Desolante e indecoroso davvero ieri  sera a "Porta a Porta" il quadro di una comunità islamica (parlo ancora del caso  della scuola di Via Quaranta a Milano) la quale, attraverso i suoi  portavoce dichiara in tv, alla presenza di un ministro della  Repubblica, che i loro figli non vogliono inserirli nella scuola di stato nel  timore che possano diventare come i nostri e perdere la loro "identità". Che  vogliono primieramente l'educazione religiosa (il Corano) e la lingua araba. Ma  soprattutto è ancora più sconfortante vedere che il ministro Letizia Moratti di  fronte a cotanta prepotenza e arroganza, è stata solo capace di "pigolare"  - lo sguardo sfuggente e a testa bassa - che la scuola italiana è  sempre venuta incontro alle esigenze degli immigrati e che sarebbe  pure disposta a inserire lezioni di arabo nei curricoli scolastici. Ma  stiamo scherzando? Se si guardano i forum del Corriere in questi  giorni, e in particolare quello di Magdi Allam, non vi si  leggono che  di cittadini imbufaliti sostenere la necessità obbiettiva  di salvaguardare la nostra lingua e cultura italiana nonché le lingue  straniere europee, dall'assalto di questi ospiti indesiderati e torvamente  protervi. Perché, parliamoci chiaro, proprio "assalto" è il caso di  chiamarlo. Occupare abusivamente il suolo del marciapiede per regalarci  patetiche scene di improvvisati maestri di indottrinamento islamico, non ci  strappa affatto il cuore. Semmai ci rende indignati nei confronti di chi è  pronto a servirsi di fanciulli da usare come scudi umani. E di ridurre al  silenzio le loro comunità come fanno i capi-mafia nei villaggi impervi  dell'entroterra siculo: guai a chi parla, guai a chi si dissocia, guai a chi osa  manifestarsi in quanto persona e individuo autonomo. Se un cittadino italiano  non paga le tasse, si ritrova quanto prima un ufficiale giudiziario alle porte.  Se un genitore italiano non fa adempiere il proprio figlio (o figlia)  all'obbligo scolastico, gli si manda alla porta una serie di figure: dapprima un  messo  comunale, poi l'assistente sociale. E in caso di  comportamenti recidivi, i carabinieri. Qua nessuno manda carabinieri,  né  applica vere sanzioni pecuniarie. Quella proposta  di pochi  euro di multa  è irrisoria e  vergognosamente discriminante nei  confronti di tanti onesti cittadini italiani che compiono  il loro  dovere. Il "doppiopesismo" è diventata la specialità delle nostre  istituzioni: maramaldi e vessatori nei confronti dei cittadini italiani;  permissivi, timorosi e lassisti nei confronti di arroganti immigrati. E  diciamoci tutta la verità: nessun altro immigrato si comporta in modo  altrettanto dispotico. Ci sono cinesi i cui figli sono integrati; indiani e  cingalesi pure. Perfino gli albanesi si mostrano assai desiderosi di imparare e  di inserire i figli nelle nostre scuole, fiutandone al volo l'opportunità  educativa a loro offerta. Loro no. Ma che fa la Procura della  Repubblica dove  già da un paio d'anni  giacciono denunce da  parte del Comune di Milano circa le numerose violazioni e illegalità? E che fa  il Tribunale dei minori? Frattanto imam già inquisiti come quel Abu Imad  della moschea di Viale Jenner, minacciano il trasferimento in Egitto di tutta la  comunità musulmana di Via Quaranta. Massì che se ne vadano pure tutti  quanti in Egitto! E per affermarlo con stizza un "egiziano"  come Magdi Allam sul Corriere di ieri 20 settembre, vuole proprio dire che  la misura è stracolma e che abbiamo toccato il  fondo. 
21 September 2005
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1 comment:
Cara Nessie, quello che ci manca e' una vera classe dirigente che si assuma appieno le proprie responsabilita' ed abbia il coraggio di difendere il nostro modello culturale. Non e' nemmeno un problema di destra o sinistra, temo, tanto pesa il dubbio sulla validita' del metodo democratico. E cio' evidenzia il fatto che questo non si basa piu' sulle istanze del popolo che l'ha voluto, ma sul capriccio del primo venuto che vorrebbe disfarsene; chiunque conta ormai piu' di un cittadino italiano; pur di non sentirci "xenofobi" ci facciamo imporre qualunque cosa. Non puo' durare in eterno.
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