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02 October 2014

Il treno dei desideri








La metafora dell'Italia è un lungo treno che non arriva mai a destinazione. Come dice la canzone "ma il treno dei desideri, dei miei pensieri, all'incontrario va".

Non è uno slogan dire che le nazioni si giudicano dai loro treni, segni di civiltà. Mi trovavo in Francia, sulla tratta della Penisola del Cotentin. Quando sbarcai a Lisieux (la cittadella della piccola Teresa del Bambin Gesù) arrivai con cinque minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia, e una voce all'altoparlante non finiva mai di scusarsi per quel poco di ritardo accumulato. Cioè cinque minuti.


Altri scenari e altri ritardi disastrosi qui da noi in Italia.


Abbiamo sempre avuto una rete ferroviaria sgangherata, ma mai come da quando le FFSS sono diventate private, trasformandosi in Trenitalia, il trasporto sulle rotaie ha raggiunto livelli di guardia allarmanti. Da allora muoversi col treno è diventato un vero incubo anche per brevi distanze chilometriche in grado di essere percorse finanche in bicicletta o a piedi. Treni regionali per tratte brevi che partono in ritardo per guasti al locomotore, perché le porte automatiche vanno in blocco, perché arrivano troppi turisti e per ogni altro banale pretesto. O che accumulano ritardi in fieri.


La cosiddetta "automazione" ha eliminato posti di lavoro e i controllori (quando ci sono ) servono a comminare multe solo agli autoctoni. Lì c'è ancora da raschiare il barile. Poiché gli extracomunitari invece, oltre ad avere il vizietto di non essere in regola col biglietto, sfuggono ai controlli scendendo rapidamente dal treno, per poi risalirvi di soppiatto in altra carrozza (sono stata testimone oculare di questi fatti), facendosi beffe del controllore. Questo, quando va bene e quando poi le minacce verso i controllori, in orari di minor afflusso, non si fanno ben più feroci (si leggano ordinari fatti di cronaca).



Ma limitiamoci al discorsetto sui ritardi e sui pesanti disagi.


Ricordate l'annuncio ferroviario di un recente passato dove si spiegavano le cause? Scordatevelo! Ora, quando va bene, si limitano a pubblicare un pannello negli atri delle stazioni col ritardo indicato. I viaggiatori sono sempre più nelle mani del Signore, dato che il treno si riempie come un uovo e...salgono turisti tedeschi, turisti americani con ingombranti zaini salgono inglesi, francesi, spagnoli, giapponesi, ma...il treno non parte. Che succede? Fa caldo e le bottigliette di acqua minerale vengono scolate con rapidità.


Si cerca di aprire i finestrini, ma è impossibile farlo, perché c'è l'aria condizionata che spiffera un freddo cane sulle ossa e i finestrini restano ermeticamente sbarrati: è il progresso Bellezza! Che fare? Passa un quarto d'ora, venti minuti, mezz'ora...40 minuti, 45, ma il treno non si schioda dai binari. La tratta rivierasca è breve, di neanche mezz'ora: La Spezia-Bonassola ore 10.  Ma il treno non va. Non resta che scendere: chi me lo fa fare di fare il bagno di sudore, in luogo di quello di mare? Cerco di aprire la portiera, ma è sbarrata anche quella. Che angoscia claustrofobica! Qualche turista impietosito mi dà una mano e preme e ripreme il tasto verde finché le portiere si aprono. Una volta uscita, chiedo spiegazioni dell'accaduto ai capotreni, i quali  mi spiegano che le portiere sono andate in blocco, e che questo ha prodotto il guasto al locomotore. "Allora, visto che non lo utilizzo più, posso avere il rimborso del biglietto"?
"No, perché il ritardo è di 45 minuti e non di un'ora".  Ah, beh...



Tratta Monterosso-SP. Pochi chilometri anche lì. Stavolta la giornata balneare l'avevo già piacevolmente trascorsa: è già qualcosa!. Ore 17, 30 e annuncio ritardo di mezz'ora. Ma da dove vengono questi dannati treni per accumulare simili  disastrosi ritardi? Poi i 30 minuti diventano 45 minuti. Sempre i soliti 45 per impedire che i passeggeri possano richiedere il rimborso del biglietto. Che figli di buona donna! Intanto sfreccia la Freccia Rossa di Montezemolo e fa marameo ai viaggiatori stressati sul binario. Io sì che vado al massimo! basta super-pagare e zac! Si arriva in orario, belli miei! Questione di classe! 

Il treno regionale imbarca una marea umana spaventosa e accaldata. Dopo pochissimi chilometri, si ferma in galleria a Vernazza e imbarca altri poveri bagnanti sventurati. Poi a Corniglia, poi a Manarola e infine e Riomaggiore. E ogni volta io a dirmi: "Non avrà mica il coraggio di imbarcare ancora altra gente? " Eh sì che ce l'ha 'sto coraggio! Siamo ben al di fuori da tutte le norme di sicurezza, in quanto a moltitudini imbarcate. Non avevo provveduto a procurarmi la fatidica bottiglietta di acqua e faceva un caldo feroce. Stavolta l'aria condizionata non c'era. Però il finestrino non si apriva lo stesso (è sempre questione di progresso Bellezza!).
 Nel caso, qualcuno avesse un malore, cavoli suoi: lì non c'era un controllore, né un poliziotto, né un presidio sanitario nelle stazioncine delle 5 Terre. Speriamo bene...
Alla fine si arriva sì, ma in condizioni pessime. E quando si sbarca al capolinea si percepisce quasi lo stesso effetto di Cristoforo Colombo quando toccò terra dopo fortunali e tempeste.

Stazione Cadorna di Milano - Ferrovie Trenord (sono quotate pure in Borsa). Dopo un anno e
mezzo di pesanti disagi, nel quale i passeggeri pendolari sono stati costretti a  recarsi in ritardo al lavoro, è partita una class-action a carico di Trenord. Qui la notizia. riportata dall'associazione Altro Consumo. Viaggiatori in ostaggio di improvvisati imprenditori senza scrupoli della rete ferroviaria che non fanno manutenzioni, riempiono i treni come carri bestiame, vogliono guadagnare in fretta e rendono incivili i trasporti e la qualità del viaggiare. Privato, fa ancora più schifo che pubblico! Gran Bretagna docet!



Non va meglio per gli Intercity, detti rapidi solo nel nome. Non sono mai riuscita a raggiungere Milano senza accumulare un ritardo di almeno 40 minuti. "Vi ringraziamo per aver scelto Trenitalia" dice alla fine del viaggio, una voce che suona davvero ironica all'alto parlante, mentre il treno entra alla Stazione Centrale di Milano. E difatti non c'è che dire: abbiano un ricco ventaglio di opzioni!


Ciascuno narri la propria Odissea ferroviaria. Ci hanno trasformato, controvoglia,  in mesti Eroi dei binari tristi e solitari!

34 comments:

Massimo said...

Non sono un pendolare, quindi non ho quel tipo di esperienza. La mia riguarda la linea ad Alta Velocità e, rispetto ai vecchi Eurostar, ho dimezzato i tempi di percorrenza tra Bologna e Milano o Roma e sono sempre puntuale. Per non parlare rispetto ai tempi in cui ero militare e dovevo recarmi al car a Caserta, quando si impiegavano cinque ore solo per arrivare a Roma. Del resto mi ricordo anche nel 1987 quando andai a Madrid in aereo pensando di visitare i dintorni (Toledo, Segovia, Aranjuez, Avila) in treno. Le Renfe spagnole del 1987 erano ben peggio, davano la precedenza persino alle pecore che attraversavano i binari quando pareva loro ... Gli anni successivi andai in Spagna sempre in automobile ... :-)

Nessie said...

Delle linee ferroviarie spagnole ho un pessimo ricordo anch'io e ci sono (o meglio c'erano, perché ora non ne sono al corrente) tratti a scartamento ridotto nelle zone della Sierra. Perciò sulle pecore ti credo.

In compenso mi sono presa una visione della rete inglese (tutte privatizzate con parecchi padroncini a seconda delle tratte dei binari) e fa proprio schifo.

Per ciò che concerne la mia esperienza europea, Vive la France!

Nessie said...

Ah, dimenticavo. Sui treni dei pendolari (tratto Aulla -Pisa), capita pure che i pendolari si portino l'ombrello e viaggino con l'ombrello aperto perché ci piove.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/2013/notizia/pendolari-in-treno-con-l-ombrello-aperto_2011134.shtml

Aldo said...

Non prendo più il treno. Cerco di schiodare l'auto dal garage il meno possibile. Se appena posso, non viaggio. Se appena posso, cerco di trovare angoli nei quali sia ancora possibile vivere il più possibile vicino a casa mia, raggiungibili a piedi o in bicicletta. La mia meta prediletta è ormai... l'orto!

Tra l'altro, ogni euro che non spendo mi fa sentire un po' più libero e un po' più sano di mente. E' patologico? E' fisiologico? E' davvero una scelta autonoma o è una finta scelta, una scelta indotta?

E dire che mi è sempre piaciuto camminare tra i boschi, ma i boschi più vicini sono almeno a cinquanta km da casa mia. Anche questo dà da pensare in merito alla situazione disastrosa dell'Italia.

Nessie said...

Aldo, se sei nelle condizioni di poterne fare a meno, sei solo da invidiare. Purtroppo il trasporto su rotaie è ancora molto in uso presso categorie come:
- lavoratori pendolari
- studenti di liceo e/o universitari
- nelle località balneari, turisti che fanno il trekking tra una località e l'altra della Riviera (tanto per fare un esempio).

Senza contare che per chi viaggia in Europa sarebbe un magnifico mezzo di locomozione, poiché in treno si può leggere.

Nessie said...

Faithful, come ho premesso nel post, una nazione civile si vede dai suoi treni. E qui di civiltà ce n'è poca. Se i convogli sono stravecchi, ebbene che li si cambi. Ma con la privatizzazione della rete si vuole solo guadagnare il più possibile e non investire il becco di un quattrino: è questa la verità nuda e cruda!

Nessie said...

Poi comunque nella rete regionale della Lombardia (Trenord) i treni sono nuovi ma arrivano in ritardo lo stesso.

Qui siamo nella laboriosa Bergamasca, e guarda che succede:

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_marzo_11/treviglio-pendolari-stazione-malattia-treni-regione-interviene-56eb7c26-a905-11e3-a393-9f8a3f4bf9ce.shtml

Aldo said...

Nessie, purtroppo rientro anch'io tra i pendolari, per cui "pendolo" eccome. Il mio riferimento era alla mobilità "facoltativa" -- quella l'ho tarpata alla grande. E anche per il "pendolare" faccio ricorso il più spesso possibile a formule alternative, come la condivisione del viaggio o di parte di esso con colleghi compiacenti (una graditissima forma di elusione fiscale e dunque di boicottaggio, se ci pensi).

La mia non è però una soluzione, solo una parzialissima e assai limitatamente efficace reazione d'autodifesa. Assai meno di quel che mi piacerebbe fare, ma la morsa ci stringe e le possibilità di manovra non sono certo a 360°.

Nessie said...

"Condivisione" è un altro di quei termini che mi fa saltare la mosca al naso, perché mi ricorda il linguaggio informatico (condividi foto, condividi questo post, condividi il video, sistema di condivisione ecc. ecc.). Comunque se hai trovato il sistema di farti scarrozzare in giro a a zero costi, beato te! Io il mio carburante dell'auto devo pagarmelo di mia tasca.

E pure i treni quando li prendo. Per fortuna, non sempre.

Faithful said...

La cosa dei treni vecchi è riferita più che altro a tratte secondarie e terziarie, dove si vedono (quasi) solo treni vecchi e stravecchi visto che citavi il caso del treno gocciolante della tratta Pisa-Aulla,per dire in Toscana nella tratta principale (la leopolda) si vedono già molti treni post2000 (e anche qui non tutti) e nessun ritardo o quasi,ecco stranamente i ritardi li ho notati quasi sempre in tratte non principali:forse sarà stato solo un caso ma una sola volta ho fatto la tratta Pisa-Viareggio andata e ritorno e al ritorno mi sono beccato più di un ora di ritardo mentre la leopolda la faccio molto spesso ed è sempre puntuale (o quasi) tranne rari casi di piccoli ritardi ma roba da poco (tipo 10-15 minuti).

Nessie said...

Ah...la famosa Leopolda! :-)

La tratta che vedi sulla foto in alto è quella delle 5 Terre e il paesino che intravedi sulla rupe è Manarola. Una vera iattura in quanto a puntualità, poiché le 5 Terre sono sul web e attirano ogni anno migliaia di visitatori da ogni angolo del pianeta.

Comunque anche MIlano-Garibaldi e Milano-Cadorna non scherzano in quanto a ritardi di tratte locali!!! Le class-action sono partite da lì.

Nessie said...

Vale la pena di leggere l'Odissea nell'agosto scorso di una Freccia Bianca (sì, pure quelle!) sulla Milano-Lecce: tre ore di ritardo dopo aver pagato il fior fior di soldoni, dato che le frecce costano pure care. POi si scopre che i manager come Moretti sono gli stessi boiardi di sempre:


http://www.leccenews24.it/cronaca/odissea-sul-milano-lecce-treno-in-arrivo-con-oltre-tre-ore-di-ritardo.htm

Nessie said...

Purtroppo è tutto tristemente vero...Siamo all'inglesizzazione della rete ferroviaria italiana e alla caduta fatale dei miti neoliberistici. Doveva esserci efficienza, ma non c'è, e i ritardi clamorosi parlano chiaro. Dovevano esserci maggiori benefici per l'economia ma si arricchiscono solo i "privatizzatori". Doveva esserci sicurezza ma aumentano pure i disastri ferroviari.

Per non parlare delle toilettes luride!!! Delle vere e proprie latrine. Ah, due parole anche su queste: sono tutte nelle mani di ditte appaltatrici col risultato visibile della totale mancanza di igiene.

Faithful said...

@Nessie

Oddio la Liguria,capisco perchè l'hai presa ad esempio:una regione tutta montagne e dirupi è l'antitesi della viabilità,e difatti è collegata malissimo,quasi peggio della Toscana con le Marche (dove i collegamenti sono quasi inesistenti).
Comunque in realtà le teorie tatcheriane in principio non erano così malvagie,il problema è che lei teorizzava una sana competizione tra privati basata sull'efficienza e sul risparmio invece è successo il contrario e si sono venuti a creare dei monopoli privati arraffasoldi persino peggiori di quelli pubblici.

Nessie said...

Diciamo che l'orografia del paesaggio italiano non aiuta affatto. Ci sono zone appenniniche (penso al tratto SP-PARMA) dove sembra di essere sul treno del Far west. Quello così lento che gli Indiani lo acciuffavano a cavallo.

Ma anche la Garfagnana che tu conosci senz'altro, non scherza. Mi recai a Castelvecchio Pascoli a vedere la casa del Poeta e mi dissero che un tempo nel periodo umbertino c'era la Porrettana, un tratto ferroviario abolito dal rilancio dell'autoveicolo del periodo del boom.

Sulla Thatcher. Lei fu seguace di von Hayek, un esponente della Mont Pelerin Society. Se c'è una cosa che insegnano le ideologie è che si parte con l'Utopia, ma poi si arriva alla Distopia. E questo vale anche per l'ideologia liberal-liberista

Aldo said...

Il problema dei trasporti credo che non stia tanto nella velocità quanto nella affidabilità. E un'altra questione che prima o poi dovrà essere presa in considerazione (e prima sarà meglio che poi) è l'organizzarsi in modo da non aver bisogno dei trasporti! Meno roba e meno gente girano, meglio è -- portare a spasso roba e gente impegna tempo ed energie e, se trasformato dolosamente in azione coatta, deprime vistosamente la qualità della vita. Certo, questo è un discorso poco gradito a chi ci fa la cresta.

Un altro motivo per il quale ritengo deleterio accorciare le distanze con trasporti troppo efficienti ed accessibili è il fatto che potersi spostare troppo agevolmente porta a riservare meno attenzioni all'area nella quale si vive, e gli effetti li abbiamo tutti sotto gli occhi: degrado, degrado, degrado ("tanto domenica posso andare a... [località a piacere] che è tanto un bel posto"). Impossibilitati a spostarsi come niente fosse, il bel posto deve essere casa tua, senza se e senza ma. Ma questo è un punto di vista molto personale, probabilmente dimostrabile ma non dimostrato.

Ultima cosa -- sul rapporto tra privato e pubblico ci hanno messo in testa tante di quelle mitologie che dovremmo vergognarci d'esserci cascati (intendo, chi ci è cascato). Nel paese dove abito, se vado all'ufficio postale me la cavo in un quarto d'ora quando va male, in banca so quando entro e non quando esco. Certo, a chiacchiere e sorrisi sono uno spettacolo, ma se parliamo di efficienza...

Nessie said...

Che il "bel posto" dovrebbe essere casa nostra, mi pare scontato. Ma mi dici in quale posto trovi tutto senza doverti spostare per ottenerlo? Non esiste più da quel dì, il lavoro "dietro casa", i servizi "dietro casa", i negozi "dietro casa", le farmacie "dietro casa" ecc. ecc.

Forse ti riferisci ad una idilliaca età dei Comuni, nei quali era possibile trovare corporazioni di Arti e Mestieri, "dietro casa".
Ovvero nel proprio comune. E questa è storia.

Quanto alle mitologie del "privato è bello", sfondi una porta spalancata, poiché il degrado lucrativo da sciacalli è arrivato pressapoco dagli anni 90 in poi. Quando c'era una volta un piccolo naviglio di nome Britannia, che ha dato la stura alle peggiori privatizzazioni. Non mi stancherò di ripetere che ciò equivalse all'esproprio di tutto l'esistente.

Aldo said...

Nessie: "Ma mi dici in quale posto trovi tutto senza doverti spostare per ottenerlo?"

Da nessuna parte, ovviamente. Il lavoro per portarci dove volevano portarci (cioè dove siamo, e non è ancora finta) è stato fatto con cura certosina. Ciò non toglie che secondo me si tratti di una situazione deleteria, dalla quale sarebbe il caso d'affrancarsi al più presto. Almeno sapere che le cose così come stanno non sono né l'unico né il migliore dei modi sarebbe già un passo davanti. Invece, continuiamo a sentirci imbottire di propaganda su quanto siano belle la mobilità, la flessibilità, e via cianciando. Sì, sarebbero belle, se fossero il frutto di una scelta. Così non è, allo stato attuale sono il frutto d'un'imposizione. Ci gonfiano la testa con le loro parole d'ordine? Gliele rilancio con la fionda e le sostituisco on stabilità, equilibrio, sicurezza.

Il "posto fisso", a livello individuale e anche a livello sociale, è una ricchezza inestimabile, e non è assolutamente vero che non sia praticabile, così come non è una vergogna desiderarlo e neppure poterne disporre.

Nessie said...

E' un discorso molto più complesso di quel che si creda. Il "posto fisso", la fissa dimora, la monogamia, il matrimonio, il patrimonio da tramandare di padre in figlio,la famiglia, il vicinato, l'orto, sono cose che hanno fatto in modo che perdessimo facendo sentire OTTUSO e pedante chi le pratica.

Secondo il sociologo Yuri Slezikine i popoli si suddividono in «mercuriani», seguaci del dio delle astuzie mercantili, e gli «apollinei», seguaci del dio del sole e delle attività agricole. I due gruppi si detestano, esercitano una sorta di reciproca apartheid, sono ossessionati dal desiderio di preservare la loro rispettiva purezza. Il secolo che stiamo attraversando secondo questo autore è il secolo "mercuriano", cioè moderno. E tutto ciò che è moderno (sempre secondo il suo pensiero) è ebraico.

Questo de "Il secolo ebraico" è un libro che contiene tesi ardite, ma che vale la pena di leggere:

http://www.ibs.it/code/9788854504509/slezkine-yuri/secolo-ebraico.html?gclid=CjwKEAjwkrmhBRD49Mbm_MvruWsSJAAEDt13pwnNT3WgRWV6wjKbs6NVGKRugxsXAgcWgAHKyz2fOhoCuLfw_wcB

Nessie said...

In ogni caso, questa coercizione internazionalizzata alla mobilità e alla mobilizzazione (magari fosse solo questione dei trenini che ho messo nelle foto!) non sarà senza vittime. E già lo stiamo verificando.

Nessie said...

By the way, domani sarò in treno e che Dio me la mandi buona, considerati i tempi!

Ovviamente aspettatemi in moderazione, perché non potrò collegarmi che sul tardi.

Anonymous said...

MI attacco al tuo O.T....ma visto che l'hai fatto,mi sento di volerci fare un commento.
Ci consigli la lettura di un libro di tal...Yuri Slezikine...che afferma... i popoli si suddividono in «mercuriani», seguaci del dio delle astuzie mercantili, e gli «apollinei», seguaci del dio del sole e delle attività agricole.
Nella presentazione del libro su IBS(il riferimento che ci hai dato)afferma sommariamente.....tal Daniel Bernard,nel suo commento di presentazione al libro....
....^E' l'età moderna come quel punto di svolta in cui l'uomo diventa universalmente mobile, professionalmente duttile, erudito, ricco per prestigio acquisito e non per natali; diventa, insomma, ebreo^.....
Mi basta questa frase,piena di"belle" parole/illusioni,ma priva di contenuti scientifici,storici,pratici....a non farmi comprare.... e perdere tempo a leggere il libro in questione....anche se costa solo 15 euro...
In aggiunta mi frena il nome del commentatore....Daniel Lazare(che ha.... al più qualche percento di probabilità di essere,Apollineo,solare e di tradizione Cristiana).....e che più che una critica sembra voler fare un elogio ai"Mercuriani".
Eppoi con questa divisione tra Apollo e Mercurio(Ermes per i Greci)...sia Slezikine che il Lazare...dimostrano di essere due "SOMARI"in mitologia greca....Apollo al più si oppone ad un Dioniso(vedi,per esempio per la musica, la Nascita della tragedia greca di Nietzsche).....gli Apollinei della terra e l'agricoltura se ne sono "sempre sbattuti"(vivevano di arte in compagnia delle Muse...)....essendo le attività legate alla terra...SEMPRE...compito delle Dee...Gea,Era,e la più importante ..Demetra).
Mercurio,oltre che dei ladri e mercanti,è anche il detentore delle scienze occulte..l'Ermetismo....l'arte di conservare in pochi(eletti) la verità ultime...con le quali governano il mondo.....mentre tutto il resto della massa umana subisce,senza saperlo,le conseguenze delle esoteriche direttive mercuriali.
Il motivo per cui il mondo va male...forse è proprio questo...pochi "mercuriali" illuminati....governano tutto il resto del mondo......popoli tutti all'oscuro delle cause"prime"..... per di più ignoranti e senza una lira....e che moriranno senza sapere nemmeno perché sono nati.
Sapendo chi è Apollo e chi è Mercurio....non posso che sentirmi fiero di essere un Apollineo.
Ciao MAR

Nessie said...

E' un libro che può piacere e non piacere. Ma normalmente i libri si giudicano dopo la lettura, non dalla prefazione o postfazione.

Però sono d'accordo sulla chiosa : Mercurio dio dei Ladri, e i mercuriani artefici dei loro loschi traffici ci tengono a tutti per la gola.
La tua giustapposizione Apollo/Dionisio è di derivazione nietzschiana.

Questo di Slezkine è un altro contesto: Apollo dio stanziale vs. Mercurio/Ermes dio nomade. E sappiamo bene che i nomadi fanno razzie. E' evidente che anch'io sono orgogliosa di essere "apollinea".

Nessie said...

Apollo stesso subì il furto dei suoi buoi da parte del piccolo Ermes/Mercurio. La simbolizzazione di Slezkine serve a delineare un dio "stanziale" e agricolo (l'aratro, il solco che è ordine e stabilità) in contrapposizione ad un dio nomade e itinerante dedito a commerci, non sempre leciti. La segnalazione di questo testo ad Aldo, non era OT, ma perfettamente in tema, in quanto lui giustamente lamentava il fatto che la mobilità oggi ci viene venduta come "il migliore dei mondi possibili" a cui adattarsi anche controvoglia e contro la propria natura.

Per cominciare, l'Italiano medio non è nomade per indole, ma stanziale. Per questo, a differenza di altri popoli nomadi, ha potuto coltivare la Bellezza e l'Arte nei tempi addietro.

Visto che ho parlato di treni, vale la pena di ricordare che una volta tanto il mio rapido era in perfetto orario. Un'eccezione che dovrebbe essere la REGOLA.

johnny doe said...

Non serve più spiegare nulla ormai....se ne fottono,visto che un popolo sempre più bue non reagisce a nessuna vessazione....
più ignorante e rimbambito è,meglio per loro.
Ormai sarebbe ora di applicare il metodo IRA,forse qualcosa cambierebbe...in calma piatta mai.
E' inutile che ci indignamo,se ne fregano..

Nessie said...

Che debbo dirti?! Purtroppo è vero. Mi sconvolge la calma olimpica con la quale buona parte degli Italiani non si degna di reagire alle vessazioni inflitte che si fanno via via sempre più grevi e gravi in tutti i settori del pubblico e del privato. Eccone qualcuna oltre ai citati treni ormai degradati a carri-bestiame:

-la Tasi applicata dai comuni ad appena 15 giorni dalla scadenza della prima rata (16 ottobre)

-le file indecenti ai Caf e dai commercialisti per PAGARE senza manco lo straccio di un bollettino prestampato.

-la Tari (ovvero la tassa sui rifiuti) sempre più esorbitante, a fronte di centri urbani che ormai sono delle vere e proprie Lordopoli.

- la sanità che fa schifo
-la scuola con più alunni extra che nativi.


...e mi fermo qua sennò il cahier des doléances si farebbe più voluminoso di un elenco telefonico.

Cangrande said...

Buona sera, Nessie.

Intervengo poco, anche se questo blog è aria pura (pur venendomi il mal di fegato)....

Io credo fermamente che la maggior parte delle gente sìa rincoglionita per via delle schifezze che spruzzano in aria....
ANCHE per il rimbambimento mediatico, certo..... Ma non solo.... Non è spiegabile, altrimenti.....

Anonymous said...

Mi confermi(col furto delle pecore) che Mercurio e i mercuriani ,nascono ladri,quasi che ce lo avessero il vizio nel DNA...ma sono pure furbi,perché il piccolo Mercurio calmò l'incazzatissmo Apollo col semplice regaletto di una "lira"da lui costruita da una carcassa di una tartaruga.
Eppoi per dirla francamente...Ermes(copiato dai Greci dagli Egizi...che lo veneravano come Toth)era sopratutto il Dio dei morti...che insegnava solo ad alcuni(eletti)...con parole oscure....come diventare immortali....
Per me porta pure Jella.
Per le ferrovie...purtroppo non posso partecipare alla discussione,perché da tempo in pensione non le utilizzo e non ho dati di ritorno,se non le proteste degli utenti da te evidenziate in questo post...ma ho dei ricordi precisi.
Dovendo spesso,per lavoro, andare al Nord(Milano,Ferrara,Marghera)il mezzo preferito era il treno,fino a 15/20 anni fa....servizio ottimo,più sicuro dell'aereo....prenotazione,se richiesto cuccetta,e un vagone ristorante dove trattato bene si mangiava pure bene....Non era un privilegio per benestanti,ma un dignitoso servizio gestito in maniera accettabile dallo Stato.
Qui si parla solo di ferrovie,ma potresti allargare il discorso a tanti altri settori,una volta gestiti dallo Stato...oggi tutti nel caos.
Che dobbiamo concludere che i Mercuriani hanno colonizzato tutto l'apparato pubblico...e privatizzandone le risorse,stanno diventando stanziali in casa nostra....in fondo con pochi soldi investiti si fanno grossi guadagni e in Italia si vive bene...per chi ci'ha soldi da spendere.
E' qui il nostro dramma...quando mercurietto gli rubò le pecore..... Apollo,gli doveva rompere le ossa,e non farsi corrompere col porboire di "una lira"...in regalo
Spero che per troppa "metafora" non sono andato "troppofora" come tema.
Saluti MAR

johnny doe said...

leggevo certi confronti sul sistema dell'istruzione italiana coi diversi stati europei....investimenti,borse di studio,tasse universitarie,facilitazioni.....roba da rabbrividire...per noi...e se vede pure

Nessie said...

Ciao Cangrande! Piacere di ritrovare i vecchi amici :-).

Mah, il rimbabimento sarebbe da prodotti chimici? Allora dovremmo essere tutti andati, e invece la gente come noi sta bella e' sveglia.
Ci sarà anche quello, ma temo che il peggior rincoglionimento sia la PAURA. E questo è un regime basato quasi esclusivamente su quella.

Nessie said...

Buoi Mar, si trattava del furto di un carro tirato da buoi.

http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ermes

Non trovo disdicevole che Apollo avesse accettato lo scambio della cetra (o lira). Questo conferma l'indole profondamente diversa dei due dèi: una fortemente interessata (il mercante) e l'altra sublime e disinteressata (l'artista). Secondo la mitografia Ermes-Mercurio è anche il dio celere delle comunicazioni.

Curioso che nell'era della posta internettiana in tempo reale, abbiamo poste e ferrovie conciate nel modo che ben sappiamo :-(

Nessie said...

Johnny, se è per questo in Germania anche la classe dei docenti è pagata assai meglio che da noi e molto considerata. Il nostro è ormai un paese con le pezze al culo. O meglio, hanno fatto di tutto perché finisse in questo modo.

Anonymous said...

@Nessie
E'vero...hai ragione... "buoi non pecore" così è andata...per l'esattezza..12 vacche,100 giovenche e un toro...
Mercurio,fece il furto quando era ancora in "fasce" e come alibi ritornò di fretta nella culla... Apollo allora,ancora non era il Dio rispettato che conosciamo... era "solo" un bovaro del re Admeto.
Il riferimento della "lira"...anche se esistente nella leggenda..l'ho strumentalizzato come doppio senso, dato l'argomento trattato(lira strumento...lira nostrana denaro)...
Volevo far notare che...COMUNQUE... un"mercuriale in fasce"frega un Apollo adulto...e lo cogliona pure con un ripagamento di una sola lira(strumento musicale o denaro che sia).
Saluti Mar

Nessie said...

Mar, i miti appartengono alla tradizione ORALE popolare dei popoli. Anche quelli greci contemplano delle varianti a seconda delle regioni elleniche (nella Tracia la si racconta in un modo, nella Tessaglia nell'altro ecc.). Perciò non avremo mai la certezza se trattasi di buoi, vacche o tori, ecc. Diciamo bovini, così ci intendiamo...

Comunque sia Mercurio-Ermes nasce ladro. E questa è la vulgata che permane :-)