
Sono un po' sciovinista nei confronti del made in Italy e devo ammettere che mi dispiace dover trovare da ridire alla première Dame de France nata a Torino e perciò italiana di nascita, naturalizzata francese dopo le nozze presidenziali. Tuttavia Carla Bruni non fa proprio nulla per rendersi simpatica. Elegante silhouette, certamente, e abiti raffinati, ma sta molto sulle sue esibendo certe puzzette sotto il naso che non la rendono affatto gradevole. Il che non è propriamente elegante, dato che la vera eleganza non è virtù solo formale né esclusivamente legata alle griffe indossate. Per non parlare delle sue simpatie per i terroristi transfughi in Francia, come la Petrella e Battisti. E dire che la sua famiglia la portò proprio al di là delle Alpi, per sottrarla a eventuali rapimenti delle BR.
Insomma, chez nous Carlà fa rima con stronzà.
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Ci sono donne italiane che appena varcano il confine d'Oltralpe, la prima cosa che fanno è abiurare al nostro Bel Paese per tirarsela da parisienne trèees chic, come direbbe Alfonso Signorini insistendo e prolungando il très; e lei è una.
Già non mi piace per nulla sentirla cantare con quella vocetta arrocchita che mia nonna definirebbe "una voce da cantero scassato". E nemmeno vederla con la chitarra in mano e le lunghe chiome davanti al viso in stile débauché, imitare più di quarant'anni dopo Françoise Hardy versione adolescenziale, la quale almeno era autentica e ha creato un suo genere. La canzoncina sospirata di Carlà, "Quelqu'un m'a dit", mostra infatti non poche rassomiglianze a "J'ai jeté mon coeur" della Hardy, ma ormai siamo all'industria dei cloni. E per di più, pure mal riusciti. Non so bene se sia la parodia di Fiorello che imita lei, o se sia lei che imita la riuscitissima parodia di Fiorello
Ma la vera sorpresa è stata vederla perseverare nel cantare in modo sfiatato "Il cielo in una stanza", vecchia canzone composta da Gino Paoli per Mina. Ma dico, come diavolo ha osato? e come ha potuto? Se io fossi sfiatata come lei, tutto mi verrebbe in mente, fuorché cimentarmi in un successo di Mina, mettendomi a rischio di paragoni già perdenti in partenza. E difatti guardate qui su you tube, Il Cielo di Mina in un celebre video con Ernesto Calidri, e subito dopo il "cantero scassato" Bruni Tedeschi che sospira faticosamente. Si può perdonare a Carlà la snobberia di essere arrivata all'ultimo giorno di G8 con tanto di agenda personale a L'Aquila, aggirarsi tra le macerie in griffe (avrebbe fatto meglio, a questo punto, non farsi vedere per niente); le si può perdonare di essersi smarcata dalle altre first lady, ma non il Cielo in una stanza. Anzi, il Cielo in uno strazio. Non perdetevi i commenti su questo tubo dopo la sua improbabile esecuzione.
Insomma, chez nous Carlà fa rima con stronzà.
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Ci sono donne italiane che appena varcano il confine d'Oltralpe, la prima cosa che fanno è abiurare al nostro Bel Paese per tirarsela da parisienne trèees chic, come direbbe Alfonso Signorini insistendo e prolungando il très; e lei è una.
Già non mi piace per nulla sentirla cantare con quella vocetta arrocchita che mia nonna definirebbe "una voce da cantero scassato". E nemmeno vederla con la chitarra in mano e le lunghe chiome davanti al viso in stile débauché, imitare più di quarant'anni dopo Françoise Hardy versione adolescenziale, la quale almeno era autentica e ha creato un suo genere. La canzoncina sospirata di Carlà, "Quelqu'un m'a dit", mostra infatti non poche rassomiglianze a "J'ai jeté mon coeur" della Hardy, ma ormai siamo all'industria dei cloni. E per di più, pure mal riusciti. Non so bene se sia la parodia di Fiorello che imita lei, o se sia lei che imita la riuscitissima parodia di Fiorello
Ma la vera sorpresa è stata vederla perseverare nel cantare in modo sfiatato "Il cielo in una stanza", vecchia canzone composta da Gino Paoli per Mina. Ma dico, come diavolo ha osato? e come ha potuto? Se io fossi sfiatata come lei, tutto mi verrebbe in mente, fuorché cimentarmi in un successo di Mina, mettendomi a rischio di paragoni già perdenti in partenza. E difatti guardate qui su you tube, Il Cielo di Mina in un celebre video con Ernesto Calidri, e subito dopo il "cantero scassato" Bruni Tedeschi che sospira faticosamente. Si può perdonare a Carlà la snobberia di essere arrivata all'ultimo giorno di G8 con tanto di agenda personale a L'Aquila, aggirarsi tra le macerie in griffe (avrebbe fatto meglio, a questo punto, non farsi vedere per niente); le si può perdonare di essersi smarcata dalle altre first lady, ma non il Cielo in una stanza. Anzi, il Cielo in uno strazio. Non perdetevi i commenti su questo tubo dopo la sua improbabile esecuzione.
E guardatevi pure il concerto in favore di Nelson Mandela dove la Brunì era lì, insieme a Sarkò che la guardava estasiato tra il pubblico. Ma facce ridde - direbbero a Roma! E' proprio vero che l'amore è sordo oltre che cieco...
Ma l'avete sentita cantare il vecchio successo di Dylan "Blowing the wind", almeno? Lo strazio continua... , nonostante fosse stata accompagnata dall'ottimo chitarrista Dave Stewart degli Eurithmics. Ma questa volta sono stati i francesi che nei commenti non gliele hanno risparmiate.
Eppoi che ci azzecca lei con Nelson Mandela e il Sud Africa?
Ah, già dimenticavo: suo marito l'ha messa lì in prima fila al concerto multikulti e in mondovision tv quale testimonial, per preparare il terreno a quell 'Union des Peuples Mediterranéens, prossima ventura. Pardon, Africains. Chi me l'ha detto? -
Beh..Quelqu'un m'a dit. Della serie, I believe in ONE world. Oh yeah!
Ma l'avete sentita cantare il vecchio successo di Dylan "Blowing the wind", almeno? Lo strazio continua... , nonostante fosse stata accompagnata dall'ottimo chitarrista Dave Stewart degli Eurithmics. Ma questa volta sono stati i francesi che nei commenti non gliele hanno risparmiate.
Eppoi che ci azzecca lei con Nelson Mandela e il Sud Africa?
Ah, già dimenticavo: suo marito l'ha messa lì in prima fila al concerto multikulti e in mondovision tv quale testimonial, per preparare il terreno a quell 'Union des Peuples Mediterranéens, prossima ventura. Pardon, Africains. Chi me l'ha detto? -
Beh..Quelqu'un m'a dit. Della serie, I believe in ONE world. Oh yeah!



 Archiviato il G8 con successo prevedibile, dato che Berlusconi sa essere un ottimo organizzatore, ho pure detto che altre sfide immani avrebbero atteso il Cav. e che non era finita.



