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04 February 2013

La scuola digitalizzata e la catastrofe educativa

Un  caro amico, professore al liceo artistico, lamentava la perdita di tempo che rappresentano i voti on line, le pagelle on line, le programmazioni on line. Il pc si inchioda, i format (le griglie excel) per la programmazione vengono di continuo modificati e alla fin fine il vecchio registro cartaceo era assai più veloce e meno rompicapo. Inoltre il preside del suo liceo dispone anche di un Intranet, ovvero di un raggruppamento di reti locali ad uso interno dell' organizzazione scolastica per facilitare la comunicazione e l'accesso all'informazione, a circuito ristretto, limitato e riservato ai docenti. Ma non ci vuole una scienza per capire che questa funzione interna, non comunica proprio un bel nulla, ma serve solo a creare "una catena di comando" verticistica, una rete di controllo interno più occhiuta, intrusiva e capillare. Occorre liberarsi inoltre, dal mito della scuola digitalizzata e dal feticcio dei note book, di tablet e di altre tecnologie, che lungi dal favorire l'apprendimento, sono fonti di distrazione, di trastullo ed esercitano, con tutte le loro icone, una forma di ipnosi di massa delle giovani generazioni. Questo blog non ha affrontato molto il tema della scuola. E me ne scuso, vista la tragica situazione in cui versa. Il motivo è che l'argomento non permette di stare sulla notizia (come si dice nel gergo), dato che la scuola è diventata sempre più "un mondo a parte" che richiede accurate specifiche analisi. Essa è diventata nel tempo la roccaforte del "politicamente corretto" e del pensiero omologato, dell'educazione al buonismo e all'ipocrisia di facciata, grazie ai suoi docenti ideologizzati e alle varie circolari ONU o Unesco o Unicef che ne impongono le direttive. Oltre al solito "ce lo chiede l'Europa", ormai di routine. Il laboratorio di improbabili esperimenti di "integrazione" multikulti che ne accelerano invece la disintegrazione sul modello francese (vedere mio post "La classe entre les murs") o peggio su modello Bronx americano. A credere di ovviare a tanti scompensi e carenze, ha provveduto il mito della rincorsa al progresso tecnologico e all'introduzione del computer e dei suoi modelli sempre più intrusivamente sofisticati, salutati come la panaceea a tante manchevolezze.
In compenso, non si può fare a meno di notarlo, quale clamoroso affare per le multinazionali produttrici di notebook e computer, di software e di programmi per l’educazione digitale! Quale sterminato mercato garantito dalla legge! Un affarone in tempi di crisi e di crollo del mercato, non c’è dubbio.
E' questa una sacrosanta verità prelevata dall'articolo "La catastrofe digitale nelle attività scolastiche" di Matteo D'Amico sul sito Effedieffe circa la nuova catastrofe educativa che mira a eliminare i libri di testo (sostituiti da e-book), in forza di due circolari ministeriali che già anticipavano l'uso delle tecnologie cosiddette "educative".
E' un articolo un po' lungo ma molto approfondito e ben argomentato del quale consiglio la lettura integrale,  di cui  ne riassumo le parti essenziali:
  • Il pc (quale che sia il modello in auge)  è spesso strumento di curiosità e di divagazione che esula da una vera formazione e costruzione della propria cultura ed educazione.
  • Non permette la concentrazione e la memorizzazione nonché l'elaborazione di concetti strutturati coi suoi copiaincolla, con le sue icone e la luminosità del monitor.
  • La ricerca su google non consente risposte elaborate, ma risposte standard.
  • L'eliminazione della lezione frontale secondo il consueto schema docente/allievo infrange tra i pochi rapporti socio-affettivi ancora rimasti in piedi nella nostra società.
  • La figura del docente verrà sempre più marginalizzata fino a declassarsi a una sorta di  scialbo e impersonale "facilitatore" dei mezzi introdotti.
  • Ipertesti e ebook non possono essere strumenti sostitutivi del libro cartaceo. Inoltre software e hardware, manutenzioni, riparazioni, graveranno sulle famiglie che già faticano a sostenere la spesa di  normali libri di testo e di materiale scolastico ordinario.

"L’inganno è in fase già molto avanzata; la nuova barbarie digitale vincerà sicuramente, di questo si può stare sicuri, ma è importante che qualcuno abbia il coraggio di chiamare la barbarie col suo nome e di denunciare la menzogna che ne maschera l’avanzata, camuffandola da progresso".

L'unica cosa che Matteo D'Amico  (e più modestamente, anche la sottoscritta) può suggerire  per reagire a questo nuova  colossale impostura è far valere i diritti delle famiglie: non è obbligatorio possedere questi mezzi tecnologici. Pertanto fate valere il vostro diritto al ripristino di una scuola più umana (oltre che umanistica), basata sulla centralità della persona, per i vostri figli e per il loro futuro.

87 comments:

Johnny 88 said...

Tema molto interessante su cui avrei qualcosina da dire.

Comunque passo velocemente per comunicare che ho ripreso a scrivere per conto mio ;)

Non amo, "spammare" ma questo è l'indirizzo. Buona giornata

http://johnny-88.blogspot.it/

Nessie said...

Bene, poi dicela. :-)

Ah hai riaperto? poi passo a vedere...

Anonymous said...

Ho salvato e stampato l'articolo a cui si riferisce il post che ne ha fatto un'ottima sintesi.
Purtroppo, posso dire per esperienza personale che la scuola è diventata sempre di più la sede del controllo ideologico e della manipolazione mentale. Un Grande Fratello orwelliano a partire dalla giovane età degli alunni (cioè dalla scuola materna in su) . Tu hai citato le circolari ministeriali che non solo si limitano a "suggerire", ma che impongono l'introduzione degli strumenti tecnologici citati.
Temo che il degrado in cui versa, vada di pari passo con questa fede e fiducia negli stessi proprio allo scopo di coprire tutto il resto.
Poi c'è il ruolo di "facilitatore" dell'insegnante su cui ne avrei da dire di cose.
Facilitatore e assistente sociale di casi disperati. In altre parole, tutto fuorché essere preposti al ruolo di dover insegnare. La cattedra è diventata il nuovo spauracchio da eliminare. Insieme al libro e alla lavagna, ovviamente.
Roberta

Nessie said...

Grazie del tuo contributo Roberta. Ovviamente sottoscrivo quanto dici. Quando non ci sono le tecnologie, l'insegnante oggi è comunque ridotto a una sorta di assistente sociale, a causa della latitanza educativa della famiglia, dell'imposizione multikulti ecc. ecc. Ma vorrei soffermarmi sulle due circolari ministeriali che prelevo dall'articolo di D'Amico:

La legge più importante in questo contesto è il D.L. n. 41 dell’8 aprile 2008 (tradottosi poi nella legge n. 133 del 6/8/2008), che nell’Allegato 1 chiarisce le «Caratteristiche tecniche e tecnologiche dei libri di testo».

In tale allegato viene stabilito che «A partire dall’anno scolastico 2011-2012 non potranno più essere adottati (per il successivo anno scolastico) testi scolastici redatti esclusivamente nella versione cartacea, con l’opportuna flessibilità di utilizzo, in particolare, per le prime classi della scuola primaria. Il passaggio al testo digitale consente infatti di accrescere la funzionalità dei libri di testo di forma tradizionale e di arricchire di nuove funzionalità (comparazione, gestione delle informazioni) gli ambienti di apprendimento. A sua volta il testo in forma mista favorisce la possibilità di accedere a schede o testi di approfondimento , tramite appositi link».

L’articolo 3 della Circolare Ministeriale n. 16 del 10 febbraio 2009 specifica che: «Lo sviluppo incessante e progressivo delle tecnologie investe oggi tutti gli aspetti della vita sociale e produttiva e va modificando i processi di costruzione e di trasmissione della conoscenza. La scuola, che è il luogo privilegiato per un insegnamento connesso alla memoria come all’innovazione, non può non far interagire in modo dinamico il proprio tradizionale patrimonio di strumenti con quelli –sempre più diffusi e in continua evoluzione- offerti dalle nuove tecnologie» (sott. nostre).

NB : Si noti come si dia ancora una volta come scontato ciò che scontato non è affatto, ovvero che la scuola debba cambiare metodi e contenuti in quanto sono presenti le «nuove tecnologie».

Nessie said...

PS: Aggiungo anche che se per Mc Luhan "il mezzo (o medium) è il messaggio", per simili circolari ministeriali le "nuove tecnologie" son cultura in sé per sé.
Personalmente, lo trovo terrificante.

Anonymous said...

Oltre a ciò, chi non si adegua a questi marchingegni passa per antiquato, passatista, parruccone, reazionario, contrario al progresso e viene messo all'indice ed emarginato all'interno della stessa categoria dei docenti che come hai ben detto, sono quasi tutti fortemente "ideologizzati"

Roberta

Huxley said...

La mia sarà deformazione professionale, cara Nessie, ma una scuola dove gli studenti hanno a disposizione dei tablet economici (i 7 pollici stanno oramai sotto i 200 euro) connessi su rete Wi-Fi che magari filtri i dannati social, non la vedrei poi così male.
Lasciando perdere le utopie sarei curioso di sapere come viene (o verrà) realizzata questa digitalizzazione nelle nostre fatiscenti e mal riscaldate scuole.. magari si potrebbero usare vecchi pc come stufette.
Io poi non parlerei di catastrofe educativa, secondo i dettami del nuovo ordine si procede con la distribuzione del sapere come per il resto: poco a molti e molto a pochi.

Nessie said...

@ Roberta - Già il Dio Progresso.
Qualcosa che va di pari passo col Dio Mercato. Tutto ciò che è "progresso" è buono, tutto ciò che non lo è, è il nuovo Male del secolo. E se non ti adegui, scatta la discriminazione. I colleghi che citi, fanno parte di un utile "catena di comando" da parte dei persuasori occulti.

Intendiamoci, le medicine sono cosa buona e fanno parte del progresso, le lavatrici aiutano a non prendere l'artrite alle mani e semplificano il lavoro, ma in relazione alle tecnologie di cui stiamo trattando, come al solito, il problema sono e saranno i risultati.

Nessie said...

Huxley, sì temo che sia una deformazione professionale, anche se non so bene qual è il tuo mestiere o professione.

Un libro di testo se è per questo costa dai 15 ai 25 euro, e già c'è chi fa fatica a procurarlo ai figli.

Tu mi obbietterai: ma intanto a Natale questi aggeggi li regalano lo stesso ai figli, magari rinunciando all'indispensabile. Appunto, che se li tengano a casa.

Tu obbietterai: ma con troppa carta, si deforasta l'ambiente e si tagliano gli alberi.

Già, ma l'eccesso di energia per pc che viaggiano alla velocità della luce dove lo mettiamo?

Con queste tecnologie non c'è bisogno di "bruciare i libri" a Fahrenheit 451 (vedere il libro omonimo di fantascienza) : i libri e la carta stampata si bruciano da sé, e nessuno ha il coraggio di chiamare "nazisti" coloro i quali stanno approntando questi piani.

La verità è che stiamo precipitando nell'universo senza memoria dei coleotteri, dei gasteropodi e degli imenotteri.

Nessie said...

Refuso: volevo scrivere "deforesta" e ho scritto deforasta.

Inoltre col pc, si ha la sensazione che il mondo ti arrivi a casa, ma poi si è soli al mondo, immersi in questo universo immaginario. E in questo modo, si interrompe il concetto di relazione umana già a partire dall'infanzia.

Il "nativo digitale", nasce già "autistico" e solipsista.

Aladino said...

Cara NESSIE, post centrato, come al solito.
Ne approffitto per sfogarmi.
Da molti, troppi anni, la scuola italiana non insegna più agli studenti. Una cosa molto semplice, non insegna a "studiare", a leggere come un pappagallo magari. ma a concentrazione e memorizzazione nisba. E' un degrado avvilente e terribile anche sapendo che il tutto fa parte di un malefico disegno sovrastrutturale. Vorrei conoscere il livello di degrado raggiunto nelle classifiche internazionali.

NATURALMENTE non fanno testo gli insegnanti onesti che a titolo PERSONALE si dedicano ai ragazzi con il cuore e con il cervello. Non tenendo conto degli ukaze, pardon circolari.

Non riesco ad esprimere per lo sdegno che provo, quanto in basso è arrivata la scuola. Quando miei figli la frequentavano ribadivo amaramente: ciò che fate voi in terza media, noi in terza elementare eravamo stufi di fare.
Ora il mio unico nipote frequenta la terza media. Non è mai stato bocciato e dicono che anche quest'anno sarà promosso. Anche se è il mio unico adorato nipote io lo degraderei alla quinta elementre. Rifare tutto. Non ricorda, non memorizza, non è capace di concentrarsi, è perennemente annoiato, se può scansa la semplice lettura di un libro. Però con il pc, tablet et similia riesce a concludere il temino.
Non è fonte del suo cragnolino, è fonte del software, invertendo l'ordine dei fattori non si ricorda più, non capisce. Non è in grado di ragionare. Non mi consola che "gli altri" sono nello stesso brodo. Che sofferenza.


Nessie said...

Grazie Aladino. Non stento a credere quanto mi racconti su figli e nipoti. L'emergenza educativa è all'ultimo posto delle classifiche nel nostro Paese e non se ne parla quasi mai neanche sul web. Già, è un argomento che non scatena tifoserie.

Sto seguendo una ragazza che in terza liceo scientifico scrive da cani. Usa la "h" davanti alla preposizione "a" (esempio : a Milano, ci mette l'"h"). Usa un lessico povero e uniforme. Incapacità di costruire una frase mantenendo la concordanza dei tempi dei verbi, ecc. A volte le dico chiaro e tondo che se fosse per me dovrebbe rifare tutte le scuole daccapo (a partire dalla Prima elementare in su). Poi naturalmente ci sono le "ricerche" sul web, e allora scatta subito il copiaincolla di qua, copianincolla di là. Per farla breve, l'unico italiano leggibile è il "copiato di sana pianta". Il resto è tutto da rifare.

Ma lei fa spallucce e mi risponde che intanto all'università si iscriverà a Ingegneria. Capito?
Della serie, se anche un Ingegnere è un povero illetterato, chi se ne frega?

Nessie said...

Sia chiaro, non demonizzo le tecnologie, che usiamo pure noi. Ma non possono rappresentare NESSUNA SCORCIATOIA.

Paladino said...

" Ma lei fa spallucce e mi risponde che intanto all'università si iscriverà a Ingegneria. Capito?
Della serie, se anche un Ingegnere è un povero illetterato, chi se ne frega? "

Solo che i neoingegneri dell'era digitalizzata, pur essendo abbastanza agili nell'uso dei tools informatici,
1) non riescono a trovare soluzioni originali a problemi nuovi (o presunti tali)
2) Non riescono ad attingere al background di soluzioni già applicate e metodi risolutivi standard (se qualcosa ha già funzionato, e non c'è necessità nè miglioramento con l'uso di una soluzione nuova, allora si applica una soluzione stabile e collaudata, cose tipo l'arco, il tubo...)
3) Ciò è dovuto al fatto che la lettura generale su schermo non fa ritenere le informazioni comunicate: è utile per problemi specifici o per rendere facile la reperibilità di dati, ma non crea cultura.
4) non viene sviluppata l'analisi non matematica, non viene sviluppata la sintesi, i problemi vengono affrontati solo con la modellizzazione e la forza bruta del calcolo numerico, ma se uno non visualizza cosa realisticamente ci si può aspettare, qualunque troiaio, purché venga ottenuto con Runge-Kutta o con gli elementi finiti, viene accettato come oro colato.
5) Vengono eliminati senso critico e responsabilità. La colpa delle boiate è del "modello" oppure, di fronte alla toppa, ti sparano un link per giustificarsi e scaricare il barile addosso a qualcun altro - questo viene appreso rapidamente.

Risultato: quello che una volta si progettava in tempo 1, con soldi 1, personale 5 e almeno nella metà dei casi funzionava già alla prima botta, adesso viene "elaborato" in tempo 6, con soldi 20 e personale 40, generalmente non funziona (perché è qualcosa di orrendamente complesso e concettualmente bacato), e quello che ha fatto il casino chiede (e spesso ottiene) di passare al "management" perché "ha gestito il team, le risorse e le emergenze" e perché tanto ci pensano i "tecnici" (che è la definizione che gli ingegneri incompetenti danno degli ingegneri competentiche magari riescono a mettere delle pezze).

Toccato con mano, visto con occhio. Ahug.

Quindi, Nessie, il problema non è solo quello dell'essere illetterati (non saper scrivere correttamente e coerentemente anche una cosa arida come una specifica o una relazione di calcolo), ma delle implicazioni di questo metodo educativo (?) che sta eliminando strumenti base della professione e della vita umana: logica, analisi, memoria, patrimonio culturale, motivazioni etiche.

Il ché, peraltro, forse è esattamente quello che i "poteri olimpici" della globalizzazione vogliono.

Nessie said...

Ciao Paladino, che bella sorpresa! E che contributo di ottima qualità hai scritto!

Quindi il problema non è solo l'ortografia, la grammatica e la sintassi (quest'ultima è parte della logica), ma come correttamente riporti "delle implicazioni di questo metodo educativo (?) che sta eliminando strumenti base della professione e della vita umana: logica, analisi, memoria, patrimonio culturale, motivazioni etiche".

E mi ci dici niente?
La parola "facilitatore" al posto di docente o insegnante, del resto, è un termine che in sé per sé, la dice lunga su quanto nasconde. Si mitizzano questi strumenti al punto (illusorio) tale da far credere che possano essere una comoda scorciatoia dell'apprendimento.

L'apprendimento non è mai un processo semplice e ridotto né per chi lo impartisce, né per chi si applica a riceverlo.
Ti dirò una cosa: tutte le informazioni e notizie che io ricevo da Internet, dopo un po' le dimentico. Dimentico le fonti di provenienza, links eccetera. Di quello che ho appreso da un libro (che oggi si chiama volgarmente " il cartaceo" manco fosse roba da buttare al macero) mi ricordo pagina, capitolo e magari anche rigo sottolineato.
E non credo sia un caso. Ciao, passa ancora a trovarci.

Josh said...

sul post:

i pc, excel, intranet sono una palla, ed era meglio il registro cartaceo.
Vero che le linee interne anche tra direzione e docenza sono solo un meccanismo di controllo, anche se ce lo spacciano per "digitalizzazione" quindi modernità blablabla.

Anche se poi la libertà dei docenti era già ben poca, tra il programma obbligato, le pretese del direttore didattico, stritolati sempre più anche dai genitori che mettono bocca anche su programmi, iniziative, anche sulla professionalità e idee (se traspaiono) dell'insegnante,

ora con la digitalizzazione si perde anche l'ultimo aspetto umano dell'insegnamento, sempre più impersonale.
Quindi "tecnico".

Ma la scuola doveva essere anche, almeno in parte, formativa in tutti i sensi, insegnare a ragionare,
e non dare solo una pappardella mnemonica "tecnica".

Tecnicismo arido che si vede anche dal nome che anno le singole scuole oggi: "plesso scolastico".
Per quanto il ridicolo termine "plesso" abbia radice latina, come il più noto "complesso", sta di fatto che dire "vado al plesso A scala C" sembra di andare a fare una radiografia.

Un po' come le banconote, le scuole un tempo erano titolate ai grandi in qualcosa, oggi sempre meno...come la Lira prima e l'Euro dopo.
Come i vecchi docenti che volevano insegnarci il ragionamento con i nostri talenti, come facoltà intellettiva che ci portasse alla libertà del giudizio,
non certo, come oggi, creare degli automatici (e vuoti) risponditori di test.

Josh said...

Sì è vero, occorrerebbe liberarsi dal mito della scuola digitalizzata e dei tablet,
ma non avverrà, sia perchè vogliono dare una veste di modernità futuribile piuttosto assurda,
sia perchè ci sono i contratti con le major dei programmi pc.

In sè la digitalizzazione se può essere un di più a casa nello svago o nell'informazione generalista,
non è affatto buona a scuola, dove la cultura si fa sui libri, e sui libri bisogna starci.

....ma ...se le stesse tesi di laurea oggi sono fatte solo di copia incolla!....cioè sono esse stesse degli agglomerati di testi altrui con fonti non verificate, cosa esiziale e vietata già ai miei tempi, ma oggi considerata normalissima.

Il digitale distrae con tutte le sue features.
E peggio, in sè come mezzo non insegna a ragionare e distacca dal mondo reale.

Ma la storia, l'economia, la scienza, l'arte, la lettratura, la filosofia, la geografia e la matematica non sono un bit:
sono (....o almeno sono state) anche carne e sangue.
E' questa umanità incarnata e viva nel sapere che ci suole cancellare oggi.
Vogliono dei cyborg obbedienti domani, che vi credete?

Josh said...

Sì, la scuola è fatta di "dover pensare" e di docenti ideologizzati:
anche l'Università che doveva essere il luogo dove si discute è già da tempo così.
I limiti sono posti dai programmi e da ciò che si è stabilito debba esser creduto e saputo: circolari ONU o Unesco o Unicef/
"ce lo chiede l'Europa": tutti continui "dover essere"

I libri di testo non possono essere sostituiti da ebooks.
O va a finire che l'ebook te lo stampi. E quindi...si torna daccapo al libro.

Josh said...

dal post:
"Pertanto fate valere il vostro diritto al ripristino di una scuola più umana (oltre che umanistica), basata sulla centralità della persona, per i vostri figli e per il loro futuro."

Ma è proprio qui che casca l'asino, Nessie.
Sacrosanta analisi la tua, ma è proprio questo che non vogliono.

Non si vuole una scuola umana, ma una scuola "tecnica".
Non si vuole una scuola umanistica.

Non ci deve essere, per loro, l'umanistico, e cioè l'uomo con le sue peculiarità,
ma il "tecnico", l'essere inanimato rispondente a "funzioni".

Non credono nell'antropocentrismo, ma nel tecnicismo che ti renderà pedina passiva del nuovo sistemone che stanno preparando.
Da essere vuoto, non ragionante e inconsapevole,
accetterai poi la "programmazione" che vorranno inserirti, di buon grado.

La centralità della persona, quindi la persona che diviene consapevole, gli è assolutamente nemica in questo progetto.

Nessie said...

Tante importanti suggestioni nei tuoi interventi, Josh.

"In sè la digitalizzazione se può essere un di più a casa nello svago o nell'informazione generalista,
non è affatto buona a scuola, dove la cultura si fa sui libri, e sui libri bisogna starci".

E' questo il fatto: BISOGNA STARCI. E anche patirci sopra. Pertanto, sfido chiunque a stare su un monitor luminoso per ore e ore, a rischio di consumare la vista.
Sul SOMARIO PEDAGOGICO (ovvero la terminologia tecnica in adozione nelle scuole) ci sarebbe da farne un elenco telefonico.
"La lezione frontale" è una cavolata tremenda. Hai mai visto fare una lezione fatta dietro o di fianco? E' evidente che la lezione di cattedra sia di fronte e non a lato della scolaresca.
Basta pensare poi ad altri termini idioti come "Debito" e "Credito". E' forse casuale il fatto che essere rimandati, venga definito coi termini "tecnici" della Finanza?

Ragazzini che ti vengono a dire: "La prof di Latino mi ha dato il debito".

Josh said...

dai commenti, sottoscrivo:

"La verità è che stiamo precipitando nell'universo senza memoria dei coleotteri, dei gasteropodi e degli imenotteri."

esattamente.
Aggiungo anche che il digitale rappresenta la "memoria liquida" non tangibile, dove stipare intere biblioteche. Hai 'tutto' lì, ma anche se l'avessi, è come non averlo perchè ne hai smarrito il peso, il posto, lo spazio, la fisicità, la tangibilità.
Scatta anche la convinzione di "avere" tutto e quindi presto accantonarlo, perchè è memoria virtuale e non tangibile.

E' memoria anche molto mutevole (a parte i crack degli hard disk).
Chi vedrà più le prime edizioni di un testo importante?
Chi ci assicura che il testo è proprio quello? E come diavolo (nel caso) è stato tradotto? Ma i testi sono stati cambiati? (nei vari regimi nel passato è già successo in alcuni luoghi del mondo).

ancora dai commenti
"Il "nativo digitale", nasce già "autistico" e solipsista."

vero, per forza di cose. Con tutto il peso della mancanza di contatto col reale, di confronto. E la mancanza di "esempio" dato da uno più adulto, di cui comunque si ha sempre bisogno dalla scuola materna all'Università.
Così facendo andare a scuola sarà solo doversi conformare, alla lunga, a un essere spersonalizzato, senza riferimenti, che però deve mostrare di conoscere x-nozioni:
il resto non è contemplato.

Nessie said...

"I libri di testo non possono essere sostituiti da ebooks.
O va a finire che l'ebook te lo stampi. E quindi...si torna daccapo al libro."

Riprendo questo passaggio, Josh, per dire che la carta della stampante di un eventuale ebook ti costerà il doppio. E c'è pure il toner, ovvero la cartuccia. Quindi che non vengano a raccontarci delle palle. Dal cosiddetto "cartaceo" non si può prescindere. Con una sostanziale differenza: che mentre la carta stampata del libro di testo ti costa un prezzo accessibile, quella della stampante di un ebook ti costerà il triplo.
Ma è mai possibile che non si riesca a fare dei conti così elementari e impedire a questa impostura di dilagare?

Nessie said...

"Sacrosanta analisi la tua, ma è proprio questo che non vogliono.

Non si vuole una scuola umana, ma una scuola "tecnica".
Non si vuole una scuola umanistica"

Josh, colgo lo spunto da queste notazioni per dire che a questi punti ci siamo arrivati non da oggi. Come dice un proverbio "tre spanne di ghiaccio non si formano in una notte sola".
Te li ricordi quegli stupidi Items degli altrettanto stupidi questionari? barrare la casella SI o NO come risposta. Beh, la frammentazione del sapere passa da questa roba.
Ora io non dico che bisogna tornare al calamaio e al pennino. Ma non essere più capaci di nessun grafismo, viaggiare a fotocopiatrici e ad ITEMS, fin già nelle scuole primarie, significa predisporre la frammentazione del sapere e essere sudditi del tecnicismo. La via a questo stato di cose è stata preparata con cura.
Voglio dire, che il terreno è stato preparato per la digitalizzazione.

Nessie said...

Sul "nativo digitale" riporto questo passaggio del D'Amico:

"Partiamo dallo smontaggio del concetto che sta alla base di tutta questa tematica: il concetto di «nativo digitale». Come noto si allude con questa espressione a ragazzi abituati fin da piccoli, e nella fattispecie fin dall’età prescolare o della scuola materna, a manipolare apparecchiature elettroniche, a fruire molte ore di televisione al giorno, a giocare col computer, a utilizzare telefonini cellulari, playstation, videogiochi, MP3, e-book, e quant’altro l’industria dell’information technology e dell’intrattenimento sforna a ritmi vertiginosi; insomma il «nativo digitale» è un bambino o un ragazzo abituato precocemente a connettersi ad Internet, a navigare, a utilizzare ogni possibile strumento elettronico"

Pertanto, questo ragazzino non ha affatto bisogno di venire a scuola a imparare a smanettare. Semmai la scuola dovrebbe servire a ottemperare ad altre funzioni, compresa quella di essere in relazione con compagni e professori, che è proprio quella più deficitaria oggigiorno.

Anonymous said...

NWO - scuole pubbliche utilizzano il chip per monitorare e punire gli studenti:

http://www.informarexresistere.fr/2012/09/07/nuovo-ordine-mondiale-scuole-pubbliche-utilizzano-chip-rfid-per-monitorare-e-punire-gli-studenti-vi-piaccia-o-no-ve-lo-infilzeranno/#axzz2K3eNKz5e

Zeta

Aldo said...

Scrivete tutti cose sacrosante, ma vi inviterei a non essere "manichei". Giusto e sbagliato, come bianco e nero, permettono un'infinità di sfumature che dipendono assai più dall'elemento umano che da quello tecnico. Il supporto può (e deve) essere piegato alle esigenze intelligentemente declinate di colui che la materia la conosce e che, per esperienza, sa trasmettere. Anzi, sa PROPORRE, perché c'è un anello imprescindibile nella catena dell'insegnamento, che è costituito da colui che apprende. Quando (sempre più raramente, ma questo è un altro assai ampio capitolo) costui accoglie le proposte di insegnamento e le trasforma attivamente in opportunità d'apprendimento... bam!... è allora che VERAMENTE si ha scuola. Perché ciò accada, la questione dei mezzi impiegati si fa secondaria. Assai più rilevante è il contorno che permette o ostacola la RELAZIONE quanto più possibile individuale tra chi il sapere ce l'ha e chi quel sapere vuole riceverlo. Ad esempio, vogliamo parlare di ORARI e di rapporto numerico VERO tra quantità di insegnanti e quantità di studenti? Ho iniziato a lavorare in una realtà scolastica nella quale insegnavo a sei classi di circa 15-18 alunni ciascuna in un'unica scuola, tre ore a settimana per classe. Interagivo con circa un centinaio di ragazzini, suddividendo tra loro le mie energie. Ventisette anni dopo le classi sono diventate nove (probabilmente aumenteranno), e contano tra i 24 e i 29 alunni ciascuna (probabilmente anche questi aumenteranno). Le scuole ove presto servizio sono due, e diventeranno presto tre (lo chiamano "dimensionamento"). Le mie energie sono frammentate, vanno suddivise tra oltre 220 alunni. [...]

Mi censuro per evitare di "sforare", ma potrei andare avanti a elencare tanti e tanti motivi per i quali la mia possibilità di intervento didattico costruttivo è stata MASSACRATA. Una sola cosa aggiungo: dopo la campagna d'odio deliberatamente messa in campo da quell'inguardabile mezzo individuo di nome Brunetta, con che occhio i ragazzini (indottrinati da non meno indottrinati genitori che disprezzano il dipendente pubblico fannullone e rubastipendio) possono guardare a quel tale che passa loro davanti quasi per caso due volte a settimana? Quale AUTOREVOLEZZA possono riconoscergli?

Ecco, in questo contesto direi che un computer usato intelligentemente non è certo una iattura. Certo è che l'IMPOSIZIONE per fini poco limpidi non rientra nella categoria "usato intelligentemente".

Nessie, scusa il calore di queste righe, ma capirai che sono coinvolto in prima persona, e che hai toccato un tasto dolente.

Anonymous said...

Sottoscrivo totalmente la descrizione fatta da Paladino e aggiungo che le persone formate a quella nuova scuola sono anche abilissime a fare terra bruciata di qualsiasi pensiero alternativo. Con la vecchia guardia, gente sfornata da università e scuole tecniche negli anni '50 o '60 si poteva parlare, scambiarsi le idee e risolvere. Con questi qui no.
Diciamo che la situazione ora è ben rappresentata da questo:

http://www.youtube.com/watch?v=jLvpXVWXDK4

Scarth

PS: però sto facendo esperimenti con un e-reader...

Nessie said...

Aldo, nella foga e nel calore delle tue righe (certamente legittime) hai frainteso il messaggio del post e anche dell'articolo di Matteo D'Amico ( sempre ammesso che tu abbia avuto la pazienza di leggerlo tutto). Nessuno qui dentro è contrario a un computer amorevolmente e intelligentemente guidato da un docente (e non da un "facilitatore").
Il discorso si complica se tutti i ragazzini arrivano a scuola con tablet, smartphone, ebook ecc. In quel caso, il ruolo di comparsame incapace di coordinare, è garantito.


Tanto per incominciare è vero che con i costi di tutte queste nuove tecnologie, si possono mettere gli edifici scolastici in sicurezza in caso di sismi. E Dio sa se ce n'è bisogno. Si possono comprare ottimi volumi per la biblioteca (vera e non fatta di CD e hard disc). Si possono organizzare viaggi e visite di istruzione ecc. ecc. C'è solo da sbizzarrirsi. Le hai guardate le foto che ho messo nel post? Questi ragazzini sembrano distratti e impegnati a fare tutto fuorché a istruirsi. L'ambiente della scuola e la psicologia dei più giovani la conosco anch'io. E Josh in materia, non è certo l'ultimo arrivato. Perciò non parliamo a vanvera.

Posso pure comprendere la tua proverbiale antipatia per Brunetta, che è stato davvero infelice coi dipendenti pubblici. Ma chi conosce bene la storia della scuola, sa che il degrado della stessa, la mancanza di rispetto per il docente non l'ha inventata lui in esclusiva.
Mi piacerebbe ricordarti inoltre, che il dottrinarismo e l'ideologia che sta alla base dell'eliminazione del libro di testo ha una data precisa: 1968.

Nessie said...

Molto carino e ironico pur nella sua cruda verità, il video che hai messo.
Grazie Scarth.

Nessie said...

Zeta, un link inquietante che desta non poche perplessità. La digitalizzazione nelle scuole ha uno scopo precipuo: il CONTROLLO. Ed è questa la cifra di quest'ansia nel voler accelerare con questi mezzi. E dato che la scuola italiana versa in gravi condizioni economiche e non se li potrà permettere, ecco scattare proposte di nuove realtà: scuole private.

Mentre per i poveracci, il Bronx multikulti è garantito.

Josh said...

Nessie aggiungo..hai risposto tu ad Aldo, ho capito ciò che dice...
ma nel post e nell'articolo si parla di deformazione da digitalizzazione, di rischio ingestibilità, molti temi sono toccati...

di digitalizzazione di testi avevamo parlato anche nel mio post qui al link, ma il taglio era diverso, e non era sulla scuola dell'obbligo:

http://esperidi.blogspot.it/2012/05/biblioteca-vaticana-e-bodleiana.html

Nemmeno noi siamo contrari a un docente/non tecnico facilitatore che unisce supporti anche non di carta con intelligenza, ma il rischio nella scuola è la scomparsa del rapporto insegnante-alunno; la scomparsa della maieutica, oltre che del libro; l'obbligo poi per tutti di dotarsi di pc, adsl, tablet, portatili, e-reader e anche stampanti con cartucce dal costo esoso....e il controllo assoluto di ciò che viene detto e insegnato.

A parte la perdita del contatto con la pagina, l'incapacità di scrivere a mano (siamo già a buon punto)

Aldo said...

No, Nessie, non ho frainteso. Ho letto, compreso e condiviso idealmente ogni riga del tuo scritto. Tu stessa hai però rilevato come la questione della "digitalizzazione" (che si traduce, alla lettera, con "trasformazione in numeri", il che è già in sé inquietante) è una e che ad essa molte altre si affiancano nella distruzione del sistema educativo. Ecco, in questo contesto anziché sottolineare ulteriormente quello che avevi già così efficacemente evidenziato ho preferito suggerire un ulteriore elemento di riflessione. Ne avrei molti altri. Nessuno di essi è in contrapposizione con il pensiero che hai voluto condividere con noi lettori.

Aggiungo: è vero che Brunetta non è l'anello iniziale di una catena di interventi distruttivi sulla figura dell'insegnante; purtroppo è anche vero che non è stato l'ultimo. Diciamo che è stato, a mia memoria, quello che ho trovato più indisponente e quello che ha avuto più risonanza diretta sull'interpretazione della cosiddetta "ggente" in merito al nostro ruolo sociale. Dopo di lui il tracollo già in corso ha avuto un'accelerazione impressionante, che sicuramente è stata funzionale alla taglio, anzi, alla potatura, al capitozzamento del personale e dei finanziamenti per la scuola messi in campo da Tremonti a partire dalla finanziaria 2008 (e peggiorati con entusiasmo dal governo successivo).

Come tu stessa hai osservato, la distruzione del sistema educativo è un processo trasversale alle linee politiche che prosegue ormai da ALMENO una sessantina d'anni con scopi non dichiarati. La "digitalizzazione" è uno strumento di quel processo, ed è vero che non è secondaria la sua funzione di mezzo di controllo e imposizione. La questione è: accettare lo strumento rischiando il suo impiego peggiore o gettare preacuzionalmente il bambino con l'acqua sporca? In effetti, in questo caso mi sa che la soluzione più draconiana sia la migliore, perché ormai le intenzioni di chi propone lo strumento sono fin troppo chiare. Rimane il fatto che è un peccato, perché le potenzialità positive di quello strumento correttamente impiegato ci sono, e sono tante e preziose.

Nessie said...

A proposito di "maieutica" vorrei anche aggiungere al tuo discorso che non tutte le materie sono veicolabili tramite il computer. Ad esempio, la filosofia, la quale è per eccellenza la disciplina della trasmissione del pensiero a partire da quella greca fino alle filosofie del novecento.
Un mio vicino di casa che ha una preparazione prevalentemente tecnico-scientifica, si è appassionato per proprio conto alla materia, pensando di surrogare alle sue manchevolezze coi CD rom di storia della Filosofia Occidentale.

Il risultato? quando torna dal lavoro e si mette qualcuno di questi CD, gli fanno da sonnifero e si appisola sul divano.
Il perché è semplice. Non c'è un Maestro del Pensiero vivo e vegeto che lo stimoli. E la filosofia è per eccellenza fin dal suo nascere l'arte della "maieutica" e della continua speculazione di pensiero.
Come si fa ad affidarsi a una voce robotica preregistrata che te ne insegni la sua evoluzione nei secoli?
Non per nulla, con le nuove forme di pensiero anglo-americane dal XX secolo in su, si è pensata di mandarla in rottamazione sostituendola con la "metodologia" o con filosofie pragmatiche che in pratica sono la stessa cosa di metodologie.

Nessie said...

L'intervento di cui sopra era rivolto a Josh.

Aldo, come enunciato, dietro a questo business delle tecnologie c'è una forte pressione di lobby e di corporations straniere. E visto che parliamo di politicastri, ti ricordi quando fu ministro dell'istruzione Luigi Berlinguer
dal 1996 all'aprile 2000?

Beh, volendo mettere date, nomi e cognomi di questi sabotatori, fu allora che sembrava che improvvisamente il computer dovesse diventare così indispensabile per "istruire" ed "educare". Attraverso De Benedetti vennero acquisiti modelli che nacquero già obsoleti non appena introdotti. Insomma dei cassettoni-bidone.

Poi c'è un'altra cosa relativa all'inseguimento dei modelli sempre più perfezionati ed "innovativi".

Queste grandi corporations si servono di politici venduti per fare il loro business. Ma non solo. Esiste anche una politica che mira a per farti sentire eternamente "obsoleto" in forza del fatto che i modelli cambiano di continuo.
Tutto ciò scombussola il concetto secondo cui la cultura deve essere qualcosa di "inattuale" (termine caro a Nietzsche) costringendoti invece ad inseguire l'attualità e la modernità.
Ma se insegui l'attualità non è più cultura ma diventa informazione. Che non è esattamente la stessa cosa. Ecco che allora si affaccia l'idea che la cultura deve essere subordinata alle esigenze del mercato. E qui nasce l'aberrazione del secolo.
In tedesco la formazione culturale di una persona si chiama BILDUNG, qualcosa che ha a che vedere con la costruzione.
Gli inglesi invece ricercano SKILLS (ABILITA'). Skills o Bildung?
La risposta del mercato è chiara e implacabile: skills.

Perciò, bye bye civiltà occidentale. Credo che alla fin fine è proprio questo che si voglia, tenuto conto che da noi si riversano popolazioni che passano con disinvoltura dall'età del ferro, all'era digitale, saltando tutte le altre ere. Prendi un africano dell'Uganda e seguilo in un Phone Center. Vedrai che magari non parla l'Italiano, ma con il mouse e con la tastiera ci sa fare. Non so se mi sono spiegata...

Josh said...

@Nessie:

intendevo proprio quella valenza dell'insegnamento citando la maieutica.
Pensiamo al modo di insegnamento dei filosofi greci, che volevano costruire delle menti e delle coscienze.
Ma anche dopo i greci, si trattava di strutturare anime e persone.

E' chiaro che l'ubriaciatura digitale va in direzione opposta.

Il tecnico che avverte bisogno di nutrire la sua mente con la speculazione filosofica e si affida a un arido corso con voce preregistrata, tipo quella se chiami in stazione per prenotare,
non sostituisce di certo il filosofo che ti accompagna e interagisce realmente con te.

Più sopra avevo scritto, provando a dire una cosa simile "Ma la storia, l'economia, la scienza, l'arte, la letteratura, la filosofia, la geografia e la matematica non sono un bit:
sono (....o almeno sono state) anche carne e sangue.
E' questa umanità incarnata e viva nel sapere che ci vuole cancellare oggi."

Le nuove forme di pensiero anglo-americane dal XX secolo in su mandano in rottamzione la filosofia e il pensiero e al posto ci mettono la "metodologia" che è una tecnica.

Una forma del fare, che è un settore minimo del sapere, ma non la sostanza del sapere.

Josh said...

Bildung o Skills? :-)

oh ma è da tempo che hanno vinto le skills e si combatte contro la bildung in ogni maniera

Anche questi 2 simboli infatti sono opposti:

l'uomo al centro

http://web.rcm.napoli.it/clip/uomo.jpg

contro

http://www.nwo.it/dolpir.gif

Huxley said...

Ciao Nessie, non voglio neppure provare a 'venderti' la mia visione tecnologica (visto che è un quarto di secolo che ci mangio con l'IT, potresti sempre accusarmi di essere un pò di parte :-). Ma se proprio vogliamo lanciarci nel futuro tecnologico prossimo allora parliamo di CLOUD STORAGE, ovvero la possibilità di memorizzare dati in appositi spazi virtuali messi a disposizione (agli utenti)online. Esistono già computer con sistemi operativi (es. i CromeBooks) che funzionano solo in rete, in modo da poterci svincolare dagli obsoleti CD e dalla memorizzazione locale.
Questo riesce a far rabbrividire anche il sottoscritto, il prossimo passo per il controllo assoluto e globale.

Huxley said...

refuso: CromeBooks = Chromebooks

Nessie said...

Sì, è da tempo che si combatte la Bildung a favore di Skills. Volendo, dal dopoguerra a oggi. A incominciare dalla lingua dei vincitori, di cui ormai si ha l'impudenza di pubblicizzare i prodotti da buttare sul mercato italiano, nella loro lingua, perfino sulla tv italiana, dove si paga tanto di canone (si veda quell'orribile pubblicità della Nespresso-nestlé).

Nessie said...

Caro Huxley, come vedi tout se tient.

L'aziendalizzazione nelle scuole passa proprio da questo sistema operativo. Che se ne fa un preside di una scuoletta di provincia dell'INTRANET? Posso capire un'azienda che deve controllare operai, impiegati, quadri intermedi.
Ma un Preside ha bisogno di questa MATRIX interna per controllare si e no, una dozzina di professori?

Ma andiamo... è chiaro che l'aziendalizzazione è sbarcata al liceo artistico (mi riferisco all'esempio del mio amico Prof all'inizio del post).

Josh said...

Tutto vero Nessie...Aggiungo che il pensiero, la ricerca (seria), la filosofia doveva chiarire "l'ordegno che governa" il caos universale e spingersi oltre le apparenze di realtà.

Ora al contrario non si cerca più l'essenza,
ma le metodologie, le pragmatiche e le tecniche, che di veli ne hanno creati ulteriori, compresi molti mondi virtuali.

Anzi, cosa è virtuale e cosa è reale? ma reale e virtuale sono interscambiabili?
Così è se vi pare...

Eppoi è verissimo che assistiamo a maree di migranti che vengono direttamente dall'età del ferro e passano direttamente al pc, saltando tutti gli stadi intermedi (e millenari) della civiltà, del pensiero.

La morte dell'Occidente e della cultura, appunto inattuale, e fatta anche di passato stratificato e tradizione, non di informazione utilitaristica e spesso inutile, è garantita.

Anonymous said...

Tavistock Institute
http://www.medicinenon.it/listituto-del-controllo-delle-masse
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6094
m13
iper realtà
http://www.santaruina.it/iper-realta
http://www.santaruina.it/mondo-social

Aladino said...

Carissimi, vorrei spezzare una lancia pro - Brunetta. A parte la naturale antipatia per la persona; lui ha tentato di risolvere il problema (gravissimo) dei dipendenti statali, ministeriali, ecc..... Ricordiamo che vengono stipendiate persone che, non si presentano in ufficio, persone che pluri - timbrano ed escono a fare la spesa, ecc.........

La verità è che funziona il tutto all'ITALIANA. Da una parte i mariuoli ruba - stipendio. Dall'altra UOMINI E DONNE ONESTI che tentando di pareggiare i conti lavorano per tre o più persone.

Le persone SANE potrebbero continuare il loro sacrificio se vigesse la meritocrazia. Fino a quando vengono premiati ( e non puniti) i lavativi con tessera di partito, il tutto ha valore come discutere sul sesso degli angeli.

Facendo riferimento al post precedente, quando SILVIO propose una Europa divisa a metà (nord - sud), rilancio con una Europa divisa in tre parti. La suddivisione da considerare avviene fra culture e religioni millenarie, onde evitare intromissioni linguistiche e culturali che non ci appartengono (bella quella del neuro-espresso). E' intollerabile la imposizione anglo-sassone mondialista.

Proporrei una Europa del Sud, di tradizioni culturali latine e cattoliche. Una Europa del nord di cultura druida e protestante. Infine una Europa dell'Est di cultura slava ed ortodossa. Potremmo nel contempo svincolarci dai serpenti ed ogni parte dell'Europa allargare, migliorare la propria cultura.
Partendo dalla Scuola. Pardon per la lungheza. ciaoooooooo.

Nessie said...

Aladino, non aprire il capitolo Brunetta, sennò fai imbufalire Aldo. L'errore di Brunetta è un errore di sinistra, tanto per usare uno schema. Lo so, lo so che è stato ministro della funzione pubblica di un governo di centrodestra. Ma lui proviene dagli ambienti sindacali della CGIL e ha bazzicato anche l'ECFR. Pertanto, considerare la figura degli insegnanti nella categoria dei "dipendenti pubblici" alla stregua di Poste, Telegrafi, o dei ferrovieri, è un errore da Camera del Lavoro.
Il docente è vero che dipende dallo stato, ma anche una sorta di libero professionista del sapere, in quanto deve leggere, informarsi, documentarsi anche a casa. E questo è un lavoro solitario, individuale e non retribuito.

Facendolo passare per dipendente pubblico, e usando la scuola come un ufficio collocamento per zone depresse come l'Aspromonte e dintorni, la si è dequalificata e degradata. E questo è un errore di carattere sindacale. Cioè legato alla TRIMURTI.

Anonymous said...

LUigi Berlinguer ex ministro della PI è un massone di antica schiatta, legato anche lui allo scandalo MPS:


http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-mussari-piazzato-dai-compagni-del-pd-di-siena-a-capo-di-mps-sarebbe-50495.htm

"Luigi Berlinguer, presidente della commissione di garanzia del Pd, che risolse con equità, lungimiranza e saggezza il falso ed ipocrita problema della presenza dei massoni nel Pd nel 2010, dichiarandone la piena ammissibilità, appartiene ad una famiglia di antica tradizione massonica"

Z

Aldo said...

Altro che se me lo ricordo Berlinguer! Lui e il suo "concorsaccio" del cavolo. Ricordo anche la campagna elettorale del Berlusca, che tra i suoi punti pubblicitari mise "cancellerò la riforma Berlinguer". E lo fece. Per poi avviare una riforma ben peggiore (riforma Moratti, quella della scuola azienda), seguita dalla campagna denigratoria contro gli insegnanti (campagna Brunetta), che fece da apripista strumentale alla legge finanziaria del 2008, quella della "terra bruciata", della semina del sale nelle terre di Cartagine. Ci mancava solo di passare attraverso le forche caudine di Mario il Distruttore per peggiorare il quadro. Chissà quale sarà il prossimo passo, ma sicuramente sarà un passo lungo la medesima china, chiunque "vinca" le elezioni.

Anch'io spezzerei una lancia in merito a Brunetta, ma solo dopo avergliela conficcata in parti non vitali e averlo esposto agonizzante a mo' di spiedo sulla pubblica piazza, secondo il ben noto more antico.

Intranet. Intranet non è una rete locale, ma una rete di interconnessione "chiusa" tra gli uffici che fanno capo alla pubblica amministrazione. E' a tutti gli effetti un organo di comando, controllo e repressione. Il suo impiego è già obbligatorio per molti degli atti emessi dagli uffici scolastici, i dirigenti (da caporali quali sono) non possono esimersi dall'usarla se non sfidando a viso aperto una corrente invero piuttosto tumultuosa dalla quale rischiano di essere essi stessi travolti se non si attengono.

Diverso il discorso dei registri elettronici, che per ora sono caldeggiati ma non imposti. La strada per giungere all'imposizione è però brevissima, e mi risulta che sia contrassegnata da tappe già fissate che a meno di una ribellione aperta (che vedo poco probabile) saranno percorse.

La via della tirannide è già tracciata. Gli strumenti già implementati. A piccoli, ma non troppo piccoli, passi.

Nessie said...

Toh, pure i massoni a scuola!
Luigi Berlinguer il quale, guarda caso, ha a che fare con lo scandalo MPS. Letto il pezzo sul Fatto (intervista del Grande Oriente di sinistra Gioele Magaldi) riportato nel link.
Tutto è chiaro: la loro trasversalità nel legiferare deriva dalle loro comuni frequentazioni alla Logge. Siamo a Falce e Compasso. Eppoi Falce e Sportello. Bancario, of course.

Marco, è un po' che si parla di Tavistock. Praticamente dal dopoguerra a oggi.

Nessie said...

@ Aldo su Intranet : "E' a tutti gli effetti un organo di comando, controllo e repressione. Il suo impiego è già obbligatorio per molti degli atti emessi dagli uffici scolastici, i dirigenti (da caporali quali sono) non possono esimersi dall'usarla se non sfidando a viso aperto una corrente invero piuttosto tumultuosa dalla quale rischiano di essere essi stessi travolti se non si attengono".

Sì, ma da qualche parte la ribellione deve pur manifestarsi. Questo tace, quello dorme, l'altro ronfa e intanto costoro ci pisciano in testa.

I registri elettronici in molte scuole lombarde ci sono, eccome. Me lo ha appena confermato una mia amica che insegna al liceo pedagogico (ex Istituto magistrale). E in talune realtà, che sono in grado di documentare, si arriva alla doppia vessazione: oltre che segnare le lezioni e voti on line, bisogna poi riportarli anche sul cartaceo, con conseguente doppia perdita di tempo. Tutto fuorché insegnare!

Qualcuno sogna ancora che tutte queste boiate, vi possano affrancare dalla burocrazia, ma bisogna avere le fette di salame per non vederne i risvolti.

Aldo said...

Concordo su tutto quel che hai scritto nella tua ultima risposta. Aggiungo che dove i registri elettronici già ci sono è perché il collegio dei docenti locale li ha votati (più o meno costretti da pressioni e pressioncine, oppure più o meno raggirati da aperte menzogne e mezze verità).

Di fette di salame ce ne sono davvero tante, milioni di milioni. Come in quell'antica pubblicità nella quale si parla di stelle intendendo proprio salami. Sai cosa è sconvolgente? Che ad averle ci siano fior di laureati. Che sia già da un pezzo che il sistema scolastico proprio tanto valido non è? Chi avrà mai formato il senso critico di tutti quei laureati boccaloni?

Nessie said...

Aldo, qui c'è poco da concordare o da essere in disaccordo: questa è la realtà oggettiva. E quando parlo ad una ad una con queste (o con questi) poveracci, mi sento sempre ripetere la storiella del consiglio dei topi e del campanello da mettere al collo del gatto quando dorme: chi ci va? Vacci tu, no fallo tu... Io non lo faccio perché il mio vicino non lo fa...


Come ti predissi, se un sussulto di dignità arriverà, sarà da qualche ignorantone analfabeta incazzato per l'uopo. Ma non dai "laureati boccaloni".

Anonymous said...

nuova barbarie (non solo) digitale:
imposizione di una visione del mondo e un sistema di "valori" che sovvertono i tradizionali valori cristiani e dell’uomo
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2011/07/svezia-i-bambini-senza-sesso-in-un-laicissimo-stato-confusionale-2603/
- "Il ministero dell’Uguaglianza"
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=27270&Itemid=100021
- "Agenzia per l’educazione e la formazione del Ministero dell’istruzione" (croazia)
(Ai genitori viene negato il diritto di scelta)
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=226768:croazia-gli-ex-comunisti-la-buttano-sul-sesso&catid=35:worldwide&Itemid=152
- o banama
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2610
- filosofia UNESCO "umanesimo" scientifico globale
http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=315&forum=42
-m13. oltre ai gingilli tecnologici vari x il rincoglionimento e la perversione di massa.

Josh said...

@Nessie...
sui laureati boccaloni:

ricordi quando pochi giorni fa in pvt ti ho lasciato un exursus di colleghi ed excolleghi con tanto di c.v.?

Visto cosa c'entra la laurea col senso critico?:-)

Aladino said...

Carissimi NESSIE & ALDO.
Mi dispiace, non sono stato compreso, sicuramente non mi sono espresso bene. Ci riprovo.

Sono a conoscenza del Brunetta socialista utopico ed arruffone. Sono a conoscenza che non si può, NON SI DEVE, comparare gli insegnanti con altri dipendenti. Per quanto riguarda il G.O.D. vi chiedo di usare cautela, in quanto credo poco credibile, proprio perchè trolleggiando sventola bandiera rossa. Abilissimi ad agitare false flag depistanti.

Allora rincomincio. Il Brunetta ha tentato di mettere ordine nella c. d. pubblica amministrazione, usando vecchi ferri e non usando il cervello. Risultato: le persone ONESTE (dal Bidello al Rettore, dall'Impiegato al Dirigente) si sono sentite offese nel loro animo. Hanno perfettamente ragione.

Il busillis è sempre lo stesso da decenni. Vengono assunte persone CAPACI ED ONESTE con il contagocce ed a fatica. Tutto ciò per far assumere propri tesserati ed amici degli amici. Non serve ricordare lo sport nazionale della raccomandazione.
Per quanto riguarda la Scuola che, ritengo istituzione sacra ed inviolabile, per il semplice fatto che DOVREBBE creare il futuro cittadino lavoratore a TUTTI i livelli, da decenni sforna giovani impreparati ed incapaci di affrontare il mondo del lavoro. TENENDO PRESENTE che COMUNQUE vi è una percentuale di bravi ragazzi che, a loro volta, hanno avuto la fortuna di avere come insegnanti quelle BRAVE PERSONE che accennavo nel primo commento.

Per concludere, credere in una soluzione in brevi tempi è pura illusione. Le Istituzioni TUTTE, dando l'opportuno esempio, DOVREBBERO prima formare il Cittadino (non un suddito incolto), quindi formare tecnicamente giovani capaci di inserirsi nel mondo del lavoro, senza MAI pensare di andare alla ricerca del posto al sole. Naturalmente con una raccomandazione. QUINDI UN GRANDE VIVA ALLE PERSONE SERIE ED ONESTE. E un calcio nel culo agli altri.

P.S.: Mi permetto, per esemplificare, di raccontare un episodio successo la scorsa settimana dalle mie parti. In un carcere modello di massima sicurezza, c'è stato un tentativo di evasione, addirittura con un elicottero tipo James Bond. Si è concluso tutto bene, sventando il tentativo. Ma non finisce qui. Le dovute indagini hanno portato alla individuazione della talpa (un complice) nella persona di un agente penitenziario. Processo immediato e condanna (sic!) a 6 (sei) mesi di sospensione dal lavoro. Io condannerei il giudice a 60 (sessanta) mesi di sospensione senza alcuna retribuzione. Alla guardia carceraria, dopo la galera, licenziamento in tronco senza paga, liquidazione e pensione. Il vostro commento è sempre gradito. ciaooooooooo.

Nessie said...

Ottimi articoli, molti dei quali conoscevo già. Specie quello delle fiabe e dei ruoli sessuali che ebbi modo di linkare per un mio vecchio pezzo.

Josh e Aldo, riguardo ai "boccaloni laureati" occorre dire che il motivo per cui non si ribellano è anche perché attraverso la scuola viene impartito un pensiero considerato ingiustificatamente già "ribelle", "contestatario" e "anticonfermista".
Prelevo dal testo:

"Invece del Gulag si usa oggi la rivoluzione culturale, ossia il cambiamento della cultura corrente e quindi delle mentalità con lo spettacolo, la pubblicità, la pedagogia come quella espressa del ministero dell’Uguaglianza iberico (a da noi dall’ideologia delle insegnanti, come dalla Prestigiacomo o dalla Carfagna e Pari Opportunità)."

In realtà trattasi di un pensiero falsamente "libertario" del tutto omologato e omologante. Infatti per chi prova ad andare fuori da questi binari, fiocca subito l'accusa interna (o meglio da Komintern) d'essere "reazionari", "passatisti", codini, autoritari, o magari anche "fascisti" ecc, come ha già ben espresso Roberta.

L'attuale corpo docente sono pecore che hanno l'illusione di pascolare in un vasto prato, senza che si rendano conto che in realtà sono rinchiuse negli stazi.

Alan Watt ha poi ricordato che il simbolo dell'arcobaleno con relativi poster e cartelloni, si trova in tutte le scuole materne ed elementari della Ue, degli Usa e del Uk. Perchè? E' un caso? E Chi ce lo mette?
L'ONU , evidentemente, come è sempre l'ONU che veicola l'ideologia "gender".

Nessun insegnante è mai abbastanza astuto da accorgersene, perché dopotutto si tratta di colori, e i bambini adorano i colori.
Se poi qualcuno di voi obbietta che l'arcobaleno è il simbolo della falsa pace (viene usato perfino nelle missioni di peacekeeping che sono missioni di guerra), lo prenderebbero per matto. Se qualcun altro dovesse dire che è il simbolo del multicultarismo (United Colors, lo promuove anche Benetton), ecco pronta l'accusa di "razzismo".
O se per altri l'arco è un ponte e quindi simbolo della rottura dei confini nazionali, ecco pronta l'accusa di "complottismo" o di "fascismo". Come si può vedere, le gabbie ideologiche di coercizione e i paletti sono tanti.

Nessie said...

Ok, Aladino. La funzione pubblica in Italia è una costellazione così vasta, che andrebbe trattata settore per settore. Ricordo inoltre che quando si è trattato di rottamare vecchi boiardi di stato come CIMOLI, ex FF.SS. non c'è stato Brunetta né Monti in grado di dargli una pedata nel didietro.
Anzi, li hanno ribattezzati manager di nuove "privatizzazioni" o "controllate", con relativi stipendi da Nababbi.
Per non dire di Befera, ma questo lo sai già.

Nessie said...

Aladino, della famiglia Berlinguer, sapevo già, perché confermato da Cossiga che è (o meglio era) loro cugino e in questo caso Magaldi ha detto il vero.

Anonymous said...

simbolo dell'arcobaleno
ha i colori invertiti e non certo a caso
http://www.mariadinazareth.it/www2007/non%20lasciatevi%20ingannare/bandiera/verit%C3%A0%20sulla%20bandiera.htm
ps m13
http://www.santaruina.it/laltra-faccia-del-simbolo-della-pace

Nessie said...

Marco, ma tu hai un link per tutte le stagioni e per tutti i colori d'ogni arcobaleno!

A quella dei colori invertiti non c'ero ancora arrivata :-).

Josh said...

sapevo anche io dell'arcobaleno invertito della Blavatsky;

vero anche anche del simbolo della "pace" realizzato con Algiz invertita in valenza di Yr...

ma infatti lo dicevamo noi:
siamo a posto...:-(

Nessie said...

C'è da diventare matti con tutti i simboli esoterici da cui siamo circondati. E il bello è che la maggioranza delle persone li assume acriticamente senza spiegarsene il perché: adulti come giovani come bambini. Campeggiano nelle scuole, negli oratori e pure nelle chiese alla faccia di chi dorme.


Oggi ne ho sentita una buona: la stregaccia Nocciola- Hack ha fatto una lista del titolo Democrazia Atea, con all'interno un bambino di Satana, un tal Marco Dimitri che è pure transgender.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/marco-dimitri-leader-dei-bambini-satana-lista-hack-882940.html

Che squallore! Che buffonate! La Hack è una strega orripilante

Josh said...

uhm Nessie...ho sentito della tragica notizia....

non ho capito....ma chi è pure transgender?
La Hack? o Dimitri?

:-))

Josh said...

ma le è stato concesso il rinnovo della patente, data l'età?
E se no, come può candidarsi per un impegno pubblico e ritenersi sufficientemente prestante per un ruolo politico?

(domanda da rivolgersi indistintamente alla Hack ma volendo anche a Dimitri)

scusa Nessie ma sta notizia mi infastidisce, ma mi fa anche un po' ridere....certo che i sinistri non san più cosa inventarsi pur di presenziare

Nessie said...

Beh, a Carnevale ogni vaccata vale, no?

Lei fa il partito Sabba col Bimbo di Satana in nome dell'ateismo :-).

Nessie said...

Però è meglio che tu lo scriva alla bolognese come hai fatto in pvt: "Mo' va' ben al ricovero, povera matta!" :D

Josh said...

ah ah:-) dice che è un satanasso razionale però, e pure transeunte per varie sessualità.

Ma se c'è satana, come fa ad essere ateo, visto che satana è un angelo caduto comunque creato da Dio secondo la teologia cristiana?

per me tra meteoriti e provette fumanti gli è esploso qualcosa in laboratorio a quei 2 lì, mentre facevano un duetto con la cover di
"Sacumdì, Sacumdà" :-))



Nessie said...

E' proprio vero che chi non crede a niente, è disposto a credere a tutto.
Ho visto fior di atei andare da maghi e fattucchierone, radioestesiste ecc.
La Hack è credente eccome, e crede nel Male.

Anonymous said...

m13 "Il materialismo e i suoi corollari non furono insomma che la preparazione del terreno all’opera di dissoluzione vera e propria; scacciata e derisa ogni forma di spiritualità autentica, dimenticate le fondamenta dottrinali che da essa emanano e che sono alla base della religione, l’Occidente, ormai ignaro e impreparato, era pronto ad accogliere ogni sua caricatura, in chiave esotica, spiritica, occultista, di religione psichica, di umanitarismo laico, di “liberazione” psicoterapica"
http://www.santaruina.it/Dal-Materialismo-al-Neospiritualismo#13602292199211&104872::resize_frame|0-0
- sette
http://christusveritas.altervista.org/sette.htm
http://www.diosalva.net/index.php
- apologetica
http://apologetica.altervista.org/

ps La new age:
globalizzazione delle anime
http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/new_age_globalizzazione.htm

Aldo said...

Quest'ultima manciata di commenti proprio non l'ho capita. Che significano?

Nessie said...

Beh, Aldo, il mio su Margherita Hack era un OT, come è evidente. POi si è parlato dell'arcobaleno un simbolo intrusivo sempre bene in vista in tutte le scuole, e questo non lo si può negare.

Poi da lì, marco ha sparato una serie di link che per uno che la pensa come te, non è obbligatorio leggere.
Se poi vuoi essere paladino della Hack, allora è chiaro che ti puoi sentire anche risentito :-)

Nessie said...

Inoltre dopo una sessantina di commenti è quasi impossibile non divagare e rimanere strettamente nel topic, ma se hai altre cose importanti da dire sulla scuola, puoi sempre farlo. Anzi, è gradito.

Aldo said...

No, no, non mi sono risentito per niente (della Hack me ne faccio un baffo, anzi due). Proprio non avevo capito, tutto lì.

Aldo said...

Di altre cose sulla scuola ne avrei un sacco da dire, però non so fino a che punto potrebbero essere pertinenti e/o interessanti, per cui mi astengo in attesa di spunti "esterni".

Nessie said...

Certo che sì, che è "interessante" tutto ciò che è attinente al tema.


Stavo per dire "topic", ma mi sto autoviolentando per usare termini italiani. Per cominciare, che ne pensi di quell'aberrante proposta di veicolare le lezioni di materie scientifiche in lingua inglese anche ai licei?
Sempra quella mia cara amica di cui parlavo sopra, mi ha detto che c'è una delibera al Collegio dei Docenti per fare un "esperimento pilota". Non so tu, ma quando sento il termine "esperimento pilota", la mano corre alla pistola.

Josh said...

boh avevo scritto una roba lunga e poi mi è uscita una pagina strana, per me non l'ha preso.

L' "esperimento pilota" di lezioni su territorio italiano in lingua inglese (a meno che non siano lezioni di lingua o lett. straniera) sono operazioni tafazziane o meglio "esperimento pistola".

Solite robe da autoneganti.

sul tema inglese al posto dell'italiano in Italia c'era anche questo post estivo:

http://esperidi.blogspot.it/2012/08/perdere-la-lingua-materna-grazie.html


Nessie said...

Le robe lunghe ti conviene scriverle sul dominio di google che riservi per le email, eppoi copiaincollarlo sul modulo, perché a volte la piattaforma di blogger fa questi scherzetti. No, non è comparso nulla.

Grazie per aver ricordato quel post specifico sull'inglese di cui m'ero dimenticata. E difatti contro questa invasione nelle nostre istituzioni era perfino intervenuto Claudio Magris in un bell'editoriale sul Correre. (L'università in Inglese pericolo per l'Italiano) :

http://www.corriere.it/cultura/12_luglio_25/magris-inglese-non%20cancelli-nostra-identita_401ed1fc-d646-11e1-bdd2-f78a37bd7a67.shtml

Ma gli "esperimenti piloota" li fanno passare quando e come vogliono. Dopotutto trovare dei bischeri che non capiscono le implicazioni nascoste di simili provvedimenti, è facile come rubare in chiesa.

Aldo said...

Inglese nelle lezioni? A me è capitato di partecipare a un progetto simile, ma non ho accettato di spiegare in inglese (tra l'altro, ma non è questo il motivo principale, non credo d'avere abbastanza fluidità e precisione nella pronuncia per farlo; inoltre i ragazzini non avrebbero capito nulla). Quello che ho accettato di fare, devo dire con abbastanza convinzione di fare cosa utile, è stato fornire agli studenti una specie di "stele di Rosetta" da usare per comprendere il gergo musicale inglese limitatamente ai concetti già affrontati e compresi in italiano. Del resto sono tantissime le occasioni in cui chi pratica la musica trae vantaggio dal conoscere e saper usare quel gergo, e non conoscerlo significa essere tagliati fuori da un sacco di opportunità di crescita musicale. Ritengo però che ci sia un bel po' di differenza tra fornire uno strumento di conversione linguistica e orientamento, e imporre una stupidissima lezione in lingua straniera (che per forza di cose sarebbe stata orientata a livelli MOLTO bassi se non altro per l'ordine di scuola ove lavoro).

Che dici, mi son fatto abbindolare lo stesso?

Nessie said...

Mah...difficile dirlo, così, su due piedi.

Basta pensare, dato che sei un musicista e lo sai meglio di me, che un tempo il lessico musicale legato ai tempi, era tutto in Italiano (adagio, moderato, allegro, Andante moderato, veloce, vivace, vivacissimo, ecc. )

E un'altra importante considerazione da farsi è che noi la Lingua Italiana la importavamo nel mondo attraverso il Melodramma e la Lirica.

Ora invece mi viene male, quando vedo in tv un compare Turiddu della Cavalleria Rusticana, intepretato da un coreano. O una Violetta Valéry della Traviata interpretata da un'ucraina.

Voglio dire che anche quello musicale è un settore fortemente "internazionalizzato" per l'uopo nel quale noi abbiamo perso aura e carisma.

Aldo said...

Eh, sì. Un tempo neppure troppo lontano alcuni Stati della penisola erano considerati un punto di riferimento per la musica in Europa e nelle "pertinenze" dell'Europa (sostanzialmente nelle colonie). A voler essere pignoli, però, l'Italia a quei tempi non esisteva e tra la musica veneziana e quella napoletana si manifestavano differenze anche piuttosto vistose. Quella romana, poi, era un pianeta a sè...

Quanto sopra a mio avviso non era neppure un male, perché non sono per niente convinto che l'unificazione degli Stati d'Italia sia stata allora un affare, esattamente come non sono convinto che l'unificazione degli Stati d'Europa sia un affare oggi. Questa mania dell'unificare e omologare proprio non la condivido, perché ritengo che l'animale umano non sia strutturato per formare in modo sano "organismi" costituiti da milioni di unità.

Tornando alla lingua, noterai che io evito il più possibile i termini foresti e cerco d'usare la lingua italiana in un modo per quanto possibile articolato, però è dal dopoguerra che l'inglese è diventato una sorta di lingua franca, piaccia o non piaccia. Resistere all'invasione culturale va benissimo, ma farlo senza avere conoscenza della lingua d'interscambio mi sembra una mossa poco razionale.

Osservo comunque una cosa fastidiosa e che suona come un campanello d'allarme (ritornando all'argomento del tuo articolo): lingua inglese e avanzamento dell'imposizione informatica vanno di pari passo in modo sospetto.

Aldo said...

Nessie: " quello musicale è un settore fortemente "internazionalizzato" per l'uopo nel quale noi abbiamo perso aura e carisma"

Nella musica internazionalizzata permane comunque, alla base del linguaggio, una fortissima componente tipicamente "nostrana". Solo che è ben nascosta e per rinvenirla occorre sapere cosa cercare.

Nessie said...

"Osservo comunque una cosa fastidiosa e che suona come un campanello d'allarme (ritornando all'argomento del tuo articolo): lingua inglese e avanzamento dell'imposizione informatica vanno di pari passo in modo sospetto".

Non è un sospetto Aldo, è una CERTEZZA. Te la ricordi la scuola della Moratti che tu hai criticato?
Bene, Inglese e Informatica, Informatica e Inglese. La sottoscritta l'Inglese lo sa. O meglio, l'hanno costretta a impararlo fin da giovane. Però ogni volta che mi muovo o viaggio constato una cosa meschina: costoro anche quando vengono da noi per lunghi periodi non si degnano di impararne manco una parola - chessò - un "buongiorno". Eppure vanno in giro e se ne fregano della loro ignoranza.

Ora mi dico: ma solo noi ci dobbiamo sentire ignoranti, inferiorizzati, inadeguati? Sono materie di riflessione. Ci hanno educato ad imparare la lingua dei vincitori-dominatori. E a quanto pare, non ritengono ancora completanta l'opera, se insistono col saccheggio della scuola.
Certamente i genitori in buona fede diranno: ma perché no? Così i ragazzi imparano prima, eppoi vanno all'estero che l'Inglese lo sanno già.

Eh sì, i nostri ragazzi all'estero e in GB ci vanno per poi fare lavori di m....a che da noi non farebbero manco per un solo giorno. Ma però, sanno l'Inglese, che diamine!

Quei genitori in buona fede, non sanno che siamo in presenza di un bel Cavallo di Troia e che piano piano a colpi di "Inglese-Informatica" e "Informatica-Inglese", si crea non più l'Homo sapiens, ma l'Homunculus Digitalis. Non so se mi spego...

Nessie said...

Nella musica internazionalizzata permane comunque, alla base del linguaggio, una fortissima componente tipicamente "nostrana". Solo che è ben nascosta e per rinvenirla occorre sapere cosa cercare".

Appunto, nascosta. Con un Berenboim al posto di Muti e una sua Carmen allestita con un soprano che pareva una mugika. Era georgiana, infatti.

Aldo said...

Nessie: "ogni volta che mi muovo o viaggio constato una cosa meschina: costoro anche quando vengono da noi per lunghi periodi non si degnano di impararne manco una parola - chessò - un "buongiorno". Eppure vanno in giro e se ne fregano della loro ignoranza."

Eh, già. Chiamala colonizzazione, invasione, come ti pare: quello è. E l'atteggiamenteo che descrivi è comune pure tra le "energie fresche per l'Italia", le "risorse" del napo. E noi, accozzaglia di popoli perdenti, subiamo con un sorriso idiota tendendo la mano in segno di pace! Specie al nord, perché ormai siamo stati domati dall'ondata migratoria degli anni del "boom", di fronte alla quale abbiamo rinunciato a una bella fetta della nostra cultura e del nostro orgoglio (tutto?). E il nord-ovest, in particolare, ha dovuto pure ingoiare un bel manipolo di "energie fresche" di pure dal nord-est.

La storia si ripete in una progressione al peggio che non sembra avere ostacoli. A me questi rimescolamenti di massa fanno una rabbia che neppure te l'immagini.

Nessie said...

La figlia della mia vicina di casa è stata in GB a sciacquare bicchieri e a servire in un PUB per un anno. Immaginati poi in che stanze confortevoli e pulite doveva vivere. E l'extra-comunitaria in questo caso è lei.
La verità è che non vogliono il mondo elegante, colto e raffinato che citi tu, ma vogliono un mondo di eterni itineranti a base di inglese e pc.
Perfino le "risorse" che citi, non sanno una parola di Italiano, ma se vai in un phone center come ha fatto la sottoscritta e li sbirci per un attimo, vedrai che smanettano col mouse a tutta birra con quelle tecnologie per OTTUSI.

Paladino said...

Cara Nessie, a Proposito di margherita Hack, di "democrazia Atea" e di Dimitri il Satanista.
A me, onestamente, uno che consapevolmente e credendo nell'esistemnza di entità ultraterrene che personificano il male (Satana) e, quindi, implicitamente, ammettendo anche l'esistenza della personificazione dell'opposto del Male, ossia di Dio (o comunque si voglia chiamare la personificazione del Bene) sceglie il Male, secondo me è uno spostato.
Inoltre Margherita Hack, della cui levatura scientifica non discuto, secondo me non è veramente atea, ma antireligiosa.
Il vero Ateo occidentale, (specifico in quanto filosoficamente distinto dal buddista o dal taoista), ossia il raro esemplare che non crede nè in Dio né nell'aldilà, non spreca il suo limitato tempo per muovere la collettività verso l'ateismo: egli sa, infatti, che la vita è unica, di durata finita, di termine ignoto, e senza tempi supplementari o recuperi dell'ultimo momento. La fede del prossimo, purché non interferisca con la sua liberta personale, gli è indifferente. Per un vero ateo, l'energia e il tempo usati per la propaganda contro il misticismo, la religione organizzata, le Chiese, sono essenzialmente un utilizzo azzardato del proprio limitato e preziosissimo capitale di esistenza. Per un Ateo, "Dio" non è "il nemico" come per gli attivisti dell'"ateismo militante". Per il vero Ateo, Dio, semplicemente "non è", e a lui non glie ne frega nulla. Davanti a un credente, un vero Ateo sorride con discrezione e passa oltre, non spreca tempo a combatterlo.
Chi si dichiara ateo ma usa tante energie a proclamarlo a gran voce, a organizzare manifestazioni e movimenti collettivi "pro ateismo" e "contro la superstizione" in realtà, semplicemente, aderisce a un movimento che sostituisce alla fede mistica una fede, una pulsione interiore al proselitismo dell'antimisticismo (vuole contenere, convertire, reprimere, espungere) che spesso diventa per paradossale contrappasso una frenetica, passionale, disperante e rabbiosa anti-crociata, macchiata dai germi del pregiudizio, dell'arroganza intellettuale, dell'intolleranza, della presunzione, della diffidenza e della paura.
Negli attivisti dell'ateismo pubblico brucia il fuoco zelota del rivoluzionario, e un rivoluzionario è spinto e sostenuto dalla Fede e dalla rabbia.
Nè Margherita Hack, nè il satanista Dimitri, nè Zagrebelski, nè le schiere degli attivisti della lotta contro le fedi nel trascendente hanno la dignità e la purezza morale ed intellettuale di Epicuro, Erede degli atomisti Leucippo e Democrito di Abdera, che lasciava l'Uomo libero di seguire la sua filosofia, o di ignorarla.

Nel momento in cui i militanti ateisti abbandonano la loro area di competenza per dedicarsi alla loro lotta perenne contro la religione e i suoi simboli, nel loro continuo sforzo gratificato a tratti da una sterile ironia, da un disprezzo costruito con preparazione e dedizione, pungolato da una rabbia senza fine, mi danno l'impressione di tanti forzati che non riescono a fare, dentro di loro, l'ultimo scatto che potrebbe dare alla loro esistenza l'abbracciare il vero ateismo: il raggiungimento della serenità e del distacco dai dolori del mondo, l'accettazione della vita attimo per attimo, la tolleranza verso il prossimo.

E questo lo dico non da ateo, né da Cattolico, ma da libero pensatore. Molto, molto critico.

Nessie said...

Perfettamente d'accordo, Paladino. Quello della Hack è un "ateismo da ghigliottina" senza alcuna dignità, e i suoi problemi sono evidentemente d'ordine psicologico.
Come avrai visto su questo blog, abbiamo un po' sbertucciato e sbeffeggiato la Hack, perché il personaggio molto avanti nell'età, in cui si presume che dovrebbe avere saggezza, si presta assai.

Come disse Pavese, "si è giovani una volta sola, si è immaturi sempre". E oggi tutto questo è più che mai veritiero. Saranno gli effetti della "democrazia"?

Aldo said...

Attenti a non confondere l'ateismo con l'anticlericalismo. L'uno, come giustamente osserva Paladino, ha una dimensione squisitamente individuale. L'altro ha al contrario una dimensione squisitamente pubblica, ed è in definitiva il frutto della predilezione per il sopruso tipica della specie umana. Di solito a esercitare il sopruso è chi ha il coltello (il potere) dalla parte del manico... e le gerarchie ecclesiastiche hanno da un bel po' di tempo tra le mani un assortimento di coltelli da fare impallidire un macellaio. Ora poi che nuove e policrome gerarchie religiose si affacciano sul nostro territorio ci toccherà subire un ulteriore profluvio di spensierato esercizio dell'abuso di potere e delle tensioni tra poveri generate ad arte da chi in quelle tensioni ci sguazza (potenti e gerarchi di varia natura).

Ciò non toglie che mettere il manico del coltello nella mani di coloro tra gli atei che mirano a loro volta al potere non migliorerebbe le cose di una virgola (né le peggiorerebbe).

Nessie said...

Infatti quello della Hack è ateismo militante carico di anticlericalismo. D'accordo con Paladino e non c'è pericolo di sbagliarsi. I regimi atei possono essere totalitari e liberticidi come quelli legati al fanatismo religioso. Né più né meno. Urss docet.

Varrebbe comunque la pena di studiare questa cosa: quando crollano le religioni arrivano le ideologie laiche che ne sono in qualche modo il surrogato.

Il problema per gli esseri umani è mantenere la razionalità, l'equilibrio, la libertà di giudizio e un pizzico di disincanto. Ma so che sto sognando.