II - Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala...
Certamente in lingua originale è assai più efficace. Lo spleen, benché stato d'animo d' umor nero, è per Baudelaire la condizione necessaria per pervenire all'Ideale. Nella concezione baudelairiana Spleen et Idéal sono infatti intimamente congiunti. Pare che il poeta soffrisse fortemente di questo "disordine" ma che proprio per questo, ne avesse bisogno per raggiungere le sue sublimi idealità poetiche. Questo stato d'animo lo si coglie anche in Spleen di Parigi, un suo poemetto in prosa: Allora dimmi, che cosa ti piace, o bizzarro straniero? Io amo le nuvole ...le nuvole che passano...lassù... le nuvole meravigliose. Lo straniero passa quindi per due stati d'animo: da quello melanconico spaesato, a quello in cerca di ideali.
E' ancora in questa poesia del pittore-poeta Ardengo Soffici che la incontriamo per la "Via".
Palazzeschi, eravamo tre,
Noi due e l'amica ironia,
A braccetto per quella via
Così nostra alle ventitré
..........................
Finale
...Ma un organetto un po' sordo
si mise a cantare: Ohi Marì...
E fummo quattro oramai
A braccetto per quella via
Peccato! La malinconia
S'era invitata da sé.
Una poesia (qui il testo integrale) che parte allegra e scanzonata, ma che nel finale descrive come lo stato d'animo della malinconia crei quasi un effetto-imboscata per chi ne viene colpito.
Lo scrittore veneto Giuseppe Berto la descrisse come una discesa agli inferi nel suo romanzo "Il male oscuro" e per raffigurarne la nevrosi d'ansia che l'accompagna scrisse il romanzo senza punti né virgole, in un flusso di coscienza ininterrotto. Non ne soffrono solo i poeti e gli scrittori, ma anche gli artisti (pittori, scultori, musicisti). Ne soffrì Michelangelo, Caravaggio, Cellini, Albrecht Dürer e molti altri... Tutti figli di Saturno.
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| Mistero e malinconia di una strada (De Chirico) |
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| Iperico o erba di San Giovanni |
Ma certamente per i malinconici, o accidiosi o depressi o affetti dal male oscuro, o come vogliamo chiamarli, non è di conforto né di consolazione sapere che non sono pochi i personaggi famosi afflitti da questo male. In epoche più vicine alla nostra ne soffrirono pure persone di grande successo politico come Winston Churchill che nei momenti cupi della sua vita sognava di venire inseguito da un cane nero, e giornalistico come Indro Montanelli. Esistono rimedi senza dover sconfinare nella zona grigia degli psicofarmaci e sono l'Iperico (pianta di Iperione, il nome greco del Titano padre di Elio-Sole) che si assume anche in tisane e infusi. Grande è il valore simbolico di questa pianta dai bei fiori giallo-sole (il colore della luce che tanto piaceva a un melanconico cronico come Van Gogh - si pensi solo ai suoi girasoli o ai campi di grano). Capace di combattere gli stati depressivi, l'Iperico è anche un potente cicatrizzante. In fondo, a ben rifletterci, è come immettere piccole dosi di sole nel corpo di chi vede buio e non riesce a uscire dall'oscurità. Non di rado dunque anche la medicina e la farmacopea sono fatte di simboli e metafore proprio come le arti, la poesia e il linguaggio, dai quali indirettamente attingono.













