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02 November 2024

L'intimo legame tra i vivi e i morti




In un tempo infinitamente lontano, il dialogo trai vivi e i morti era cosa ricorrente. Ce ne dà testimonianza Omero nell'Odissea nell'incontro tra Ulisse e i cari estinti nella sua discesa all'Ade, pagina toccante del poema omerico dove incontra la madre, ombra nel Regno delle Ombre. Oggi invece la solennità e commemorazione dei defunti viene semplicemente battezzata col nome generico de "il ponte di Ognissanti", un'occasione per fare viaggi, spostamenti con annessi divertimenti. Ho già trattato in altri post come "Se il riposo non è più eterno" anche il tema della cremazione, consuetudine diffusa negli Usa, che possiamo annoverare una società "mercuriale" e nomade (vedi il saggio "Il secolo ebraico" di Yuri Slezkine), a differenza di quella italiana che è stata a lungo una società stanziale, quindi sempre secondo le categorie di Slezkine "apollinea". Nelle società stanziali l 'estinto fa parte, a buon diritto, del paesaggio dei vivi e, sebbene mediante editto napoleonico i cimiteri fossero stati spostati in aree fuori città, chiunque può raggiungere i luoghi di sepoltura. Ma con la cremazione, ormai accettata anche dalla chiesa cattolica (ma non da quella Ortodossa) si arriva ai paradossi dell'urna cineraria in casa sottraendo il caro estinto al rituale passaggio di amici e parenti, davanti alle sue spoglie. La morte viene così sottratta alla sfera sociale. A proposito di vivi e di morti, come non ricordare le tombe etrusche con affreschi rappresentanti scene di caccia, di vendemmia, di agricoltura a Cerveteri e a Tarquinia, segno tangibile di quanto vita e morte fossero intimamente collegati in uno stesso rassicurante ciclo? 
 Anche la letteratura si è occupata dei morti nel carme di  Ugo Foscolo "I sepolcri" allorché, mediante editto napoleonico del 1804 di Saint Cloud, venne imposto che i cimiteri fossero ubicati oltre le mura della città e le lapidi, fossero tutte uguali e prive di decorazioni. Nella modernità, i  cimiteri di piccoli villaggi americani come Lewistown e Petersburg nell'Illinois ispirarono "L'antologia di Spoon River", di Edgar Lee Masters raccolta di poesie-epitaffio nella quale ogni morto racconta un po' della sua vita personale con assoluta sincerità, poiché non ha più nulla da temere dal giudizio altrui. 
"Il cimitero marino" è un altro poemetto di Paul Valéry nel quale il poeta, nativo di Sète in Languedoc, descrive un piccolo cimitero, posto in vicinanza del mare, dove le candide lapidi, risplendono fra i cipressi sotto la luce abbacinante del sole che ricava incanti dalla vicina superficie del mare. Alla descrizione visiva, il poeta intercala riflessioni e pensieri sulla vita e sulla morte.  

La "pandemia" impostaci coi metodi brutali che ben sappiamo, ha fatto scempio di questo intimo indissolubile legame tra i vivi e i morti, gettando nella disperazione le famiglie bandite dai capezzali degli ospedali, col rimorso di non poter porgere un ultimo abbraccio, una carezza ai loro cari. Durante la cosiddetta "emergenza" si sbarazzarono dei loro corpi mediante sommarie cremazioni collettive che hanno impedito di fatto le autopsie e le vere ricerche sanitarie, Non bastasse ciò, in molti casi, non sono nemmeno state garantite vere onoranze funebri in grado di dare dignità e conforto a questo doloroso evento, arrivando a  imporre funzioni con numero chiuso e volti coperti da maschera. 
Ma torno alla tradizione italiana dei grandi cimiteri monumentali dove vi si trovano autentiche opere d'arte come nel cimitero di Milano,  opere di valore artistico come edicole funerarie, sculture, statue di grande pregio,  un vero e proprio museo a cielo aperto. Lo stesso dicasi per quello di Staglieno a Genova, per Verona e per varie altre città italiane. Con buona pace per i furori rivoluzionari francesi che in nome dell'"uguaglianza" volevano lapidi tutte uguali.
Ma io prediligo i piccoli cimiteri marini della mia Liguria affacciati su falesie a picco sul mare o incastrati su pianori rocciosi, tra i profumi di erbe selvatiche. In quello di Manarola (una delle 5 Terre) costruito in stile neoclassico c'è, all'ingresso,  un verso di Cardarelli con grandi caratteri: 

O aperti ai venti e all'onde
Liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.




Sono rimasta colpita dalla tomba del grande alpinista Walter Bonatti nel piccolo cimitero di Porto Venere (nella foto in alto). A tutta prima, credetti che le piogge frequenti vi avessero trascinato cumuli di detriti. In realtà,  erano pietruzze delle montagne, ramponi, piccoli moschettoni, pezzetti di corde e una piccola piccozza appesa alla Croce. Gli alpinisti e rocciatori scendono dai monti al mare rendendo omaggio a un grande delle vette. In più, poco distante esiste il monte Muzzerone, con una parete  a picco sul mare, già palestra dei rocciatori del corpo speciale Comsubin nel vicino Varignano, parete che Bonatti scalò varie volte, quasi per diletto.  Una testimonianza tangibile che i morti esistono grazie alla  memoria dei vivi, i quali col loro transito terrestre, li ricordano e li onorano.  Ma in questo caso,  anche un trait-d'union paesaggistico ideale tra monti e mari. 

2 novembre - Commemorazione dei Defunti

29 comments:

Anonymous said...

Aggiungerei anche che il "degrado cimiteriale", che marcia di pari passo con la sua privatizzazione. Come del resto avviene per qualunque altro settore della vita pubblica testé denunciato in questo blog: che si tratti di trasporti, di sanità, di scuola o di altro...Mi piacerebbe sapere se l'abbandono da parte delle municipalità sulla manutenzione di questi campisanti prelude a qualcos'altro di brutto. Non è una novità che si è dato in appalto anche la pulizia e la manutenzione di questi luoghi a ditte di "immigrati".
Chiara

Nessie said...

Non dirlo a me, Chiara! Ho avuto la sventura di avere la tomba di mio padre danneggiata in modo vandalico da una ditta appaltatrice in mano ad albanesi. Naturalmente la scusa è che non lo hanno fatto apposta, perché dovevano scavare la fossa del vicino con le ruspe; ma il comune di residenza di mio padre, non voleva rispondere del danno e ho dovuto affrontarli a muso duro, minacciando di denunciarli penalmente se non l'avessero ripristinata. Poi lo hanno fatto e buon per loro! Quanto al "degrado cimiteriale" ordinario (erbacce, alberi infestanti, ramaglie ecc.) temo che le municipalità con la scusa dei bilanci e dei fondi insufficienti, appalteranno e subappalteranno sempre di più. La tendenza è questa.
2/11

Cangrande said...

Rispetto a neanche tanti anni fa, ieri il cimitero monumentale della mia città, al confronto, era semi-deserto.
Una volta si incontrava tutta la città...

"Loro" sono riusciti ad estirpare in buona parte degli Italiani il culto per gli avi.
Anche per questo non la vedo bene...
Poi il sacrilegio dei morti durante la falsa pandeminkia, è stato un rituale satanico. Né più né meno.

Ieri cercavo, tra i defunti, mio nonno, ammazzato nel 1944 disarmato a tradimento dai ribelli comunisti foraggiati dagli inglesi, denominati "partigiani".
Era nel "campo dell'Onore" dedicato ai caduti della RSI.
Il campo non c'è più...

È stato "arato" e i defunti estumulati.
Io e i miei familiari non sapevamo nulla.
Quei morti erano sempre stati "esenti " dalla cosiddetta rotazione.
Ovviamente mi informerò, ma è stato devastante.
Non tanto e solo per mio nonno.
Ma per la memoria di quei militi che si immolarono contro di "loro", trattati come spazzatura.
l'Italia è FINITA.

Nessie said...

Mi spiace tanto per tuo nonno, Cangrande! Informati bene in Comune, perché le tombe le fanno scadere come le mozzarelle. Fruttano e luccicano come dobloni! Oggi passando davanti a tombe di persone che conoscevo (c'era anche la mia tata di famiglia) mi ha colpito una scritta agghiacciante da parte della municipalità su un loculo con tanto di preavviso di sfratto. In parole povere, c'era scritto che se non pagavano il rinnovo avrebbero rimosso senza preavviso e messo in fosse comuni. Anche questa TAGLIA sui morti la trovo a dir poco disgustosa. Il riposo non è più eterno, se non paghi. Lo trovo un mercimonio diabolico. Ora poi ci sono i verdi che stanno architettando la pensata di usare i morti come concime per le piante.
2/11

Cangrande said...

Mi sono trovato ieri lo stesso avviso sulla tomba di mio padre. Scadono fra poco 50 anni. Se no lo buttano nella fossa comune (che poi, per chi è addentro, sono trattati come rifiuti speciali, nulla più, altro che fossa comune...).
Ho sei mesi di tempo per rinnovare per 15 anni, € 704 o per 30 anni, € 1.420.

Questo comunque vuol dire, che alla lunga, i posteri non troveranno più nulla di defunti seppelliti più di 80 anni prima al massimo.
E la rimozione della memoria più radicata, ancestrale e spirituale degli italiani, sarà completata.
Il legame col passato e con gli avi, rescisso.

"Loro" hanno studiato tutto in ogni minuzioso particolare...

Nessie said...

Prezzi da usura, per poter conservare le nostre memorie. Ho pagato una bella cifretta anch'io per mettere mio padre in una cassettina ossario, dopo la seconda sepoltura scaduta. Ecco perché poi la gente si rassegna allo zoo, ovvero alla cremazione, dove si polverizza tutto.
2/11

Nessie said...

Questa è comunque la posizione della chiesa ortodossa sulla cremazione, considerata pratica pagana :
https://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=27&id=611
Soffermatevi soprattutto sugli ultimi paragrafi.
3/11

Anonymous said...

A proposito di "pandetruffa" o "pandeminkia", e di come ha interferito nei rapporti coi familiari moribondi e morti, pare che il ministro olandese della sanità, ora si sia deciso a raccontare quello che sapevamo già. E cioè che è stata un'esercitazione militare da parte della Nato:
https://comedonchisciotte.org/olanda-ministro-della-sanita-confessa-dobbiamo-seguire-ordini-nato-usa-e-nctv-covid-e-operazione-militare-video/
Però non è certo senza macchia chi si decide a confessare solo ora.
Simone

Alessandra said...

L'inumazione e il mantenimento dei delle tombe diventerà sempre più appannaggio di chi può permettersi di acquistare un lotto per costruire una tomba o chiesetta di famiglia. E, come dimostra l'estumulazione del nonno di Cangrande e gli altri caduti della RSI, per chi sta "dalla parte giusta della storia". Per gli altri, fosse comuni, cremazioni e un unico piccolo loculo per due o tre urne, senza spazi per ceri votivi o fiori, di solito già incisi nelle lapidi.

(3/11)

Nessie said...

@ Simone. Certo che no, che è responsabile anche chi denuncia le cose a posteriori, come la ministra della sanità olandese. Stiamo parlando di decessi e di disabilità a causa di chi ci ha obbligato al siero, mica di noccioline. Tuttavia è bene che la rete dell'omertà venga squarciata quanto prima.
3/11

Nessie said...

Alessandra, è la dimostrazione che non è vero che la morte sia "A livella" come la chiamava Totò. Ovvero la Mietitrice che tutto pareggia. Come hai scritto, il culto degli avi e delle memorie sarà sempre di più appannaggio di pochi privilegiati. Lo dimostra la stessa tomba di famiglia di Walter Bonatti e della moglie Rossana Podestà, attrice cinematografica figlia dell'Ammiraglio del golfo, che ho fotografato.
Però è anche vero che anche sulle cremazioni molti si sono lasciati abbindolare dagli slogan pubblicitari come "la purezza del ricordo". Col ciufolo! Si ricorda qualcosa di concreto e di tangibile, non ciò che evapora e si polverizza. Tant'è vero che i patiti delle ceneri domestiche mettono accanto all'urna cineraria una foto dell'estinto. Cioè un oggetto concreto.
Poi ci sono quelli che le disperdono al vento o in mare, in un rito panteistico che poco ha a che fare col rito cristiano. Insomma, come al solito, è facile convincere chi vuole farsi abbindolare.
3/11

Nessie said...

PS: Ovviamente il mio non è un rimprovero su chi può permettersi una tomba di famiglia in un luogo pittoresco.
Tutti dovremmo poter avere diritto alle nostre rimembranze, perché un essere umano senza storia e senza ricordi, è un poveraccio, anche se è ricco.

3/11

Marco Fontana said...

Parlare di queste tematiche è cosa difficile e delicata, troppo alto è il rischio di ferire ulteriormente chi è già provato dal dolore della separazione da un proprio caro.
Certo è che la cremazione, con la istantanea distruzione del corpo, rende l'elaborazione del lutto ancora più dolorosa e difficile.
Quindi mi scuso se queste mie riflessioni provocheranno dolore a chi ha subìto, come durante il covid, la sottrazione e distruzione del corpo di un proprio caro.

Spesso di parla di cremazione senza sapere tecnicamente in cosa consiste: bruciare in un forno a 900° un corpo umano deposto in una cassa di legno, che viene bruciata con il defunto. Dopo circa 2 ore, vengono raccolti i frammenti ossei più grandi e sottoposti ad un processo di polverizzazione mediante macinatura. Dopo la triturazione, si ricava una polvere granulosa biancastra, che viene inserita nell'urna e consegnata ai familiari. Queste sarebbero le cosiddette "ceneri".

Dunque, un corpo umano può pesare mediamente 60/70 chili, oltre al peso della cassa in legno, diciamo almeno altri 30 chili (per poter celebrare le esequie deve avere determinate caratteristiche di tenuta). Il corpo umano è composto per il 60% di acqua, il legno della cassa circa il 20%. Fa un residuo secco medio di almeno 50 Kg.
L'urna contiene circa 900 grammi di "cenere", residui ossei triturati come già detto.
Domandona: che fine hanno fatto i 49 Kg che mancano all'appello?
Una parte esigua esfiltra con i fumi e viene trattenuta nel sistema di filtraggio dell’impianto. La maggior parte del residuo solido della combustione viene raccolto cumulativamente e smaltito come “rifiuto speciale”, quindi avviato in discarica. Chi è di Milano e ha modo di transitare nei pressi del cimitero di Lambrate, noterà uno strano andirivieni di camion dell’Amsa (nettezza urbana municipale) nella parte posteriore dell’impianto di cremazione, che confina con una strada ad alto scorrimento. Sono carichi di resti umani combusti, avviati in discarica...
FINE 1^ PARTE DEL COMMENTO

Marco Fontana said...

2^ PARTE DEL COMMENTO
Tralascio alcuni particolari “tecnici” rivoltanti, emersi durante le tante (troppe) inchieste della magistratura su cremazioni multiple o, addirittura, inesistenti, per truffare i parenti del defunto risparmiando sul combustibile (una cremazione consuma tanto gas e adesso, con la guerra alla Russia…). Le cose peggiori avvengono durante le cremazioni delle salme estumulate e ancora parzialmente integre. Ma vi pare giusto che un corpo venga avviato all’incinerazione senza volontà espressa in vita dal defunto? Nessuno verifica cosa realmente accade negli impianti di incenerimento, ora in mano anche ai privati. La truffa, quindi il vilipendio del cadavere, è quindi più che un sospetto.
Per non parlare del recupero di protesi articolari in titanio e dentarie in oro. Un altro “cespite” degli impianti di cremazione sconosciuto ai non addetti ai lavori.
La cremazione, promossa e gestita in Italia dalle società aderenti alla Socrem, è notoriamente un feudo massonico. Il primo impianto in Italia, quello del cimitero monumentale di Milano, è pieno di simbologie massoniche, come rivela lo stesso sito del Comune di Milano. Paolo Gorini, pioniere di questa bella “scienza”, era notoriamente massone e dopo un esperimento nel cimitero di Riolo, impiantò la sua invenzione a Milano e a Londra.
La scelta nichilista della cremazione, comunque di legittimo appannaggio del singolo individuo, proviene troppo spesso da persone che non conoscono nel dettaglio questa pratica violenta e disumana, confondendo l’idea della dissoluzione in un fuoco purificatore con un vero e proprio smaltimento di rifiuti organici su scala industriale. Per finire dove, poi? Qualche osso carbonizzato macinato dentro un’urna, sperando che almeno corrisponda al nome indicato sul manufatto. Tutto il resto, la maggior parte, in discarica tra i rifiuti indifferenziati. Quale migliore parabola-simbolo dell’odierna società consumistica?
Chiedo scusa per la crudezza e la lunghezza dell’esposizione, ma credo che occorra essere ben informati prima di decidere il destino del proprio corpo, che merita comunque rispetto e humana pietas, anche se non si è credenti. A proposito, a cosa si deve l’apertura della Chiesa alla cremazione? Al Concilio Vaticano II naturalmente, insieme a certe altre “cosucce”…

Nessie said...

Grazie Marco Fontana . Non sapevo di simili crudi particolari, ma mi è bastato assistere a una cremazione voluta da un parente alla lontana, secondo le cosiddette "ultime volontà" per farmi venire la pelle d'oca. Ti mando un'ulteriore suggestione relativa ai naufragi di Lampedusa. Non ci sono più spazi nei nostri cimiteri sempre più sovraffollati (sia dei piccoli centri che in quelli delle grandi città), ed è questa la giustificazione addotta (oltre a quella economica) che sospinge molti a preferire la cremazione, pratica già in uso in alcune civiltà pagane in prevalenza nomadi.

Curiosamente, però i cimiteri delle coste sicule in cui sbarcano gli stranieri clandestini, sono pieni di tombe vere interrate, magari senza nome o con nomi fittizi come Mohammed. In quei famosi giorni del naufragio dei clandestini del 2013, il ministro dell'Interno, a proposito dei morti di Lampedusa parlò di voler dare loro "degna sepoltura". Perché non di "degna cremazione"? Non è un caso...
Avrei voluto vedere la faccia di pennivendoli, scribacchini, politici, amministratori e altre autorità se i morti di Cutro dello scorso anno (95 mi pare), fossero stati "cremati", perché considerata pratica più igienica. Avrebbero con ogni probabilità, agitato lo spettro dei soliti forni crematori di hitleriana memoria a danno dei poveri "migranti", ululando al "razzismo".
E allora, perché mai la pratica della cremazione viene invece insistentemente indotta e consigliata a noi autoctoni? Sarebbe interessante saperlo...
Ma vedo che tu hai dato alcune risposte importanti: massonerie e Concilio Vat. II
Ma anche la fretta di cancellare la nostra civiltà e la nostra storia personale e collettiva.
3/11

Nessie said...

PS: Da ultimo, ho visto scene raccapriccianti di feretri abbandonati sui carrelli in attesa di venire "cremati" (lo hanno mostrato perfino ai TG) lì nei cimiteri per giorni e giorni, durante i giorni terribili della cosiddetta "emergenza", perché i forni erano ingorgati. E non solo in quel di Milano
3/11

Nessie said...

C'è una terza cosa. La terra viene benedetta durante l'inumazione e i sacerdoti ne officiavano il rito. Nei piccoli villaggi avviene ancora. Parenti ed amici gettano un pugno di terra benedetto e qualche fiore, prima della sepoltura. Credo che siano riti che vadano considerati per chi è ancora esitante sul tema.
3/11

Anonymous said...

Molte buone letture a cui fare riferimento in questo post (Slezkine e "Il secolo ebraico", i poeti citati). I riferimenti agli affreschi etruschi e a tante altre cose che ci riconducono al fatto che buona parte dell'arte è funeraria (si pensi solo agli antichi Egizi). Detto ciò, accanto alle temibili élite che vogliono disfarsi quanto prima delle nostre radici riuscendoci alla perfezione, va considerata la stupidità, l'incultura, la rozzezza nelle quali l'umanità è volontariamente precipitata. Per farla breve, l'abbandono dei nostri avi e dei luoghi deputati ad accoglierli, è parte integrante della dissoluzione della famiglia e dei focolari.
Eugenio

Nessie said...

Grazie, come darti torto? Il fatto stesso che i cimiteri vengono sempre più disertati a tutto vantaggio del fai-da-te dell'urnetta cineraria; il fatto stesso che conosco molti giovani i quali nei cimiteri a portare fiori, non ci entrano neanche per sbaglio, non fa che confermare questa tendenza. E' capitato pure che certe bande di giovinastri legati a gruppi satanisti, se ci entrano è per rubare arredi sacri per i loro riti satanisti. A questo, siamo arrivati.
4/11

Alessandra said...

Poi ci sono quelli che le disperdono al vento o in mare, in un rito panteistico che poco ha a che fare col rito cristiano. Insomma, come al solito, è facile convincere chi vuole farsi abbindolare.
È vero, Nessie. Una mia cugina poco più che trentenne e ancora in buona salute, ha già dato disposizione di essere cremata e le sue ceneri sparse in mare quanto sarà arrivata la sua ora.
E non è in sparuta compagnia ... senza contare le epigrafi in cui si legge sempre più spesso "il caro (o la cara) ... proseguirà per la cremazione".
Mi reco spesso al cimitero e i miei occhi si sono riempiti, negli ultimi mesi, di immagini desolanti: blocchi pieni di vani vuoti, lastre ridotte in frantumi ammassate su un carro o momentaneamente abbandonate sul terreno su cui prima sorgevano, alla stregua di vecchi rottami, un altro terreno spoglio e delimitato da un nastro, vecchi loculi con avvisi cui probabilmente nessuno risponderà.

Ho letto l'articolo da te proposto scritto dall'igumeno Ambrogio e mi ha colpito, tra gli altri, questo paragrafo.
La cremazione è terapeutica. Coloro che sono in lutto non si trovano di fronte al pensiero della lenta decomposizione dei corpi dei loro cari. Il processo più spedito e “pulito” di rendere “cenere alla cenere” aiuta a esprimere il distacco finale dai legami fisici.

Il processo di cremazione descritto nel sito e con ulteriori dettagli da Marco Fontana, mi dà invece l'idea di un distacco brutale e atroce, che fa molto più male della lenta decomposizione.
Inoltre, come è specificato nella nota a piè di pagina, la frase (cito) “Cenere alla cenere e polvere alla polvere”  è apparsa la prima volta nel Book of Common Prayer della Chiesa d’Inghilterra nel 1549. La frase “polvere alla polvere” ha origini bibliche in Genesi 3:19 ed Ecclesiaste 3:20, ma le parole “cenere alla cenere” non si trovano in alcun punto delle Scritture, così come non vi si trova alcun incoraggiamento esplicito a praticare la cremazione.
 
Questo principio si basa perciò, come gli altri, su una menzogna. Che riesce a penetrare nella mente delle persone che non filtrano ciò che ascoltano e leggono.

(4/11)

Nessie said...

Infatti io, sapevo come te "polvere alla polvere". "Ashes to ashes" l'ho sentito per la prima volta in una canzone di David Bowie, se non ti sembro irrituale :-) . Tanto meno, non credo che si trovino nelle sacre scritture cenni espliciti sulla cremazione, seppur non mi consideri un'esperta della materia.
Anche a me le descrizioni di Marco Fontana, hanno dato la stessa tua sensazione. Se tutto si polverizza e si smaterializza in men che non si dica, il distacco deve sembrare anche più atroce. Per il resto, non avevo dubbi che dietro al franchising delle cremazioni ci fossero importanti lobby massoniche. Non so in quanti film americani abbiamo visto (anche sotto forma di commedia comica), un trasloco che si interrompe con la rottura dell'urna che va in pezzi e la fuoriuscita delle ceneri. Loro, se le portano in trasferta nei camper o roulotte. Da qui è importante, arguire che le civiltà mediterranee come le nostre (che sono stanziali) , hanno poco a che fare con questo andazzo nomade e itinerante.
Più semplicemente, io credo che tutti noi abbiamo bisogno di un posto "fisso" per ritrovarci nel quale poter piangere i nostri morti. E qui, non ci vuole di certo un trattato di antropologia per capirlo.
4/11

Anonymous said...

Che grande distanza c'è , nella contemporaneità, tra la festa di Ognissanti e l'incontro dei vivi con i morti narrato nelle opere letterarie e nelle poesie? Moltissima e grande differenza c'è anche nei confronti della cultura della morte e della sepoltura. La nostra è una società senza dolore (Byung - Chul Hau; filosofo sudcoreano) la morte viene negata, sottratta alla sfera sociale, anche i riti della sepoltura vengono cancellati, il morto deve sparire il più velocemente possibile, portato alla cremazione immediatamente dopo le esequie. Non c'è posto per la morte nella nostra società, tanto è vero che ricerche sempre più avanzate studiano modi sofisticati per renderci eterni o per sostituirci con macchine.
Eppure l'antropologia ci presenta la morte come rivestita di emozioni e rappresentazioni assai differenziate, ma con un dato universale comune: il corpo è percepito come un fatto culturale al punto che neppure dopo la morte lo abbandoniamo completamente nelle mani della natura. Se la fase terminale, il morire comporta un ripiegamento su se stessi e su pochi intimi, la morte riporta il corpo nella società e i funerali sono sempre un evento collettivo.
La cura dei corpi dei defunti rappresenta l’estremo tentativo di strapparli almeno per un po’ di tempo alle ingiurie della natura.
Non me lo perdonerò mai, dovevamo ribellarci maggiormente...; durante la pandemia abbiamo lasciato che i corpi dei nostri defunti venissero profanati con veri e propri riti della violenza. Orribili procedimenti che non avremmo dovuto permettere.

Concludo con alcuni versi del grande poeta Rainer Maria Rilke:
"Infine, non han più bisogno di noi quelli che presto la morte rapì,/ci si divezza da ciò che è terreno, soavemente,/ come dal seno materno. Ma noi, che abbiamo bisogno/ di sì grandi misteri,_ quante volte da lutto/ sboccia un progresso beato -; potremmo mai essere,/ noi, senza i morti?"

ROSASPINA

Nessie said...

Grazie Rosaspina. Sublime Rainer Maria Rilke, poeta che adoro, in finale di commento, di per sé, ineccepibile!

"Non me lo perdonerò mai, dovevamo ribellarci maggiormente...; durante la pandemia abbiamo lasciato che i corpi dei nostri defunti venissero profanati con veri e propri riti della violenza. Orribili procedimenti che non avremmo dovuto permettere."

Purtroppo, questa è la dimostrazione palese che non siamo un vero popolo. Se lo fossimo stato, avremmo dovuto presidiare a forza gli ospedali per impedire questo scempio e imparare a capire che ciò che è potuto avvenire per un nostro simile, avrebbe potuto accadere per tutti noi.
5/11

Anonymous said...

OT. Trump ha vinto con un buon distacco di voti. L'unica cosa che mi aspetterei sono meno guerre. Ma non credo che vorrà mettersi contro Netanyhau. Comunque vedremo.
XYZ

Anonymous said...

Cara Nessie, per quanto riguarda la vittoria di Trump, condivido con voi questo articolo, anche se il sottoscritto, per tutto quello che vado dicendo da un po' di tempo, non ha tutte le certezze di chi ha scritto il pezzo.
Sono curioso di vedere se Trump rappresenta l'ennesimo teatrino organizzato dai padroni del vapore negli ultimi anni.

https://www.viaggrego.net/2024/11/il-ritorno-ufficiale-di-trump-storia-di.html?m=1

Giovanni.

Maria Luisa said...

Ho letto con interesse il post e tutti i commenti e non posso che essere d'accordo. Ricordo ancora i preparativi in famiglia per il giorno dei Morti: la tomba di famiglia doveva essere "tirata a lucido", ci si organizzava su chi comprava crisantemi, grandi, rigorosamente bianchi, all'epoca si andava regolarmente nei vivai.Per me , figlia unica fino ai 15 anni, era di conforto portare fiori ad una sorellina morta pochi minuti dopo la nascita e sapere di avere una sorella. Ero piccola e mi sembrava quasi una festa, non so se rendo l'idea. Volevo aggiungere una notizia che ho letto pochi minuti fa, forse ne eri a conoscenza, ma per me è una novità. Ero rimasta ferma alla catarsi vulcanica per lo "smaltimento" dei corpi dei defunti, ora c'è stata un'ulteriore evoluzione ecologica: gli eternal reef costituite da sfere di cemento (Reef balls, tanto per dare il contentino agli anglomani) ) in cui sono depositate le ceneri dei propri cari e inserite sui fondali marini per riformare barriere coralline e per salvaguardare l'ecosistema. Saranno contenti i Verdi.
Maria Luisa.

Nessie said...

Ne ho sentite di boiate, ma questa dei "reef balls", conefesso che mi è del tutto nuova, cara Maria Luisa. Ho sentito, invece, della "capsula mundi":

https://www.capsulamundi.it/it/il-progetto/#:~:text=Capsula%20Mundi%20%C3%A8%20un'urna,nel%20rispetto%20dell'ecosistema%20locale.

E in USA c'è la terramazione di cui ha parlato anche il Corriere:
https://www.corriere.it/cook/news/22_ottobre_12/cadaveri-come-concime-cos-terramazione-perche-usa-scatena-dibattito-f72e397a-4966-11ed-a525-e360fe4fb789.shtml

Insomma, la morale di questa robaccia è che neanche il riposo è più eterno. Mi fa piacere che un argomento così difficile e poco popolare, abbia ricevuto questi commenti che giudico estremamente importanti e qualificati. Anche per me, quando ero bambina nata in un piccolo villaggio, andare a portare fiori ai defunti e vedere tutti questi colori e lumini, mi pareva comunque una festa. E ci scrissi nel merito, anche un tema in seconda elementare che conservo ancora.
6/11

Maria Luisa said...

e a quanto pare la stanno propagandando anche da noi: https://www.youtube.com/watch?v=MXft910Bee0&t=3s&ab_channel=EternalReef
Faccio mie le parole di Ungaretti : cessate di uccidere i morti. Erano pronunciato in un altro contesto e significato differente, ma si adattano alla follia attuale.
Maria Luisa

Nessie said...

Mai parole come quelle di Ungaretti furono più veritiere, a distanza di tempo! E' proprio vero che i poeti sono dei veggenti.

7/11