24 April 2025

Archiviare il Vaticano II?


 "La morte di Jorge Bergoglio pone anche la chiesa di fronte alla necessità di uscire dal Novecento e di assecondare i segni di una rinascita". Così conclude in un suo articolo comparso su "La Verità" Boni Castellane l'indomani del decesso del papa, il quale, a differenza di me, non mette il punto di domanda al titolo del suo pezzo. Forse perché più speranzoso e ottimista. Certamente si dovrà fare i conti col risultato che emergerà dal Conclave che si profila quanto mai difficoltoso, poiché dietro ai suoi millenari rituali solenni, emerge pur sempre la politica e nel caso della scelta del Pontefice tra i tanti cardinali, perfino la geopolitica. Ma i numeri dei convertiti al Cattolicesimo stanno crescendo nel mondo. Mi sono capitati alcuni video francesi che parlano di una ripresa di interesse delle giovani generazioni nei confronti della religione cattolica. Si parla infatti di 18.000 battezzati nel giorno di Pasqua, molti dei quali sono giovani dai 18 ai 25 anni, segno evidente che le nuove generazioni sono stanche del nichilismo, della subcultura woke, e della riduzione della chiesa cattolica al concetto di ONG. Il Telegraph in Gran Bretagna ha parlato di "rinascita cattolica" che rischia perfino di superare l'Anglicanesimo; per non dire negli Usa dove la religione cattolica si impone sempre più come forza trainante trovando in JD Vance, un fiero testimone di conversione. Tutto questo, mentre l'emorragia della fede cristiana del mondo registra un calo drastico di vocazioni sacerdotali. In particolare da noi in Italia antica culla della cristianità, le chiese sono vuote, ad onta di papi che tanto piacciono ai non credenti e ai non praticanti. Guarda caso, Bergoglio fu un po' tutto questo. Non solo vuote, ma molte sono state sconsacrate e trasformate in alberghi di lusso o centri turistici o B&B. Uscire perciò dal Novecento, significa la fine degli avanguardismi e dei riformismi di maniera, della cosiddetta "teologia della liberazione", per aprire al Trascendente, nutrirsi di spiritualità e farla finita con l'Agenda ONU et similia. In fondo il vero "relativismo" stigmatizzato da papa Ratzinger nel suo libro "Senza radici" sta tutto contenuto nell'enciclica Nostra Aetate, della quale raccomando una rilettura per chi l'avesse già letta (e una lettura per chi ancora non lo avesse mai fatto). Nel primo paragrafo si fa riferimento all'induismo e al buddismo. Riporto integralmente il passaggio. 

Quanto alle religioni legate al progresso della cultura, esse si sforzano di rispondere alle stesse questioni con nozioni più raffinate e con un linguaggio più elaborato. Così, nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza. Nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto. Ugualmente anche le altre religioni che si trovano nel mondo intero si sforzano di superare, in vari modi, l'inquietudine del cuore umano proponendo delle vie, cioè dottrine, precetti di vita e riti sacri.


E' una premessa che rimanda a una sorta di mercato simoniaco delle religioni, laddove in ciascheduna esiste qualcosa di buono fino a ricercarne un facile sincretismo. In successione cronologica c'è un paragrafo sulla religione musulmana. Infine il terzo paragrafo sulla religione ebraica  è scritto un po' all'insegna di una sottomissione ai "fratelli maggiori". 

Non tutte le religioni sono uguali e ritenere che la propria sia la migliore, non è da considerarsi un crimine che deve necessariamente portare al suprematismo o al razzismo. O peggio ancora, ad una  guerra di religione contro altre religioni. Inoltre è proprio una chiesa con un cristianesimo che salva,  che dovrebbe restituirle la sua funzione originaria. Penso pure, sia una vacua presunzione credere che basti il "dialogo interreligioso" per trovare un accordo e un compromesso con altre confessioni, manco si trattasse di un Parlamento delle varie religioni. Mi riferisco agli incontri-convegni tra le varie chiese mondiali del WCC  (Consiglio Mondiale delle Chiese). Ecco un altro modo per "mondanizzare" e politicizzare il Cristianesimo, privandolo di ogni  trascendenza. 


Dialogo interreligioso

Perciò, è il momento di dire basta alle chiese trasformate in stadi da concerti rock e pop. Basta con cori da boy scout accompagnati da schitarrate sgangherate. Via dallo sguardo, avventori smandrappati con le ciabatte infradito, al posto di veri fedeli, sempre lì pronti a rispondere a telefonini che squillano anche durante l'eucarestia, e con macchine fotografiche o cellulari che fanno di continuo click-click.

Non posso non citare a tale scopo una poetessa e saggista a lungo emarginata dal panorama letterario italiana, perché tacciata di "reazionaria" allorché si schierò apertamente con mons. Marcel Lefebvre con il quale intrattenne una  fitta corrispondenza. Difese strenuamente il rito tridentino, oggi emarginato, talora perfino bandito. Parlo di Cristina Campo (all'anagrafe Vittoria Guerrini), scrittrice bellissima, di grande rigore stilistico, con una ricerca perfino estenuante della parola giusta. La Campo considera, unica nel suo genere, la lingua  quale il luogo d’incontro tra il Tempo e l’Eterno. Concordo con l'autore dell'articolo di cui al link sottostante: "Chi nutre una profonda ammirazione per la figura e l’opera di Cristina Campo prova di certo un poco di imbarazzo a scriverne. Lei stessa dichiarò che avrebbe preferito aver scritto meno di quanto fece, giacché “di ogni parola dovremo render conto”. È però un bene che quell’imbarazzo venga superato per omaggiare degnamente e dedicare ancor più attenzione ai suoi testi"


Cristina Campo 1923-1977

"La Campo combatté quella degenerazione, raccolse firme perché la liturgia antica potesse venir celebrata almeno nei monasteri (aderirono tra gli altri Montale, Borges, De Chirico, Maritain, Quasimodo, Ceronetti), diede vita alla sezione italiana dell’associazione tradizionalista "Una voce", collaborò alla stesura dell’esame critico del Novus Ordo Missae indirizzato a papa Paolo VI. Sconfitta dalla spirito del tempo, si rifugiò nel millenario e puro rito bizantino, (era solita frequentare la chiesa di Sant'Antonio Abate all'Esquilino) ancora capace di suscitare magia e divinizzare i partecipanti".

Del resto chi ha potuto assistere ai riti liturgici bizantini  così solenni e fastosi (mi è capitato di assistere a uno nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme) non può non notare la banalità di una nostra chiesa resa  desertificata, usa a praticare, durante la Messa, quel  "segno della pace" da scambiarsi tra i fedeli manco si fosse un una succursale ONU, con il sacerdote che si rivolge direttamente al pubblico e non verso il Signore. L'Eucarestia con l'ostia messa direttamente nelle mani del comunicando, la fine del canto gregoriano e via dissacrando....Quando non ci sarà più nulla da distruggere né da dissacrare, si dovrà pur trovare il modo più idoneo per ricostruire. 
"Questo tempo di orrori e di crolli spirituali è reso sopportabile dalle radici in terra e dalle campane in cielo”, diceva Cristina che nella sua breve vita (morì a soli 54 anni, a causa di una malformazione cardiaca congenita) ebbe il coraggio di osare l'Impossibile. 

San Fedele





17 April 2025

Roma senza papa




"Roma senza papa", è un romanzo di anticipazione teologica e di fantapolitica pubblicato postumo da Guido Morselli. Il romanzo è stato scritto nel 1966,  ma venne pubblicato nel 1974 dopo il suicidio dell'autore. Pur conoscendo grosso modo la trama di questo romanzo, confesso di averne letto solo degli stralci, ma di esserne stata incuriosita al punto da ripropormi di farlo integralmente. Conosco l'autore riscoperto postumo come "caso letterario" per aver letto altri suoi libri (nella fattispecie, Dissipatio HG e e Un dramma borghese).   Qui la trama  del libro citato, scritta con l'acutezza ironica di una vicenda che allora pareva surreale. La padronanza con cui Morselli si muove nei meandri delle dottrine teologiche, vere e immaginarie, della Chiesa, i magistrali ritratti di ecclesiastici di alto e di  basso rango, l’incessante invenzione satirica, fanno di quest'opera un felicissimo romanzo di ‘anticipazione teologica’. Morselli del resto, gode da tempo dell'attenzione di numerose pubblicazioni  da parte della critica letteraria. Da Valentina Fortichiari  che ha dato un grande contributo alla scoperta di questo caso letterario postumo, a Linda Terziroli  una  sensibile studiosa dell'autore, che ho avuto il piacere di conoscere. Qui, l'indagine di un'opera dimenticata, ma che oggi torna prepotentemente di attualità. Con una Chiesa sempre più sincretica e laica, le cui dispute teologiche somigliano ai dibattiti salottieri tra intellettuali di sinistra del film "La terrazza" (1980) di Ettore Scola, e con religiosi che assumono nel loro eloquio, psicologismi freudiani e sociologici, tralasciando ogni spiritualità: 

https://www.arateacultura.com/roma-senza-papa-di-guido-morselli-indagine-su-unopera-dimenticata/

 
La buonanima di Morselli, nato a Bologna ma di stanza a Varese, del quale ho pure visitato la deliziosa "casina rosa", ovvero la sua dimora-museo al limitar dei boschi sulle alture di Gavirate (dimora che aprono al pubblico ogni anno), non me ne vorrà, se non posso fare a meno di  accostare le vicende che stiamo vivendo a quanto ha descritto nel libro in tempi ormai lontani e non sospetti. E per descrivere il mio disappunto nel non comprendere le intenzioni dell'attuale papa, a ridosso della settimana pasquale  Incomprensibili le sue apparizioni assai irrituali. Sappiamo che la Via Crucis non la reciterà lui e che ha dato mandato al cardinale argentino Leonardo Sandri (salvo mutamenti successivi). Sul poncho a righe da campesinos indossato a San Pietro,  molti si sono già espressi (sottolineo l'articolo di Borgonovo sulla Verità e di Roberto Pecchioli). Sono d'accordo con loro quando asseriscono che non è un gesto di umiltà mostrarsi all'interno di San Pietro con la sciatteria dei pantaloni neri da parroco, i tubicini al naso e il poncho con la trama del "tarliso", ovvero quella rivestitura a rigoni dei materassi d'antan. Senza papalina in testa, senza anello e pure senza la croce in evidenza. E se si può e si deve provare  humana pietas per l'anziano sofferente dal volto gonfio per i probabili cortisonici assunti, è pur vero che soffriva anche papa Wojtyla, ma questo non gli impediva di indossare con dignità l'abito talare bianco fino alla fine, e di aggrapparsi al suo pastorale quale conforto spirituale, nei momenti di maggior sofferenza fisica. E cioè ai simboli del Pontificato. Quanto alla spoliazione dei simboli religiosi (la croce, il crocefisso, i colori della pianeta e dei paramenti liturgici del sacerdote quando officia la Messa, l'incenso, i salmi e i riti), mi pare pacifico che un cristianesimo deprivato dei suoi segni e dei suoi  simboli,  sia la palese rinuncia alla sua esistenza, poiché mai come in questi casi, la forma è sostanza. Arrivati a questo punto, non sappiamo nulla del calendario delle funzioni di questa settimana e della presenza di Bergoglio.  Questa strana indeterminatezza,  tanto fa pensare a una sorta di sedevacantismo coperto e tenuto segreto, e mi ricorda quando nel 2020 ci trattennero rinchiusi in casa senza poter onorare la santa Pasqua, senza alcuna spiegazione logica. Del resto, non dimentichiamo che la grande spallata alla chiesa venne assestata proprio in occasione della cosiddetta "pandemia", quando le porte delle parrocchie restavano chiuse, alcuni carabinieri salivano sull'altare maggiore per fare le loro reprimende a qualche preticello coraggioso (don Lino Viola), reo di voler officiare la Messa nel giorno sacro della Resurrezione. E quando io stessa mi intrufolavo di nascosto in qualche cappelletta di campagna rimasta aperta per misericordia, mi pareva di essere quasi un sopravvissuto personaggio da catacombe. E' con profonda tristezza che ho appreso la tragica notizia della domenica delle Palme insanguinata a Sumy in Ucraina. E ovviamente, per quella  serie ininterrotta di carneficine e di macerie senza fine che persiste  a Gaza, dove anche le piccole missioni cristiane vengono prese d'assalto e non risparmiate dalla violenza cieca e ottusa. Non se ne può più di sentire scuse meschine e crudeli come quella degli "scudi umani". Le vite umane sono vite umane e non porri che se ne tagli la testa, poi magari ricrescono.
 
 Giotto - La Resurrezione

In attesa che il mondo si riequilibri e scacci i demoni che lo rendono prigioniero, non rinunceremo, tuttavia,  alle nostre tradizioni, ai nostri riti, ai nostri simboli, a qualche strenna pasquale, ai dolci  fatti in casa (ogni regione ha i propri) da scambiarci insieme agli auguri ai nostri cari e ai nostri amici. Pertanto,  non possiamo rassegnarci a questo quadro di desolazione, poiché credo che arrendersi e darsi per vinti (anche se intorno a noi tutto congiura a  farci star male),  è impedire che avvenga il miracolo della vita e del mondo che si rinnova. 
Perciò,  Buona Pasqua a tutti!


San Roberto (giovedi santo)


11 April 2025

La visita dei reali inglesi. A che scopo?




E'  una domanda, quella del titolo, che ci facciamo in tanti. Scusate se i reali preferisco chiamarli "inglesi" riferendomi alla lingua, piuttosto che "britannici". E dato che il periodo che stiamo vivendo non è  dei migliori della storia, sempre carico com'è di incognite, di "emergenze" e  di incertezze, è legittimo avere qualche sospettuccio circa la loro visita in Italia. Non so voi, ma io alla favoletta del semplice viaggio romantico di Carlo e Camilla in Italia per il Ventennale  del loro matrimonio, non ci credo.

Dirò la verità. Ho visto le immagini dei reali in visita davanti ai nostri bei monumenti e mi ha contrariato molto cogliere la piaggeria del popolino italiota festante e indottrinato al protocollo di prammatica che lo vuole su modello  "italiani brava gente". Sempre pronti a mettere a testa in giù su modello Piazzale Loreto, il politico di turno sgradito, ma poi generosi in inchini, riverenze, baciamano, cerimonie, retorica a profusione per la famiglia reale inglese.

Mi hanno nauseato tutti quegli inchini, riverenze, banchetti,  schiere di ciambellani di corte che preparavano maxi-pizze e piadine; re Carlo che si aggira tra i cuochi con aria di falsa benevolenza. Le cornamuse  dei Royal Pipers al Quirinale. I brindisi, il regale banchetto di stato. Con il trattato di Cassibile ancora in corso, vedere il re d'Inghilterra e  sentire le cornamuse suonare all'impazzata dentro le sale del Quirinale, mi ha fatto un effetto ben poco gradevole. Della serie, quando l'Italia era una colonia inglese


Inoltre, c'erano bambini in fila come tanti Balilla che agitavano le bandierine dell'Union Jack britannico davanti alla scuola Manzoni, al passaggi dei reali. L'inquilino del Colle che ha smesso la cravatta per indossare il papillon di seta mentre regge lo strascico al re albionico, il quale, per l'occasione si è messo pure a piantare un albero per fare sfoggio della sua educazione al Green. Per non parlare del suo discorso in uno strascicato italiano alla Camera coi nostri politici  pateticamente sull'attenti e in preda all'ansia da Protocollo. E la sua consorte, sempre lì, rigida e impettita come una scopa rivestita a festa. Non riesce ad essere elegante e femminile nemmeno avvolta dai tessuti più preziosi. 

Non poteva mancare lo spettacolo aereo delle nostre Frecce tricolori che si intrecciano con le Red Arrows del Regno Unito.  Ma il culmine è  toccato durante l'ultimo giorno di  visita a Ravenna con le note  della canzone di Casadei  "Romagna mia" e tutti quei comunistoni romagnoli che mandano lì la vecchia partigiana d'occasione fatta girare per l'uopo come la Madonna  Pellegrina, la quale si inchina alla Corona. Tante lotte sociali per poi genuflettersi a reali nemmeno nostri. Insomma, ce n'è per tutti!  Resta l'enigma della visita... E il non detto, in politica, conta assai di più delle dichiarazioni ad uso telecamere. 

Sì, sì, c'è la cordialità e l'amicizia tra i popoli, l'Albione e la Londra dei Cospiratori che ha dato asilo politico agli esponenti del Risorgimento massonico come Mazzini. La stima per Garibaldi, eroe dei due Mondi. Ma alla luce del teatro bellico nel quale siamo immersi, è essere diffidenti, se penso che ci sia di mezzo il "riarmo" Eu e magari gli eventuali  preparativi bellici? O reclamare comunque un impegno maggiore nell'ambito del conflitto russo-ucraino?


We'll meet again- diceva l'allora giovane Regina Elisabetta (foto in bianco e nero) ai soldati in partenza durante la II Guerra Mondiale, parafrasando una nota canzone di Vera Lynn del 1939.  Affermazione ottimistica, dato che molti soldati non sopravvissero e non tornarono mai più a rivedere i loro cari. 

PS: Qui la scena finale del film di Stanley Kubrick "Il dott. Stranamore", dove riappare la canzone di Vera Lynn, in chiave parodistica e satirica, tra i disastri nucleari e il fungo atomico :

https://www.youtube.com/watch?v=RkpOSzcy0Vk

Santa Gemma

05 April 2025

Una democrazia sempre più à la carte




Una democrazia à la carte, come quella dei tiranni alla Caligola. Come quella dei feudatari quando decidevano chi poteva passare dal ponte levatoio, e chi invece doveva essere scaraventato giù dal fossato. Come hanno visto che i sondaggi in Francia favorivano  il Rassemblement National, ecco che è stata applicata subito la cura Thierry Breton contro la sua leader Marine Le Pen. Ricordate ciò che disse il citato Commissario europeo per il mercato interno?
«Abbiamo annullato il risultato delle elezioni in Romania, lo faremo altrove»: parole che sconvolgono.  Una dichiarazione di guerra, una promessa cui tener fede. Detto fatto. Con la Le Pen abbiamo un bel replay. Un replay sospinto con l'aiutino (in realtà aiutone) della magistratura francese, che si mostra degna compare della nostra. Breton ha ammesso, in un'intervista televisiva alla emittente francese BFM RMC dello scorso 9 gennaio che la Corte costituzionale rumena (CCR) è stata condizionata nella sua scelta di annullare le elezioni presidenziali dello scorso dicembre, dopo averle convalidate, dalle pressioni dell'UE. Solo perché al primo turno era in vantaggio il candidato di destra, euroscettico e contrario al continuo accrescimento di armi e finanziamenti della NATO, Călin Georgescu. La cura, con ogni evidenza, prosegue ora con Marine Le Pen. 
Marcello Veneziani parla,  sconsolato, di una democrazia dal "braccialetto elettronico"  secondo la quale, chi è contro questa Ue, viene considerato automaticamente un malvivente. L' ineleggibilità di Marine Le Pen, la definisce qualcosa di simile a una "castrazione chimica" per via giudiziaria.   Ora sta arrivando anche il turno di  AfD in Germania. Del resto non dimentichiamo che i non graditi, i "deplorevoli", non vennero respinti solo col caso Le Pen. Noi a casa nostra, già ne sappiamo qualcosa nell'ambito del commissariamento nel 2011-2012 con gli Androidi di Bruxelles, Monti e Fornero, acclamati da Napolitano, mentre il governo Berlusconi venne destituito. 
Chi invece la fa franca, sono personaggi come la von der Leyen, coi suoi poco limpidi trascorsi sui contratti con Pfizer e  i  suoi messaggi con Bourla cancellati e la sua faccia tosta con la quale è passata dalle siringhe alle bombe, senza pagare il suo "dazio". E di che dazio, dovrebbe rifonderci!

Non abbiamo nemmeno la grazia di avere un'opposizione decente, ma solo cialtroni che occupano la piazza con un'accozzaglia di sinistrati scappati di casa (tra i quali anche quegli stessi che hanno detto sì all'operazione riarmo), con gli immancabili Gianni e Pinotto (Bonelli e Fratoianni) abbonati a tutti i cortei, pur di fare rumore. Oggi anche al seguito del nuovo Masaniello pseudo-pacifista chiamato (non a caso) al plurale: Giuseppi. A ripensarci, quello di Trump di chiamarlo così,  fu un colpo di genio involontario. Come dire, l'uomo dalla personalità multipla passato camaleonticamente dal governo giallo-verde a quello giallo-rosso che oggi fa il Pifferaio Magico delle piazze multicolor, mentre ieri lui le piazze le vietava rinchiudendo 60 milioni di italiani in casa e applicava norme militari e paramilitari come "il coprifuoco" nei suoi Dpcm (non si poteva circolare dopo le dieci di sera) e riesumava una clausola come il "divieto di assembramento" che è  tipica delle dittature militari, facendo comminare multe perfino alla povera vecchina che osava varcare i cancelli di un cimitero per portare fiori ai suoi cari. Eravamo in piena Junta pugliese. O se vogliamo, la  Junta Appula.   Il gregge lobotomizzato, ora lo segue si agita, si contorce, strilla  a Roma. Junta Conte divenuto ormai padrone  assoluto del  Movimento 5 stelle, dopo aver sgominato Grillo e i suoi,  arriva in piazza Vittorio. Partono i cori: «Abbiamo un presidente, un presidente». E ancora «Conte, Conte». Ormai dismessi i panni cromatici precedenti, siamo al  terzo Giuseppi  che si dirige subito a parlare con i media. Massì, è inutile sperare che le pecore feroci (quelle stesse che invece di ribellarsi alla sua dittatura sanitaria, facevano la spia contro il  povero vicino di casa che osava festeggiare un compleanno), siano dotati di un po' di memoria: scurdammoce o' passato, e abbasso la guerra! Questa. Quelle missioni  precedenti dov'era lui al governo, invece sono state lautamente finanziate.


 
Chissà come si fregano le mani per la soddisfazione a Bruxelles, nel vedere cotanta plebe confusa, scomposta, beota, che non sa  più che pesci pigliare. Dicono che ci fossero pure alcuni "intellettuali" alla Travaglio, al suo seguito. Coi rinforzi circensi della Tik Toker Rita  De Crescenzo, l'eroina (si fa per dire) di Roccarasa. Hai voglia di continuare ad applicare il feudale  verdetto del "Tu sì, tu no", "Tu puoi governare, tu invece no". E  giù ponti levatoi con vittime scaraventate giù dal fossato.   

Conte e la De Crescenzo (foto realizzata con l'IA)

A proposito, la segretaria Tentenna  Elly Schlein dopo lunghe riflessioni ha inviato una delegazione piddiota al corteo pentastellato, con quel Boccia che nell'estate del 2020, voleva instaurare gli ausiliari per il controllo di chi metteva la mascherina e chi non la metteva, fuori all'aperto. Ma pochi se ne ricorderanno. Giuseppi da Volturara e Boccia da Bisceglie (entrambi pugliesi), vuoi scommettere che potrebbe rinascere la nuova Junta Appula? Sarebbe il peggiore dei miei incubi. 
Nel mentre, dai bastioni della Fortezza Europa, si continua con la democrazia à la carte. O se preferite, quella del "braccialetto elettronico". Ma su questi temi, nessuno manifesta. 

San Vincenzo Ferrer