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30 September 2016

Tony "Morgan" Blair: metti una sera a cena






"Tony, i' vorrei che tu Maria Elena e io fossimo presi per incantamento". Scherzi a parte, qui c'è poco da stare allegri.  Ora abbiamo  Barroso-Goldman, ma prima di lui c'era e c'è Tony Morgan.  Nel senso di Tony Blair l'ex premier laburista inglese noto per il suo grande amore per  le colline del Chianti (che chiama stupidamente Chiantishire) e per Firenze con cui ha stretto legami importanti con banchieri, viticoltori, con esponenti della nobiltà come i Frescobaldi. Ma non solo. A quanto pare è un altro di quelli che dopo la politica si è trovato un mestiere per la terza età, e che mestiere!  E' stato reclutato da J.P. Morgan come "advisor". Ovvero, lobbista. Molti leader politici con il loro numero esorbitante di contatti, relazioni e conoscenze ad alto livello si prestano a fare da lobbisti presso le banche  d'affari internazionali. Che fa il lobbista? E'  un tecnico che rappresenta un gruppo di interesse  (in questo caso, la banca d'affari) e che ha l’obiettivo di comunicare con chi gestisce il processo decisionale per influenzarlo, cercando per esempio di modificare una normativa specifica oppure, ed è ciò che si definisce advocacy, tentando di inserire un tema all’ordine del giorno nell’agenda politica». Un tema, che ovviamente lo riguarda da vicino.
Fin dalle primarie del PD (leggi, le Pecorarie), pare che Blair abbia indicato a Renzi la strada per arrivare al potere. In primis, è tassativo modificare la Costituzione, accusata di  concedere "il diritto di protesta contro i cambiamenti dello status quo politico" e di essere troppo "socialista". In realtà trattasi di semplice stato di diritto comune a molti altri paesi e allertare contro il presunto "socialismo" è uno stratagemma  retorico per togliere welfare e diritti civici.  Ecco dunque su Tony "Morgan" Blair qualche data ricavata da "La Verità" del 28 settembre,  il nuovo giornale di Belpietro che non ha ancora un sito on line.

  • 1 giugno 2102 - L'ex leader laburista si trova a Firenze per un incontro organizzato da J.P. Morgan
  • 1 aprile 2014, cena a Londra tra Renzi e Blair presso l'Ambasciata italiana. Il giorno dopo Blair concede una memorabile intervista a "Repubblica" nella quale sviscera una tesi ben conosciuta: i momenti di crisi sarebbero momenti di opportunità per fare passare "riforme" sgradite. L'abbiamo sentito parecchie volte questo ritornello: da Napolitano e da Monti il quale venne ripreso nel suo memorabile video ("Abbiamo bisogno di crisi, di gravi crisi per fare passi avanti"...) . 
  • Cena a Palazzo Chigi  tra affreschi e stucchi il 27 novembre  del 2014 tra Blair, Renzi, Marianna Madia, Maria Elena Boschi. 
Tony Blair incontra Renzi in parecchie occasioni, per poi comunicare ai quattro venti che è nato un genietto in grado di portare l'Italia fuori dal guado, dotato di idee molto chiare sulle "riforme" utili al Paese. A star is born, dunque. Noi non lo sapevamo, l'ex primo ministro inglese, invece sì. 

Ma ecco un'altra data topica: il 28 maggio 2011, data nella quale JP Morgan pubblica un documento dal titolo "Aggiustamenti nell'area euro", in cui si spiega per filo e per segno come vanno "riformati" i paesi del Sud Europa, tra i quali spicca l'Italia. E' qui che JP Morgan scrive che la costituzione deve essere cambiata. 
Inoltre JP Morgan è stata scelta dal governo Renzi come consulente per la questione della Bad Bank la quale deve farsi carico dei cosiddetti "crediti deteriorati" delle banche italiane in sofferenza, nonché come advisor  per risolvere la crisi della Montepaschi. E qui è facile rilevare un bel conflitto di interessi tra gli specialisti in titoli di Stato che determinano le sorti del nostro debito pubblico. 

Di cosa parlava la stampaglia a proposito delle cene tra Tony "Morgan" Blair e Matteo da Rignano? Di quanto erano carine le  ministre, molto ammirate, considerate le vere star della soirée che facevano alla a Blair come due angeli custodi, delle loro eleganti toilette e del menù. Mentre loro discutono su come distruggere il nostro paese,  va in onda la pornografia dell'informazione. 

25 September 2016

Fatto il Referendum, trovato l'Inganno



Ora avrete capito perché Renzi ha impiegato così tanto tempo per indire una data referendaria che, mentre scrivo, è ancora incerta. Adesso è tutto chiaro: tenere per sé la carta della data significa esacerbare gli animi, farsi una bella campagna referendaria in tv sulle reti Pd1, Pd2, Pd3 unificate,   senza i debiti contrappesi (la par condicio);  e dulcis in fundo taroccare pure il quesito referendario, secondo modalità suggeritegli direttamente da Soros (vedere questa intervista al Corriere, risalente al 21 luglio scorso) e dalle banche.

Ecco comunque il quesito fasullo espresso nella scheda fac-simile in alto. "Vero che il quesito riproduce fedelmente il titolo della legge costituzionale approvata dalle Camere, ma correttezza avrebbe voluto che si usasse il metodo della specificazione dei contenuti, come previsto dall’art. 16 L 352/70. Così com’è il quesito da un informazione non corretta e manipolata" (fonte Scenari Economici)..
Inoltre...

A parte le disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, che ci può stare (anche se in effetti più che superarlo hanno creato un bicameralismo incasinato…) e la dichiarazione di ridurre il numero dei parlamentari, senza badare alla qualità di quelli che mettono in sostituzione, la parte vergognosamente falsa è quella che afferma che le disposizioni sono per “il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni”: qui si parla in pratica di una riduzione del 8% delle spese del Senato, ovvero lo 0,06% delle spese totali dello Stato. Parliamo di un risparmio, al lordo delle minore entrate fiscali di 79 milioni di euro, al netto di 49 milioni di euro, su un bilancio dello Stato di sole spese correnti per il 2016 stimate in 579 miliardi di euro, come risulta dalla tabella del Ministero delle entrate: (fonte citata).

Ho riportato testualmente alcune spiegazioni tecniche, ma in sintesi è più che evidente come è stato surrettiziamente manipolato questo quesito.  E' come se avessero detto:  «Vuoi tu ridurre il numero dei parlamentari e diminuire i costi della politica?». Alzi la mano chi risponderebbe NO. 
Chiunque, a una simile domanda non può che rispondere SI. Un vero imbroglio, una supertruffa nella truffa allo scopo di non far schiodare Renzi dal suo scranno abusivo. Stiamo in campana perché lui ha fiutato l'aria che tira, aria di pessimi sondaggi che lo danno perdente,  e intende fare una contromossa in anticipo menando  ancora una volta per il naso gli Italiani!

Ma riprendo l'intervista in ginocchio a Soros (intervista che oltretutto non reca firma) di questa estate  per mettere in risalto questo passaggio: 



Cosa pensa dell’ascesa di M5S?

«Sono meno preoccupato di questo. Credo che Renzi sia abbastanza abile – è un politico molto abile – da non permettere che si arrivi a un referendum che lui rischia di perdere. Immagino che modificherà il piano che sottopone al voto dei cittadini, in modo da raccogliere abbastanza sostegno da farlo passare. E questo sarebbe positivo perché il piano attuale ha delle serie carenze e ora Renzi ha un’occasione per modificarlo».


Avete capito ora che significa "modificare il piano che sottopone al voto dei cittadini"? Ecco le sequenze del bidone in atto: 

  1. Dilazionare la data nel tempo e renderla incerta
  2. Contraffare il quesito referendario trasformandolo in una burla giuridica, secondo la ben nota logica di  Monsieur de Lapalisse, espressa nel quesito. 


E non dite che questa è dietrologia e complottismo, poiché scripta manent.



Il Grande Vecchio Burattinaio delle rivoluzioni colorate baltiche, della speculazione sulla Lira e sulla Sterlina,  del colpo di stato in Ucraina, ringrazia per il Gerovital servitogli da Renzino, su un piatto d'argento. Meglio un piddiota oggi che qualche pentastellato domani. Erano tutti figli suoi, dopotutto.

Ma torniamo alla marionetta Renzi. State tranquilli, avrete un giorno solo per votare, magari a ridosso delle festività natalizie quando avrete di meglio da fare,  e con un quesito fasullo privo di ogni consistenza giuridica. 
Ordini  superiori di scuderia: "Immagino che Renzi modificherà il piano che sottopone al voto i cittadini...". 

21 September 2016

Il Terzo Mostro totalitario



Quando alla fine dell'anno 1999 eravamo in procinto di uscire dal Novecento, tutti quanti brindammo con gioia a quel 2000 nella speranza che quel XXI esimo secolo che si apriva, ci portasse  più  gioia,  sicurezza e prosperità di quello che stava per lasciarci. Errore! Mai avremmo immaginato che nel nome della "democrazia", avremmo dovuto sopportare soprusi ancora peggiori di quelli del secolo precedente, che se non altro, nonostante la II GM e i due totalitarismi,  ci ha  pure dato 60 anni di pace, sviluppo e benessere. Che siamo in piena dittatura europea, primo passo verso una dittatura mondiale, ormai lo percepiscono anche i sassi e non solo la buonanima di Ida Magli che lo scrisse nel lontano 2005 . Sospendono le elezioni (Italia e Grecia) mettendo degli uomini-Troika al comando degli stati, nominano degli abusivi di Palazzo meritevoli di aver vinto solo le primarie del loro partitucolo. Quando si degnano di indire le elezioni, ne truccano i risultati (si veda l'Austria); ne congiurano di tutti i colori per impedire la fuoriuscita dalla Ue di un paese come il Regno Unito che pure non era nemmeno nella moneta unica. Udite quest'ultima lurida ammissione di Giuliano Amato che a suo tempo si vantò di aver concorso a scrivere una costituzione europea che doveva essere indigesta e incmprensibile ai più, il Trattato di Lisbona. Beh, ora dichiara che è stato lui a scrivere l'art. 50 del Trattato di Lisbona e che ora può rappresentare le sabbie mobili con il quale impantanare la Brexit.
Un simile disgustoso personaggio in una democrazia sana,  non dovrebbe nemmeno essere degno di circolare liberamente. E invece lo hanno pure eletto membro della Consulta.
Sento parlare con sicumera che questo terzo totalitarismo è di matrice neoliberista. Sì, anche, ma non solo. Sento anche affermare che è di matrice comunista e socialista. Sì, anche, ma non solo. Io questo nuovo Mostro del XXI secolo me lo raffiguro, con due teste di animali apparentemente incompatibili, ma in realtà perfettamente coerenti tra di loro, una specie di Chimera,  il mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi: testa di leone, una testa di capra sulla schiena e la coda di serpente, la quale aggredisce sputando fuoco.


Mercatismo e liberismo

Il 9 novembre 1989 è caduto il Muro di Berlino e con esso la fine del totalitarismo sovietico. Quando avvenne,  tutti festeggiarono e si tennero i concerti dei Pink Floyd, degli Eurythmics e di altre rock band alla Porta di Brandeburgo.
La caduta del Muro, però,  ha dato la stura alla globalizzazione e al mercatismo internazionalista, che è un'altra rivoluzione su scala mondiale. Ha permesso alla Ue di creare e allargare l'area mercantile di Schengen, col risultato che ora insieme ai capitali e alle merci ci sono anche flussi incontrollati di uomini dai vari angoli del pianeta (moldavi, romeni, rom solo dall'Est, migrazioni dal Sud del mondo, da ovest ecc.).


Dopo tale caduta sono subito nati i "transcomunisti", neoconvertiti al mercato unico di un mondo unico. Siamo passati al "from Marx to Market". Del resto fu proprio il duo Giavazzi-Alesina sul Corrierone ad asserire che "il liberismo è di sinistra". Ed è iniziata subito la sarabanda dei predoni, dei predatori, dei sicari dell'Economia e dei mercenari alla conquista del mercato globale.
La base economica di questo nuovo sistema è senz'altro liberista e turbocapitalista. Il mercato col suo allargamento in termini di estensione diventa  non solo una nuova religione, ma l'applicazione di una nuova  teoria dello spazio vitale del nostro tempo: ha bisogno di espandersi, di puntare su alcuni paesi favorendone la crescita, di farne sparire altri secondo una decrescita,  deflazione e recessione programmata, di fluttuare sempre come un arcipelago mobile mosso dalle maree. Tra i miti del mercatismo c'è anche l'idea peregrina che il Mercato possa regolarsi e regolamentarsi da sé. Mai sentita una fesseria più abnorme. Le regole le detta chi conta di più e per ognuna di queste esiste sempre anche il contrario (l'eccezione), per la semplice ragione che regole ed eccezioni o trasgressioni delle stesse, le stabiliscono gli oligopoli e gli oligarchi.
E' questa poi l'essenza della DEREGOLAMENTAZIONE (DEREGULATION): nulla deve mai poter essere certo e l'unica regola è di non avere regole. La privatizzazione di tutto l'esistente (acqua, gas, aziende telefoniche, elettricità, poste e telecomunicazioni, telefonia, spazi un tempo considerati pubblici come aree di parcheggi, suolo, risorse industriali, servizi di pubblica utilità come ospedali, scuole, tratte ferroviarie), rappresenta per il cittadino un esproprio totale, oltre a generargli angoscia e ansia per i mutamenti repentini subiti. Una rivoluzione violenta che toglie certezze e che  stravolge anche architetture, suolo e urbanistica. E' un diktat a cui  non ha nemmeno più il tempo di abituarsi: da oggi è così e voi dovete comportarvi in questo e quest'altro modo. Intanto,  i cittadini vengono letteralmente bersagliati da telefonate commerciali, da fastidiosa pubblicità nelle cassette postali poiché IL DOGMA è, e deve essere:  tutto è  in COMPRA-VENDITA e noi vi offriamo delle vere opzioni (troppe!). E' la liberalizzazione  e privatizzazione del mondo,  Bellezza. E con lei, entra anche la liberalizzazione del Crimine e delle mafie allogene. 
In pratica i risultati di ciò sono sotto gli occhi di tutti: desertificazione dell'industria e dell'agricoltura endogena, caos nei servizi di pubblica utilità, serrate su larga scala nei confronti del piccolo commercio (i dettaglianti), della piccola e media industria, dell'artigianato e della proprietà immobiliare, messa a dura prova da tasse volutamente espropriative.
A questo punto sorge spontanea una domanda: perché il neoliberismo nato in teoria per proteggere la proprietà privata, in realtà mette in discussione e penalizza proprio la figura del cittadino proprietario? Parlo del citizen owner, decantato anche dai repubblicani americani, in riferimento ad esempio alla proprietà immobiliare. 
E' molto semplice. Tutto ciò che resta in casa-famiglia-società-Paese Italia (e cioè in un ambito nazionale e pertanto circoscritto)  deve essere spostato e trasferito sul mercato globale, notoriamente senza frontiere. Deve essere, per usare un termine bancario movimentato anche quando si tratta di "beni immobili". Gli Italiani, unico popolo laborioso e risparmiatore nel mondo dispone della più alta percentuale di possesso case: l'86% è proprietario di una prima casa e il 40%di case vacanze dette seconde case. Un patrimonio immobiliare che passa da padri e madri ai figli, viene considerato rigido e intoccabile, un retaggio del passato. Lo ha fatto capire chiaramente Tobias Piller (allora presidente dell'Associazione Stampa estera in una puntata a Porta Porta) quando constatò con stizza che i tedeschi non possono comprare le nostre case ubicate nei migliori luoghi di villeggiatura, perché noi Italiani abbiamo il pessimo vizio di lasciarle a figli e nipoti. Tutto torna al pezzo: Villaggio Vacanze Italia (s)Vendesi. Impoverendo la nostra società, caricando di elevate tasse immobiliari i cittadini, usando la leva fiscal-usuraia di Equitalia e attaccando brutalmente il risparmio, ecco costringere e coartare gli Italiani a disfarsi delle loro sudate abitazioni, già pagate alle stesse banche mediante i  mutui ipotecari, e alle assicurazioni. Ecco come la casa, da Bene Rifugio, è diventata in fretta Bene Zavorra. Basta guardare i  vari cartelli  con la scritta VENDESI in giro per rendersene conto. 
Sì, ma chi compra? Sciacalli stranieri che dispongono di contante sull'unghia, immobiliari estere, holding finanziarie che se ne stanno guardinghe come sparvieri pronte a  fiutare "l'affare" e a ghermire la facile preda.
L'ultimo degli espropri praticati su larga scala  è l'attacco al risparmio ( sopratutto bail-in, ma anche luridi prodotti tossici e derivati vari immessi negli istituti di credito e chiamati con disinvoltura col generico nome di "prodotti bancari") . Molti poveri cristi della catena del credito cooperativo, credendo di poter moltiplicare i loro risparmi come promisero il Gatto e la Volpe a Pinocchio con i suoi zecchini d'oro da interrare nel'Orto dei Miracoli, hanno abboccato ritrovandosi poi con un pugno di mosche. E' l'eterna storiella del cliente che chiede all'Oste se è buono il suo vino fidandosi del suo parere. Ma nei casi delle piccole "popolari"  ci sono stati pesanti pressioni ricattatorie sui clienti, da parte degli stessi funzionari degli istituti di credito.


Comunismo globale.

Passiamo alla sovrastruttura. Questo nuovo e inatteso totalitarismo comanda, impone, obbliga, intima, decreta, spia in modo occhiuto e intrusivo, entrando nella sfera personale e privata anche in materia di etica, di morale e di costumi sessuali. E mentre promette semplificazione burocratica (secondo le regole del liberismo) si trasforma in realtà in una centrale burocratica claustrofobica da labirinto kafkiano simil-sovietico.
I veicoli principali  del suo pensiero unico sono l'ONU, la Troika, le varie commissioni Ue, le ong, le onlus dei vari oligarchi e magnati (Soros in primis), i partiti della sinistra (ma anche della destra farlocca), i  sindacati e buona parte della chiesa stessa che si è piegata al Relativismo e Nichilismo imperante.
Il suo attacco principale è contro la famiglia, quella famiglia che Marx definiva la prima cellula da cui prende avvio la proprietà privata. E mi rifiuto di aggiungere aggettivi farlocchi come "tradizionale" o "eterosessuale", perché la famiglia da che mondo è mondo, è quella composta da un uomo e una donna che mettono al mondo figli. Un tale modello è stato messa ai margini dalle dottrine dei diritti onusiani secondo i quali chiunque si sogni di mettersi insieme, fa famiglia. Nasce dunque quel disastroso acronimo di LGBT, per indicare che   in nome dell'Uguaglanza, siamo ormai al mercato delle vacche e che due donne possono sposarsi, due uomini pure, due trans anche e che i figli vengono messi al mondo mediante vari tipi di fecondazione in vitro. In ogni caso, la maternità e paternità è stata distaccata dalla sessualità,  per poi essere stata immessa sul mercato (banca del seme, ovociti e altri laboratori Frankenstein dell'eugenetica). Il tutto in nome della cosiddetta "uguaglianza" nelle pur evidenti e inconciliabili diversità. Come è stato possibile tutto ciò? Grazie alla tecnologia, al progresso e all'eugenetica.

Non sottomettersi al mito dell'ineluttabiltà del Progresso tecnologico ad ogni costo, significa quindi passare per omofobi, un termine che è diventata la nuova fatwa dell'era postmoderna.
Nell'era della caduta forzosa dei tabù, conservare una famiglia simile a quella in cui siamo nati, cresciuti ed educati, significa passare per parrucconi, reazionari, omofobi e  l'attacco frontale è tale che oramai siamo al paradosso di Chesterton sulle foglie verdi (spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate).
Altro dogma che è insieme neoliberista e comunista è la libera circolazione degli uomini insieme alle merci e al denaro senza limiti né confini, uomini  che devono avere diritto di abbandono dei loro paesi (la foglia di fico del "c'è la guerra") per occupare i nostri, venir mantenuti e assistiti a casa nostra (i 38 euro al giorno), dar loro assistenza sanitaria mettendo in coda i nativi che hanno pagato i contributi sanitari da una vita; far occupare e degradare i quartieri delle nostre città; lasciare occupare edifici di pubblica utilità. Difendere le frontiere è considerato reazionario, nazionalista (leggi: fascista) ecc. Non accettare brutali bombe demografiche buttate addosso allo scopo di sostituirci, di creare il meticciato, significa essere "razzisti e xenofobi". Accanto a questa serie di epiteti volutamente insultanti, se ne è aggiunto un altro: "islamofobo", in quanto l''islam viene considerata religione di pace che stata "male interpretata". Qui l'ambiguità arriva a dei vertici inattesi: da una parte si paventa il pericolo del "terrorismo islamico" (Isis, islam radicale e salafita), dall'altra si creano attraverso il permissivismo immigrazionista con le navi che vanno a prelevarli sulle loro coste, le condizioni concrete per importarlo in Europa. In ogni caso se da un lato c'è il MRAP (associazione per la correttezza islamica) che vi accusa di islamofobia, dall'altro, si spinge affinché si facciano guerre di religione nel Medio Oriente nel nome della guerra al "terrorismo internazionale". Nel mentre, accanto alla libera circolazione degli uomini detti ipocritamente "profughi" e "rifugiati", penetra anche la "libera circolazione delle confessioni" considerate dal laicismo imperante, da porsi tutte quante sullo stesso piano: sia dai liberal-liberisti che dai comunisti.
Errore madornale! l'islam è una  confessione teocratico-pervasiva incapace di scindere ciò che è politico da ciò che è religioso. Il dogma dell'Uguaglianza  comunista terzomondista (da  quella delle classi sociali, si è passati a quella delle razze, etnie e confessioni) vuol convincerci che una società multicolor e multikulti sia bella, giusta, sacrosanta e crei armonia nell'universo.
E indovinate un po' chi è il principale sponsor di tanto eticismo, tanta morale e moralismo? Nientemeno che le banche e i bankster. Gli stessi che finanziano i cambiamenti di sesso, le banche del seme (notare come si usi la parola banca anche in questo caso) e degli ovociti.
Banche,banche, banche! Ci rapinano il contante, i risparmi , dettano legge in materia di costumi sessuali, ordinano alluvioni migratorie come nuovi Mosé che spalancano e governano le maree, creano money transfer  e società di intermediazioni finanziarie dappertutto.

Mondialismo e internazionalismo

Che c'entrano le banche col Comunismo?- vi chiederete. Molto. 
Fu un manipolo di banchieri (i Rothschild) che finanziò 12 bolscevichi per far cadere lo Zar di tutte le Russie e imporre quel comunismo che durò quasi un secolo (vedere il saggio di Solgenitzin "Lenin a Zurigo"). Fu questa la prima di quelle rivoluzioni "tarocche" su cui si costruì poi tutta l'agiografia delle "masse che si ribellano" alla tirannide, della grande "creatività delle masse" protagoniste della Storia ( il mantra di la Storia siamo noi) quando in realtà furono i loro dirigenti a essere stati debitamente oliati e lubrificati. Ovvio,  le rivoluzioni costano, anche se "proletarie".  E la tiritera delle rivoluzioni taroccate con colori e pittoreschi nomi di piante e fiori continua fino ai nostri giorni.... (rivoluzioni arancioni, rivoluzioni amaranto, delle rose, dei gelsomini, dei cedri ecc.). Come scrisse Vittorio Messori: "Il Vitello d'oro non ama essere aggiogato". Pertanto cerca sempre nuovi pretesti per espandere la sua egemonia e per esplorare nuove aree di mercato da sfruttare. Curiosamente, il capitalismo nella sua fase suprema e l'internazionalismo "proletario" convergono nei loro intenti di espandersi per il mondo. 

Comunismo e liberismo sono in fondo due diverse teste dello stesso mostro. Del resto nella dottrina marxista c'è una componente prelevata di sana pianta dalle dottrine economiche liberiste inglesi  di Adam Smith e David Ricardo, sebbene il marxismo sia più complesso perché il suo autore è tedesco e incorpora nelle sue componenti, la dialettica hegeliana. Ambedue, però, vagheggiano ed inseguono la costruzione dell'homo oeconomicus, i cui bisogni e necessità sono eminentemente materiali e materialisti,  legati all'hic et nunc. Entrambi sono dottrine rivoluzionarie, internazionaliste, materialiste e atee che passano come macchine schiacciasassi sui corpi e sulle menti altrui. 


Eccoci dunque serviti con la nuova dittatura europea, figlia di von Mises (detto altrimenti von Miseria) e di von Hayek e della loro macelleria e darwinismo sociali, coi tagli drastici chiamati "riforme"; ma anche figlia del mai morto Marx e dei suoi "derivati" Lenin, Stalin, Trotzky.   Mi soffermo su quest'ultimo, poiché ha avuto una palingenesi interessante, dato che quei neocon che fecero da pungolo all'amministrazione Bush, fautori della dottrina dell' "esportazione delle democrazia", erano in buona parte dei trotzkisti. Ma George Walker era troppo alticcio per accorgersene. A ben voler riflettere, tale dottrina Bush voluta con forza dalla cricca neocon, è null'altro che la versione più aggiornata della vecchia "rivoluzione permanente" di ispirazione trotzkista. E del resto, dei legami pericolosi tra Trotzky e la finanza di Wall Street di quegli anni, esiste una corposa letteratura sia cartacea che on line.




Il mostro a due teste può essere trafitto

Stiamo attraversando strani tempi, dominati da un singolare totalitarismo simile al citato  mostro a due teste. Tagliare la testa al mostro significa in realtà fare i conti con due teste e magari anche con la sua coda di rettile, mentre sputa fuoco come un drago. Non sarà facile, ma niente dura in eterno,nemmeno il Male.
E' bene capire fin d'ora che in quanto figlio della Finanza, questo nuovo mostro è piuttosto complesso, feroce e assai subdolo da identificare, dato che mentre predica il Bene Comune ci rifila la sua malvagità e doppiezza. E che ci vorranno erculee fatiche per prevalere su di lui. Secondo il mito, Chimera venne uccisa da Bellerofonte che si servì di Pegaso, il  cavallo alato  per poterlo abbattere. Il mito narra dell'Eroe con una lunga lancia con del piombo nella punta.  Il mostro sputò fuoco dalle sue spire e lo fuse, il piombo rovente gli colò fuso addosso  e nelle fauci,  e morì. Mi piace pensare che succederà questo anche a tutti noi. Ma ci vuole coraggio, astuzia e anche l'assunzione di una nuova spiritualità e saggezza (il cavallo alato) capace di renderci più lieve questa temibile sfida.






16 September 2016

Una bella cordata di farabutti!



Ce ne fosse uno buono! Avete sentito che preoccupazione generale nei confronti del referendum? Vogliono tutti quanti un banchetto di nozze per spolpare la carcassa di questo paese. Chiamatelo pure banchetto-Italia. Sembrano quei cattivi  preti dei matrimoni combinati d'altri tempi che ti vogliono per forza fare dire SI anche quando vorresti dire NO. Ma ricapitoliamo.

Obama entra a gamba tesa nella politica istituzionale italiana per il tramite del suo ambasciatore John Phillips sul referendum, che lancia un assist formidabile a Renzi e al SI sulla (contro)riforma (in)costituzionale Boschi. Ci aveva già provato con la Brexit e gli è andata male. Ora ci ritenta con noi. Per essere più certi della vittoria, spedisce in Italia al Nazareno piddiota, un  tal Jim Messina che è da questa estate che spiega a Renzi le strategie del volontariato politico fatto  porta a porta con migliaia di attivisti. Jim Messina non ha portato fortuna a Obama per la Brexit, ma si sa che gli Inglesi sono gente tosta e per loro ci vuol altro che uno spin doctor da strapazzo. Ci prova qui da noi, dove il concetto di dignità nazionale è assai più sfumato. La diplomazia statunitense ha fallito con la Siria, e manifesta resa alla Russia di Putin.  Mostra, invece il suo accanimento contro l'Europa e contro l'Italia in particolare, perché teme che gli sfumi il controllo dell'area mediterranea.

Intanto l'agenzia di rating FITCH ha detto che è pronta a declassarci se dovesse prevalere il NO. Senza contare le minacce nemmeno troppo larvate e i ricatti di Goldman Sachs di cui ho già  avuto modo di mettere il link ( è d'obbligo aprirlo, perchè ci sono sorprese anche in relazione a MPS). Idem J.P. Morgan.
Marchionne dice che lui non ha nemmeno bisogno di leggere il testo della riforma Boschi perché intanto darà il suo SI. E da ultimo, si è aggiunta anche la Merkel per non  essere da meno, perché la prosperità dell'Italia, fa la prosperità della Germania. Soprattutto.
La Confindustria dirà SI, perché a suo dire, Sì vuol dire  più PIL e ripresa. Renzi promette altri 80 euro, pardon, bollette più leggere in caso di vittoria del SI. Non sa più come fare per  piazzare le sue pentole-patacca  totalmente prive di coperchi.

Renzi fa il ruffiano con l'ambasciatore americano John Phillips e con Kerry


Tutti quanti vogliono celebrare il banchetto di nozze con il SI. Lo richiedono (anzi, lo ordinano) "gli investitori stranieri". Ovvero gli sciacalli delle bische finanziarie. Gran bella cordata di farabutti!
Ma soprattutto, è la dimostrazione pratica che siamo messi sotto tutela, manipolano l'economia e siamo aperti alle turbolenze della peggior speculazione e dei più infami ricatti. .


Intanto, però Renzi si rifiuta di fissare una data di consultazione referendaria, ha commissariato le tre reti RAI ai suoi capricci e in pratica, sta facendo una lunga ininterrotta campagna elettorale in esclusiva, senza uno straccio di vero contradditorio. Blatera in assolo, sputazza, urla, ordina e intima come quando e quanto vuole, e al massimo si sente  ogni tanto parlare Brunetta o parlano  di Parisi (ovvero  di un emerito sig. Due di Briscola) che deve creare un nuovo "polo moderato". Oppure parlano della fronda interna dalemiana del Pd. Questi sono gli attuali tiggì a reti unificate.
Opposizione? Non pervenuta. La Rai censura dissolve, sfuma il malcontento, resetta le proteste sempre più frequenti e numerose dei cittadini. Siamo arrivati al punto più basso della storia. Ma quand'è che basta? Soprattutto, quando si passa alla controffensiva?

I burattinai sovranazionali d'Oltreatlantico, ringraziano l'Abusivo di Palazzo per i numerosi servigi fin qui resi, e per quelli che renderà. E sapete come si comportano coi cittadini? Ci minacciano in casa nostra e ci danno avvertimenti mafiosi. Attenti a voi: da un  premier figlio di Troika, vi spediamo direttamente Mamma Troika. Anzi, Mammona. 
Perfino Mattarella, la Mummia sicula è stata finalmente costretta a parlare a fronte di tante ingerenze, pesanti condizionamenti  e interferenze americane. Discorsi alla camomilla matricaria, certo, e avrebbe potuto e dovuto chiedere l'allontanamento dell'ambasciatore Phillips. Ma noi non disponiamo di politici  decisi,  dignitosi e coraggiosi.


Non facciamoci intimorire e votiamo un bel NO. Peggio di così non potrebbe andare. Chiedetelo ai neo pensionati. Niente liquidazione per due anni: se le intasca il pappoStato, con annessi interessi. Chiedete a tutti i miracolati del Job's Act. Chiedete e informatevi su quella riforma pensionistica ad uscita anticipata che ingrassa le banche. Cosa abbiamo da perdere?


12 September 2016

Gli gnomi di Bruxelles fingono di rimproverare Barroso-Goldman




Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da rotolarsi per terra dalle risate. L'avete sentita l'ultima sul risveglio dell'ubriacone Jean-Claude Juncker? Dopo essersi svegliato da una delle sue  proverbiali sbornie colossali, ora vuole correre ai ripari sul suo predecesseore José Manuel Barroso. Come? Con l'attivazione di un "comitato etico" per verificare se ci siano conflitti di interesse da quando l'ex eurocommissario portoghese è passato a fare il presidente esecutivo di Goldman Sachs l'8  luglio scorso.


Uno speciale comitato etico della Commissione Ue analizzerà il contratto dell'ex presidente della Commissione Josè Manuel Barroso con Goldman Sachs, per verificare che non vi sia conflitto di interessi. Il segretario generale della Commissione ha scritto a Barroso chiedendo copia del contratto. Lo si apprende da fonti europee. 
E' questo il laconico comunicato dell' ANSA


Colpita da cotanta dovizia di dettagli (la stampaglia è sempre molto sbrigativa laddove si sente odore di bruciato) ho voluto vederci un po' più chiaro e vengo a sapere che ...

Detto "comitato etico ad hoc comprende tre membri: un anziano giudice olandese della Corte di Giustizia, un socialdemocratico tedesco anziano membro del Parlamento europeo e un anziano alto responsabile austriaco della Commissione Ue" (fonte Le Monde).

Insomma, detta fuori dalla langue de bois del quotidiano francese, una sorta di Triumviro di Probiviri messo in piedi dalla stessa Ue per gettare un po' di fumo negli occhi allo scopo di riconquistare prestigio dopo Brexit.
E udite udite! "Secondo i trattati dell'Unione, gli anziani commissari che non si comportano con integrità nelle loro  assunzioni di funzioni dopo aver lasciato quelle precedenti, possono essere privati dei loro diritti alla pensione" (stessa fonte).
Beato a chi ci crede!

Tutti gli  Uomini d'Oro di Goldman (per saperne di più, ingrandire l'immagine)


Chissà che paura avrà il Portoghese Volante! Soprattutto, da che pulpito provengono i rimproveri! La costruzione Ue è fatta soprattutto di un sistema di porte girevoli con lobby e con potenti banche d'affari internazionali, e se queste ultime non possono più intrufolarsi nelle loro politiche per dettar legge, allora questa manica di parassiti  a loro libro-paga, se ne va tutta  quanta a casa.
Pensate un po' a tutte le porte girevoli praticate e bazzicate da Mario Monti, tanto per fare un esempio a noi vicino. Per non dire di quel Peter Sutherland, uomo Goldman, uomo BP, uomo Ue e ora uomo ONU, di cui ci siamo già occupati in un paio di  post. In ogni caso l'immagine degli Uomini d'Oro di Goldman Sachs é qui sopra. Davvero una bella rassegna! 

In una lettera pubblicata domenica 11 settembre (data fatidica) J.C. Juncker spiega infatti di aver chiesto al suo predecessore, a cui è succeduto da due anni, di "chiarire" il ruolo che avrà in quanto consigliere speciale Brexit presso la banca d'affari americana Goldman Sachs, per assicurarsi che le sue "nuove funzioni" siano compatibile con i trattati Ue. Come è noto Barroso fu presidente della commissione Ue nel cuore di quella crisi (dal 2004 al 2014) che ha strangolato migliaia di persone degli stati membri.


E Goldman Sachs è stata proprio la banca che ha fatto truccare i conti della Grecia, facendola entrare nella Ue, con tutte le conseguenze disastrose che ben sappiamo. La stessa G&S ha venduto tra il 2005 à 2007 quei subprime convertiti in prodotti finanziari tossici.
Ma per José Manuel Barroso,  lavorare per Goldman rappresenta una "sfida stimolante". Parole sue.



Video di Barroso quando faceva il barricadero maoista a Lisbona. Da Mao, passando per la commissione Ue, a Goldman Sachs.

09 September 2016

Tutti sigillati tranne noi



Non posso darmi pace: tutti si blindano tranne noi. Tutti corrono ai  ripari per difendersi, ma non noi. Tutti sigillati, mentre l'Italia è sempre più territorio di scorribande. Londra pagherà 2,7 milioni di euro per costruire una barriera di cemento lungo l’autostrada che arriva a Calais, già chiamato "La Grande Muraglia di Calais". I lavori inizieranno a giorni col consenso di Teresa May. L’opera ultimata fermerà, secondo le intenzioni britanniche, i clandestini che cercano di salire a bordo dei camion diretti in UK. Ennesimo muro in territorio europeo che si aggiunge alla “barriera” di 175 chilometri tra Ungheria e Serbia e che costerà un forte investimento per le casse della City londinese. Immediate le polemiche, Kate Gibbs, direttrice della Road Haulage Association, la lobby degli autotrasportatori: "Scandaloso spreco di denaro pubblico". I lavori inizieranno già  a partire da questo mese, come annunciato ieri ai media il ministro dell’Interno britannico Robert Goodwill. La barriera, che sarà alta 4 metri, sarà finanziata dalla Gran Bretagna e servirà ad impedire che i clandestini salgano a bordo dei camion diretti in Inghilterra lungo l’autostrada che porta al porto di Calais, in Francia. I lavori dovrebbero terminare entro la fine dell’anno, Goodwill ha affermato: «Dobbiamo rafforzare la sicurezza del porto, la barriera che c’è ora non è abbastanza e per questo costruiremo il muro». Nei pressi di Calais sorge il noto campo profughi detto «La Giungla» dove stazionano migliaia di  immigrati in attesa di superare la Manica e approdare in UK.
Li avete sentiti ai microfoni del TG? Assumono minacciosi atteggiamenti di sfida contro un paese reo solo di volersi preservare. "Il Muro non ci fa paura". "Entreremo lo stesso"..."Passeremo dalle campagne evitando l'autostrada"(si riferiscono alla famigerata A16). "Abbiamo il diritto di ricongiungerci coi nostri familiari". Diritti, diritti, diritti...
Ma che effetto farebbe se noi decidessimo di lasciare il continente europeo per trasferirci  armi e bagagli, tutti in massa nei loro paesi di provenienza invadendoli ex abrupto come loro fanno  con noi? 

 A sostenerli ci sono i soliti "no borders" versione immigrazionista dei vari no Tavini, dei vari "vietato vietare" e "disobbedienti", dei soliti fancazzisti parassiti dei centri sociali, delle ong e onlus onusiane, buona parte delle quali mobilitata da Soros. Arrivano perfino a mettere tronchi d'albero  lungo il percorso dei camion per obbligare i conduttori a fermarsi e a imbarcare i clandestini. Siamo con ogni evidenza, circondati da farabutti globali, tenuto  conto che un tronco può anche provocare incidenti mortali.




Frattanto in Ungheria, Orban annuncia di voler raddoppiare  quella barriera di 175 km e 4 metri di altezza al confine serbo. A partire dagli anni '90 hanno iniziato a erigere le barriere di Ceuta e Melilla (rispettivamente di 8, 2 km e di 12 km), sono state le prime a essere state innalzate per bloccare il flusso dall'Africa Occidentale. Si  tratta di doppi reticolati dotati di telecamere, presidiati giorno e notte dalla guardia civil spagnola e dalla polizia marocchina.
Anche quella balcanica è una regione dotata di muri e barriere. Il primo è  stato eretto  in Grecia nel 2011 lungo il fiume Evros per impedire il passaggio dei profughi dalla Turchia. La Bulgaria nel 2013 ha avviato la costruzione di una barriera per chiudere definitivamente alla Turchia.
E da ultimo, la barriera in  Macedonia nel 2015 per bloccare l'emorragia di transfughi dalle sponde elleniche.

Avanti così e l'Italia resterà col cerino in mano e con moltitudini incontrollate che faranno esplodere gli animi sempre più esacerbati degli Italiani.  
Il motivo di questa controtendenza? E'  evidente che la Paneuropa (ovvero il progetto di meticciato propugnato da Kalergi) deve poter continuare laddove esiste un ventre molle. E il ventre più mollaccione si trova da noi coi nostri governanti  venduti che si prestano a trasformare il nostro paese in un'anticamera di contenimento immigrati che poi dovranno sparpagliarsi ed espandersi  in giro per il  continente europeo. 
Ma non è detta l'ultima parola e il duro atteggiamento tenuto dai  paesi qui citati, lascia ben sperare. Ovviamente il vero nodo del problema nel futuro consisterà nel fermare le migrazioni nei loro paesi di origine e le barriere, per il momento, sono solo una deterrenza. Deterrenza sacrosanta e necessaria, però.

05 September 2016

La Caduta della Culona




E' solo l'inizio e dovremo soffrire ancora . Però si vedono notevoli segni di insofferenza nei confronti di questa Europa. Dopo la Brexit, ecco la caduta della Culona in Pomerania, la sua regione. La botta (e che botta!) gliel'ha assestata il partito identitario Alternative für Deutschland.
Il sito dell’autorevole quotidiano Sueddeutsche Zeitung vede in queste elezioni un «massacro con la sega elettrica» che ha tagliato i consensi di tutti i partiti, tranne che l’Alternative. Cerca di recuperare terreno la Kulona, e allora in merito alla questione dei "migranti", rassicura:  “da un lato ci prendiamo la responsabilità umanitaria, inclusa l’integrazione. Dall’altro mettiamo in chiaro che coloro che non hanno diritto di rimanere, devono lasciare il nostro Paese”. Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte. E' tardi, Frau. Non sente forse che spira già un venticello favorevole di libertà da questa fogna di Ue? 
Solitamente la Frau non parla mai di politica interna quando si trova nei consessi internazionali. Stavolta invece al G20 in Cina, non si è fatta pregare ed esprime tutto il suo malcontento. 

Tra non molto l'Ungheria andrà alle urne per dire sì o no alla ripartizione di quote di "profughi" decisa dall’Ue e si prevede un risultato plebiscitario contro Bruxelles. Nello stesso giorno, il 2 ottobre, gli austriaci ripeteranno il ballottaggio presidenziale e ci sono ottime  probabilità che a prevalere sia il leader del Partito delle Libertà (FPO) Norbert Hofer. Negli Stati Uniti, Trump sta recuperando gran parte dello svantaggio su Killary Clinton, la pazzoide spiritata. In Francia si vota tra meno di un anno e Marine Le Pen sembra destinata ad approdare al ballottaggio. Negli altri Paesi europei i partiti tradizionali  di centrodestra e di centrosinistra soffrono la concorrenza di liste identitarie che i media mainstream chiamano "populisti" o di "ultra-destra". Non parlo dell'Italia perché qui le cose sembrano non cambiare mai o molto lentamente. E perché non considero i 5 stelle un partito identitario in grado di fare i nostri interessi nazionali. 

" Il risultato di ieri, dunque, rappresenta un test per la popolarità di Frau Merkel: popolarità in calo a causa soprattutto della crisi dell’immigrazione, tanto che se tra pochi giorni il flop dovesse ripetersi nella città-regione di Berlino c’è chi dice che potrebbe essere messa in discussione la sua stessa candidatura. Il peso della sconfitta personale per la Cancelliera è amplificato anche dal fatto che il Lander in questione è considerato una sorta di patria politica: situato nella ex Germania Est, fornisce oggi il «sentiment» nelle terre un tempo comuniste. Proprio qui infatti stanno prendendo piede più velocemente le formazioni euroscettiche che, soprattutto, mettono in discussione le politiche sull’immigrazione ma anche le scelte in politica economica che nascono di conseguenza: lo dimostra il fatto che in questa regione sono ospitati solo 23mila profughi su circa un milione e 800 mila abitanti, molti meno che in altre zone." (fonte: Il Tempo).

Un fotomontaggio della Merkel "islamizzata"


Certo, meno che in altre zone, ma con gente più sveglia, più motivata, e dato che a Est sono più poveri di quelli della Germania Occidentale, non hanno alcuna intenzione di farsi portare via quel poco che hanno conquistato dopo la Caduta del Muro con l'unificazione. Questo, tenuto conto che le migrazioni selvagge penalizzano sempre i ceti più deboli.

Inutile sottolineare la mia ennesima riprovazione per il nostro Abusivo di Palazzo. Poteva giocarsi la carta della "tregua migratoria" a causa del grave emergenza-terremoto e prendersi almeno una moratoria, e  invece si accolla (o meglio accolla sulle nostre spalle) la doppia grave emergenza: i terremotati e le ondate migratorie. Quasi come se il cataclisma su 4 regioni, dovesse servire a coprire l'altro cataclisma, quello che viene dal mare.  Un omiciattolo abominevole. 

01 September 2016

C'è chi dice NO



Le pagine rovinose  dedicate al terremoto ci nascondono una triste verità: la politica, o meglio, la mala politica va avanti lo stesso e il popolo viene distolto dall'agenda galoppante, in forza delle calamità. Ho ascoltato questa estate Vladimiro Giacché del comitato del referendum per il NO che sta facendo la sua campagna di proselitismo insieme all'ANPI. Ma perché abbiamo permesso di farci portare via la moneta,  il lavoro, gli assetti industriali, l'articolo 18, per poi svegliarci solo ora quando intendono riscrivere la Costituzione, che è un po' come l'ultima foglia di fico, quando si viene già spogliati di tutto? E' quanto gli ho chiesto. Della serie, cari sinistri pro-Costituzione, vi svegliate solo ora? Ovviamente non è affatto come sostiene qualche guitto "la più bella del mondo", ma è nostra e va difesa in quanto tale, in quanto è pur sempre lo statuto di una nazione nata sovrana. E pertanto dà fastidio a JP Morgan e a Goldman Sachs che la vogliono resettare. Le banche non hanno più bisogno di democrazia e non sanno come fare per farcelo capire in tutti i modi.
La compagnia del No, è variegata e  trasversale, pertanto non possiamo andare troppo per il sottile: keynesiani alla Bagnai e alla Giacché, quelli di Micromega, alcuni settori della Magistratura, la stessa ANPI, spaccata in due tronconi (i partigiani più tradizionalisti dicono NO e la Boschi rosica), il  Fatto travagliato, il M5S. Poi Forza Italia, la Lega, Fratelli d'Italia. Così funzionano di solito i referendum: con le combriccole più eterogenee che fanno un pezzo di cammino insieme. Non si può fare gli schifiltosi se si vuole vincere e dare una spallata a Renzi, che inventerà  di certo nuovi stratagemmi per non schiodarsi. 

E comunque la "controriforma (in)costituzionale" Boschi-Renzi è talmente una porcata incomprensibile, un tale obbrobrio giuridico che è meglio lasciare le cose come sono. Qui il testo originale sulla Gazzetta Ufficiale, per chi volesse prenderne visione. Non c'è un impianto giuridico, non c'è una corretta prolusione, non c'è nessun corollario, non è ispirato ad alcuna filosofia del diritto, non c'è nessun abbozzo di narrativa che catturi menti e cuori...Nulla di nulla. Ovvio che tra il Nulla e qualcosa è bene tenerci quel "qualcosa". 

Le mie otto ragioni per dire NO, le ho già espresse nel post del 1 giugno scorso alla vigilia della festa della Repubblica.
Qui ce ne sono altre 10 (dieci).  scritte a caratteri grandi. Non sarà forse un referendum a cambiare definitivamente le cose ma i giornali finanziari britannici come il Financial Times, già entrano in fibrillazione. E  dopo il Financial Times anche il Wall Street Journal lancia un assist a Renzi e ai sostenitori del Sì al referendum. Insomma, dopo l’aiutino inglese, arriva pure quello americano. La tesi di fondo è la stessa: un’eventuale vittoria del NO in Italia avrebbe per l’Europa effetti più devastanti della Brexit. Ma guarda un po'!
E questo perché la vittoria del No al referendum creerebbe un clima di instabilità molto grave in quella che rimane, nel bene e nel male, la terza economia (ancorché disastrata) dell’Unione europea. Gli effetti negativi sull’euro sarebbero inevitabili e tutta l'Eurozona potrebbe entrare in affanno con conseguenze non facilmente prevedibili oggi, ma certamente negative. E' della stessa idea anche Marchionne. Non entra nel merito né nel dettaglio (non ha tempo di leggere il testo-porcata poverino!),  ma dichiara, a macerie di terremoto ancora fumanti, che occorre votare SI, perché lui è uno che bada alla "stabilità". Parola di vero "patriota"  che viaggia con parecchi passaporti, fa affari d'oro all'estero e che ha fatto pagare fior di perdite Fiat agli Italiani. 


Beh, sinceramente mi paiono  tutte buone ragioni per votare un NO grande e grosso come una casa. 

E badate bene a non farvi ingannare dalla parola "riforma" come fosse qualcosa di buono, di giusto, di razionale e di positivo. Le vere riforme aggiungono qualcosa all'esistente, non sottraggono ulteriormente democrazia e  forme partecipative ai cittadini. Siamo alla solita ingannatrice neolingua orwelliana, basata sul bipensiero.