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25 June 2023

Nostalgia di Carmelo Bene




Attenzione! post inattuale di un personaggio che non ha uguali. Chi vuole l'attualità e le notizie dell'ultima ora, le cerchi altrove. Avevo promesso (e mi ero ripromessa) di tratteggiare un ritratto di Carmelo Bene e di cosa resta della sua eredità artistica e umana. Se stiamo a sentire lui, non resta un bel niente, perché i morti cadono fatalmente nell'oblio. Inoltre tutto preso com'era a parlare del concetto heideggeriano del "non esserci", Carmelo parlava già da trapassato. "Io sono un classico" era solito dire mostrando il volumetto amaranto rilegato in brossura delle sue opere raccolte per Bompiani. Come se il classico già parlasse per lui. Già, Heidegger al posto di Marx, il teatro delle crudeltà di Antonin Artaud, contro il teatro didascalico e marxista di Bertold Brecht, il quale ricorda cento volte che i personaggi sono finti e stanno recitando. Parlo innanzitutto da spettatrice. 
Seguii Carmelo Bene nel suo  Macbeth, in Homelette for Hamlet tratto da Jules Laforgue, nelle letture di Dino Campana, nei suoi "Quattro modi di morire" dove recita Majakovskij, diventandolo. In Nostra Signora dei Turchi l'anti-film del '68 (film antisessantotto, lo chiama lui). Ma  soprattutto nella sua straordinaria autobiografia dove spezza le unità spazio-temporali "Sono apparso alla Madonna". Avrei voluto rileggerlo   e l'ho cercato in questi caldi giorni d'inizio estate, ma sapevo già che non lo avrei trovato neppure in biblioteca. Meno che mai in libreria dove ormai non si pubblicano che instant book da bottegai e da banchetto dei supermercati alimentare, fatti apposta per essere buttati nel carrello coi detersivi. Quando Carmelo parlava (o meglio, delirava in una sorta di sonnambulismo metafisico) i sinistri in sala impazzivano, cercavano di prenderlo con ogni mezzo in castagna, ma poi erano costretti a cedere e si lasciavano trafiggere come San Sebastiano. Qualcuno di loro cercava di ingraziarselo ad ogni costo (Ghezzi e non solo). Inutilmente. Carmelo non andava d'accordo nemmeno con se stesso.

Impossibile batterlo in cultura che lui stesso poi strapazzava e faceva a pezzi, mentre i suoi detrattori cercavano ansiosamente di rimetterne insieme i pezzi sparsi. O meglio, le disjecta membra. Oltre all'abbondanza di arcaismi nella resa stilistica, va considerato che la lingua e il linguaggio che usa Bene in questo citato libro (e anche in altre suoi scritti) accentuano un senso ritmico e musicale del dire, al limite della versificazione lirica. Per esempio, di ritorno a Otranto, dopo la parentesi del Teatro Laboratorio, Bene descrive la visione che si spalanca dal balcone della villa dei suoi a Santa Cesarea Terme, la "scogliera e il Mar Ionio pavone d'infinite correnti fatate", che non ha nulla di prosaico e descrittivo. l libro è pervaso da questa aulica prosa ritmica e musicale, che fa spesso immaginare a un poema autobiografico, più che a una mera ufficiale autobiografia (quantunque venata dall'immaginario), sottratto alla convenienza e alla struttura del verso, e forse per questo,  più poetico. Non ci sono date, tempi, luoghi. O forse sì, solo luoghi immaginifici come Otranto magica e fatata, lo Jonio, "mare di pavone". E' questo il suo locus amoenus che è il Mediterraneo, che è  il "Sud dei santi", come indicava il Meridione e le sue processioni di santi patroni. Che bambino era Carmelo Bene? Un bambino coniugato all'infinito come quel Pinocchio che non diventa mai grande. "L'infanzia è stupore se non hai la disgrazia di nascere in una metropoli", diceva.  Un vero pastiche, un po' fiaba, un po' pantomima, un po' dolore di crescere, con tanta riluttanza ad affacciarsi alla vita, sempre così banalmente "quotidiana". Qui, qualche idea nel merito.
https://www.fatamorganaweb.it/pinocchio-secondo-carmelo-bene/

Quel poveretto di Benigni cercò di rifare detta fiaba in un film, scivolando miseramente su una buccia di banana.
Poi gli incontri della sua vita. Col filosofo Gilles Deleuze, con Lacan, con Salvador Dalì che lo incoraggiava nelle sue rappresentazioni teatrali: "Très bien Carmelo, très Bien, ma c'è ancora troppa sofferenza e per ora sei solo un artista. Il genio è al di là della sofferenza". Quest'ultima frase, divenne in buona sintesi una lezione di arte-vita per Bene. Poi l'incontro con Camus che gli affidò il suo "Caligola".

Le apparizioni  di Carmelo in tv, sempre  molto attese, non deludevano mai. Non era un prezzemolista e dosava con cura il suo apparire. Riusciva a debanalizzare perfino il calcio dove era  controverso ospite al "Processo del lunedi". Quel furbastro di Maurizio Costanzo credette di fare il Mangiafuoco di un qualsiasi burattino tirando i fili del suo memorabile "Carmelo Bene contro tutti" (1994, 1995):  mal gliene colse. Carmelo ne aveva perfino per il presidente della Repubblica, scagliava invettive contro il parlamentarismo, contro la democrazia, contro l'Italiota che corre sempre a votare prendendosela ogni volta nel sottocoda, e naturalmente contro i "gazzettieri" pennivendoli della stampaglia che da allora non ha fatto che peggiorare. Per poco non cadeva giù dal suo panchetto, il Costanzone. Guardatevi qualche puntata del "Carmelo Bene contro tutti" presenti su YouTube e vi divertirete. Franco Citti, attore di pasoliniana memoria, in sala mescolato tra il pubblico, temette di venir scambiato per un giornalista. "Franco Citti, ti riconosco, non sono ancora rincoglionito, certo che non sei un giornalista". "Tu fosti un nobile Accattone".
Uno studente,  forse per ingraziarselo, gli ricordò che senza Carmelo Bene, non avrebbe mai potuto esistere Sgarbi, pensando di fargli un complimento. "Ognuno ha gli aborti che si merita", è stata la sprezzante risposta.


Qui, alcuni dei suoi memorabili epigrammi ed aforismi ricavati dai suoi incontri. 

Democrazia. Nelle aristocrazie il principe non si fa eleggere, è lui che elegge il suo
popolo. In democrazia il popolo è bastonato su mandato del popolo. È la
pratica certosina dell'autoinganno. Si dice che il trenta per cento sia
astensionismo. Nego, tutto è astensionismo. Sono comunque voti sprecati.


Arte. Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.

Stampa. I  giornalisti sono impermeabili a tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto per loro è intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cavolate sulla tastiera. Cinici? No frigidi.

Poesia. La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.


Pazzia.
Nietzsche è impazzito, ma se l'è meritato. Qui invece di pazzi ne abbiamo fin troppi che non se lo sono sudato, non se lo sono guadagnato. Questo è il discorso. E sono squallidi, mediocri. Come i nostri governanti, i vostri governanti.

Nascita e morte. Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia.

Perché "Nostalgia di Carmelo Bene" che ci ha lasciati prematuramente a 64 anni il 16 marzo 2002? Del suo volto antico, del suo eloquio aulico? Della sua personalità artistica senza  sponsor politici? L'amica Alessandra ha intuito che uno come lui non aveva bisogno che esplodesse questa tragica Pandefarsa per comprendere quel che invece noi siamo stati costretti a capire in questi tremendi ultime tre anni. Ma soprattutto, nostalgia di colui che sapeva sistemare sinistra, comunismo, luogocomunismi, cultura woke, senza aver bisogno di sfidarli politicamente. Lui non "scendeva" mai in politica. Più semplicemente, ascendeva. 

San Guglielmo



20 June 2023

Italia, ultimo rifugio di briganti d'Oltreoceano






Correva l’anno 1988 quando a George Soros, fondatore e consigliere del Quantum Group, Presidente del Soros Fund e dell’Open Society Foundations, venne chiesto di partecipare insieme ad un gruppo di investitori al piano di cambiamneto di gestione della banca francese Société Générale; Soros rifiutò e preferì agire individualmente sfruttando l’occasione.

Questa mossa gli costò una condanna per insider trading da parte del tribunale francese, che dopo vari ricorsi confermò nel 2006 la multa al magnate della finanza. Multa confermata anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, nonostante l’ennesimo tentativo di ricorso provato da Soros.

La differenza è che mentre in Francia è stato incriminato, con conferma della condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, e in Paesi come la Malesia, la Thailandia e l’Indonesia si vuole nei suoi confronti l’ergastolo o addirittura la pena di morte, in Italia le cose sono diametralmente all’opposto: l’Università di Bologna, la più antica università al mondo, lo premiò con una laurea in economia ad honoris causa proprio per l’attacco sferrato ai danni dell’Italia nella speculazione contro la lira.
La cerimonia si svolse in presenza di Romano Prodi (che di Soros presentò anche l’edizione italiana del libro autobiografico) e fu presieduta da Stefano Zamagni, stretto collaboratore dello stesso Prodi. (fonte: Wall street Italia ).
George Soros insignito della laurea honoris causa a BO

Analogamente, ieri l'altro all'Ateneo di Siena per tutta ricompensa per aver raccontato bugie su bugie, capriole, risvoltamenti di casacca e di opinioni sulle mascherine (non servono a immunizzare/sì che servono) e sul fatto che il virus fosse stato ingegnierizzato in laboratorio a Wuhan, l'ex consigliere della Casa Bianca Anthony Fauci è stato insignito della laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia. Lectio Magistralis indisturbata dell'ex consigliere medico capo di Joe Biden nonché zar indiscusso della sanità statunitense. Indisturbata perché quegli "sciroccati di no vax"  (così scrive il tirapiedi Dagospia) e i giornali non allineati al sistema, sono stati tenuti accuratamente fuori dall'aula. Fauci ha inanellato una serie di contraddizioni, della serie "qui lo dico/qui lo nego", in patria ha realizzato misure restrittive, confinamenti, ottenendo tutto il biasimo del New York Times. Non ha mai fatto chiarezza sul suo ruolo nella gestione dei biolaboratori dai quali è saltato fuori il virus. Ha comunicato in pubblico una visione autoassolutoria secondo la quale la scienza non può mai essere confutata e se accadono disastri, la colpa è della popolazione. Non solo. Anche delle "fake news" delle quali si abbevera l'ignorante popolino. Ecco come, secondo il Faucipensiero...
. "Quando puoi mentire spudoratamente, quando le persone considerano le verità alternative qualcosa di normale, quando puoi dire qualsiasi cosa contro ogni evidenza senza alcuna conseguenza, le persone sono confuse, la scienza (ndr: la sua) non basta a convincerle". 
Capito l'antifona? Tutta colpa dei siti non allineati propagatori di false notizie. 
Qui altre sue perle: "La disinformazione è il nemico della salute pubblica" "Dalla pandemia un enorme numero di persone  di estrema destra mi ha identificato come Nemico".
La Scienzah si difende invocando:  ancora più pensiero unico, più censura; ma  soprattutto più controllo sulla popolazione.  E in Italia, più Codice Penale. 
Sono scattate radiazioni per Silvana De Mari, Barbara Balanzoni, per il dott. Andrea Stramezzi. 
In Francia un pezzo da novanta come Didier Raoult, l'antivirostar per antonomasia, mai allineato alle direttive della Pandefarsa, quello che insistette  per la somministrazione dell'idrossiclorichina (Plaquenil) e l'ivermectina,  ora è indagato per "gravi violazioni" dalla Procura di Marsiglia. Usque Tandem? 

Mi preoccupa un paese che elargisce onorificenze ad emeriti farabutti, già screditati in Usa, i quali da noi ottengono solo elogi dalla carta stampata. Mi ricordano quei cantanti falliti che quando non vendevano più dischi in Usa, venivano a incidere dischi  da noi, cantando in pessimo italiano. A Siena, la piccola troupe di  Byoblu è stato lasciato fuori dall'aula e i cronisti presenti (quelli "accreditati") si sono dimenticati di fare domande allo zar della sanità statunitense. La solita Italietta pusilla, tremebonda e mentecatta viaggia col treno  che va all'incontrario. 

S. Ettore

14 June 2023

L'estremo saluto a un Presidente eletto 4 volte


"Tre volte nella polvere, tre volte sull'altare", recitava la poesia del Manzoni 5 Maggio. Nel caso di Berlusconi, quattro volte. Nessun premier è stato così longevo e resistente agli attacchi dei suoi nemici. E parlo di nemici interni (inimicus) non di avversari (hostis). Siamo stati sommersi da tre giorni  di dirette, di chiacchiere interminabili, talk-show al fiele su La 7, talk al miele sulle reti Mediaset. Perciò vedrò di sottolineare quel che secondo me, non è stato sufficientemente detto (ardua impresa). Ieri dal parrucchiere una giovane shampista  trentenne mi chiede il giorno e l'ora dei funerali di Silvio Berlusconi. Le rispondo "domani alle 15 in Duomo". E le chiedo in modo scherzoso: "Perché? vuole andarci?". "Sì, vorrei", mi risponde lei. "Ma purtroppo non posso perché devo lavorare". Poi mi dice che lei era giovanissima quando il patròn del Milan e di Mediaset era al governo e che non si è trovata male, perché "non c'erano tutte queste tasse e tutti questi divieti". "Ora non si può più fare niente, prima si respirava", conclude.  Sarà ingenuo, ma bisogna sempre ascoltare il popolo minuto, quello che non ti fa arzigogoli intellettuali. 

Se mi chiedessero di dire un una sola frase un ricordo di buono di Berlusconi risponderei: "Nella mossa intelligente di aver tolto le tasse di successione delle case, dando ai padri la possibilità di volturare i beni ai figli, senza tasse espropriative dei beni stessi". Fu una piccola intelligente mossa per salvaguardare la proprietà privata che i sinistri osteggiarono e  battezzarono "una tassa per ricchi".  Niente di più falso. In un paese dove sono proprietari di case all'80%, è una concessione che serve a proteggere la famiglia, il patrimonio (parola che deriva da padre) e che crea una successione e continuità affettiva tra padri, madri e figli.  Ma si sa, per i comunisti "la proprietà è un furto" e la famiglia è la prima cellula dalla quale scaturisce il concetto di "proprietà privata". Da distruggere entrambe. Quel  tartufo furbastro di Prodi approfittò subito della legge per girare e trasmettere  tutti i suoi beni ai figli, beni esentasse, grazie al "nemico Silvio". L'anno dopo vinse le elezioni e la prima cosa che fece è togliere quella "tassa per ricchi",  Nessun giornale ha sottolineato la cosa e nessuno se ne ricorda più. Fu una mossa gretta e tartufesca. Mi spiace doverlo affermare in queste ore tristi per lui che ha appena perso la moglie, ma è così.  Molti sottolinearono il fatto che Berlusconi "scese in campo" (termine calcistico) nell'agone politico per salvaguardare le sue aziende. Ma dimenticano di aggiungere che nell'etica liberale, se l'interesse individuale coincide con l'interesse collettivo, allora se ne  ha un reciproco vantaggio che Oltreatlantico chiamano "opportunity"

Berlusconi fu atlantista con uno sguardo aperto ad Est (la sua inossidabile  e mai rinnegata amicizia per Putin che ora viene mostrificato da tutti). Fu filoisraeliano, ma grande amico degli arabi e del mondo musulmano (Gheddafi in primis, ma anche Erdogan). Fu massone, ma i massoni gli diedero un violento avvertimento con il lancio del Duomo (il Tempio) in faccia ad opera del solito "pazzo" che lo sfregiò fino ad essere una maschera di sangue. Segno evidente che non sottostava agli "ordini  di loggia". Per inciso, quel Tartaglia lanciatore del Duomo in miniatura, venne prontamente rilasciato da una Procura nemica, una di quelle stesse che  lo ha afflitto  negli anni, con ben 37 processi. Fu un grande libertino, ma quando prese parte al Family Day a Roma, fu accolto da un boato festoso di giubilo da parte dei partecipanti. Non era un guerrafondaio e non supportò mai volentieri le guerre dello zio Sam d'Oltreoceano. Anzi, aveva l'ambizione di essere un pacificatore (l'incontro tra lui, Bush e Putin a Pratica di Mare). Sogno impossibile. Ora la pessima stampa ucraina (assai peggiore della nostra) ne sta facendo scempio di cadavere, con Zelenski in testa. 

Tra tutta la pubblicistica finora scritta copiosamente ho scelto il video di Claudio Messora, che mi pare obbiettivo e spassionato, sul fatto che solo lui, il Silvio (come lo chiamano a Milano) poteva permettersi di dire certe piccole urticanti verità. La disse in occasione del ricatto dello spread che lo costrinse a sloggiare anche se non fu direttamente sfiduciato in aula,  e che ci fece commissariare da uno dei peggiori governi tecnici; la disse in occasione del conflitto russo-ucraino. 

https://claudiomessora.it/2023/06/12/silvio-berlusconi-lultimo-che-ogni-tanto-si-poteva-permettere-di-dire-la-verita/

Più affettuosamente sentimentale, il ricordo di Carlo Freccero, amico e sodale nonché come lui, pioniere della tv privata (l'avventura de La Cinq), passato poi alla Rai allorché Berlusconi  volle scendere in politica. E fu rottura, ricomposta solo in occasione della sua dipartita (mors omnia solvit) che gli offre occasione per un bilancio. 

https://www.byoblu.com/2023/06/13/con-berusconi-ho-condiviso-lesperienza-della-nascita-della-tv-commerciale-carlo-freccero-su-byoblu/

"Gli anni 80 e 90 non possono che suscitare nostalgia". La sua tesi è che  da "consumatori" dell'era opulenta, siamo passati a "consumati". Gli anni del Berlusconismo sono stati, per il massmediologo Freccero, la continuazione della Milano da bere. All'utopia dell'Italia come eterno paese dei Balocchi, si è fatta largo la distopia di Schwab del "non avrai nulla e sarai felice". Cito: 

Bisogna tornare al 2011, quando va via Berlusconi e arriva Monti. Uno dovrebbe essere felice perché l'ha combattuto ma io, che pure non ero politicamente d'accordo con lui, capisco che sta arrivando il peggio. Prima era tutto divertimento, euforia, spensieratezza, ma anche alienazione in termini marxiani, tutti elementi di cui Berlusconi è stato espressione massima. Quello che abbiamo vissuto dopo Berlusconi è il peggio del peggio. I governi dell'emergenza, l'era della schiavitù del debito, della pandemia, della mancanza di materie prime a causa della guerra, della dieta a base di insetti, dell'incubo del controllo digitale.





Ora alle sue esequie  in Cattedrale sfilano tutti:  figli, nipoti, parenti, amici, colleghi, tifosi, campioni e allenatori del Milan, personaggi di Mediaset,  politici, avversari, nemici e perfino traditori. Mi hanno colpito le ipocrite condoglianze provenienti da ambienti delle Procure e non ho potuto fare a meno di pensare che i mafiosi vanno sempre ai funerali delle loro vittime. 
La Piazza  Duomo è già strapiena e la "Madunina"  quella che benedice chi "sta mai coi mani in man", scintilla sotto il sole. La cerimonia sarà officiata da mons. Delpini col rito ambrosiano,  e le candide guglie e i pinnacoli del Duomo questa volta, non potranno più fargli del male. Tra poco il Cavaliere non più errante, si presenterà al cospetto di Colui che solo ha  diritto di giudizio.

Sant'Eliseo

12 June 2023

Lupi, orsi, cinghiali e accoltellatori



Quelle che sembrano divagazioni estive su intere famiglie di cinghiali che arrivano sulla spiaggia di San Fruttuoso di Camogli (sul Levante ligure), frugano tra gli asciugamani  stesi al sole, cercano cibo e grufolano indispettiti se non lo trovano, danno in realtà la misura di come questi ungulati abbiano capito che l'uomo è diventato l'animale meno aggressivo del pianeta. In tv compare addirittura un cinghialone di grossa taglia che penetra in un raffinato ristorante di Santa Margherita Ligure con i tavoli apparecchiati  all'esterno, si punta sulle zampe posteriori e ruba  furtivamente una pagnotta gettando per terra bicchieri e stoviglie con grande fracasso. Dopodiché scappa via, non perché qualcuno lo abbia cacciato in malo modo con bastoni e scope, ma perché è rimasto impaurito dal frastuono che lui stesso ha provocato con stoviglie e calici rotti. Insomma gli animali (specie se mammiferi) non sono stupidi e hanno già capito da tempo che il più fesso  della specie è  proprio l'animale-uomo.

 
A cena col cinghiale

Il disastro animalista e la deriva ambientalista hanno reso gli uomini ancora più imbelli e pavidi di quanto non fossero già. Nessuno è in grado di difendersi da un orso, dato che le armi da fuoco nel nostro paese sono quasi messe al bando e ottenere un porto d'armi è sempre più difficile. Avrete tutti seguito le meste vicende di quell'orso del Trentino di grossa taglia, importato dalla Slovenia, che ha ucciso un ragazzo 26enne e tutta la penosa vicenda del TAR che ne rinvia di volta in volta l'abbattimento dell'animale, nonostante la sua conclamata pericolosità. 


Nel mentre, proliferano anche i lupi che si spingono  a valle fin nei recinti delle villette abitate attaccando in branchi puledrini, caprette, agnelli, pollame e tutto quanto trovano. Anche il ripopolamento del lupo è opera di politiche falso-ambientaliste che lungi dal proteggere il territorio e la stessa specie, mettono sempre più in precarietà la vita degli esseri umani. C'era una volta l'escursionista,  il trekker solitario o il libero campeggiatore.  Ora invece è meglio non avventurarsi da soli.


Qualche "complottista" ha gioco più che facile nel pensare che tutto quanto faccia buon brodo per sospingerci sempre più in città-ghetto dette intelligenti. Quelle dove dovresti trovare tutto quel che ti serve in un quarto d'ora, ma che in realtà sono nuove prigioni urbane adatte al controllo e alla sorveglianza continua delle proprie abitudini. Senza contare che la montagna è sempre stata la retrovia più sicura per le ribellioni organizzate. I francesi, non a caso, chiamavano i partigiani les Maquis, ovvero coloro i quali si danno alla macchia. 

Inserire specie aliena nel nostro territorio (parlo ancora degli orsi sloveni di taglia superiore ai nostrani) significa non poterne prevedere le reazioni e non averne il controllo. Analogamente, permettere lo sbarco nel nostro territorio di torme incontrollabili di immigrati,  è perdita di sicurezza garantita nonché cessione di  interi pezzi di territorio stesso.  Da qui la mesta conta degli stupri, delle zuffe con ferimenti, degli ammazzamenti, delle  stragi, e  di ogni tipo di violenza e sopraffazione ormai quasi quotidiana. 


I fatti di Annecy in Savoia, graziosa località lacustre quasi alle porte di casa nostra (non lontana dalla Val D'Aosta) dove un pazzoide criminale siriano, con precedenti relativi al suo status di clandestino già respinto,  armato di coltellaccio ha cercato di compiere una strage degli innocenti, è stata sbrigativamente liquidata da un procuratore (o meglio da una procuratrice) che si è affrettato a dire "non è terrorismo". Di grazia, il terrore non è solo politico, ma anche etnico e perfino religioso, volendo.  Che sia "organizzato" o meno, introdurre schiere di individui alieni, comporta questo rischio.  Le dichiarazioni che ho letto in giro, da parte di chi ha assistito all'agghiacciante scena dove i piccoli feriti a morte (due dei quali sono gravi in ospedale!) gridavano in modo straziante, mi fanno pensare a quegli  stessi ebeti di bagnanti al sole che invece di prendere a sassate i cinghiali, gli facevano il filmato coi telefonini. Chi ha assistito alla macabra sequenza dell'accoltellatore che menava fendenti verso tutti quelli che incrociava (quattro fra adulti e bambini),  ora è sotto choc - scrivono le cronache. Okay, capisco i feriti. Ma per tutti gli altri che hanno visto senza reagire, andrete in analisi dallo strizzacervelli o volete svegliarvi?  C'è stato solo un poveretto che almeno ha cercato di fermare l'assassino gettandogli addosso il suo zainetto. Figurarsi, cosa può uno zaino contro un coltellaccio sguainato.  Ed è già acclamato "eroe". Poveri uomini come sono ridotti!  E per uomini, intendo il genere umano. Cioè uomini e donne. Hai voglia di veder proliferare cinghiali, orsi, lupi nonché accoltellatori seriali. Aumentano i predatori, proprio in forza della vocazione a fare le eterne vittime sacrificali. Cercasi istinto di sopravvivenza smarrito. 

05 June 2023

Green pass mondiale. La bugia meschina? Garantisce mobilità



Da qualche ora l'agenzia AdnKronos  e altre agenzie, battono una ferale notizia: il green pass non è andato in pensione, ma al contrario si allarga e si estende a livello mondiale. Avete capito bene? Io stessa trasecolo, anche se questa falsa ricreazione, questa sospensione dal problema Covid e conseguente pass sanitario, non lasciava presagire proprio niente di buono. Analizziamo le frasi del report: https://www.adnkronos.com/green-pass-in-tutto-il-mondo-per-favorire-mobilita-accordo-ue-oms_1xm6jebwkDIBoRtFeBj1j9

"Potrebbe sostituire l'attuale certificato internazionale di vaccinazione, a tutt'oggi cartaceo". Quale? Io ho sempre viaggiato e non ricordo di aver mostrato nessun certificato di vaccinazione, riservato solo ad aree a rischio come in Africa. Prima palla.  "Il certificato digitale Covid è stato creato dall'Ue per superare la Babele di certificati nazionali in materia di Covid-19 e facilitare così la mobilità all'interno dell'Unione, seriamente compromessa negli anni della pandemia; alcuni governi, ad esempio in Italia, lo hanno poi utilizzato anche a fini interni, ma lo strumento è nato anzitutto per superare il problema del mancato riconoscimento transfrontaliero dei test, che rendeva i viaggi all'interno dell'Unione molto difficoltosi in tempo di pandemia". Seconda bugia. Il certificato digitale in Italia non è stato introdotto solo per imprecisati "fini interni", ma è servito come tagliola, come ghigliottina, per togliere lavoro a chi non ne fosse provvisto. Ovvero a chi non si fosse vaccinato. E anche all'interno dell'Unione i viaggi non sono mai stati così tanto scarsi e scoraggiati come durante questa grave crisi. Infatti l'unico modo per renderli meno "difficoltosi" era essere obbligati a vaccinarsi. 
"Nel corrente mese di giugno, informa la Commissione, l'Oms adotterà il sistema di certificazione digitale Covid-19 dell'Ue per istituire un sistema che "contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future". "Si tratta, specifica la Commissione, del primo elemento costitutivo della rete globale di certificazione della salute digitale dell'Oms, che svilupperà un'ampia gamma di prodotti digitali". 
Terza menzogna! chi non ne sarà provvisto, non potrà muoversi né viaggiare. Ancora una volta il "prodotto digitale" serve a bloccare e a  discriminare. E Dio ci guardi da altri prodotti digitali simili del quale questo, è solo un primo mattone!

"Con questa collaborazione, l'Oms faciliterà questo processo a livello globale, con l'obiettivo di consentire al mondo di beneficiare della convergenza dei certificati digitali, cosa che include la definizione degli standard e la convalida delle firme digitali, per prevenire le frodi. L'Oms non avrà accesso ad alcun dato personale sottostante: questi continueranno a essere dominio esclusivo dei governi."
E c'è anche la promessa finale dell'OMS sul fatto che non accederà ai dati personali (palle!) e magari  non utilizzerà i nostri dati (strapalle!).  Tutto ciò è un po' come credere alla favoletta della buona rana che trasferisce il perfido e malvagio scorpione sulla schiena fino alla riva opposta del fiume, senza che questo possa nuocerle. Lo scorpione la pungerà col suo veleno e la rana morirà. De nobis fabula narratur. Ma si accettano già scommesse: ci sarà chi correrà a vaccinarsi perché "costretto" e perché deve partire (che è un po' come morire e più che mai in questo caso). 
Ma poi col green pass si favorisce la mobilità - narra la Favola. E' proprio vero che il Male si fonda sulla menzogna. Il sanguinario Bill Gates cerca comunque di piazzare obbligatoriamente miliardi di vaccini per il mondo utilizzando l'OMS che è un organismo di corrotti e di corrutele.  E non c'è nemmeno bisogno di passare dai governi e parlamenti nazionali perché ci ritroviamo sul groppone questi odiosi diktat, buttati lì per rovinarci l'estate e la nostra vita. 
Che farà il nostro governicchio? Si allineerà in silenzio a questa dittatura ferocemente "insanitaria" e farà il pesce in barile. 

S. Bonifacio

01 June 2023

Tin Bòta!

 


Da che parte iniziamo? Dalla censura, per cominciare. Mi capita uno di quegli "inoltrato" da WhatsApp nel quale si parla dell'art. 50 bis/repressione di attività di apologia o istigazione compiuta a mezzo Internet, il quale da strumento di libertà d'espressione si è trasformato in uno strumento di tracciamento. NESSUN GIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA. Così scrive la schermata. Poi così continua. "IERI il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto  sicurezza, tra gli altri, con un emendamento del senatore Giampiero D'Alia (UDC) identificato dall'art. 50 bis: Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet; la prossima settimana il testo approderà alla Camera come art. n.60. 

In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, Birmania e Cina) Facebook, YouTube, la rete da tutti i blog che al momento rappresentano l'unica fonte di informazione non condizionata e/o censurata".

Pare che questa apparsa su WhatsApp sia una fake news perché l'emendamento è stato promosso da un partito che non esiste nemmeno più: l'Udc. Poi il solito invito a far girare il più possibile la notizia per cercare di svegliare le coscienze e bla, bla, bla.   Non è invece una fake quanto è apparso su Affari Italiani nel merito del progetto  Ue sull'identità digitale : https://www.affaritaliani.it/politica/identita-digitale-europea-il-progetto-ue-per-farci-schiavi-come-i-cinesi-839397.html

Comunque  stiamo in campana. Cosa dite che farebbero, nel caso,  i nostri bellimbusti di parlamentari, che già ci hanno venduti ai nostri aguzzini nelle più varie e disparate occasioni? Che fare?  

Continuare come se niente fosse, perché se ci auto-blocchiamo, se ci auto-censuriamo, sottostiamo esattamente al loro perfido gioco. E senza la dignità di nessuna lotta. Che ne sarebbe stato di noi se non avessimo resistito a tutte le angherie e torture psicologiche e non,  che ci hanno inflitto durante i tre anni di Pandefarsa? Tra parentesi, dette angherie per qualcuno non sono ancora finite, giacché gli ordinamenti ospedalieri variano da direzione sanitaria a direzione sanitaria, secondo le pilatesche disposizioni di  Orazio Schillaci. 



Il secondo punto riguarda lo squallido pecorame che si vede agli hub vaccinali romagnoli, pronti per offrire un'altra volta il braccio alla patria. Ho letto che mettono gommoni a disposizione per stanare i cittadini "casa per casa", proprio come voleva il bolscevico Bonaccini, allo scopo di favorire le vaccinazioni antitetaniche e anti-epatite. E' solo che stavolta lo fanno coi mezzi anfibi. Curiosamente per una strana eterogenesi dei fini, il pelato Bolscevico ottiene quel che voleva ai tempi non lontani della crisi sanitaria indotta.  Qualcuno ha già obbiettato (Gioia Locati nel suo blog) che le vaccinazioni antitetaniche e anti-epatite, per fortuna,  non sono obbligatorie.  Ma il problema è il costume diffuso. Se tutti corrono a fare le code, pur senza obbligatorietà, e la gran cassa mediatica ne dà costantemente  conto,  poi si fa in fretta a creare leggi, bandi e decreti. Inoltre creano la deprimente impressione di una "emergenza" eterna.  E' stato lo zelante Bonaccini, del resto,  a chiamare la von der Leyen in tournée romagnola, ad esempio. La farsa di un popolino sottomesso che canta al cospetto di Ursula "Romagna mia", l'offerta della piadina alla  baronessa che esorta in goffo dialetto romagnolo "Tin bota!". Salvo poi dire a chiare lettere nelle sedi istituzionali che la natura no, non può essere addomesticata né mantenuta negli argini, ma i fiumi vanno lasciati defluire secondo il motto del "più Natura, meno dighe". E se vi ammazzate sommersi dalle acque, massì, tenete pure botta! 

Immancabili gli Osanna-Osanna, le bandierine festanti e i villaggi pavesati in tricolore anche per Mattarella. La passerella  delle istituzioni sarebbe stata l'occasione propizia, per i romagnoli, per accoglierli con i forconi. Ed invece li accolgono cantando a squarciagola. Mancavano solo le ocarine dell'orchestra Casadei.

 E' da segnalare l'Ufficio stampa del Quirinale che se la prende con Silvana De Mari, scrivendo una letterina di rettifica alla Verità di ieri l'altro, a proposito di una data. Immediata la replica di ieri 31 maggio della De Mari a  detto Ufficio Stampa a  pag. 4 ("Due o tre cose che al Quirinale sembrano non sapere")  la quale conclude:

 "I miei saluti più cordiali, nella speranza che prima o poi  potrò avere un Presidente della Repubblica di cui poter essere fiera, qualcuno che abbia il coraggio di parlarci di Dio e della morte quando siamo nel dolore, qualcuno che non osi riempirsi la bocca di diritti civili dopo aver levato le libertà più elementari a chi rifiutava di farsi inoculare farmaci sperimentali con efficacia dubbia ed effetti collaterali sconosciuti".

Giugno è già qui e l'estate è in arrivo. Pertanto  le disgrazie vere non sono più  trendy per l'industria me(r)diatica sempre in cerca di cose glamour. Ancora qualche giorno e questi poveracci  finiranno in quinta pagina nei tiggì. Poi man mano, faranno la fine degli altri sventurati e dimenticati di Amatrice e di Accumuli. 

E anche le loro lacrime si perderanno nelle ormai lontane piogge di maggio. 

S.Giustino