una battuta, mi sembrava di averlo specificato ;)

Comunque i 100mila a me paiono solo il solito clientelismo del PD, un po' come gli 80 Euro. Da qualche parte i voti dovranno pur prenderli no?

Nessie said...

Per questo ho parlato di "schizofrenia": fanno sparire i supplenti per chi si ammala per poi immettere in ruolo dei precari. E' il solito giochetto: si finge di dare da una parte per poi togliere dall'altra. Del resto gli 80 euro li abbiamo pagati tutti noi con l'aggravio delle tasse.

Nessie said...

Con 80.000 maestri elementari. Peggio della peggior demagogica riforma democristiana:

http://www.corriere.it/scuola/14_settembre_03/ecco-piano-scuola-renzi-73bce10c-333c-11e4-9d48-ef4163c6635c.shtml

Aldo said...

Nessie: "Chi intende scrivere bene (e leggere bene) pertanto, non dovrebbe avvalersi di questo mezzo [il web], ma di veri testi cartacei."

La rete è un mezzo. I contenuti dipendono dalla testa di chi lo usa. Ad esempio, trovo pregevole questo sito che, tramite il mezzo elettronico, promuove e rende possibile a costo zero non solo la lettura, ma anche lo studio basato su documenti e non sul "sentito dire" dei compendi scolastici.

Anche la scrittura può essere praticata nel migliore dei modi in rete, dipende tutto dalle intenzioni di chi usa il mezzo. Ad esempio, a parte gli inevitabili svarioni, direi che chi scrive qui da te sia mediamente tutt'altro che sciatto.

Mi sentirei di dire che la rete è un mezzo potentissimo. Lo paragonerei a una motocicletta: con uno scooter da un paio di CV puoi permetterti di fare il buffone senza grandi danni anche con poca esperienza, in sella a una motocicletta da 120CV la situazione è ben diversa. Le potenzialità possono essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda del "manico" di chi usa un certo strumento. Ecco, su quello occorrerebbe concentrarsi, sul fornire solide abilità e conoscenze di base per impiegare in modo costruttivo i mezzi che si hanno a disposizione.

P.S. Purché sia cosa intenzionale, non è neppure sbagliato giocare con gli "attrezzi" come l'internet. Basta sapere cosa si sta facendo.

Aldo said...

Nel corso di quest'estate ho seguito (fin dove le scarse fonti lo permettevano) la vicenda della riforma che si va delineando. E' una truffa. Lo scopo ultimo è duplice: da una parte trasferire progressivamente sempre più risorse alla scuola privata (e sappiamo bene che in Italia "scuola privata" significa Chiesa), dall'altra proseguire la linea dei tagli inaugurata ormai parecchi anni or sono. Solo che il "buon comunicatore" travestirà il danno facendolo apparire come chissà quale vantaggio. Del resto, la dissimulazione è da sempre una delle tecniche di guerra preferite per via dell'elevata efficacia unita a un costo risibile.

Nessie said...

Aldo,
ho letto l'incipit del racconto di Turgenev che hai linkato. Ti raccomando, se non l'hai ancora fatto, di leggere il suo bellissimo romanzo "Padri e figli". Ma la verità è che chi va a cercare letture simili in rete è già persona fortemente alfabetizzata e acculturata di suo. Perdona il mio pessimismo (della ragione), ma non credo proprio che la stragrande maggioranza dei bipedi umani, davanti alla rete, corra a cercarsi un Turgenev o un Goethe. Nonostante sia vero, che la rete metta anche a disposizione i classici.

Nessie said...

La nuova riforma della scuola, da quel che ne ho letto io, tende esattamente a quanto dici. E la dissimulazione è l'arma preferita del tosco Pallonaro. L'immissione massiva dei precari sembra sia stata suggerita dalla moglie di Renzi che è una maestra elementare e per giunta, pure precaria. Roba da Misasi, ministro demitiano della PI della Prima Repubblica, noto per una riforma che trasformava tutti in "mis-asini", il quale faceva riforme per sistemare familiari e parenti.

Nessie said...

PS: comunque grazie per l'apprezzamento che mostri per questo blog e per chi vi partecipa.

Hector Hammond said...

Causa lavoro , ho contatti con dei laureati in ingegneria e materie scientifiche , posso dire che la cosa preoccupante è la scomparsa della creatività .
C'è gente istruita da 110 e lode con triplo salto carpiato , ma che presenta deficit di realizzazione impressionanti .
Ci mettono a fare una cosa il doppio od anche il triplo .
E' passato il concetto che conta la quantità di ore di studio , di lavoro e non la qualità .
Questo è un danno non facilmente rimediabile . Anche perché questa mentalità si è diffusa su più livelli .

Nessie said...

E' vero HH, conta il carico di studi, quando un tempo c'era la figura del creativo che aveva maturato la sua professionalità direttamente dall'esperienza e dall'esercizio del mestiere.

Ancora una precisazione per Aldo circa la scrittura on line e i classici a disposizione della rete. A rifletterci su, è inquietante far sparire il cartaceo per favorire esclusivamente la messa in rete. Si va sempre più verso l'universo orwelliano con conseguente pericolo di censura, omissione di pagine, capitoli o periodi ritenuti poco graditi, e/o modifiche di testi rispetto all'originale.
L'estinzione del cartaceo potrebbe essere messa in atto con i pretesti più svariati: la deforestazione, la carta costa, i volumi occupano spazio ecc. Ma le conseguenze , potrebbero dar luogo a una censura o a manipolazioni di fatto.

Tutto questo va nella direzione della cancellazione della memoria, della storia, della tradizione e dell'identità e della cultura stessa che per essere conservata ha bisogno del volume stampato. Oggi abbiamo tutti troppa fretta e riceviamo miriadi di sollecitazioni, per analizzare e verificare se in un testo messo on line, tutto quanto fa riferimento alla versione originale.

Aldo said...

Questo è vero, però non è secondario il fattore costi: negli ultimi due o tre anni, avvalendomi di LiberLiber, avrò letto non so quante centinaia d'euro di libri senza spendere un soldo. Avessi dovuto far riferimento alle librerie, non avrei letto nulla (visti i prezzi); avessi dovuto far riferimento alle biblioteche, avrei letto altrettanto (vivo in un paese piuttosto decentrato). E comunque su quel LiberLiber trovi titoli rari che non è detta che avresti vita facile a trovare in forma cartacea.

Se le versioni pubblicate sono censurate, tarpate, mistificate... non sono in grado di dirlo. Certo, il rischio esiste. Ma, per dirne una, se c'è un libro che esiste in non so quanti milioni di copie stampate che è stato ed è sistematicamente sottoposto a modifiche "secondo convenienza" è... la Bibbia! Dunque, direi che di fronte alle manipolazioni del potere non abbiamo comunque garanzie di sorta.

Nessie said...

La cosa è ben diversa con l'editoria. Se un libro o una traduzione vengono modificati, l'editore è obbligato a darne conto e a fare riferimento nella nuova ristampa. La digitalizzazione dei testi si presta a infinite manipolazioni e basta solo qualche clic. In ogni caso per avere legittimità, ha sempre bisogno di essere affiancata dal cartaceo di riferimento. Il giorno che sparirà completamente il cartaceo gutenberghiano (e prima o poi accadrà), volenti o nolenti dovremo rinunciare alla vera cultura, formazione e costruzione (Bildung) per passare all'americanissimo e rapido "skill". Cioè alla cultura dell'istantaneo.

Il tuo è un mero discorso economico che ovviamente non posso sottoscrivere. Ho tanti libri preziosi che mi sono costate poche lire, che potrei trascorrere la vita a leggerli (e che non riuscirò mai a fare). Del resto se tu non avessi ricevuto l'imprimatur di Gutenberg, non saresti nemmeno sensibilizzato a ricercare il sito Liberliber che menzioni.
Senza contare che leggere testi troppo lunghi, attraverso una schermata luminosa affatica la vista e non crea sufficiente concentrazione e memorizzazione dei contenuti.

Personalmente, quando leggo un articolo troppo lungo on line, non vedo l'ora di arrivare alla fine e magari finisce che salto dei passaggi per arrivare subito alla sintesi, cosa che non mi succede sulla lettura del cartaceo.

Anonymous said...

Quanto alla sostituzione dei libri, fa fede l'opera di Orwell e i vari scritti di insider "illuminati" che sono stati citati anche qui. L'intenzione c'e'; ora c'e' anche la possibilita' concreta offerta dalla tecnologia. Quello che ho letto in proposito parla esplicitamente di falsificazione di scienza e storia. Gli effetti li vediamo ormai da tempo, quindi non si parla di qualcosa di la da venire. Si tratta di un fenomeno mai visto prima il cui sbocco e' cambiare l'uomo per i secoli a venire. Penso che valga la pena di preoccuparsi un tantino. La conservazione della memoria storica e' cruciale, altrimenti, nel medio evo a che sarebbero serviti a fare i monasteri e gli scriptorium ?

Il sauro

Nessie said...

Perfettamente d'accordo Sauro. Con la fede ottimistica nel "progresso" e sulla bontà dei suoi mezzi tecnologici (magari usati criticamente) purtroppo non ne usciamo fuori. Per paradosso una qualche forma di resistenza è possibile solo in un'ottica di antimodernità. Come nel finale di Fahrenheit 451 dove i protagonisti imparavano a memoria i libri (di cui era vietato il possesso) per tramandarli a figli e nipoti.

Nessie said...

Sauro, ecco trovata la scena dell'omonimo film, nel quale i protagonisti imparano a memoria i libri in un'isola con una piccola comunità di malapena 50 persone per salvarsi dall'accusa di REATO di possesso.

https://www.youtube.com/watch?v=lSRtSLLJiXg