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27 January 2018

La Giöbia di Busto Arsizio



In Gennaio si propiziano riti agricoli arcaici un tempo pagani, opportunamente assorbiti dalla Cristianità come i falò di San Antonio Abate, protettore dei contadini e degli animali agricoli che cade 17 gennaio. In alcune località della bassa padana sopravvive la tradizione della Giöbia, la vecchia strega, e permane ancor oggi il simbolo dell’inverno da scacciare mediante un enorme falò per far sparire i mali, affinché possa nascere e germogliare rigogliosamente la nuova stagione con i suoi doni di opulenza. E’ un altro rito di passaggio propiziatorio di origini agricole molto sentito. In particolare a Busto Arsizio, Legnano, Turbigo, nel pavese e nella bassa lodigiana, dove la Giöbia è impersonata da una vecchia fatta di paglia, di stracci, di pezze e di altro materiale combustibile, rivestita di vecchi abiti dismessi, che viene issata su cataste di legna e bruciata in piazza l’ultimo giovedì di gennaio. Forse il suo nome trae per l’appunto origine da Giovia in riferimento al giovedi,  storpiato poi nel dialettale Giöbia . Ma ci sono altre versioni etimologiche, altri modi di chiamare "la vecchia" e altre varianti della vecchia strega da bruciare, a seconda delle località. Basta pensare alla Fogheraccia a Rimini immortalata da Fellini in "Amarcord" che però slitta al 19 marzo, alle porte della primavera.  (qui il video). 
Quel che è certo,  è che la Giöbia rappresenta la brutta stagione invernale da bruciare, col fuoco che crepita e scintilla portando via ogni elemento negativo: le malattie, i fardelli della vita ed altro. Era ed è una “festa” pubblica, collettiva, nella quale si mangiavano (e si mangiano)  piatti tradizionali costituiti da risotto con luganega (salsiccia) e polenta con i “brüscitt” (l'umido che si fa con la carne trita) ; poi seguiva il “falò”.

Non esiste, pertanto, che un'antica sagra agricola anticipatrice del vicino Carnevale (nelle scuole elementari del basso varesotto e dell'alto milanese questo rito del fuoco viene accompagnato dalle grida festanti dei bambini, con chiacchiere e frittelle da gustare per l'occasione), si stia trasformando in questa miserabile gazzarra polemica solo perché hanno messo la faccia della Boldrini alla vecchia  fatta di pezza e stracci.


Parliamoci con franchezza: quante caricature di pessimo gusto sono state fatte contro i  politici della Prima Repubblica in passato? Ricordate Andreotti, sempre più ingobbito con orecchie pipistrellesche su tutti i carri allegorici? Eppure non esisteva  questa canea. E quanto vilipendio nei confronti di Berlusconi quand'era premier legittimamente eletto usato addirittura come faccia da tiro al Poligono? Con titoli di film che inneggiavano alla sua morte? Altro che "discorsi sull'odio" e Hate Speech! Eppure quest'eco di indignazione a senso unico,  con una pletora di giornali servi prezzolati a disposizione della "lesa maestà" come è avvenuto per la Boldrini, non l'abbiamo sentita. Male ha fatto la Lega e Salvini a prendere le distanze mostrando debolezza intrinseca.  La verità è che è da tempo che si vuole fare sparire la Giöbia definita "festa sessista" (in realtà festa identitaria) e quanto è avvenuto è solo un miserabile pretesto per cancellarla. Quando si dice acchiappare i classici due piccioni con una fava: da una parte impedire la satira, ma solo a senso unico (quando c'è di mezzo la sinistra e i suoi esponenti), dall'altra cancellare una festa identitaria fortemente legata al territorio.  E quando sento papaveri istituzionali lontani mille miglia dal popolo,   che vogliono paragonare una sagra paesana  con fantoccio, alla stregua del rogo dei libri effettuati dai nazisti, mi vien solo da ridere. Un conto è bruciare opere passate alla posterità per impedirne la libera circolazione e lettura, un altro conto, bruciare l'effige (di carta) di un politico, personaggio di passaggio e dunque effimero per antonomasia (o almeno si spera). 
 A questa stregua, perché non vietare anche i carri allegorici di Viareggio? Ma in quest'epoca demenziale, va a finire che arriveremo anche a questo,  poiché hanno deciso di toglierci tutto, perfino l'arma del  sorriso e dello sberleffo!
I romani praticavano il classico panem et circenses;  gli attuali politicanti, invece,  vorrebbero solo martoriarci di  tasse, di espropri e  di repressione circa l'uso d' ogni critica e del diritto alla satira.  Ma non erano proprio loro quelli del "vietato vietare"? Sì certo, quand'erano all'opposizione, però. Ipocriti che non sono altro. 

24 January 2018

Scene di guerra civile in Svezia






Qualche  volta è bene affacciarsi all'estero per constatare che tutto il mondo è paese. In particolare quello che ci stanno confezionando. Leggo questo articolo di Tyler Durden prelevato da Zero Hedge che in Svezia il governo sta fornendo la logistica per la difesa dei suoi cittadini, in caso di guerra civile, dei quali ci sono già tutti i prodromi.  Vale la pena di riportare l'intero articolo, tanto per farsi un'idea circa i guasti della società multietnica, della politica dell'accoglienza ad ogni costo e della politica del "più ponti e meno muri", predicata quotidianamente dai governi eurosudditi, dalle cancellerie di Bruxelles, da Bergoglio, Boldrini, Gentiloni ecc. Non mi dilungo oltre, dato che ne abbiamo già parlato a profusione. A quando, qui da noi? 

La Procura vuole schierare l’Esercito nelle zone fuori controllo per la presenza di migranti
Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, la Svezia si sta preparando a distribuire un opuscolo sulla difesa civile a circa 4,7 milioni di famiglie, avvertendoli dell’inizio della guerra.

L’opuscolo servirà come un manuale di “difesa totale” in caso di guerra e fornirà dettagli su come garantire i bisogni di base come acqua, cibo e riscaldamento, secondo quanto riportato dal FT. Il manuale copre anche altre minacce come attacchi informatici, terrorismo e cambiamenti climatici.

” Tutta la società deve essere preparata ai conflitti, non solo ai militari. Non abbiamo usato parole come difesa totale o allerta da almeno 25-30 anni o più, quindi la consapevolezza tra i cittadini è molto bassa “, ha detto Christina Andersson, capo del progetto presso l’agenzia svedese per le contingenze civili.
Il manuale di sopravvivenza o meglio conosciuto da alcuni come guida per i sopravviventi, è chiamato “If Crisis o War Comes” sarà pubblicato dal governo nella tarda primavera. La sua pubblicazione arriva in un momento in cui la minaccia di una guerra con la Russia è alta, beh, forse, secondo le Tv ma questo è ciò che i media mainstream hanno condizionato molti a credere.




Che cosa succede se la minaccia non proviene dalla Russia, ma è interna?

Mercoledì, il primo ministro Stefan Lofven ha detto che la Svezia farebbe tutto il necessario, incluso l’invio nell’esercito, per porre fine all’ondata di violenza di gruppo nelle zone di divieto di circolazione in tutto il paese. Il tasso di omicidi in Svezia è stato relativamente basso nel corso degli anni, ma grazie alla crisi ed all’arrivo di masse di migranti, la polizia è impotente in molte aree del paese.
” Non è la mia prima azione da militare, ma sono pronto a fare tutto il possibile per far sì che il crimine organizzato seriamente scompaia”, ha detto Lofven dopo la discussione sulla leadership del partito in parlamento.

“Ma è anche ovvio che ci sono problemi sociali. Lo scorso anno si sono verificati 300 sparatorie, 40 persone sono state uccise. Il nuovo anno è iniziato con nuovi episodi di violenza, stupri e rapine. Vediamo criminali che agiscono con totale mancanza di rispetto per la vita umana, questo è uno sviluppo terribile, sono determinato a affrontare questo “, ha aggiunto.Persino il leader democratico svedese, Jimmie Akesson, “ha dichiarato guerra” contro il crimine organizzato e ha suggerito che la Svezia dovrebbe schierare l’esercito in zone vietate per contrastare la violenza fuori controllo.
“Le persone vengono uccise a colpi di pistola nelle pizzerie, oppure le persone vengono uccise dalle bombe a mano che trovano per strada “, ha detto Akesson in Parlamento mercoledì.
Questa è la nuova Svezia; il nuovo, eccitante, dinamico, paradiso multiculturale che tanti qui in questa assemblea … hanno combattuto per creare un ambiente per così tanti anni “, ha detto sarcasticamente. 
Peter Imanuelsen, giornalista indipendente in Svezia, ha riassunto i recenti sviluppi in una linea temporale:

Il governo invia volantini a 4,7 milioni di famiglie dicendo loro come prepararsi per la guerra.
Il leader del partito democratico svedese dice “Si sta conducendo una guerra nella società svedese.”
Il primo ministro svedese sta valutando la possibilità di schierare l’esercito in zone vietate.

Per riassumere, il governo svedese si sta preparando per un evento destabilizzante, mentre i media mainstream continuano a usare la Russia come capro espiatorio. Nel frattempo, alti funzionari governativi in ​​Svezia hanno fatto eco nell’unità di crisi che l’intervento militare in dozzine di zone vietate in tutto il paese è un’alta probabilità.

Allo stesso tempo, il governo si sta preparando a distribuire milioni di manuali di sopravvivenza ai propri cittadini, indicando che un evento destabilizzante si sta avvicinando.
Mercoledì scorso abbiamo riferito di ancora più caos in Svezia quando una bomba a mano è stata lanciata in una stazione di polizia a Malmo, provocando una “grande esplosione” secondo i resoconti dei media locali.



Infine, mentre i tre maggiori partiti politici svedesi sollecitano un intervento militare nelle zone vietate, l’agenzia svedese per le contingenze civili sta tentando freneticamente di stampare milioni di manuali di sopravvivenza per proteggere i cittadini per quello che sembra essere un futuro turbolento 2018.

Nota: Tutto “tranquillo” e secondo quanto era facile prevedere nelle nuove società multiculturali volute dai mondialisti e dai sostenitori del mondo senza confini. Bisogna abbattere i muri, gettare ponti ed aprire le porte a tutti, occorre integrare ed accogliere, integrare ed accogliere...

Fonte: Zero Hedge
Link: http://mondolibero.org/la-svezia-si-sta-preparando-per-una-guerra-civile/ (traduzione di Luciano Lago)

20 January 2018

Case occupate: l'immigrazione incombe sui poveracci autoctoni




Avrete notato che i TG si rifiutano di dare spazio a notizie come quella recente dei senegalesi che occupano abusivamente l'appartamento della signora Rosa nel rione della Trecca di Via Salomone (case Aler) a Milano. Chiedetevi perché...
Sono certa che la risposta la sapete già: non destare l'allarme sugli effetti dell'immigrazione  ritenuta "buona, necessaria e inevitabile".  Rosa è un nome fittizio datole da "Il Giornale" per non esporre la poveretta, già fortemente provata, ad eventuali ritorsioni. L'antefatto  avvenuto sotto Natale è stato spiegato  altre volte: la povera signora 71enne è andata in ospedale per farsi curare e tanto è bastato per far scattare il racket delle occupazioni abusive. Pare che ci sia di mezzo un tal Guido Guarneri detto "lo Zingaro", che ha al suo attivo un arresto. Ex galeotto,  si beccò15 anni per undici coltellate date «per legittima difesa», e controlla decine di alloggi e cantine delle Case Bianche, facendosi chiamare "il sindaco". E con un nipote omonimo recentemente arrestato con l'accusa di essere uno dei tre ragazzi che a Milano hanno drogato una ragazza per poi abusarne. Il Questore si vanta già: «Abbiamo dato un segnale alla città». (fonte Il Giornale).
Capirai che segnale! Lo avrebbe dato il "segnale" il questore, se non ci fosse stata la campagna di stampa della citata testata? 
Come se non sapessimo che è in corso la campagna elettorale dell'imminente 4 marzo e che quel Minniti che ora vorrebbe far arrestare i blogger dalla Polizia Postale per fake news (la madre di tutti i problemi che ci affliggono), è costretto dall'eco della stampa a fare il "minimo sindacale" per non perdere ulteriori voti. Sì, perché nonostante l'impegno personale del direttore Sallusti  del  Giornale verso la signora ammalata, (leggere il suo lodevole editoriale "Dovete salvare la razza "Rosa"), di signore Rose e di signori Rossi che non possono allontanarsi dalla loro casa, per paura di trovarvi sgradevoli sorprese, ce ne sono ancora tanti. E non tutti riescono a far parlare di sé nei giornali e ad ottenere il privilegio di un titolo a caratteri cubitali per richiamare l'attenzione sui loro tristi casi.  In aggiunta a ciò,  vorrei sottolineare che trovo ingiusto, infame e aguzzino uno stato e un governo che costringe i suoi cittadini già calpestati nei diritti più elementari, che vivono nella paura e nell'intimidazione in quartieri a basso grado di legalità,  a dover elemosinare un po' di visibilità in tv per ottenere la ragione, in programmi come "Quinta colonna", investendo il conduttore del ruolo di improbabile Robin Hood o di Zorro. 


...e hanno avuto il coraggio di contestare la vignetta di Giannelli, perché considerata "razzista"


Ma per ammissione dello stesso Giornale, che ha curato questa inchiesta, l'emergenza case sottratte  a tanti poveretti, continua e continua  da tempo...

Il caso di Rosa non era il solo sul taccuino della Prefettura. Sono più di 160 i casi critici segnalati alle autorità dall'azienda lombarda edilizia residenziale (Aler). Non si tratta di persone che hanno occupato l'abitazione di un'anziana mentre era in ospedale, come per la storia di Rosa raccontata dal Giornale in questi ultimi giorni, ma di delinquenti che non si sono limitati a entrare illegalmente in un alloggio: hanno proseguito con un atteggiamento da criminali che ha reso impossibile la vita nei quartieri di edilizia residenziale pubblica.

Lo sfratto di  questi giorni  dei senegalesi abusivi dalla casa di Rosa deve essere il modus operandi per il futuro e non un'eccezione preelettorale. Tutti i nuovi occupanti abusivi vanno assolutamente allontanati e neutralizzati, i rioni risanati, la legalità ripristinata, e gli eventuali "mediatori" come Guido lo Zingaro, messi al fresco e in condizione di non nuocere. Ma vogliamo scherzare? Avere importato la mafia rom che traffica nelle occupazioni-case dei rioni popolari prendendosi la briga di fare "l'assegnataria",  e doverla trattare magari in guanti gialli per paura di cadere nel politicamente scorretto, è il massimo delle storture e delle aberrazioni dei nostri tempi.
Ovviamente la deriva migratoria deve essere fermata. Vero Emma Bonino, che in questi giorni vorrebbe tirar dritto sullo ius soli, appena fermato a fine legislatura?


15 January 2018

Il M5s è di sinistra senza SE e senza MA



Credo che gli elettori di destra abbiano  finalmente capito che il M5s che si era presentato come il partito del Né-Né (né a destra né a sinistra), non solo è di sinistra ma non esente da elementi di comunismo reiterato di matrice espropriativa.  Per paradosso, quel comunismo massimalista che non ha più il PD, viene sfoderato da loro. Dove?
Soprattutto nel "reddito di cittadinanza" che dovrebbe essere fatto a spese dei pensionati. Ecco un articolo di Gian Maria De Francesco per il Giornale che ben lo spiega  e che viene rilanciato anche dal sito libre idee:

Deficit, taglio delle pensioni e più tasse. Il fantasmagorico programma di governo del Movimento 5 Stelle si fonda su questo mix che, a prima vista, può sembrare quantomeno improbabile ma che, a guardarlo un po’ meglio, assume contorni terrificanti. 


"Tutto parte dagli annunci del candidato premier Luigi Di Maio contenuti in un'intervista concessa al Mattino. In buona sostanza, il reddito di cittadinanza a geometria variabile (da 780 euro mensili per i single a 1.950 per famiglie con due figli che hanno più di 14 anni) che, almeno nelle intenzioni costerebbe 17 miliardi dei quali 2 destinati a potenziare i centri per l'impiego, sarà finanziato per 12 miliardi dal taglio delle pensioni d'oro, cioè quelle superiori a 5mila euro. Come osservato in precedenza anche dal Giornale, tale intendimento significherebbe cancellare ex abrupto i 145mila trattamenti superiori a tale soglia. Ma, come precisato dallo stesso Di Maio, «saranno tagliate quelle sopra i 5mila euro netti non coperte dai contributi e comunque il risparmio sarà distribuito su più anni». Insomma, anche il reddito di cittadinanza presupporrebbe deficit, circostanza sempre smentita dai pentastellati".

"Ieri la spiegazione dell'arcano da parte della deputata grillina Laura Castelli che in un colloquio con La Stampa interpellata sulla possibilità che la Consulta bocci come in passato la decurtazione, ha precisato che «il problema dei diritti acquisiti si può superare togliendo una quota a tutte le pensioni per poi redistribuire i risparmi da quelle d'oro a quelle più basse». Dunque la proposta del Movimento assomiglia molto a quella profetizzata dal Giornale: tagliare del 21% le pensioni sopra i 3mila euro mensili recuperando annualmente i 12 miliardi." (fonte: Il Giornale)

Tutto chiaro, no? Si toglie a chi ha diritto per redistribuire in modo demagogico,  falso-egualitario e comunistico ai nuovi poveri del  Terzo mondo, poiché saranno loro i primi a beneficiare del loro "reddito di cittadinanza" avendo più figli,  come fui fin troppo facile profetessa nei confronti di qualche amico di destra, attratto dalla "novità" pentastallatica, allorché comparvero per la prima volta sul mercato dell'"offerta politica", nel 2013.
E già che ci siamo, che garanzia di democraticità danno questi dilettanti allo sbaraglio assoldati dalla  ditta privata Casaleggio & Associati che fa capo all'associazione Rousseau?



Altro elemento di sinistra è l'immigrazionismo verso il quale sono sempre stati fortemente ambigui. Come non ricordare, del resto, che si attivarono per l'abolizione della Legge Bossi-Fini  la quale  contemplava il reato di immigrazione clandestina?

La loro lotta alla corruzione e contro i vitalizi fa semplicemente ridere i passeri. Quando l'Italia del monocolore democristiano, aveva sprechi e vitalizi a gogò e si facevano pure leggine-regalo per parenti e amici, il Paese correva come una locomotiva, c'era benessere per tutti ed eravamo tra le prime potenze industriali del mondo. Strano concetto dell'economia hanno i PentaGrulli, se pensano di raddrizzare i bilanci sui guasti prodotti dall'Euro, una coercizione valutaria imposta attraverso una moneta-debito  emessa dal Nulla, col semplice taglio dei vitalizi! Del resto, come è già stato notato, di uscita dall'Euro non ne parlano più.

La stampa di regime ci tiene molto a mostrarceli come gli antagonisti del PD, a metterli nel calderone delle forze "populiste" insieme alla Lega, accreditandoli come  vera "opposizione".
Dal canto loro, i PentaGrulli che molto hanno in comune coi cespugli di Sinistra Italiana, e col  partitucolo giustizialista di Grasso "Liberi e uguali", ci tengono a "smarcarsi" e a far vedere che "ballano da soli".
Ma attenzione e a non cadere nella trappola di un eventuale fronte unico anti-grillino con il Pd e Renzi, vero Berlusconi?

Inserire una  quarta forza di sinistra come quella del M5s, nel paesaggio dei partiti,  raggiunge uno scopo micidiale per i nemici della nostra indipendenza: creare un fronte unico antigrillino in modo simil-tedesco (la Grosse Koalition) emarginando le "ali estreme" o quanto meno, calmierarle. Una Lega sedata e  "berlusconizzata" non piacerebbe più a nessuno, tanto per fare un esempio e perderebbe fatalmente il suo appeal.
Non si facciano intimorire i leghisti nei confronti della campagna "scandalistica" di queste ore contro l'ex sindaco di Varese Attilio Fontana, candidato al Pirellone,  per la sua affermazione sulla "razza bianca a rischio". Se Fontana avesse usato il termine soft di "civiltà europea", si sarebbero scatenati lo stesso a difendere la bontà dell'"accoglienza" ad ogni costo.

Il bacio gay dei grillini in Parlamento  durante il  passaggio del ddl anti-omofobia del 19 settembre 2013


Ma torno ai Pentagrulli, forza di sinistra massimalista (altro che semplici "populisti"!). Lo furono quando sostennero il matrimonio gay della Legge Cirinnà, come pure il ddl anti-omofobia del 19 settembre 2013, lo furono quando  sollecitarono per primi e sostennero l'eutanasia all'italiana del governo Gentiloni a fine legislatura, lo sono quando si mostrano ambigui e non vogliono scoprire le carte sull'immigrazione, perché temono di sembrare a loro volta "razzisti". La loro astensione sullo ius soli, non va vista come un vero NO, ma come una semplice "sospensiva".
Lo sono ancora di più quando sostengono i tagli delle pensioni per poter beneficare i "nuovi poveri", e quando scatenano surrettiziamente  la guerra tra le nuove e le vecchie generazioni. Queste ultime, trattate da Nababbi che dovrebbero farsi decurtare le loro pensioni acquisite faticosamente e  già pagate con  fior di contributi, in segno di "solidarietà". Con buona pace, per quei ceti medi già messi a dura prova da una crisi senza fine.
A corollario di tutto ciò, c'è la loro  conclamata incompetenza, inettitudine e superficialità oltre ogni limite, incapaci come sono di ovviare al problema-rifiuti di Roma (giunta Raggi) e all'acquisizione di un albero di Natale per la capitale che non faccia ridere i polli. Polli "spelacchiati".

Serve altro?

12 January 2018

Je suis Catherine Deneuve

Innanzitutto una precisazione: il manifesto ospitato da Le Monde  e firmato da 100 donne francesi che rispondono alla campagna #me too smarcandosi dalla caccia alle streghe contro il maschio molestatore, non è stato redatto da Catherine Deneuve. Le redattrici sono delle scrittrici e delle giornaliste che appaiono tra le prime firmatarie della lettera: Sarah Chiche ( scrittrice, psicalista e psicologa clinica) , Catherine Millet (critico d’arte, scrittirce), Catherine Robbe-Grillet (attrice e scrittrice), Peggy Sastre (autrice, giornalista e traduttrice), Abnousse Shalmani (giornalista e scrittrice). Lei si è limitata soltanto a firmarlo e a metterci come suol dirsi "la faccia", ovvero un volto e un nome famoso, insieme ad altri 100 nomi.  Ma pur limitandosi a questo,  apriti cielo! Se cliccate su google il nome e cognome  dell'attrice francese in queste ore vi compaiono i titoli delle più importanti testate al mondo con articoli della serie "bruci la strega". Tutto ciò è semplicemente sconcertante!

 Fare la "testimonial" per un manifesto non in linea con la pessima e mefitica aria dei tempi non è come farlo per il profumo Chanel N.5.  E'  quasi peggio che farlo per un pacchetto di sigarette ("il fumo uccide anche te") o per una pelliccia  "non ecologica".  Chissà se ne esistono ancora, dato che di questi tempi  si rischia la lapidazione solo a indossarne una.
Ho letto e riletto in originale detto documento e la sostanza può essere sintetizzata in queste righe:

Le viol est un crime. Mais la drague insistante ou maladroite n’est pas un délit, ni la galanterie une agression machiste.
"Lo stupro è un crimine. Ma rimorchiare con insistenza e in modo maldestro non è un delitto, né la galanteria un'aggressione machista".

Tutto questo ha fatto rosicare e  inacidire ancora di più le "nuove" (si fa per dire) femministe puritane made in USA convinte di parlare a nome di "tutte le donne del mondo". Le donne francesi e quelle italiane, nonostante il lavaggio al cervello, non pensano all'americana; non sanno cos'è l'isterismo e il puritanesimo e amano le galanterie e il corteggiamento da parte maschile, quando sta  nei limiti. Si rifiutano, pertanto, di vedere in ogni uomo uno stupratore, un violento e un omicida.
Si cerca  con queste campagne "mondiali" di omologare gusti, disgusti, opinioni,  di dirigere i rapporti tra uomini e donne in modo da scatenare una rabbiosa guerra tra i sessi, di  creare una vasta Inquisizione Globale all'insegna del Pensiero Unico e del Comportamento Unico.
Tuttavia qualcosa nell'ingranaggio si sta  inceppando...
Non si  può concepire che al mondo la pensiamo  a comando tutti quanti allo stesso modo!
Qui l'intero testo della lettera tradotta in Italiano della quale riporto altri significativi passaggi :

"In seguito al caso Weinstein una legittima presa di coscienza delle violenze sessuali esercitate sulle donne ha avuto luogo, in particolare nell'ambito professionale, dove certi uomini abusano del loro potere. Era necessaria. Ma questa liberazione della parola oggi si ritorce contro se stessa: veniamo intimati di parlare come si deve, di tacere quello che fa arrabbiare, e quelle che rifiutano di piegarsi a tali ingiunzioni vengono considerate delle traditrici, delle complici!"

"Tuttavia questa è la caratteristica del puritanesimo di utilizzare, in nome di un cosiddetto bene comune, gli argomenti della protezione delle donne e della loro emancipazione per meglio incatenarle a uno statuto di eterne vittime, di povere piccole cose sotto l'influsso di demoni fallocrati, come ai vecchi tempi della stregoneria."

Per le cento firmatarie “questa febbre d’inviare il ‘porco’ al mattatoio”, non aiuta le donne ma “serve in realtà gli interessi dei nemici della libertà sessuale, gli estremisti religiosi e i peggiori reazionari”. In più, proseguono, l’intera campagna rischia di “incatenare le donne al loro status di eterne vittime”.


Catherine e le altre confermano solo che la terra non è piatta e che le foglie in primavera e in  estate sono verdi, ma tutto ciò è bastato ad attizzare polemiche a non finire sui mainstream internazionali, sul web, sui social, presso i gruppi di femministe italiane e francesi (che ripeto, non sono TUTTE le donne, ma la solita minoranza rumorosa) organiche ai partiti come Ségolène Royal:

«Peccato  che la nostra grande Catherine Deneuve si unisca a questo testo costernante», ha twittato con sdegno l’ex-ministro  socialista Ségolène Royal,  dichiarando di voler indirizzare il suo pensiero «alle vittime della violenza sessuale, schiacciate dalla paura di parlarne» (fonte:Libération).

Ma la Royal l'ha letto bene il documento, o vuole che glielo traduciamo noi? Non c'è scritto  in nessuna riga che  le firmatarie plaudono ai violentatori e agli stupratori: semmai cercano solo di frenare questa deriva da caccia alle streghe (in questo caso della caccia al  "porco da esporre", tenuto con che l'hashtag femminista francese è #balancetonporc) dalla quale non ne  può sortire niente di buono. Questo dell'ex "moglie" di Hollande è il solito spirito da Piagnoni di Savonarola tipico della sinistra: chi non è con noi è contro di noi.
La Deneuve in passato è stata vicina ai socialisti di Mitterand e all'allora ministro della cultura Jack Lang di cui era amica (foto sotto). Ma le diserzioni alla chiesa rossa  non  vengono perdonate facilmente, specie nello star system. E con ogni evidenza,  il "non allineamento" non si addice ad un'attrice famosa. Non è la sola. Anche alla Bardot  i media non perdonano la  sua grande amicizia per Marine Le Pen,  e  ancor più, il  suo matrimonio con Gérard d'Ormale, grande amico di Le Pen  padre.

Catherine Deneuve e l'ex ministro della cultura Jack Lang 
Già Catherine fu  quasi messa all'indice quando prese le difese dell'amico e collega Gérard Depardieu allorché volle emigrare in Russia e chiedere la cittadinanza a Putin, dopo la legge Hollande contro i ricchi e il 76% di prelievo fiscale a loro carico, secondo uno strano bolscevismo made in France. Ma come? Catherine amica di un evasore fiscale? - le sibilò contro,  la stampaglia di regime.
Ah, questi ricchi!  Ma perché non restano tranquilli in Francia a farsi portare via i loro soldi nel nome della liberté, egalité e fraternité e  della Patria? Allons enfants de la Patrie...

Ma andiamo avanti con i social. Non poteva mancare l'insopportabile Asia Argento sempre volgare e inacidita:

“Catherine Deneuve e altre donne francesi – scrive – spiegano al mondo come la misoginia che hanno interiorizzato le abbia lobotomizzate fino al punto di non ritorno”.



Il Fatto ha pubblicato il tweet dell'Argento sul Guardian, ma ecco la replica di un lettore: 

Dr. Giuseppe ●

Catherine Deneuve si conferma una donna di classe e di buon senso, oltre che una grande attrice,aliena dal vittimismo esasperato e capace di vedere al di là della facciata il rigurgito di ipocrisia bigotta travestita che c'è dietro questa vicenda e; fa piacere vedere che molte donne condividano, anche nei commenti, le sue sagge opinioni. Per quanto riguarda Asia Argento, per un uomo è meglio incontrare un personaggio dei film di suo padre che lei (Morgan avrebbe molto da dire in proposito). O è lobotomizzata lei o pensa che lo siano gli altri a credere ai suoi patimenti col produttore predatore, col quale però ha avuto una per lei conveniente relazione di cinque anni.

La Deneuve davanti al  busto della Marianna coi suoi tratti


Chi di tweet ferisce, di tweet perisce.  Ma poi, che carriera ha costruito Asia Argento, pur andando a letto col "porco" Weinstein, dal quale si smarca decenni dopo? Qualcuno ricorda i film di costei?  Forse rosica perché Catherine Deneuve (nata Dorléac, da una famiglia di doppiatori cinematografici) si  è costruita una  solida e apprezzabile carriera con grandi registi come Jacques Démy ("Gli ombrelli di Cherbourg", "Les demoiselles de Rochefort"), Luis Buñuel  ("Bella di giorno" e "Tristana"),  François Truffaut ("La mia droga si chiama Julie", "L'ultimo metrò"), Roman Polanski ("Repulsion") Marco Ferreri ("La Cagna"), Mario Monicelli ("Speriamo che sia femmina"), Dino Risi ("Anima persa"), Tony Scott ("Miriam si sveglia a mezzanotte"), François Ozon ("Otto donne e un mistero"), Lars von Trier ("Dancer in the dark") e  tanti altri film,  lavorando sodo, vincendo prestigiosi premi di riconoscimento, diventando un simbolo di seduzione, eleganza e charme, al punto che dopo BB, divenne  la seconda Marianna di Francia.

E' pure probabile che nel suo lungo percorso professionale di attrice, le sia capitato di dover togliere qualche mano di troppo dal ginocchio, senza bisogno di dover trascinare il molesto in tribunale, né di vestirsi di nero a comando come le colleghe d'Oltreatlantico,  né di fare la vittima; scegliendosi sempre con cura film di qualità, registi e partner nonché ruoli adatti a lei. In fondo,  la classe non è acqua e il suo  "oui, je suis Catherine Deneuve" non è solo lo slogan pubblicitario della Lancia, dato che la personalità conta qualcosa.




08 January 2018

Tante ragioni per non guardare più il TG



Spesso i buoni propositi di inizio anno si abbandonano strada facendo. Ma quello di non guardare o ridurre al minimo le varie edizioni dei Tg, ho già iniziato a farlo dallo scorso anno. E ho tutte le buone intenzioni di proseguire. Il 4 marzo, data delle elezioni, non è lontano.  Pertanto ben lo sappiamo quali siano i nostri reali interessi: stoppare l'immigrazione massiva, ridurre le tasse, ripristinare la sovranità perduta, avere una giustizia giusta, buone scuole e buona sanità e riprenderci la Sovranità sottraendoci agli eurogerarchi di Bruxelles.

I TG1, 2, 3 (e non parlo solo di quelli della Rai, ma anche di Mediaset e di La7) sono diventati peggio dei Minculpop ed è bene guardarli il meno possibile. Le notizie si possono anche reperire on line e ciò arreca numerosi vantaggi:  non ci si fa venire l'orticaria come dover sentire Bergoglio che fa le sue e quotidiane omelie sugli immigrati,  o guardare la Boldrini che corre a tagliar nastri di qualche residua associazione partigiana "per non dimenticare", oltre a Gentiloni, Renzi, Grasso, Di Maio, e tanta altra pessima compagnia da far venire il mal di pancia.

Del resto quale sono i modelli di informazione televisiva attualmente in corso? Eccone uno:

Solitamente, quando non ci sono le "tragedie del mare" o incendi di impianti industriali più o meno dolosi e altre "calamità" (naturali e non)  si apre la pagina col teatrino della politica con risse all'interno del PD: correnti, frazioni, fronde e altre imbecillità da capponi di Renzi di cui non importa nulla a nessuno.  Per paradosso, nemmeno ai loro  stessi bovini elettori.

Poi c' è la pagina esclusivamente renziana coi suoi tweet. Ovviamente c'è il contraltare, ma pur sempre de "sinistra" (l'unica opposizione consentita). E allora arrivano i 5 Stelle, Di Maio, Fico, Dibba, la Taverna, la Raggi e tutta la sarabanda di tsiprioti de noantri. Ora poi ci sono pure le "nuove" (si fa per dire) candidature: il giornalista Mediaset  ed ex direttore di Sky tg24 Emilio Carelli e Gigi Paragone, reduce da "La Gabbia" di La 7 di Cairo che corrono per i Pentagrulli. Il primo ha motivato la sua candidatura  indicando nei  5 Stelle  "un movimento che si ispira a principi come l'onestà, la trasparenza, il merito e la competenza". Poffarbacco!
Un movimento gestito da un'Azienda privata (la Casaleggio Associati, attraverso l'associazione Rousseau) sarebbe in sé "trasparente"?
Il povero Salvini  in quota Lega arriva sempre in coda alle notizie,  trafelato con la panza de fuori e il cellulare in mano, gli occhi bassi mentre cammina. Vogliono presentarcelo come un povero "coatto del Giambellino", mentre Di Maio, viene ripreso con l'aria di un  saccente abatino giacca e cravatta della domenica,  da oratorio campano, ma che la sa lunga.



Non può passare inosservata la pagina del Guilty Feeling, dedicata ai "migranti": col titolo strappalacrime "ennesima tragedia del mare". Arriva la Guardia Costiera con le mascherine, le cooperanti, la donna incinta che ha partorito a bordo, la testimonianza scelta nel mazzo ecc. Non bastasse la lunga pagina del Guilty Feeling (dai 4 ai 5 minuti che in tv è un tempo lunghissimo), ecco  sopraggiungere  Bergoglio  che versa ettolitri di benzina sul fuoco: scellerati! indifferenti,! ingrati! cinici! globalizzazione dell'indifferenza. E giù legnate contro una nazione  già in ginocchio proprio per colpa dell'"accoglienza".
E allora che fa il Gesuita nelle edizioni successive? finge di cambiare disco dicendo ipocritamente: "Grazie Italia! fossero tutti gli altri come te" (sottinteso: accoglioni). Ma no, l'Austria ha un durissimo Kurz che fa orecchio da mercante, l'Ungheria un inflessibile Orban. La Germania si seleziona i siriani migliori, la Francia di Macron, chiude a Ventimiglia perché "ha già dato".
Uhhh! che cattiveria e quanta crudeltà "globale"! Perché  mai non siete tutti "accoglioni" come l'Italia?
Il Gesuita argentino non riesce a  farsene una ragione e insiste, e va all'attacco e martella quotidianamente come le campane a martello.

Consiglio televisivo.
Se vi viene impedito di  spegnere l'apparecchio tv da qualche vostro familiare, fate una cosa: togliete l'audio alla pagina di Bergoglio. Vi sembrerà ancora più ridicolo,  un po' come le comiche del muto.  Limitatevi a guardare i gesti:  intanto sapete già di cosa parla e vi eviterete il travaso di bile.

La pagina di attualità e di cronache è tutta incentrata su due battaglie "ideologiche": il bullismo e il femminicidio. Se si parla di minori, sono tutti bulli, violenti, accoltellatori e praticano il cyber-odio via web.
Mentre gli uxoricidi (preferisco il termine latino a quello dell'ONU) sono prevalentemente bianchi, nativi e mostri domestici. Se la moglie viene  uccisa da immigrati, fa parte delle loro "tradizioni". E poi la scellerata, voleva  pure "vestire all'occidentale".

Non se la cavano meglio nemmeno le pagine dedicate allo spettacolo. Arrivano sul red carpet, le sfilate delle star in nero contro le molestie sessuali e gli stupri dei magnati dello star system. Sfrecciano attrici miliardarie  come Nicole Kidman, Meryl Streep, Emma Stone con abito di pizzo, merletto, taffetà, seta, raso in grande spolvero con spacco, ma tutte rigorosamente in nero che fa tanto trendy. "ME TOO, me too, me too...". Si accettano outing e confessioni anche trent'anni e quarant'anni dopo...Dopotutto sono lacrime miliardarie e fruttano.
E i Tg rilanciano....Le attricette italiane?
Me too... Le idiozie, sono sempre...ehm..."virali" come si dice nel gergo.

La tv è un elettrodomestico da discarica e varrebbe la pena di  liberarsene e di ignorarla, se non fosse che il canone ti obbligano ormai a pagarlo in bolletta (lotta contro l'evasione, specie nel Sud - così si dice), qualche anziano in famiglia che sta lì a guardare ce l'hanno tutti (il famoso invecchiamento della popolazione), e   che sotto sotto, a molti italiani piace farsi del male.



Ma i TG e i talk di "approfondimento politico" (in realtà di sprofondamento con i Fabio Strazio, i Formigli, i Floris, i Vespasiani, i Santori, le Gruberberg, le Annunziate), beh, quelli si possono evitare. Tutto pattume, di cui è impossibile fare la raccolta "differenziata".


05 January 2018

I "più migliori" Auguri di buona Epifania







Emma, indossa bene quel velo! 

La Bonino non cessa di stupirci. Dopo aver somministrato nel corso della sua vita "cloro al clero" (quello cristiano-cattolico, si intende), si genuflette davanti agli ayatollah.  E che inchino! Dal turbante all'hijab, ha fatto progressi, non c'è che dire.
Dopo aver fatto della raccolta di firme, banchetti e gazebi la sua ragion di vita radicale e spericolata, pretendeva addirittura che facessero una leggina-scorciatoia  "ad personam" espressamente per lei, senza dover subire la trafila dei banchetti, tanto per permetterle di presentare liste. La sua lista del resto ha un nome che è  tutto un programma: PIU' EUROPA. Ovvero più rapina, più usura, più tasse, più espropri, più immigrati, più eutanasia, più aborti, più tutto insomma. 
Tutto ciò le ha valso il titolo nobiliare di "mammana d'Italia". E' il caso di dire che una mammana non è una mamma. Quasi peggio di una matrigna.  Se ne deve essere accorto perfino Renzi e altri piddini che con un partito che si richiama a questo angoscioso principio del "più Europa" come rimedio ai mali, non si va da nessuna parte, perché Emma la Gracchiante alla fin fine non ha trovato reali sponde nemmeno nel Pd (porta pochissimi voti) e ha dovuto accettare l'ospitalità nella lista del vecchio democristo Bruno Tabacci, evitando la raccolta delle 25.000 firme. E' proprio vero che nella vita non si può mai dire " io a quella fontana non ci berrò mai". Perfino Tabacci il Dc, divenuto poi Udiccino e il suo "centro di gravità mobile e impermanente", le va bene pur di candidarsi.


Passiamo alla seconda delle quota rosa. Come è noto il 2017 che ci ha appena lasciato è stato l'annus horribilis della Fedeli. Le tristi e meschine figure da pedicurista a suo carico, non si contano nemmeno più. Sapevamo che la ministra aveva qualche problema con la lingua di Dante, ma non potevamo immaginare che per agevolare il suo  ornato eloquio di chi è usa sciacquare e risciacquare manzonianamente i  panni nell'Arno, decidesse di eliminare la  nostra lingua italiana dai progetti del  MIUR, il ministero dell’Università e della Ricerca.   
" L’Italiano, già mortificato in diverse occasioni dalle gaffe della titolare del Miur, è stato definitivamente accantonato per volere dello stesso Ministero dell’Istruzione". Quest’anno, infatti, le domande per partecipare all’attesissimo “Prin”, acronimo di Programmi di Ricerca  di Interesse Nazionale, il bando per il finanziamento dei progetti universitari di interesse nazionale, dovranno esser redatte solo in Inglese e, “a scelta del proponente, può essere fornita anche un’ulteriore versione in lingua italiana”. Come a dire: “Se proprio si ha tempo da buttare”... (fonte il Giornale)

Ma ecco dunque la piccata reazione del prof Claudio Marazzini dell'Accademia della Crusca nell'intervista concessa alla Nazione della quale consiglio la lettura integrale. 

«Non eravamo mai arrivati all’abolizione della nostra lingua. Eppure la Corte Costituzionale con la sentenza numero 42/2017 ha definito le regole d’equilibrio tra inglese e italiano nell’università».




Un bel tacer non fu mai scritto. Se non altro si evitano gli strafalcioni

Chiedo, hic et nunc,  una promessa anticipata alle forze politiche del centro-destra: in caso di vittoria elettorale, eliminare tassativamente questa grave iniquità e ridare alla Lingua Italiana  tutta la dignità che merita, rendendola lingua veicolare nei progetti universitari. Come al solito, nessun paese-membro della Ue si abbassa a tanto ed è sempre la nostra classe politica,  la peggiore.

Beh, tenuto conto che domani è il giorno dell'Epifania, e che le Befane d'Italia che siedono in parlamento non fanno che somministrarci carbone, rospi e carbonazzi (nel senso di bisce nere),  è il caso di porgere  i miei "più migliori" Auguri di Buona Epifania alle due "quote rosa" di cui sopra. Non so voi, ma io davanti a queste due signore, ho come delle visioni "epifaniche": che possano essere sbalzate per aria dai riottosi cammelli dei Re Magi per poi venir opportunamente scaricate e abbandonate nel deserto. Quello vero però, non quello del Presepe.



La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!

03 January 2018

Boicottiamo il balzello sulla spesa!




Neanche il tempo di girare il calendario 2018  e di strappare quello vecchio che  è arrivata la sorpresina. E' arrivata ancor prima della Befana.  E senza bisogno della scopa, della gerla e della calza col carbone. Quel che fanno passare per "misura di civiltà" ed "educazione all'ambiente" si tratta in realtà di un odioso balzello sulla spesa giornaliera. Parlo dell'obbligo di far pagare i sacchetti fascia-verdura e fascia-frutta posti accanto alla bilancia nei supermercati. Secondo le associazioni consumatori, si tratta di un nuovo balzello che si abbatterà sulle famiglie italiane e i nuovi sacchetti «a pagamento sono una nuova tassa occulta a carico dei consumatori». Mi limito a parlare solo di questo in quanto lo trovo particolarmente subdolo e odioso,  anche se in realtà c'è già una raffica di rincari su tutti i fronti (bollette, pedaggi autostradali, tariffe postali, dei trasporti, ticket sanitari,  ecc. )  pronti a vessarci. Insomma, anno nuovo, problemi vecchi. 

Molti consumatori  si sono chiesti se sarà consentito portarsi da casa gli involucri già usati, in modo da non pagarli, ma - spiega ancora il Codacons - ciò non sarà consentito: "La legge prevede che i sacchetti leggeri e ultraleggeri, ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, siano biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%". Pertanto occorrerà pagare dai 2 ai 10 centesimi di euro per ogni sacchetto, e sarà obbligatorio utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti che vanno pesati e che hanno prezzi differenti. In parole povere: vietato il riciclo da casa. E' per questioni di igiene, dice il Ministro dell'Ambiente Galletti.
O  piddioti che non siete altro! In ogni caso la frutta e la verdura la si lava, la si pulisce ed eventualmente la si pela e  la si sbuccia prima d'essere consumata. Che ve ne frega di indagare su quale busta si fascia la merce? Chi credete di ingannare, o miserabili sanguisughe? I sacchetti riutilizzabili non li state di  certo vietando per "motivi igienici" od "ecologici", ma trattasi della solita marchetta fatta a beneficio di qualcuno. Vedremo  di chi....

Lo dicevamo:  in cauda venenum! E questi finché non spariscono definitivamente ci faranno sopportare soprusi  grandi e piccoli e abusi fino all'ultimo respiro! E' nella loro indole, legislatura chiusa o meno che sia.
Indovinate un po' a chi è venuta in mente questa bella idea? Nel quadro del solito compulsivo "ce lo dice l'Europa", la Lega Ambiente, associazione da sempre legata alla sinistra, è già in prima fila. "Misura di civiltà", plaude com' è prevedibile.

Più nel dettaglio Il Giornale due giorni fa è uscito con un articolo interessante su chi ha applaudito pubblicamente detta norma: l'Assobioplastiche.

Gli unici ad applaudire pubblicamente la norma sono i vertici di Assobioplastiche, il cui presidente, Marco Versari, è stato portavoce del maggiore player del settore, la Novamont, già nota per aver inventato i sacchetti di MaterBi, il materiale biodegradabile a base di mais. E infatti l'azienda di Novara sul suo sito, senza ironia, pubblica un sondaggio secondo cui i consumatori italiani sarebbero in maggioranza contenti di pagare. Intorno a Novamont si concentrano altre coincidenze. L'amministratore delegato è Catia Bastioli, una capace manager che ha incrociato più volte la strada del Pd e di Renzi. Nel 2011 partecipa come oratore alla seconda edizione della Leopolda, quella in cui esplode il fenomeno Renzi. Molti degli ospiti di quell'evento oggi occupano poltrone di nomina politica. E Catia Bastioli non fa eccezione: nel 2014, pur mantenendo l'incarico alla Novamont, viene nominata presidente di Terna, colosso che gestisce le reti dell'energia elettrica del Paese. Con i buoni uffici del Giglio magico, si dice all'epoca. 
A giugno 2017 Mattarella la nomina cavaliere del lavoro...

L'azienda che guida è l'unica italiana che produce il materiale per produrre i sacchetti bio e detiene l'80% di un mercato che, dopo la legge, fa gola: inizialmente i sacchetti saranno venduti in media a due centesimi l'uno. Le stime dicono che ne consumiamo ogni anno 20 miliardi. Potenzialmente dunque, è un business da 400 milioni di euro l'anno. Il 15 novembre scorso Renzi ha fatto tappa con il treno del Pd proprio alla Novamont. Ha incontrato i dirigenti a porte chiuse e all'uscita ha detto ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». Promessa mantenuta.





Non perdiamoci d'animo.  Queste meschinerie di basso conio ci offrono pur sempre una formidabile occasione per  evitare  le trappole della  grande distribuzione, subito pronta ad accogliere le direttive governative (in particolare le Coop),  recandoci nei mercati diretti o dai nostri fruttivendoli di fiducia o nelle fattorie agricole, dai contadini e dagli ortolani a produzione diretta.  
Vorrà dire che alimenteremo quel commercio locale a chilometri zero, risparmieremo, mangeremo prodotti di qualità e ridurremo i rifiuti, dando una bella  stoccata a chi si è  prontamente adeguato a questa norma! Fino al ritiro di quest'ennesima soperchieria. La parola d'ordine del 2018 sarà boicottaggio. 


Forme di resistenza: pesare e prezziare i frutti ad uno ad uno
Arance pesate ed etichettate una alla volta