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26 August 2012

Gabanelli la Talebana del contante



Repetita taediant. Specie per chi scrive. Ma dato che Milena Gabanelli alla quale avevo già dedicato un post, insiste a scrivere sulla bontà dell'eliminazione del contante, sarò costretta a dovermi ripetere anch'io nel ritenerla una talebana integralista. La giornalista "antisistema", quella che si vanta di essere una sinistra che piace  tanto anche a destra per la presunta "imparzialità" delle sue inchieste, ha errato e aberrato un'altra volta.  E se ne ha pure a male con Monti che dopo aver preso  in seria considerazione la sua proposta indecente ricomparsa il 22 agosto sul Corriere,  di eliminare completamente il contante e rendere tracciabile anche un bimbo che corre a comprarsi il gelato, poi l'abbia lasciata cadere. Così se ne lagna:
 
Allora forse si può aggredire il problema rendendo sconveniente l'uso del denaro! E attorno a questa possibilità sto da tempo portando avanti una proposta che potrebbe portare in tempi rapidi al recupero di quei 154 miliardi di sommerso. La strada sarebbe quella dell'eliminazione dell'uso eccessivo del contante. Un suggerimento che il premier Monti qualche mese fa aveva trovato degno di considerazione, ma poi è finita lì.
 
Se ne lamenta, la signora, dall'alto della sua grande competenza economica. Avevamo un altro grande Genio di Macroconomia e non lo sapevamo! La signora finge di ignorare che il debito cresce in modo esponenziale con la sottrazione di una banca nazionale che batta moneta in proprio e che come  è stato costretto a semplificare in tv per simili cervellini, il suo ex collega di Report Paolo Barnard, gli stati non più sovrani sono costretti ad accedere a denaro preso in   prestito dalla BCE per poter avere banconote fresche di stampa anche per comprare i cancellini per le lavagne delle scuole.
 
Ma lei, Milena la Talebana, ha già deciso di suggerire il modo per pareggiare il nostro debito bancomattizzando la società. Cioè rendendola più matta  e tracciabile di quanto non sia già.
Equitalia e Befera non bastano. Gli studi di settore di Prodi, Visco e TPS non bastano. I blitz della GdF sulle spiagge italiane che controllano se il poveraccio d'un padroncino di stabilimento balneare che quest'anno la fa magra,  rilascia lo scontrino per un ombrellone, non bastano. Lei esige di più, sempre di più, per angariare la vita di tutti noi disgraziati che già veniamo spiati dalla mattina alla sera e che siamo costretti a lasciare la scia come le lumache, d' ogni nostro minimo gesto. Già conduciamo la vita di un gasteropodo, ma la Milena del servizio pubblico non se n'è ancora accorta.
Così scrive di lei  Massimo Tosti su Corrispondenza romana in un articolo dal titolo "Tracciabilità, termine inquietante anche per la gente per bene".
 
 
Il  meccanismo per giungere a questo risultato è semplicissimo (come l'uovo di Colombo): applicare una tassa fissa del 33 per cento su tutti i prelievi e i depositi di contante. Questa tassa verrebbe restituita come sgravio fiscale per i primi 150 euro al mese pro-capite (perché anche la conduttrice di Report ammette che un piccolo fondo spese: per pagare l'autobus, il giornale o il parcheggio, è indispensabile: non cita il bar, dove il cappuccino andrebbe pagato, evidentemente, facendo uso della carta di credito).
 
Se la proposta della signora Gabanelli trovasse accoglienza presso il governo e il parlamento, ognuno di noi (salvo a pagare un'ulteriore tassa del 33 per cento) sarebbe spiato in ogni momento della sua vita sociale, dovendo render conto alla società di qualunque piccola spesa: un mazzo di fiori regalato a una segretaria in cambio della sua sollecitudine sul posto di lavoro; una camicia acquistata su una bancarella; un cinema strappato a un pomeriggio di noia.
E siamo sicuri che l'ortolano sarà disposto a strisciare la carta per un mazzetto di rosmarino o di basilico?
La «tracciabilità» è un vocabolo inquietante, anche per la gente per bene. Ognuno di noi aspira ogni tanto alla condizione di irrintracciabile (pur senza avere alcunché da nascondere).
Si va in vacanza in un luogo impervio, si staccano i telefoni, per conquistarsi un'oasi di pace. Ci si sente liberi, finalmente. Ci sono altri mezzi per combattere la sacrosanta battaglia contro gli evasori fiscali (che danneggiano tutti noi).

Non è prendendo a modello la società oppressiva descritta da George Orwell in 1984 (o l'applicazione che ne fecero gli Stati comunisti) che miglioreremo le nostre condizioni di vita. L'etica è una cosa; lo Stato etico è l'esatto opposto.

 
 

 


Vergogna Gabanelli! Perché già che c'è, non propone le riedificazione del Muro e il ripristino della Stasi con tanto di  guardone del Sociale che rotola km e km  di nastro da intercettazione (peraltro ci sono già, si chiamano Serpico e controllano perfino quanto stiamo al telefono) da estendere anche al suo dirimpettaio seduto sulla tazza del cesso, che magari le sta antipatico? Credevo che bastasse e avanzasse la Triade letale Monti-Passera-Fornero, quand'ecco che salta fuori una loro sciacquina pagata  di tasca nostra col canone tv.
E' proprio vero: peggio dei tiranni, ci sono i loro servi.

22 August 2012

Il bel Paese che brucia e va in fumo




"Le foreste precedono gli uomini, i deserti li  seguono". Eravamo nell' ormai lontana estate del 2008 allorché scrissi questo breve pensiero di Chateaubriand. Se qualcuno in questi torridi giorni di canicola chiamata coi nomi più pittoreschi, l'ultimo dei quali è Lucifero,  accompagnati da una media di 130 roghi al giorno, pensa solo  che si tratti di autocombustione è bene che si faccia visitare. E finalmente anche il capo della Forestale ora asserisce chiaro e tondo  davanti alle  telecamere e sui principali media mainstreams che l'autocombustione non esiste e che si può verificare  solo in casi rarissimi. Che questi incendi sono dolosi. Quando nel mio vecchio e breve post di luglio 2008 (cioè di quattro anni fa) misi il link di un articolo di Ida Magli dal titolo Italiani in via d'estinzione , puntuale si affacciò uno dei tanti troglioni a scrivere che la nota antropologa era in realtà una povera mentecatta da ricoverare col complesso delle dietrologie e delle trame da fantascienza. La  frase chiave del suo articolo era la seguente:

La giustizia italiana ci ha abituato a processi interminabili nei quali le prove compaiono e scompaiono con grande facilità; non ci scandalizzeremo per una scarsità di prove in più. Intanto, mettiamoli dentro. E' sicuro che il ricovero forzato in ospedale psichiatrico farà scomparire subito chiunque abbia voglia di dichiararsi, invece che un criminale pagato per appiccare il fuoco, un poveraccio affetto da mania incendiaria. E se i giornalisti ci aiutassero in questo chiamandoli sempre criminali invece che piromani, gliene saremmo molto grati. I veri piromani sono talmente rari che praticamente non esistono statistiche in grado di quantificarli.

Più che giusto,  è rarissimo infatti trovare dei veri piromani col complesso di Nerone, la cetra in mano mentre  assiste  compiaciuto allo spettacolo  da sé stesso provocato di una Roma che brucia. Si farebbe bene a monitorare severamente che fine faranno questi 22.000 ettari di terreno andati in fumo, invece di fare la solita disinformazione.  Sarà con tutta probabilità, come scrive Ida Magli, la nuova Italia africanizzata a disposizione delle edilizie pro new entry, che nemmeno questo governo di tecnici, è riuscito a fermare, nonostante la tremenda crisi in atto. E perché avrebbero dovuto farlo, visto che costoro si sono abusivamente insediati per fare  gli acceleratori dei piani del NWO, di cui l'immigrazione è uno degli assi portanti?
Certamente che poi ci sono anche le mafie, le camorre da sempre legate all'edilizia e alla speculazione immobiliare, ma al servizio di chi sono costoro?
E come mai si è tollerato che contadini e commercianti ortofrutticoli presumibilmenti corrotti, coltivassero marjuana al riparo dei boschi?  Perché mentre un povero cittadino onesto è continuamente spiato, controllato, tracciato in ogni suo movimento giornaliero, si chiudono gli occhi nei confronto di questi fenomeni delinquenziali in stile "coltivatori di papaveri d'oppio" in Afghanistan? Forse che non ci sono sufficienti radar e satellitari per prevenire e controllare questi fenomeni? Se ci controllano notte e giorno con sistemi di videosorveglianza non è forse logico aspettarsi  che potrebbero utilizzare tanta tecnologia per prevenire fenomeni di illegalità diffusa?
Ma udite udite questa raccapricciante notizia prelevata dal quotidiano Avvenire di oggi 22 agosto dal titolo "Da nord a sud è emergenza roghi". Il capo della protezione civile Gabrielli parla già di impossibilità di poter far fronte ai numerosi roghi giornalieri, a causa di mancanza di fondi. Quindi niente più Canadair,  e tutto questo, mentre le ultime notizie parlano di altri incendi giunti perfino alle porte di Firenze.
Inoltre pare che tra chi ha volontariamente appiccato fuoco ci siano insospettabili  contadini e commercianti dell'entroterra campano che hanno compiuto una rappresaglia contro il sequestro di 20 tonnellata di cannabis, da parte delle forze dell'ordine. "Gli incendi vengono applicati secondo un folle ragionamento: se il guadagno da marijuana va in fumo che si volatilizzino anche alberi e macchia mediterranea così da poter edificare (abusivamente manco a dirlo) dove si è fatto spazio".
Ovviamente  essi dispongono pure di manovalanza straniera (hanno fermato alcuni romeni presi in flagrante) disposta a viaggiare con la tanichetta di combustibile in mano. Altro che piromani, sono solo delinquenti!
Intanto aspettiamoci un autunno di alluvioni e frane poiché il suolo è inaridito e distrutto dalla siccità e dai roghi.
Sì, Italiani in via d'estinzione e bel Paese che se ne va in fumo, in tizzoni ardenti  e in cenere.

19 August 2012

Ambarabà ciccì coccò, tre dementi sul comò





Mettiamo che il Paolini (quello che sbuca sempre dietro ai VIP politici   che mostrò il preservativo al Papa,  e che si beccò un liberatorio calcio nel sedere da Frajese durante il TG) venisse arrestato. Ecco che da minus habens qual è assurgerebbe in un attimo a "perseguitato politico", grazie ai media più dementi di lui. Beh, in Russia, complice la canicola estiva e i media sponsorizzati dai soliti squali della finanza come il Guardian è accaduto qualcosa di simile, nei confronti delle tre sgallettate Pussy Riot (letteralmente la rivolta della "gattina", nel senso inglese dell'organo sessuale femminile).
Non so cosa ne pensa chi mi legge, ma dover assistere anche a blog che  saltano fuori con titolacci come "siamo tutti Pussy Riot", mi ha fatto venire il torcibudella. Siamo tutti, cosa? E chi si vuole confondere con tre mentecatte al soldo dell'ennesima rivoluzione "tarocca e farlocca" di qualche magnate della finanza come Soros et similia? il quale prima di tirare lo zampino si sposa per la terza o quarta volta con una asiatica con oltre metà degli anni suoi, e dall'alto delle sua insaziabile perversa  energia (non solo sessuale) promette che userà la sua ricchezza per far saltare Putin e impadronirisi (sempre nel nome della solita democrazia) di questa consistente fetta di mercato con annesse materie prime. Il sesso frutta, luccica e scardina perfino le porte delle più sacre e sante cattedrali. E questi vecchi zietti usurai come lui,  lo sanno bene.  Così dopo le rivoluzioni arancioni, dopo quelle delle rose, dei garofani, dei gelsomini ecc. eccoci alla rivoluzione della ...ecc. ecc. Beh, non fatemi parlare male.

Chi l'avrebbe detto?  Puntuale, arriva pure Madonna la Cabalista, che salta su a difendere le porno punk. Puntuale, la stampa prezzolata di casa nostra "Putin come Stalin" ecc.
Mi piacerebbe vedere le Pussy pussy bao bao, andare a fare le loro esagitate  performance in una moschea, in una sinagoga o magari anche in un tempio sikh, per vedere l'effetto che fa. Giuro che la migliore delle pene di contrappasso sarebbe  assistere allo spettacolo di  torme di mullah inferociti con la scimitarra sguainata, o di rabbini coi boccoletti agitati che sputano loro addosso come lama, o di turbanti e barbe folte indiane pronti a pigliarle a calci nel deretano. Ma so che sto sognando: là dentro non oserebbero mai mettervi piede, queste codarde prezzolate.

Due anni di lavori forzati sono troppi perché ledono la "libertà d'espressione"? Non si può plaudire allo spirito identitario putiniano per poi criticarne l'inasprimento della pena, poiché la cattedrale di  Cristo Salvatore non e' solo un'importante  cattedrale di Mosca, ma è anche il luogo  eretto per celebrare la vittoria su Napoleone del 1812, poi fatta saltare con la dinamite da Stalin per edificarvi un "Palazzo dei Soviet" con gigantesca statua di Lenin, progetto poi abortito. In seguito,  la cattedrale venne ricostruita "come era e dove era", non appena caduto il regime comunista. Ma  non a spese dello Stato ma grazie alle sottoscrizioni dei fedeli ricchi e poveri nonostante la fame che imperversava in Russia negli anni '90 durante il periodo della cosiddetta "transizione".
Quindi un luogo simbolico  tre volte sacro (sul piano civile, su quello religioso e su quello storico), e per questo da profanare con l'intento esplicito di denigrare una nazione sovrana, un popolo e il suo spirito religioso. Magari nel nome della "democrazia", la parola più screditata che ci sia. Scusate la rima.

Qui il penoso spettacolo del video punk:
E qui dal blog Stars and Bars, il testo della canzonaccia blasfema

16 August 2012

Siam tre piccoli porcellin...




Tocca ad altri PIGS. O PIIGS a seconda dei casi. Ed ora è il turno del Portogallo. Stesso film, stesso copione, stessi mantra: "Avete vissuto al di sopra delle vostre possibiità". Il bello è che c'è chi ci crede pure, anche se poi in vita sua,  si è sempre fatto un mazzo grosso tanto. Anche se  si è alzato alle sei di mattina, non ha mai perso un giorno di lavoro, e ha nutrito la banca di interessi usurai per pagarle il doppio del valore della propria casa mediante mutuo ipotecario. Ma non basta. Il mantra si deve ripetere tante, troppe volte, in modo da poter essere creduto. Ed ecco che dopo le letterine della BCE modello Trichet dell'agosto 2011,  iniziano per risposta, le lettere di intenti  da parte dei governanti-fantoccio degli stati membri ("saremo buoni e faremo i compiti a casa..."). Indi poscia,  le politiche dette di austerity, lo smantellamento del welfare, la chiusura delle strutture sanitarie (in primis ospedali) con lo slogan del "privato è meglio", anche se i malati terminali che non possono pagare finiscono dritti a casa loro (sempre che abbiano una casa). E tanto peggio per loro. Prelevo da sito comedonchisciotte la seguente analisi su  che punto è la notte in Portogallo. Film déjà vu et déjà vécu. Ad uno ad uno gli stati-nazione vengono abbattuti come birilli per poter avere, da parte degli Eurocrati oligarchi,  il pretesto di estendere la governance mondialista.

Le valute nazionali non ci sono più. I debiti però ci sono sempre, e il vincolo della bilancia dei pagamenti pure. I paesi che l'euro ha costretto al deficit si sono indebitati, hanno collocato all'estero titoli, e quindi i mercati hanno un potere di ricatto molto forte: invece di vendere valuta nazionale (che non c'è più), vendono i titoli nazionali in loro possesso (sono denominati in euro, certo, ma sono sempre un'attività emessa dal paese). Il crollo del corso dei titoli (o l'impennata degli spread) mette in difficoltà i mercati e in generale l'economia locale, e quindi i capitalisti del Nord, venduti i titoli, possono comprare in cambio tante belle aziende private o pubbliche a prezzi stracciati. Va da sé che i sagaci governanti locali, opportunamente insufflati dai capitalisti del Nord, provvedono a promuovere grandi politiche di liberalizzazione e di compressione dei diritti, onde rendere più facile l'acquisto delle imprese nazionali da parte degli investitori esteri, e renderne anche più profittevole l'esercizio. Nelle crisi tradizionali lo stock di riserve valutarie prima o poi finiva, ma oggi, prima che un intero paese venga venduto, ce ne vuole, e la crisi può durare praticamente ad libitum. Questo è il gioco che Monti fa in Italia, com'è evidente e ">come abbiamo detto più volte, ma non è il solo. Guardate cosa succede in Portogallo...

Ricevo da Massimo De Maria di Informação Incorrecta e molto volentieri pubblico perché capiate meglio (ma voi avete già capito benissimo):

Nel corso dell'ultima settimana il governo ha ufficializzato l'intenzione di vendere la ANA (gestione aeroportuale) e la TAP, la compagnia aerea di bandiera. Ed é di oggi la notizia (ancora non confermata ma giá da tempo "nell'aria") per cui anche il secondo canale televisivo pubblico, RTP 2, sará venduto ai privati.

Ció é frutto della quarta revisione da parte della Commissione Europea del memorandum firmato dal governo portoghese e dalla cosí chiamata "troika" (gli inspettori dell'Unione, del FMI e della BCE). Le nuove privatizzazione si sommano all'anteriore disimpegno dello Stato nell'area dell'elettricitá (imprese REN e EDP, inizio di quest'anno).

Ma il caso TAP é interessante: utili di 7.3 milioni di Euro nel corso del 2007, 32.8 milioni nel 2008, 57 milioni nel 2009, 62 nel 2010, 3.1 milioni nel 2011.
Fernando Pinto, Presidente Esecutivo della compagnia, recentemente ha affermato che l'impresa tornerá ad un risultato positivo nel corso del 2012. Ció significa che il governo privatizza una impresa che ha fornito utili nel corso degli ultimi anni (malgrado la "frenata" del 2011) e che vedrá gli stessi aumentare nuovamente al termine del presente anno.

Previste per l'anno prossimo la vendita della CTT (Poste), CP Carga (trasporto merci delle Ferrovie), Águas Potáveis (acque) e l'apertura ai privati nel settore dei trasporti pubblici (giá parzialmente privatizzati).

Interessante anche notare che la privatizzazione non é una novitá in Portogallo. Giá i precedenti governo Cavaco Silve (economista e attuale Presidente della Repubblica), Guterres (ora Alto Commissario per le Nazioni Unite), Durão Barroso (Presidente della Commissione Europea) e Sócrates (ora in Francia) privatizzarono numerose imprese pubbliche, ottendendo un utile di 28.039 milioni di Euro e senza que questo apportasse evidente benefici: nello stesso periodo (1987-2008) la divida pubblica portoghese passava da 18.049,4 milioni a 110.346,6 milioni.

L'attuale governo, che mira ad eseguire alla lettera le indicazioni della troika perché "é importante l'idea che all'estero hanno di noi", ha intenzione di proseguire sulla strada delle privatizzazioni con la vendita di INAPA (carta), Edisoft (hardware e software), EID, Empordef (industria pesante), Sociedade Portuguesa de Empreendimento, parte da Caixa Geral de Depósitos (banca), e la privatizzazione parziale di Galp (energia, una impresa molto nota nel Paese, con utili che sono cresciuti del 56.7% nel primo semestre, raggiungendo 178 milioni di Euro:), Companhia de Seguros Fidelidade-Mundial (assicurazioni), Império Bonança (banca) e Emef (ferrovie). Oltre alle imprese citate in apertura.

L'idea é sempre la stessa: uno Stato piú "magro" significa uno Stato piú efficiente, anche se ció implica rinunciare ad alcune imprese che forniscono utili, sembra di capire.
D'altronde, il mantra che si trova alla base del pensiero unico dominante é quello secondo cui i Portoghesi hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilitá nel corso degli ultimi anni (o decenni, non é ben chiaro), cosa che ha provocato una spesa incontrollata dello Stato e l'aumento del debito pubblico.
Ora é necessario fare sacrifici per poter stare meglio in seguito (parole del Primo Ministro). E fare sacrifici significa distruggere lo Stato, rinunciare ai sussidi delle ferie (13ª e 14ª dei dipendenti pubblici giá tagliata), chiudere ospedali (diverse decine fino ad ora, se ricordo bene), servizi pubblici a pagamento (teoria dell'utilizzatore-pagante).

Questo é quanto.

(Chiaro, no? Chissà come si chiama il Giavazzi portoghese? Devo fare una telefonata a Coimbra: uno ce l'avranno pure loro, stai sicuro...).

Alberto Bagnai
6.08.2012

Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda... Morale: De nobis fabula narratur!  










10 August 2012

Villaggio globale con Usura




I Poeti...Se non ci fossero bisognerebbe inventarseli. Chi ha mai avuto l'ardire di trasformare in poesia (sebbene trattasi di un'invettiva poetica) l'economia e il suo concetto odierno di speculazione, di signoraggio o  più semplicemente di usurocrazia? Ai tempi di Ezra  Pound (nella foto) non c'era l'IMU per costringere molti pensionati a vendersi la casa a banche e a immobiliari mediante la nuda proprietà o altra truffa bancaria, poiché non sanno più come pagare le tasse. Eppure apre il suo celebre canto XLV con "Con Usura non hai una solida casa...". E ancora: usura appesantisce il tratto,/falsa i confini,/ con usura nessuno trova residenza amena
Le case d'asta di Sotheby's e Christie's stanno facendo affari d'oro per confiscare tutto il patrimonio artistico italiano, l'oggettistica di valore, il vasellame ecc. E non venitemi a obbiettare la solita sòla che prima di tutto hanno smantellato le fabbriche e gli impianti industriali, che con l'arte non si mangia,  perché so già da me che siamo in fase di deindustrializzazione; che dalla crociera del Britannia del 1992 in poi, hanno svenduto i nostri migliori asset industriali e che scarseggia il lavoro per molti italiani (il caso dell'Ilva, è solo l'ultimo esempio). Ma le razzie più simboliche, i saccheggi  ai danni di un popolo e di una nazione sono  dati proprio dal suo patrimonio artistico (bottino di guerra, guarda caso). E Pound, innamorato dell'Italia lo sapeva bene. Da qui la sua citazione sul Beato Angelico, il riferimento a  Duccio Boninsegna, a Piero della Francesca, a Pietro Lombardo.  E la frase non si dipinge per tenersi arte/in casa, ma per vendere e vendere/presto e con profitto sta a dimostrare che le  grandi case d'asta battevano i loro superprofitti già allora, ai suoi tempi. Così come oggi continuano a farlo coi nostri Tiepolo, Guido Reni, Canaletto...

Sempre più forti, severe e attuali rimbombano le sue parole, oggi che le agenzie di rating (succursali di potentissime Banche d'Affari) declassano gli stati, scommettendo sul loro fallimento come avide prefiche dal facile piagnisteo  per anticiparlo,  allo scopo di impossessarsi dei loro beni (impianti industriali, ferrovie, ospedali, regioni, sanità, scuole, beni culturali, aziende agricole, artigianato, risparmio privato dei singoli cittadini, case, vite altrui ecc.).
Debito pubblico, è la solita scusa ripetuta ad nauseam come un mantra. Ma di chi? e verso chi? In un sistema nazionale si tratta di un  investimento dello Stato nei confronti dei propri cittadini; ciò che un tempo si chiamava  “nazione”. Quindi trattasi di un provvedimento che, se attuato con lungimiranza, potrebbe generare ricchezza. Viceversa nell'attuale  sistema internazionale si tratta di un eterno debito (irredimibile e inestinguibile)  che lo Stato contrae verso gli investitori stranieri. L’aumento costante del debito punta al fallimento a catena di tutti i sistemi nazionali, i quali crollano ad uno ad uno, come birilli di un osceno giuoco: prima la Grecia, poi la Spagna, quindi il Portogallo e noi in Italia. Per non trascurare l'Irlanda.
Ogni forma di esproprio diventa così,  perfettamente legittima e legale in una guerra finanziaria senza tregua e senza frontiere di cui non si sa chi sia il Nemico. Esproprio finanziario, fiscale, economico, trasferito nel MES e nel Fiscal Compact, strumenti di superpolizia tributaria della Ue.  Espropri patrimoniali, morali, istituzionali, familiari. Imposizione di tassazione,  grazie ad autentici strumenti-mannaia quali Equitalia, aumenti di tariffe, piani di dismissioni di beni dello Stato ad opera degli squallidi servi  dell'attuale giunta tecnico-golpista di Mario Monti:  Alfano per il PdL e Amato-Bassanini per il Pd; concorrenza sleale, criminalità importata, gioco d'azzardo con la complicità di uno stato biscazziere, traffici di droga, prostituzione, immigrazione illegale e massiva che sovente campa di espedienti e di loschi traffici, ma che ci costringono ad accettare nel nome del dogma '"accoglienza" ad ogni costo.
 Il tutto per creare un’Uguaglianza nella Miseria e una Miseria dell'Uguaglianza che, oltre a fare il tornaconto degli oligarchi della Finanza, viene pure salutata con simpatia come una rivincita del marxismo su scala mondiale da parte dei  soliti sinistri postcomunisti. Un vero incubo, dal quale sarebbe ingenuo pensare di uscirne con la semplice opzione elezioni. Anche perché quando ce le concederanno, i dadi da gioco saranno debitamente truccati a priori. Peggio della peste è usura...Carogne crapulano ospiti d'usura.
 


Grazie,  vecchio Ezra!


CANTO XLV

Con Usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v'è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l'Annunciazione dell'Angelo
con le aureole sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa, ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà straccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio

CON USURA
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l'usura, spunta
l'ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro Lombardo
non si fé con usura
Duccio non si fé con usura
né Pier della Francesca o Zuan Bellini
né fu la "Calunnia" dipinta con usura.
L'Angelico non si fé con usura, né Ambrogio de Praedis,
Nessuna chiesa di pietra viva firmata: Adamo me fecit.
Con usura non sorsero
Saint Trophime e Saint Hilaire,
Usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte e artigiano
tarla la tela nel telaio, non lascia tempo
per apprendere l'arte d'intessere oro nell'ordito;
l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
Usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane drudo,
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra i giovani sposi

CONTRO NATURA
Ad Eleusi han portato puttane
Carogne crapulano
ospiti d'usura.

Ezra Pound

Qui, il filmato con la recita del Canto 45 da parte del  Poeta.


06 August 2012

Robert Mundell e l'eurogulag: era già tutto previsto



Prelevo dal sito comedonchisciotte  per il tramite  del blog Grotesque dell'amica Eleonora questo utilissimo articolo del Guardian, il quale ci fa capire come l'euroGulag era una misura punitiva per l'Europa già ampiamente prevista fin negli effetti collaterali distruttivi e devastanti. Il "genio del male" di questa architettura monetarista  è l'economista  premio Nobel Robert Mundell. Ce ne dà un impietoso ritrattino il giornalista Greg Palast per il Guardian nel suo articolo "Robert Mundell, genio del male", qui copiaincollato. Detto articolo è stato tradotto per il sito comedonchisciotte da Ernesto Celestini ....Meno male che l'internet c'è, in caso contrario, non sapremmo mai la verità.

Per l'architetto dell'euro, prendere le decisioni di macroeconomia senza la partecipazione dei politici eletti e stringere i tempi della deregolamentazione erano una parte del piano.


L'idea che l'euro abbia "fallito" è pericolosamente ingenua. L'euro sta facendo esattamente quello che il suo ideatore - e quell'1% di ricchi che decisero di adottarlo – aveva previsto e per cui era stato programmato.



Questo progenitore è l’economista Robert Mundell, che lavorò all’Università di Chicago. L'architetto della "supply-side economics" è ora professore alla Columbia University, ma io lo conoscevo perché era in contatto con il mio professore di Chicago, Milton Friedman, con cui lavorò nella ricerca su valute e tassi di cambio che sarebbe stata la base del progetto di unione monetaria europea e della moneta comune europea.

Mundell, all'epoca, era più interessato ad arredare il suo bagno. Il Professor Mundell, oltre ad aver vinto un Premio Nobel possedeva anche una antica villa in Toscana, e mi disse, irritato:

"Non vogliono nemmeno farmi costruire un bagno. Qui ci sono delle regole che mi dicono che non posso trasformare questa stanza in un bagno! Ci potresti credere ?"

Come spesso accade, non lo so. Ma io non ho una villa in Italia, quindi non posso nemmeno immaginare quali frustrazioni possa creare un regolamento catastale sulla costruzione di servizi igienici.

Ma Mundell, un canadese-americano, di quelli che possono fare tutto, voleva fare qualcosa anche per questo: e venne fuori con un'arma capace di spazzare via le regole e i regolamenti governativi sul lavoro. (Odiava veramente gli idraulici e il loro sindacati che volevano un sacco di soldi per spostare il suo water.)

"E 'molto difficile licenziare i lavoratori in Europa", si lamentò. Ma trovò una risposta: l'euro.

L'euro sta facendo bene il suo lavoro quando la crisi colpisce -  ha spiegato Mundell. L'aver rimosso i controlli di un governo sulla moneta sta evitando che piccoli e fastidiosi funzionari eletti dal popolo utilizzino gli strumenti monetari e fiscali Keynesiani per tirare fuori una nazione dalla recessione. "Si deve lasciare la politica monetaria fuori dalla portata dei politici", ha detto. "E, senza poter manovrare la politica fiscale, l'unico modo con cui le nazioni possano sostenere il livello occupazionale è dare spazio alla concorrenza riducendo le norme in materia di business."

Parlava di leggi del lavoro, di regolamenti sull’ambiente e, naturalmente, di tasse. Con l'euro tutto sarebbe stato spazzato via. La democrazia, in questo modo, non sarebbe più riuscita a interferire con il mercato e nemmeno con l’impianto idraulico.

Come dice un altro premio Nobel, Paul Krugman, la creazione della zona euro ha violato la regola base dell’economia nota come "area monetaria ottimale". Grazie a una delle regole escogitate da Bob Mundell.

Ma questo non preoccupava Mundell. Per lui, l'euro non doveva trasformare l'Europa in una forte entità economica unificata . Si preoccupava piuttosto di Reagan e della Thatcher.

"Ronald Reagan non sarebbe stato eletto Presidente senza l’influenza di Mundell", ha scritto una volta Jude Wanniski sul Wall Street Journal. Le supply-side economics introdotte da Mundell sono diventate il modello teorico per la  Reaganomics - o come George Bush Sr. diceva L"economia voodoo": il credo nella panacea della magia del libero mercato, che ha ispirato le politiche della Thatcher.
Mundell mi ha spiegato che, di fatto, l'euro è un tutt'uno con le Reaganomics: "Una Disciplina monetaria deve imporre anche una disciplina fiscale ai politici."

E quando cominciano le crisi, le nazioni economicamente disarmate hanno poco altro da fare, se non cancellare massicciamente le regole sociali, privatizzare indiscriminatamente le industrie statali , tagliare le tasse e buttare il welfare state giù per lo scarico.

Così, vediamo che il (non eletto) Primo Ministro Mario Monti sta cambiando completamente il diritto del lavoro in Italia per rendere più facile ai datori di lavoro, come Mundell , di licenziare gli idraulici toscani.

Mario Draghi, il (non eletto) Capo della Banca Centrale Europea, chiede "riforme strutturali" - un eufemismo per distruggere i contratti collettivi di lavoro. Tutti parlano di una teoria nebulosa che questa "svalutazione interna" , dovrà far funzionare in ogni nazione e permetterà a tutti di essere più competitivi.

Monti e Draghi non possono credibilmente spiegare come, se tutti i paesi del continente deprezzano la loro forza lavoro, sarà possibile ottenere un vantaggio competitivo.

Ma non c'è bisogno di spiegare le loro politiche, ma solo guardare come stanno lasciando lavorare i mercati con i titoli sovrani di ogni nazione. Quindi, l'unione monetaria è una guerra di classe con altri mezzi.

La crisi in Europa e le fiamme in Grecia hanno fatto amalgamare meglio tutti i componenti di quello che il re dei filosofi della “ supply side economicsJoseph Schumpeter chiamava la "distruzione creativa". Schumpeter , sostenitore del libero mercato dell’apologeta Thomas Friedman, è subito volato ad Atene per vedere la banca bruciata, come fosse un "provvido tempio" dove sono morte tre persone dopo un bombardamento di fuoco di manifestanti anarchici, e non ha perso l'occasione per fare la sua omelia sulla globalizzazione e sulla "irresponsabilità" della Grecia.

Le fiamme, la disoccupazione di massa, la svendita dei beni nazionali, dovrebbero produrre quello che Friedman chiama "rigenerazione" della Grecia e, in definitiva, dell'intera zona euro. Così Mundell e tutti quegli altri che hanno una villa in Toscana, potranno spostare i loro dannati cessi ovunque vogliano e adesso potranno farlo con meno fastidi.

Nessun fallimento quindi anzi, l'euro , che era una creatura di Mundell, ha fatto molto di più di quanto probabilmente aveva sognato il suo papà.

Capito amici? Adesso sappiamo a che serve l'Euro e l'Eurozona: ad ampliare i cessi degli economisti monetaristi alla Mundell e non certo a dare benessere,libertà e sicurezza all'Europa.  Dev'essere per questo  e per conto di costoro, che il nostro Monti ha tanta fretta di privare i parlamenti d'Europa (compreso il Bundestag tedesco)  dei propri poteri  legislativi, consultivi ed esecutivi. Si veda la sua recente intervista a Der Spiegel.  Che possano rimanere soffocati nella loro materia organica.  (Il corsivo è mio).





http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10643

02 August 2012

Dietro al diametro delle zucchine e dei cetrioli

Come avevo già anticipato, i malfattori non vanno mai in vacanza. Semmai ci mandano noi comuni mortali per distrarci un po' e depistarci dalle loro malefatte. Con una sentenza clamorosa (ma messa come al solito in sordina dai media ufficiali) del 12 luglio u.s. la Corte di Giustizia della Ue ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel cosiddetto catalogo ufficiale europeo. L'articolo di Maurizio Blondet
 "La Ue vieta le sementi tradizionali" comparso integralmente  sui siti di voci dalla strada e disinformazione.it, affronta il tema delle coltivazioni biologiche e delle grandi associazioni che si battono per la biodiversità come la Kokopelli, poste sempre più sotto attacco dagli eurocrati supini e proni alle grandi corporations, a partire dalle normative agricole. Occorre pertanto che le varietà vegetali in oggetto rispondano ai criteri DHS (e cioè distinzione, omogeneità e stabilità, secodo i parametri dell'euroburocratese), a qualunque costo.
Con questa sentenza sono messe fuorilegge anche le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali che preservano e distribuiscono a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale. Chi frequenta i contadini dei casolari sa che sono usi prepararsi dei "semenzai" con i semi dei pomodori (faccio solo un esempio tra i vari ortaggi) dell'anno prima e riporli in scantinati e luoghi asciutti per la messa "a dimora" prossima ventura delle piantine. E' utile far rilevare che le sementi tradizionali sono già il risultato di una preselezione, compiuta dagli esseri umani da milenni, con la conseguente eliminazione di specie «potenzialmente nocive» fin dalla preistoria, e che queste piante hanno nutrito la popolazione europea da millenni. In verità la Ue l'aveva già preparato il terreno (e non solo in senso metaforico) con le sue ridicole normative sul diametro delle zucchine e dei cetrioli, già oggetto di giusto sarcasmo da parte di molti osservatori. Ma non si trattava di un'assurdità bislacca dettata solo dallo zelo burocratico, come sembrava in apparenza, bensì di un modo per "omologare" frutta e verdura, già a partire dalle dimensioni, colori e forme, costringendo i produttori ad acquistare dalle multinazionali come Monsanto e Syngenta. Ora si può fare e lo si fa con un procedimento "obliquo" e del tutto infingardo. In compenso mentre viene negata la biodiversità per le specie vegetali, si incoraggia la diversità sessuale e di genere nel sociale, in ogni proposta di legge (si veda il battage pubblicitario intorno ai matrimoni gay, considerato la madre di tutte le priorità). C'est la vie... à l'européenne.
Si noti che la direttiva europea non osa vietare semplicemente e puramente lo scambio di sementi antiche: non vigono forse da noi tutte le libertà possibili e immaginabili? Lo fa obliquamente. Se si chiede di includere queste varietà nel catalogo ufficiale lo si ottiene – pagando profumatamente – e da quel momento diventa legale commerciarle. Il fatto è che queste varietà antiche e tradizionali sono di dominio pubblico, non appartengono a nessuno, e quindi nessuno ha interesse a sborsare per iscriverle nel catalogo. Ammettiamo che qualche buon samaritano lo faccia: dopo vent’anni, se nessuno le re-iscrive nel suddetto catalogo, comunque ne escono (e scambiarsele ridiventa un delitto)".


Ora diventa ogni giorno più chiaro che nelle verdure più comuni sono contenuti migliaia di fito-sostanze e complessi chimici, di cui si va scoprendo ogni funzione immuno-stimolante, detossicante, preventiva, a volte, contro il cancro. «Un semplice pomodoro appena colto da un terreno assolutamente privo di sostanze tossiche – scrive Nacci – può contenere 10 mila sostanze chimiche diverse, ognuna delle quali è una ‘vitamina’, cioè un fattore coenzimatico o un anti-ossidante. Ciò vale per tutte le verdure, gli ortaggi, i frutti, i tuberi...». Il sapore e l’odore che le specie antiche e tradizionali hanno più deciso rispetto alle moderne, spesso è dato proprio da questi fattori attivi ed essenziali.
Quante meno sostanze contengono le poche varietà permesse, uguali in tutto il mondo, non è dato sapere. Non è cosa che interessi la «ricerca» delle multinazionali.

D’accordo, non potrete più trovare quelle zucchine bitorzolute che coltivava vostro nonno, è diventato reato piantare quel certo pomodoro, quel broccolo che aveva tutt’altro sapore. Poco male, le vostre libertà aumentano di giorno in giorno....



Nota dell'autore) Giuseppe Nacci, «Diventa medico di te stesso», Editoriale Programma, 334 pagine, 19 euro.
Impressionante l’elenco contenuto in questo libro di sostanze presenti nei vegetali, di cui è stata appurata l’attività salutare. Oltre al menadione (vitamina K), inositolo (vitamina I), stigmasterolo (vitamina M), l’acido tiuotico (vitamina N), gli isprenoidi sono almeno 200, i bioflavonoidi 5 mila. E ancora: indoli glucosinati (nel cavolo), llecitine, stilbeni, (Resveratrol), tannini, terpeni, fito-enzimi proteolitici, minerali organici...