Nessie New Logo

27 January 2017

Troppa carne al fuoco di Gennaio






Gennaio sta  per concludersi, ma ci sono  così tanti avvenimenti politici nazionali e internazionali che si accavallano e intersecano che sono costretta a fare un post cumulativo, dato che c'è molta carne al fuoco. Non abbiamo ancora finito di piangere i nostri morti  per terremoto e valanghe in Abruzzo che inflessibile Pierre Moscovici, il commissario agli Affari Economici della Ue,  ieri se ne  è uscito con un a frase all'apparenza ambigua: le spese per il terremoto dovranno essere considerate «separatamente» rispetto alla trattativa già aperta con Roma sullo 0,2% di deficit da recuperare con una manovra correttiva da 3,4 miliardi. Ci vogliono vedere rasoterra a Bruxelles e non ne fanno nemmeno più un mistero, parlando di eventuale apertura di procedimento di infrazione. Ci sono le imminenti elezioni tedesche e la Germania è quella che si mostra la più inflessibile. C'è da credere nello sdegno di Padoan che lamenta sulle conseguenze di una procedura di infrazione, o si tratta dell'ennesima farsa fra poliziotto buono e quello cattivo? La sottoscritta opta per questa seconda ipotesi. Mi viene da ridere quando sento Orfini del Pd che si scandalizza. Che si aspettavano i piddioti dai becchini loro padroni? Che gli facessero degli sconti per lo zelo fin qui dimostrato nel remare contro gli Italiani?


Andiamo avanti. Pare impossibile ma si possono comprare tre banche al prezzo di 1 euro. E sono proprio quelle banche che hanno fatto trovare pessime sorprese ai risparmiatori.  E' successo a Victor Massiah dell'UBI, il gruppo bancario lombardo. Comprare tre banche per un euro? È possibile, se le banche in questione sono tre delle quattro "salvate" (ndr: si fa per dire) dal governo Renzi a un passo dal baratro. E se il compratore è il solo che si sia fatto avanti. Con un euro in mano. Affare fatto. Ieri sera Ubi banca ha siglato il contratto per acquistare il 100% di Banca Etruria, Banca delle Marche e Cassa di risparmio di Chieti. Resta fuori la Cassa di risparmio di Ferrara, che non ha trovato nel quarto istituto di credito d’Italia il suo salvagente.  Ubi è l’unico nome che abbia manifestato un serio interesse per l’acquisto. Grazie al decreto “Salva-banche” del governo Renzi a fine 2015 CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria vengono alleggerite dalla valanga di crediti deteriorati che le ha travolte. Crediti deteriorati, ossia soldi prestati, mai tornati indietro e ormai difficili, se non impossibili da riscuotere. Lo schema di salvataggio funziona così: i crediti deteriorati vengono spostati nelle casse di una bad company e le quattro banche, sgravate delle perdite, rinascono come good bank.  

Così illustra il sito di economia wired. Voi ci credete a questo miracolo dell'UBI MAIOR MINOR CESSAT?

Se questo signore si compra banche fallimentari e indebitate per 1 euro (offerta ridicola ma pur sempre necessaria a mostrare che c'è in atto una transazione), è evidente che avrà i proprio tornaconti. Eppure i media lo fanno passare per un "benefattore": della serie, da Massiah a Messia. Per l'operazione Ubi farà un aumento di capitale da 400 milioni sul quale ha già siglato un accordo di garanzia con Credit Suisse e Morgan Stanley.Da aggiungere al conto c'è anche la richiesta di Ubi di ricapitalizzare nuovamente le tre banche, prima del passaggio di mano, per una ulteriore "pulizia di bilancio".


  • Troppa la carne sul fuoco di  questo gelido gennaio! E tra questa spicca la dichiarazione del futuro ambasciatore americano presso la Ue Ted Malloch.  "L'euro? Non credo che sia solo una moneta decotta, ma un vero problema - ha spiegato nelle scorse ore in una intervista alla BBC - per gli europei ma anche per tutti gli altri. La mia previsione è che sia destinata al collasso. Diciamo entro un anno, forse 18 mesi".


Malloch insegna alla Henley Business School. E su Unione europea ed euro ha le idee molto chiare. "Io vi posso dare un consiglio finanziario - ha detto alla Bbc - andate corti sull'euro, e non vi sbaglierete". L'intervista alla tivù di Stato inglese è stata rilasciata alla vigilia della visita del primo ministro Theresa May negli Stati Uniti, il primo incontro ufficiale con il neo presidente Donald Trump in vista di un nuovo accordo commerciale tra America e Inghilterra tagliando fuori l'Unione europea. (Andare corti, nello slang dei traders, significa scommettere sul breve termine o sul brevissimo. Più traders sono disposti a scommettere sul crack e più la vita dell'Euro sarà breve. Quindi ci saranno squadre di traders dall'una e dall'altra parte che guideranno la tendenza degli altri investitori. Una dichiarazione simile equivale ad una dichiarazione di guerra finanziaria.)

A Bruxelles gli euroburocrati le stanno provando tutte per imbrigliare la May. Ma per Malloch si tratta solo di "un inghippo da avvocati privo di senso politico". "È come quando ingiungi alla moglie da cui stai divorziando di non avere relazioni con un altro - argomenta - è un diktat del genere è destinato a non funzionare". Il professore si dice certo di una "rapida evoluzione del quadro politico" tanto da render possibile un accordo diretto con Londra senza interferenze europee. "Anzi - sottolinea - non mi stupirei se le prossime elezioni in Olanda, Francia e Germania provocassero un' accelerazione della disgregazione dell'Unione europea". (fonte Il Giornale).




  • Last but not least, il  pessimo Italicum riveduto e corretto, scaturito dalle diatribe della Corte Costuzionale, frutto del solito italiota compromesso fra le visioni contrapposte all'interno della stessa Consulta. Ballottaggio cassato da Amato e Marta Cartabia  (toh!  chi si rivede!) che, doveva servire come ordinato dal duo Napolitano-Mattarella, a bloccare i grillini. Resta invece in piedi il premio di maggioranza che era  già anche  la peculiarità del tanto vituperato Porcellum. Per l'occasione possiamo chiamarlo "Renzellum" con capilista bloccati. Non possiamo ottenere una corretta legge elettorale dal Parlamento i cui partiti pensano sempre ai loro tornaconti. E l'Italicum  così com'era all'origine era espressione di un "uomo solo (abusivo) al comando".  Non possiamo confidare nei giudici che sono pur sempre lo specchio di poteri,  di interessi, di uomini, di forze politiche e partiti. 
Si voterà in aprile? in giugno? nel 2018 quando finirà la legislatura? Quando verranno armonizzate le leggi elettorali fra  Camera e Senato, ovvero alle calende greche? Si accettano scommesse...


24 January 2017

Una valanga di sventure






Troppe vittime, troppi ritardi, troppi errori, troppe responsabilità  rimpallate l'un l'altro, da un ente all'altro, troppa incuria. Soprattutto stride non poco la latitanza criminale dei nostri politici sempre pronti a prezzemolare qua e là nei cosiddetti "eventi mondani", sempre a pavoneggiarsi sotto i riflettori dei "forum mondiali",  ma del tutto assenti nei luoghi impervi della sciagura.
Diciamo la verità, il crollo dell'albergo Rigopiano e i nostri connazionali intrappolati là sotto la slavina (parecchie  tonnellate di neve) al freddo e al gelo, sono un po' la metafora  di un'Italia che si sta portando addosso pesi e gravami più grandi di lei. A completare il mesto teatro delle sciagure ecco che precipita forse ingannato dalla nebbia,  anche l'elicottoro del 118  caduto durante il recupero di uno  sciatore ferito un una pista da sci. E nella sciagura è morto il pilota, il medico, l'infermiere, due tecnici del  Soccorso Alpino, non ultimo, anche lo sciatore stesso, già ferito. Non ci voleva che questa per aggiungere profondo rincrescimento, dolore e commozione  per i nostri generosi connazionali (foto in alto),  ad una situazione già tanto grave, i quali si erano già distinti nelle opere di soccorso dell'Hotel Rigopiano.  Le cronache ci ripetono nomi di località fino a ieri sconosciute: Campofelice (ironia del destino, il luogo della caduta dell'elicottero adibito al soccorso),  Farindola dove sorge (o meglio, sorgeva)  il citato Hotel Rigopiano. Campotosto dove c'è un lago, e dove si parla anche del possibile cedimento di una diga, nel caso dovessero continuare le scosse. Non c'è limite al peggio, in questo martoriato territorio già soggetto ad un numero incalcolabile di scosse sismiche.


I racconti incredibili dei sopravvissuti e recuperati alla luce e alla vita dopo 58 ore di  buio e  di freddo, i morti, i dispersi (11, mentre scrivo) che mancano ancora all'appello.  I bambini (quattro) tratti in salvo dalle braccia vigorose dei Vigili del Fuoco.  Ma si sa che i bambini hanno speciali anticorpi dovuti all' inconsapevolezza di cose più grandi di loro, al loro spensierato affacciarsi alla vita. Pertanto, sopportano e resistono meglio degli altri, con  tutta la levità che è gli  è propria.
Resta il dolore dei parenti, dei congiunti stretti,  per chi non ce l'ha fatta. L'angoscia di chi resta in attesa  dei dispersi, e che ora forse vorrebbe solo avere un luogo appartato nel quale piangere i propri eventuali morti, che però mancano ancora all'appello. Sì, perché come avviene anche in guerra, alla fine alla morte -  quella morte che Goethe chiamava non a caso "la prima notte di quiete" -  ci si rassegna; ma alla "sparizione" e alla "dispersione" dei propri cari no, mai
Su tutto, incombe  il baraccone mediatico degli esperti da salotto in tv, le ciarle e il chiacchiericcio pressanti, fastidiosi quanto inutili, il solito Circo Barnum già visto in altre tragiche analoghe circostanze. Un copione ben descritto da Billy Wilder nel film  drammatico "L'asso nella manica", film in anticipo di almeno 50 anni sui nostri catastrofici tempi, nel quale un giornalista senza scrupoli (interpretato da Kirk Douglas) organizza attorno ad un uomo rimasto accidentalmente intrappolato dentro  una cava, un magistrale carrozzone mediatico al fine di fare lo scoop e di dare una spinta alla sua carriera.



Poi le telefonate registrate di come, dove e quando fu ignorato l'allarme, prendendolo per uno scherzo da parte dell'operatrice della Protezione Civile.  Telefonata che ha una data e una registrazione precisa (mercoledi 18 gennaio h.18, 20). Valanga di sventure, ma anche valanga di colpe. Sarebbe bastato uno spazzaneve, un banalissimo spazzaneve inviato tempestivamente prima che la grande nevicata si infittisse,  e forse le vittime sarebbero ancora sane e salve.
Uomini, donne e bambini che da ore aspettavano nella hall dell'albergo Rigopiano di Farindola, sul costone del Gran Sasso, con le valigie fatte pronti a mettersi in marcia per tornare a valle e uscire da una situazione critica. Una partenza rinviata di ora in ora perché di mezzi non ce n'erano o chissà dov'erano. È arrivata prima la valanga che ha spazzato via tutto e tutti.

Sono d'accordo con Sallusti: "Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, deve al Paese più di una spiegazione: la neve era prevedibile, anche nella sua eccezionale quantità, le richieste di aiuto erano arrivate".


Inutile che Gentiloni volato dalla Merkel col superjet di lusso, salti fuori con la reprimenda del «non è il momento delle polemiche». Le polemiche se le deve prendere sul muso, eccome! E non solo quelle, dato che sono un innocuo buffetto, se lo paragoniamo alle sue responsabilità.  Per cominciare non si vanno a fare annunci di politica territoriale e  di sicurezza ambientale dal suo lecchino Fabio Fazio su Rete 3, da sempre rete ufficiale del PD. Non si danno poteri straordinari a Curcio e Errani (due emeriti 2 di Coppe), a disgrazia avvenuta. Ora perfino i media mainstream come il Corriere parlano di "vari livelli con competenze frammentate, un puzzle che i carabinieri forestali stanno ricomponendo mentre ascoltano i testimoni e i sopravvissuti e acquisiscono documenti".

Una cosa è certa: la catena di comando della Protezione Civile non ha funzionato. Forse nemmeno più la Protezione Civile serve a proteggerci dopo che hanno fatto di tutto per smantellarla dal suo interno, a seguito della cacciata di Bertolaso.
Restano comunque volonterosi ed eroici uomini del Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco che fanno l'impossibile, dei veri miracoli; ma, come è noto, prendono uno stipendio da fame (1200 euro al mese), rischiano la pelle e si portano i guanti e altra attrezzatura da casa. Dovevano inviarne molti di più della trentina che si è vista nei primi giorni, ma non dimentichiamo tutti i tagli lineari  attuati da Renzi. 
Marco Minniti ministro dell'Interno dopo le sue esternazioni l'indomani dell'uccisione del terrorista tunisino di Berlino Anis Amri nel dicembre scorso, è passato rapidamente dal ruolo di Tupamaro iniziale a quello Desaparicido attuale. Unica nota positiva in tanta desolazione: il suo ius soli, in previsione per febbraio, per il momento è stato fermato. 
Un'ultima cosa. In epoca di "alta velocità" e di mezzi di comunicazione di massa,  mi si deve spiegare come si può lasciare 33.000 abitanti del Teramano senza luce, senza riscaldamento e  con viveri razionati, dato che molti anziani non possono muoversi dalle loro case e le strade e i sentieri erano impraticabili. Per non  dire dei poveri animali agricoli nelle stalle, molti dei quali morti assiderati, altri allo stremo e  in precarie condizioni di vita. E  pure dell'oblio totale nei confronti degli allevatori.  Invero, un grande livello di civiltà! 
L'Enel in compenso è un'artista  nell'importunare gli  utenti al telefono all'ora di pranzo e cena,  per le sue continue assillanti promozioni commerciali.


Si sta scavando ancora, ma le ultime residue speranze sono andate perdute e le prime bare sono già state salutate tra lacrime, palloncini e i fiori. Le istituzioni hanno inviato corone (ma non opere di bene).


Tanto dolore, ma anche tanta rabbia!


20 January 2017

Dare a Trump una chance





Tra poche ore Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca quale 45esimo presidente americano. Quelli che hanno rimescolato nel torbido li avete già sentiti e letti in questi giorni. Come avete sentito e letto degli scandali sessuali che lo riguarderebbero. Dossier, anzi dossieraggi, pesanti finti scoop pilotati con l'aiuto di un uomo dei servizi segreti britannici, accuse di usare metodi nazisti, esternazioni indignate contro  di lui dello star system "dem" (Meryl Streep). C'è stata l'accusa diramata dalla CNN, di presunte orge con pratiche sessuali estreme già denunciate nel sito di Blondet, per incastrare e indebolire il presidente, poi rivelatesi prive di consistenza. Ma intanto la calunnia - come da aria rossiniana -  è un venticello che va in crescendo fino a diventare un colpo di cannone. Assistiamo a qualcosa di molto più grave, a una vera e propria faida:  un regolamento di conti all’interno delle istituzioni degli Stati Uniti d’America, che non ha avuto precedenti nella storia americana. E i tentativi di delegittimazione potrebbero continuare anche in queste ore, con lo scatenamento della  fabbrica dei "guastafeste" perfidamente pilotata da Soros, altri oligarchi,  ong e associazioni, centri sociali made in USA demenziali quanto e più dei nostri, il tutto per la protezione delle cosiddette "minoranze" in corso. Arriverà il fasullame del solito femminese de sinistra a implorare l'Obama CARE, le associazioni gaie, i movimenti di protesta neri che reclameranno un altro Black President alla Casa Bianca. In fondo a bene ripensarci, Obama concentrava nella sua persona tutto quanto sta nella prosopopea mondialista: meticcio, di incerta identità e provenienza, di incerta religione (padre mussulmano keniota e madre antropologa  di identità ebraica), e perfino (sembrerebbe) di incerta identità sessuale, se prendiamo per buone le affermazioni di Joan Rivers, la cronista morta in circostanze misteriose. In ogni caso, nelle sue affermazioni Obama non ha mai mancato di lanciare appelli ai "suoi fratelli gay", manco fosse la Madre di tutte le sue priorità. Sì, Brothers, li chiamava. Non ci ha risparmiato nulla la sua amministrazione: bombe, lacrime in diretta e piagnistei ben poco virili, colpi di stato, sanzioni commerciali contro la Russia che ci penalizzano, instabilità e destabilizzazione diffusa per il globo.
Ora è tornato alla ribalta lo wasp biondone che chiamano già "parruccone" e in aggiunta a ciò, gli piacciono pure le donne. Ma guarda un po' te, che crimine!


Si scrive in alcuni siti che ci potrebbe essere il "rischio Maidan" con tentativi golpisti e annessi cecchini sul tetto. Ma la cosa è così verosimilmente folle, al punto che non ci voglio nemmeno pensare. Non voglio credere che un popolo vada a votare, scelga il suo presidente che poi verrebbe impallinato  come un coniglio, solo perché chi si definisce "democratico" non accetta la giusta alternanza delle amministrazioni.
Questo mondo ha bisogno di un periodo di tregua, di un cambiamento positivo che ci faccia sperare che non possa essere tutto quanto un marasma indistinto. E' disumano temere che dietro l'angolo ci sia sempre la solita imboscata, i soliti bidoni ingannevoli. Checché se ne dica e checché si voglia disfare, buttar per aria e destabilizzare, l'umanità tende all'ordine, alla stabilità, alla voglia di certezze e di sicurezze, nonostante le dottrine criminali sul "caos strutturato". Se poi anche questo presidente si comporterà in modo non conforme alle sue promesse e premesse elettorali, sarà il suo popolo a non confermargli la fiducia. Ma ora è tempo di metterlo alla prova. 

Da noi, nella vecchia Europa  il Becchino bussa sempre due volte. Ovvero, gli eurocrati nel momento più drammatico e tragico vissuto, bussa come un pallido beccamorto alla nostra porta per chiederci altri miliardi di manovre "aggiuntive" nelle situazioni peggiori:  neve, gelo e terremoto è come dire che piove sul bagnato, nevica sul ghiacciato e che la terra trema tra le rovine e le macerie  del terremoto. A tutto questo si aggiunge la mesta conta che fatalmente ci sarà dei "dispersi", "morti" e  feriti dopo il crollo dell'albergo Rigopiano . 



Sarebbe già più che abbastanza per chiudere le frontiere, stoppare  per sempre la fòla demenziale del "salvare vite" africane e asiatiche  per occuparsi finalmente delle vite precarie di  Italiani in perenne disgrazia e in emergenza permanente. Non so se queste spirali perverse finiranno con la nuova presidenza della più importante potenza mondiale. Nessuno si fa illusioni e pretende che i guai nostri ce li raddrizzino  i soldati blu a stelle e strisce, secondo la rassicurante favola western del "arrivano i nostri", che  tante volte abbiamo visto nei film con i quali siamo cresciuti dal dopoguerra a oggi.


Ma ora è il tempo della fiducia.
Perciò occorre dare a Trump un'opportunità. Give Trump a chance.

14 January 2017

15 anni di euro, nulla da festeggiare



E' stato fatto osservare che con il cambio dell'anno, l'euro compie 15 anni, manco fosse un lieto evento da celebrare. In realtà è un quindicennio gravoso di affanni, di disgrazie, di povertà, di miseria, di smantellamento dell' economia reale sostituita da fantafinanza Frankenstein, di oligarchie finanziarie che dettano la loro Agenda ai politici, di politici ridotti a loro domestici,  di debiti in crescita esponenziale, di sospensione della democrazia.
Siamo schiavi di una coercizione valutaria a cambio fisso quale è l'Euro, di cui ricorre il 15esimo anniversario, ma  c'è poco da festeggiare! L'Euro è  moneta senza stato e stato senza moneta e nel suo sistema  deprivato di sovranità, l’unica autorizzata ad emettere moneta è la BCE (Banca Centrale Europea), che lo fa ricorrendo ai mercati di capitale privato, ossia alle grandi banche internazionali di investimento.
 Al pari di un cittadino comune, lo Stato è costretto a prendere in prestito il denaro, dai mercati finanziari globali  che applicano un tasso d’interesse da essi stessi stabilito. Per poter effettuare  buona spesa pubblica, ossia garantire ai cittadini quei servizi come la sanità, scuola, trasporti, è costretto sia ad indebitarsi sia a tassare in modo pesante i cittadini stessi, in un circolo vizioso senza fine.


Tanti sono gli articoli da me letti in occasione di questa ricorrenza, ma tutti improntati all'economicismo spicciolo: la tazzina del caffé che si paga duemila lire, gli stipendi e le pensioni che si dimezzano. Chi è andato in pensione con 1500 lire (e col suo  relativo potere d'acquisto in lire)  si è ritrovato con malapena 750 euro ecc. Il costo dei quotidiani  raddoppiato, l'aumento record della pizza Margherita: da 6.500 lire a 7,5 euro. Intendiamoci, nella quotidianità  sono  tutte cose che contano, anche queste. Ma la sostanza dell'euro non è stata solo quella di farci spendere di più, guadagnando di meno.

La  vera sostanza dell' essere entrati nell'Eurozona è il Gulag liberticida e la sottomissione a élites non elette. Sono i governi dei banchieri al comando, con i governicchi pseudo-politici dei  loro camerieri da essi stessi nominati, sono le mani dei bankster non solo nei risparmi dei cittadini che in molti casi, hanno visto volatilizzarsi il frutto dei loro sudati guadagni, ma le loro pesanti ingerenze e interferenze nella polis,  a cui hanno tolto onore e autonomia, imponendo la loro famigerata agenda di "riforme". E guai a non ubbidire a queste "riforme", parola orwelliana che significa solo tagli, privatizzazioni ed espropri.
C'è il ricatto delle Agenzie di Rating al loro servizio, a declassarci, c'è lo spread che sale. Così c'è l'attacco al risparmio (bail-in e bail out). C'è lo smantellemento dello stato sociale e del welfare, dei servizi di pubblica utilità. C'è l'asservimento dello stato ai poteri finanziari sovranazionali con relativo assoggettamento non solo alla Ue (prima tranche di un governo globale), ma  agli USA e al suo imperialismo delle corporation. C'è sempre la spada di Damocle dei trattati transatlantici commerciali che penzola sulle nostre teste. C'è la catastrofe migratoria un tempo, fatta passare per innocuo esodo di genti in cerca di "nuove opportunità economiche", ma in realtà trasferite bell'apposta qui,  per sostituirci attraverso l'arma della demografia: un esercito di occupazione in pianta stabile e  dal flusso inarrestabile.

E perché no? Le élites eurocratiche vorrebbero espropriarci anche del nostro territorio, delle nostra bella Terra, delle città,  dei borghi, dei villaggi, del paesaggio che fa invidia al mondo, delle nostre case, delle nostre vite creando artatamente giungle di degrado e trasformando le nostre città in crogioli di coulored gangs illegali, crudeli e incattivite, dove la sicurezza e l'incolumità dei cittadini diventa un optional. E chi non salta populista è. O xenofobo è. O razzista è.  

Soprattutto, c'è lo spauracchio dell'islam e del terrorismo islamico utilizzato a comando dalle stesse élites oligarchiche come la testa d'ariete per balcanizzare, libanizzare e  quindi frantumare il territorio. Ma anche per intimidirci e far passare leggi liberticide sul controllo dei cittadini (le famose leggi speciali "pseudo-patriottiche"). 

Qualcuno si chiederà: che c'entra l'Euro con tutto ciò? C'entra, perché quando avevamo una moneta sovrana, una nazione, confini certi, coscrizione obbligatoria, omogeneità etnica e sociale,  tutto questo non era possibile e non esisteva nemmeno.  

Non è un mistero che l'Euro ci abbia reso più poveri, più  infelici, più insicuri e vulnerabili, a cominciare da malattie che grazie alla "libera circolazione degli uomini, delle merci e dei capitali", credevamo drasticamente debellate, e sono invece ritornate (meningite B, epatite A,B,C, tbc, scabbia, lebbra ecc). 

Tuttavia la corsa verso questo sfacelo può e deve essere fermata.
15 anni di Euro: nulla da festeggiare e maniche da rimboccarsi per cambiare il corso di  tutta questa brutta storia. Dipenderà da noi, dal nostro grado di consapevolezza e di combattività, dagli sviluppi che prenderanno le nuove elezioni francesi e tedesche, dalla nuova amministrazione americana, dal risveglio dei  popoli. 



10 January 2017

Grillo, l'antisistema in cerca di sistemazione



La notizia è volata sulle prime pagine di tutti i quotidiani e si è meritata pure i titoli de Tiggì. Grillo cerca casa in Ue. Fa l'"antisistema" in cerca di una sistemazione che frutti prebende e poltrone per la Casaleggio & Associati. E dove voleva acquartierarsi lui e le sue verdi e giovin truppe ortottere? Nientepopodimeno che nel partito più fanaticamente eurocratico del parlamento europeo: quello dell'ALDE, acronimo Alleanza Liberal-Democratica Europea, guidato da un personaggio dalla faccia simile ad Elton John: Guy Verhofstadt. Stessa capigliatura con frangetta, stessi denti incisivi sfinestrati, stessi occhiali da sbarco sulla luna. Per ironia del destino il Guy è stato cofondatore con Altiero Spinelli del "Crocodile Club",  e, come  è noto,   il cavallo di battaglia musicale di Elton John è "Crocodile Rock", cantato in chiusura d'ogni concerto.

Ma passiamo pure dai coccodrilli ai grilli. Qualche giorno prima si viene a sapere che il M5S esce dal gruppo di Farage. Poi compare la notizia che Di Maio annuncia un alleanza "tecnica" (un aggettivo che fa venire i brividi, in quanto ci ricorda le stagioni del governo Monti) con l'ALDE. Che funzione ha l'Alde nel Parlamento Ue è stato ben delineato da una scheda informativa di Il Fatto. Una sorta di gruppo misto nel quale convogliano tutti gli scontenti, i trombati e quelli che cercano ad ogni costo lo scranno. Di solito non va troppo per il sottile e nelle sue file raccoglie di tutto: Prodi, Monti, i trombati del PSE, del PPE, dei verdi, perfino qualche raggruppamento di centro spagnolo detto "populista", ecc. Spesso in forza di complicati meccanismi,  il parlamento europeo costringe ad alleanze impossibili. Ma, a quanto pare c'è un limite: devono mostrare di avere rigore eurocratico e accettare i postulati comunitari Ue. Inoltre tra i partiti  della Ue ben foraggiati dal killer finanziario George Soros, Alde ha un ruolo di spicco come ben documentato dalla lista esposta qui da voxnews e dalle foto che suggellano l'amicizia tra il leader belga e Soros. Perciò il patto tra Verhofstadt e Grillo ha tutta l'aria di essere un patto sulfureo e faustiano. Figuriamoci se la Casaleggio & Associati non era al corrente di questi antefatti!

Soros e Verhofstadt dell'Alde 


La stipula dell'alleanza Alde-M5S non è andata in porto, come è  noto.  Sylvie Goulard e altre donne dell'Alde, hanno tirato Verhofstadt per la frangetta.
Grillo si straccia le vesti: "Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima".
A tremare, in realtà, caro il mio capo-comico,  non è affatto il "sistema" , ma il suo stesso movimento. Chi gli impediva di andare con quelli del Front della Le Pen, con Salvini, Geert Wilders & compagnia euroscettica che lui ha sempre tanto disprezzato?

La verità la disse a suo tempo Marine Le Pen che in occasione delle elezioni europee del 2014,  tentò di prendere accordi con Grillo ed ebbe a dichiarare alla stampa che non si capisce mai dove lui voglia esattamente andare a parare. Beh, ora si è visto. 
Per la smania di distinguersi dagli altri raggruppamenti euroscettici, il Grillo si è appiattito, anzi, si è schiacciato contro i fanatici eurocentrici ed eurocratici. Non è il Movimento "antisistema" a 5 stelle a rifiutare un partito di sistema eurocratico kalergiano, spinelliano e sorosiono, ma avviene esattamente il contrario. C'è di che perdere la faccia per sempre!

Quanto a Verhofstadt dell'Alde è a sua volta un noto assaltatore di poltrone e non dimentichiamo che c'è in ballo la  carica di presidenza dell'Europarlamento dopo l'uscita di scena di Martin Schulz. E' probabile che inizialmente i numerosi seggi degli eurodeputati 5 stelle gli abbiano fatto gola e che sia intercorso tra le due parti qualche squallido oscuro patteggiamento per eventuali alleanze dette "tecniche", della serie do ut des, poi andate a buca.

Sfido io che Salvini e la Meloni  ora si fregano le mani per la contentezza! Salvini dal canto suo, ha già lanciato un appello-salvagente agli elettori dei 5 stelle per un'eventuale campagna-acquisti.
Grillo scrisse centinaia di post contro "Rigor Montis" ma poi va nel raggruppamento dello stesso. Grillo scrisse numerosi post contro il TTIP ma poi voleva andare insieme a un partito pro-TTIP. Grillo vuole far togliere le sanzioni contro Putin, ma  l'Alde è anti-Putin e pro mantenimento sanzioni.
Ma le commedie, le capriole, i risvoltamenti di casacca, le retromarce non finiscono qui.

E' notizia di poche ore fa che Grillo-Grullo sia tornato a Canossa con tanto di coda tra le gambe,  dal gruppo Efdd, in cui militano lo Ukip  di Farage. Dal canto suo, Farage avrebbe risposto di essere disposto a perdonare l'ex compagno di coalizione, a patto, però, di un'epurazione di quei grillini favorevoli alla fallita intesa con l'Alde.




E chi sarebbero costoro? Uno è l'europarlamentare pentastellato David Borrelli, considerato l'architetto del matrimonio andato in fumo fra i liberali ultra-europeisti e i grillini. Il secondo sarebbe il fedelissimo Casaleggio junior. Il "torna a casa Lassie" di Grillo potrebbe costargli anche un probabile Italexit con  tanto di referendum contro l'euro. Ma temo che un buffone sgangherato, incoerente e opportunista come Grillo non sia all'altezza di queste "dritte di scuderia" imposte da Farage.
Si punta sui cavalli purosangue, non sui bardotti. E gli Inglesi che sono usi fare scommesse, lo sanno bene.

Bene sarebbe che lo imparassero anche gli Italiani che hanno dato la loro fiducia al M5S e al loro capo-comico.
Le comiche stanno finendo, le tragedie bussano alle porte e spero tanto che i burattini della Troika a 5 stalle  non intralcino ancora a lungo il sorgere di una vera opposizione politica.





08 January 2017

Populismo xenofobo?







Prima ascoltate il video di Sgarbi. Poi commentate. Sgarbi si comporta forse come i matti letterari di Zavattini che però dicono sempre la Verità. O come diceva Zavattini, la Veritaaaà. E' chiaro che un giorno o l'altro gli metteranno la camicia di forza, ma intanto le canta chiare. Trump non si è ancora insediato, nessuno l'ha ancora visto al lavoro che già è scattato il passaparola nello show-biz e ci sarà il fuggi-fuggi al suo invito  ad alcuni artisti di esibirsi alla sua cerimonia di insediamento. Curioso che nei confronti di criminali di guerra come la Clinton e Obama,  la cordata dei cantanti e attori fosse tutta solidale nell'accettare di tenere concerti e performance varie senza aver nulla da eccepire circa le loro politiche. Mi piacerebbe sapere perché non aspettano nemmeno un mese dall'insediamento  del nuovo presidente eletto, che già scattano le "lettere scarlatte" di "populismo xenofobo", lanciate dai ragazzini del trio Il Volo, che con ogni probabilità sono stati consigliati da un loro agente e che come dice lo stesso Sgarbi, non sanno nemmeno che significa.  
Il termine  populismo nasce come traduzione di una parola russa народничество la cui translitterazione è narodničestvo. Il movimento populista è stato infatti un movimento politico e intellettuale della Russia della seconda metà del XIX secolo, caratterizzato da idee socialisteggianti e comunitarismo rurale che gli aderenti ritenevano legate alla tradizione delle campagne russeSentite che ne dice la Treccani, senza, ovviamente, prenderlo per oro colato, tenuto conto che alla Treccani si è insediato anche Giuliano Amato: 

"Atteggiamento ideologico che, sulla base di princìpi e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all'Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall'economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione.".

Migliore la definizione di "populismo" data dal dizionario Garzanti:
L'atteggiamento o movimento politico, sociale o culturale che tende all'elevamento delle classi più povere, senza riferimento a una specifica forma di socialismo e a una precisa impostazione dottrinale 

Ovviamente il termine muta di significato a seconda delle epoche storiche e della formazione di nuovi gruppi politici. Allo stesso modo il termine può essere considerato legato al Partito del Popolo, un partito statunitense fondato nel 1892 al fine di portare avanti le istanze dei contadini del Midwest e del Sud, le quali si ponevano in conflitto con le pretese delle grandi concentrazioni politiche industriali e finanziarie, e anch'esso caratterizzato da una visione romantica del popolo e delle sue esigenze.  Un Partito del Popolo (Populist o People's party) venne fondato nel 1891 negli Stati Uniti da gruppi di operai e agricoltori che si battevano per la libera coniazione dell'argento, la nazionalizzazione dei mezzi di comunicazione, la limitazione nell'emissione di azioni, l'introduzione di tasse di successione adeguate e l'elezione di presidente, vicepresidente e senatori con un voto popolare diretto.

Quanto alla xenofobia e all'aggettivo "xenofobo" meriterebbe un altro post, ma per ora mi limito a dire che xenofobia ("paura dello straniero"; composto da ξένος, xenos, "straniero" e φόβος, phobos, "paura") è un'avversione generica, di varia intensità, verso gli stranieri e ciò che è straniero, o che viene percepito come tale. Ma aver paura non è reato. E date le proporzioni del fenomeno migratorio, mi pare più che giusto e legittimo "aver paura".

Paura di perdere il controllo del nostro territorio e di subire furti, scippi, rapine, stupri. Paura di venire sostituiti attraverso l'arma della demografia. Paura di perdere identità, cultura, tradizioni, religione, usi e costumi nostri per dover subire in modo coercitivo quelli degli invasori. Da ultimo, finché c'è "paura", c'è anche la possibilità che esista in risposta di ciò, un sano istinto di conservazione. Perciò, la paura dello straniero non è reato. 

Oggi quando si è a corto di argomenti, vengono dai media, giudicati con disprezzo "populisti" (e magari xenofobi) quei partiti che: 

  • cercano di porre freni alla globalizzazione
  • vorrebbero far rientrare in patria assetti industriali che sono stati delocalizzati
  • vorrebbero battere moneta sovrana
  • vorrebbero porre un freno all'immigrazione
  • si oppongono alla dittatura della Ue.
  • lottano per il ripristino della sovranità nazionale
Non credo pertanto che i tre cantantini che compongono il trio tenorile Il Volo, siano al corrente di tutte le implicazioni storiche, politiche e semantiche della parola "populismo" e sue successive estensioni di significato. E nemmeno Andrea Bocelli che pur conoscendo Trump si è rifiutato di cantare nel timore di veder diminuire la sua popolarità. Bene farebbero perciò a  limitarsi a fare "gli artisti" e a non preoccuparsi di fare lo screening politico-ideologico a  chi li invita a cantare. Dopotutto sono pagati per questo. E pagati bene. 



04 January 2017

Postbufale, post verità e censure in arrivo



Anno nuovo, problemi vecchi. E tra i problemi vecchi di un potere corrotto privo di legittimità c'è  la voglia matta di mettere il bavaglio al web. Non basta un ennesimo governo-fantoccio, il quarto nominato e non eletto, messo in piedi da una nomenklatura di eurokomiSSar nominati e non eletti. Ora ci se mette anche un'autoproclamata "authority" un tal Giovanni Pitruzzella che il governo ineletto Gentiloni  ci sta rifilando come garante di un'authority (autoproclamatasi tale) per venire a censurare le bufale altrui presenti sul web ( chiamate con linguaggio orwelliano "post verità"). E' la risposta, o meglio, la cura, alla minaccia dei cosiddetti "populismi".
Prebufale, post bufale e post verità che avrebbero un nuovo "acchiappafantasmi" nella figura del cosiddetto garante. Ma chi è questo Giovanni Pitruzzella? Per la serie, nessuno è perfetto, è stato condannato per  un vecchio lodo arbitrale tra due università siciliane, un'accusa di corruzione in atti giudiziari. I suoi trascorsi potete leggerli qui. 


Ci sono crack bancari in arrivo e i veri bufalari nonché pataccari del governo mettono già le mani avanti con le censure. Forse vale la pena di indagare sulla figura  del neonominato  Pitruzzella. Chi è questo nuovo  aspirante censore del web? proviene da Scelta (in realtà Sciolta)  Civica, il partito dell'androide surgelato UE Mario Monti. Ma per fortuna non è stato eletto nemmeno  su quella listarella fasulla da prefisso telefonico. Anche perché nel 2015 risultava indagato per aver falsato un arbitrato.

Giovanni Pitruzzella


E costoro vorrebbero imbavagliare il web? E fare i debunker al servizio permanente della "corretta informazione" mainstream?
Forse tutto ciò viene fatto nel timore che si indaghi troppo su tutte le loro malefatte  e su quelle che ci devono ancora propinare. A breve,  anche quella imminente di MPS. Ed è solo l'inizio.

La Nuova Inquisizione del nuovo ominicchio di Gentiloni (sempre per conto della Ue) è già stata denunciata da Grillo sul suo blog (Postcazzate dei nuovi inquisitori), da Vladimiro Giacché, su Il Fatto che parla di Nuovo Ministero della Verità di matrice orwelliana, da Maurizio Blondet in "Accelera la dittatura delle tecnocrazie inette", da Marcello Foa sul suo blog ospitato da Il Giornale.

Ma occorre dire che la tendenza non è solo italiana e cresce sempre più  in molti Paesi occidentali, come la Francia, la Germania, e perfino gli Stati Uniti. E’ tutto uno strepito isterico contro la disinformazione online, senza, però che si levi una sola parola di riprovazione contro quello che invece rappresenta il vero problema: la disinformazione autorizzata ovvero le tecniche di spin doctoring e la manipolazione di notizie dette  "autorizzate" in quanto espressione di poteri forti. 
La vera manipolazione  quindi non è quella di internet ma quella dei canali  ufficiali che agiscono in potere di monopolio e di oligopolio nei confronti di altre fonti. E comunque questa faccenda dello "hate speech"  e delle "fake news" è stata ribadita da parecchie altre fonti (Boldrini in testa che ha chiesto l'aiuto di un tal Paolo Attivissmo, suo debunker e  smascheratore di bufale).  Non ultima, dallo stesso Mattarella nel suo soporifero discorso di fine d'anno, a quanto ho avuto modo di leggere. 

 Non credo che riusciranno a realizzare una dittatura del web alla cinese, tanto per intenderci. In caso contrario, dovrebbero rinunciare a un importante cuscinetto ammortizzatore di quel malcontento che i tecnocrati Ue creano sempre di più. Se la gente comune non ha più le tastiere  di un pc con le quali sfogarsi, potrebbe passare quasi certamente alle vie di fatto. Ma  è certo  che l'aver soltanto concepito l'idea che i pubblici poteri possano controllare l'informazione  e la controinformazione è segno di pura demenza, di oscurantismo e di mancanza di intelligenza. Della serie, tutto ciò che non è  da lorSignori controllabile, va eliminato.

Ed è semplicemente disgustoso solamente il fatto che ci provino.