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23 November 2019

Nelle fauci del MES



Dalle sardine siamo passati agli squali. Ogni anno l'Italia si sbriciola per colpa delle alluvioni, e si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Non paghi di calamità più o meno naturali arriva pure la Troika  o chi per lei (è il caso di Moscovici) che fa sibilare la  sua immancabile frusta. Lo dice anche Alberto Bagnai. 

È arrivato l'autunno, cadono le foglie e arrivano puntuali i ricatti di Bruxelles. L'ultimo, per ora, è quello del Commissario europeo agli Affari economici – per fortuna uscente – Pierre Moscovici, secondo cui la riforma del MES sarebbe indispensabile per eventuali salvataggi delle banche. Moscovici lascia intendere che coinvolgere il Parlamento in una riflessione più approfondita metterebbe a rischio la stabilità finanziaria in Europa. I fatti però dimostrano che sotto il profilo dei salvataggi bancari la riforma è inutile", ha detto il senatore della Lega e presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

"Il Mes già nella sua forma attuale – ha aggiunto – può salvare le banche, tanto è vero che lo ha già fatto. Il suo primo programma di intervento fu il salvataggio delle banche spagnole nel 2012, effettuato senza le ulteriori condizioni vessatorie che la riforma in discussione propone. Moscovici non può ignorare questo fatto, il che rende sospetta la sua difesa di una proposta che amplifica, anziché attenuarlo, il circolo vizioso fra debito pubblico e bilanci bancari, adombrando ristrutturazioni del debito sovrano in caso di ricorso al Mes" (fonte: Fanpage). Ricordo che la Lega votò contro l'attuazione del Mes.

Innanzitutto cos'è il Mes? Acronimo italiano di Meccanismo Economico di Stabilità. In Inglese è ESM. Viene comunemente indicato anche come Fondo Salvastati e, per dirla in soldoni, è una specie di FMI made in Europe. 
Un organo "tecnico" con 160 dipendenti a solida guida tedesca e con a capo Klaus Regling, un tedesco tanto per cambiare.  Il Mes è già una fregatura in sé,  fin da quando è uscito, in quanto è un Superstato di Polizia Fiscale non soggetto a indagini da parte della magistratura e al di fuori del Parlamento europeo, del quale già scrissi in un post del 2011. Figuriamoci ora che lo vogliono riformare in modo "più stringente".  L'Italia ha versato già 15 miliardi e si è impegnata per un totale di 125,4 miliardi. In teoria dovrebbero accedere al Fondo tutti gli stati in difficoltà che hanno versato il loro accantonamento.  Ma in pratica le cose vanno diversamente. Se non si è in regola coi parametri di "stabilità" europei e si ricorre a questo Fondo che succede?
Si può accedere al Fondo, ma si viene "commissariati" e non si può decidere del nostro futuro: è il Fondo che decide le nostre politiche economiche chiedendoci una "ristrutturazione del debito". In cosa consiste tutto ciò? Nel concedere prestiti "precauzionali" aventi accertate garanzie. In che modo? Col BAIL-IN. E chi sono i garanti? Ma i poveri risparmiatori, naturalmente.  In pratica se dovesse passare una "riforma" del Fondo Salvastati (o Mes), tutto ciò genererebbe una distruzione del risparmio privato. Pagherebbero i risparmiatori mettendoci direttamente le mani nei conti-correnti come fece "nel  suo piccolo" Amato con quel famigerato 6 x mille dopo la speculazione sulla lira del 1992, intentata da Soros.
MES o ESM o Fondo Salvastati: in realtà fondo salva Banche a scapito dei risparmiatori



Uno dei creatori del Mes è quel Roberto Gualtieri non a caso, applaudito dalla Lagarde (oggi a capo della BCE)  dopo  la sua nomina a ministro dell'Economia del nuovo governo giallorosso. E ora è lo stesso Gualtieri a  perorare la causa della sua "riforma" in modo ancora più stringente. Perfino Patuelli dell'Abi è sul piede di guerra e dichiara che se le condizioni del Mes si alterano, si comporterà di conseguenza ("Smetteremo di acquistare titoli di stato").
Conte dichiara di non aver ancora firmato.  Salvini e Meloni giustamente non si fidano. In ogni caso è bene vigilare e richiedere tutte le spiegazioni del caso  su come si sia finora compromesso, perché Moscovici sta  riportando un'altra versione al Corriere parlando di accordi di giugno. E pure Tremonti nella sua intervista a La Verità, nella quale  spiega che la crisi del 2011 non fu causata dai bilanci pubblici ma dalle banche tedesche e francesi.   Pertanto Giuseppi il Pinocchio dovrà venire a riferire in Parlamento il 10 dicembre prossimo, mentre Gualtieri al Senato riferirà il 27 di questo corrente mese.

La riforma del Mes può ancora essere bloccata dal Parlamento, dicono.  Ma si troveranno i numeri favorevoli al  suo blocco? Mi pare già di vedere i "dissociati", "gli astenuti", gli "assenti" e i franchi tiratori...E' un film già visto.

Aggiornamento di oggi 27 novembre. 

Qui il  video durissimo di Claudio Borghi alla Camera dove è esplosa una rissa. Gualtieri  oggi al Senato ha definito il MES già un accordo "chiuso" e "inemendabile" in sfregio alle funzioni del Parlamento, grazie al Giuda Conte che ha preparato il suo piatto venefico già a giugno, scavalcando il Parlamento sovrano:



https://www.youtube.com/watch?time_continue=282&v=F6fruBczDGY&feature=emb_title

#STOPMES!



Anche Meloni intima a Conte di venire a riferire subito e al più presto a riferire a quel Parlamento che mostra di aver disprezzato.


18 November 2019

Il Passo delle Sardine



 Giorno di S. Oddone. Stiamo all'erta perché le elezioni regionali  in Emilia-Romagna sono  una partita pesante. E' ingenuo pensare che si tratti solo di localismo e di eventuali risultati amministrativi e perciò parziali, che non vanno a intaccare il quadro politico generale. Si tratta di più, di ben di più: è in gioco lo sfaldamento del partito erede del comunismo sovietico che è uscito pressoché intatto da Tangentopoli con la sua potente (ma non gioiosa) "macchina da guerra". E ora quella partita non vuole perderla a nessun costo. Pertanto spuntano come funghi, movimenti apparentemente spontanei, ma in realtà ben pilotati, all'insegna dei "presidi antifascisti",  dei  sit-in democratici, cortei spontanei di protesta della cosiddetta  "società civile".Temono pertanto,  che cada il Muro dell'Emilia-Romagna con annessa Val D'Enza e Bibbiano. Per questo sono così preoccupati da evocare e richiamare banchi di sardine impazzite, quale nuovo logo.
E' successo non più tardi di giovedi sera davanti al PalaDozza a Bologna, dove Matteo Salvini ha lanciato la candidatura di Lucia Borgonzoni alle elezioni regionali in Emilia RomagnaE' nata così tutt'altro che "spontaneamente" la nuova stagione di rivolta contro il dilagare del centrodestra, col nuovo simbolo del movimento: le sardine. Il flash mob, organizzato in piazza Maggiore da Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa, è stato, alla faccia dei giovani piddini e/o comunque collaterali al Partito,  una pugno nello stomaco alla democrazia. Scendere in piazza per "negare l'agibilità politica" ai partiti rivali dell'opposizione, non può essere preso come esempio democratico  ma dovrebbe essere condannato da tutti, "giornaloni" in primis, che invece mostrano con benevolenza di credere alla favoletta dei "movimenti spontaneisti" e dei "cittadini bolognesi" che si mobilitano per conto proprio.

Ma qui di spontaneo non c'è niente. Finalmente  dopo poche ore si dipanano le nebbie anche se non ci voleva molto a capirlo. L'articolo di Vivardelli sul "Giornale" fa luce su chi c'è dietro al movimento delle sardine, con tanto di nomi e cognomi. Giovani di area piddina, movimenti falso-civici come " Emilia-Romagna Coraggiosa", la lista di Soros che sostiene il bis del governatore Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Roberto Morgantini delle Cucine popolari. Poi c'è la giovane Samar Zaoui leader delle "sardine" (d'acqua dolce) modenesi, e via cespugliando. 
La sinistra sempre si serve dei cespugli in nome dell'"antifascismo" più becero e protervo - quello che, in realtà, impedisce agli altri partiti rivali l'agibilità politica ed elettorale, sancita da quella Costituzione che è "la più bella del mondo" solo a giorni alterni. Il messaggio è sempre questo: se non parlate tanto meglio. Se non avrete nemmeno uno spazio né un teatro a disposizione per spiegare il vostro programma, tanto meglio per noi, poiché il Bene siamo noi. Pertanto Bologna è  "cosa nostra". 

Come suol dirsi, piazza (Maggiore) piena, urne vuote e a favore della Lega. Ma quel che mi indigna di più sono i cronisti e i mezzibusti Rai nonché i pennivendoli dei "giornaloni" che parlano dell'"altra Bologna", di "società civile" e altre panzane. Soros aveva già preavvertito che si sarebbe attivato a dare una mano, e una lista a sostegno di Bonaccini esiste già : "Emila-Romagna coraggiosa".
Non dimentichiamo però che lui si sente quasi "bolognese" per aver ricevuto proprio a Bologna da Prodi la laurea honoris causa e per essere stato azionista della Coop. Ce ne siamo scordati?
Perciò...sniff! sniff!... più che odore di sardine grigliate, queste insurrezioni puzzano lontano un miglio di gente come lui. Lui (e quelli come lui) è uno Stregone nel promuovere "eventi" rivoluzionari mondiali e/o pseudo tali. Prepara gadget, loghi, colori, crea immagini-simbolo che poi fanno il giro del mondo. Dopo i nomi dei fiori (rose, gelsomini) dopo i colori (arancione, amaranto, verde, viola) , ora tocca ai pesci. So che lui sogna perfino  la rivoluzione dello "storione" (tanto per dire) contro Putin, ma mi sa che da quelle parti se la possa scordare! Intanto però  si esercita da noi, una piazza ben più facile.
Comunque consoliamoci, le sardine sono i pesci più fessi che ci siano : infatti abboccano in massa abbagliate dalle lampare e si acchiappano a retate.

Non ci voleva un genio per capire che il collateralismo dei movimenti (coi nomi dei colori, dei fiori, piante, dei palloncini e ora dei pesci) è sempre "cosa loro": prima contro  il Berlusca c'erano i "girotondi", poi le femministe del "se non ora quando?", poi ancora i movimenti "viola".  Ieri l'altro quel falsone di Cuperlo ha fatto pure finta di essere sorpreso e di prendere le distanze dicendo che non era carino "mettere sopra il cappello" a un movimento così spontaneo, nato da un "flash-mob". Seeee! Ma davvero ci prendono così per fessi???



Qui frattanto, c'è un'immagine per me consolatoria sulle sardine. Certo che per fare una rivolta anti-Salvini potevano trovare un'altra metafora un po' più "vincente" e  convincente. Senza contare che le metafore ittiche (vedi "la scatoletta di tonno" più volte invocata da Grullo e grulloti, presa a campione per trasformare il Parlamento), portano  una iella tremenda.  Per loro.  Tonni, o sardine che siano.



15 November 2019

Come è triste Venezia!

Titanic Venezia. C'è solo da pregare. 



Acque terrificanti  fino a 1 metro e  90. Buio nelle case e impianti elettrici saltati
La nuotata che ha fatto il giro del mondo. 

Qualcuno se la gode sguazzando anche nelle tragedie. Mah...!
Saranno danni incalcolabili per i commerci, il turismo e gli esercizi




La Serenissima  annegata e sprofondata dalla solita zavorra di inchieste giudiziarie, burocrazia, lungaggini, inefficienza che rendono  irrealizzabile qualsiasi progetto di sviluppo e di protezione dell'ambiente.




Conte  poteva fare a meno di venire a fare passerella in laguna. Perché non dice ai Veneti (e agli Italiani) che l'Europa non permette di fare deficit nemmeno coi nostri soldi? Nemmeno stornando una parte di quel Fondo Salvastati che versiamo? nemmeno nelle tragedie e calamità?
Intanto qui il numero solidale per salvare Venezia, che è unica in tutto il mondo. E' come se avessimo  uno scrigno di cose preziose che lasciamo in balia del mare.
 Invia un SMS al 45500



Giorno di S.Alberto Magno

09 November 2019

La Caduta del Muro e il lato oscuro della Globalizzazione






SS Oreste e Dora. Ricorre  oggi come è noto l'anniversario della Caduta del Muro.  Oggi sono passati trent'anni da quel fatidico 9 novembre 1989. Ma questa, purtroppo, non sarà mai una data da poter ricordare con la stessa esultanza con cui si festeggiò la fine della IIa guerra mondiale e con essa la caduta del nazifascismo. Perché? Perché non tutti i muri cadono per portarci gioia e letizia.


  •  La caduta del Muro ha dato la stura alla globalizzazione e al mercatismo internazionalista, che è un'altra rivoluzione su scala mondiale.
  • Ha permesso alla Ue di creare e allargare l'area mercantile di Schengen, col risultato che ora insieme ai capitali e alle merci ci sono anche flussi incontrollati di uomini dai vari angoli del pianeta (moldavi, romeni, rom solo dall'Est, migrazioni dal Sud del mondo, specie dall'Africa e dall'Asia ecc.)
  • Dopo la caduta sono subito nati i "transcomunisti", e "postcomunisti", neoconvertiti al mercato unico di un mondo unico.
  • Le etnie tenute insieme con la forza totalitaria e dispotica delle dittature comuniste, hanno dopo la caduta del Muro, ripreso a farsi guerre e guerriglie nei Balcani e nelle ex Repubbliche socialiste sovietiche. Poi rivoluzioni colorate dette "delle repubbliche baltiche" che puzzano lontano un miglio di bruciato in quanto sponsorizzate da qualche magnate-speculatore (Soros e non solo). Guerre in Medio Oriente (Siria) con l'entità terrorista come l' Isis, a sua volta manovrata da forze destabilizzatrici.


Poiché nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. E anche il comunismo si è subdolamente trasformato nell'ambiguo passaggio from Marx to Market. 
Sia Massimo Fini nel suo pamphlet sull'antimodernità "Il vizio oscuro dell'Occidente" (del 2002 e con grande anticipo rispetto alla crisi attuale) che Giulio Tremonti nel capitolo "Il lato oscuro della globalizzazione" del suo saggio "La Paura e la Speranza", sono consapevoli che l'homo oeconomicus è un retaggio delle rivoluzioni industriali inglesi, poi illuministe, poi francesi, poi bolsceviche, e che il "mercatismo" attuale è la faccia ferocemente fondamentalista del vecchio liberalismo-liberismo, con al suo interno qualche costola di marxismo, apportata opportunamente dai transcomunisti e socialisti. "Il mercatismo", è "utopia-madre della globalizzazione ne è il motore ideologico: i liberali drogati dal successo appena ottenuto nella lotta contro il comunismo; i postcomunisti divenuti liberisti per salvarsi, i banchieri travestiti da statisti (ovvero i cosiddetti "illuminati fanatici"); gli speculatori-benefattori (allusione a Soros e a Bernard Madoff?!), e i più capaci pensatori di questo tempo, gli economisti, sacerdoti e falsi profeti del loro credo". (Giulio Tremonti in La Paura e la Speranza).

Per entrambi, "il Paese dei Balocchi"(Massimo Fini) o "la cornucopia dell'abbondanza" (Tremonti) si è trasformata da sogno in un incubo, il cui uomo, ridotto a Grande Consumatore, a una mera scheggia di PIL, è uomo a taglia Unica dal Pensiero Unico. "Noi non produciamo più per consumare, ma consumiamo per produrre" scrive Massimo Fini " Il meccanismo non è al nostro servizio, ma noi al suo...".

Megabanche, tecno-finanza, universalizzazione e deresponsabilizzazione (due concetti intimamente legati del capitalismo su scala planetaria) slegate da tutto e da tutti , hanno creato il crack delle bolle speculative. La "tempesta perfetta" è partita dalla tecno-finanza, ma andrà ancora avanti con le carte di credito (che in USA sono in realtà, sempre più carte di debito).


"Tutto si è sviluppato dentro la "meccanica perversa" del "meno rischi più guadagni", perché con le nuove tecnologie finanziarie gli operatori, più trasferivano a terzi i loro prodotto, più facevano profitti" . I Subprime, i prestiti a rischio concessi negli USA, impacchettati e fatti circolare per il mondo, sono solo il primo anello di una lunghissima catena di fuga dal rischio e di corsa ai profitti. Una fuga e una corsa fatta di tanti altri strumenti (vehicles, collateralized debt obligations, derivatives, monolines, hedge funds ecc. ). Strumenti diversi tra loro, con un comune denominatore: l'essere operati e operabili fuori da ogni controllo (...) (ancora Tremonti op. cit, il quale oggi preconizza una crisi ancora peggiore di quella del 2008). Pare infatti che le banche tedesche non se la passino troppo bene.

O meglio, siamo nel perverso gioco del "bolla su bolla". E non è escluso che la prossima "bolla" sarà "verde" o "bio".
"E' come essere dentro un videogame: arriva un mostro, lo batti, e mentre tiri il respiro ne arriva un secondo. E poi un terzo ancora più grande, e un quarto. Il primo mostro sono stati i mutui e in qualche modo sono stati gestiti. Ora sta arrivando il secondo, le carte di credito, che in America sono carte di debito, e anche questo potrebbe essere gestito. Si sta avvicinando il terzo mostro: i finanziamenti alle imprese, inclusi i corporated bond in scadenza. E sullo sfondo si profila il quarto mostro, i "derivati" (Tremonti al Corriere della Sera - intervista a Mario Sensini).

Conclude Massimo Fini nel suo pamphlet:

"Lo scontro del futuro non sarà quindi fra destra e sinistra (ndr: infatti la globalizzazione ne azzera le distanze e i significati intrinsecamente ideologici e culturali), fra un liberalismo trionfante e un marxismo morente - questo lo sappiamo. Non sarà nemmeno quello scontro di civiltà fra Occidente e Islam, preconizzato dallo studioso americano Samuel Huntington. Il terrorismo alla Bin Laden sarà con ogni probabilità una parentesi - magari una lunga parentesi - che aiuterà l'Occidente a rafforzare la propria egemonia, a completare il delirio dell'unico modello mondiale, assorbendo, integrando, innocuizzando, distruggendo ogni altra cultura. Non ci saranno guerre di civiltà perché ne rimarrà una sola, la nostra. Ma è all'interno di questa che arriverà lo scontro vero, il più drammatico e violento: fra le élites dominanti fautrici della modernità e le folle deluse, frustrate ed esasperate, di ogni mondo, che non ci crederanno più, avendo compreso alla fine, che lo spirito faustiano, lo spirito dell'Occidente, opera eternamente il Bene ma realizza eternamente il Male.


Dunque più "crepuscolare" la visione di Massimo Fini, seguace di Spengler, più "risorgista" quella di Tremonti che come politico e uomo di governo, non può che cercare d' infondere speranza. Ma i punti di partenza tra i due sono molto simili e non poche sono le analogie nell'analisi di un fenomeno inafferrabile come la globalizzazione.



Ecco quanto ha  da aggiungere la sottoscritta.  Il Mercato che ha al suo servizio i comunisti di ieri, l'Ue che il grande dissidente russo Vladimir Bukovskij appena scomparso,  chiamava non a caso "un avanzo di  Guerra Fredda" nel suo libro EURSS Il mercato che si regola da sé secondo la taumaturgica visione liberista? Panzane grossolane!
Senza uno stato-gabelliere e collettore di imposte per conto Ue (in altre parole, uno stato-Troika con governi-Troika come quello attualmente in carica) non  è possibile realizzare alcun "pareggio di bilancio", un eufemismo  ipocrita per dire "austerità" strozzina, quella che ha già strangolato la Grecia e che ora ripete il suo tragico copione per noi (come già aveva fatto il Governo Monti). Ecco perché, crollando la Cortina di ferro, quel Muro che prima separava i due mondi, oggi per paradosso,  ci rivela un mondo che è un po' la continuazione con altri mezzi, di quello stesso modello liberticida: il mondo unico (One World), col mercato unico (One Market) dal Pensiero Unico, magari sorretto dalla dittatura delle "minoranze" sulla maggioranza.  Se poi i governi-troika "non eletti" promuovono la Santa Inquisizione della Santa Commissione contro l'Odio per bloccare sul nascere ogni legittimo esercizio della critica, ecco che allora gli spettri del passato si materializzano  tornando più che mai a  rivivere.
E a nulla serve invocare "Più Europa", come sta declamando in queste ore Mattarella. Non si può lasciar credere alla gente che il Problema-Europa, rappresenti la Soluzione ai nostri mali.

 Un esempio di faccia tosta del PD: il Muro del comunismo  erano loro, e ora  fingono di averlo abbattuto. Sono senza vergogna!

04 November 2019

Nasce la commissione contro l'Odio




Giorno di S. Carlo Borromeo. Liliana Segre ha ottenuto il laticlavio proprio da Mattarella che è presidente schierato di una parte politica ben precisa: il PD. In queste ore in cui sostiene il ribaltone giallorosso, tutto fa fuorché il PdR "super partes".Quasi tutti i senatori a vita fanno parte della scuderia di sinistra e servono come stampella di riserva in caso di risultati risicati sul filo di lana. Li hanno messi lì bell' apposta. Non credo proprio che la Segre sia stata "strumentalizzata", come viene ventilato da  più parti,  senza il suo consenso. I duecento deprecabili che l'hanno insultata  nei social avrebbero benissimo potuto essere identificati dalla PolPosta, denunciati e perseguiti individualmente, in luogo di essere presi "a campione" e a pretesto per instaurare una commissione-bavaglio.  Così non è stato. Tira una brutta aria, se per impedire concetti come "identità", "patria", "nazione",  "sovranità", "incolumità e sicurezza dei cittadini" si tira in ballo una Santa Inquisizione, col pretesto dell' antisemitismo: significa che siamo al ricatto morale. L'opposizione avrebbe dovuto essere ancora più drastica nell'opporsi e non bastava solo l'astensione. Consoliamoci con il fatto che in Senato astenersi ha lo stesso significato del "votare contro".  Per fortuna c'è stata una grande sollevazione di opinionisti, intellettuali, giornalisti, politici, cittadini contro la cosiddetta "Commissione Segre" e tutto lascia pensare che farà la fine di tante altre commissioni: finirà nell'oblio e tra  quelle pagine della nostra storia da mandare al macero.

Il tweet di Maria Giovanna Maglie: 

 Mariagiovanna Maglie
@mgmaglie
Commissione contro l’odio : non vi fate fregare. Si dice contro razzismo e antisemitismo,e siamo tutti d’accordo. Ma quando si parla di nazionalismo, etnocentrismo, pregiudizi, stereotipi, che cosa  significa? Difendiamo la libertà di espressione, no  a censura di regime.

Marcello Veneziani : Che brutta aria che si respira...

Il ragionamento lo conosciamo e già si applica ad altri contesti: si comincia così e poi si arriva a Hitler, ai campi di sterminio… Parli di identità, di revisione storica, di cultura delle differenze, di patriottismo e di nazioni, e l’Alto Commissariato al Mondo Uniforme ti può dire: così cominciavano anche i ragionamenti, che so di Breivik o delle SS. Come dire che chi parla di uguaglianza è sulla strada per diventare un terrorista rosso o un seguace di Stalin. E’ l’estensione della norma e del criterio che inquieta e fa scattare l’allarme libertà. (continua integralmente qui).

Silvio Berlusconi: Né razzisti né illiberali

Il divieto di praticare, a incoraggiare, di propagandare il razzismo o la sopraffazione non può intaccare la libertà di opinione. Il confine è sottile ed è una delle questioni decisive della libertà e della democrazia.


E quando lo stato comincia ad occuparsi dei sentimenti o delle virtù, chiunque abbia a cuore quell'antico valore, oggi sempre più malinteso, chiamato libertà (soprattutto d'espressione e manifestazione del pensiero) deve sentire un brivido lungo e freddo assai, corrergli giù  per la schiena. Una delle più grandi conquiste delle democrazie occidentali, è stato proprio introiettare l'idea che il diritto è a-sentimentale.

Anche Alessandro Meluzzi ha parlato di psicopolizia:


https://voxnews.info/2019/11/01/meluzzi-commissione-segre-e-regime-di-psicopolizia-video/#respond



Ora, senza nulla voler togliere ad un atto certamente spregevole, ma che si circoscrive alla dimensione di un riprovevole teppismo verbale, ci sarebbe da chiedersi perché, invece, non si inaugurano commissioni per porre fine al silenzioso stillicidio di violenze contro anziani, deboli ed indifesi nelle loro povere abitazioni, in questi ultimi anni troppe volte assassinati da quelle tanto coccolate “risorse” straniere, costituite da una pletora di rumeni, slavi, albanesi o nordafricani che, per arrotondare i propri introiti da spaccio e furto, non hanno esitato a prendere di mira, a scopo di rapina, tanti anziani italiani soli e indifesi.




Paolo Becchi sul caso Liliana Segre

A che cosa si riferisce la senatrice Segre quando parla di «razzismo» e «istigazione all' odio»? Davvero alla discriminazione a danno degli ebrei in generale e degli ebrei italiani? Ad attacchi sul territorio a sinagoghe o profanazioni di tombe in cimiteri ebraici? O non, piuttosto, alle politiche contro l' immigrazione clandestina che la Lega vorrebbe portare avanti, al «prima gli italiani», che la senatrice identifica - a nostro avviso del tutto impropriamente - come parole d' ordine «razziste»?
«Prima gli italiani» non ha nulla a che vedere con gli ebrei e l' antisemitismo. Né con una ideologia "razzista". È la semplice voglia di nazione che da Nord a Sud la Lega sta incarnando con crescente successo popolare. Qual è dunque lo scopo di questa Commissione? (...)

(...)Vorrei concludere con una ultima considerazione, che mi costerà la crocifissione. La senatrice Segre - consapevole o meno - si è prestata ad una azione che Kant avrebbe definito immorale: quella di usare l' antisemitismo - la vergogna storica di quanto accaduto - in modo del tutto strumentale. Lo scopo, la giusta difesa degli ebrei da ogni forma di discriminazione, si è trasformato in mero mezzo, in un mezzo che con quella difesa non ha nulla a che fare. L' antisemitismo diventa il grimaldello per reprimere, punire e condannare ogni posizione politica che, pur non avendo nulla a che fare con esso, possa essere semplicemente tacciata di essere "politicamente scorretta". Non rendendosi tra l' altro conto che in questo modo è proprio "il male assoluto" ad essere banalizzato. No, senatrice Segre: non ha reso un buon servizio, neppure agli ebrei.

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Una cosa è certa. Non si sono sentite elevarsi grida manzoniane  sulla discriminazione, contro il razzismo antibianco quando Pamela  Mastropietro è stata fatta a pezzi e i suoi poveri resti sono stati infilati in due valige trolley, e quando la povera Desirée Mariottini è stata violentata da un gruppo selvaggio, stuprata a morte. Non mi si venga a dire che il branco selvaggio non lo ha fatto, in quanto "bianca" e in quanto giovane donna, quindi per queste bestie, una preda. Vorrei dire alla signora Senatrice: che cosa sono queste se non manifestazioni  concrete (e non opinioni) d'odio vero e di violenza  vera nonché efferatezza bestiale?