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27 November 2011

Massimo Fini, il contante e il moralismo di sinistra

Non amo Il Fatto quotidiano e non capisco cosa ci faccia,  una penna brillante e polemica come quella di Massimo Fini che ha un pensiero aristocratico legato a Nietzsche, Spengler e Junger,  dentro quella congrega di "travagliati" e di "padellari". L'uomo non ha un carattere facile, perciò penso che prima o poi litigherà e uscirà da questo giornale. O almeno lo spero. In attesa pubblico un suo articolo del 26 novembre di aspra critica contro la proposta di Mario Monti di togliere dalla circolazione le banconote da 500 e rendere "tracciabili" i prelievi di banconote oltre i 300 euro. Dure sono le sue bordate contro il khomeinismo della Gabanelli, la quale dopo aver fatto un' inchiesta sulle agenzie di rating e lo strapotere bancario (peraltro condivisibile) in una puntata di Report, nella puntata successiva, fa una virata a 180 gradi, con un  mega-regalo alle banche facendosi fautrice della moneta elettronica. Della serie, un colpo al cerchio e uno alla botte. Se  abbasseranno la soglia a € 300,00 per il contante, "le creste" saranno tutte per le banche, mentre perfino quei poveri vecchi pensionati che campano con la "sociale" saranno costretti ad aprirsi un conto correnteUno stato di dittatura fiscale.

Fra le "impressionanti" misure che il governo dei banchieri si accinge a prendere viene ventilata quella di togliere di mezzo il biglietto da 500 euro o, il che fa lo stesso, di mettere una tassa, operata dalle banche per conto dello Stato, sul deposito o sul prelievo di monete di questo taglio. In un pacchetto di sigarette ci stanno 20 mila euro, in una ventiquattr'ore 6 milioni. Si vuole quindi far la lotta agli evasori, ai corruttori, ai riciclatori che si servono di questi tagli. Gli obiettivi sono nobilissimi, le vere ragioni di questo provvedimento un po' meno.

Negli ultimi mesi molti piccoli risparmiatori, temendo un crollo delle banche, hanno prelevato tutto il possibile dai conti correnti, lasciandovi il minimo indispensabile, per metterlo al sicuro in casa propria. E altri li stanno seguendo. Naturalmente questi prelievi sono avvenuti con banconote da 500, per poterli nascondere agli occhi dei ladri. Adesso, con questa misura, il governo dei banchieri vuole impedire ai risparmiatori che temono un crac degli Istituti di credito di ritirarvi il loro denaro e imporre a quelli che lo hanno già fatto di rimettercelo. Devono rimanere ostaggio delle banche.

Nella stessa direzione va la misura, molto apprezzata dalla sinistra, che vuole rendere "tracciabile" ogni pagamento al di sopra dei 300 euro o addirittura, come pretendono alcuni khomeinisti, a cui ha dato voce Milena Gabanelli, qualsiasi pagamento in contanti. I pagamenti avverrebbero quindi, in gran parte con assegni, carte di credito, bancomat, bonifici, tutte operazioni sulle quali le banche hanno le loro commissioni. Se poi ogni pagamento in contanti, di qualsiasi entità, dovesse essere tassato le banconote sparirebbero dalla circolazione, perché nessuno, nemmeno il giornalaio o il fruttivendolo, le accetterebbe (la "fresca" rimarrebbe, forse, solo al tavolo del poker, l'unico luogo pulito di questo Paese marcio fino al midollo). Saremmo obbligati a tenere tutto il nostro denaro in banca. Ma le banche sono delle società private e lo Stato non può obbligarmi a tenervi il mio denaro. Io il mio denaro ho diritto di metterlo dove mi garba.

Lo Stato nasce, oltre che per amministrare giustizia, per battere moneta. Se non ha fiducia nella propria moneta non è più uno Stato. Se uno Stato non è capace di contrastare l'evasione, la corruzione, il riciclaggio senza far pagare un pesante pedaggio ai cittadini che non sono né evasori, né corruttori, né riciclatori di denaro sporco, non è più uno Stato. Rovesciamolo assieme alle sue classi dirigenti, politiche ed economiche, che ci hanno portato a questo punto e ricominciamo da capo. Infine non è possibile che lo Stato (che non per niente Nietzsche chiama "il più freddo di tutti i mostri") si intrufoli attraverso la cosiddetta "tracciabilità" nella mia vita privata fino a conoscere, nel dettaglio, i miei acquisti, le mie predilezioni, i miei gusti, i miei vizi. Milena Gabanelli sostiene che "la gente comune non ha necessità di più di una cinquantina di euro alla settimana". Ma dove vive, in un monastero? Una buona bottiglia di vino e un pacchetto di sigarette fan già 15 euro al giorno. Il moralismo della sinistra è insopportabile. E ora capisco perché tanti, senza per questo essere dei lestofanti, votavano Berlusconi. Perché Berlusconi difendendo la sua libertà criminaloide difendeva anche, per estensione, la libertà di tutti dallo strapotere dello Stato. Aridatece subito il Cainano.
Massimo Fini



24 November 2011

Ora Basta!

C'è un limite a tutto. L'Italia non è una repubblica presidenziale, ma abbiamo un Presidente che si comporta ogni giorno come se fosse stato eletto direttamente per plebiscito nazionale. Ci siamo sopportati un governo "tecnico" di euroburocrati molti dei quali in palese conflitto di interesse con le cariche ricoperte di cui poi darò conto. Abbiamo assistito stupefatti ed attoniti ad un Capo dello Stato che dà un'investitura dell'ultimo minuto,  di senatore a vita  ad un Eurocommissario, con pesanti accuse dalla commissione Santer, un uomo proveniente dalla peggior banca d'affari che ha rifilato titoli-porcheria per  tutto il pianeta: la Goldman Sachs; che è un membro della Trilaterale, del Bilderberg e  di Moody's l'agenzia di rating.  Napolitano ci ha imposto dalla notte al giorno un governo di non eletti. Non pago di tutto ciò, si mette a strologare che il problema più importante per gli Italiani rapinati  quotidianamente dallo spread e dalle manovre di macelleria economica decise a Bruxelles, è regalare la cittadinanza-premio ai figli dei clandestini perché sarebbe "una follia ", non farlo. E' aberrante invece,  che un presidente "non eletto" dal popolo, ci gravi di un governo parimenti "non eletto" e ci IMPONGA (e sottolineo imponga), lo ius soli  in materia di immigrazione. La Costituzione di cui ogni due per tre, questo vecchio solone si riempie la bocca, parla di ius sanguinis, se ne ricordi. Inoltre una legge sulla cittadinanza esiste già: si è cittadini italiani dopo dieci anni. Ed è già un premio, per un paese così piccolo e popoloso. Se Napolitano da buon comunista pulcinellesco, servo di due padroni (Mosca prima e Washington adesso), è convinto di rifilarci sotto la maschera dei ragionieri, il programma del fu-governo Prodi in materia di immigrazione e di politiche familiari, sappia che l'allerta sarà altissimo e non ci sarà tregua sociale. Vengo ora alla composizione dei ministri dell'attuale governo-Fantoccio che lo ha visto all'opera,  come il principale demiurgo - ministri, ognuno dei quali ha un personale conflitto di interessi.  Della serie, scacciare Berlusconi, per poi averne 12, tutti quanti con lo stesso problema.  
Giustizia. Paola Severino:  Docente di Diritto Penale e Vice Rettore dell'Università privata LUISS. Vicepresidente del Consiglio della Magistratura Militare. Avvocato. Moglie di Paolo Di Benedetto, ex commissario Consob, ex AD di Banco Posta Fondi nominato da Corrado Passera
 Interni: Anna Maria Cancellieri: Laureata in Scienze Politiche, prefetto, commissario del Comune di Bologna e poi del comune di Parma.
Esteri: Giulio Terzi di Sant'Agata. Diplomatico di carriera, impegnato in particolare all'ONU, su temi di sicurezza internazionale come Balcani, Medio Oriente, Afghanistan. E' stato ambasciatore italiano in Israele. Si interessa di nuove tecnologie
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Difesa: Giampaolo Di Paola. Ammiraglio, ex capo di Stato Maggiore, attualmente Presidente del Comitato Militare della NATO.
Lavoro e Welfare: Elsa Fornero. Docente di economia, ex consigliere della Banca Mondiale, vice presidente del Consiglio di Sorveglianza della Banca Intesa San Paolo.
Istruzione e Ricerca: Francesco Profumo. Ingegnere, Rettore del Politecnico di Torino, Presidente del CNR. Nei consigli di amministrazione di Unicredit e Telecom.
Beni Culturali: Lorenzo Ornaghi. Laureato in Scienze Politiche, allievo di Gianfranco Miglio, Rettore dell'università privata Cattolica di Milano, vicepresidente del quotidiano cattolico Avvenire.
Salute: Renato Balduzzi. Laureato in giurisprudenza, consigliere di vari ministeri e aziende ospedaliere dal 1989, ex presidente del movimento ecclesiale cattolico di impegno culturale, docente di diritto all'università del Piemonte orientale.
Politiche Agricole: Mario Catania. Laureato in giurisprudenza, da sempre al Ministero dell'Agricoltura, lunga esperienza a Bruxelles.
Ambiente: Corrado Clini:  Laureato in Medicina, da sempre al Ministero dell'Ambiente, membro di CIPE, ENEA, Presidente di moltissimi comitati e organizzatore di meetings internazionali, VicePresidente della Commissione Europea dell'Ambiente, coordina le attività del Ministero presso ONU, G8, G20, WTO, Banca Mondiale. Coinvolto nello scandalo dell'uranio Jolly Rosso bruciato a Porto Marghera.
Sviluppo e Infrastrutture: Corrado Passera. Banchiere e manager. Laureato all'università privata Bocconi, è stato supermanager in CIR (De Benedetti) , Espresso, Mondadori, Olivetti (indagato), Banco Ambrosiano Veneto (indagato) e privatizzatore delle Poste Italiane. Oggi AD di Banca Intesa (indagato per Cirio e Parmalat). Coinvolto in operazioni di derivati con le Poste, nella questione delle intercettazioni Telecom, nella faccenda RaiFiction-Saccà, con Impregilo-Ponte sullo Stretto, nel salvataggio di AirOne a spese di Alitalia. Qui un riepilogo. 

Si tratta di uomini provenienti da Banche, da organismi sovranazionali come Onu, WTO , Nato e Banca Mondiale; da lobby e oligopoli, da Università private, dalVaticano. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo sprofondati nella notte. Ciliegina sulla torta: aggiungiamoci anche il via alla cittadinanza facile per gli immigrati. E' davvero troppo!
NB: Lo specchietto riassuntivo sui ministeri è stato prelevato dal blog " Crisis? What Crisis "? di Debora Billi

21 November 2011

La via mondiale al Debito Italiano


Questa grafica l'ho presa dal quotidiano francese Le Figaro del 10 novembre scorso. Chiunque può vedere la percentuale di debito ("la dette", femminile in lingua francese)  in mano ai francesi. Da qui si possono arguire (ma non certo giustificare) gli eccessi di nervosismo e di impazienza di Sarkozy in questi ultimi giorni di crisi. Lo zelo  con cui voleva venire in Italia a ficcanasare nei nostri affari, perorando la causa dell'insediamento di Mario Monti, con il quale insieme alla Merkel è prossimo a un meeting per mezzo di conferenza telefonica a tre.

Il debito pubblico” è uno di quegli argomenti  che investe la nostra quotidianità rimbalzando continuamente nei TG, nei dibattiti politici, sul web e su tutti i media in generale. Sta alla base delle difficoltà economiche dei ceti più deboli, tenuto conto che i governi giustificano le loro pesanti manovre finanziarie sulla base proprio della necessità di risanare questo debito. Ma quanti e quali misteri nasconde questo strano mostro che ai più risulta incomprensibile? Tanti...

Fissiamo innanzitutto delle date. Fino  al 1995, il 90% del nostro debito pubblico era nelle mani di investitori italiani. E sappiamo che lo stato batteva asta di titoli come BOT e CCT, acquistati da risparmiatori di casa nostra.  Oggi non è più così, visto che il nostro debito pubblico è per circa metà, in mano a soggetti stranieri. E qui cominciano le dolenti note. Mi sono molto stupita in questi giorni di crisi governativa constatare che in tempo reale le decisioni del nostro parlamento riguardo la mancata fiducia al  nostro ex premier fosse rimbalzata su tutti i media mainstream del mondo. Lì per lì ho pensato ai gossip,  alle vicende private di Berlusconi che hanno fatto il giro del mondo. Poi, nei giorni successivi il quadro è stato più chiaro: in realtà gli investitori erano preoccupatissimi del loro ghiotto boccone da Re, la fetta di debito del nostro paese, nelle loro mani. Chi se la filava la nostra litigiosissima Italietta ai tempi dei governicchi balneari intercambiabili ogni tre mesi? Chi si interessava a  scandali e scandaletti, alle bustine di cocaina di qualche democristianone o alle orge di Spadolini?  Nessuno. Ed erano bei tempi, perché i panni sporchi ce li lavavamo in casa così come il nostro debito veniva comprato direttamente  dai suoi cittadini. Ora invece siamo notte e giorno sotto i riflettori internazionali. Lo Stato straniero (o gli stati stranieri) creditore può infatti esercitare un potere negoziale notevole, ottenendo in contropartita, favori particolari nei trattati commerciali. In pratica la sottoscrizione del debito ha l’effetto di incrementare le esportazioni dal paese creditore a quello debitore, favorendo la crescita economica, commerciale e strategica del primo. E non di rado, a discapito del secondo.

"L’Euro è una cella le cui mura sono sorvegliate a vista dagli scherani armati di Francia e Germania, i quali sono a loro volta i kapò locali del carceriere d’oltreoceano. Scopo della cella è tenere rinchiusi i paesi europei, ormai da tempo liberi dallo spauracchio sovietico, in un gulag economico che garantisca coattivamente la loro permanenza nell’Alleanza, nei modi e nei termini che sono i dominatori a definire di volta in volta. Per uscire da questo carcere, non è sufficiente volerlo con tutte le proprie forze (ammesso e non concesso che in Italia qualcuno lo voglia davvero). Occorrerebbe una forza militare in grado di opporsi alle pressioni..." (Gianluca Freda bloggete) .
E tuttavia sognare è lecito. Sognare di riapproprirci della nostra moneta e con essa del nostro debito, saldamente nelle nostre mani, così da non essere influenzati dalla nuova dittatura dello spread e dei cosiddetti mercati finanziari stranieri.  Il resto,  sarebbe tutto grasso che cola.

18 November 2011

Nigel Farage: quello che i nostri politici non dicono


Van Rompuy, l'uomo dai capelli albini e dall'aria viscida simile a quella di Smigol  ("il mio tessoro" dal Signore degli Anelli), l' omiciattolo che nessuno ha eletto Presidente del Consiglio Ue è venuto in Italia, ricevuto con tutti gli onori da Napolitano e dal Papa. E' venuto, nell'indifferenza generale della classe politica (sia quella di maggioranza oggi uscente che di quella d'opposizione), per comunicarci che in Italia non c'è bisogno di elezioni. Nessuno ha fiatato, nessun giornalista (se non i blogger sul web che giornalisti non sono) ha osato chiedersi a che titolo costui è venuto a blindare e a sequestrare la democrazia, ordinando l'insediamento del "governo tecnico" dell'eurocrate Mario Monti. 
Anzi, il Partito trasversale del "sequestro della democrazia" ha visto tutte le corazzate giornalistiche mediatiche ("Osservatore Romano" compreso) schierate  per il "non voto".
Questo è l'intervento di Nigel Farage del UKIP (UK Independance Party) il  partito indipendentista britannico. Ovvio che se lui tuona contro lo strapotere della Germania della Merkel, lo fa  per i suoi tornaconti nazionali. La libertà e l'indipendenza è merce rara e non ce la regala nessuno, se non noi.
Ma intanto però,  questo è un leader nevrile,  un coraggioso con la schiena dritta, di quelli che noi non abbiamo e non avremo.  E la domanda che lui fa a Van Rompuy per chiedegli a che titolo si permetta di sequestrare il diritto al voto del popolo italiano, avrebbero dovuto fargliela i nostri politici ridotti ormai a miserabili scendiletto. Quegli stessi che ieri hanno applaudito la neoeletta squadra governativa dei dodici uomini di "goldman" Mario Monti  al Senato e che oggi fanno altrettanto alla Camera. Siamo alla notte dei morti viventi.
Ascoltate e riascoltate Farage!

17 November 2011

Blindati ma ad "alta caratura tecnica"



Habemus gubernum. Sarò lombrosiana ma solo a vedermeli apparire davanti agli occhi,  i dodici apostoli del nuovo governo Monti, sono presa da una desolante sensazione di rigor mortis. E se i cialtroni di prima (governo ed opposizione) facevano pensare ai personaggi di una commedia di Dino Risi o di Monicelli, quelli che abbiamo davanti sembrano il governo dei morti viventi. Dev'essere l'effetto Plutone, dio del denaro, degli inferi, delle ricchezze nascoste a darmi questa sensazione mortifera. E costoro sono qui con lo stesso sguardo serioso e accigliato di un impresario di pompe funebri.
Obama dagli Usa giubila e si congratula per il nuovo governo. Ora anche qui in Italia,  ha il suo Karzai.  E' solo che qui non ci sono Talebani con tanto di attributi pronti ad andare ai...monti, quelli veri per combattere col coltello tra i denti, contro questi golpisti della finanza.
Applaude anche la Federal Reserve per bocca del suo governatore Charles Evans  "Stanno facendo le cose giuste" e questo è motivo per "essere fiduciosi". Fine dell'Italietta cialtrona e  anarchica da governicchi balneari, quella del miracolo imprevisto  come un goal che nessuno si aspettava ma che arriva all'improvviso, delle lunghe vacanze,  della vita un po' bighellona ma poeticamente e autenticamente italiana. Ora ci controlleranno i conti preventivamente, le manovre finanziare, le leggi di stabilità, di pareggio di bilancio. Tagli ai dipendenti pubblici, tredicesime decurtate, patrimoniali, rastrellamenti alla...tedesca. Arriveranno le lobby e le corporation multinazionali a papparsi quel che resta del nostro patrimonio industriale.  E non solo. La sinistra più stolida e vassalla della finanza delega a Monti (cioè al Karzai della Fed)  udite udite...perfino la legge elettorale. Ma si può essere più idioti di così?
Napolitano poi, in queste ore sembra  un paranoico Barone di Munchausen, sempre pronto a porgere l'orecchio per sentire se l'erba cresce:  annuncia fiducioso che l'indice Mibtel (la cosa più importante dell'universo) ora crescerà, perché i mercati (e cioè le bische per scommettitori) ci daranno fiducia.  Dal Sol dell'Avvenire di comunistica memoria,  alla riduzione dello spread: invero, una sublime weltanschauung!.
Ecco qualcuna delle singolari esternazioni di Mario Monti in queste ore per encomiare il suo governo "ad alta caratura tecnica":
La non presenza di personalità politiche nel governo, agevolerà anzichè ostacolare il radicamente, perchè toglierà un motivo di imbarazzo. La blindatura di un governo dipende dalla sua capacità di agire incisivamente e di spiegare ai cittadini e al parlamento la portata della sua azione. Questa è la blindatura che cercherò con i miei ministri".
Evviva i blindati Goldman Sachs, i professori della  Bocconi e della  Cattolica del Sacro Cuore, allora.
E a proposito di questi ultimi mi scrive l'amico Scarth:
"Professarsi cattolici e contemporanemente praticare il credo globalista della finanza predatrice, appartenendo perfino alla Chiesa bocconiana, goldman e chissà cos'altro, impartendo lezioni di moralismo a qualche libertino di passaggio  poi è un capolavoro nonchè un insulto prima di tutto a quei cattolici spediti a dormire sotto ai ponti applicando allegramente le suddette dottrine economiche".
Qui la lista delle new entries governative. Doppio incarico per i due banchieri Mario Monti alla guida del governo e col Superministero dell'Economia e a Corrado Passera di Banca Intesa  che accorperà il Ministero dello Sviluppo economico a quello dei Trasporti e Infrastrutture.
A proposito, il programma (e cioè la cosa più importante)  non è stato ancora reso pubblico. Sarebbe stato troppo democratico e  trasparente e  avrebbe messo in crisi la blindatura del prof. Monti.
E'  nato pure un Ministero per l'Integrazione, ciò che lascia presumere che l'immigrazione continuerà. E pure un altro per la  Coesione Territoriale, che ha tutta l'aria di essere stato suggerito dal deus ex machina di questo golpe bianco, Giorgio Napolitano. Ovvio, bisogna pur festeggiare il 150esimo dell'unità di un'Italia che sta per cadere in pasto agli avvoltoi!

12 November 2011

E questi chi li ha mai eletti?



Ore di convulse e febbrili consultazioni, scenari in spostamento, pressioni su Napolitano riconosciuta massima autorità presidenziale  dalle élites eurocratiche, forse perché è l'unico che si fa sempre fotografare coronato di dodici stelle sul drappo azzurro come la Madonna della Guardia. Mai è stata varata una riforma per trasformare la nostra Repubblica Parlamentare in Repubblica Presidenziale. Ma non importa. Quando è questione di banchieri centrali si spalancano in fretta tutte le porte e tutte le finestre possibili, si fa carta straccia della Costituzione, dei rituali parlamentari che vogliono che  il Presidente del Consiglio presenti  formali dimissioni prima di avviare a nuove consultazioni. Ora invece, si lavora pure di sabato e perfino di domenica.
Ma il settimo giorno Iddio si riposò - si obbietterà.
Chissenefrega? c'è un altro Padreterno che si affaccia sul mondo e che ha fretta : il mercato finanziario.
Ergo per lunedi i giochi devono essere fatti. Forse a qualcuno sarà sfuggito che il vero giorno del Signore, adagio adagio  è diventato il lunedi.
E' spuntata pure quella camola albina di Hermann Van Rompuy presidente del Consiglio Ue in corsa da Napolitano. Che vuole la camola mai eletta? Rosicchiare, of course. Non appena giunto in Italia si è messo a dettare le linee della nostra politica interna, tanto da affermare che "questo Paese ha bisogno di riforme, non di elezioni" . Siamo ormai all'Italia militarizzata e allo spread come arma di distruzione di massa. E non è finita. Dopo le risatine con la Merkel, il Sarkonano che si credeva gigante, si è offerto pure di venire in Italia a fare da mediatore per farci accettare Monti,  per amore o per forza. Siamo all'esercito invasore di Carlo VIII è solo che mancano i Pier Capponi, in grado di rispondere a tono. Ditemi, che cos'è se non un golpe finanziario, con lo spread quale arma segreta di destabilizzazione ?
Intanto prelevo dal blog Liberty Soldier uno specchietto degli emolumenti assunti da  questi parassiti, da prendere con beneficio d'inventario. :
Allo scopo di ben far comprendere chi saranno gli uomini che chiederanno al popolo altri soldi da sperperare in cocaina, trans e ovviamente, consulenze esterne, pubblico gli stipendi di costoro:

GIULIANO AMATO, ad esempio è un signore che riceve una pensione mensile di 22.048 euro lordi dall'INPDAP, alla quale aggiunge un tantino di stipendio parlamentare da 9363 euro lordi e un terzo stipendio, dalla Deutsche Bank che non è dichiarato nella tabella che ho. Ci chiederà i sacrifici. LUI.

Altro simpatico signore è
LAMBERTO DINI che riceve da Bankitalia (cioé da noi, 18000 euro lordi al mese, più 7000 euro al mese di INPS e un modesto stipendio parlamentare di 19053 euro al mese....


ANTONIO DI PIETRO è andato in pensione alla veneranda età di 44 anni e riceve 2260 euro lordi al mese solo di pensione da allora. Però si pensa di aumentare le pensioni di vecchiaia..
Comunque Di Pietro resta un pezzente, se si considera che il buon comunista e amico dei lavoratori (nonché ecologista e gay che fa sempre molto chic) Alfonso Pecoraro Scanio è in pensione dall'età di 49 anni e prende 8836 euro al mese lordi.

Noi andremo in pensione a 67 anni a cifre che non voglio neppure ricordare.

Monti non so come sia messo, ma in compenso ho i dati di un altro "benemerito" banchiere italiano, osannato a più riprese.
MARIO DRAGHI il quale colleziona uno stipendiuccio di 37500 euro mensili lordi da Bankitalia (sempre noi) ai quali aggiunge 14843 euro mensili di pensione INPDAP.


Si accettano successive integrazioni del quadro sinottico di cui sopra. Intanto  lassù dall'Eurotower, qualcuno ci odia perché pure la Lagarde del FMI ci intima il suo "fate presto" : il denaro oltre che insonne, non può aspettare. E' il governo mondiale dei manigoldi. Anzi, dei many Goldman.

PS:  Non poteva mancare il  consueto lancio di monetine contro l'uscente Presidente del Consiglio da parte degli untori multicolor (in livrea viola, davanti al Quirinale in questo caso)  servi della Finanza: la sinistra di sempre.








10 November 2011

Napolitano come Caligola


Berlusconi esce di scena e forse sarà l'addio. I modi per farlo fuori sono sempre gli stessi: parlamentari del suo stesso partito, il PdL, che risvoltano la casacca passando ad altri gruppi parlamentari, che se la svignano come i topi di una nave che fa acqua nel timore di rimanere tagliati fuori dai centri di clientele; i mercati finanziari che non danno tregua con Borse in  furioso attacco ai nostri titoli di stato, la sinistra che s' inventa un corteo al giorno, che fa mancare i numeri in Parlamento ecc. Che dire? Il giudizio dell'uomo alla Storia, sempre che non sia scritta dai soliti mistificatori.  
Pochi però si stanno accorgendo che il vero Imperatore in queste ore convulse e febbrili è Napolitano. Il quale con un'ardita mossa da Komintern poche ore fa ha investito il tecnico Mario Monti, del ruolo di politico. E che politico! Nientemeno che senatore a vita. E dunque mentre tutti gli analisti si scatenano nel disegnare la carta topografica dei difetti del Premier, di quello che ha fatto durante la sua legislatura,  di quel che avrebbe dovuto fare e non fece, di quel che non ha mai fatto, l'uomo del Colle, a sorpresa mena per il naso gli Italiani: accredita il tecnico bocconiano della Trilaterale Mario Monti nonché advisor della Goldman Sachs, al ruolo di politico per confezionarcelo e riciclarcelo  sotto mentite spoglie. Un tecnico al governo? Ma il tecnico potrebbe non incontrare il favore del resto della classe politica. E così... oplà! ...  ecco  fatta la nomina.
Niente tecnico! Ora si tratta di un "politico". Una mossa di vero e proprio trasformismo…napolitano. Quei gonzi del Pdl e della Lega cascheranno in pieno dentro a questo trucco dell'ultima ora. Purtroppo per i fessi non c'è Paradiso.
Eppure basterebbe studiare la parabola del dittatore Caligola che nominò il suo cavallo senatore a vita. Ora in nome del risparmio, abbiamo un senatore-eurokommissar  strapagato in più. Siamo in crisi, no?
Berlusconi  un tiranno come Caligola? Ma no, qui il vero Caligola è Napolitano.
La sinistra sa che non può permettersi di fare macelleria sociale secondo i dettami della Lettera di Trichet, pena il perdere la faccia (più di quanto non la stia già perdendo) con la cosiddetta base. Inoltre non è pronta per governare, non ha un leader capace di guidarla nella tempesta perfetta finanziaria che ci attanaglia. E allora invoca un tecnico, dietro la cui maschera impassibile di sforbiciatore nonché regolatore di conti, lei possa nascondersi. Del resto lo ha già fatto in passato: sostenne Amato, Ciampi, Dini. La sua classe operaia l'ha sempre rapinata e spedita all'Inferno, per interposta persona.  Poi ipocritamente, finge di smarcarsi: "noi non c'entriamo".  Oh sì che c'entrate, c'entrate sempre, cari compagnucci!
Nasce da domani un nuovo tormentone: si vota, non si vota? governo di emergenza? di scopo? di salute pubblica? governo tecnico en travesti? Il governo del "senatore" Monti?
Intanto stasera gli osservatori fanno due nomi dati per sicuri: il citato Mario Monti, la cui biografia e frequentazioni vi consiglio di leggere qui,  e udite udite... il peggiore degli incubi degli Italiani: Giuliano Amato. Ovvero il Dracula dei nostri conti correnti del 1992. Come dire che gli Italiani stanno tra Scilla e Cariddi. Non ci resta che naufragare.

06 November 2011

L'Italia che si sbriciola





Se dovessi stabilire  un indice di gravità di quanto è accaduto venerdi 4 novembre non saprei dire qual è la peggiore: la fatale alluvione a Genova che ha cagionato sei vittime, o l'altra alluvione, quella metaforica a Cannes al G20. In entrambi i casi, constato solo che pezzo per pezzo l'Italia se ne va alla deriva  e che rischia di essere solo una bella cartolina illustrata di "come eravamo".
L'immagine  che abbiamo visto in tv, di quel poveretto intrappolato nel furgone bianco che cerca di uscire, ma viene frenato da un muro d'acqua tumultuosa e fangosa del rio Fereggiano, ci rimarrà sempre nella memoria. L'uomo non sa come mettersi in salvo: se esce rischia di essere travolto dalla bomba d'acqua e dalle auto che avanzano,  pesanti come relitti di morte. Se resta nel veicolo rischia di fare la fine del topo in trappola. E' un po' la metafora di ognuno di noi cittadini italiani travolti da uno tzunami alluvionale e finanziario.

La sindachessa di Genova Marta Vincenzi è una zarina del Pd, proterva e assai petulante che pretende avere ragione anche di fronte ad una tragedia evidente. La Protezione Civile aveva allertato con un allarme codice 2, pertanto le scuole andavano chiuse, la città doveva essere presidiata e il traffico nelle zone a rischio, vietato, come già avevano fatto assai più prudentemente di lei, gli amministratori delle 5 Terre, della Val di Vara, di Magra e di Lunigiana. Inoltre i genovesi lamentano la mancanza di pulizia dei tombini e il mancato dragaggio del torrente Bisagno e del rio Fereggiano. Ergo, la zarina deve sloggiare al più presto da Palazzo Tursi. Altrettanto indisponente e arrogante in queste ore è l'atteggiamento di Burlando, governatore della regione Liguria. Tra le disgrazie di questa regione, occorre dirlo, c' è un'ottusa nomenklatura politico-amministrativa che non ha mai effettuato un sano ricambio dal dopoguerra ad oggi, sempre eternamente avvitata nella solita retorica resistenziale, quale blasone  a garanzia e perpetuazione  del suo intoccabile feudo rosso. Se è vero che la concorrenza  è l'anima del commercio, in Liguria di concorrenza politica e di sana alternanza non ce n'è mai stata.

Christine Lagarde
Passiamo alla stangata di Cannes avvenuta lo stesso giorno della tragedia di Genova. Alla Croisette hanno fatto un po' di cinema, anzi di ciné, davanti alla macchina mediatica. Ma in realtà le vere decisioni sono state prese altrove. Madame Lagarde, la sostituta del trombato Strauss-Kahn al FMI, con la sua allure da "bilderberger" con tanto di  ditino alzato,  ha costretto l'Italia a porsi sotto tutela del Fondo. Ovvio poi che al nostro premier sia stato dato "l'onore delle armi" facedoci credere che sia stato il governo stesso a chiedere la tutela, ma ciò non corrisponde a verità. In realtà sono volati gli stracci e Berlusconi ha posto resistenze per l'intera mattinata.
Dopodiché oppresso dal duo Merkozy e dalla Lagarde, la capitolazione. Ora avremo ispezioni del Fondo ogni tre mesi, con tanto di monitoraggio di conti. Per cominciare, il primo viaggio del rappresentante americano del Fondo, un tal David Lipton si terrà il 15 novembre. Avremo questi benefattori dell'umanità mondiali col fiato sul collo a darci pagelle trimestrali. Fine della nostra libertà e sovranità, inizio dell'invasione e intrusione delle lobby, un fenomeno a noi prima sconosciuto. Il Debito italiano è sulla piazza straniera e gli investitori sono pronti a sbranarci. Ma, come osserva perfino Maurizio Molinari ne La Stampa, il vero vincitore di questo G20 è Obama che è riuscito, lui che ha un paese  in via di fallimento, senza più manifattura, con molti americani che vivono in tende e roulotte, a far porre sotto tutela,  un paese tutto sommato ancora benestante come il nostro, considerato la terza economia europea. Prima il liquidatore FMI riservava la sua "protezione"  (mai disinteressata) solo ai paesi del terzo e quarto mondo. Ora è riuscito attraverso la mostruosa  chimera Merkozy a porre sotto sorveglianza noi. Della serie , mors tua vita mea.
Frattanto dagli Usa, una perturbazione atlantica ha trasformato la Liguria, la Toscana e il Piemonte, in una zona da uragano Katrina. E dire che eravamo il bel Paese delle mimose e dei limoni d'inverno. Non siamo più sicuri di nulla, nemmeno più  del mite clima mediterraneo. Prima si diceva "piove governo ladro".
Dopo il G20 della Croisette,  c'è un salto di qualità: "Piove Governo Mondiale usuraio". Siamo nelle Canne-s.

01 November 2011

Morte a Credito


Prelevo questo interessante pezzo di Alain de Benoist dal sito  AriannaeditriceQuando leggo articoli così intelligenti sono presa da un irrefrenabile invidia per i cuginastri d'Oltralpe: li avessimo noi intellettuali di destra altrettanto coraggiosi e acuti in luogo di quei quattro cicisbei  cosiddetti destrorsi  che scopiazzano il neoliberismo yankee tardo-reaganiano facendolo passare per economia " di destra" , immemori del fatto che la deregulation (ovvero l'utopia che il mercato si regoli da sédella Reaganomics è il problema a cui stiamo avvitati, e non la soluzione del medesimo. Di contro, impazza la solita fuffaglia arrogante, presuntuosa, invadente nonchè portatrice di disvalori di sinistra. Entrambe, le fazioni sono supine e prone all'attuale tecno (o turbo) capitalismo finanziario, ormai comunemente definito di "carta straccia".  Il titolo di questo pezzo di De Benoist  è preso, e non a caso, da un noto romanzo di Louis Ferdinand Céline, "Mort à Crédit".

Ezra Pound, al canto XLV dei Cantos : «Con usura gli uomini non hanno case di pietra sana/blocchi lisci finemente tagliati fissati in modo che il fregio copra le loro superfici/con usura/ gli uomini non possono avere paradisi dipinti sui muri delle chiese […] Con usura il peccato è contro natura [with usura sin against nature]/ il pane è straccio vieto/arido come la carta/senza segale né farina di grano duro/con usura il tratto si appesantisce/non vi è che una falsa demarcazione/gli uomini non hanno più siti per le loro dimore/e lo scalpellino viene privato della pietra/il tessutaio del telaio/ I cadaveri banchettano/ al richiamo dell'usura [Corpses are set to banquet / at behest of usura] ».  Ndr:  qui il resto della poesia e del pensiero di Pound. E qui, altri dipinti e suggestioni sul tema usura.
Gli eccessi del prestito a interesse sono condannati a Roma, così come lo testimonia Catone secondo cui, se i ladri di oggetti sacri meritano una doppia pena, gli usurai ne meritano una quadrupla. Ancora più radicale è la condanna di Aristotele alla cremastica. Così scrive: «L'arte di acquisire ricchezza è di due specie: se la prima è nella sua forma mercantile, la seconda dipende dall'economia domestica; quest'ultima forma è necessaria e lodevole, mentre l'altra si affida alla scadenza e autorizza giuste critiche, poiché non ha nulla di naturale […]. A queste condizioni, ciò che si detesta con assoluta ragione, è la pratica del prestito a interesse in quanto il profitto che se ne ricava è frutto della moneta stessa e non risponde più al fine che ha presieduto alla sua creazione. Se la moneta è stata inventata in vista dello scambio, è invece l'interesse che moltiplica la quantità di moneta essa stessa […]. L'interesse è una moneta nata da una moneta. Di conseguenza, questo modo di guadagnare denaro è tra tutti, il più contrario alla natura» (La Politica).
La parola «interesse» designa il reddito del denaro (foenus o usura in latino, tókos in greco). Si riferisce al modo in cui il denaro «partorisce nuovi nati». Già nell' alto medioevo, la Chiesa sostiene la distinzione che aveva fatto il diritto romano per il prestito dei beni immobiliari: ci sono cose che si consumano con l'uso e altre che non si consumano affatto, e che vengono chiamate commodatum. Esigere un pagamento per il comodato è contrario al bene comune, poiché il denaro è un bene che non si consuma. Il prestito a interesse sarà condannato dal concilio di Nicea sulla base delle «Scritture» – nonostante la Bibbia non lo condanni con chiarezza! Nel XII secolo, la Chiesa assume la condanna aristotelica della cremastica. Anche Tommaso d'Aquino condanna il prestito a interesse, con alcune riserve, adducendo il motivo che «il tempo appartiene solo a Dio». L'islam, ancora più severo, non concede neppure la possibilità della distinzione tra l'interesse e l'usura.
La pratica del prestito a interesse si è pertanto progressivamente diffusa, in relazione all'ascesa della classe borghese e all'espansione dei valori mercantili che sono stati lo strumento del suo potere. A partire dal XV secolo, le banche, le compagnie commerciali, e in seguito le manifatture, possono rimunerare i fondi presi a prestito, su deroga del re. Il giro di boa essenziale corrisponde all'avvento del protestantesimo, e più precisamente del calvinismo.
Calvino è il primo teologo ad accettare la pratica del prestito a interesse, che si diffonde così attraverso le reti bancarie. Con la Rivoluzione francese, il prestito a interesse diventa completamente libero, e nel frattempo fioriscono nuove banche in quantità, dotate di fondi considerevoli che provengono soprattutto dalla speculazione sui beni nazionali. Il capitalismo prende il volo.
All'origine, l'usura designa il semplice interesse, indipendentemente dal tasso applicato. Oggigiorno, chiamiamo «usura» l'interesse di un ammontare abusivo, attribuito a un prestito. Ma l'usura è anche il processo che permette di incatenare, colui che è beneficiario del prestito, con un debito che non riesce a rimborsare, e a impadronirsi dei beni che gli appartengono, ma che egli ha accettato di dare in garanzia del prestito. È proprio quello che succede oggi a livello planetario.
Il credito permette di consumare il futuro nel presente. Si basa sull'uso di una somma virtuale che viene attualizzata attribuendogli un prezzo: l'interesse. La generalizzazione del principio su cui si basa, fa perdere di vista il principio elementare secondo il quale è bene limitare le proprie spese al livello delle risorse, visto che non si può certo pensare di poter vivere perpetuamente al di sopra dei propri mezzi. L'ascesa del capitalismo finanziario ha favorito questa pratica: ci sono giornate in cui i mercati cambiano l'equivalente di dieci volte del PIL mondiale, e questo mostra a sufficienza la sconnessione con l'economia reale. Quando il sistema di credito diventa un pezzo centrale del dispositivo del Capitale, si rientra in un circolo vizioso, la fine del credito rischia di tradursi nel crollo generalizzato del sistema bancario. Brandendo la minaccia di un tale caos, le banche sono riuscite a farsi continuamente aiutare dagli Stati. La generalizzazione dell'accesso al credito, che implica il prestito a interesse, è stato uno degli strumenti privilegiati dell'espansione del capitalismo e della società dei consumi a partire dal dopoguerra. Indebitandosi massicciamente, le famiglie europee e americane hanno sicuramente contribuito, tra il 1948 e il 1973, alla prosperità dell'epoca del cosiddetto «trentennio glorioso della crescita». Le cose sono cambiate nel momento in cui il credito ipotecario ha preso il sopravvento sulle altre forme del credito. «Il meccanismo di ricorso a un'ipoteca come pegno reale dei prestiti rappresenta molto di più, ricorda Jean-Luc Gréau, di una agile tecnica che garantisce somme prestate, poiché capovolge il quadro logico di attribuzione, valutazione e di detenzione dei crediti accordati […]. Il rischio limitato cede il passo alla scommessa che si fa sulla facoltà che si avrà, in caso di fallimento del debitore, di mettere in gioco l'ipoteca e di coglierne il profitto per rivenderlo a delle condizioni favorevoli». Queste manipolazioni d'ipoteche trasformate in attivi finanziari, congiunte alle difficoltà di pagamento dei beneficiari del prestito, incapaci di rimborsare i loro debiti, hanno portato alla crisi dell'autunno del 2008. Oggi assistiamo alla ripetizione di un'analoga operazione che grava sugli Stati sovrani che ne fanno le spese, con la crisi del debito pubblico.
Rembrandt- Gesù scaccia i  mercanti dal tempio 
Stiamo assistendo al grande ritorno del sistema dell'usura. Quello che Keynes chiamava «il regime dei creditori» corrisponde alla definizione moderna dell'usura. I processi dell'usura li riscontriamo nelle modalità in cui i mercati finanziari e le banche possono fare man bassa sugli attivi reali degli Stati indebitati, impadronendosi dei loro averi al titolo degli interessi di un debito di cui il principale costituisce una montagna di denaro virtuale che non potrà mai essere rimborsato. Gli azionisti e i creditori sono gli Shylock della nostra epoca.
Ma l'indebitamento va di pari passo con la crescita materiale: né l'uno, né l'altra possono crescere all'infinito. « L'Europa compromessa con la finanza, scrive Frédéric Lordon, rischia di essere distrutta dalla finanza». Da tempo scriviamo: il sistema del denaro distruggerà se stesso.


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