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30 November 2015

Se la Turchia entra in Europa

Da un mio post del 20 settembre 2006 dal titolo "E adesso...fuori la Turchia dalla Ue". 

Ai tempi in cui era ancora cardinale, Joseph Ratzinger parlò chiaro contro l'ingresso della Turchia in Europa. E giustamente. Oriana Fallaci, dedica una buona parte della sua auto-intervista a farsi delle domande e a darsi delle risposte sul perché la Turchia non deve entrare nell'Ue (suo ultimo libro "L'Apocalisse). Nell'Ue, la Turchia non la vuole nemmeno Ida Magli ( la quale, addirittura, non vorrebbe nemmeno l'esistenza di una Ue). Poi ci sono alcuni elementi che, ai superstiziosi e agli scaramantici, NON dovrebbero fare optare per l'ingresso turco: ben due papi minacciati di morte. Papa Wojtyla venne ferito gravemente e per poco gli costò la vita proprio per mano del turco Ali Agca, e la Turchia invece di favorire le indagini, cercò di osteggiarle con il teorema del solito "pazzo".
Papa Benedetto XVI, deve proprio alla Turchia (oltre che ad Hamas nei territori) la scintilla che ha attizzato l'oscena Jihad della Mezzaluna messa in piedi contro di lui, l'indomani del suo discorso a Ratisbona. E ora ad Ankara minacciano pure di arrestarlo, se viene in visita per novembre. L'anno scorso a Trebisonda c'è stato un assassinio a sfondo religioso: don Andrea Santoro, il quale perse la vita per mano di un fanatico musulmano, caricato d'odio per l'affaire vignette danesi: come se le vignette le avesse disegnate il povero sacerdote. Ma vai a far ragionare questa gentaglia!
In quell'occasione la nostra classe politica cercò di minimizzare l'assassinio a sfondo religioso, per paura di ostacolare i cosiddetti "buoni rapporti" con Ankara. Sono tre importanti accadimenti che ci fanno capire che dalla Turchia finora, non ne abbiamo ricevuto che del Male.
RecepTayyip Erdogan chiede al Papa che si inginocchi davanti ai suoi muezzin dai berci sgraziati solo per aver tenuto una dotta lezione (Lectio Magistralis)  che nemmeno lui si mai è preso la briga di leggere. 

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Questo ieri. E oggi a distanza  di quasi dieci anni

Le cose vanno addirittura peggio. E  ragioni per non volerla in Europa, ce ne sono ancora più di ieri. Dopo essere stata tenuta fuori dalla porta dal 1962, sembra che ora gli eurocrati abbiano fretta di accoglierla nel consesso. Proprio ora che la governa un leader come Erdogan,  capo di un partito islamico confessionale. In Turchia ammazzano i Curdi, e  più in particolare si uccide il Capo degli avvocati curdi, incarcerano i giornalisti,  abbattono un aereo russo uccidendone uno dei piloti, scaricano bombe umane di profughi sulla Grecia nelle isole Sporadi, hanno un bel contenzioso con Cipro,  mantengono il muro di divisione con la parte greca dell'isola senza che da Bruxelles, si levi un solo  "beh" come invece fanno istericamente con Orban il quale ha il solo torto di difendersi dalle invasioni migratorie;  finanziano e aiutano i terroristi dell'Isis in Siria e Iraq, il figlio di Erdogan, Bilal, fa  addirittura l'intermediario di compra-vendita del petrolio Isis... E la Ue cosa fa? Li premia pure. Bene, bravo, bis!

Il summit del 29 novembre sull'ingresso della Turchia in Ue

L'Europa è morta perché afflitta da un gravissimo cupio dissolvi. Oltre a ciò c'è lo  stanziamento di  3 miliarducci, pagati con i nostri soldi "per la gestione dei profughi" (Erdogan ne pretende di più e questi sono solo una tranche d'acconto). Abbiamo ben visto come li ha gestiti finora! I media mainstream (Corriere in testa)  si limitano a dare la notizia asciuttamente e   acriticamente del summit appena avvenuto ieri 29 novembre, senza batter ciglio. Non un commento di contradditorio, non un dissenso. Eppure il 29 novembre sarà considerato una data storica. Il famigerato capitolo 17, quello relativo all'ingresso formale della Turchia in Europa, è previsto nel nuovo summit del 14 dicembre. Che è domani.
Ma perché tanta fretta?

La Nato ha bisogno di estendere le sue piattaforme belliche, in caso di un possibile conflitto con la Russia, eventualmente cacciata dai suoi presidi siriani e di una Siria fatta implodere e ridotta a spezzatino da bande jihadiste.  Ankara si è mostrato un fidato cane da guardia. Gli Usa vogliono mantenere costantemente l'Europa sotto il suo tallone di ferro anche attraverso spese pazze militari, migrazioni selvagge, sanzioni commerciali che la penalizzano (vedi le recenti contro la Russia), trascinandola in guerre e guerricciole contro i suoi stessi interessi. Oltre a ciò, c'è l'incompatibilità a carattere etnico-confessionale che grava soprattutto sulla convivenza pacifica dei cittadini europei, a fronte di una religione fanatica e pervasiva.
Resta da capire perché in Europa nessuno si sveglia e si ribella.

25 November 2015

Turchia, l'ambiguo agente provocatore




Ci mancava anche l'abbattimento del jet russo, per completare il desolante teatro di destabilizzazione mondiale nel quale siamo immersi! Putin al G20 ha parlato chiaro e tondo: ci sono 40 stati che direttamente o indirettamente foraggiano il sedicente "stato islamico" (Isis, Is o Isil o Daesh o come vogliamo chiamarlo). Ecco perché non se ne viene a capo. Ieri verso le 9 di mattina è stato abbattuto un aereo russo da parte della Turchia. Oltre a ciò hanno abbattuto anche l'elicottero che cercava di prestare soccorso ai piloti. Un video raccapricciante che non si sa se vero o falso, come spesso avviene nei teatri di guerra, mostra il volto di un pilota sfigurato e il suo cadavere martoriato. Maramalderie feroci a scopo propagandistico ma anche avvertimenti ai russi, da parte di cosiddetti "ribelli moderati" (ovvero quelli anti-Assad sostenuti dalla Casa Bianca).

Erdogan ha gettato la maschera e si conferma il doppiogiochista per conto della Nato. Immediata,  la solidarietà di Obama che parla del suo "diritto a difendersi". Difendersi da chi? dai russi cattivacci?  Non entro nel merito se fosse vero o meno che la Russia abbia (anche se per pochi secondi) sconfinato dalla sua fly zone. Ma sulla contromossa della Turchia e sulla sua viscida ambiguità del "pugnalare alle spalle" (come ha affermato lo stesso Putin). Che ora parla di "tragiche conseguenze" circa il gesto di Erdogan che con ogni evidenza non rimarrà impunito.  A quanto pare l'alleanza contro il terrorismo islamico dell'Isis, si sta sfaldando sul nascere e il Califfo brinda a bicchierate d' aranciate (se è vero che non bevono alcolici) alla faccia degli "alleati".
Ma poi che razza di "alleato" può essere uno come Erdogan che accetta di far transitare le milizie del califfato (si parla di 30-40 mila)  sul suo territorio? Che compra petrolio dall'Isis, foraggiandolo? Uno che combatte i curdi nel timore che possano essere incisivi nella lotta anti-Isis? Che teme come il fumo negli occhi l'attivismo di Mosca per paura di non potersi espandere in Siria secondo i suoi piani dei neo Ottomano? Uno che usa profughi e immigrati come bombe umane contro la Grecia e conseguentemente a ciò contro l'Europa tutta, incrementando la destabilizzazione?


E' costretto ad ammetterlo perfino il falco repubblicano Luttwak che il sultano di Ankara è meglio averlo direttamente come "nemico" che come "alleato",
E tuttavia non  va dimenticato che esiste l'art 5 del Trattato Nato, secondo il quale uno dei paesi membri aggrediti può richiedere l'intervento armato degli altri paesi membri dell'Alleanza.
Questo in caso di eventuali ritorsioni russe su Ankara. I quali russi ora hanno allineato la loro flotta al largo della Siria.  Erdogan, col suo avventurismo di pirata turco,  si conferma un vero e proprio agente provocatore per conto "terzi", un guerrafondaio in cerca del  pretestuoso "casus belli".

 Venti di guerra? Per chi  si ostina a non volerla vedere, la guerra esiste già. Ed è  alle porte di casa


22 November 2015

Lo ius soli va fermato




Non è da oggi sulla scia emotiva degli attacchi terroristi che la sottoscritta è contraria allo ius soli. Già nel 2006  (e perciò in tempi non ancora sospetti) feci un post al riguardo, optando per il mantenimento dello ius sanguinis con la segreta speranza che i nostri governanti non dessero fino in fondo,  prova della  loro distruttività nel far  approvare una legge sulla  cittadinanza breve.
 Come è noto il testo è passato alla Camera il 13 ottobre scorso con 310 sì, 66 voti contrari e 83 astenuti. Tra questi i deputati M5S. Con vive proteste della Lega in Aula, aderente al fronte del NO. Le nuove norme si applicheranno anche ai 127mila stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato il limite di età dei 20 anni per farne richiesta. Non avevo dubbi che i grillini, veri e propri gatekeepers,  fungessero da  stampella compiacente del Pd. E difatti hanno fatto passare il testo, mediante l'astensione. 

Qui i contenuti  del testo. Dopo l'approvazione alla Camera il nuovo testo presentato dal Pd passerà al Senato, vedremo con quali esiti. 

"Sono un norvegese di nome Mohammed" mi capitò un po' di anni fa di leggere sul forum del sito americano di Daniel Pipes, il cui post aveva per titolo "Too many mosques!" (Troppe moschee!). Naturalmente il "norvegese" pretendeva nuove moschee ad Oslo  e non era di certo un vichingo dagli occhi azzurri, dedito alla  tranquilla pesca del merluzzo tra i fiordi scandinavi.
Abdelhamid Abaaoud detto il Belga

In questi giorni drammatici e violenti  è balzato alla cronaca nera, una delle menti degli attentati di Parigi un tal Abdelhamid Abaaoud, marocchino di seconda generazione detto "il Belga". Come tutti hanno potuto vedere "il Belga" andava e veniva dalla Siria, attraversava indisturbato il continente europeo, ne combinava di tutti i colori (compreso lo spaccio di droga) nell'indifferenza di "quelli che...Schengen", fior fiore dell'armonia, pace e prosperità europea, anima stessa di una  Ue senza limiti e confini.  
Voglio sottolineare che anche l'attentatore degli attacchi terroristici della metropolitana a Londra nel luglio del 2005 era un "British". Solo in un secondo tempo,quando si dovettero fornire più dettagliate generalità si descrisse il "Britannico" come un ragazzo pakistano di seconda generazione. Sono fatti tragici e inquietanti che dovrebbero far capire una volta per tutte, una scomoda verità: l'integrazione è una bufala. Tuttalpiù, è un'aspirazione la cui realizzazione è riservata a pochi ingressi e non a fiumane di migrazioni incontrollate.

La tanto decantata società multiculturalista crea solo caos, tribalismo (i casi Kabobo o la Banda sudamericana del Machete che ha amputato il braccio di un bigliettaio)  e decomposizione sociale. Non c'è sociologo e antropologo attento e onesto  che non ve lo confermi. Non sarà, pertanto, un pezzo di carta relativo a  "residenza e cittadinanza" che può far sentire "italiano" chi proviene da etnie e culture profondamente lontane,  diverse e incompatibili con la nostra. 

Va pertanto fermata al Senato la nuova legge sullo ius soli. E se per caso dovessero mettere insieme i numeri a causa di franchi tiratori, gatekeepers e traditori vari, per farla passare, allora i cittadini promuovano una raccolta di firme per un referendum abrogativo..

Ma chi ha interesse a far passare queste leggi unitamente a migrazioni senza limiti e confini? Ecco qualche nome di oligarca importante: 

Peter Sutherland, della BP Petroleum, uomo di Goldman Sachs e presidente del Forum Globale per Migrazioni e Sviluppo: "Dobbiamo disinnescare l'omogeneità delle nazioni"

Philippe Legrain ex consulente economico di José Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, consigliere del WTO : http://www.ilpost.it/2015/05/08/immigrazione-europa-legrain/

E naturalmente il Rapporto ONU sull'invecchiamento della popolazione europea e la necessità di sostituirci:
http://www.un.org/esa/population/publications/migration/execsum.pdf

Da costoro (e dai loro servi Ue e italiani), i cittadini onesti potrebbero sentirsi accusare di "razzismo" e "xenofobia", solo perché osano intralciare i  loro piani oligarchici. E che interessi! A loro fruttano; viceversa, noi andremmo incontro ad estinzione certa. Questione di interessi...ehm... "divergenti". 

18 November 2015

Allonsanfan...




In questi giorni  di "guerra al terrorismo internazionale" viene voglia di tirare una scarpa contro la tv da tante se ne sentono. Non va meglio con radio e giornali. Siamo attorniati da una retorica nauseante che rimbomba dappertutto. Anche gli stadi italiani di cittadelle minori dove giocano squadrette di serie C si sgolano e si spolmonano a intonare  la Marsigliese.  Allons  enfants de la Patrie di qui, allons enfants di là...colori blu, bianco e rosso proiettati in ogni stadio e su ogni edificio, la Tour Eiffel in tricolore, coccarde, spillette, segni indiani in blu sul volto:  Allez les Bleues! 
E' proprio vero che la patria è l'ultimo rifugio delle canaglie. Da quando hanno messo in piedi questa  Ue e abbiamo ceduto sovranità nazionali, ogni occasione è buona per sentirci rintontire di   inni patriottici. Prima di questo disastro, essere patriottici significava essere additati come pericolosi "fascisti". Qualcosa è cambiato evidentemente.
Tra le immagini che mi hanno colpito di più di queste giornate convulse dove si finge sgomento  solo per essersi coltivati nel tempo così tanti rettili in seno, c'è quella della ragazza incinta che penzola dal balcone del Bataclan aggrappandosi con le mani alle inferriate. Qualcuno ha scritto che è l'immagine -simbolo di un'Europa sospesa: imbelle, impaurita, confusa e incapace di reagire. Forse questa neomamma poteva trovare un concerto con una band dal  nome meno malaugurante. Andare ad ascoltare gli Eagles of Death Metal, non è il massimo per un nascituro.
Giovane donna incinta appesa al balcone del Bataclan

 Ma quella che le ha battute tutte è il Pianista sull'Oceano degli Sfracelli che, appena dopo la strage,  intonava, imperterrito, "Imagine" di Lennon, un inno al volemose bene universale. Non era però così fuori tema, considerato il testo che finisce quasi come uno slogan pubblicitario di una multinazionale: "and the world will be as ONE" .
E al ONE world ci siamo arrivati. Nel sangue, ma ci siamo arrivati. Ora poi siamo a ONE WAR for ONE WORLD.  Oh yeah!

E a proposito di Lennon, in questi giorni abbiamo avuto il Beatle tarocco di Crema Beppe Severgnini che dalle pagine del Corserva incita i ggggiovani  a mantenere, imperterriti  e imperturbabili,  lo stesso stile di vita. 

"I ragazzi europei escano per strada e vadano ad ascoltare musica e a ballare, stasera, nelle nostre belle città autunnali. È il modo migliore di rendere omaggio a chi venerdì sera è entrato al Bataclan, e non è più uscito."

Ve lo dice il Sever che portare il lutto è poco moderno. Odiare chi ammazza? Ma no, è controrivoluzionario. Espellerli?  è razzista. Essere prudenti? E' retrò. Bisogna ben facilitare il lavoro di quei poveracci che sparano addosso agli innocenti. Raga', correte a ballare tutte le sere. Trovatevi un'altra Rock Band col nome della Morte. Lasciatevi accoppare. Forse non vi salverete la pelle ma lo stile di vita è garantito. Questione di styling.

Ce lo ripete con altre modalità anche il Bergoglione: "Niente porte blindate...", "Porte spalancate per tutti".  Quale bergoglìo argentino dal Cupolone!
Riprende il motivetto "Non ci faremo rubare il nostro modello di vita" perfino il bigio Mattarella oggi a Firenze. 




Canzone prossima ventura, per la prossima strage: "Nothing's gonna change my world" ritornello ossessivo, tratto da  "Across the Universe", ancora di Lennon quand'era nei Beatles.
Niente cambierà il mio mondo. Oooooommmm!


Si può errare, non si deve aberrare. Non si può salvare un occidente che non sa e non vuole mettersi in salvo  e in sicurezza.

14 November 2015

Il sangue di Parigi




E così una partita di pallone "amichevole" fra Francia e Germania si è trasformata in un bagno di sangue Si ha un bel lanciare l'allarme terrorismo e presidiare gli "obbiettivi sensibili" (monumenti, chiese, musei, sinagoghe ecc.)... In realtà il terrorismo è sempre imprevedibile e  sempre asimmetrico: pochi e determinati assalitori con volontà omicida contro eserciti di poliziotti. Ristoranti (il Bataclan) , teatri, concerti...tutto quanto può  fare strage per chi ha volontà omicida.  La lunga notte del Terrore rivendicato dall'ISIS  a Parigi rimarrà nella memoria collettiva dei francesi e degli europei.
Sparatorie con kalashnikov, attacchi kamikaze e bombe. Al momento non ci è dato di sapere quanti erano i terroristi. E' impossibile  che una simile carneficina possa essere stata effettuata da poche persone soltanto. Per ora si tace sul commando terrorista. Quante persone erano? Si parla di una ventina.  In questo istante mentre scrivo, ci sono le teste di cuoio francesi in azione, lo stadio parigino  di Saint Denis blindato per impedire infiltrazioni terroristiche all'interno, l'Hollande evacuato e prelevato dallo stadio,  che è già apparso in tv  con la faccia spaventata e con un discorso sgangherato e confuso. Si parla addirittura di un oltre un centinaio di morti (140 tra le vittime del Bataclan e quelle dello stadio) , di almeno 60 ostaggi nelle mani dei terroristi, di un numero incalcolabile di feriti, che nelle prossime ore potrebbero diventare dei deceduti.  
Misure obbligate per Budino Hollande: lo  Stato di emergenza e i confini chiusi. Che è come chiudere le porte delle stalle quando i classici buoi sono già fuggiti.  Inoltre non parteciperà al G20. 

Ma il sangue di Parigi ci dice già quel che sapevamo e che questo blog non si stanca di ripetere: l'Europa è fallita, le frontiere aperte sono una sciagura. I suoi trattati commerciali (Schengen in primis) sono una  vera manna per ladri, furfanti, terroristi, feccia da galera, soldataglia sbandata proveniente da zone di guerra e ogni risma di malintenzionati e criminali che rendono impossibile la vita dei cittadini onesti e inermi. Quell'idiota di Alfano fino a pochi giorni fa insisteva nel dirci che i terroristi non prendono le navi carretta, ma che viaggiano in business class in aereo. Poi c'è la solita vulgata dell'"islam moderato", delle "moschee buone" a fronte di quelle cattive, del "non bisogna generalizzare "e bla, bla, bla...
Risposta: in aereo viaggeranno i dirigenti, i loro califfi, ma la manovalanza la reclutano ovunque, anche da gente che proviene dalle barche  Forse dovrà essere versato dell'altro sangue innocente, prima che si cambi definitivamente rotta. Una rotta che ci sprofonda nell'abisso. 

Grande dolore e grande commozione per tutti i Caduti di Francia vittime sì, del terrore islamista, ma anche dell'idiozia e dell'incapacità e miopia della sua classe politica, sempre al rimorchio delle politiche avventuriste d'oltre Atlantico. 

La Francia torni ad essere indipendente, libera e sovrana. Solo così sarà più  sicura. 

11 November 2015

Canone in bolletta della luce, bolletta con canone



Avrete sentito parlare dell'iniquità del canone televisivo nella bolletta della luce che Renzi vorrebbe applicare per fare direttamente cassa e combattere l'evasione. E' una porcheria già sperimentata in Grecia e pare che i poveri Greci, messi alle strette da una crisi atroce, siano rimasti pure al buio. Molte bollette non poterono essere pagate, in quanto ciascheduna di quelle "rateizzazioni"  contenevano aliquote addizionali che le gonfiavano.  Per saperne di più leggere qui.
Ma c'è dell'altro. L'ideona è venuta a Renzi per  continuare imperterrito a conferire stipendi principeschi ai funzionari Rai e nel contempo commissariare l'Azienda di stato in modo da farne una sorta di suo personale Minculpop. Avrete notato infatti che non c'è notiziario nel quale non ci sciorini il Renzipensiero, le sue battute triviali di sicarietto fiorentino,  i suoi viaggi, i suoi bagni di folla con le sue strette di mano, le sue camminate di bullo con le mani in tasca e  panzane varie per un tempo di quasi 5 ore al giorno. Propongo questo illuminante articolo  di Filippo Ghira da La Voce del Ribelle per il tramite di Informare x Resistere

Della serie “ogni tanto ritornano”, è riemersa la proposta di inserire l’importo del canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica. La geniale, si fa per dire, idea, che era già stata fatta propria da vari esponenti dei governi precedenti, è diventata ora uno dei punti qualificanti del programma politico di Matteo Renzi. L’ex sindaco, da quando è diventato capo del governo, ha di fatto commissariato Viale Mazzini, imponendo la sua presenza fissa nei telegiornali e nei talk show, beninteso, quelli a egli graditi. Il tutto con la connivenza dei classici cortigiani che sono arrivati ad un livello di piaggeria verso il potente di turno che non si era visto nemmeno ai tempi in cui la Rai era un feudo democristiano. Con tanti saluti al principio del “servizio pubblico”.

Commissariata dunque la Rai, ora Renzi deve rassicurare i suoi fidi che manterranno l’agognato e ben retribuito posto di lavoro con nuove entrate che dovrebbero evitare il fallimento dell’azienda la quale si picca essere “la prima azienda culturale del Paese”. Figuriamoci: basta assistere ad una di quelle ignobili trasmissioni nelle quali autentici ignoranti guadagnano migliaia di euro per rispondere o non rispondere a domande idiote, e ci si rende conto che, al contrario, la Rai, unitamente alle reti Mediaset, e a molte altre, è una delle maggiori responsabili, anzi la maggiore per motivi storici, dell’incultura e dell’istupidimento progressivo degli italiani. E non bastano certo trasmissioni pregevoli come quelle di Rai Storia a salvare l’istituzione nel suo complesso.

Tutto questo, giusto per ricordare come vengono utilizzati i proventi del canone. La proposta di Renzi non è comunque nuova ma che l’ex boy scout l’abbia tirata fuori durante un’intervista televisiva la dice lunga sul fatto che vive fuori dal mondo. L’idea del canone da far pagare a tutti trae origine dall’enorme evasione (il 30% stimato sul totale per un importo di circa 500 milioni di euro) che interessa in particolare le regioni del Sud. Con quei soldi, pensano Renzi, dirigenti e dipendenti di Viale Mazzini, il nostro futuro sarebbe molto più roseo.

Lidea nasce dalla convinzione (sbagliata) che tutte le abitazioni che utilizzano energia elettrica debbano per forza di cosa possedere un apparecchio televisivo.

Siccome non si possono inviare gli ispettori del fisco a riscuotere il canone, e a pignorare i mobili, in abitazioni di zone a rischio, in quanto dominate dalla criminalità organizzata, ecco la grande pensata. Facciamo riscuotere il canone dalle aziende municipalizzate che distribuiscono energia elettrica. Queste poi gireranno l’importo relativo a Viale Mazzini.Così le varie Acea di Roma e Aem di Milano si troveranno ad essere trasformate in sostituti di imposta per una tassa che è una delle più odiate dagli italiani.

Peraltro la pensata di Renzi, che magnanimamente ha annunciato la riduzione del canone per tutti a 100 euro rispetto ai 113 attuali, si scontrerà inevitabilmente con milioni di cause legali che investirebbero i vertici delle municipalizzate. Milioni di cittadini si rifiuterebbero semplicemente di pagare le relative bollette, impedirebbero l’accesso degli ispettori ai contatori e soprattutto intaserebbero di ricorsi le cancellerie dei tribunali. Ricorsi chimmancabilmente verrebbero vinti. Dopo le perplessità dell’Autorità di vigilanza sulla Rai, un no netto è venuto dal presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, che ha definito «una operazione impossibile» quella prospettata da Renzi.

Il punto chiave è che il canone Rai nella bolletta elettrica è semplicemente incostituzionale. E il motivo è presto detto. Toccherebbe al cittadino dimostrare di non possedere un televisore e non più alla Rai dimostrare il contrario. E questo cozza con i principi di uno Stato di diritto, o di quel che ne resta perché, tra le altre cose, trasforma i cittadini in sudditi.

Un vizio, tra gli altri, che accomuna Renzi ai politici del passato dai quali, a suo dire, intende differenziarsi per avviare l’Italia verso un radioso destino (altro vizio del quale abbiamo un vago ricordo…).

06 November 2015

In morte di un rigattiere vicentino



Un giorno gli storici racconteranno di questo terribile e angoscioso periodo storico nel quale gli Italiani perbene muoiono assassinati da bande delinquenziali provenienti da est pronti a venire in tournée da noi per far bottino e tornarsene impuniti a casa propria in paesi definiti "comunitari". Racconteranno che quando questi italiani perbene non muoiono ammazzati, vengono uccisi da una malagiustizia nemica che li tratta da criminali. E' successo a Ermes Mattielli, un poveretto che aveva un deposito di rigattiere a Sant'Orso nel vicentino che, stufo di essere di continuo derubato, ha imbracciato il fucile e ha ucciso due nomadi colti in flagranza di furto. L'uomo viveva in un posto isolato, ed era disabile: aveva una gamba con protesi di legno e campava del suo lavoro e dei 125 miserabili euro che gli conferiva il cosiddetto "stato". I rom (non si può dire zingari anche se loro ci chiamano razzisticamente "gagé", cioè fessi) sempre in cerca di refurtiva, sono etnia protetta: protetta dall'ONU che ne richiede la sedentarizzazione e "integrazione" a nostre spese, protetta dalla Ue, protetta dalla Caritas, protetta dalle comunità ebraiche che li considerano "loro fratelli di sventura", protetti dalle sinistre che trovano la loro raison d'etre nell'occuparsi più di masse allogene e del loro improbabile "inserimento" che degli interessi dei cittadini autoctoni. Protetti, coccolati e "rimborsati" delle loro malefatte. 


Ermes era povero Cristo condannato a reggere sulle sue spalle una storiaccia più grande di lui. Il tribunale prima del malore lo ha condannato anche a risarcire i due nomadi con una provvisionale di 135 mila euro. Più 5 anni di galera da scontare. Dove li pigliava e come se li procurava tutti quei soldi,  quel poveraccio che aveva anche una disabilità grave? E' evidente che la Malattia (l'infarto che lo ha colto) e la Morte sono stati il suo unico irreversibile rifugio. Mors omnia solvit. 
I giornali perbenisti ed ipocriti dei media mainstream gettano la colpa sullo stress da esposizione mediatica a cui è stato sottoposto 'sto por Cristo. Certamente ci sarà stata anche quella, ma si guardano bene dallo scrivere la verità nuda e cruda: che sentirsi additare come delinquente quando sei parte lesa, crea un effetto di disperante solitudine. Che sapere che fior di criminali vengono pure premiati con una sentenza che grida vendetta al cospetto di Dio e dell'Umanità, ti fa sentire a dir poco disintegrato. Oggi si sono svolti i funerali. E corre notizia che quando qualche consiglio comunale ha chiesto il famoso minuto di silenzio, il Pd e il Sel sono usciti fuori dall'aula. Questo è fiancheggiamento coi banditi del quale questi signori dovranno rendere conto.
Ermes, una preghiera e tanta rabbia, dice Salvini che stava organizzando una colletta  per pagare le sue spese legali.  Ma qui è ora di reagire.
La ripetitività quasi ossessiva con la quale questo blog è costretto a dare conto di questo tipo di crimini divenuti sempre più frequenti e ravvicinati, ci fa capire la gravità di un'atroce guerra alla quale veniamo  quotidianamente sottoposti.  Questa guerra chiamasi globalizzazione, la quale richiede sempre più vittime, morti su morti ed ha un prezzo elevatissimo: il sovvertimento della nostra civiltà e dei nostri valori.  

Un giorno, se ci saranno ancora storici onesti, sveleranno queste amare verità in tutta la loro terribilità. Ma ora è tempo non solo di piangere (confesso di aver pianto alla  lettura di questa triste  notizia), ma di ribellarsi. 

03 November 2015

La sindrome del commissariamento permanente




Ignazio Marino dopo un tira e molla estenuante (Marino resta, Marino se ne va) ha lasciato il Campidoglio. O meglio, lo hanno costretto a "saltare la finestra", senza aver finito di mangiare la minestra. Personalmente non me la sento di rimpiangere un sindaco inetto e incapace, preoccupato solo di registrare matrimoni gay dall'estero, per poi abbandonare la Capitale al degrado e al caos. Tuttavia, non mi piace come è stato sfiduciato, senza alcun passaggio nell'aula consiliare romana, e sottoscrivo la mia netta ostilità nei confronti del solito protervo "metodo Renzi". La vita istituzionale del nostro paese è da tempo condizionata da questioni tutte interne al Pd, dalle loro risse e dalla spregiudicatezza di un leader "abusivo" che mostra non solo disprezzo per le regole democratiche, ma anche per tutti gli avversari politici, siano essi esterni che interni.
E' chiaro, pertanto, che la faccenda delle dimissioni di Marino è una faccenda tutta interna al Pd. E' la solita "duma interna" che divora i suoi stessi artefici a "suon di purghe" in modo del tutto antidemocratico. Rassomiglia molto a una guerra per bande rivali di camorra. Feriti, moribondi e morti fino al dissolvimento di quel partito stesso, il quale non gode più da tempo, come il vecchio PCI, di alcun legame di massa. Ma ha dalla sua, solo l'arroganza dei poteri finanziari e le porte girevoli delle cooperative regionali colluse col malaffare.
Ancora una volta è assai probabile che il PD non pagherà il giusto dazio di questo suo ennesimo sfracello. E' chiaro che Marino è una creatura uscita dal loro grembo. D'Alema lo considerava addirittura "un genio" (sic!). Ma la cosa davvero grama e deprimente è che a Roma i piddioti, unitamente a qualche forzista disposto a fungere da stampella (c'è sempre chi è disposto a fare il servo),  siano andati direttamente dal notaio per non passare dall'aula consiliare e sfiduciarlo pubblicamente. Non sono romana, ma se lo fossi, mi arrabbierei a morte. 


Con ogni evidenza la loro tecnica è sempre la stessa: scaricare chi non gli serve più e tirar dritto come se nulla fosse. Loro li creano e loro li distruggono.
Torno al "metodo Renzi", accusato in queste ore da Marino di aver effettuato la sua personale marcia su Roma ("voleva Roma e se l'è presa").

Il neo commissario Francesco Paolo Tronca 

A questo punto, mettiamo i sigilli e i lucchetti al Parlamento. Per quel che serve! Ricordo che il nostro Parlamento è stato depotenziato per ben tre volte! La prima volta (2011)  è arrivata la famosa letterina da Bruxelles, scritta però a Roma da Draghi per far sloggiare il Berlusca a colpi di spread. E sopraggiunse Rigor Mortis con i suoi androidi surgelati telecomandati da Bruxelles, con l'investitura e il placet di Napolitano. La seconda volta fu Napolitano a nominare Enrico Letta (Aspen Institute) , perché la Merkel in una telefonata personale gli fece capire che Bersani lo Smacchia-giaguari era troppo "comunista" per i suoi gusti (correva il 2013). Il che è pure vero, ma non dev'essere la Merkel a dettare il mandato di un premier a casa nostra.

Ma dopo pochi mesi per Bella Napoli non andava bene nemmeno Letta jr. e pensò di metterci il Pallonaro d'Arno, in forza del suo successone alla pecorarie del Pd. Okay, ma le primarie-pecorarie le fanno i piddioti per se stessi, mica  per  tutti gli Italiani!
Fa niente: Bella Napoli, come è noto,  decise e decretò l'ascesa di Renzi a Palazzo Chigi (febbraio 2014).
E ora Renzi, forte di questa "investitura" basata sulla "nomina diretta", ha colto la palla al balzo per riempirci di nuovi "tecnici" dappertutto:  il prefetto Gabrielli già nominato  "badante" di Marino, Francesco Tronca per portare il benefico "effetto Milano"a Roma, poi vorrebbe Giuseppe Sala a Milano come primo cittadino per poter continuare la magia rutilante dell'Expo. Insomma, il "nominato" fa le "nomine" e manda in "rottamazione" (parola a lui cara) la politica.

Che dire? Che siamo alla sindrome del commissariamento permanente. Tecnici dell'Expo che arrivano a Roma. Altri che si candidano sindaci per Milano...
Bene, tanto vale  chiudere il Parlamento, le aule consiliari comunali e magari anche i Palazzi regionali: intanto per quel che servono.
Usque tandem? Per ora avremo una Capitale prefettizia e commissariata. E non è un buon segno.