
Non mi piace fare ripescaggi di vecchi post e autocitarmi. Ma di fronte ai siparietti del crimine che imperversano a reti unificati, da mattina a sera, di fronte alla morbosità dei videotossicomani sempre più teledipendenti e telemorenti, i quali, più sono al sicuro sui divani di casa propria, più si improvvisano giallisti e Sherlock Holmes domestici, ho riesumato un mio vecchio post che risale a 15 anni fa (28 ottobre 2010) e che sembra appena scritto.
Manca solo l'aggiornamento sul caso Garlasco 2 (cioè 18 anni dopo) , che dal povero Stasi detto "il biondino con gli occhi di ghiaccio" opportunamente mostrificato e che ha già scontato la pena, ora indaga e mette sotto accusa Andrea Sempio e la sua famiglia. Non mancano avvocati beoni, magistrati corrotti, guerre tra procure, testimoni mitomani e mendaci. Ma intanto nel corso del tempo, il capello nella minestra di cui al contenuto del post sottostante, è diventata non solo una parrucca, ma le parrucche, tante parrucche.
" Cameriere, c'è un capello nella minestra. Vorrebbe cambiarmi il piatto per cortesia? ". E così che schizzinosamente ci comportiamo al ristorante quando per caso troviamo un capello nella portata servita. Ma di fronte alle intere parrucche che ci propinano quotidianamente durante i telegiornali a pranzo e a cena restiamo ammutoliti e continuamo a mangiare, imperterriti.
E' questa una gag del comico surreale Alessandro Bergonzoni durante l'ultimo spettacolo teatrale URGE. La parrucca nel piatto quotidiano si fa sempre più immangiabile, a causa dell'invadenza, della pervasività, della ripetitività compulsiva dei media. Si buttano come sciacalli sui fatti di cronaca nera e girano e rigirano il coltello nella piaga, servendoci quotidianamente, non solo parrucche, ma disjecta membra nella pastasciutta.
Si portano dietro la tanica di benzina e scatenano incendi, roghi e cortine fumogene là dove ci si aspetterebbe che venga fatta luce. Siamo alle armi di distrazione di massa dei perversori occulti.
E' accaduto col giallo di Novi Ligure (caso Erika e Omar), con Garlasco (caso Stasi), con Cogne (caso Franzoni) , col giallo di Perugia e l'omicidio a luci rosse del caso Knox-Sollecito. Riaccade in modo ancora più ridondante e più circense che mai con il caso Scazzi. E se non fosse per rispetto dovuto alla povera piccola Sara, vera vittima della tragedia, verrebbe da dire che i Tg, la vita in diretta di Sposini, il suo omologo concorrente pomeridiano di Barbara D'Urso su Mediaset, ci regalano un interminabile "scazzo" quotidiano. Uno crede di riposare le stanche orecchie, ma ecco che sul far della notte arrivano, puntuali, i cosiddetti approfondimenti di Vespa su Rai1, di Federica Sciarelli detta Sciacalli su Rai 3 in "Chi l'ha visto?", di "Matrix" su Mediaset.
Il primo, si è addirittura specializzato in plastici: c'era il plastico montano di Cogne, ora c'è il plastico mediterraneo di Avetrana, con tanto di villetta, garage, modellini di automobiline, palmizi formato bonsai. Insomma, un vero e proprio presepino attorno al quale ciacola il solito neghittoso pissichiatra Crepet, ospite in studio capace solo di far sfoggio di caldi e colorati pulloverini; la solita magistrata Simonetta Matone che non ne ha mai imbroccata una; poi c'è una bionda criminologa che pare una pornostar e una giornalista che non vede l'ora di promuovere il suo nuovo libro sui casi delittuosi consumati in famiglia. In diretta, Alessandra Graziottin, ginecologa, pissicologa, curatrice di rubriche sui rotocalchi rosa, tuttologa e via con la fuffa notturna. Ne avessero mai azzeccata una...Prima c'era don Michele, il mostro rurale.
In pochi giorni zio Miché è passato da carnefice a vittima di Erinni domestiche che lo nutrono con gli avanzi di cucina come un cane bastardo, lo fanno dormire in una sdraia da giardino, ma soprattutto lo fanno lavorare 14 ore al giorno come ai tempi degli junkers, mentre loro, le donne, danno ordini e riposano. Ora c'è da sbattere in prima pagina, la mostrona Sabrina, robusta strangolatrice di concetto, perché gelosa della cuginetta tenera e graziosa. Sopra a tutta la famiglia, mamma Cosima: sapeva e taceva; forse teneva bordone. E i media impazzano come se fossero - come se fossimo - tutti parenti stretti della Famiglia Addams pugliese: zio Michele, mamma Cosima, la cugina Sabrina, la cugina Valentina, mamma Concetta....
Signori, questo sarebbe il giornalismo odierno, ovvero il quarto e quinto potere. La Procura non è capace di trattenere le gole profonde, i cronisti si improvvisano inquirenti e siamo al pirandelliano Uno Nessuno Centomila. Frattanto si fa commercio clandestino di foto della casa del delitto con annesso garage, e Avetrana è diventata la nuova Las Vegas versione horror. Portateci anche i bambini, già che ci siete. Potrebbe diventare la nuova Gardaland delle Puglie.
Cameriere, mi cambi il piatto, per favore. La parrucca nella minestra proprio non la reggo più. Ma forse, oltre alla minestra, conviene buttare l'intera tv nella discarica.
" Cameriere, c'è un capello nella minestra. Vorrebbe cambiarmi il piatto per cortesia? ". E così che schizzinosamente ci comportiamo al ristorante quando per caso troviamo un capello nella portata servita. Ma di fronte alle intere parrucche che ci propinano quotidianamente durante i telegiornali a pranzo e a cena restiamo ammutoliti e continuamo a mangiare, imperterriti.
E' questa una gag del comico surreale Alessandro Bergonzoni durante l'ultimo spettacolo teatrale URGE. La parrucca nel piatto quotidiano si fa sempre più immangiabile, a causa dell'invadenza, della pervasività, della ripetitività compulsiva dei media. Si buttano come sciacalli sui fatti di cronaca nera e girano e rigirano il coltello nella piaga, servendoci quotidianamente, non solo parrucche, ma disjecta membra nella pastasciutta.
Si portano dietro la tanica di benzina e scatenano incendi, roghi e cortine fumogene là dove ci si aspetterebbe che venga fatta luce. Siamo alle armi di distrazione di massa dei perversori occulti.
E' accaduto col giallo di Novi Ligure (caso Erika e Omar), con Garlasco (caso Stasi), con Cogne (caso Franzoni) , col giallo di Perugia e l'omicidio a luci rosse del caso Knox-Sollecito. Riaccade in modo ancora più ridondante e più circense che mai con il caso Scazzi. E se non fosse per rispetto dovuto alla povera piccola Sara, vera vittima della tragedia, verrebbe da dire che i Tg, la vita in diretta di Sposini, il suo omologo concorrente pomeridiano di Barbara D'Urso su Mediaset, ci regalano un interminabile "scazzo" quotidiano. Uno crede di riposare le stanche orecchie, ma ecco che sul far della notte arrivano, puntuali, i cosiddetti approfondimenti di Vespa su Rai1, di Federica Sciarelli detta Sciacalli su Rai 3 in "Chi l'ha visto?", di "Matrix" su Mediaset.
Il primo, si è addirittura specializzato in plastici: c'era il plastico montano di Cogne, ora c'è il plastico mediterraneo di Avetrana, con tanto di villetta, garage, modellini di automobiline, palmizi formato bonsai. Insomma, un vero e proprio presepino attorno al quale ciacola il solito neghittoso pissichiatra Crepet, ospite in studio capace solo di far sfoggio di caldi e colorati pulloverini; la solita magistrata Simonetta Matone che non ne ha mai imbroccata una; poi c'è una bionda criminologa che pare una pornostar e una giornalista che non vede l'ora di promuovere il suo nuovo libro sui casi delittuosi consumati in famiglia. In diretta, Alessandra Graziottin, ginecologa, pissicologa, curatrice di rubriche sui rotocalchi rosa, tuttologa e via con la fuffa notturna. Ne avessero mai azzeccata una...Prima c'era don Michele, il mostro rurale.
In pochi giorni zio Miché è passato da carnefice a vittima di Erinni domestiche che lo nutrono con gli avanzi di cucina come un cane bastardo, lo fanno dormire in una sdraia da giardino, ma soprattutto lo fanno lavorare 14 ore al giorno come ai tempi degli junkers, mentre loro, le donne, danno ordini e riposano. Ora c'è da sbattere in prima pagina, la mostrona Sabrina, robusta strangolatrice di concetto, perché gelosa della cuginetta tenera e graziosa. Sopra a tutta la famiglia, mamma Cosima: sapeva e taceva; forse teneva bordone. E i media impazzano come se fossero - come se fossimo - tutti parenti stretti della Famiglia Addams pugliese: zio Michele, mamma Cosima, la cugina Sabrina, la cugina Valentina, mamma Concetta....
Signori, questo sarebbe il giornalismo odierno, ovvero il quarto e quinto potere. La Procura non è capace di trattenere le gole profonde, i cronisti si improvvisano inquirenti e siamo al pirandelliano Uno Nessuno Centomila. Frattanto si fa commercio clandestino di foto della casa del delitto con annesso garage, e Avetrana è diventata la nuova Las Vegas versione horror. Portateci anche i bambini, già che ci siete. Potrebbe diventare la nuova Gardaland delle Puglie.
Cameriere, mi cambi il piatto, per favore. La parrucca nella minestra proprio non la reggo più. Ma forse, oltre alla minestra, conviene buttare l'intera tv nella discarica.
https://sauraplesio.blogspot.com/2010/10/la-parrucca-nella-minestra.html
Una domanda alla quale non so rispondere: ma perché la gente è tanto attratta dal crimine, dal male e dalla cosiddetta "nera" che viene perfino indicata ed esaltata come la Madre del vero giornalismo?
Una domanda alla quale non so rispondere: ma perché la gente è tanto attratta dal crimine, dal male e dalla cosiddetta "nera" che viene perfino indicata ed esaltata come la Madre del vero giornalismo?
San Germano


17 comments:
Sì, trovo anche io rivoltante che tutta quell'immondizia "nera" faccia presa su milioni e milioni di "non persone". E le ho chiamate così, perché temo che lo scopo di tanta ridondanza mediatica serva proprio a questo: a disumanizzare e a spersonalizzare. Alla tua domanda finale non saprei rispondere con esattezza nemmeno io. Se non fosse che chi se ne sta beatamente stravaccato sui divani di casa, ha bisogno di tanto in tanto, di avere qualche scossa adrenalinica.
Dario
"Chi se ne sta beatamente stravaccato sui divani di casa, ha bisogno di tanto in tanto, di avere qualche scossa adrenalinica".
E' assai probabile che sia così. Gli strizzacervelli di regime lo chiamano col solito nome in inglese: fascinazione per il "true crime". Ma secondo me, tutti questi siparietti delle crudeltà trasmessi in copia su più reti e perfino agli stessi orari, nascondono l'intento di rendere il popolino (o popolaccio) apatico e insensibile alla violenza.
31/10
PS: Ho riesumato un mio vecchio post di 15 anni fa, perché mi sono accorta che se anche cambiano gli attori della scena del crimine, non cambiano però le dinamiche e le perverse finalità me(r)diatiche.
31/10
Hai fatto un quadro della morbosita' dei videodipendenti dal crimine veramente perfetto.Ormai non si puo' accendere la Tv senza incappare in fatti di cronaca nera e analisi che non portano a nulla, che fanno solo spettacolo, un orrendo spettacolo che, a quanto pare, appaga gli animi dei piu' e rovina le menti specie dei piccoli e dei giovani che si abituano a tali violenze e diventano indifferenti a ogni efferatezza come se fosse normale.
Rosaspina
Nessie, basta cambiare qualche nome (ma nemmeno tanti: basta pensare che "la bionda criminologa che pare una pornostar" - definizione più che azzeccata - viene regolarmente interpellata ancora oggi come massima autorità in materia, così come Crepet e la Matone che nel frattempo è approdata alla Camera dei deputati) ma quell'articolo sembra davvero appena scritto.
Quello della parrucca nella minestra è un processo che parte da lontano: mi ricordo che già nel 1990 l'omicidio di Simonetta Cesaroni, noto come "delitto di via Poma", venne trattato con una copertura e una morbosità notevoli per l'epoca. E pochi mesi dopo - un caso? - su Raiuno iniziò una trasmissione intitolata "Detto tra noi", proseguita poi tra vari cambi di nome fino all'attuale "La vita in diretta".
Cito da Wikipedia: per la prima volta la cronaca si affacciava al di fuori delle tradizionali fasce di informazione: "Detto tra noi" conquista lo spazio fino ad allora dedicato ai ragazzi ed è questo l'elemento di grande novità che rompe con il passato, a cui si ispireranno da ora in poi altre trasmissioni della Rai e delle reti concorrenti.
Infatti oggi vediamo trasmissioni analoghe a qualsiasi ora sulle reti generaliste e sono stati creati anche dei canali tematici dedicati ai crimini commessi in Italia e all'estero. Su YouTube hanno un sacco di visualizzazioni e commenti.
Ormai se ne parla come se fossero episodi di una delle tante serie trasmesse in tv e forse pure quelle sono servite a preparare il terreno per applicare lo schema giornalistico ai casi con persone reali.
Fatto sta che si mostra più sensibilità e rispetto per le vittime a evitare quelle trasmissioni che a non perdersene nemmeno una e a farne un argomento di conversazione.
(31/10)
Molto vero, Rosaspina. Purtroppo creano un effetto di anestesia alla violenza che in quantità maggiori o minori sta intaccando un po' tutti noi: adulti come minori.
La prima cosa che sto cercando di fare è di tenere ben spenta la tv durante i pasti. Non si possono fare entrare questi veleni nei nostri piatti.
I ragazzini più giovani, ormai sono diventati apatici e insensibili a ogni scelleratezza.
31/10
Alessandra: "Ormai se ne parla come se fossero episodi di una delle tante serie trasmesse in tv e forse pure quelle sono servite a preparare il terreno per applicare lo schema giornalistico ai casi con persone reali.".
Pare incredibile, ma è cosi. Le nuove serie sono diventati i fatti di cronacaccia nera. E la gente ci si appassiona attaccandosi pure ai "sequel". Non rassicura affatto l'idea dei "canali tematici" di "nera". Significa solo che la perversità si sta estendendo al di fuori da ogni confine e limite.
Se ben ricordi, però, poi accade che i fatti che hanno tenuto banco per un bel po' (vedi i fatti di Perugia e di Avetrana) improvvisemente li fanno sparire dai radar e cadono nel dimenticatoio. In forza del fatto che subentrano altri crimini. E l'ultimo crimine dev'essere sempre più efferato di tutti quelli che lo hanno preceduto.
31/10
Mentre voi state scrivendo, c'è una bella "Garlascata" in stile maratona fluviale su rete 4 condotta da quell'inquietante crapa pelata di Nuzzi. Fa parte anche lui del paesaggio horror. Condivido tutti i commenti fin qui letti e ovviamente il post di Nessie. Anche queste chiacchiere criminologiche fanno parte della dittatura mediatica che stiamo vivendo. Servono a lobotomizzarci.
Fabio
Ah già Nuzzi e la sua crapa pelata da Frankenstein Junior. Ci manca solo la cerniera lampo in testa. Eccome se ci stanno lobotomizzando! e stabiliscono pure loro l'agenda degli argomenti imposti.
Per buttarla un po' sul ridere godetevi questo tip-tap fra il dottore Frankenstein e la sua "creatura":
https://www.youtube.com/watch?v=ab7NyKw0VYQ
31/10
Hanno riesumato il caso di Perugia, come vedi non dimenticano.
Maria Luisa.
Diciamo che quando scende l'attenzione, riciclano. Anche stasera, comunque dalla " Garlaschiade" non si sono mossi.
1/11
L'unica cosa buona che può venire da questo rimestare nel torbido di Garlasco è l'esposizione urbi et orbi della corruzione della magistratura. Comunque perché giornali e TV sono ridotti a bollettino delle procure e a giocare al Cluedo coi vecchi casi mediatici (di sto passo ripescheranno pure la Franzoni)? Ma perché i giornali non possono parlare di politica perché sono sussidiati dai governi, non posson parlar male di banche e multinazionali perché gli pagano le inserzioni e quindi? Parliamo di delitti e giochicchiamo al "Cluedo" per distrarre le pettegole di paese dalle nefandezze di governi, banche e multinazionali, funziona sempre.
Vero anche questo, Jacopo. Il delitto e il crimine come potente arma di distrazione di massa. Purtroppo funziona, eccome! E ora pare che ci sia l'industria del vecchio crimine riesumato, a distanza di tempo. E non parlo solo di Garlasco, ma in questo momento a reti unificate, stanno riesumando la verità (o meglio, le verità) sul delitto Pasolini, con la scusa del cinquantenario dalla sua morte (1975). Laddove si continuano a snocciolare tutte le versioni possibili e immaginabili. Delitto politico? ideologico? Ucciso dai poteri forti della DC? O dai solito fascisti del sottoproletariato di borgata?
La versione che mi convince di più è la sua conclamata vocazione per l'autodistruzione. Alla faccia delle vedove della sinistra che continuano a piagnucolare.
3/11
E non dimentichiamo l'ennesima serie sul Mostro di Firenze appena uscita. Che barba, che noia. Quanto a Pasolini, mah, pur ritenendo che tutta la verità non sia mai stata scritta su quella faccenda, son più propenso a credere a una rapina finita male di cui l'unico condannato, mi pare si chiamasse Pelosi, fosse non il solo colpevole ma uno dei colpevoli. Onestà pensare che Andreotti e i poteri forti democristiani dell'epoca si siano scomodato per far fuori uno come Pasolini mi sembra francamente troppo.
Ah, non sapevo che ci fosse già la serie sul Mostro di Firenze! Il sistema, a quanto pare, oltre che fatto dagli "utili idioti" ha a sua disposizione anche "gli utili Mostri".
"Onestà pensare che Andreotti e i poteri forti democristiani dell'epoca si siano scomodato per far fuori uno come Pasolini mi sembra francamente troppo."
Nemmeno io penso che i papaveri della DC si fossero scomodati bell'apposta per far fuori PPP.
Veneziani ha azzardato la tesi del "cupio dissolvi" del personaggi Pasolini, ed è francamente quella che mi convince di più. Ti passo questo link:
https://www.marcelloveneziani.com/articoli/pasolini-a-cercar-la-brutta-morte/
Se non lo hai già letto, dimmi che ne pensi... Buona giornata.
3/11
È vero Nessie, però come avete già notato voi questi vecchi delitti ricicciano a distanza di decenni con nuovi colpi di scena.
Mi viene in mente l'ex eurodeputata Francesca Donato che ha fatto bene a chiedere il massimo riserbo sulle indagini sulla morte di suo marito Angelo Onorato, trovato morto nel maggio 2024 nella sua auto. Anche se si prova comunque a speculare visto che da una ricerca su Google escono diversi articoli anche molto recenti, almeno si è evitata un'altra spettacolarizzazione che è sempre un ostacolo verso l'individuazione del vero colpevole.
Vedo comunque che, in mancanza dei "grandi casi", ogni giorno ci danno conto di uno o più omicidi, che oltre a distrarre dai temi scomodi suscitano anche insicurezza inquietudine.
(3/11)
Ho rivisto la Donato in pista su "Terzo grado". La cosa più strana è che nelle fascette che hanno usato per strozzare suo marito, non c'erano impronte digitali. Anche un somaro capirebbe che lo strangolatore, indossava un paio di guanti. Ma la magistratura ha tentato di archiviare il caso.
"Vedo comunque che, in mancanza dei "grandi casi", ogni giorno ci danno conto di uno o più omicidi, che oltre a distrarre dai temi scomodi suscitano anche insicurezza inquietudine."
Esattamente: è proprio questo lo scopo: rendere intimoriti, spaventati e insicuri. Dopotutto noi ne sappiamo già qualcosa nel merito: ci siamo già presi un bell'acconto con la pandemikia e il "virus che uccide".
3/11
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