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26 October 2012

Accanimento contro i blog e la rete


 
 
Ci risiamo. Si sapeva che la rete era sempre nel mirino, e ai vari tentativi di bavaglio ai blog ho già dedicato numerosi post pregressi (*). Ora per completare il paesaggio totalitario di guerra (la pesante guerra finanziaria che ci muovono è pur sempre una guerra scatenata con altri mezzi), rieccoci al punto di partenza. Siamo alla prigione planetaria e passo dopo passo, l'intero pianeta diverrà una gabbia con le sbarre invisibili ma efficaci, dove non sarà concesso più alcuno spazio di libertà. Distopie? no, la distopia orwelliana e huxleyiana è già qui. La casta dei politici e dei tecnocrati si difende da chi osa attaccarli ancora a muso duro. E a muso duro, sono rimasti solo i blogger, visto l'addomesticamento e l'anestesia della stampa ufficiale. Contro la quale, pure ci si accanisce per intimidirla e sottometterla più di quanto non lo sia già, attraverso nuovi pesanti ricatti economici previsti dal recente ddl. Far pagare, estorcere più quattrini possibile, intimidire, reprimere, controllare sembrano i motti maramaldeschi di questo nuovo totalitarismo degli anni 2000. Ecco cosa scrive nel merito il bravo Claudio Messora del videoblog byoblu, un blogger tra i più attivi, che è riuscito a portare le sue tesi perfino in tv (è costante ospite della trasmissione L'Ultima Parola).
Ve lo ricordate il diritto di rettifica? Quella norma allucinante contenuta nel Ddl Intercettazioni che estendeva alla rete una serie di obblighi che avevano un senso se pensati nel 1948 per la carta stampata? Avevamo lavorato molto, io e voi, su questo blog, per scongiurarla. E ci eravamo riusciti, riuscendo a a far passare il nostro emendamento in Commissione Giustizia. Ecco l'ultimo l'annuncio che ne avevo dato. Poi il Ddl Intercettazioni si era arenato. Ma non si sono dati per vinti: il diritto di rettifica applicato al web 2.0 è stato ripresentato, grazie al caso Sallusti, ed è più feroce e inconcepibile di prima. E il Senato l'ha già approvato.

Abbiamo meno di 24 ore di tempo. E' la vendetta dei partiti contro il web che gli ha rotto il giochino. Si tratta come dicevo, della vendetta della politica e del giornalismo organico ai politici, sulla rete.

 
E ancora Debora Billi, nel Blog Crisis, What crisis?:
 
Sapete che ci sono stati blogger minacciati o trascinati in tribunale per aver detto che al tale ristorante si mangia male? O che la tale marca di jeans non è affatto made in Italy ma made in Bangladesh? O che la tale azienda mobiliera ritarda con le consegne? O che la tale trasmissione TV è brutta? C'è persino gente querelata dalla Massoneria ...voi ne parlate sempre bene, della Massoneria?
In Rete ci sono migliaia, decine di migliaia di post, magari letti da 4 gatti, che denunciano questo e quello, dalle cozze avariate della pizzeria sotto casa all'amianto nascosto sotto un terreno privato, (...).
In altre parole, l'obbligo di rettifica costringe a rettificare anche verità  oggettive, lampanti e sacrosante, per non finire nelle pesti. Insomma, chi promuove simili criteri liberticidi ha in mente solo la realizzazione di uno stato di polizia del pensiero. Senza contare che dato che un blog non è una testata, il blogger che se ne va in vacanza e non aggiorna la sua piattaforma, può incappare negli ultimatum delle 24 ore.
Insomma, vogliono trasformare a viva forza i blog in innocui diarietti che parlano di gite scolastiche o mettono fotografie sul cantante preferito, sulla squadra di calcio preferita, ma non devono parlare di politica, di MES, di Fiscal Compact, di Fondo Salvastati, di Troika e di altri argomenti considerati tabù.
Salvo poi prelevare coattivamente i profili degli utenti di Facebook (anche se magari vi si parla di hobby, vacanze e tempo libero) per girarli direttamente al Ministero degli Interni, senza nemmeno interpellare il Parlamento, in barba ad ogni legge sulla privacy. Almeno in Usa ci vuole l'autorizzazione del Congresso per poter fare una simile nefandezza da Gestapo, da Ceka e da Stasi. Qui, invece, nisba.
Poi però, pretendiamo andare a esportare la democrazia nel terzo e quarto mondo. Forse proprio perché non ce n'è abbastanza a casa nostra.
Propongo che gli altri amici blogger, riportino sui loro siti, quanto sta emergendo a loro danno. Più siamo, meglio è.

Qui sul videoblog Byoblu, troverete l'elenco di tutte "le stramaledette leggi contro la rete".

25 October 2012

Choosy, le parole sono importanti!

 
Stavolta oltre al comune senso del pudore, alla Fornero manca il comune senso del ridicolo. Chissà se il Pd si ricorda che la ministra fu consigliere comunale in una lista civica torinese che ne sosteneva la giunta municipale (la loro). Nella gauche au caviar si parla fino e non si usa più dire "schizzinosi", ma "choosy" . Vuoi mettere? Fa più trendy. 
Ma come?! Nanni Moretti che in un accesso di purismo, dava ceffoni a chi osava dire "cheap",  ora se ne sta lì zitto  e mogio a guardare?
A quanto pare a  lui interessa solo il Caimano ma non le Cayman e non gliene frega niente se da un coccodrillo ora si passa ai pesci Piranas o agli squali, quelli che ti spolpano quotidianamente trasformandoti in uno scheletro liscio liscio, vero Moretti?
 
Guardate qui nel filmatino alcune scene del suo vecchio film Palombella Rossa: non uno di sinistra o di destra o di centro (non importa il colore) che alla parola "choosy" abbia avuto il coraggio di comportarsi in questo modo: darle una sberla e urlare morettianamente: "Ma come parla? Come parla? Le parole sono importanti! LE PAROLE SONO IMPORTANTI!" .
Non basta che ci facciano il salasso, che ci carichino di tasse e di angherie quotidiane. Non basta la legge liberticida contro quel che resta del giornalismo e dell'informazione; non basta la riproposizione della legge-bavaglio sui blog con obbligo di rettifica in meno di 24 ore...
Ora ci tolgono anche la nostra bella lingua. Stasera Monti si riempiva la bocca di board  e di enforcement con quel tono monocorde da Hal 2001 Odissea: coraggio Moretti, un sussulto d' orgoglio, dato che la lingua è espressione di una cultura... Dia una sberla anche a lui! LE PAROLE SONO IMPORTANTI. E magari se le riesce, faccia un film parodistico sull'attuale inquilino abusivo di Palazzo Chigi e la sua Choosy Woman. Ma la sottoscritta  è consapevole di sognare a occhi aperti.

 
E visto che Napolitano predica che dobbiamo "cedere quote di sovranità nazionale", impediamogli di cedere almeno la nostra lingua italiana. In caso contrario,  nelle aule universitarie insegneranno direttamente in lingua Bantù, perché fa più "choosy". E saranno choosy nostri!

22 October 2012

Dal Caimano alle Cayman

 
 
Che succede a sinistra? Ora che non c'è più il Caimano di Arcore in grado di tenerli tutti uniti appassionatamente contro, fanno a gara a chi si insulta prima. I sondaggi li danno favoriti alle elezioni prossime venture. Sempre ammesso che la bancocrazia Ue conceda ai cittadini l'uso del voto. Ma state pur certi che se lo faranno, cercheranno di farlo con una legge elettorale farlocca che favorisca i loro servi, sbarrando sul nascere ogni "partito indipendentista", già marchiato di infamia a priori (la famosa  "deriva populista", sic!). Eppure i post-compagnucci si agitano, litigano, si dividono, si insultano a distanza. In alcuni casi, si querelano. Si rinfacciano le reciproche liaisons dangereuses con la finanza e sembrano lo slogan di un detersivo: la tua camicia è più sporca della mia.
Sentite cosa dice Bersani, sui presunti sponsor che starebbero dietro a Renzi, il rottamattore ("Io credo che qualcuno che ha base alle Cayman non dovrebbe permettersi e di dare consigli. Non lo dico per Renzi ma in generale: l'Italia non si compra a pezzi". Bersani, da Ginevra, attacca sulla cena tra il sindaco di Firenze e esponenti della finanza lombarda. Banditi?"Banditi tra virgolette, certa finanza non è trasparente" (fonte Ansa attraverso Dagospia).
Dunque siamo a una strana resa dei conti: dal Caimano alle Cayman.
Ma guardate un po' Culatello Bersani che si sveglia solo adesso nel constatare che l'Italia è indebolita e viene svenduta a "tocchi": avevamo un patriota identitario, e non lo sapevamo! Pietro Ichino (il giuslavorista del Pd), rintuzza lui e D'Alema lasciando intendere che imprenditori, banche e fondazioni bancarie, sono stati fino a ieri i buoni sponsor del Pd, e che è inutile fare del moralismo dell'ultima ora. Il problema è quello del rampantismo. Un tempo dentro l'apparato burocratico del PCI era bandito per ideologia. Oggi viene promosso e incoraggiato. E allora se c'è chi ha già "scalato" (ricordo l'episodio del Britannia con Occhetto) poi non si può lamentare se un baldo giovincello fiorentino, ora vuole "scalare" a sua volta e magari, superare, dato che fa parte del gioco. Sì, perché ormai chi è senza banca (ricordate Fassino, col suo habemus bancam?) scagli la prima pietra.
Vorrei aggiungere qualcosa sulle tanto decantate "primarie" che ora vengono utilizzate anche da quel che resta del centrodestra e pure dalla Lega "maronita". Le primarie si fanno all'interno di una repubblica presidenziale (vedi USA) per scegliere un candidato tra i candidati presidenti e creare un'eliminatoria interna, basata su un'estrema competizione individualistica fra contendenti . Non per un leader di schieramento politico. Della serie, come fare a sciommiottare gli americani tanto per farsi un restyling pseudodemocratico.
Concludo con questa lucidissima riflessione di Ida Magli  nell'articolo "Un popolo odiato", sulla sinistra.
La sinistra appare meno disastrata della destra semplicemente perché la marcia verso l’internazionalismo, verso il primato economico-finanziario nella gestione del potere, verso l’annullamento dello stato nella solidarietà con in popoli di tutto il mondo è, fino dalle origini, la sua meta ideale. Da lì scaturisce l’eccesso di baldanza e al tempo stesso le esitazioni che in questo momento esibiscono i partiti dato che probabilmente non si erano accorti di aver completato il percorso nel momento in cui, con gesto concreto ma anche altamente simbolico, è stato un presidente della repubblica comunista, chiamando l’Europa, a sventolare la bandiera del traguardo vittorioso. La sinistra è giunta impreparata, infatti, davanti a una situazione di cui le era sfuggito il significato anche se l’ha sempre desiderata e ha lavorato incessantemente per realizzarla: un’Europa marxista, dominata dall’economia, molto simile alla Russia bolscevica. Passetto dopo passetto l’arma della “uguaglianza” ha eliminato tutte le differenze, e dunque tutti i ruoli: Genitore 1, Genitore 2Niente più padre, niente più madre, niente più famiglia, niente più religione, niente più proprietà, niente più patria, niente più nazione, niente più italianità, fino a: NIENTE PIU' LIBERTA'. Il sistema è soltanto più sofisticato: il controllo di tutti i movimenti nei conti correnti attraverso la denuncia delle banche sostituisce la presenza in ogni gruppo delle spie staliniane e rappresenta una forma surrettizia dei “passaporti interni” in vigore nell’Unione Sovietica. La sinistra comincia però a sentire anche molto sapore d’amaro nelle sue vittorie e si accorge all’improvviso che perfino il prediletto “gioco” della democrazia, nel quale si è esercitata ininterrottamente lungo il trascorrere degli anni, adesso non serve più (...).
 
Tutto questo scenario,  mentre il centrodestra si spappola costringendo il suo elettorato (che lo odia sempre più, perché si sente tradito da quando sostiene il governo abusivo di Monti) ad  una lunga traversata nel deserto, dato che come suggerisce sempre la Magli,   "i temi della patria, della libertà, dell’identità, della memoria storica, della religione, della famiglia, sono (o forse bisogna dire “erano” ) precipui delle destre".
Amen.
 

17 October 2012

Dall'interno (i Rubagalline) e dall'estero (operazione Stabilo2)







Ci sono due argomenti della scena politica che vorrei trattare. Apparentemente sono slegati, perciò mi comporterò un po' come quello slogan del pago uno e piglio due fustini. Cioè due temi per uno stesso post.

Il primo riguarda i Rubagalline a capo delle Regioni e tutto lo spazio che in questo periodo le trasmissioni tv e la stampa continuano a darvi, sbattendo mostri regionali in prima pagina. Prelevo pertanto,  dal blog comedonchisciotte, l'articolo "Perché  tutti questi casi di corruzione scoperti  proprio adesso"

"Se anche voi credete che in politica nulla accade così per caso (in realtà questa legge vale anche per le altre questioni), allora forse qualcuno di voi si sarà chiesto perchè i vari casi di corruzione affiorano proprio in questi giorni.

Nel senso che come mai i vari casi sulle regioni, iniziati dalla regione Lazio dell'ormai famoso Fiorito, si stanno moltiplicando proprio ora, proprio in questi giorni, e ad esempio non sono stati portati alla luce 6 mesi prima". (...)

E ancora:

Con la prima Tangentopoli vennero spazzati via i partiti tradizionali e la vecchia classe politica; non che quei politici in particolare non se lo fossero meritati, per carità, ma sicuramente, come poi lasciano pensare "i dubbi incontri" che di Pietro stesso ammette di aver avuto con l'allora ambasciatore Usa in Italia, quel sistematico avvicendamento della "vecchia politica" con quella nuova, che come vediamo oggi non è più onesta, cambiò molto l'Italia soprattutto in certe questioni inerenti alla sua indipendenza relativa in Economia e Politica Estera.

Oggi, a mio avviso, siamo davanti ad un "ricorso" storico con le stesse caratteristiche. Qualcuno dietro le quinte usa la sempre esistente corruzione del sistema politico italiano per favorire la salita al potere del suo uomo, in questo caso Monti.

 
Le oligarchie finanziarie non tollerano che ci sia un'Italia autonomista che è in grado di decidere lei la spesa pubblica degli enti locali. Lo stesso localismo, municipalismo, e regionalismo sono concetti  e realtà da smantellare in fretta  appannaggio di una forte centralizzazione proveniente dall'Eurocrazia di Bruxelles. Ecco dunque a chi servono i Rubagalline. Con ciò, non voglio difendere né la corruzione, né il malcostume. Ma fare i moralisti per poi finire nelle fauci degli usurai  e nel tritacarne del MES e del Fiscal Compact, significa saltare direttamente nella brace senza nemmeno passare per la padella.
 Approfitto di quest'occasione per deplorare vivamente l'atteggiamento falsamente moralistico di Maroni, nonché la sua slealtà nei confronti di Formigoni. Maroni, che da grande vorrebbe fare il "governatore della Lombardia", si candida sempre più a fare il Fini della Lega. Cioè, il sabotatore interno di un partito che è nato don Chisciotte e che sta collassando sempre più in veste di Sancho Panza. Forse Maroni, non ha ben capito che aria tira. Cioè, la lotta senza quartiere al "populismo", ad ogni ipotesi federalista (sì, proprio quella leghista) e contro la Bella Italia dalle Cento Città, che poi è parte integrante della nostra cultura, da parte delle oligarchie finanziarie  centralizzatrici e catalizzatrici. O forse sì, l'ha capito e sta facendo il loro gioco.

Vengo al secondo punto. Corre sul web (da Libero, a dagospia a Effedieffe) la notizia che la Svizzera è più al corrente di noi "pezzenti dell'Eurozona" che prima o poi l'Euro schiatterà e che pertanto avranno il loro bel daffare a tenere a freno legioni di poveracci privati di diritti civili e umani, oltre che di risorse per la sussistenza. L'operazione si chiama Stabilo 2 e ne dà notizia il quotidiano svizzero-tedesco der Sonnentag:

La firma in calce è quella della Svizzera, che ha lanciato una serie di esercitazioni militari per rispondere all'instabilità sociale e civile in Europa che potrebbe scatenarsi con l'acuirsi della crisi (o la fine) della moneta unica. L'operazione è stata annunciata in settembre e l'obiettivo è quello di testare la rapidità con la quale l'esercito possa rispondere in caso di diramazione delle proteste e dei flussi migratori. La Svizzera, per inciso, non è membro dell'Unione Europea e, ovviamente, della zona euro, e si prepara nel migliore dei modi possibile per respingere l'attacco degli "straccioni" della moneta unica. (continua)



Vero o no (ma io credo di sì, perché gli svizzeri oltre ad essere ben informati sanno essere ben organizzati) c'è chi si prepara a fronteggiare il peggio, chi invece continua ad ammanirci con favolette criminali sulla bontà e l'ineluttabilità dell'euro, tanto per continuare a tenerci incaprettati.

14 October 2012

Operazione Cieli Bui

 
 
 
 
 

Cielo grande, cielo blu, quanto spazio c'è lassù. O meglio, c'era.  Sì, perché  ci stanno rubando anche il cielo. E il bello è che nemmeno ce ne accorgiamo. L'operazione veramente metaforica di questo governo non si chiama Salva ItaliaCresci Italia, ma "Cieli bui". Non potevano trovare una denominazione più appropriata per simboleggiare quanto viviamo. Altro che adottare la scusa del "risparmio energetico". I ladri ringraziano perché ora coperti  dall'oscurità, potranno nascondersi più agevolmente nell'ombra per qualche audace colpo contro onesti cittadini già spiumati da tutte le parti. Per chi non l'avesse ancora capito, questa è una guerra, un coprifuoco, e una volta tanto, si sono chiamati per quello che effettivamente sono: dei cupi oscurantisti. Forse questo governo predatore e all'insegna dell'esproprio permanente verrà ricordato a futura memoria come il governo del cielo nero.
Entrare nel dettaglio della stangata chiamata orwellianamente "legge di stabilità" è un gioco di scatole cinesi, in ciascuna delle quali c'è una sgradevole sorpresa. Basta solo ricordare che si attaccano ai sussidi dei disabili, negano o riducono il rimborso (ogni anno sempre più magro) di chi va a credito nella compilazione del 730, rifilano sei ore in più ai docenti da farsi gratis et amore dei, perché ormai pagare chi lavora non si usa più. Così come non si usa più mandare in pensione chi ha già un certo numero di annetti sul groppone, non foss' altro  che per facilitare un ricambio generazionale con giovani tenuti a forza in area di parcheggio o in qualche call center. Salvo poi a chiamarli sprezzantemente bamboccioni o fannulloni. Il resto della stangata (pardon, "legge di stabilità") è la solita macelleria sociale sui poveracci. Con 15.000 euro all'anno si è già considerati dei Nababbi da tartassare.
Leggere qui. Saranno contenti quei fautori dei "tagli" neoliberisti, da contrappore alle tasse. In realtà tasse e tagli, sono due facce dello stesso killeraggio sociale.

 
Frattanto, i menestrelli del CorServa si deliziano a voler vedere della poesia anche dove c'è caos, panico e disperazione. In primis,  Beppe Severgnini, che con stile flautato scrive:
"C'è qualcosa di temibile e di grandioso, in questo autunno italiano che sembra un quadro svizzero dell'Ottocento: non "l'isola dei morti", solo la penisola degli scoraggiati. E per drammatizzare la scena, cosa c'è di meglio che spegnere le luci? L'operazione "Cieli bui" su strade ed edifici, decisa dal governo all'interno della "Legge di Stabilità" ha una ragione economica: risparmiare risorse energetiche e soldi pubblici".
Per poi ruffianamente concludere: "Chissà. Forse l'Italia ha davvero bisogno di buio, per pensare prima di riaccendere - finalmente la luce. Non vediamo l'ora".
E io non vedo l'ora che simili cattivi soggetti che scrivono a vanvera certe corbellerie, perdano anche loro il posto di lavoro e vadano al parco Ravizza di Milano col piattino in mano per vedere l'effetto che fa. Magari al buio e senza lampioni. Lasciatemi sognare un po' di giustizia che non c'è.
 
 
 

11 October 2012

Dallo champagne di Madrid alla Croce Rossa




 
 
Carta canta. Mi è capitato sotto il naso un articolo del 7 marzo 2004 firmato Stefano Folli  sul Corriere della sera dall'emblematico titolo "Lo champagne di Madrid" .
 
Eccone l'incipit :
 La Spagna è una bottiglia di champagne appena aperta... e adesso tutta la forza della società se ne sprigiona». Splendida definizione del suo Paese, quella offerta dal ministro degli Esteri di Madrid, Ana Palacio, e raccolta dalla rivista Time . Splendida, ma piuttosto dolorosa se letta da occhi italiani. Una volta, tanti anni fa, eravamo noi la bottiglia di champagne. Eravamo noi il Paese delle opportunità in riva al Mediterraneo.
 
L'editoriale non è di un ventennio fa ma di soli otto anni fa, nel quale Folli era dispiaciuto perché ci eravamo fatti bagnare il naso dai nostri cugini latini, nel bel mezzo del loro miracolo economico.  E cioè prima che la Spagna subisse il vile attentato di Atocha solo quattro giorni dopo. Oggi non ci sono i terroristi a metterla in sconquasso, ma la finanza rapace e predatoria di una Ue che ha a cuore solo i parametri di Maastricht, il Mes, il Fondo Salvastati, il Fiscal Compact e che il popolo crepi pure. Donne incinte denutrite? chissenefrega! Bambini? Idem. Disoccupati? Ma il lavoro è un lusso e non un diritto. L'importante è il pareggio di bilancio, l'austerità, i tagli e le manovre lacrime e sangue.
 
 Eravamo nazioni vitali e  pimpanti, noi dell'Europa mediterranea e improvvisamente siamo stati declassati a  porci. Cioè PIGS. Porco sarà chi ha inventato questo epiteto razzista,  tanto per cominciare!  Prima o poi torneremo persone con una dignità e stati con sovranità non assoggettati ai veri "maiali" che ci strozzano per poi fare strame del nostro benessere conquistato sospingendoci con violenza nella miseria e nella fame. Sta scritto nei destini dei popoli, ed è solo questione di tempo.  
Intanto si legga in questo pezzo apparso su Tempi che cosa sta accadendo ora nella Spagna dello "champagne madrileno" e della movida.
 
Un appello senza precedenti sta per essere lanciato dalla Croce Rossa spagnola: si tratta di una campagna per dare una mano a chi è stato colpito dalla crisi economica. Lo spot ("Ora più che mai") ha l'obiettivo di raccogliere fondi per aiutare almeno 300.000 persone che, stando ai dati dell'associazione umanitaria, vivono in situazioni di vulnerabilità estrema: disoccupati, famiglie senza fissa dimora, bambini che vivono in ambienti poco consoni. La raccolta fondi si terrà durante il "Dia de la Banderita", domani mercoledì 10 ottobre. L'obiettivo – come riporta il quotidiano El Pais – è quello di espandere l'assistenza sociale già fornita in Spagna. Secondo l'associazione (che serve due milioni e mezzo di persone ogni anno) l'82 per cento degli assistiti vive sotto la soglia della povertà (con un reddito inferiore a 627 euro al mese) mentre il tasso di disoccupazione è del 64,86 per cento. La metà dei disoccupati, secondo il bollettino interno della Croce Rossa Spagnola, è da due anni senza lavoro e non può contare su alcuna copertura di assicurazione.

In prossimità della stagione invernale, molti di questi poveracci non avranno di che scaldarsi e le mense scolastiche non hanno di che fornire pasti caldi ai bambini e il video di un povero padre che raschia gli avanzi di una frittata da una padella incrostata per sfamare i suoi figli, è già diventato un simbolo della Spagna strangolata dall'Euro.
Sarà contenta la commare secca Christine Lagarde dell'FMI. Saranno contente le Tre Moire della Troika. Ovvero i  curatori fallimentari del Pianeta.

 
Ora però ci vorrebbe qualche altro editorialista del Corriere, magari una mente  acuta e sopraffina, che ci spiegasse come la Spagna ha potuto nel giro di soli otto anni, precipitare dallo champagne (o dal cognac Carlos Primero) del "miracolo spagnolo", alla Croce Rossa. Ahora màs que nunca.
 
 

07 October 2012

Danzando intorno al Loden





 
Rockin' around the clock? No, dancing around the Loden. E in questa danza macabra ci vogliono essere dentro tutti.  Il Grigiocrate ha fiutato l'aria che tira. E tira una brutta aria per i partiti, sempre più allo sbando e soffocati,  chi da scandali chi da guerre intestine. Perché dunque sputtanarsi facendosi cooptare da questo o da quello schieramento? Intanto il programma della sinistra è più o meno organico a quel NWO di cui i tecnici sono i  ben  più rapidi esecutori. Quello del centrodestra, invece pure, se non con qualche piccola resistenza intorno alle nozze gay. Poca roba.
Come pure Calta-Casini e Fli-Fini, i quali se non si nascondessero dietro alle pieghe del Loden sarebbero già scomparsi dalla geografia partitocratica, date le percentuali da Zero virgola che prenderebbero.
Insomma, il Loden frutta vitalizi, emolumenti, prebende, auto blu eccetera. Sarà forse una forma di piaggeria, ma la tendenza a saltare sul carro del vincente (o presunto tale) in Italia è sempre molto diffusa.
Danzano intorno al Loden la Trimurti sindacale che annuncia scioperetti a singhiozzo con corporazioncelle divise per carnet settimanali. Danzano intorno al Loden le tonache porporate del Vaticano (vescovi e cardinali)  i quali si premuniscono di ottenere rassicurazioni sull'anno prossimo. Chiunque vinca, dovrà seguire il  sacro e ineludibile sentiero per i Monti. Per aspera ad astra. Sta scritto...
 
Napolitano, il Monarca assoluto straccia-Costituzioni, ha già lasciato il viatico per la sua imminente uscita di scena: imprescindibilmente pro Monti. Del resto è stato lui a  investirlo  del ruolo di senatore a vita, pertanto ci manca solo che  il Loden sia Primo Ministro a vita e il panorama dell'uso capione per dinastie reali è completo. Noblesse oblige.

Danza intorno al Loden la Confindustria e quel che resta degli industriali indebitati con le banche. Danza Montezemolo, e come poteva non danzare?
 
Balla col Loden tutto l'apparato mediatico e giornalistico, fatte salve le poche eccezioni e voci isolate e marginali. I sondaggisti compilano tabelle luminose pro bin Loden, secondo la pietosa bugia che intanto "sono gli Italiani che lo vogliono".
Tutti quanti vogliono il Loden, tranne gli Italiani che per ora osservano sgomenti, arrabbiati e smarriti a questa danza macabra, il cui cerchio stregato non sanno come spezzare. Per ora. 
 
Qui un articolo di Marco Cedolin sull'ipotesi scellerata di un Monti Forever


 

Altri articoli correlati : "Si allarga il giro di danza intorno al trono del Loden" (Socci nuovo ballerino)  di Paolo Deotto da Riscossa Cristiana.  

04 October 2012

Il Somario della crisi




 
 
Anche questa crisi oltre alle tante croci quotidiane soffre di un campionario di luoghi comuni, banalità e frasi fatte da far paura ad ascoltarli e i media non sanno che fare quotidianamente  eco a questa fetida risciacquatura di piatti.
 
Ecco dunque un elenco da aggiungere al Somario :
 
 
1) Facciamo della crisi un'opportunità per rinnovarci (citazione preferita di Napolitano che è come dire facciamo della morte, un'opportunità per la resurrezione). W Lazzaro, allora!
 
2)  Vedo una luce in fondo al Tunnel (Monti). Sarà la luce dei suoi amici "illuminati" di squadra e compassi e occhio di Horus.
 
3)  Il  Debito va pagato con le politiche di austerity (silenzio di tomba  invece sull'imposizione valutaria dell'Euro fatta per l'appunto per creare debito e prelevare soldi dalle nostre tasche).
 
4) Nulla sarà mai più come prima  (lo dicevano anche dell'11 settembre).

5) Crescita: serve crescita, competitività e innovazione. (E' il mantra orwelliano che si ripete dopo che in realtà si punta dritti alla deindustrializzazione, alla recessione e alla depressione).
 
6) Tutta colpa dell'evasione fiscale della quale l'Italia è al primo posto (tutti gli evasori fiscali non creano Debito quanto la BCE quando stampa cartaccia addebitandocela).
 
7) La lotta all'evasione è una lotta per la civiltà (per questo il Ministero delle Finanze ha messo in pubblicità un povero terrone incivile dalla barba incolta chiamandolo "parassita").
E' il caso di dire: vorrei la pelle nera, così sarei risparmiata da una pubblicità così "civile".
 
8) Tutta colpa degli sprechi (Nell'Italia intrappolata  nell'eurozona, cioè nel Paese dove ogni singolo centesimo speso dallo Stato o dalle amministrazioni pubbliche va restituito ai mercati di capitali privati a tassi d'usura, tutti i Lusi e i Fiorito del mondo non crearanno mai perdite ingenti quanto quelle imposte dalla BCE).
 
9) Il paese invecchia e i giovani non hanno opportunità (lo sapevano anche prima quando hanno pianificato nascite zero, per poi importare i nuovi nascituri da altri continenti).  
 
10) La crisi non deve frenare la cooperazione internazionale (una citazione uscita da quella mente raffinata del min.  Riccardi, il quale con questa frase intende stornare risorse a beneficio del Terzo e Quarto mondo, dando gratis le case ai rom).
 
Continuate voi, perché io mi sono rotta...Si può anche morire di crisi, ma non di  noia.
 
 

01 October 2012

Tutti in piazza? Quale piazza?






Sta circolando per il web il tormentone sul perché gli Italiani con tutto quello che ci stanno facendo trangugiare,  non scendono in piazza come la Spagna. Ora poi che si parla addirittura di un Monti bis dovrebbero farlo preventivamente.
In parte sono state già date alcune risposte : tutte le energie che ha saputo riunire e canalizzare la sinistra (da sempre agitatrice di "piazze") e le varie anime di sinistra sono state all'insegna dell'"antiberlusconismo". Caduto il "dittatore" (secondo la loro idiota e distorta visione) si è arrivati alla tregua sociale e allo zittificio. Non dimentichiamo inoltre di una manifestazione "preventiva" del signor Bersani che nell'ottobre del 2011 fece marciare "in piazza"  col cartello "Vogliamo Monti". Un po' come dire "Noi vogliam Dio che è nostro Padre". E i suoi beceri iscritti marciarono...

Comunque su questo "tormentone" ci faccio anch'io il mio post, a dimostrazione che ci sono altre concause. Tra le quali il fatto significativo che "in piazza" la Trimurti  i lavoratori ce li porta quasi ogni settimana, categoria per categoria, settore per settore. E' dal dopoguerra a oggi in realtà che gli Italiani "vanno in piazza"  con fischietti, elmetti e bandiere varie, e volendo essere obbiettivi siamo il popolo più "piazzaiolo" che ci sia in Europa. A questo punto dovrebbe essere chiaro che "la piazza" non serve proprio a una beata mazza. Scusate la rima. E magari fare uno sforzo inventivo in più,  per capire quale altra forma alternativa di vera protesta costruttiva, occorre mettere in atto per liberarci da questa trappola per topi chiamata Ue.
Ecco dunque trovata un'altra causa: la frammentazione e la settorializzazione dei lavoratori costruita ad hoc dal sindacato per cui un settore, guarda in cagnesco l'altro settore. Oltre a questo esiste la settorializzazione e frammentazione della politica nel "partitismo", per cui ogni cittadino-elettore guarda in cagnesco l'altro cittadino-elettore del partito di segno contrario, come i classici capponi di Renzo.
Mi pare che il M5S  di Grillo si monti un po' troppo la testa nel dire che il popolo non si ribella perché ci sono loro, e spera ancora in uno sbocco "democratico" di questo cul de sac, ma volendo, mettiamo anche questa nelle "concause".  
Hanno anche scritto che non ci si ribella perché gli Italiani hanno ancora un po' di gruzzolo da poter saccheggiare (risparmi di genitori, nonni ecc.) e che finché non si resta senza il becco di un centesimo, si sta buoni e a cuccia. E magari il rampollame corre pure a comprarsi l'ultimo modello di Iphone 5 , con 850 euro da scialacquare. E' vero? In parte sì.   Ma allora in tal caso non c'è bisogno di fini analisti e  avrebbe ragione Rita Pavone nell'inno di Gian Burrasca:
La storia del passato/ ormai ci ha insegnato/che un popolo affamato/ fa la rivoluzion...
Quello che viene taciuto è che storicamente parlando (con le eccezioni delle jacqueries spontanee) le rivoluzioni sono sempre state oculatamente pianificate al tavolino dalle élites: sia quella francese che quella bolscevica. Un'élite che da liberatrice è diventata poi a sua volta oppressiva e totalitaria esercitando pure il terrore. Diffido pertanto di ogni forma di romanticismo letto sul web sulla "bontà" delle rivoluzioni a prescidere, basti  solo pensare che fine hanno fatto quella del "pane" in Tunisia,  tutte quelle del Maghreb,  e da chi sono state finanziate e sponsorizzate quelle "colorate"  nei paesi baltici.
Quel che viene taciuto è che la globalizzazione ha ucciso e soppresso il concetto di sinistra "di classe" a favore della sinistra "di finanza" e di destra "sociale" a favore di destra "di mercato" o mercatista che dir si voglia. Che la crisi della politica e dei partiti è in realtà una crisi della democrazia stessa.
E che invece di disperdere le nostre energie a invocare "la piazza" e bandiere colorate sotto cui riconoscersi, si dovrebbe pazientemente e certosinamente ricominciare dalle "piccole realtà": ricostituire nuove forme di moneta circolante alternative all'euro, il baratto laddove è possibile, nuove  piccole distribuzioni agricole e studiare nuove forme di boicottaggio miranti a indebolire questa trappola chiamata Ue.
L' Italia con le sue microrealtà municipali e provinciali è l'ideale per tentare nuovi esperimenti.
C'è da tirarsi su le maniche su strade in salita  e tanto per rimanere in ambito canoro, Boys, we're gonna carry that weight  a long  time.  C'era una volta la strada che ci riportava a casa...
Qui, altre analisi sul tema del perché non ci si ribella di Davide Stasi dal titolo "Perché in Italia no ?":