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07 November 2024

Mai fidarsi dei "professionisti dell'informazione"




Ci risiamo. Dopo il primo mandato che vide le lacrime amare di Giovanna Botteri, allora inviata speciale della Rai, la quale a tutta prima  si sentiva già la vittoria di Hillary Clinton in tasca, ma poi a spoglio completato e vittoria di Trump, recriminava l'irrilevanza e l'ininfluenza dei "professionisti dell' informazione" qual è lei, ecco replicare la scena delle bugie "sul testa a testa", sulla vittoria di misura, sul filo di lana, quando non addirittura sulla netta vittoria di Kamala Harris già pregustata da uno che non ne ha mai azzeccata una: Paolo Mieli, stavolta ospite all'"Aria che tira" da Parenzo, quest'ultimo un gran cervellone, vero e proprio maitre-à- ne pas penser
 Anche i sondaggisti fanno parte di questa bella genia di maghi Merlini con tanto di palla di vetro che sonda soprattutto i loro desiderata. Hanno lavorato tutti copiandosi l'un l'altro, i guru internazionali delle proiezioni,  optando per una sorta di pareggio, tanto per non sentirsi superare l'un l'altro.  Domani sera mi offrono una pizza circa la scommessa fatta con amici, secondo cui avrebbe rivinto Trump. Non possiedo doti divinatorie e non  ci voleva poi molto a vincerla. In fondo, basta solo affermare il contrario di quanto affermano i canali ufficiali e i giornaloni stranieri ed italiani. Lo abbiamo ben visto ai tempi della Brexit dove fino all'ultimo, per la vulgata mediatica, gli inglesi erano ansiosi di rimanere in Ue. Lo abbiamo rivisto durante la pandemenza dove non hanno fatto che terrorizzarci col virus esaltando il salvifico e taumaturgico siero, il quale ci avrebbe immunizzato a vita. Perciò dovremmo, per questo, essere già  smaliziati, ma tant'è.... C'è chi si stupisce ancora di come vadano le cose. 

E  così, dopo aver speso 2, 7 miliardi di euro (tradurre in dollari) per quella trasferta hollywoodiana di celebrità del cinema, della musica, del rock, del pop, del rap e  di chi più ne ha più ne metta,  tutti volonterosi testimonial della sconfitta (i Vip non spostano voti), è stata Kamala stessa a silenziare la sarabanda quando stavano perdendo alla grande. Le campagne elettorali americane non mi piacciono, quali che siano le forze in campo, sempre con toni e scenografie circensi. Mi sembrano dei rodei di vaccari e di rancheros in libera uscita. 
La realizzazione delle promesse elettorali si vedranno durante il mandato presidenziale che, per loro fortuna,  a differenza del nostro dinastico mandato quirinalizio, dura solo 4 anni. Non voglio nascondermi dietro un'ipocrita terzietà. E' evidente che se avesse vinto un personaggio pompato dai media come la Harris, del tutto irrilevante come vice durante il mandato di Biden e spinta in  avanti "in quanto donna" e in in quanto "di colore", mi sarebbe risultato sgradevole e che sul piano personale Trump mi risulti più simpatico. "Poiché la Harris era una candidata così grossolanamente incompetente e totalmente priva di credibilità, gli sforzi dei media per proteggerla sono stati erculei" ( fonte: Zero Hedge). 
E ' pure possibile per noi che la vittoria di Trump, il quale ha ottenuto più seggi al Senato, alla Camera, rispetto alle elezioni passate,  mentre i Repubblicani controllano pure la Corte Suprema, rappresenti un buon segno. Quanto, però a voler credere che possa rappresentare un trionfo sul cosiddetto "deep state", mi pare una colossale ingenuità.

Faccio qualche previsione? Trump potrebbe fare qualcosa per frenare il conflitto russo-ucraino, ma da come si vede in queste ore esultare Netanyahu che è stato tra i primi a congratularsi, suppongo che gli lascerà le mani libere sul fronte del Medio Oriente e pure Iran. L'ingresso di Robert Kennedy jr.  nel suo governo potrebbe mettere un freno alle grandi lobby  farmaceutiche vacciniste e ai loro tracotanti obblighi sanitari, specie sui bambini.  

Frattanto ci sono mosche cocchiere di sinistra che si strappano i capelli come se le elezioni le riguardassero da vicino. Qualcuno nato a Ostia mette sul balcone la scritta. "Trump non è il mio presidente".   Capirai che  sfoggio di sovranismo! E che indipendenza di pensiero! 
La cosa più  triste dei sinistri, è che non imparano mai niente da tutte le tranvate in faccia che prendono. Non hanno né vogliono avere, il polso dell'elettorato. Nemmeno del loro. 
La mostrificazione del personaggio Trump è la solita reductio ad Benitum, già iniziata durante le lezioni del 2016; ma  ora si replica con toni ancora più accesi e  roboanti. Qualcun altro (il "fattarolo" Luca Sommi) si spinge ad accostarlo al Ku-Klux-Klan. Deve aver visto qualche lenzuolo di Halloween di troppo.



Ma ecco spuntare anche mosche cocchiere di destra, ansiose di saltare sul carro del vincitore. Salvini che gira con vistose cravatte rosse (rosso è il colore dei Rep). Meloni che dopo i bacetti in testa di Sleepy Joe e le passeggiatine manin-manetta insieme a lui, è già pronta a risvoltare la casacca e a ritagliarsi un ruolo di interlocutrice privilegiata di Trump presso la Ue, in nome delle "affinità elettive" repubblicane. Tra pochi giorni si spegneranno gli echi di una campagna elettorale anche troppo chiassosa e allora la parola passerà a ciò che verrà fatto o non fatto, per davvero. Quattro anni passano in fretta, ma non dimentichiamo che l'Italia è   pur sempre situata alla periferia dell'Impero a stelle e strisce. 

San Ercolano da Perugia

02 November 2024

L'intimo legame tra i vivi e i morti




In un tempo infinitamente lontano, il dialogo trai vivi e i morti era cosa ricorrente. Ce ne dà testimonianza Omero nell'Odissea nell'incontro tra Ulisse e i cari estinti nella sua discesa all'Ade, pagina toccante del poema omerico dove incontra la madre, ombra nel Regno delle Ombre. Oggi invece la solennità e commemorazione dei defunti viene semplicemente battezzata col nome generico de "il ponte di Ognissanti", un'occasione per fare viaggi, spostamenti con annessi divertimenti. Ho già trattato in altri post come "Se il riposo non è più eterno" anche il tema della cremazione, consuetudine diffusa negli Usa, che possiamo annoverare una società "mercuriale" e nomade (vedi il saggio "Il secolo ebraico" di Yuri Slezkine), a differenza di quella italiana che è stata a lungo una società stanziale, quindi sempre secondo le categorie di Slezkine "apollinea". Nelle società stanziali l 'estinto fa parte, a buon diritto, del paesaggio dei vivi e, sebbene mediante editto napoleonico i cimiteri fossero stati spostati in aree fuori città, chiunque può raggiungere i luoghi di sepoltura. Ma con la cremazione, ormai accettata anche dalla chiesa cattolica (ma non da quella Ortodossa) si arriva ai paradossi dell'urna cineraria in casa sottraendo il caro estinto al rituale passaggio di amici e parenti, davanti alle sue spoglie. La morte viene così sottratta alla sfera sociale. A proposito di vivi e di morti, come non ricordare le tombe etrusche con affreschi rappresentanti scene di caccia, di vendemmia, di agricoltura a Cerveteri e a Tarquinia, segno tangibile di quanto vita e morte fossero intimamente collegati in uno stesso rassicurante ciclo? 
 Anche la letteratura si è occupata dei morti nel carme di  Ugo Foscolo "I sepolcri" allorché, mediante editto napoleonico del 1804 di Saint Cloud, venne imposto che i cimiteri fossero ubicati oltre le mura della città e le lapidi, fossero tutte uguali e prive di decorazioni. Nella modernità, i  cimiteri di piccoli villaggi americani come Lewistown e Petersburg nell'Illinois ispirarono "L'antologia di Spoon River", di Edgar Lee Masters raccolta di poesie-epitaffio nella quale ogni morto racconta un po' della sua vita personale con assoluta sincerità, poiché non ha più nulla da temere dal giudizio altrui. 
"Il cimitero marino" è un altro poemetto di Paul Valéry nel quale il poeta, nativo di Sète in Languedoc, descrive un piccolo cimitero, posto in vicinanza del mare, dove le candide lapidi, risplendono fra i cipressi sotto la luce abbacinante del sole che ricava incanti dalla vicina superficie del mare. Alla descrizione visiva, il poeta intercala riflessioni e pensieri sulla vita e sulla morte.  

La "pandemia" impostaci coi metodi brutali che ben sappiamo, ha fatto scempio di questo intimo indissolubile legame tra i vivi e i morti, gettando nella disperazione le famiglie bandite dai capezzali degli ospedali, col rimorso di non poter porgere un ultimo abbraccio, una carezza ai loro cari. Durante la cosiddetta "emergenza" si sbarazzarono dei loro corpi mediante sommarie cremazioni collettive che hanno impedito di fatto le autopsie e le vere ricerche sanitarie, Non bastasse ciò, in molti casi, non sono nemmeno state garantite vere onoranze funebri in grado di dare dignità e conforto a questo doloroso evento, arrivando a  imporre funzioni con numero chiuso e volti coperti da maschera. 
Ma torno alla tradizione italiana dei grandi cimiteri monumentali dove vi si trovano autentiche opere d'arte come nel cimitero di Milano,  opere di valore artistico come edicole funerarie, sculture, statue di grande pregio,  un vero e proprio museo a cielo aperto. Lo stesso dicasi per quello di Staglieno a Genova, per Verona e per varie altre città italiane. Con buona pace per i furori rivoluzionari francesi che in nome dell'"uguaglianza" volevano lapidi tutte uguali.
Ma io prediligo i piccoli cimiteri marini della mia Liguria affacciati su falesie a picco sul mare o incastrati su pianori rocciosi, tra i profumi di erbe selvatiche. In quello di Manarola (una delle 5 Terre) costruito in stile neoclassico c'è, all'ingresso,  un verso di Cardarelli con grandi caratteri: 

O aperti ai venti e all'onde
Liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.




Sono rimasta colpita dalla tomba del grande alpinista Walter Bonatti nel piccolo cimitero di Porto Venere (nella foto in alto). A tutta prima, credetti che le piogge frequenti vi avessero trascinato cumuli di detriti. In realtà,  erano pietruzze delle montagne, ramponi, piccoli moschettoni, pezzetti di corde e una piccola piccozza appesa alla Croce. Gli alpinisti e rocciatori scendono dai monti al mare rendendo omaggio a un grande delle vette. In più, poco distante esiste il monte Muzzerone, con una parete  a picco sul mare, già palestra dei rocciatori del corpo speciale Comsubin nel vicino Varignano, parete che Bonatti scalò varie volte, quasi per diletto.  Una testimonianza tangibile che i morti esistono grazie alla  memoria dei vivi, i quali col loro transito terrestre, li ricordano e li onorano.  Ma in questo caso,  anche un trait-d'union paesaggistico ideale tra monti e mari. 

2 novembre - Commemorazione dei Defunti