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25 February 2014

Ucraina, nulla è mai come appare



«Il bello è brutto e il brutto è bello», dicevano le  tre streghe intorno al loro pentolone nel primo atto del Macbeth. Per analogia si potrebbe dire il vero è falso e il falso è vero. In effetti anche quando parliamo di rivoluzioni con cause sacrosante, nulla è mai come appare. Quello che sconcerta di più dei fuochi della rivoluzione in Ucraina è la strana rassomiglianza con altre rivoluzioni "esportate" per il trionfo della "democrazia".  Mi riferisco alle rivoluzioni colorate dei paesi baltici, a quelle balcaniche e a quelle del Maghreb e del Medio Oriente (Libia, Turchia e Siria comprese). Certamente l'Ucraina ha da sempre avuto la legittima aspirazione ad essere uno stato indipendente. E tutto ciò favorisce gli "aiutini" e le "manine" d'oltreoceano. Nessun commesso viaggiatore viene a bussare alla porta di chi è già rifornito  delle merci che intende piazzare. Si deve poter andare a colpo sicuro. Prelevo alcune note sparse sul perché anche questo dell'Ucraina fa parte della strategia di accerchiamento della Russia da parte degli Usa. Innanzitutto la pistola fumante su chi sta dietro ai roghi ucraini è contenuta  in un'intervista di Richard Perle detto negli ambienti neocon The Prince of Darkness. Egli fu, per chi non lo ricorda, pure il sottosegretario alla Difesa di Ronald Reagan, nonché uno dei teorici della "guerra preventiva" e del disordine mondiale. Titolo "Vladimir non sarà a guardare" intervista di Ennio Caretto - Corsera 23 febbraio.

«L'America e l'Europa devono aiutare l'Ucraina a superare le sue gravi difficoltà economiche fornendole aiuti anche energetici, neutralizzando il ricatto russo. Che dichiarino ufficialmente che all'Ucraina è aperta non solo la strada dell'Ue ma anche quella della Nato».

 Leggete tutta l'intervista (terzo articolo di taglio basso), nella quale Perle non fa mistero di caldeggiare maggior interventismo americano e parla di una Ue troppo lenta, di misure insufficienti, di errori precedenti fatti da amministrazioni americane, nel non aver voluto accogliere l'Ucraina direttamente nella Nato. Ecco una serie di altri indizi del caso Ucraina:

  • L'eccessivo interesse e intrusione della Merkel  nella questione ucraina e l'aver caldeggiato un governo con a capo Yulia Timoshenko.
  • Lo zelo del solito damerino francese radical chic e gauche au caviar  BHL (Bernard-Henri Lévy) nello schierarsi apertamente coi rivoltosi pro-Ucraina. Lo stesso BHL fu sempre favorevole ad ogni destabilizzazione di marca Nato (Balcani, Afghanistan, Pakistan, Cecenia, Rivoluzioni baltiche, attacco alla Libia, alla Siria ecc. ecc.
  • Le confessioni di cecchini sui tetti che sparano addosso alla polizia per poterne  provocare un'immediata reazione sulla folla. Nelle rivoluzioni baltiche (Lituania a Vilnius) un cecchino ammise financo di aver sparato direttamente su quella folla che avrebbe dovuto sostenere
  • La scelta di un'eroina  (un volto tra la folla) da dare in pasto al mondo dei media come l'infermiera ucraina quasi in punto di morte eppoi resuscitata su modello di Neda, la ragazza iraniana fotografata mentre cadde a terra in un fiotto di sangue col velo verde durante una delle rivoluzioni "colorate" ( Onda verde).
  • Ci vuole sempre un satrapo che si circonda di oro, incenso e mirra (come già avvenne per Saddam Hussein), per meglio poter scagliargli contro un popolo inferocito. E quando l'oro (o il Tesoro di Alì Babà) non c'è, lo si inventa, come nel caso di Repubblica che fotografa un water tarocco  aureo, rifiutato dalla BBC. Se poi quel satrapone è, come nel caso di Yanukovich, pure comunista, allora avranno buon gioco a scagliargli contro i fascio-nazisti e le forze "nazionaliste", infiltrate per l'uopo anche queste. Curiosamente poi uno di questi leader nazi, è stato visto scambiarsi baci d'affetto con il "liberal" e dem John Kerry. Lo fecero anche nel Kosovo col terrorista dell'UCK Hashim Thaci che andò a stringere la mano della Albright. O tempora o mores!
  • C'è sempre un Tribunale Internazionale dell'Aja, o altra nuova "Norimberga" pronta a  istruire processi e a condannare per "crimini contro l'umanità" il Tiranno di turno, ma a tacere dei crimini dei vincitori che lottano per il Common Good. E ormai sappiamo che in nome del Bene Comune si compiono le peggiori efferatezze.
Ora Yanukovic in fuga,  è stato "avvistato" in Crimea. Presto ci sarà una taglia contro di lui, presto ci sarà chi tradirà e lo consegnerà al verdetto degli "esportatori della democrazia". Oppure sarà Putin stesso che ne farà merce di scambio presso la cosiddetta "comunità internazionale" (due termini ossimorici). Tutto ha un prezzo, tutto ha un qui pro quo. Oppure no, l'Ucraina potrebbe essere la piattaforma americana per una conquista dell'ultimo bastione rimasto in piedi. Dopotutto nei sogni del vecchio "filantropo-speculatore" Soros il titolare della Open Society Foundation, c'è quello di vedere morire Putin e il suo impero.

E questo è una  delle tante guerre sporche per impiantare la "democrazia" dove il bello è brutto e il brutto  è bello, il vero è falso e il falso è vero.  Ora anche in Venezuela, poi in Brasile e ovunque nel mondo.  Beato a chi crede alle versioni ufficiali!

Anche il nostro Paese è sempre in preda a qualche rivoluzione colorata (da Mani Pulite in poi...), ma noi non ce ne accorgiamo e crediamo che siano solo dei giochetti di prestigio di quel Cappellaio matto d'un Napolitano,  fino a quando non ci scappano i  morti. Per il momento,  stiamo vivendo il nostro Truman Show col piazzista fiorentino dalle mani in tasca che va a chiedere fiducia a un Senato che  a breve rottamerà. Ora si è appena auto-insediato a Palazzo insieme alla sua "giunta" abusiva (Otto donne e un Mistero).
La differenza con Kiev è che noi i fuochi e le fiamme le faremo per uscire da questa infernale  Ue nella quale loro, gli Ucraini,  vogliono tanto insistentemente entrare.

22 February 2014

C'era una volta in Italia...



Quando penso da dove siamo partiti e a come ci hanno  oggi ridotto, non riesco neppure a crederci. Mi rifiuto di aprire un nuovo file sui ministri abusivi prelevati qua e là dalle varie consorterie mondialiste col solito tecnico killer all'Economia,  o riciclati dai meandri dell'oscuro Bottegone come quel Poletti delle Coop rosse & altri infimi compari.  Quel che ci è capitato addosso in questi anni, è  un po'  come risvegliarci  bruscamente da una favola iniziata bene e che strada facendo è stata funestata da creature diaboliche che ci hanno sequestrato di proposito il lieto fine. Non molto tempo fa avevamo un'agricoltura florida. Poi il mercato europeo (prima la Cee, poi la Ue), ci costrinse a mandare al macero tonnellate di arance. Lo stesso avvenne per l'allevamento con le quote latte letteralmente  mandate...in vacca, è il caso di dirlo.




Avevamo il primato nella ristorazione e della gastronomia, e intendiamoci, l'abbiamo ancora. Ma le tasse spaventose  della Tares e di altre sigle di fantasia, costringono un po' alla volta,  i nostri esercenti a  ridurre il personale o a licenziarlo o  a chiudere i battenti. In compenso aprono le catene di fast food di Mc Donald o certi squallidi ristoranti cinesi con lanterne rosse.  O il franchising di kebab maleodoranti. Avevamo manifatture, industrie di precisione e di stile,  smantellate dalle privatizzazioni e dal mercato globale. Avevamo un artigianato di pregio. Avevamo...prima che calassero nella Penisola i saccheggiatori,   i  razziatori con i traditori nostrani che ci hanno venduto a loro, senza nessuna vergogna.
 

 
Come eravamo lo vediamo nei vecchi film. Una società coi suoi difetti, ma ancora coesa, bella, in crescita ed omogenea. Ora invece abbiamo migrazioni bibliche e quartieri degradati  con enclave straniere, in perenne emergenza sicurezza. Provate a passeggiare lungo mare o lungo i viali dei borghi più antichi: sentirete una sgradevole Babilonia di idiomi che ci fanno sentire stranieri in patria. Ma non voglio funestarvi  ulteriormente con il presente, ma procedere con il passato prossimo, in sequenze di immagini che devono essere impresse per sempre nella nostra memoria. Lo scopo non è una mera operazione nostalgia. Sì, perché quello che mostro è l'Italia di ieri, non solo del passato remoto di qualche secolo fa. Pertanto, non possiamo adattarci ad essere ingabbiati nell'eterno "presente" dei "mercati finanziari", nell'ultra rapido "adesso" senza più  un vero futuro né quel passato che ci vogliono cancellare.
 
Il grande cinema italiano, un vero faro nel mondo (Locandina del Gattopardo di Visconti)

Scena da La dolce vita di Fellini

I Road Movie? Li abbiamo inventati noi. Poi gli americani ci copiarono

 
La raffinata moda italiana simbolo di stile e di classe




Lingua di cultura, di Stil Novo e di belle lettere
Le funamboliche Ducati, nostro vanto nazionale 


 

Sta scritto: non di solo pane...L'arte e la cultura italiane aiutano a vivere meglio e sono cibo per la mente
 




La rossa Ferrari, nostro orgoglio nazionale, sarà  trasferita all'estero?

Mina unica, le canzoni erano belle, e non c'era bisogno di presentatori deficienti per introdurle




Lingua di musica, di lirica e di melodramma che vola per il mondo. Qui, Puccini ( "Nessun dorma" dalla Turandot) canta Pavarotti






Il Maestro Muti, un Italiano vero esegue "La forza del destino" di Verdi.

C'è rimasta l'industria vinicola grazie alle esportazioni. Troppo poco!


E va bene! Infuriamoci anche noi come il paladino Orlando. Ne abbiamo tutte le ragioni


Non è vero che tutti i popoli sono uguali. Nemmeno i fratelli nati dalla stessa madre e dallo stesso padre sono uguali. Noi non siamo uguali a chi ci invade. Noi non siamo inferiori a chi ha pianificato e pianifica  il nostro sterminio. Noi non siamo nemmeno uguali ai nostri vicini di casa europei. Ogni nazione è diversa da un'altra, e noi siamo noi. Ogni popolo ha la sua storia ed è padrone del futuro chi non se la fa rubare.  Come canta Lucianone nel video, dilegua o Notte, tramontate  o stelle, all'alba vincerò.
Vinceremo se sapremo essere più  uniti e consapevoli nel cacciare i  tiranni dai volti grifagni della Ue  e i loro servi nostrani che ci vendono per un piatto di lenticchie. C'era una volta in Italia. Ci sarà ancora?
Non è detta l'ultima parola. Mai darsi per sconfitti, nemmeno quando tutto  quanto congiura contro di noi.

 

19 February 2014

Il terzo Abusivo di Palazzo







17 febbraio. Il giorno del mandato al nuovo candidato Premier non è tra i più fortunati e non promette niente di buono. Siamo al terzo abusivo di Palazzo, con tutti i rituali fasulli che hanno accompagnato gli altri due precedenti abusivi. Ministri che ci stanno, ministri che rifiutano, altri che mettono paletti preventivi. Uno stuolo di mendicanti, pronti a elemosinare uno strapuntino di sottosegretario . Potenziali ministri che saltano fuori dal nulla (Guerra della  Luxottica), vecchi assaltatori di poltrone riciclati (Tabacci, Casini, Lupi, Alfano). E lui, Matteo Renzi che corre e corre con quell'andatura un po' così, da bullo della Leopolda, inseguito da uno stuolo di paparazzi. E' il terzo coniglio che salta fuori dal cappello di Napolitano, su supreme decisioni straniere. Ma questa volta, sarà perché siamo stremati, sarà perché al peggio non c'è mai fine, il Matusalemme del Colle, l'ha fatta ancora più grossa, più odiosa, più insopportabile di prima. Un cittadino qualsiasi con il biglietto delle primarie (2 euro per i bischeri che l'hanno pure votato) di un'entità privata come un partito che non è nemmeno partito di maggioranza, ha vinto il biglietto della Lotteria per Palazzo Chigi, senza nemmeno essere "onorevole deputato" e senza ovviamente, passare per le urne elettorali. Insomma, si è auto investito Premier in nome della sua "smodata ambizione". Con la Smart del finto uomo qualunque, s' arriva dritti dritti ai Palazzi romani.  

Qualcuno obbietterà: e Monti? Già ma per Monti almeno Napolitano si è dovuto inventare la copertura di facciata nominandolo senatore a vita, allo scopo di mantenere quel minimo di procedura istituzionale. Qui invece, siamo alle  più sfacciate tragicomiche fiorentine. Chi è e da dove viene Renzi l'ho già scritto qui, come pure chi sta dietro di lui. Quel che mi preme sottolineare è la costruzione  fatta "altrove" del nuovo "tarocco fiorentino".

Di fatto siamo già commissariati, ma non ce lo fanno esplicitamente sapere. L'Italia non è la Grecia e se andiamo a fondo noi, si disfa tutto l'impianto Ue (il concetto del too big to fail). Tant'è vero che invece di mettere un uomo-Troika come è avvenuto in Grecia,  prendono un toscano di Firenze (città che è stata una delle tre capitali d'Italia, nonché culla della lingua di Dante) per mostrare un'attenzione (formale) al concetto di nazionalità.
Per tradire e per ingannare bisogna mascherare e camuffare bene. Lo fecero anche durante il centenario dell'unità d' Italia nel 2011: cerimonie infinite e tricolori che sventolavano dappertutto proprio quando la sovranità della Patria doveva essere ceduta. Il popolo abbocca sempre.

La favoletta hollywoodiana di "Un americano a Firenze" è stata costruita negli ambienti "dem" della Clinton e di Obama, come è noto. E Matteuccio da Firenze venne chiamato subito "il nuovo Obama" italiano, quello del "change".
La prima mazzata durissima ce l'ha data il governo abusivo Monti-Passera-Fornero; la seconda mazzata altrettanto feroce ce l'ha data l'abusivo Letta jr, l'uomo che ci ha fatto "morire per Maastricht".
Ma anche razziare e pestar duro costa fatica e dispendio di energie e alla lunga fiacca anche gli stessi aguzzini. Ecco che allora bisogna organizzare il ricambio dei cavalli "stanchi" con quella che viene definita "la staffetta". Organizzata a BruxellesGrado e a Washington, la loro agenda deve scorrere velocemente con "cavalli freschi" di ricambio, pronti per l'uopo. 

Pertanto, anche un bardotto privo di qualità come Renzi, può servire egregiamente  allo scopo. C'è da completare la razzia della Penisola (ius soli, nozze gay, estinzione del contante, patrimoniale e confisca dei risparmi). Voci, rumors, sussurri e indiscrezioni?! Mica tanto. La Reuters ha captato questo documento della commissione europea, secondo il quale con i nostri risparmi riempiranno le falle della mala finanza. Il sito di Blondet l'ha diffuso e commentato. I cittadini attoniti per ora non sanno, non credono, sono confusi. Si sveglieranno (forse) quando è troppo tardi.

Il pallonaro di Firenze è abbastanza cinico e gaglioffo per realizzare questo piano criminale. Per inciso, Matteo Renzi non è e non sarà mai il mio presidente del Consiglio dei Ministri e se la classe politica avesse quel coraggio che non ha, rifiuterebbe con decisione ogni "consultazione" preventiva . Viceversa, facendolo, gli riconosce pur sempre un patentino di legittimità che non ha. Ma so che ancora una volta,  parlo e scrivo affidando al vento le mie parole, dato che sono tutti complici di questo sfacelo.

Renzi, nuovo capolavoro caravaggesco
PS: Se qualcuno nutrisse dei dubbi su chi sono i burattinai che in queste ore decidono il toto-Ministri, ebbene ascolti la conversazione tra l'economista Fabrizio Barca, che si lamenta al telefono per aver subito pressioni e insistenze da Carlo De Benedetti, attraverso i suoi cronisti "repubblichini", presso un falso Nichi Vendola (complimenti all'imitatore!), infiltrato da "La zanzara", affinché entri nel governo abusivo di Matteo Renzi. Barca ha spifferato tutti i retroscena credendo di parlare all'amico Vendola. Se ascoltate la conversazione, i toni di Barca sembrano addirittura ansiosi e  allarmati:

 https://www.youtube.com/watch?v=d6NBLCTyYFg  la telefonata rivelatrice tra Barca e il falso Vendola

17 February 2014

Le liste di proscrizione degli zingari



 Sono totalmente fuori tema rispetto ai soliti post politici, e so che in queste ore si insedia il terzo governo abusivo,  ma ho deciso di accettare l'invito di No caste a parlare anche di guai personali. Succede solo agli altri di subire furti e rapine, fino a che poi un bel giorno... tocca anche a te.  E allora ci resti di sale. Capisci che casa dolce casa, non è più un rifugio. La scena è sempre quella:  cassetti sottosopra, materassi per aria, furto di preziosi, effrazione alle porte eseguiti con piede di porco. Chi mi ha detto che sono zingari quelli che a S. Valentino hanno violato il mio domicilio? Il fatto che l'argento e le pietre non sono state toccate, ma solo l'oro è stato trafugato.  
Come è noto gli zingari sono intoccabili e anche quando vengono presi in flagranza di reato scontano  pene lievi. I loro difensori sono noti: l'ONU che li protegge come "minoranza etnica" (difendere la nostra identità è reato, ma non per loro),  le comunità ebraiche che li proteggono come "fratelli di sventura" (i campi di sterminio), le ong, la Caritas, il Vaticano, la solita sinistra ecc Essi lo sanno e vivono in un'impunità  pressoché assoluta, con  tanto di diritto al furto.
Si permettono perfino di fare "liste di proscrizione" nei nostri confronti. Ma su quelle ovviamente nessuno  osa berciare al "razzismo".  Anzi...
Liste in che senso? Nel senso di chi siamo e  delle nostre abitudini. Essi ci sorvegliano, ci spiano e ci curano: quando andiamo al lavoro e quando rientriamo; quando andiamo a far la spesa,  se ci sono casalinghe, pensionati, giovani, vecchi,  single o in coppia, se c'è il cane in casa, se ci sono sistemi di allarmi e  sistemi  antifurto, se invece non ci sono. Se si va in vacanza o in weekend. Se una famiglia è  stanziale o se è itinerante e soggetta a viaggi e spostamenti. Una prova? Hanno un codice segreto ma convenzionato tra di loro,   per contrassegnare le nostre case.

Due pallini sovrapposti disegnati sul portone o citofono e graffiando la cassetta delle lettere significa nel "codice degli zingari"  un luogo "buono da rubare".  Un rombo indica una casa disabitata, una X indica un buon obbiettivo, due linee non parallele indicano una casa con cane. Poi c'è un codice per una donna sola (triangolo) , per la casa di un pubblico ufficiale, per una casa già visitata da essi stessi. Se il momento giusto per rubare è la notte appare una N, se è la domenica appare la D. Se è di pomeriggio si scrive P.   Insomma dispongono anche di reclute per i sopralluoghi preventivi delle nostre case.
Oro e rame sono i loro  furti preferiti. Ogni tanto i treni vanno in tilt e i passeggeri rischiano la pelle,  a causa del furto del rame dalle centraline, ma nessun cronista, pur sapendolo osa accusarli di essere stati loro. Indovinate perché...
Le grondaie in rame delle case vengono staccate e rubate,  i condomini costretti all'esborso delle riparazioni, ma lo zittificio e l'omertà intorno a costoro sono  garantiti.
 La Guardia di Finanza sempre solerte a far chiudere esercizi commerciali per qualche scontrino in meno,  sa che spesso gli zingari sono pure i  fornitori dei COMPRO ORO, autentici centri di ricettazione "autorizzata". Ma ci va a indagare? Si chiede  perché quei negozi sono sempre vuoti? Lo sanno che molti zingari vengono arruolati proprio da costoro? Mi chiedo chi, quale forza politica o sociale o civile ci difenda da un sopruso simile. Vi rendete conto? Ognuno di noi è schedato per venir derubato meglio e c'è ancora chi  ha il coraggio di difendere una simile feccia.  Ed ecco sempre pronta l'accusa (eterna)  di razzismo...  O l'accusa di esagerare, o  anche l'ipocrita balletto dei distinguo ("non tutti sono dediti ai furti").  E' vero che ogni tanto tra loro salta fuori qualche  virtuoso chitarrista o violinista o  ballerino di talento (vedi Joaquin Cortez).
Ma in attesa dell'eccezione, fatevi regolarmente rapinare.
Chi ha progettato questo sconquasso mondiale ci picchia duramente ma non basta ancora:  vogliono  assicurarsi di tenerci le mani legate e la bocca chiusa, affinché non si reagisca.
Basta così, è ora di fare qualcosa.


Altre esperienze


14 February 2014

Fratricidio piddiota con regia di Napolitano


Caino-Renzi contro Abele-Letta? quello che sta accadendo dietro le quinte di un partito, il PD, il partito più organico e omologo ai poteri finanziari internazionali, è indecente e rivoltante. Il tutto sotto la regia del solito pulcinellesco Napolitano. Un buon padre di famiglia dovrebbe creare armonia e accordo tra fratelli. Invece non pago di essere un malvagio e subdolo Patrigno nonché "Padrino" della Repubblica, l'attuale inquilino del Colle, fomenta discordie anche all'interno del suo stesso partito.
Per cominciare dopo il libro e l'uscita in tv di Friedman, nel timore di sentirsi scavalcare da chi fino a ieri gli reggeva i fili, il burattino del Colle ha riunito in fretta e furia, Renzi al Quirinale, mentre l'altro suo figlioccio Letta era in viaggio per il governo. Un capolavoro di correttezza istituzionale, non c'è che dire. Poi a chiacchiere avvenute (riservatissime, si intende), ostenta in Portogallo disinteresse per quanto avviene in Italia, tira dritto col cappello nero in testa che gli copre la crapa pelata, dicendo che la crisi dovrà vedersela il Piddì.
Sembra la parodia di una canzoncina di Renzo Arbore: sì, vengo dopo il piddì e poi mi metto lì. Qualcuno pensa forse che il Cappellaio Matto sia  super partes in tutta questa meschina storiaccia? Bene, allora si faccia visitare.
La crisi si apre in diretta nella sede del Nazareno del Pd , dove il Cainetto di Firenze, liquida l'Abelardo di Pisa: "Ho tutto il partito con me". Maledetti toscani! - direbbe Malaparte. Sempre in prima fila nelle lotte fratricide. 
Bella Napoli finge di non sapere ma sa, e lascia fare. In sostanza, Letta è stato sfiduciato in una sede di Partito, dopo che era già stato scaricato da Napolitano. Domani andrà al Quirinale a rassegnare le sue dimissioni. Chi rischiamo  dunque di avere per nuovo Presidente del consiglio del Ministri? Un "non parlamentare" segretariuccio di partito, che apre una crisi extra-parlamentare facendosi beffe del Parlamento. Mussolini disse che avrebbe potuto fare di "quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli". "Avrei," disse, ma poi nemmeno lui, osò farlo. 
Chi invece vuole abolire il Senato e provoca le crisi al "Nazareno" fuori e contro il Parlamento, è un bulletto sindachino che non è nemmeno stato eletto. Però, ci sono i "mercati finanziari" che hanno tanta fretta, troppa fretta. E Matteuccio che ha molti uomini di costoro quali suoi protettori (Davide Serra, Ytzak Gutgeld e ovviamente De Benedetti) si sente molto sicuro di sé. "Dio Mercato è con noi!" Suona bene anche in tedesco (Gott Market mit uns).
Intanto è d'uopo ricordare questa breve  nota di addebito di Giorgio Napolitano, il peggior presidente della storia travagliata della nostra Repubblica.






  • Primo nominato da Napolitano: Mario Monti  13/11/2011
  • Secondo nominato da Napolitano: Enrico Letta il 28/4/ 2013
  • Terzo nominato da Napolitano: Matteo Renzi ? (il 17/2/2014)

Ovviamente il Parlamento non serve più a nulla, e SE e QUANDO ci sarà il famoso "passaggio parlamentare" o la "parlamentarizzazione della crisi" (invocata da FI e dai 5 stelle) i giochi saranno già stati fatti e si tratterà dell'ennesima ratifica. Del resto è già iniziata la questua degli Onorevoli pezzenti, per venire ingaggiati nella squadra di Renzi. 
E' la "democrazia "dei mercati, Bellezza. Ieri a lui (Monti), oggi a me (Letta) domani a te (Renzi); e la staffetta continua... Il popolo mazziato e cornuto può attendere...
Intanto scordiamoci la legge elettorale, con Renzi  che vorrebbe blindare la legislatura nientemeno che fino al 2018. Non male per un dilettante allo sbaraglio "non eletto". Ma del resto, votare, come ha detto Napolitano a Lisbona, è "una sciocchezza".


Ah, dimenticavo quest'ultimo dettaglio. Alan Friedman  non ha fatto in tempo in diretta a "Piazza pulita"  a dire che non stima Letta, che già dal cappellaccio nero di Napolitano spunta il coniglio Renzi. Non c’è che dire: questo paese è terra di pascolo per chiunque voglia farne carne di porco. Ci danno perfino tempi e metodi di quanto deve durare un “nominato” da loro. Lor signori li fanno e lor signori li distruggono. Con la complicità dei lacché interni nostrani.
Ci ricorderemo di questo massacro della democrazia: roba da far impallidire Al Capone. Buon S. Valentino a tutti!

11 February 2014

Non chiamatelo Gattopardo, ma Pulcinella

Alan Friedman, quel giornalista americano che parla come Ollio (Oliver Hardy) laureatosi alla London School of Economics fa gli affari suoi e pensa già di vendere molte migliaia di copie del suo libro-inchiesta "Ammazziamo il Gattopardo" (Rizzoli). Le venderà, perché ha offerto anticipazioni alle più grandi testate internazionali e nazionali, tra le quali il Financial Times e il Corriere.
Ma chi sarebbe il Principe di Salina (Tomasi di Lampedusa), detto il Gattopardo? Napolitano, per caso? Troppa grazia! Non diciamo fesserie Ollio!  No, Napolitano non è un principe e non c'è nulla di nobile nel suo gesto di aver tramortito il popolo italiano mettendolo alla fame in nome dello spread. Un Pulcinella, un pagliaccio del Colle sapientemente diretto dai poteri internazionali, che ora, a quanto pare, non serve più. Per questo gli stanno tagliando i fili. Hanno chiamato Ollio-Friedman con saccenteria da "economista" nonché di esperto giornalista economico "super partes" a investigare. Che cosa ha raccolto Friedman? Interviste.
Ha intervistato De Benedetti a St. Moritz, il quale confessò di essersi incontrato con Monti, in quella famosa estate 2011. Ha estorto a Monti la confessione (capirai che confessione!) che Napolitano lo teneva in caldo da mesi (ancora prima dell'impennata dello spread che come è noto raggiunse il picco di 553, nell'autunno di quell'anno). Ha intervistato Prodi; ha raccontato di convulsi frenetici meeting tra Monti, Passera, Bazoli (il cattobanchiere massone) e lo stesso Prodi, per far fuori, indovinate un po' chi? Il solito Berlusca già semi-bollito.

Gli attori in scena sono Monti, De Benedetti che si incontra con Monti e che come finanziere nonché nemico acerrimo di Berlusconi aveva dritte fresche di scuderia circa i mercati  (ipotesi di aggiotaggio? staremo a vedere), Napolitano che coopta Monti e Passera. Quest'ultimo avrebbe avuto il  suo programmino scritto per il rilancio dell'Italia. In cambio volle il Ministero per le Attività produttive. Napolitano che legge e approva detto programmino di Passera. Insomma, il soggetto principale del libro di Friedman  è  la tempistica sospetta che risale al giugno 2011, data nella quale si espletavano le grandi manovre del Pulcinella del Colle. Il quale ora è risentito e replica al Corriere con tono piccato in questa lettera.  (un capolavoro di falsità e di retorica).



In ogni caso resta inteso che Napolitano deve andarsene per aver commesso ALTO TRADIMENTO contro la repubblica italiana. Su questo non avevo dubbi prima del 2011, durante  il golpe tecno-finanziario del 2011 e dopo le sue sporche manovre che ci hanno rifilato l'Ologramma Letta, il quale continua con l'operazione saccheggio.

Una domandina cattiva al  giornalista Friedman:  l'avrà letto davvero il Gattopardo? Tutto, intendo. Ma soprattutto ecco la  vera domanda dalle 100 pistole: perché proprio ora? e a chi giova? chi c'è dietro a Friedman?  In sostanza Napolitano fece l'investitura a Monti quattro mesi prima (nel giugno 2011), quando ancora non esisteva la "tempesta finanziaria". Perché ora quelli che lo hanno sostenuto hanno deciso all'improvviso di scaricarlo?
Ah, un ultimo significativo dettaglio: da domani Alan Friedman sarà collaboratore fisso del CorServa . il quale dopo averci ammannito per due anni circa la bontà del governo Monti, presentandocelo come salvatore della Patria, ora, come si vede,  ha cambiato opinione. Soprattutto  Ferruccio de Bortoli ha cambiato casacca. Mi sa tanto che questo Carnevale finisca male.

Lettura consigliata: Il complotto di Napolitano e Monti (storia di una democrazia sotto tutela)

06 February 2014

La Manif di Francia: così vicina, così lontana


Premetto che essere cattolici in Francia comporta qualche rischio in più che fare i papisti relativisti,  nonché buonisti catto-italioti del genere volemose bene, davanti a S.Pietro . Non dimentichiamo che è la patria dove Napoleone Bonaparte profanava le chiese entrandovi con la cavalleria;  è la terra della Vandea contro i ghigliottinatori. Non è un caso che lo scrittore Alexander Solgenytzin tenne proprio nella regione della Vandea (1993) il suo  alto discorso contro le rivoluzioni. Insomma  essere cattolici in Francia storicamente significa  essere resistenti contro vere e proprie stragi.
Non so se qualcuno è al corrente del programma educativo di educazione sessuale precoce che la Ue sta approntando per le scuole, con la scusa del superamente dei "generi".
Il sito Reseau International ha rivelato che già da  due anni, la petizione contro la "sessualizzazione della scuola pubblica" (materna e primaria) ha raccolto quasi 92.000 firme nella  Svizzera tedesca. Come è noto  sono stati utilizzati peni in legno e vagine in pelouche messi sotto accusa da parecchi genitori, pedagoghi, e semplici cittadini.  
Il famoso Piano Educativo 21, con effetto a partire dal 2014, ha attirato le ire di gran parte della popolazione, a partire dall'UDC (che non ha nulla a che fare col nostro Udc di casiniana memoria) di Lucerna.  Strane scatole magiche che contengono dunque...strani giocattoli: peni in legno e vagine in pelouche. Senza dimenticare la proliferazione di manuali che incoraggiano i bambini a toccarsi e a scoprire le parti intime del proprio corpo e quello altrui.  Inoltre esiste un libretto con intenzioni "educative" dal titolo Lisa e Jan , fatto di vignette e sequenze esplicite di bambini in procinto di masturbarsi e a guardarsi. Ve ne risparmio le immagini!
Vi consiglio la lettura integrale del pezzo da me linkato su Reseau , o in alternativa, questa traduzione:   http://www.aleteia.org/it/societa/articolo/educazione-sessuale-in-svizzera-arriva-il-sex-box-per-le-maestre-di-asilo-18424001 
Educazione sessuale nei giardini di Infanzia?
Non metto immagini  né altri dettagli per decenza, ma qui rasentiamo senz'altro la diffusione
"legalizzata" della pedopornografia e l'erotizzazione precoce dell'infanzia.
Ma vengo alle reazioni nella vicina Francia, dove ci sono nuove Giovanne d'Arco come Ludovine de La Rochère che organizzazano manifestazioni oceaniche (La Manif pour tous)  coi bonnets rouges in testa. Su che cosa? Udite, udite o Italioti: su temi eticamente sensibili per i quali  voi non rinuncereste a una partita o a un derby a S. Siro.  Intanto però la Manif pour tous è riuscita con successo e Hollande ha dovuto ritirare la legge sulla famiglia.
Ludovine de La Rochère

Ecco cosa dice il Corriere sulla Legge: "Una delle misure principali della riforma prevedeva di riconoscere il ruolo dei patrigni e delle matrigne nelle famiglie «ricomposte». Ma il tema «esplosivo» riguarda l’eventuale estensione del diritto alla procreazione assistita per le coppie di donne omosessuali, una misura (come del resto quella sulla maternità surrogata) che in realtà non figurava nel progetto di legge. Ma che, voluta dalla ministra della Famiglia, Dominique Bertinotti, e da una parte di socialisti, divide profondamente la maggioranza. La spaccatura era stata sancita dal ministro dell’Interno, Manuel Valls, che per smorzare le polemiche aveva fatto sapere che il governo avrebbe respinto ogni eventuale emendamento sui due temi controversi" (fonte Corsera).

Ma ciò non è del tutto vero, scrive Tempi, polemizzando proprio sull'articolo del Corriere - 3 febbraio a firma Stefano Montefiori,  che come al solito evoca lo spettro dell'omofobia e pure dell'antisemitismo (un'ipotesi di reato passepartout  diventata ormai  una sorta di ricatto morale), senza nemmeno degnarsi di entrare nei dettagli della legge. A completare la cronaca dell'inviato in Francia (ma Montefiori poi si sarà mosso da Via Solferino?) ci sono i  suoi toni scandalizzati contro la "quenelle", il gesto col braccio lanciato verso il basso, lanciato dal comico Dieudonné. Mamma mia, che problemi! La quenelle!
Il ministro Peillon ha scritto a tutti i rettori il 4 gennaio scorso di diffondere la campagna di “ligne azur”, che insegna che «l’eterosessualità non è la sola via» e invita tutti, con un apposito test, a scegliere il proprio sesso, pardon, la propria identità di genere.
E a conferma che questi sono obiettivi dell'attuale governo socialista, si possono ascoltare le parole pronunciate sabato da Laura Slimani, nuova presidente dei Giovani socialisti: «Sì, le differenze tra uomini e donne sono costruite , il genere esiste e sì, noi lo insegneremo nelle scuole». Capito?

Tutto questo il Corriere non lo scrive per ricordare perché centinaia di famiglie il 27 gennaio scorso non hanno mandato i loro figli a scuola in occasione della “Journée de Retrait de l’Ecole”. In compenso, critica i manifestanti per essersi espressi contro l’introduzione «di una legge che allarghi il ricorso alla Pma (Fecondazione assistita) alle coppie di lesbiche o la legalizzazione dell’utero in affitto».
Montefiori fa notare che «nessuna di queste due misure è all’ordine del giorno» ma non ricorda che durante la discussione intorno alla legge sulla Famiglia se ne parlerà e che il 19 luglio scorso quattro deputati hanno depositato un progetto di legge che ha come scopo quello di aprire la fecondazione assistita proprio alle coppie lesbiche. Senza contare che tra le doti di Hollande non c’è quella di
mantenere le promesse (fonte "Tempi").

E comunque, Corserva e altri pennivendoli a parte, l'oceanica Manif è riuscita per ora a far recedere il governo Hollande dalle sue intenzioni. Non c'è di che dormire sugli allori però, perché la sessualizzazione ed erotizzazione precoce nelle scuole nonché l'omolatria è un nefando progetto delle associazioni mondialiste (OMS in testa) e delle commissioni europee che verrà trasmesso capillarmente ai Ministeri della Pubblica Istruzione dei paesi membri. I quali poi la diramano a loro volta nella scuole d'ogni ordine e grado a partire dalle materne.

E noi? Mi piacerebbe sentire se c'è qualche gruppo di insegnanti  volonterosi che si sveglia.  O se invece (come temo) durante i collegi docenti sonnecchieranno in ultima fila come scolaretti svogliati, quando i loro direttori didattici e presidi proporranno questo bel pacco. Oltralpe c'è già una coraggiosa mobilitazione: migliaia di famiglie francesi sono scesi in piazza  con passeggini colorati, palloncini bianchi, rossi e blu per dire che "nessuno tocchi i bambini", per difendere l'istituto della famiglia e l'identità del loro paese. In qualche circostanza, hanno buscato botte, spintoni, cariche  della polizia e assalti di gruppi laicisti organizzati (Femen in testa) nonché scherno e sputi. Nel migliore dei casi, denigrazione e calunnie da parte della stampa di regime. Ma resistono... 
Già, la Francia, così vicina, così lontana.

01 February 2014

Svendita di Bankitalia e mani legate per gli Italiani





Gli Italiani devono sapere quel che veramente conteneva il decreto "fustino" paghi uno e porti via due che ha scatenato il parapiglia alla Camera. In tale decreto si "accorpavano" la recente rivalutazione delle quote di partecipazione degli enti privati a Bankitalia insieme all'eterno problema della seconda rata dell'IMU 2013. Un decreto-truffa fortemente incostituzionale, oltre che vigliaccamente ricattatorio nei confronti degli Italiani.
 Avrebbero dovuto scorporare le due cose, anziché metterle insieme per far vedere che se non si accettava tutto il pacchetto truffaldino, la colpa sarebbe caduta sui 5 stelle, dato che gli Italiani avrebbero dovuto rimettersi in coda come pecore per un nuovo supplemento di tasse. Quello che poi è accaduto è qualcosa di bassamente miserevole, con una Presidente della Camera alla quale hanno ordinato di applicare "la tagliola" (o ghigliottina)  e di tirar dritto obtorto collo. Ordini di scuderia, dall'alto, si intende.
Ma vengo a Bankitalia. Prima però metto in copia questa intervista dell'europarlamentare di Fratelli d'Italia Marco Scurria su tutti i rischi dovuti a un'altra cessione di quote di Bankitalia. Ovviamente riportarla,  non significa che la sottoscritta sia allineata al gruppo parlamentare FdI. Ergo la pubblico con beneficio di inventario:
In questi giorni si sta chiudendo l’approvazione della legge che privatizza la Banca d’Italia. Cosa cambia rispetto allo status quo?

Il Decreto Legge di Letta e Saccomanni va sostanzialmente a modificare l’assetto dei proprietari della Banca Centrale Italiana, oggi in mano ad una serie di cartelli bancari e finanziari tra cui Intesa San Paolo, Unicredit, BNL e Assicurazioni Generali. Il decreto in questione ha disposto la rivalutazione delle quote di Bankitalia prevedendone la trasformazione in una public company della banca che una volta era degli italiani. Perché con questa operazione ogni tecnico del mercato finanziario globale potrà acquistare le quote di Bankitalia fino a detenere un massimo del 5% delle azioni. Questo significa, ad esempio, che le varie Banche d’affari americane, e non solo, potranno spartirsi insieme ad altri operatori la Banca Centrale Italiana. Per chiarire meglio agli italiani quanto accaduto, vorrei ricordare che il Governo Berlusconi approvò nel 2005 una legge che prevedeva esattamente il contrario: la rinazionalizzazione della Banca d’Italia con il passaggio del 100% delle quote dai privati allo Stato Italiano. Quindi, entro i tre anni successivi all’approvazione della legge, cioè entro dicembre 2008, la proprietà di Bankitalia doveva passare dal cartello di Banche e Istituti finanziari allo Stato. La legge approvata dal Parlamento dall’allora centrodestra non è mai piaciuta ai banchieri italiani, tra cui Saccomanni, e di conseguenza non fu mai resa operativa. In questo contesto s’inserisce anche l’operazione di rivalutazione delle quote di Bankitalia. Perché fino al decreto legge di Letta e Saccomanni, il capitale era di appena 156.000 euro, cifra stabilita dalla legge bancaria del 1936. Con il DL del Governo si è deciso in forza di legge che il valore della BdI sale magicamente a 7 miliardi di Euro, che andranno a gonfiare le tasche dei soliti noti istituti di credito.

C’è il rischio reale che l’oro di Bankitalia vada in mani straniere? Quali risposte da Europa e Governo?
Mentre la Bundesbank si appresta a rimpatriare quasi 700 tonnellate di lingotti d’oro, dagli Usa e dalla Francia, l’Italia rischia di cedere 2.500 tonnellate d’oro, pari a 110 mld di euro a chi comprerà la Banca d’Italia. Dai tempi di Bretton Woods la nostra riserva aurea si è trasformata in un ‘salvadanaio’ di proprietà dello Stato che non dovrebbe far altro che garantire e rappresentare i propri cittadini. Siamo il terzo paese al mondo per consistenza di riserva aurea dopo gli Stati Uniti e la Germania e non possiamo cedere l’ultima garanzia di ricchezza della nostra Nazione alle banche azioniste di Palazzo Koch. Per evitare quest’ulteriore esproprio, Fratelli d’Italia ha chiesto con forza nei giorni scorsi al governo Letta, di difendere l’interesse nazionale, ribadendo che la proprietà della riserva aurea resti nelle mani degli italiani, oltre ad adottare iniziative affinché siano fatte rientrare nel territorio nazionale entro 12 mesi dalla conversione del decreto legge, le riserve auree italiane che si trovano ancora all’estero.




Andiamo avanti. Sono contemplati altri rischi letali per noi.
"Si tratta della più grave operazione di spoglio - quantitativamente e qualitativamente - messa in atto da questo governo", scrive Gianfranco D'Atri nel sito sussidiario.net. Pertanto...
"Banca d'Italia sarà essenzialmente indipendente dal Governo e dal Parlamento e la sua attività potrà legalmente essere plasmata al volere dei poteri economici prevalenti essenzialmente esterni all'Italia" (dal sito cit.).
Ma non è ancora tutto. In caso di necessità di un' eventuale exit strategy dall'euro (o piano B), ecco cosa può succederci.

"Con una maggioranza estera della Banca d’Italia (maggioranza che ne deterrebbe quindi il controllo), saremmo costretti a restare, con le mani legate, dentro il sistema dell’Euro perché non conteremmo più nulla. Non avremmo più alcuna voce in capitolo in sede BCE e in sede di istituzioni bancarie, come l’Unione Bancaria Europea, sorvegliata dalla Bce. Saremmo vincolati a tal punto che non potremmo uscire dall’Euro neanche se lo volessimo, o se un eventuale referendum popolare lo sancisse, perché le nostre riserve auree valutarie sarebbero nel totale controllo di banche estere che potrebbero rifiutare di emettere Euro-Lire, garantite da tali riserve" (dal sito http://www.signoraggio.it/fermiamo-questo-governo-sta-regalando-la-banca-ditalia-ad-angela-merkel/). 

Avete capito bene dove vogliono trascinarci il duo Letta-Saccomanni? Resta da vigilare in questi giorni se ci sarà ancora spazio di manovra per dissensi e ribellioni, ma soprattutto per rinegoziazioni.