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27 February 2015

Corri, Bimbominkia, corri!



Siamo alla folle corsa verso il vuoto, del Bimbominkia non eletto. O se si vuole al "falso movimento". Renzi pratica in realtà il tapis roulant in ogni ambito della politica: corre senza correre. O la cyclette: pedala senza pedalare. Tuttavia quel suo agitarsi sul nulla, qualcosa ottiene: espropriare i cittadini dei diritti per desertificare l'esistente esattamente come fanno i nuovi talebani dell'Isis con mazze e martelli pneumatici contro le statue assire di Mosul. Ora sta desertificando le antiche libere professioni che risalgono addirittura all'Età dei Comuni.
Nell'ambito del ddl concorrenza il notaio (o notaro),  sparisce per fare largo alle banche che si pappano tutto il mercato della compravendita immobiliare, inglobando anche i rogiti notarili. Che i notai abbiano parcelle esose a causa di tasse aggiuntive poste dallo stato medesimo, è cosa nota. In Francia,  i notai che non hanno tutto questo sovraccarico aggiuntivo di sigle fiscali (tasse di registro), costano molto meno dei nostri. Ma allora se si vuole venire incontro ai cittadini è questo che si deve fare: scorporare le parcelle notarili dalle sue tasse addizionali. E invece no. Le "privatizzazioni" già iniziate con Bersani (ricordate i tassisti sostituiti con la multinazionale Uber, gli edicolanti e i farmacisti sostituiti con le parafarmacie dei supermercati?), ora devono andare avanti con i notai. Tutto il potere agli attuali Soviet Supremi: le banche!

Con quale beneficio per il cittadino consumatore? Nessuno, visto che dovrà pagare la società incaricata e provvedere a tutti gli adempimenti, senza considerare che viene fatto fuori la figura terza ed indipendente del notaio, sostituita da autenticatori orientati a fare l’interesse delle società e non a garantire le tutele di entrambi contraenti. Inoltre, verrà stravolta la tenuta dei registri immobiliari.

Con questo sistema, le banche potranno occuparsi di tutta la “filiera”: dalla compravendita dell’immobile, all’erogazione del mutuo,  fino alla sottoscrizione di assicurazioni sulla casa. Chiaramente offrendo sconti, che schiaccerebbero gli altri soggetti nel mercato (notai, agenzie immobiliari, assicurazioni non collegate a grandi gruppi bancari), o addirittura vincolando i clienti: ti assicuro solo se hai sottoscritto la transazione (e il mutuo) con le mie società.

Sarà un caso che negli ultimi mesi le due principali banche italiane abbiano creato i loro “bracci armati” nell’immobiliare? Unicredit i primi di gennaio ha esteso i servizi della sua controllata 
Casa Subito a tutto il territorio, mentre Intesa è arrivata poche settimane dopo…

INTESA SANPAOLO ALLO SPORTELLO VENDERÀ CASE (28 gennaio 2015)
UNICREDIT DAL 1° GENNAIO 2015 ESTENDERÀ “CASA SUBITO” A TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE


Che belle, le liberalizzazioni in cui si toglie una prerogativa a un soggetto privato, ma con funzioni e responsabilità pubbliche (il notaio), per consegnarle a un altro soggetto privato, che però ha il solo interesse dei suoi azionisti.

Lo sanno anche i sassi che il problema per i cittadini non sono i notai o le loro funzioni, ma le esorbitanti tasse di registro sugli immobili che devono riscuotere per conto dello Stato. E’ riducendo quelle, e non regalando un mercato alle banche, che si incentiva l’iniziativa privata. (fonte: http://www.informarexresistere.fr/2015/02/25/un-altro-regalo-di-renzi-alle-banche/).

Occorre forse ricordare che anche il vecchio catasto d'antan, è diventato parte dell'Agenzia del Territorio, in mano all'Agenzia delle Entrate? E che è allo studio un ulteriore consistente rialzo degli estimi catastali sulle abitazioni, equiparandoli al valore del cosiddetto "mercato"?
Tu chiamale, se vuoi, "riforme". Per me,  solo mezzi per meglio incentivare  e dare ultrapoteri ad  un fisco occhiuto e vessatorio, basato sull'esproprio sistematico.
La folle corsa di Renzi verso il vuoto, continua. Sta a noi fermarlo. Aderisco al ‪#‎renziacasa‬ .

23 February 2015

Una cravatta per Tsipras



Confesso che mi aspettavo molto di piú dai Greci. Sì, sapevo chi è Alexis Tsipras; chi è e da chi è finanziato Syriza, il suo partito. Tuttavia  speravo trovassero la forza e il coraggio della disperazione - di coloro  che hanno toccato il fondo, e pertanto non hanno piú niente da perdere. Vecchi che muoiono come mosche, bambini denutriti, sanità al collasso, donne che muoiono asfissiate per riscaldarsi con impianti non sicuri, o respirando la vernice dei mobili che bruciano, desertificazione dei commerci e delle industrie navali e cantieristiche: questa è solo una minima parte del teatro di guerra greco.   A infondermi quest'esile speranza c'era l'avvicinamento alla Russia -  al fatto che il leader greco neoeletto non volesse saperne di applicare sanzioni anti-Putin, ordinate da Bruxelles.  
I Brics, con in testa Russia e  Cina e  li avrebbero  forse accolti volentieri ed aiutati. E invece no, e invece le cose stanno andando diversamente. In pratica la Grexit non è così vicina e tutto quello che sono riusciti a portare a casa, è un'ulteriore apertura di "credito" (in realtà di  debito) aggiuntivo. In pratica,  se il "nazista" (così lo hanno disegnato i Greci)  sulla sedia a rotelle Schäuble se la ride, significa che altre lacrime, altro sangue attendono il popolo greco. Idem per i sorrisi  cavallini compiaciuti della Lagarde.


Si tratta  di un'estensione degli aiuti per quattro mesi,  una nuova  cravatta (quella che  Tsipras non porta mai) per incravattarsi. E del resto è stato proprio il "ruffiano" Renzi a offrirgli questo dono simbolico. Ruffiano della Merkel e della Troika.
Il primo ceffone sonoro a Tsipras è già arrivato a "sinistra" dall'anziano Manolis Glezos, vecchio eroe della Resistenza ellenica (anni 93) : «Avevamo promesso di mandare a casa la Troika e di stracciare il memorandum e non l’abbiamo fatto – ha scritto dando voce ai mal di pancia che serpeggiano nell’ala più radicale del partito -Chiedo scusa ai greci per aver contributo a illuderli».

Il piano di rassicurazioni a Bruxelles del duo Tsipras-Veroufakis, contiene i soliti luoghi comuni liberisti triti e ritriti: più riforme, più lotta all'evasione, più lotta alla burocrazia, patrimoniale sui grandi redditi (armatori) e altre pinzillacchere simili a  quelle che sentiamo ripetere tutti i santi giorni da Renzi. Brutto segno.

Altro pessimo segno è stato la chiamata a rapporto degli Usa per il tramite del segretario al tesoro Jack Lew  "È il momento di passare ai fatti" ha aggiunto Jack Lew al collega greco. "È il momento di trovare un sentiero costruttivo in accordo con il Fmi e i ministri europei delle finanze" ha ammonito sottolineando come "l’incertezza non è una cosa buona per l’Europa". Le Borse però credono che alla fine un accordo si troverà ed hanno chiuso tutte in positivo.  E se le Borse non crollano, significa che a capitolare sono loro, i Tsiprioti.

Inutile ricordare come la Grecia sia la porta della Nato sul Mediterraneo nonché  le tragiche conseguenze cui andrebbe incontro, nel caso di un loro cambio di rotta verso i Brics. Ma la tragedia "greca" esiste comunque, nell'aver accettato "l'estensione degli aiuti" e nell'aver fatto promesse elettorali che poi  non potranno mantenere. Ora il giovane Alexis, dovrà vedersela col suo popolo allo stremo.


18 February 2015

Toc! Toc! Il Califfato bussa alla porta


Confesso che quando ho visto in tv le "eccezionali misure di sicurezza" predisposte da Alfano contro il "terrorismo internazionale", per la salvaguardia  degli "obiettivi sensibili", sono stata presa dalla voglia di ridere per non piangere. Ora Roma è presidiata in lungo  e in largo  da un dispiegamento straordinario  di  forze di polizia, mai visto prima d'ora. 
"Abbiamo trovato le risorse e rafforzato il piano strade sicure. Siamo passati dai 3 mila militari previsti dal dl milleproghe fino al 31 marzo, a 4800 militari, che oggi abbiamo deliberato essere in campo per il presidio delle nostre città",   dichiara trionfante  il ministro peggiore della repubblica. Improvvisamente i soldi che prima non c'erano,  adesso ci sono. Siamo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci: miracolo del Califfato. 

Purtroppo è da un pezzo che i tagliagola sono tra di noi, mascherati da "delinquenza comune" o "microcriminalità" come vuole la vulgata: anziani soli in casa torturati,  con le pistole puntate alla tempia e uccisi per poche decine di euro, donne stuprate, intere famiglie derubate e dalle case svaligiate, bambini spaventati nel cuore della notte. Beh, adesso i cittadini possono dormire sogni tranquilli: c'è l'Isis e ora tutto è sotto controllo.   
Intanto i barconi e i gommoni arrivano ancora più gremiti di prima, ma di questo ad Alfano & soci importa poco. Sì, perché  l'Isis prende l'aereo, secondo la vulgata del governo. Palle!
La manovalanza si recluta ovunque: via mare, cielo, terra. E il generale Arpino (che non è l'ultimo arrivato in materia)  ha parlato chiaro: per prendere un aereo occorre registrarsi al check in. Via mare invece, basta pagare lo scafista, buttare via i documenti ed ecco che si ha diritto di passare da profugo. Loro lo sanno, noi fingiamo di non saperlo

Ma vengo al Califfato. O meglio alla sigla Isis. Guarda caso sono tutti degli omaccioni alti e robusti vestiti di nero mascherati come Diabolik. Guarda caso, parlano tutti in perfetto inglese, come inglese è la sigla (Islamic State, che però nasconde anche l'arcano gnostico-esoterico della dea Iside d'Egitto). Sanno usare sapientemente i media mainstream e hanno capito benissimo che con i massacri delle bombe a grappolo o dei droni telecomandati, il cosiddetto "occidente" non si scompone più di tanto, mentre vedere un poveraccio inginocchiato e sgozzato in tuta arancione in riva al mare, si ottengono degli "effetti" veramente "speciali". Che volete mai: siamo degli inguaribili individualisti, anche nell'orrore. Se poi sono un gruppo di cristiani copti e la carneficina è accompagnata dalle immagini di un mare rosso fuoco per il sangue di una cruenta mattanza e per il tramonto, allora quell"l'occidente" che li ha nutriti e foraggiati fino a ieri contro il dittatore Bashar Assad di Siria (dichiarazione della stessa Clinton   ma anche fotografie  di McCain con l'Isis), beh, quell'occidente inorridisce.
Ora Angelino il  Coniglio mannaro corre trafelato alla Farnesina: toc! toc! i tagliagola bussano alla nostra porta e ci minacciano, che facciamo? Cadono ad una ad una le città libiche e ci sono ormai due governi in carica: quello di Tobruk  e quello del Califfo nero. 

Gentiloni fa la prima gaffe e vorrebbe "far partire" subito i soldati. Poi ci ripensa. La Pinotti ieri davanti a Vespa asserisce che abbiamo i migliori e  più esperti soldati del mondo, per un eventuale intervento di terra. Poi ci ripensa. Berlusconi da Cesano Boscone insieme ai vecchi parkinsoniani, è pronto per "l'opzione militare". Ma poi qualcuno dei suoi ci ripensa. Siamo al solito pagliaccesco "qui lo dico e qui lo nego". Tuttalpiù si invoca all'unanimità chi non serve a un tubo: l'ONU.
Salvini dice che prima di sparare un colpo occorre fermare i barconi e bruciare le imbarcazioni. Beato a chi lo ascolta!
L'Isis che conosce bene "l'occidente", perché è un prodotto della globalizzazione "occidentale", minaccia bombe demografiche umanitarie sull'Europa, più di quante non ce ne siano già. Vi piace tanto fare del Bene e siete votati all'accoglienza e al martirio? ora avrete modo di "accogliere".
Il  Prodi redivivo rimpiange il defunto Gheddafi e dice che si doveva far di più per tenercelo e non rimuoverlo. Le tombe  dei cimiteri sono piene di questo monotono "senno del poi", fuori dai tempi massimi.
L'unico che per il momento mostra un po' di coraggio reale è Al Sisi nella sua intervista, dopotutto i copti d'Egitto sono suoi cittadini.
Bergoglio che fino a ieri faceva il Gran Pifferaio magico dei "migranti" a Lampedusa, ora prega in raccoglimento per i martiri copti. Ma come? Non era lo stesso papa che prima chiamava gli islamici "miei cari fratelli musulmani"?

Ah, dimenticavo. Nel caso in cui la Troika volesse un prelievo forzoso sui nostri conti correnti, volesse tagliarci le pensioni, gli stipendi, insomma nel caso di una drastica soluzione cipriota, sarebbero capaci di mandarci qui direttamente il Califfato per dissuaderci da qualche eventuale ribellione anti-Troika.
Eppoi, sapete com'è:  andare  in guerra...aumenta il PIL e favorisce la "ripresa" e la "crescita".

Come al solito, la situazione è grave, gravissima, ma non seria.


15 February 2015

Botte da orbi!




Qualcuno parla già di questo festival di Sanremo, come del Festival del Golpe. Non è uno scenario azzardato, tenuto conto che l'Abusivo di Palazzo ha lodato espressamente il suo concittadino Carlo Conti in tv, per l' alto indice di ascolto ottenuto nelle cinque serate.  Inoltre, mai visti tanti toscani, e in particolare fiorentini, ospiti in tv: da Giorgio Panariello, Vittoria Puccini (fiorentina anche lei che è venuta a fare lo spottone per la fiction su Oriana Fallaci), Elena Sofia Ricci (fiorentina a sua volta). Tutte coincidenze casuali o operazioni legate al "Giglio magico" renziano? Fatto si è che nelle notti del Festival, in parlamento si sono consumati sfracelli su sfracelli. 

La Rai si è guardata bene, durante le notti "sanremesi", di mandare in onda nei suoi notiziari,  la deprimente immagine dei deputati  e deputate del Pd,  accasciate sui banchi dell'aula morte di stanchezza che si appisolavano, mentre il dibattito anzi, il monologo,  con l'emiciclo vuoto e desolante andava avanti fino alle 4 del mattino . Altro che "bivacchi di manipoli"! 

Per non dire della telecronache delle botte da orbi, fatte passare per crisi di nervi di un'opposizione provocatrice che impedisce il libero varo delle "riforme"  della costituzione, di cui sono stati ritoccati ben 40 articoli, nel cuore della notte. Come i ladri!  E mentre va in onda Sanremo, la Costituzione non c'è più.
Nel parapiglia,sarebbero volati ceffoni da "fuoco amico". Fatto si è che, se FI, Sel e Lega siedono assieme superando gli steccati ideologici e di schieramento, se Grillo lancia un appello all'unità di tutte le forze d'opposizione e arriva a minacciare perfino le dimissioni dei suoi,  significa solo che è accaduto qualcosa di molto grave. 
Personalmente non conto molto sugli incontri con Mattarella fatti dai gruppi dell'opposizione martedi prossimo, ma è un rito da ottemperare comunque vada. 
Che cosa succede e perché non ci informano correttamente, sulla stampaglia di regime? Perché fanno sembrare che ci sia un impazzimento dei parlamentari d'opposizione,  quando l'impazzimento è in chi vuole buttar per aria quel che resta dei diritti democratici dei cittadini? 

Succede che gli oligarchi delle istituzioni sovranazionali non hanno più bisogno della democrazia partecipativa che ora temono come la peste e che vogliono cancellare irreversibilmente con manovre losche. 
Perfino l'arma del referendum è in pericolo,  arrivando ad  alzare il quorum della raccolta delle firme. Succede che un sindachino di Firenze spuntato come un fungo dalle Primarie del  suo partito (se le cantano, se le contano, se le ballano solo tra di loro), calzi perfettamente al caso loro. Non possiede investitura parlamentare, non è stato eletto e quindi per paradosso, è libero come un ergastolano. Avete presente quegli ergastolani mandati in missione omicida a "regolare i conti" contro i compagni di cella durante i venti minuti dell'aria? Quale altra pena si può aggiungere oltre l'ergastolo a costoro in caso di misfatti conclamati? Ebbene, l'Abusivo di Palazzo  è nelle stesse condizioni: fa quel che vuole lui e muro o non muro, tira dritto, anche se dovesse parlare solo con se stesso.  Intanto non deve rispondere a nessun elettorato. E da Twitter, risponde con sarcasmo il suo "me ne frego!". contro "gufi" e "sorci verdi".

Bisogna fermarlo in ogni modo, prima che sia troppo tardi. Ma sarebbe stolto mandare via lui per farlo sostituire con un altro  del Pd, il partito che più d'ogni altro. sta distruggendo e devastando questo paese -  quel che resta di questo paese.
 Chiunque di voi avrà sentito Gentiloni che gioca all"armiamoci e partite" contro l'Isis, in Libia. O la Pinotti che da pacifista si è trasformata in una Pallade Atena guerrafondaia con missioni su missioni da rifinanziare. In questo caso, miracolosamente, i soldi ci sono e saltano fuori. E' ora di dire basta a tutto ciò, se non si vuole che siano gli Italiani a scatenarsi in "botte da orbi", contro l'inquilino "abusivo" di Palazzo Chigi.

10 February 2015

Il Rentzien Régime


Anno Felix 2015. Lo avete sentito con le vostre orecchie Renzi dire che  questo in corso sarà l'anno Felix perché c'è l'Expo. Brutta cosa,  se i lavoratori della Scala, invece di lavorare anche al 1 maggio, dovessero farsi prendere dalla malsana idea di festeggiare la tradizionale festa del Lavoro. Nessun Dorma! C'è l'Expo e  boia a chi molla! I competitors internazionali ci guardano e non possiamo farci una figuraccia.  Nemmeno Mussolini era riuscito a eliminare del tutto la festa del lavoro, ma ci prova Dux Renzi, che minaccia normative adeguate ed eventuali  precettazioni per l'uopo.
Nutro il massimo disprezzo per costui. Lo detesto, innanzitutto perché mi è stato imposto. Un po' come quelle purghe che ci davano da bambini quando non le volevamo prendere, chiudendoci a chiave in cameretta.  Lo detesto perché  a pochi giorni dal suo insediamento di "nominato speciale" da parte di un Presidente della Repubblica autoritario, si aggirava durante i meeting europei,  in mezzo alla nomenklatura  eurocratica come se ci fosse sempre stato, senza provare quell'imbarazzo naturale né quella timidezza del nuovo arrivato. Questo avrebbe almeno dovuto insospettire molti italiani, che invece dormono. Se è così gradito, se ne deduce che sono proprio Loro (gli eurocrati) che ce l'hanno messo in carica.  Non lo sopporto perché non fa che ricordarci ogni due per tre che lui rimarrà (abusivo com'è) tra noi fino al 2018. Chi gli dà tanta baldanza e sicumera? 

Qualunque persona normale si sentirebbe a disagio nel programmare così a lungo termine la sua permanenza a Palazzo Chigi, senza essere stata eletta. Ma l'Italia è il paese nel quale nulla è più definitivo del provvisorio. Non mi piace il suo eloquio a mitraglietta, la sua spocchia, le sue corrive e facili battute, la sua arroganza di parvenu di piccolo Barry Lindon  sgomitone della politica. 
Detesto quella sua andatura da spaccone di borgata fiorentina con le mani sprofondate in tasca, sempre chiuso in giubbottini diventati troppo stretti a causa del peso che ha preso con le "cene di lavoro". Insopportabili le sue strette di mani prodigate ai passanti, la fretta febbrile priva di ogni riflessione della sua stramaledetta agenda  che esegue cinicamente sotto dettatura della Troika.
Ciascuna delle sue "riforme" sono in realtà delle desertificazioni di tutto l'esistente, degli espropri di legalità e di democrazia partecipativa,  da lui dette "rottamazioni". Ho già criticato aspramente in altri post la sua "riforma del Senato", il suo Jobs  Act, la riforma del Titolo Quinto della Costituzione e l'Italicum dove si conferma ancora una volta un "eversore della costituzione".

Ora infatti l'Abusivo di Palazzo unisce in sé il potere esecutivo, il potere legislativo, e una larga parte del potere di controllo di tutti i partiti, partitini e cespugli della sua coalizione. Inoltre, non vi sono contrappesi indipendenti al suo strapotere. Senza contare la sua pressante campagna di scouting fatta nel sottobosco del "corridoio" per riuscire a ottenere i famosi "numeri" con i quali governare, dopo lo strappo del Patto del Nazareno, un patto massonico e consociativo tra lui e Berlusconi. E' di questi giorni una vera e propria "scilipotizzazione" fatta con i dieci parlamentari di Sciolta Civica che hanno fatto il salto della quaglia nel Pd. Mentre ci sono altri dieci ex grillini in libera uscita nel gruppo misto.

Se ne sono accorti perfino i media mainstream , quelli che  abitualmente lo leccano e lo adulano che ora il Carro del  suo Potere è davvero sovraffollato e che questo rappresenta un pericolo per la democrazia.
Patetico Berlusconi a parlare fuori dai tempi massimi di "deriva autoritaria", da parte di Renzi. Se ne accorge solo ora? E' un anno che gli sostiene la "deriva", come pure  le altre due precedenti  "derive" dei governi tecnici.

Ora Felix the Cat, sogna una politica da One Man Show senza contradditorio.  L'operazione Mattarella gli ha dato alla testa e si sta preparando a  distendere, e magari a prolungare nei prossimi anni il suo Rentzien Régime.

Intanto coniuga con disinvoltura l'austerità da cravattari della Merkel, agli strappi di Tsipras contro l'Euro a cui regala, guarda caso...una cravatta. E mentre finge di strizzare l'occhiolino agli euroscettici, si affretta subito dopo a dichiarare ai 4 venti  che la BCE ha ragione con un trasformismo da vero Zelig.
Pur di  restare a galla,  ha coniato la politica degli ossimori, di cui il Merkelismo Tsipriota è solo un inizio. 

06 February 2015

Io sto col benzinaio Graziano Stacchio





Ormai avviene una rapina non solo al giorno, ma  ogni tot minuti. E quella che è avvenuta con tanto di sparatoria,  nella gioielleria Zancan del vicentino nei pressi di una stazione di servizio non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima. È formalmente indagato per eccesso di difesa Graziano Stacchio, il benzinaio veneto di Ponte di Nanto, nel Vicentino, che martedì sera ha esploso alcuni colpi di fucile contro dei banditi che tentavano di rapinare una gioielleria vicino al suo chiosco. Dal suo racconto emerge che i banditi erano armati di kalashnikov. 

Uno dei banditi, il rom 41enne Albano Cassol, è rimasto ucciso nello scontro a fuoco, ma ancora non è chiaro se per i colpi partiti dall'arma di Stacchio o dalle armi dei suoi complici. I banditi avrebbero infatti fatto esplodere sette o otto colpi, forse con semplici pistole, forse addirittura con dei kalashnikov. Cassol, che al suo attivo aveva già un lungo passato di furti, rapine e sparatorie, è stato trovato senza vita a bordo di una Renault Laguna dove sono stati trovati bossoli, un piccone e una mazza. I quattro complici sono riusciti a fuggire e per il momento sembrano spariti nel nulla. (fonte:  Il Giornale)

A favore di Stacchio si è schierato anche Joe Formaggio, il sindaco Albettone, uno dei paesi vicino a Ponte di Nanto, che si è fatto riprendere mentre stampa delle magliette in difesa del benzinaio, con tanto di slogan "Io sto con Stacchio", e ha avviato una raccolta firme di solidarietà. Formaggio, che da tempo va dicendo di "dormire col fucile sotto al cuscino", sta raccogliendo  fondi a favore del benzinaio e ha aperto una sottoscrizione. Ormai i gruppi di facebook si sono attivati per sostenerlo moralmente e aiutarlo finanziariamente, nella pagina IO STO CON GRAZIANO STACCHIO. Non è mancata la solidarietà della Lega, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia,  di numerosi sindaci di comuni limitrofi, delle associazioni commercianti e... a sorpresa perfino di Alessandra Moretti  del pd veneto (strano ma vero). 

Si tratta dell'ennesima  intollerabile vergogna di uno Stato che emana leggi a tutela dei delinquenti e mette sotto accusa i cittadini che si difendono.   Il rito "formale" dell"atto dovuto" è la solita ridicola ipocrita irritante manfrina della Magistratura. L'accusa di "eccesso di difesa" è diventato, in realtà,  un comodo lasciapassare per bande criminali d'ogni tipo che trovano nel nostro Paese, il loro quartier generale favorito. Ecco perché arrivano tutti  da noi con tanta solerzia!

Il buon benzinaio, vista la giovane commessa nel panico, con già uno della banda chiuso nel suo negozio, ha sparato per aria cercando di intimidirli. Ma figurarsi se dei pregiudicati abituati a maneggiare armi da guerra si lasciano intimidire da un fucile da caccia! Uno di questi  si stava avvicinando verso di lui  puntandogli contro l'arma, e al benzinaio  non è rimasto che sparare. Eppoi cosa avrebbe dovuto fare? Girarsi dall'altra parte e lasciare ammazzare la commessa che aveva l'età di sua figlia? Invece di investigare e acciuffare  i complici del delinquente indagano un uomo coraggioso che meriterebbe la medaglia al valore. Invece di presidiare il territorio mediante le forze dell'ordine (sempre più allo stremo a causa dei tagli di Renzi-Alfano), infieriscono su chi non si rassegna a lasciarci la pelle. 


Ora chissà quel brav'uomo,  quante ne dovrà passare prima di  riuscire ad avere ragione di un' ovvia reazione ! Alzi la mano chi vorrebbe essere nei suoi panni in queste ore. 
Pertanto, io sto col benzinaio Graziano Stacchio. 

03 February 2015

Piccole banche muoiono



Ucci ucci ucci ucci, sento odore di imbrogliucci. Sempre quando c'è di mezzo il Bullo di Rignano sull'Arno, si sente odore di bruciato. Lui degli intrighi se ne pasce.  Ora i pennivendoli sono tutti lì a fargli salamelecchi, ma intanto lui con le sue "turboriforme", lascia feriti, moribondi e morti sul campo. E la nuova  bomba a orologeria è il caso "banche popolari". Ma ricapitoliamo.

Negli anni della grande crisi, grazie al fatto di non essere quotata in Borsa, la Banca di Vicenza  ha continuato a prestare soldi alle imprese e a crescere in tutto il Nord.

 Davide Serra detto il Bandito delle Cayman
Una vera e propria boccata d'ossigeno per le piccole e medie imprese legate al territorio veneto.  Ieri sera un piddiota a nome Speranza in tv a Porta a Porta, ha ipocritamente dichiarato che la crisi esiste per tutti e che tutti devono fare sacrifici, anche le Banche. Tutta demagogia e tutto un sollevare polveroni qualunquisti per sparare indistintamente nel mucchio! La Banca di Vicenza è una piccola grande banca cooperativa ancora commerciale e di risparmio, non è quotata in Borsa e i suoi azionisti (piccoli e grandi) hanno uguale diritto di voto. Una simile realtà non poteva che far rosicare gli spregiudicatissimi  finanzieri piddioti come Davide Serra (titolare del Fondo Algebris alla City di Londra e di una holding alle Cayman, grande amico e sostenitore di Renzi)  sulla quale vorrebbe mettere gli artigli, mediante manovre speculative. Basta leggere qui sulle fonti:  il Giornale attraverso dagospia.

Con la riforma voluta e varata da Matteo Renzi «mettiamo le Banche Popolari nelle mani di speculatori, fondi esteri. Svendiamo loro il 25% dell'attività bancaria italiana», ha detto al Giornale il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin.

E tra questi c'è anche un fondo di Algebris, il gruppo finanziario londinese di Davide Serra, iscritto alla sede britannica del Pd, amico e finanziatore del premier fin dalla prima ora, noto anche per una holding alle Cayman Island e per aver inneggiato all'abolizione del diritto di sciopero.


A Vicenza, se chiedete di Gianni Zonin, tutti vengono subito al punto. «Prima di lui la Popolare era una banchetta di provincia, adesso è tra le prime in Italia». Imprenditori, professionisti, politici, sindacalisti: difficile trovare una voce controcorrente. Perché, da queste parti, la città e la sua banca sono una cosa sola. E Zonin, imprenditore vinicolo, cavaliere del lavoro, gran navigatore del potere nostrano, è diventato, per forza di cose, il crocevia di ogni affare, l'arbitro delle contese, il passaggio obbligato verso incarichi e prebende.

La ricca Banca di Vicenza funziona così. E a cambiare non ci pensa proprio. Tanto meno se l'ordine arriva da Roma, capitale lontana ed estranea, su carta intestata del governo. Così, da giorni, tra i palazzi del Palladio che fanno da cornice allo splendido corso cittadino, volano parole grosse e proclami di resistenza all'ultimo respiro. «Giù le mani dalla nostra popolare», si sente ripetere nelle stanze del potere locale così come nei caffè del centro.



Tutti ce l'hanno con Matteo Renzi e con il suo decreto legge che vorrebbe riformare il sistema delle banche cooperative (...).
Il governo ha deciso di intervenire sui dieci maggiori istituti della categoria, quelli con un attivo superiore agli 8 miliardi. E nel mirino è finita anche la popolare presieduta da Zonin, un colosso non quotato in Borsa con oltre 100 mila azionisti, in massima parte piccoli e piccolissimi.



L'obiettivo principale della riforma è quello di trasformare le coop del credito in società per azioni, abolendo il sistema del voto capitario che assegna un voto, e un voto soltanto, a ciascun socio, qualunque sia il numero di azioni che possiede.


A giochi fatti, se mai il decreto riuscisse a passare indenne l'esame del Parlamento (esito tutt'altro che scontato), le popolari diventerebbero banche come le altre. In altre parole, sarebbero molto più semplici fusioni e aggregazioni varie, grandi soci come i fondi internazionali potrebbero fare il loro ingresso nell'azionariato e, in teoria, non sarebbero da escludere neppure scalate ostili.

Un menù di questo tipo è quanto di più indigesto si possa immaginare per i vertici degli istituti cooperativi. Che infatti, riuniti sotto le insegne di Assopopolari, l'associazione di categoria, promettono battaglia per bloccare la riforma.

A Vicenza però, più che altrove, l'opposizione al decreto di Renzi viene scandita con i toni della crociata. E, a ben guardare, non è una sorpresa, perché solo qui, nella patria del Palladio, l'identificazione tra città e banca è così forte e totalizzante. 
Altrove il provvedimento del governo incrocia la rotta di giganti come il veronese Banco Popolare o l'Ubi di Bergamo, che per via di aggregazioni successive (dette fusion)  hanno in parte perso il loro radicamento territoriale, ma non la Vicenza.  
I bilanci confermano. Negli anni della grande gelata del credito, quando il sistema ha chiuso il rubinetto dei prestiti, la banca vicentina non ha mai lesinato sui finanziamenti. ((fonte:  l'Espresso attraverso dago)


E  tutto questo fa rodere chi di dovere. Consiglio pertanto di leggere tutti gli articoli da me linkati per farsi un'idea più precisa del caso.



Ma c'è un'altra curiosità relativa alla ministra renziana Maria Elena Boschi (nella foto) che spunta nella brutta storia delle speculazioni che potrebbero avere accompagnato il varo del decreto governativo sulla riforma delle banche popolari, il brutto affaire sul quale ora ha aperto gli occhi anche la Consob. Una piccola, significativa e non secondaria curiosità che va a braccetto con le polemiche che hanno visto beneficiare di rialzi eccezionali  la Popolare dell’Etruria e del Lazio, amministrata in qualità di vicepresidente da Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, ministro per le Riforme in carica. Riguarda non solo il conflitto di interesse che vede coinvolta la Boschi per via dei suoi rapporti di parentela, ma quello che la chiama in causa direttamente come socio della banca e che, in quanto tale, avrebbe dovuto consigliarle di non partecipare alla riunione del Consiglio dei ministri che ha varato la "riforma" sulle banche popolari (fonte il Fatto).
Dalla documentazione patrimoniale del ministro delle Riforme depositata negli uffici della Camera dei deputati emerge pure un suo piccolo pacchetto di 1.557 azioni dell'istituto bancario toscano. 

Concludendo, credo che su questa losca manovra che chiamano orwellianamente "riforma" delle banche popolari (in realtà un golpe bancario)  ci sarà un gran bel trambusto prossimo venturo.