Ci risiamo. Dopo il primo mandato che vide le lacrime amare di Giovanna Botteri, allora inviata speciale della Rai, la quale a tutta prima si sentiva già la vittoria di Hillary Clinton in tasca, ma poi a spoglio completato e vittoria di Trump, recriminava l'irrilevanza e l'ininfluenza dei "professionisti dell' informazione" qual è lei, ecco replicare la scena delle bugie "sul testa a testa", sulla vittoria di misura, sul filo di lana, quando non addirittura sulla netta vittoria di Kamala Harris già pregustata da uno che non ne ha mai azzeccata una: Paolo Mieli, stavolta ospite all'"Aria che tira" da Parenzo, quest'ultimo un gran cervellone, vero e proprio maitre-à- ne pas penser.
Anche i sondaggisti fanno parte di questa bella genia di maghi Merlini con tanto di palla di vetro che sonda soprattutto i loro desiderata. Hanno lavorato tutti copiandosi l'un l'altro, i guru internazionali delle proiezioni, optando per una sorta di pareggio, tanto per non sentirsi superare l'un l'altro. Domani sera mi offrono una pizza circa la scommessa fatta con amici, secondo cui avrebbe rivinto Trump. Non possiedo doti divinatorie e non ci voleva poi molto a vincerla. In fondo, basta solo affermare il contrario di quanto affermano i canali ufficiali e i giornaloni stranieri ed italiani. Lo abbiamo ben visto ai tempi della Brexit dove fino all'ultimo, per la vulgata mediatica, gli inglesi erano ansiosi di rimanere in Ue. Lo abbiamo rivisto durante la pandemenza dove non hanno fatto che terrorizzarci col virus esaltando il salvifico e taumaturgico siero, il quale ci avrebbe immunizzato a vita. Perciò dovremmo, per questo, essere già smaliziati, ma tant'è.... C'è chi si stupisce ancora di come vadano le cose.
E così, dopo aver speso 2, 7 miliardi di euro (tradurre in dollari) per quella trasferta hollywoodiana di celebrità del cinema, della musica, del rock, del pop, del rap e di chi più ne ha più ne metta, tutti volonterosi testimonial della sconfitta (i Vip non spostano voti), è stata Kamala stessa a silenziare la sarabanda quando stavano perdendo alla grande. Le campagne elettorali americane non mi piacciono, quali che siano le forze in campo, sempre con toni e scenografie circensi. Mi sembrano dei rodei di vaccari e di rancheros in libera uscita.
La realizzazione delle promesse elettorali si vedranno durante il mandato presidenziale che, per loro fortuna, a differenza del nostro dinastico mandato quirinalizio, dura solo 4 anni. Non voglio nascondermi dietro un'ipocrita terzietà. E' evidente che se avesse vinto un personaggio pompato dai media come la Harris, del tutto irrilevante come vice durante il mandato di Biden e spinta in avanti "in quanto donna" e in in quanto "di colore", mi sarebbe risultato sgradevole e che sul piano personale Trump mi risulti più simpatico. "Poiché la Harris era una candidata così grossolanamente incompetente e totalmente priva di credibilità, gli sforzi dei media per proteggerla sono stati erculei" ( fonte: Zero Hedge).
E ' pure possibile per noi che la vittoria di Trump, il quale ha ottenuto più seggi al Senato, alla Camera, rispetto alle elezioni passate, mentre i Repubblicani controllano pure la Corte Suprema, rappresenti un buon segno. Quanto, però a voler credere che possa rappresentare un trionfo sul cosiddetto "deep state", mi pare una colossale ingenuità.
Faccio qualche previsione? Trump potrebbe fare qualcosa per frenare il conflitto russo-ucraino, ma da come si vede in queste ore esultare Netanyahu che è stato tra i primi a congratularsi, suppongo che gli lascerà le mani libere sul fronte del Medio Oriente e pure Iran. L'ingresso di Robert Kennedy jr. nel suo governo potrebbe mettere un freno alle grandi lobby farmaceutiche vacciniste e ai loro tracotanti obblighi sanitari, specie sui bambini.
Frattanto ci sono mosche cocchiere di sinistra che si strappano i capelli come se le elezioni le riguardassero da vicino. Qualcuno nato a Ostia mette sul balcone la scritta. "Trump non è il mio presidente". Capirai che sfoggio di sovranismo! E che indipendenza di pensiero!
La cosa più triste dei sinistri, è che non imparano mai niente da tutte le tranvate in faccia che prendono. Non hanno né vogliono avere, il polso dell'elettorato. Nemmeno del loro.
La mostrificazione del personaggio Trump è la solita reductio ad Benitum, già iniziata durante le lezioni del 2016; ma ora si replica con toni ancora più accesi e roboanti. Qualcun altro (il "fattarolo" Luca Sommi) si spinge ad accostarlo al Ku-Klux-Klan. Deve aver visto qualche lenzuolo di Halloween di troppo.
Ma ecco spuntare anche mosche cocchiere di destra, ansiose di saltare sul carro del vincitore. Salvini che gira con vistose cravatte rosse (rosso è il colore dei Rep). Meloni che dopo i bacetti in testa di Sleepy Joe e le passeggiatine manin-manetta insieme a lui, è già pronta a risvoltare la casacca e a ritagliarsi un ruolo di interlocutrice privilegiata di Trump presso la Ue, in nome delle "affinità elettive" repubblicane. Tra pochi giorni si spegneranno gli echi di una campagna elettorale anche troppo chiassosa e allora la parola passerà a ciò che verrà fatto o non fatto, per davvero. Quattro anni passano in fretta, ma non dimentichiamo che l'Italia è pur sempre situata alla periferia dell'Impero a stelle e strisce.
San Ercolano da Perugia