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20 May 2025

Referendum, specchietti per allodole e cavalli di Troia





Non credo che i referendum landiniani avranno successo. Più che per la consapevolezza politica dei cittadini, sarà magari una bella stagione che tarda a venire e la voglia di scappare al mare, a fare la differenza. Tuttavia non ci vuole un genio per capire che questi referendum servono a chi sogna sempre e soltanto la solita "spallata" contro il governo. Ma servono pure in funzione di "primarie" (una lotta tutta interna alla sinistra) per poter stabilire chi sarà il nuovo segretario di una sinistra a pezzi (Landini vs. Schlein?). Soprattutto rappresentano il cavallo di Troia in funzione di trascinamento del quinto e più importante quesito: quello sulla "cittadinanza breve" agli immigrati, realizzando così il sogno dei sinistri e dei cattosinistri: la sostituzione etnico-occupazionale dei lavoratori, cosa peraltro già in atto in numerosi settori. Secondo la legge attualmente in vigore, un adulto straniero maggiorenne, cittadino di un Paese che non fa parte dell’Unione Europea, deve risiedere legalmente 10 anni in Italia per poter chiedere la cittadinanza italiana. Ecco dunque come recita il quesito N.5:

5) Cittadinanza italiana per stranieri: Si propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana .

Non c'è che dire: una comoda scorciatoia verso quel mai raggiunto ius soli, una sorta di via sindacale alla cittadinanza breve. Ci sarebbe dell'altro da sottolineare. Il mondo del lavoro e i diritti sociali perduti non si rilanciano coi referendum, oggi un'arma spuntata dato che di questo strumento se ne è fatto un largo uso-abuso, da Pannella in poi. E il povero Magi vestito da fantasma ne è solo la pallida e sbiadita imitazione. Inoltre i nostri sono referendum abrogativi, quindi occorre comunque legiferare al riguardo. E le leggi, fino a prova contraria, le fanno i governi e i parlamenti che le approvano.

Voglio altresì ricordare al signor Landini che in quanto a diritti dei lavoratori merita una solenne bocciatura, dato che in luogo di proteggere operai e impiegati che non volevano vaccinarsi, ha permesso discriminazioni, sospensioni, radiazioni da ordini professionali, licenziamenti e altre punizioni. Inoltre non ha mai speso una sola buona parola per i portuali di Trieste docciati con gli idranti di acqua gelida dalla polizia alle sette di mattina. Chi non ricorda le foto tra lui e Draghi abbracciati e mascherinati? Fu un vero e proprio patto scellerato contro il lavoro. 

Landini e Draghi: un patto scellerato

E tanto per rimanere in tema di collaborazionismo cigiellino, chi non ricorda le risatacce sguaiate di Susanna Camusso con Monti a Cernobbio sul lago di Como seduti al desco insieme, con la bocca piena di cibo? Tanto per rinfrescare la memoria, non ci fu una giornata di sciopero contro la legge Fornero e il fenomeno degli esodati. Ovvero lavoratori che non percepivano né paga né pensione. Così come il sig. Landini che allora era il segretario della FIOM si limitò a uno scioperetto-farsa di malapena 4 ore contro il Jobs Act del governo Renzi (2014), per la cronaca, governo di sinistra, minacciando di occupare le fabbriche. Quali fabbriche? E di grazia, dove sono più le fabbriche? Una presa per i fondelli.
In mancanza di fabbriche da occupare, ora il povero Landini fa saltar fuori dal suo cilindro un bel referendum abrogativo con grande dispendio di quattrini, contro la citata "riforma" che è stata fatta passare, grazie alla loro fattiva collaborazione.
Per parte mia, non ho nessuna intenzione di recarmi alle urne e contribuirò come posso a invalidare questo referendum.
C'è ancora molto altro.
La precarizzione del lavoro, la de-industrializzazione del nostro paese, magari effettuata col pretesto di realizzare politiche green ed ecologiste (come nel caso dell'Ilva), la spinta alla delocalizzazione degli impianti in paesi detti "emergenti" (il cosiddetto terzo e quarto mondo), le politiche globaliste e tutti questi fenomeni oppressivi, hanno potuto realizzarsi grazie al collaborazionismo sindacale e alla Sindacatocrazia che ha soffocato e soffoca il mondo del lavoro.

Personalmente, per l'assistenza fiscale, preferisco recarmi presso un commercialista, in luogo dei loro CAF ai quali non voglio dare i miei soldi. Anche perché presso i sindacati della Trimurti (e in particolare la Cgil) è ormai d'uso adibire stranieri all'assistenza fiscale. E non mi si venga a cantare il solito ritornello che quelli dell'assistente fiscale sono "lavori-che-gli-italiani-non-vogliono-più-fare", come recita ormai da tempo,  la loro stracca favoletta. Un lavoro così, pulito e salariato molti italiani lo vorrebbero, eccome.

Va bene così, intanto il loro copione filmico lo conosciamo già: mobilitazione per tutte le piazze d'Italia da qui all'8 giugno per affermare più diritti del lavoro, più soldi, più sicurezza delle norme e bla-bla-bla nel nome del solito "antifascismo" e magari contro la RAI color fiamma tricolore che non fa abbastanza propaganda ai loro salvifici quesiti referendari. Qualcuno ci cascherà di nuovo. Io non ci casco. Et si omnes, ego non.

San Bernardino da Siena

13 May 2025

Cercasi medico di famiglia disperatamente

 



In molte regioni e provincie italiane la popolazione è priva del medico di famiglia, più banalmente chiamato "medico di base". Anche la stampa mainstream e quella locale, hanno dato conto di regioni e provincie interessate. Trovare un medico è complicato anche fuori dalle grandi città: intere aree interne, piccoli comuni e comunità montane ne sono attualmente già prive e la situazione è particolarmente grave in alcune zone di 4 Regioni - Abruzzo, Marche, Molise, Umbria - già rimaste senza medici di Medicina generale. Non mancano zone anche della laboriosa Lombardia che sono rimaste scoperte in ambito sanitario. Poi ci sono molte zone "scoperte" della Sardegna.
In Italia al momento, mancano più di 5.500 medici di famiglia. Un numero destinato a crescere nei prossimi anni a causa dei pensionamenti e del calo di interesse da parte dei giovani medici verso questa professione.

Non c'è di che stupirsi: era proprio quello che volevano dopo il tempo di quella che continuano a chiamare "pandemia". Oggi occorre prendere atto che il sistema sanitario è clinicamente morto con liste d'attesa interminabili e ingestibili, con presidi sanitari sguarniti e con la conseguente spinta verso la sanità privata per coloro i quali possono permetterselo. Ma la cosa più desolante è constatare che buona parte dell'opinione pubblica ha accettato  questo "passaggio strutturale", manco fosse una fatalità inevitabile, senza mai interrogarsi sui responsabili nazionali e internazionali che lo hanno causato. Pazienti troppo pazienti! - è questo il guaio.
Io stessa mi sono ritrovata ad assistere al fuggi-fuggi dei medici in pensione che non volevano venire travolti dal caos sanitario, e a dover subire un interregno senza un vero medico di famiglia. Mi capitò poi un dottorino giovane che pareva meticoloso. Comparve nella primavera del 2023, ma il tempo di arrivare all'autunno che sparì dalla circolazione senza che l'ASL o ASST come la chiamano, si degnasse di darmi comunicazione della sua cessata attività. Men che meno, il dottorino in questione che forse, spaventato dagli assistiti in esubero, deve aver deciso che da grande, quello non poteva essere il mestiere della sua vita.
Mi ritrovai in seguito registrata come "assistita"  presso una giovane dottoressa. Grazie a Dio, partii per il mare che insieme al sole è sempre una grande cura, e non ne ebbi bisogno per un po'. C'è  da accendere un cero alla Madonna, perché in autunno  e  per tutto l'inverno, non presi un raffreddore. Torna la primavera e l'estate 2024. La mia buona salute, mi rendeva assai pigra e restia nel voler andare a conoscere questa dottoressa. Se c'è una cosa che ci ha insegnato la crisi sanitaria (procurata) del 2020-2023 è la sfiducia nella classe medica. Spiace dirlo, ma è una categoria che poco ha fatto per accaparrarsi la nostra fiducia (o almeno, la mia), durante tutto quel periodo. E di questo si dovrebbe prendere atto. 
Ma ecco che la necessità di fare delle radiografie ad un piede, mi ricondusse all'ambulatorio snobbato da circa un anno. Con disappunto mi accorsi che le visite erano tutte su appuntamento e che non esistevano più i giorni "liberi" di ambulatorio, nei quali, chi aveva un'urgenza, si imbucava lì e aspettava. Ma ancor più, mi inalberai nel constatare che il caro vecchio medico di famiglia del buon tempo che fu, quello che ti dava l'appuntamento immediato, era relegato al mondo dei ricordi e che la dottoressina, faceva filtrare le telefonate da una segretaria che, quando si degnava di rispondere,  ti rinviava alle calende greche. "Fino alla fine del mese non c'è posto" - mi sentii dire. Ma scherziamo? Non scherziamo col fuoco. 
Io avevo bisogno di una semplice impegnativa (ovvero la prescrizione), perché sì, perché ora anche i cosiddetti laboratori diagnostici privati che spuntano qua e là come funghi un po' dappertutto, vogliono quel foglietto del "medico di base". 
Un controllo sovietico a carattere sanitario? Un'intrusione di Babbo Stato, anzi, di Babuscia, ogni qualvolta  si accede al cosiddetto libero mercato della Sanità?  
Ne chiesi conto al laboratorio privato e mi dissero che era per "coerenza" allo scopo di "valutare un percorso diagnostico e terapeutico", una spiegazione che mi convince poco..
Dovetti così tornare allo studio medico della dottoressina, dato che avevo bisogno della prescrizione anche per le terapie. E alla faccia del "libero mercato" e della libertà di cura! Ancora una volta mi ritrovai dei blocchi davanti. Pareva che stamparmi quel fogliettino, costituisse per la dottoressa, la stessa fatica  di Sisifo quando  sollevava un  enorme masso.  "Guardi che lei deve fare solo click e stampare", le dissi dopo aver visto la sua faccia scura. 
"Sì, ma se tutti facessero come lei e dovessi fare tanti click...", mi rispose piccata. Si riferiva al fatto che  mi ero fiondata in ambulatorio senza appuntamento. Ma non potevo fare altrimenti, tenuto conto che avevo già preso la prenotazione per le terapie private (e cioè pagate di mia tasca).  
Insomma, per farla breve, mi sono resa conto che il privato copia la burocrazia del pubblico, mentre nel pubblico anche tra i medici della mutua, alcuni si comportano  da baronetti: pochi assistiti un tanto al giorno, ambulatori semi-vuoti, mezza giornata come orario, da lunedì fino a venerdì (settimana corta). Poi ci sono i ponti festivi dove è vietato ammalarsi: inutile reperirli. Tuttalpiù, alla malaparata si chiama la Guardia Medica.



Chi faceva per davvero il medico di famiglia con il borsone nero e con lo stetoscopio, non aveva bisogno di mandarti di continuo dallo specialista a fare le analisi perché tastava, visitava, ti faceva fare il colpo di tosse. Ed è  già archeologia del passato, anche se, in realtà  correva l'anno 2019, anno che Schwab chiamava A.C. che non vuol dire Avanti Cristo, ma "Ante Covid" (vedere le sue "perline sociopatiche").  
E l'unica libertà sanitaria che ci è rimasta è quella di cambiare medico, sperando di guadagnarci nel cambio. E difatti ho dovuto ancora una volta, cambiare dottore. Alla prossima odissea, allora! E che ciascuno racconti la propria. 

Beata Vergine Maria di Fatima

08 May 2025

Fumata nera, fumata bianca

 


E' curioso vedere questa marea umana in piazza San  Pietro col naso in su a guardare quel comignolo che finora ha emesso solo fumate nere. E non si tratta solo di fedeli, ma di turisti e avventori curiosi. In questo momento la vera superstar è un gabbiano che non vuole spostarsi da quei paraggi. Pare che da uno, poi ne siano arrivati due. Sinceramente non mi aspettavo che questo conclave si trasformasse in un evento mediatico così pervasivo. Emittenti tv che danno reportage tutti uguali e tutti in copia. Più di 4000 giornalisti accreditati che invadono terrazze romane limitrofe, reporter, teleobiettivi potentissimi, giungle di parabole satellitari. Ma quel che sconcerta è il totoscommesse di queste ore, sui 133 cardinali "papabili". Purtroppo l'eredità bergogliana ci ha lasciato una specie di concerto rock da stadio, fatto di cronisti assaltatori di tonache svolazzanti che cercano di sottrarsi alla curiosità morbosa. In mancanza di vere notizie, abbiamo la mono-news dei talk show, sempre abilissimi nel discettare sul Nulla. E' difficile che nel mondo non accada nient'altro che l'elezione di un papa, ma l'impressione che se ne ha in queste ore, è quella della sospensione,  perfino dalle guerre. Financo, dai soliti fattacci quotidiani. E da una parte, è pure meglio così, tenuto conto della morbosità mediatica e delle  estenuanti dirette anche sui casi di truculenta cronaca nera. La cosa più ridicola e grottesca è la vecchia Tele-Kabul comunista (ovvero Rai 3) che fa le dirette papali, con le relative Giovanne Botteri & affini, trasformatesi per l'uopo in "vaticaniste". Roba da rotolarsi per terra dalle risate. Ce ne sarebbe anche per quei cardinali africani che hanno scolato liquori dal frigo-bar pensando che fosse tutto gratis. Per altri, che fino a poco tempo prima del fatidico "extra omnes"  parlavano al microfono  ai "follower" dei loro siti e profili. 

Non faccio previsioni, ma soprattutto non mi faccio soverchie illusioni. Temo che un vero "pontifex" che faccia da tramite tra Terra e Cielo in grado di essere una vera guida spirituale per l'umanità, faccia parte della nostra legittima aspirazione, ma che difficilmente potrà realizzarsi, tenuto conto che il tarlo del "progresso" e della "modernità" è penetrato da tempo nei labirinti del Vaticano. Per cominciare ci sono buchi neri che vanno assolutamente rischiarati quando in occasione del governo Obama venne fatto sloggiare papa Ratzinger, facendogli leggere una "declaratio"  di rinunzia in pessimo latino. E' tempo di fare chiarezza su questa oscura vicenda che lascia pensare a un "colpo  di stato", con un sostituto già bell'e pronto. Ne diedi conto qui in "Giallo vaticano",  un post più volte ripreso da altre piattaforme, blog e siti. 

E ora, a distanza di dodici anni,  perfino il sito di Nicola Porro non esclude la strana coincidenza della rimozione forzata di Berlusconi del 2011 e due anni dopo,  di quella di Benedetto XVI nel 2013.  Meglio tardi che mai e beato a chi si sveglia! - verrebbe da dire. Nel primo caso si installò, come è noto, un governo "tecnico". Nel secondo, l'argentino Jorge Mario Bergoglio. 


Colomba straziata da corvo nel 2014

Frattanto, si consumano le dirette  a reti unificate nei luoghi di nascita del papabili italiani con cronisti che si fiondano a Schiavon nel trevigiano, luoghi di don Piero (ovvero l'astuto diplomatico Parolin), di don Matteo (ovvero di Zuppi, della comunità di Sant'Egidio, un'ipotesi di elezione che non mi piace per nulla) e del card. Pizzaballa nella bergamasca che è l'unico che ha ancora un'anziana madre novantenne. Dei tre, ovviamente preferisco il terzo, ma non credo che in queste ore sia ben visto da parte israeliana, tenuto conto che è il cardinale che sapeva e sa troppo, che ha troppo visto, troppo sentito, e che le dinamiche di quel mondo lui le conosce  fin troppo bene. Oltretutto, conosce bene lingue arabe e l'ebraico. Inoltre la sua missione pastorale di Patriarca di Gerusalemme, è collocata in un importante crocevia tra Oriente e Occidente,  a forte valenza simbolica. 

Che altro aggiungere giunti a questo punto? Forse dovremo attendere ancora un po' perché i cardinali convenuti da ogni parte del mondo, non si conoscono e non parlano quell'unica lingua unificante che prima coloro i quali indossavano la talare, sapevano: il Latino. Pur tuttavia, mai porre dei limiti alla Provvidenza. 


Aggiornamento: E' comparsa la fumata bianca, al quarto scrutinio. E' un papa americano che si chiama Robert Francis Prevost e ha preso il nome di Leone XIV. 


San Vittore - Madonna di Pompei

03 May 2025

Il ritorno della virostar Bassetti. Cosa nasconde?




Giovedì sera sul programma di Del Debbio "Dritto e Rovescio" è riapparsa la virostar Matteo Bassetti dell'ospedale San Martino di Genova. La cosa stupefacente era l'intervista in ginocchio di Del Debbio in stile Vespa, tanto per intenderci. Bassetti ha continuato a terrorizzare coi numeri prendendosela coi "negazionisti" e "no vax" che a fronte di oltre 200.000 morti a causa del virus, hanno il coraggio di sottovalutare la gravità del caso. La cosa sorprendente non era lui, ma l'intervistatore incapace di porre un minimo di domande scomode. Nessuna parola sulle politiche dei tagli dei posti letto ospedalieri che hanno obbligato a giocare alla roulette russa i pazienti. Nessun cenno ai ventilatori cinesi che hanno bruciato i polmoni dei ricoverati in luogo di salvarli. Ma soprattutto nessuna obiezione sui medici di base irreperibili, sugli ambulatori  rimasti chiusi secondo precisi diktat, sui farmaci d'ordinanza come antiinfiammatori e antibiotici, praticamente negati.  Sul  famigerato protocollo "tachipirina e vigile attesa", sulle denunce già in atto, sulle varie inchieste in corso d'opera. Per non dire della sequela dei "malori improvvisi" e dei bollettini di guerra quasi quotidiani. 

E siccome ho buona memoria,  ricordo che fu lo stesso Bassetti a "sconsigliare" in una delle sue tante comparsate TV in camice bianco, l'uso dell'azitromicina. Ovvero un antibiotico indicato per il trattamento delle "vie respiratorie alte" e pure "basse", incluse bronchiti e polmoniti (prelevo dal bugiardino). Antibiotico, tra l'altro, prodotto anche dalla stessa Pfizer a nome Zitromax, un prodotto diventato molto comune.  
Del Debbio, che scrive pure per La Verità (ma mai su questi argomenti), giornale che si è distinto con articoli coraggiosi come quelli di Patrizia Floder Reitter, Maddalena Loy e Angela Camuso, se ne stava lì zitto zitto seduto davanti a lui, annuendo. Sedia di fronte a sedia come fece Trump con Zelensky nella storica foto in San Pietro, con un Bassetti più che mai ringalluzzito dalla presentazione del suo nuovo libro. Lui sì che se ne intende di promozione! Non bastava, infatti, lo spottone pubblicitario, praticamente una televendita, che lo ritraeva in pigiama da notte sul letto di una suite alberghiera (ovvero l'Hotel di sua moglie), in versione Mastrota sul materasso.

La televendita pubblicitaria di Bassetti nell'hotel di sua  moglie

Rieccolo lì,  apparire sul teleschermo esortando gli altri suoi colleghi a fare altrettanto.
A cosa dobbiamo il ritorno del Bassetti allarmante? Allarmante, perché ha parlato del pericolo imminente di "aviaria" e di un eventuale "salto di specie" tra gli animali (anche domestici) e gli uomini. Qui, il  video.

Frattanto si viene a sapere che la Commissione Europea ha approvato un nuovo vaccino anti Covid, il Kostaive prodotto da una big Pharma giapponese, la Mejii Seika Pharma. Qui al link per saperne di più.


La FDA statunitense, tuttavia, lo ha rifiutato. Non si sa quando sarà disponibile in Italia ma è certo che arriverà. “Essendo stato autorizzato a livello Ue, è automaticamente autorizzato in Italia” avverte l'Aifa.
Lo chiamano già vaccino "autoreplicante", per via per via della capacità dell’RNA di autoreplicarsi all’interno della cellula”. E già sul piede di guerra ci sono schiere di medici che ne hanno denunciato la nocività.

Non so pertanto se la visitina di Bassetti, il quale ha pure esortato i suoi colleghi a "scendere dal piedistallo e a sporcarsi le mani" andando in tv a divulgare i loro saperi, sia foriera di qualche altra diavoleria del genere, in preparazione. Dico solo che noi li abbiamo già visti e sentiti abbastanza questi sacerdoti mendaci in camice bianco e che per il Bene dell'umanità dovrebbero fare qualcosa di molto semplice: sparire da tutti i radar.

Ma soprattutto è sconfortante constatare che non abbiamo avuto un solo alleato né in Rai né in Mediaset, né su La7. E non si chiede loro di schierarsi dalla parte dei non vaccinati o dei danneggiati: sarebbe troppo! Ma di imparare almeno a fare domande da giornalisti scomodi. Un tempo si diceva che i giornalisti erano una vil razza di cortigiani. Oggi si dovrebbe dire di... vespasiani.

SS Filippo e Giacomo