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06 October 2014

Buonotte Suonatori!








Ecco un'altra efficace metafora di questo nostro disgraziato Paese alla deriva. Dopo i treni che non arrivano a destinazione, c'è l'orchestra che non suona. E allora... buonanotte suonatori. Va in scena il fallimento e la sconfitta in musica. Qualcuno obbietterà: con tutto quello che non funziona, gli orchestrali che non suonano e il Gran Maestro che se ne va, sono il meno. E invece no, sono il più, se l'unico simbolo di italianità rimasta in circolazione che è Riccardo Muti getta anche lui la spugna. Dalla musica senza Maestro, alla disfatta in musica.


Quando Muti asserisce che "manca la serenità necessaria per lavorare", significa solo che è rimasto vittima per la seconda volta dopo la Scala (che ha arrecato l'avvicendamento di Barenboim), di una felliniana “prova d’orchestra", il film-simbolo dell'Italia del caos, dove cantano e strombazzano troppi galli, ma proprio per questo non si fa mai giorno. O meglio, non si fa mai musica armoniosa, ma solo stecche e dissonanze. Ovviamente il Maestro sta già trovando paesi che lo apprezzano come merita e che vogliono ingaggiarlo (Austria in testa, Metropolitan di NY, Chicago Symphony Orchestra) .


Ma noi, non solo perdiamo un grande Direttore, ma corriamo seriamente il rischio di mandare in vacca l'ultimo presidio artistico e culturale per il quale siamo ancora ammirati e stimati nel mondo: i teatri dell'Opera e il Melodramma italiano. La tecnica è sempre la stessa: si mandano avanti i soliti sindacalisti ignoranti, ottusi e prezzolati a fomentare rivolte imbecilli, a fare irruzioni durante le esecuzioni orchestrali (alcuni di loro fecero irruzione nel camerino del Maestro durante le prove di "Manon Lescaut"). Poi si fa marcire il tutto dall'interno. Una volta mandati in decomposizione i teatri dell'Opera, ecco che si comincia a parlare di licenziamento in blocco e di "esternalizzazione "degli orchestrali (i quali affidandosi ai sindacalisti hanno mostrato di essere campioni di "tafazzismo"), di unificazione del Polo artistico, e bla, bla, bla.... Insomma per farla breve, le Mani dello Straniero sui teatri italiani. Che significa quel pessimo neologismo di "esternalizzazione"?
Significa che l’Opera di Roma non avrà più un vero Direttore musicale, né un’Orchestra stabile, né un Coro e dovrà, di volta in volta, contrattare o racimolare penosamente quel che c’è sulla piazza. Altra sorte seguiranno man mano, La Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli di Bari, il Carlo Felice di Genova. 


E'  proprio vero che per i fessi (parlo degli orchestrali) non c'è Paradiso!


Ignazio Marino, il sindaco più inetto e incompetente che Roma abbia mai avuto, ha messo a disposizione il Circo Massimo per quelle cariatidi dei Rolling Stones, dichiarandosi ammirato dall’energia della band, e facendo apologia all’uso di droghe pesanti. Ma che vogliamo aspettarci da questo eutanasista Dottor Mortis che ha avuto il coraggio di proporre alla cittadinanza, il suo demenziale: "Adotta un extracomunitario"  in cambio di 30 denari? 
Franceschini ministro della Cultura, finge di porgere solidarietà a Muti, ma va ricordato che durante la gestione del  suo  attuale Ministero, sotto la gestione di Sandro Bondi, era tra quelli che per una trave caduta a Pompei richiedeva "dimissioni" a viva voce.
Che si dovrebbe chiedere adesso a uno come lui. a fronte di tutto questo disastro? 


Fellini in Prova d'orchestra non "aveva previsto tutto", come ha scritto una cronista di Repubblica. Si è limitato a fare la nitida fotografia di un'Italia che dal suo film  datato 1979, non solo non è mai cambiata, ma è addirittura peggiorata e capitolata.


Un'ultima nota alla grande Ida Magli, diplomatasi al Conservatorio di Santa Cecilia e perciò fine intenditrice di musica. Ecco cosa scrive nel suo ultimo libro "Difendere l'Italia" (BUR) , a proposito di Riccardo Muti e del suo prezioso volumetto apologetico dal titolo "Verdi, l'Italiano":

Il titolo riassume, come meglio non potrebbe, il pensiero del maestro Muti e rivela al tempo stesso quanta "italianità" ci sia in colui che ama fino a questo punto la musica di Verdi, perché è la musica la creazione specifica degli Italiani, l'incancellabile dono che gli Italiani hanno consegnato al mondo".

No, non ci sarà per Muti un laticlavio né altra carica onorifica parlamentare come da Lei auspicato, cara prof.ssa Magli! Né tanto meno, La Scala verrà diretta da un Italiano di chiara fama.
Pertanto, più che alla marcia trionfale dell'Aida, siamo ormai alla Messa di Requiem.


Orchestrali  davanti al teatro dell'Opera dopo aver ricevuto lettere di licenziamento





da Prova d'Orchestra di Felllini   https://www.youtube.com/watch?v=To3CLb4X78c

La Forza del destino di Verdi eseguita da Muti







34 comments:

johnny doe said...

Un altro colpo alla "grande bellezza",trasformata da Marino in una grande schifezza.Un ominicchio per la città più bella del mondo,imparagonabile ad altre capitali.Manco andrebbe bene per un condominio...
Se poi penso al Ministro dei beni culturali,o al Maxxi della Melandri mi vien voglia di prendere in mano un randello.

A margine,Baremboim non è manco il mezzo vino di Muti,un mediocre direttore e un mediocre pianista.
Ai tempi di Celibidache,karajan,Sinopoli,Abbado,Kondrashin,Kleiber,Giulini....avrebbe diretto l'orchestra di Brembate...sentire ABM nel concerto di Ravel e poi Baremboim,è come paragonare Newton a Odifreddi...

Nessie said...

Sì, però non so se ci hai fatto caso Johnny: come arriva un direttore straniero, le "prove d'orchestra" da parte degli ammutinati (capeggiati dalla solita sindatacaglia) contro i direttori italiani si placano misteriosamente.

Nessie said...

Certo che Barenboim in confronti a Muti non è paragonabile! L'ex sindaco Alemanno però sospetta che oltre alla maramaglia sindacale (che c'è sempre stata lì a parassitare) ci sia dell'altro:

"' inutile che il Sovraintendente e il Sindaco cerchino di gettare la colpa solo sui sindacati: agitazioni e proteste all'Opera di Roma ci sono sempre state ma prima c'era la capacita' di gestirle e di ricondurle in comuni progetti per la crescita del Teatro. Fuortes dovrebbe dimettersi di fronte ad un tale fallimento, ma sospettiamo che l'abbandono di Muti rientri in un ben preciso progetto di ridimensionamento dell'Opera di Roma che verra' progressivamente portata al livello di una fondazione lirico sinfonica di serie b'' ha concluso Alemanno".

http://www.asca.it/news-Teatro_Opera__Alemanno__su_Muti_interrogazione_urgente_a_Marino-1426488-CRO.html

e ha fatto un'interrogazione contro Marino, affinché venga a riferire in Aula consigliare.

Anonymous said...

Ecco qui un'altra Grande Schifezza del sindaco Marino:

Roma un villaggio rom e un mega store dedicato al «fai da te» sorgeranno a pochi metri di distanza. Tutto merito del Comune di Roma. Mentre in Europa si cerca di perseguire una politica che porti allo smantellamento e alla chiusura dei campi nomadi il Campidoglio fa di meglio: li privatizza. La discutibile scelta di marketing è della catena francese Leroy Merlin, che non solo ha deciso di costruire il proprio centro commerciale con vista sui campi dei nomadi, ma sarà main sponsor del «villaggio della solidarietà».

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11701290/Leroy-Merlin-si-fa-il-campo.html

Z

Nessie said...

Sapevo, grazie Z. Ma è mai possibile che non ci sia qualche spedizione di cittadini romani che vadano a snidare questo delinquente obbligandolo alle dimissioni?!?
Perché mai dobbiamo farci distruggere quel poco di buono rimasto?

Eleonora said...

Anche e soprattutto uno spot per la famigerata cancellazione dell'articolo 18. Ma, una domanda mi sorge spontanea: non è la sinistra a difendere la cultura?

Nessie said...

Cultura?!? Quale cultura? Vogliamo scherzare, Ele?
Sabina Guzzanti? Benigni? Dario Fo?Salvatores? E la chiami cultura?
La sinistra semmai è la grande assassina della cultura, dell'educazione e dell'istruzione.
Specie dei personaggi non organici al loro disegno come Riccardo Muti.

Il suo disegno è piazzare cooperative dappertutto e far fuori grandi personalità non omologate. L'"esternalizzazione" di cui al mio post altro non è che affidare a delle cooperative nominate ad hoc, la gestione della cultura. Per ammazzarla meglio, bimba mia.

Johnny 88 said...

In questo paese siam sempre stati molto bravi a bistrattare chi ottiene un minimo di successo e da lustro a questo paese. Il povero Muti è solo l'ultima vittima di questo processo. Mi viene in mente il caso di Mina, come quello di tutti quei grandi marchi non più italiani costretti a vendere a stranieri perché oberati di tasse come Bulgari e salutati come "sordidi evasori" dai "Kompagni", oppure il massacro mediatico subito da Carolina Kostner. Aggiungiamo poi che il povero Muti non ha mai avuto tessere di partito in tasca e la frittata è fatta visto che si sa, in quel mondo se non sei del "Partito" sei un paria. Chissà che Muti vada a prendersi applausi in altri lidi dove magari sanno apprezzarlo, contrariamente a noi italioti sempre pronti a sputare in faccia a chi riesce un minimo a uscire dalla mediocrità.

Aldo said...

Sono più preoccupato dal deterioramento culturale della media degli Italiani che dalla perdita di poche eccellenze (tra l'altro, Muti sarà anche un grande musicista, ma pare che non sia quel gran che come uomo, e non mi riferisco all'aspetto estetico).

Per tornare al tema ferrovie e trasformarlo in una metafora ad ampio spettro: preferirei che fossero disponibili 1000 treni locali lenti ma affidabili senza alcuna freccia di chissà quale colore, piuttosto che un unico treno da 300 km/h che va come una spia e un servizio pessimo nella sua generalità.

Che ce ne facciamo di un Muti in quella specie di Deserto del Gobi musicale che è, mediamente, l'Italia? Nel mio piccolo faccio il possibile per indurre le persone che formo a scuola a un approccio sano alla musica, ma i risultati sono assai vari e anche quando sono buoni restano la classica goccia nell'oceano.

Nessie said...

Il deterioramento della media degli Italiani, ha a che fare in modo direttamente proporzionale alla perdita sistematica di "eccellenze". Non tutte le ciambelle riescono col buco e questo tuo intervento, caro Aldo lo trovo disastroso. Te lo dico con schiettezza, dal momento che sei solitamente attento, lucido e intelligente, ma lo trovo piuttosto indegno sia di un docente, che di un musicista. Voler democratizzare il talento musicale è impossibile, dato che la storia della Musica si basa per l'appunto proprio sull'emergere delle "eccellenze". "Gocce che si perdono nell'Oceano" della mediocrità,certo, ma che si dà il caso, abbiano reso grande alcune civiltà rispetto ad altre. Mi spiace, ma la democrazia c'entra ben poco con la genialità. E' questo che i kompagnucci che fanno irruzione nel camerino di Muti non sanno né sapranno mai. Poi del carattere dell'Uomo (che come direttore, non può certamente essere facile) non me ne può importar di meno.

Ovviamente possiamo anche considerare superflua la Ferrari, la Ducati, il Chianti, l'alta moda italiana, l'artigianato di pregio, gli orafi, i Teatri dell'Opera e i loro direttori, i cui primi detrattori sono gli italiani stessi (minuscolo voluto). Tant'è vero che intorno a questi gioielli si batte asta. Asta di pescecani stranieri, nell'indifferenza generale.

Ah, dimenticavo: che ce ne facciamo del Davide di Michelangelo in Piazza della Signoria? Superfluo anche quello, visto che con quello non si mangia. Mi duole il cuore sentire fare dei ragionamenti (se così possono chiamarsi) come questi.

Aldo said...

Guarda che l'eccellenza nasce dalla possibilità di selezione che offre la diffusione capillare di una pratica... Se a quella pratica si dedicano dignitosamente 100 persone, per riuscire a trovare 1 eccellenza devi avere l'1% di successo; se alla stessa pratica si dedicano dignitosamente 100.000 persone, per riuscire a trovare 1 eccellenza basta lo 0.001% di successo. Dunque, coltivare "democraticamente" la partecipazione a una musicalità sana e dignitosa (anche se non eccellente) è utile a preparare il substrato anche per l'emergere delle eccellenze. Non ci vedo incompatibilità né contrasto. Se poi quelle eccellenze dovessero non emergere proprio, be', la dignità culturale media d'un popolo ha comunque un suo valore intrinseco che sicuramente supera quella di un'eccellenza isolata nella sua torre d'avorio, astratta dal suo contesto.

Anche volendo riprendere il paragone motociclistico, visto che sono un centauro di vecchia data, un Valentino Rossi potrà anche "fare vetrina" sulla sua Ducati da millemila euro, ma la sua rappresentatività sarà prossima allo zero se agli altri Italiani non è concesso di godersi almeno un Garelli smarmittato di seconda mano. Su cosa si baserebbe l'eccellenza del Rossi di turno, se nessuno potesse comprenderne il senso non essendo mai salito su una sella?

Poi si può anche non essere d'accordo, ma non è il caso di partire subito con gli insulti perché ho espresso un'opinione appena diversa dalla tua (tra l'altro, rimango poco convinto che ci sia tutta quella gran incompatibilità).

Nessie said...

Johnny88, Muti ha già ottenuto fior di ingaggi all'estero dove fanno a gara a fargli ponti d'oro. Sarà a capo della Chicago Symphony Orchestra fino al 2020. E terrò la scuola musicale da lui fondata con l'Orchestra giovanile Cherubini a Ravenna.

http://www.ravennaedintorni.it/ravenna-notizie/43592/muti-se-ne-va-da-roma-ma-resta-sul-podio-della-cherubini.html

Il problema non è solo il "nemo propheta in Patria". Questo lo sappiamo ed è capitato ad altre personalità eminenti.
Il problema è che avanti di questo passo e non si sa bene in quale Uganda si stia trasformando l'Italia.

Nessie said...

Aldo, non volermene: non è un insulto dire che questo tuo commento non è all'altezza di altri ben più interessanti. Se Muti fosse così come dici, un'eccellenza isolata nella sua torre d'avorio, chi glielo farebbe fare di tenere in piedi il Cherubini di Ravenna, che è proprio una scuola di formazione alla musica classica?
Come vedi tenendo in piedi la sua scuola di formazione musicale, dimostra di non voler recidere del tutto i legami con questo disastroso paese.

Nessie said...

L'amico No caste, che è un grande amatore di musica lirica mi scrive queste importanti note sul concetto di "esternalizzazione". Sai come funziona questo macabro neologismo? Funziona in questo modo:

"le Cariche parassitarie restano al loro posto (quelle non le schioda neppure il diluvio universale), mentre tutta la gestione viene affidata a cooperative esterne costituite ad hoc. Sì, hai letto bene: cooperative. Pertanto io non mi meraviglierei se domani dovessi vedere privatizzatori e compagnucci cantare all’unisono le lodi dell’esternalizzazione. Naturalmente – nel gioco delle parti – facendo finta di litigare (bisogna pur sempre tener calde le rispettive tifoserie), ma marciando separati nella stessa direzioni".

Insomma il vecchio concetto del marciare divisi per colpire uniti. Ecco perché è stato più che giusto da parte di Alemanno (che volle proprio lui, insediare Muti all'Opera di Roma), richiedere che quel due di picche del sindaco Marino, venga a riferire in Aula.

Aldo said...

Chi può desiderare d'accedere ad una scuola d'alta formazione se non ha ricevuto una bella iniezione di formazione di base seria in grado di suscitare entusiasmo? (tenendo conto che su cento persone con una formazione di base non più d'un paio tenteranno una strada specialistica, dunque per avere molte eccellenze devi avere una nutrita schiera di persone mediamente formate che ambiscano a più alte vette) Per chi suonano i musicisti del Cherubini se non c'è un pubblico in grado d'apprezzarli? E' un circolo vizioso. Niente sotto, niente sopra. La formazione di base diffusa è importantissima. Senza quella, niente eccellenze, o comunque eccellenze isolate dal contesto culturale e dunque non significative.

P.S. La musica di qualità può non essere musica classica.

Nessie said...

"Per chi suonano i musicisti del Cherubini se non c'è un pubblico in grado d'apprezzarli? E' un circolo vizioso".

Continuo a non capire... proprio tu che hai visto dove diavolo ci ha portato la democrazia e la democratizzazione della cosiddetta cultura, mi fai questa domanda? I giovani del Cherubini suonano per ubbidire alla loro fiamma interiore. Per chi scrive un romanziere, se non sa che pubblico lo leggerà?Se magari non conosce uno straccio di editore che potrebbe apprezzarlo? Eppure scrive, perché ubbidisce alla sua "chiamata".

Per chi ricerca una scienziato? Eppure magari si fa un suo laboratorio dietro casa, per fare les sue ricerche e sperimentazioni. E così via...

Nessie said...

Ovvio che musica di qualità può non essere necessariamente "classica". Ma qui in questo contesto, è di quella che parliamo.

Aldo said...

Nessie, quella alla quale assistiamo non è democratizzazione della cultura, è deliberata distruzione della cultura. C'è una bella differenza.

Peggio: è distruzione proprio di quella che hai chiamato "fiamma interiore". E di molto altro. E' riduzione ad uno stato ameboide per sterminio della speranza.

Fare musica con intenzioni d'alto profilo, classica o non classica, significa lavorare come un bue per almeno un paio di decenni in vista d'un obiettivo che non è detta che si sarà in grado di raggiungere (per mille che ci provano, quanti ci riescono? e che fine fanno quelli che non riescono?). Come si può pensare che qualcuno inizi un percorso del genere senza speranza, senza ottimismo?

Ecco, in questo senso chiudere le realtà che possono configurarsi come punto di riferimento e d'arrivo per chi aspira al ruolo di musicista è una mossa distruttiva. Un'ulteriore spallata a quella motivazione che già non è facile trovare di per sè.

Nessie said...

Aldo, è un discorso complesso e poco popolare. Ma è stata proprio la "democratizzazione" della cultura (che ha avuto il suo apice nel 1968) ad averci regalato di pari passo anche la "distruzione" della medesima. Le due cose marciano all'unisono.

Avremo modo di approfondire, questo che a tutta prima può sembrare un concetto élitario. Intanto, anticipo dicendo che non tutti gli alunni sono portati per lo studio. Ma mentre prima di un certo periodo del dopoguerra, c'erano scuole a indirizzo professionale, accanto a quelle a carattere umanistico e scientifico, dopo il DIRITTO allo STUDIO uguale per tutti, abbiamo parcheggiato sine die degli sfaticati somari demotivati che in altri contesti, sarebbero stati magari ottimi elettricisti o idraulici, tanto per fare un esempio banale.

"Ecco, in questo senso chiudere le realtà che possono configurarsi come punto di riferimento e d'arrivo per chi aspira al ruolo di musicista è una mossa distruttiva. Un'ulteriore spallata a quella motivazione che già non è facile trovare di per sé".

E qui, finalmente concordiamo. Quello che sembra superfluo e non importante per taluni, può essere VITALE per altri.

Anonymous said...

Marino il Cretino ne sta inventando un'altra delle sue, quote rosa alla direzione del Teatro romano dopo le dimissioni di Muti. Ovvero una Direttora artistica:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/09/25/news/opera_il_piano_marino_piuttosto_che_vivacchiare_sarebbe_meglio_chiudere-96594159/

Zeta

Nessie said...

Ohhhh! ma che trovata intelligente! Questa mi mancava, grazie. E te pareva che non saltassero fuori le quote rosa da okkupazione bulgara.


A Muti hanno fatto fare una vita da inferno per un anno intero. Esattamente da quando si è insediato Marino. Anche a non voler essere complottista o dietrologa, tutto torna al pezzo!

Anonymous said...

Come premessa...un complimento alla maggioranza dei tuoi lettori(e a te)...che dimostrano così tanto interesse/competenza/ risentimento...per i fatti che stanno avvenendo nella mia città...tutti visibilmente amanti della musica...e infastiditi che si sacrifichino.....dei simboli intoccabili,asservendoli alle dure leggi economiche...del "ce rimetto quindi ristrutturo o chiudo".
Un riconoscimento ad Aldo...che ci avverte che la musica non "è solo" classica,almeno non per tutti...
Perdonami un esempio personale...dopo aver pagato la Tasi...con gravi risentimenti fisici in varie parti del corpo.....ieri sera per più di un'ora...ho sentito la necessità di calmarmi ascoltando una raccolta di Gospels.....cantati da "Elvis".
E bada che chi ti scrive è uno che ha pesanti simpatie,nel campo generalmente omnicomprensivo della musica detta classica...per l'esecutore di un'opera solistica...o il direttore di una composizione orchestrale....perchè questi ci mettono molto del loro a fartela piacere o a rovinarla definitamente.
Per capirci,in un altro campo...un conto è ascoltare "l'infinito"di Leopardi...recitato(nel passato)da un Alberto Lupo...altro da Virgilio Riento.
Vediamo di ritornare ad essere pratici.....oggi con i CD musicali o i filmati DVD ti puoi permettere di avere in casa le migliori interpretazioni....dei migliori interpreti di tutti i tempi...fatte,per di più, in condizioni ottimali di riproduzione.
Questa è una liberazione al dover essere obbligati ad andare nelle sale di concerti(che peraltro a Roma abbondano)e restare per un paio d'ore immobile senza tossire,per non infastidire i due compunti vicini.... che per due ore sono obbligati a contrarre i muscoli facciali,ed assumere l'aria di competenti.
Troppi sarebbero i commenti negativi(che mi risparmio) a tante iniziative di Marino,incluse quelle di questa vicenda....ma non dobbiamo dimenticare alcune scusanti a favore dello stesso.
-Severi problemi economici,per pareggiare entrate e uscite nella gestione di un così variegato complesso(non solo Direttore,Regista,orchestrali,coristi...ma tecnici ed operai per tenere efficiente il complesso,allestire le scene...ecc)
-L'Uomo Muti....che sà di essere un ottimo Direttore d'orchestra e che tante gestioni musicali più ricche di finanziamenti,nel mondo...amerebbero avere in casa loro.
Però concludiamo...con una famosa frase che si diceva all'epoca mia.....dopo aver ascoltato Rubinstein suonare Chopin...."eccezionale",ma di Chopin ce n'è uno solo... di Rubistein invece "decine".
A me piace molto ascoltare Chopin suonato da Rubinstein...perché il simpatico vecchietto lo suonava bene.....ma sapeva pure(chiaramente) che "come" Lui,c'erano "contemporaneamente" i Cortot, Horowitz,Cor de Groot,Arrau,Magalof,A.B.Michelangeli,Brendel,E. Gilels,Pollini,Marta Argerich....etc.etc.
Quanto sopra per non togliere niente alla provata bravura,e simpatia, del nostro amato Maestro Muti....ma non azzarderei classifiche,come vedo fare....sopratutto per quelle da podio....con gli altrettanto bravi altri Direttori esistenti.
Saluti MAR

Anonymous said...

Nel terzo millennio non c'e' piu' Fuehrueng, ne' Fuehrer, ma piccole Fuehrerin dappertutto. Tecnicamente parlando, la direzione femminile e' un'imitazione malriuscita di quella maschile. Le poche eccellenze (conosciute sul campo) sono poco piu' che routinieres, ancorche' splendidamente sponsorizzate. E' chiaro come il sole che si vuole sostituire il maschio con la femmina per partito preso. Non c'e' alcun vantaggio artistico in questa operazione; solo una specie di vendetta nei confronti della natura.

Muti ? E' un artista controverso. C'e' chi lo ama alla follia e chi lo considera un trombone. Di sicuro c'e' solo che pretende per se' un potere che ormai non viene piu' concesso a nessuno: nemmeno in famiglia. E' il tramonto del direttore/interprete ottocentesco con carta bianca su tutto. Ma non e' una novita': gia' ai tempi di von Karajan la figura del "dirigent" sopravviveva a se' stessa.

Questo e' l'aspetto estetico della questione. L'aspetto sostanziale e' pero' un altro, ovvero, la totale ridefinizione della cultura europea con il pretesto della messa in efficienza di un sistema obsoleto.

Tanto han fatto che del sistema vecchio non sta piu' in piedi niente.

Il sauro

Nessie said...

Mar, l'Italia non può chiamarsi fuori dal proprio passato artistico. Anche quando rappresentano dei riti auto referenziali come le prime alla Scala. Altrimenti si butterebbe via l'Italia in quanto tale. Che poi è proprio quel che fanno.

Mi sarei aspettata da un romano (come dici di essere)una maggior severità per un sindaco che oltre a essere forestiero, non fa un bel nulla per voi, se non arrecare danni e degrado. Si veda quella trovata abominevole dei 30 denari per ogni extra adottato. E pure lo sposnsor di Leroy Merlin per la sponsorizzazione del campo nomadi:

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11701290/Leroy-Merlin-si-fa-il-campo.html

Roba da far rimpiangere Rutelli e perfino Veltroni!

Nessie said...

Sauro, costringeranno le donne a indossare lo smocking con tanto di farfallina per essere più autorevoli nel ruolo di direttore:


http://www.lastampa.it/2013/07/18/societa/donna/gianna-fratta-se-mi-offrono-la-scala-la-rifiuto-perch-voglio-esser-pronta-M6EEjHxC9lXCbmWPeC5cML/pagina.html

ah, a proposito...Vedrai che a loro sarà concesso di fare le despote autoritarie, e che nessun orchestrale in nome del "correttismo politico" oserà mai più ribellarsi.
Né ci saranno sindacalisti prezzolati a fomentare ammutinamenti di sorta. E' il passaggio di consegne, caro mio! L'Orchestra era una delle ultime comunità gerarchiche rimasta in piedi, ma i mondialisti stanno provvedendo a smantellare perfino il concetto di gerarchia.

Anonymous said...

La figura del Direttore d'orchestra,prende corpo col tempo,con l'aumentare dell'organico della orchestra stessa....in pratica alla fine della fase barocca.
Mozart nella sua vita per i suoi 27 concerti per pianoforte era nello stempo tempo solista e Direttore....lo stesso avveniva per il giovane protoromantico Beethoven.
Per le altre composizioni concertistiche o sinfoniche gli autori erano anche i Direttori delle stesse....una pacchia per gli amanti della musica....poter ascoltare quanto veramente voleva esprimere l'autore.
Oggi ci dobbiamo sorbire la stessa composizione(per esempio la settima di Beethoven)il cui ritmo dipende dalla sanguignità di un Direttore(Toscanini)o la sonnolenza di altri(i Viennesi)che alla fine hanno diversi minuti di durata di esecuzione.
Per alcuni concerti.... quelli fino al primo Romanticismo,ormai va di moda...."snobbare" il Direttore...cominciò Bernstein...seguito da Askenazij,Previn e Baremboin....e molti altri...sono solisti/Direttori.
Ti farà piacere sapere che anche le femminucce....del livello di una Anne Sophie Mutter....con la Camerata Salzburg...non sentono la "necessità" di una direzione inutile...e se la suonano e se la cantano da sole.....Ho una splendita edizione dei 5 concerti per violino di Mozart dove la (bellissima Mutter)in abito da sera(non un frack) suona il violino e dirige gli altri orchestranti.Per non essere da meno dall'oriente la Mitsuko Uchida(un po' più racchietta della Mutter,ma altrettanto brava)ripete l'esperienza(senza frack) con il ruolo di solista di pianoforte...in alcuni concerti di Mozart...e direttore degli orchestrali.
Tempi brutti per i Direttori,relegati a dirigere solo le grandi(e costosissime a realizzarsi) composizioni del Romanticismo,che implicano(nel periodo più tardo) un centinaio di strumenti più talvolta un numero di coristi equivalenti(e quelli qualcuno li deve pagare)
Saluti MAR...(p.s.)e per favore non provocarmi su Marino,che(non è completamente straniero ) ha studiato a Roma nella stessa scuola dove ho studiato Io(ben 15 anni prima di lui)....e doverosamente...essendo exalunno,almeno devo tacere....per solidarietà

Nessie said...

"e per favore non provocarmi su Marino,che(non è completamente straniero ) ha studiato a Roma nella stessa scuola dove ho studiato Io(ben 15 anni prima di lui)....e doverosamente...essendo exalunno,almeno devo tacere....per solidarietà"

Questo spiega perché l'Italia va così male. Ciascuno si tiene ben stretto il suo "particulare".

Anonymous said...

Di nuovo complimenti per le 998 qualità che dimostri di avere....forse in futuro....arriverai alle mille canoniche....della "perfezione".
A parer mio ti manca,per essere perfetta, un pizzico di arguzia in più nel leggere e capire..... il"vero"senso dei messaggi che si inviano...."coram Populo"....(se vuoi traduco)
e talvolta sei troppo veloce nel "sentenziare"qualche risposta...
che forse(anzi sicuramente) non vuole essere "offensiva",ma così potrebbe suonare a chi la riceve....e che con la battuta fatta c'entra un po' come i cavoli a merenda.
La scuola in questione conta circa 1000 iscritti per anno....è(da più di un secolo) una delle migliori a Roma....e....vanta moltissimi personaggi illustri(e non). tra i suoi exalunni....che hanno fatto "grande" l'Italia.
SalutiMar

Nessie said...

Ne fai tante tu di digressioni che posso permettermi di farne anch'io, che dopotutto sono la padrona di casa. Già che ci sei, faresti prima a dire di che scuola trattasi, se non è una scuola di una società segreta
:-).

Quanto alla perfezione, risponderò come Oscar Wilde: la perfezione impedisce nuovi ed interessanti evoluzioni. E io ho deciso di svilupparmi in più direzioni :-)

Nessie said...

Ma per tornare al topic mi risulta che in queste ore a Roma molti giovani musicisti e orchestrali stiano intonando il "Va' Pensiero" davanti al teatro dopo essere stati trombati:

http://www.ansa.it/lazio/notizie/2014/10/06/opera-roma-sit-in-fuortes-contestato_e5d1e87b-4b87-4033-a58c-6f377e5f0645.html

Durante il sit-in di fronte al Teatro dell'Opera di Roma il sovrintendente dell'Opera Carlo Fuortes è stato fischiato quando si è allontanato in auto.

Anonymous said...

Faccio musica anch'io, anche se per fortuna, non di professione perché, oltre agli incerti del mestiere, farei la fame. Complimenti per il blog e per il post.

Vorrei aggiungere solo una notazione circa la tua frase sugli orchestrali " i quali affidandosi ai sindacalisti hanno mostrato di essere campioni di "tafazzismo". Purtroppo è vero, ma sono in qualche modo giustificati. Sono le sigle sindacali a negoziare i loro contratti di lavoro (orari, paghe ecc), e anche la musica non sfugge al loro controllo e intermediazione come avviene per tutti gli ambiti lavorativi.
Ho un amico che lavora (o meglio lavorava) al Teatro dell'Opera e pur essendo uno strumentista di prima fila, dopo più di un decennio prende duemila euro.
La stampa parla a vanvera di "conservazione dei privilegi" di"corporativismo" e di altre baggianate simili, ma non è vero. Fanno una vitaccia e per lavorare quei famosi 125 giorni all'anno provano, riprovano e si esercitano tutto il santo giorno almeno 7 ore al giorno e pure alla notte. Pertanto appartengono a quei mestieri atipici che non si possono paragonare a nessun altro lavoro manuale né intellettuale. Poi sempre i giornalisti raccontano un mucchio di palle dato che molti di loro erano solidali con Muti. E lo sono ancora. Non c'è da fidarsi di questi bugiardi, specialisti della menzogna, anche loro lì a dare una mano affinché tutto coli a picco.

Purtroppo i risultati dell'"esternalizzazione" e dello smantellamento della stabilità sono quelli che hai denunziato. Ovvero la precarizzazione del loro lavoro. Saluti

Fabio

Nessie said...

Ti ringrazio per l'apprezzamento Fabio, e anche per aver riportato la discussione in un alveo di civile competenza. Purtroppo anche questo blog non sfugge di tanto in tanto, all'attacco di qualche molesto troll plurinick che si allarga più del dovuto, approfittando della mia ospitalità.

Dicevi sui sindacati e il loro potente e vasto raggio di intermediazione e controllo. Questo potrebbe andare pure bene (al Metropolitan di NY ci sono addirittura il doppio delle sigle sindacali italiane), se riuscissero a strappare garanzie e tutele reali. Ma il risultato è quello che dici: la "precarizzazione" del lavoro in tutti gli ambiti della vita sociale e lavorativa . Ormai i termini "stabile" e "stabilità" sono diventate parole-tabù, e guai a chi osa pronunciarle! E allora, figurarsi se anche i teatri sfuggono a questa triste regola della globalizzazione del lavoro! Se segui questo blog avrai visto da te che abbiamo fatto una lunga discussione sui concetti di "stanzialità" contro "mobilità". I suonatori, i teatranti e gli attori sono per loro stessa conformazione categorie "itineranti". Ecco perché, proprio per questo necessitano di teatri "stabili", quali punto di riferimento identitario e psicologico. Ma vallo a spiegare a quei mascalzoni disinformatori della stampaglia nostrana, sempre superficiale e incompetente. Mi dicono che il Messaggero di Roma sia in prima fila nella disinformazione e nel trinciare giudizi affrettati. La cosa che fa più male è sapere che chi si fa un gran mazzo a fare musica, si troverà senza lavoro, mentre quel pappone del sovraintendente Fuontes rimarrà solo sulla plancia di comando. Insomma una "schettinata" alla rovescia: via ai suonatori, rimane in piedi il baronazzo strapagato. Ha ragione Muti: viviamo l'universo della Disarmonia.

E quell'incompetente del sindaco Marino, dà una mano a creare questo mondo alla rovescia.

Nessie said...

PS: Ovviamente faccio i miei migliori auguri al tuo amico affinché non finisca a suonare in strada :-)

Nessie said...

Testimonianze davvero toccanti quelle dei musicisti! Ma temo che si siano affidati alle persone sbagliate. Quando ho scritto che purtroppo "per i fessi non c'è Paradiso", non intendevo infierire su di loro, poveretti!
Ma sulla loro ingenua fiducia in quella sinistra che poi li avrebbe traditi.

Franceschifo che fa? Non si dimette?!? Ci vuole la sua bella faccia tosta a tenere il bordone a Fuortes, lo Schettino di tutto questo naufragio.