Non se ne può più. Da quando l'hanno incoronato presidente della Camera Gianfranco Fini (per i blogger di destra, GianFuffa - copyright: il Neoaristocratico) non passa più un giorno che non si metta a impartire lezioncine di cattedra. Fa perfino rimpiangere Bertinotti e le sue ridicole spillettine arcobaleno puntate sulle sue giacche in tweed. Il che è tutto dire. E badate bene: le rivolge a tutti le sue lezioni, perfino al Papa. Ma quanto parla! e quanto esterna! Ma GianFuffa non si arrese. Ora poi si riscopre laico, democratico, liberale, socialista e libertario: pare quasi Pannella, a cui sembra sempre più intenzionato, rubare il ruolo. Gli manca il cappello da bersagliere con le piume da gallo cedrone, la trombetta in corsa eppoi, rieccolo, in cerca di nuove Brecce di Porta Pia da espugnare per il suo XX Settembre prossimo venturo. Come è accaduto per la faccenda della Chiesa cattolica e delle leggi razziali. Prontamente redarguito dall 'Osservatore romano : "Di certo, sorprende e amareggia il fatto che uno degli eredi politici del fascismo, che dell'infamia delle leggi razziali fu unico responsabile e dal quale pure da tempo egli vuole lodevolmente prendere le distanze, chiami ora in causa la Chiesa Cattolica. Dimostrando approssimazione storica e meschino opportunismo politico".
''Nei prossimi anni i cittadini di colore, quelli con i tratti orientali, quelli con genitori stranieri, saranno sempre di più e noi non dobbiamo guardare a questa prospettiva con paura - spiega il presidente della Camera - Dobbiamo avere invece la presunzione di guidare questo processo''. Fini dice sì ''all'integrazione ma con legalità''. Gli italiani ''non devono aver paura degli straniero e non devono dimenticare che siamo figli di un popolo di migranti''.
Blll - bloo -bloo- bloo: parole in apnea di "subacqueo abusivo". Meno male che Fini c'è - canta compiaciuto Eugenio Scalfari di Repubblica.
Tra miti della pseudodemocrazia c'è quello della "trasversalità", una parola che ho inventariato tra i commenti nel "Somario" sottostante. Una democrazia parlamentare è tale quando favorisce l'alternanza degli schieramenti, non quando imbroglia in maniera tale da cooptare pezzi della coalizione avversaria alla guida del proprio governo. O quando organizza "fronde interne" con la scusa della "normale dialettica interna" (si veda la famosa carica dei 101, a proposito del ddl dei medici denunciatori di illegalità).




