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28 September 2011

Obama il Fallito urla al fallimento altrui





La conoscete la storiella del ladro che grida al ladro? Beh accade la stessa cosa a Obama, il leader del "Yes we can", che ora non avendo il coraggio di dire ai suoi "No, we can't", getta tutta la croce addosso all'Europa, che intendiamoci, non sarà un granché e contro la quale la sottoscritta ne ha sempre scritte peste e corna, ma  non dimentichiamoci che quell'Unione europea, primo passo verso il Nuovo Ordine Mondiale, fu incoraggiata e foraggiata proprio dagli uomini della Fed. Non è un caso che Geithner, il segretario al Tesoro di Obama, abbia partecipato all'ultima riunione con Trichet. Ci crederà  il popolo americano a questa favoletta da "asilo Mariuccia"  della serie , è tutta colpa dell'Europa? Ci sono 38 canali tv del Piffero pronti a rincretinire e lobotomizzare  il popolo a stelle e strisce. Speriamo che qualcuno si svegli e che le marce su Wall Street vadano avanti più numerose e spedite che mai. Wall Street, BCE-Bruxelles e Piazza Affari-Milano. La Borsa è un covo di cocainomani schizzati  e il  troppo è troppo. Giocare a fiches con soldi virtuali per ottenere in cambio "soldi veri" (i nostri risparmi) è roba da Borse-ggiatori. Appunto!
Intanto leggete questo "Salvate il soldato America" dal blog Icebergfinanza.
E' affascinante ascoltare mister "No We Can't " Obama e bimbo Geithner dare lezioni all'Europa su come dovrebbe essere gestita una crisi, affascinante ascoltare dei falliti che insegnano come si gestisce un fallimento!

Washington - Barack Obama attacca l'Europa, colpevole ai suoi occhi di «non aver agito rapidamente, come avrebbe dovuto» per affrontare il problema del debito.
Il duro atto d'accusa del presidente degli Usa è arrivato durante una conferenza durante la quale Obama ha risposto alla domande poste dal pubblico via Linkedin, una sorta di social network che collega in tutto il mondo professionisti e operatori dei più vari settori economici: secondo Obama, la crisi finanziaria che sta travolgendo l'Europa «spaventa tutto il mondo», anche perché i passi intrapresi dai paesi dell'Eurozona non sarebbero stati all'altezza della situazione.
Obama ha sottolineato che l'Europa «non s'è mai pienamente ripresa dalla crisi del 2007». Inoltre, ha osservato che i governi europei non hanno mai affrontato in maniera adeguata «le sfide e le difficoltà che il loro sistema bancario era chiamato a rispondere: tutto ciò è stato aggravato da quello che sta accadendo in Grecia».
Ma Obama è andato oltre, sostenendo che i problemi «mal risolti nell'Unione europea hanno superato i confini del continente, finendo per danneggiare anche l'economia americana». In ultima analisi, implicitamente, Barack Obama ha attribuito quindi all'Europa la responsabilità di molti dei problemi dell'economia americana, in particolare quello del lavoro, che mettono a rischio la sua rielezione nel 2012. (Il secolo XIX )

Obama ormai è un ragazzo disperato in prenda allo sconforto, la crisi europea starebbe per danneggiare l'America!

Hanno messo in piedi la più imponente frode e manipolazione della storia finanziaria mondiale, sotto gli occhi conniventi della politica, la metastasi subprime ha contaminato il mondo intero, un manipolo di esaltati falliti ha socializzato le perdite facendo esplodere il debito americano e mondiale e questo ragazzo ci viene a raccontare che la crisi europea rischia di danneggiare l' America.

Goldman Sachs ha suggerito alla Grecia l'arte della manipolazione dei bilanci, AIG ha seminato il mondo intero di credit default swap, di armi di distruzione di massa e le cinque principali banche americane detengono oltre il 95 % della manipolazione dei mercati finanziari mondiali e questo illuminato, premio Nobel per la Pace ci viene a dire che non abbiamo agito rapidamente per affrontare il problema del debito, che stiamo spaventando il mondo intero.

Ci sono oltre 47 milioni di americani che vivono con la gamella elettronica in mano, contando sui cosidetti foods stamp, "buoni pasto" quotidianamente per non morire di fame, di stenti, oltre 14 milioni di disoccupati ufficiali, senza contare coloro che lavorano a part.time per ragioni indipendenti dalla loro volontà, ben oltre il doppio se si contano quelli scoraggiati, la disoccupazione fantasma, milioni e milioni di famiglie buttate fuori di casa al ritmo di oltre 1 milione all'anno e oltre 11 milioni di famiglie a rischio e questo ragazzo ci viene a dire che non abbiamo affrontato in modo adeguato la crisi.

Comprendo che non è facile amministrare una nazione dove le lobbies industriali e finanziare sostengono la tua candidatura, non è facile agire e ragionare liberamente quando quotidianamente la pressione della finanza è costante ed asfissiante, ti tiene sotto sequestro e non puoi muovere un dito senza il suo consenso, ma per piacere evitiamo di fare brutte figure, e impariamo ad osservare ognuno la trave presente nelle proprie orbite!
Purtroppo come direbbe Oscar Wilde, tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi a insegnare, un manipolo di falliti che ci insegna come evitare un fallimento! Sublime!

26 September 2011

Certe utili notizie taciute



Scade il 30 settembre la presentazione della dichiarazione in cui si dichiara il proprio scaglione di reddito, in assenza del quale verrà automaticamente applicato il ticket più elevato per farmaci, prestazioni sanitarie e visite mediche. Bisogna rivolgersi ai CAF per l'autocertificazione ISEE, il cui supporto è gratuito (almeno quello!). Prelevo la notizia dal blog la  La pulce di Voltaire , dato che la stampaglia di regime è in tutt'altre faccende affaccendata . Questa è una delle novità della manovra finanziaria di agosto, passata sotto silenzio e poco (o niente) pubblicizzata. Forse perché  la gente colpevole di non essere stata informata, pagherà automaticamente con lo scaglione massimo, faccendo incassare la burocrazia di stato. I giornali non funzionano, la tv nemmeno. E allora dico anch'io W WERDI (W il Web re d'Italia).  Qui tutti gli  aggiornamenti della notizia. Conviene chiedere ai Caf, può darsi che la faccenda della  rigidità  della scadenza sia rientrata, ma una telefonata  in più fa dormire tranquilli.

22 September 2011

Lampedusa-Libia



Il titolo di questo post nasce da una  mia indecisione: parlare della  giusta ribellione dei lampedusani ai soprusi dei tunisini che hanno dato fuoco all'isola e che minacciavano pure di far saltar per aria il Bar-Ristorante "Il Delfino blu" con bombole di combustibile o parlare dello schiaffo all'Italia da parte degli americani sulla questione libica? Dal momento che l'isola non è lontana dalla Libia e che laggiù si consuma il bottino degli sciacalli della Nato agli ordini di Obama, il quale per eludere le decisioni del Congresso che mai gli avrebbe concesso il via libera ad una nuova impresa bellica, ha usato il duo Sarkò-Cameron come "fantocci" della Casa Bianca. E dal momento che la nostra piccola isoletta è diventato il lazzaretto dell'intera Africa dove si consumano guerre e insurrezioni colorate "per l'esportazione della democrazia", ho deciso che parlerò di entrambe le questioni.
Comincio con lo schiaffo di Obama. E' avvenuto che in un discorso pronunciato in vista della 66esima Assemblea generale dell'ONU a New York, Barack Obama ringrazi tutti, tranne l'Italia. L'inquilino della Casa Bianca ringrazia la Lega Araba, l'Egitto, la Tunisia, la Francia, la Danimarca, la Gran Bretagna e pure la Norvegia, ma non noi. E così, dopo tanto scorribandare impunemente per le nostre basi militari a tutt'oggi saldamente radicate in territorio italiano  ad onta della fine della Guerra Fredda, dopo essersi assicurati che al fischio della Casa Bianca tutti i cagnolini europei accorressero per aiutare le multinazionali e le finanziarie ad "esportare la democrazia" in Libia, dopo aver costretto il governo italiano a partecipare a una guerra con "vicini di casa" con cui avevamo buoni rapporti, si ringraziano tutti i contributors tranne chi è immerso in prima fila  nel Mediterraneo pagandone i costi maggiori.   Motivo?
La stampaglia di regime pensa  in un articolo di Massimo Franco, di  individuare due motivi: 
  •  le oscillazioni di Silvio Berlusconi, tirato per la giacca (e non solo) da Napolitano e dal duo Frattini-La Russa nei confronti di Gheddafi col quale aveva da poco chiuso il contenzioso di guerra e stipulato importanti accordi commerciali,  per costringerlo al brusco voltafaccia che sappiamo e trascinarlo in guerra.
  • la sensazione internazionale che questo governo abbia i giorni contati, a causa dei problemi fra palazzo Chigi e la Magistratura.
Mi soffermo sulla seconda "ragione". Che  razza di motivazione sarebbe? Se anche il governo dovesse cadere domattina, un Alleato che sia tale (e non un padrone arrogante e tracotante) dovrebbe solo profondersi in ringraziamenti, nei confronti di un Paese ospitante. Soprattutto mostrare RISPETTO,   dato che,  a detta dell'ex capo dello stato maggiore dell'Aeronautica Leonardo Tricarico, "L'Italia è il terzo paese in termini di missioni di volo con quasi duemila sortite, rispetto al contributo più modesto  e qualitativamente più scadente di Danimarca e Norvegia".
Ancora una volta, vale il detto dai nemici mi guardo io, dagli amici (e alleati) invece ci guardi Iddio. Patetico questa sera in tv La Russa mentre tentava di dare penose giustificazioni allo "schiaffo americano". E' un ceffone, un sonoro umiliante e bruciante ceffone, caro 'Gnazio. Tanto vale guardare in faccia la realtà. Welcome Liberators
Vengo alla questione interna (si fa per dire) di Lampedusa. Ribellarsi è giusto, era un vecchio slogan di sinistra coniato da Sartre. Chissà se vale anche quando è in gioco la sicurezza e l'incolumità  degli abitanti dell'isola, angariati, sopraffatti demograficamente, a rischio continuo di rapine, vessazioni d'ogni genere a causa di fuoriusciti dai CIE che inscenano squallide messe in scena  convinti dai buonisti dell'Onu (Laura Boldrini in testa)  di poterla  fare facilmente da padroni a casa d'altri. Forse mi sono sbagliata, ma di fronte a questa legittima ribellione dei nativi isolani, le voci di sinistra tacciono e non se ne ode una. Eppure "ribellarsi è giusto", non è vero?  Già,  ma erano così buoni, così accoglienti, così col cuore in mano, così samaritani questi lampedusani ... ma ora? si sono forse ammattiti?
Più semplicemente noi conosciamo solo i falsari della stampa pataccara e le loro cronache farlocche e tarocche. In realtà l'esasperazione dei lampedusani cresce al punto che oltre a reagire e a farsi giustizia da sé, ora non ne vogliono più sapere di vedere  pullulare giornalisti "violini" e "ruffiani" della carta stampata e di network, supini e proni alle varie organizzazioni mondialiste come Onu, Human Rights Watch, & brutta compagnia.
E qualcuno da quelle parti,  chiede già  a viva voce l'allontanamento  dalla loro terra di Laura Boldrini, la commissaria Onu abituata agli alberghi a 5 stelle. Sì, ribellarsi è giusto.

16 September 2011

Blog in età scolare

Tempo di CompleBlog. A dire la verità cadeva oggi  15 settembre,  il sesto anniversario del mio blog, ma dato che l'orario è già scattato e il datario si è spostato dal 15 al 16, lo festeggio con un giorno di ritardo.
Sei anni di blog (nato nel settembre 2005), nel quale sono stata costretta a rivedere e rettificare parecchie volte le mie posizioni. La vita ci  catapulta, ci cambia e anche le nostre idee cambiano.  Ora il blog è in età scolare (sei anni)  e  procede spedito.
Ho sentito dire che c'è in parlamento -  ed  è già passato al Senato -  un provvedimento  contro la cosiddetta diffamazione via web. Pare strano, ma anche un'esile barchetta di carta, fa paura. Lunga vita alle nostre barchettine di carta affinché sfidino, impavide, le intemperie! Un sincero ringraziamento a tutti gli amici che vi partecipano: a Pseudosauro che mi aiutò (parlo già al passato remoto)  a costruire questo blog e che ci legge anche se non interviene,  a Scarthorse,  Josh, No caste, Johnny Doe, Aldo, Massimo, Huxley, Giovanni,  Biscuì,  Eleonora, Marshall... ai nuovi amici Silvio, Marco, Sareth, Fausto, Co12 e ai vecchi che ogni tanto si riaffacciano, a tanti altri che sono passati di qua. A quelli che hanno lasciato i loro blog in sospensione (Mary, dove sei?!). Un pensiero speciale per l'amico Sarcastycon alias Marcello che quest'anno ci ha lasciati definitivamente. Sui blog si matura e si invecchia pure, dato che il tempo passa.
E andiamo avanti con l' agile barchetta di carta...a imparare a leggere, a scrivere , a capire e a cercare di  interpretare qualcosa di  questo mondo storto e distorto.

12 September 2011

Siamo alla moneta elettronica universale?



Prelevo dal blog  Dalla Parte del Torto di Johnny Doe che a sua volta ha prelevato da questa fonte, Voci dalla strada
 il seguente  post su un argomento cruciale: una moneta unica mondiale, già auspicata dall'ONU per  favorire i paesi cosiddetti emergenti, e mandarci ulteriormente a Patrasso (e non solo nel senso della Grecia).
Dove vogliono arrivare? A un mondo unico orwelliano dominato dal pensiero unico, con una religione unica (quella del Dio Denaro) , un governo unico che i pazzi fanatici già si ostinano a trovare utile e perfino bello, all'insegna della tracciabilità universale di ciascuno di noi. A tale scopo si legga quel che ne diceva Giuliano Amato già  in tempi che sembravano non sospetti, ma che invece lo erano già, eccome: "Sbriciolare a poco a poco pezzi di sovranità, evitare bruschi passaggi da poteri nazionali a poteri federali. Non credo a un dèmos europeo e al sovrano federale. (...) Perché non tornare all'epoca precedente Hobbes? (...) Il Medio Evo è bellissimo: sa avere suoi centri decisionali, senza affidarsi interamente a nessuno. E' al di là della parentesi dello Stato nazionale. (...) Anche oggi abbiamo poteri, senza territori su cui piantare bandiere. Senza sovranità non avremo il totalitarismo. La democrazia non ha bisogno di sovrani".
In altre parole, per paura che nasca un nuovo Hitler si mettono con le mani avanti e  fanno essi stessi  i Fuhrer dell'economia e della finanza, dominando il mondo e  giocando a bocce con le nostre vite. E' un calcolo infame e sbagliato che non riuscirà. Ve lo immaginate essere in balia dell'High Tech coi vari errori "tecnici", e con una voce preregistrata che ripete macchinalmente "ci scusiamo coi clienti se vi abbiamo prelevato più denaro del necessario"?
 Ma intanto  ecco il pezzo che chiosa col segretario al Tesoro di Obama  Tim Geithner, il quale si dichiara ben disposto alla realizzazione  dell'impresa:

Si confermano i sospetti dei teorici della "cospirazione": l'ONU sta dando impulso alla "richiesta" da parte dei paesi emergenti all'instaurazione di una moneta unica globale, primo passo per stabilire un governo mondiale. Il collasso apparentemente orchestrato dell'economia statunitense permette ai paesi emergenti di mettere in discussione la funzione del dollaro come moneta di riferimento e le Nazioni Unite si preparano per lanciare il loro piano.

Dall'inizio della crisi nel 2009, differenti teorici avevano parlato della possibilità che la situazione di crisi economica era stata cercata deliberatamente per ristrutturare completamente il sistema finanziario mondiale ed imporre una moneta unica a livello globale e che fosse il primo passo verso una governance a livello planetario.
La mancanza d'azione da parte della giustizia negli USA per quanto riguarda i responsabili della crisi economica, anche quando la colpevolezza è evidente e le susseguenti azioni (riscatti governativi alle banche, proposte di legislazione globale, ecc) sono sfociati finalmente nella questione del dollaro come moneta di riferimento per i mercati.
In questo modo, il reclamo di una moneta unica per tutto il pianeta acquista una forma più definita e conferma i sospetti prima menzionati. Prima è stata la Russia, poi la Cina e più tardi i paesi emergenti a reclamare la moneta globale.

Questo rapporto presentato dal sito spagnolo Libertad Digital.

Dallo scoppio della crisi di credito a metà del 2007 la tensione intorno al ruolo che gioca il dollaro nell'architettura monetaria è stata questionata da alcune delle principali potenze del mondo, principalmente dalla Cina e Russia.
Questo trascendentale dibattito per l'economia mondiale si stava negoziando in privato tra i governi e le principali banche centrali. Si tratta della riforma dell'attuale sistema monetario internazionale vigente dalla soppressione degli accordi di Bretton Woods da parte del governo degli USA .
Da allora, il dollaro si è mantenuto come la moneta di riserva per eccellenza, senza alcun tipo di copertura reale dopo aver rotto i suoi ultimi rapporti con il patrone oro.

L'ONU propone adesso di riformare il sistema monetario vigente, la cui egemonia è ostentata dal dollaro. Così, in un dossier presentato durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e Sviluppo (UNCTAD), l'organismo multilaterale per eccellenza riconosce che il sistema monetario non funziona correttamente e, di fatto, è stato il grande "responsabile" dell'attuale crisi finanziaria.
Per questo, l'ONU afferma che il ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale deve essere riconsiderato, come lo esigono la Russia, la Cina e le principali economie emergenti del pianeta.

In questo modo, l'istituzione è a favore della creazione di una nuova Bretton Woods, che dovrebbe essere negoziata tra i principali governi, per stabilire un nuovo sistema monetario che sostituisca quello attuale.

"Sostituire il dollaro con una moneta artificiale potrebbe risolvere alcuni dei problemi riguardanti i grandi deficit sui C/C (questo significa: mancanza di risparmi) che alcuni paesi presentano e aiuterebbe la stabilità", segnala Detlef Kotte, uno degli autori del dossier.

Ma, "si ha anche bisogno di un nuovo sistema di scambi. I paesi devono mantenere qualche tipo di scambio (monetario) reale(aggiustato all'inflazione) e stabile".

Il ruolo del FMI

Per questo, secondo Kotte, deve mantenersi l'intervento monetario che le banche centrali applicano, anche se questo lascia la porta aperta a che sia qualche istituzione multilaterale l'incaricata di mantenere la stabilità dei tipi di cambi, riferendosi al FMI.
In questo modo, l'organismo non solo abroga per sostituire il dollaro come moneta di riserva mondiale ma anche di creare una specie di banca centrale a livello mondiale che, in questo caso, sarebbe il FMI".
Nel comunicato stampa pervenuto, l'UNCTAD (appartenente all'ONU) segnala che la regolamentazione e supervisione più effettiva del mercato finanziario è "indispensabile" per "prevenire che si ripeta una crisi finanziaria ed economica mondiale come quella attuale".
Ma, non è solo necessario controllare la supervisione finanziaria internazionale,è anche "ugualmente importante una riforma del sistema monetario per ridurre il margine dei benefici nella speculazione monetaria ed evitare, così, gli squilibri commerciali di gran misura".
Con questa dichiarazione,l'organismo si riferisce all'eccesso di risparmio da parte delle economie asiatiche (principalmente la Cina) negli ultimi anni e il grandissimo indebitamento (bisogno di finanziamenti esterni) di altre potenze come è il caso degli Stati Uniti. Cioè, gli squilibri commerciali a livello mondiale ( abbondanti deficit tramite conti correnti) che l'attuale sistema monetario ha fornito, secondo quanto sostengono importanti economisti.

I diritti speciali di prelievo.

L'attuale sistema "dipende della politica monetaria che applica la banca centrale che emette la moneta di riserva mondiale" per eccellenza (il dollaro) in riferimento alla FED.
Alcune decisioni che, secondo il dossier, si prendono, d'accordo ai bisogni politici e economici statunitensi, in chiave nazionale, "senza tener conto dei bisogni del sistema di pagamenti internazionale e dell'economia mondiale" nel suo insieme.
Ma, secondo lo studio, neanche un corretto maneggio dei flussi del capitale tra i paesi ne l'imposizione di una nuova moneta di riserva mondiale (sostitutiva del dollaro) risolverà i problemi che colpiscono le economie emergenti: "il problema del tipo di cambio", aggiunge lo studio, è che "non è possibile che un paese possa assorbire gli shock esterni in modo efficiente attraverso l'adozione, sia totalmente flessibile o rigida, dei tipi di cambi", secondo gli economisti dell'UNCTAD.
Per questo, l'organismo suggerisce che dovrebbe stabilirsi un sistema di tipi di cambi in base ad un "modello stabile", che sarà controllato e determinato in modo multilaterale.

L'UNCTAD sostiene che un nuovo sistema monetario basato su principi e norme convenuti in forma multilaterale è necessario per la stabilità dell'economia mondiale così come alcune "condizione equitative per il commercio internazionale".
Essenzialmente l'organismo punta al bisogno di sostituire il dollaro con una nuova moneta basata in un paniere di divise che il FMI controllerebbe. (i denominati diritti speciali di prelievo).
In questo modo "si ridurrebbe la necessità di mantenere riserve internazionali" per difendere i tipi di cambi (il valore di una moneta nazionale) e "potrebbe combinarsi con un ruolo più forte dei diritti speciali di prelievo se si assegnano in funzione del bisogno di liquidità che un determinato paese presenta" con lo scopo di "stabilizzare il suo tasso di cambio reale ad un livello accordato in modo multilaterale".

La posizione della Cina e della Russia.

Il governatore della Banca Popolare cinese, Zhou Xiaochuan, a marzo propose di creare una divisa di riserva multinazionale come parte della riforma nel sistema monetario internazionale, aggiungendosi così alla petizione russa.
Xiaochuan ha ipotizzato di "creare una divisa di riserva internazionale che non sia vincolata alle nazioni individuali e possa rimanere a lungo termine stabile". Inoltre, ha detto che i diritti speciali di prelievo (SDR, sigla in inglese ) del FMI hanno il potenziale per agire come una divisa di riserva sopranazionale. Cioè, l'obiettivo sarebbe quello di creare una super divisa che sostituisca il dollaro, il cui valore determina quello delle altre valute.
A luglio del 2009 tale proposta è diventata ufficiale. La Cina ha avvertito nella riunione al G-8 e il G-5 del bisogno di riformare il sistema monetario internazionale per una "maggiore diversificazione della moneta di riferimento"dal dollaro statunitense. Il gigante asiatico non era mai stato tanto esplicito.
Adesso, l'ONU raccoglie il guanto lanciato dalla Cina, Russia e le potenze emergenti.
Curiosamente il presidente russo Dimitri Medvedev, ha mostrato la "nuova moneta mondiale" sul bavero della sua giacca durante la riunione di queste grandi potenze.
Gli USA non si sono pronunciati ufficialmente su questo argomento fino ad ora.
Ma, il segretario del Tesoro degli USA, Tim Geithner, a marzo ammise che gli USA erano "molto aperti" a studiare la proposta monetaria elaborata dalla Cina e la Russia di creare una nuova divisa di riferimento internazionale. Anche se dopo ratificò quanto detto di fronte al panico che questa dichiarazione creò nel mercato delle divise (il crollo del dollaro)



Tradotto e pubblicato da FreeYourMind!


07 September 2011

I Signori della Moneta

Ci si riempie di continuo la bocca di termini come debito sovrano, debito pubblico, con tutti quanti che si improvvisano economisti sull'arte dei tagli  drastici  da effettuare e dello sfoltimento di spesa (haircuts, lo chiama Draghi, a cui tanto piacciono gli anglicismi) .
Questo blog non ha mai sposato le tesi di Stella e Rizzo sulla spesa pubblica ad opera di  casta e castaroli vari, anche se è chiaro che la pletora dei funzionari e commis d'état grava non poco sui nostri bilanci. E nemmeno quella neoliberista secondo cui se affidiamo tutto ai privati, possiamo ripartire. I cosiddetti "privati" stranieri non sono la soluzione al problema, ma il problema stesso, appunto!
 Assurda è poi l'idea di poter essere "liberisti in economia e conservatori nei valori" tipico di certa destra all'americana, dal momento che è proprio il neoliberismo (che non è affatto "liberale", né "democratico") ad essere disgregatore di valori. Il mercato infatti non si autoregola da sé e  per sua indole è amorale oltre che apolide. Impossibile pertanto poter servire contemporaneamente Dio e Mammona. Non a caso la regola di non avere alcuna regola (ovvero la deregulation) fu l'asse portante della reaganomics, la politica economica di Reagan che inaugurò la stagione delle "bolle speculative". 

E dato che  l'Italia non è un'isola, quando parliamo di debito nostrano, non possiamo dissociarlo dalle politiche  monetarie dei paesi egemoni.    Prego innanzitutto di visionare questo filmato "The Money Masters", che spiega in modo semplice ed efficace come nasce l'usurocrazia di pari passo con il conio della moneta e  più tardi, con la circolazione del denaro cartaceo, un problema annoso che si trascina fin dalle notti dei tempi.  
Chi scrive non è esperta in economia né in finanza. La mia formazione è del tutto umanistica e sinceramente farei volentieri a meno di dovermi occupare di questa materia, se non fosse che - piaccia o meno -  ha preso il sopravvento nelle nostre sempre più povere vite.

Il problema della "liquidità"  disponibile del denaro fu apparentemente risolto con la nascita della carta-moneta, quale titolo di scambio coperto da riserva aurea. Ben presto però, come mostra il filmato, si comprese che consentendo una circolazione cartacea superiore all'oro depositato, sarebbe stato facile aumentare la liquidità disponibile.
Fu così che nel 1971, per sottrarsi alla richiesta francese di commutare in oro l'ingente quantità di dollari emessi dalla FED, Nixon dichiarò l'incontrovertibilità del dollaro col famoso "Fiat Money". E Dollaro fu, quale moneta di riferimento internazionale.
Con l'espandersi della globalizzazione e con essa, della successiva finanziarizzazione dell'economia, gli Stati hanno incominciato  a quotare i loro titoli di Debito Pubblico nelle borse mondiali. Dunque non più debito nostrano e nazionale, come quello di un tempo, con uno stato "esposto" nei confronti dei suoi cittadini, ma un debito "internazionalizzato", con stati non più sovrani in balia delle scosse sussultorie e ondulatorie provocate  in Borsa da speculatori senza scrupoli della peggior risma, tutti parte  integrante dei cosiddetti "mercati finanziari". Costoro, coadiuvati dalle loro agenzie di rating in sfregio ai conflitti di interessi,  pretendono interessi sempre più elevati dagli Stati,  anche a costo per quel Paese,  di non poter più pagare stipendi,  pensioni, scuola, sanità con strutture ospedaliere, forniture energetiche ecc. Detto in altri termini, pena il collasso e fallimento di quello stato stesso (default).
Non c'è nessuno in Parlamento (sia nel parlamento italiano che in quelli di altri paesi), né docenti di cattedra, giornalisti, opinionisti, intellettuali di destra o di sinistra, luminari, esperti o altro che abbia il coraggio di dire e  di scrivere che questo sistema di predazione mondiale è del tutto immorale e mortifero per l'umanità. Per lo strozzino  comune dedito al racket dei negozi di un rione urbano, può accadere che si  aprano le porte del carcere, ma non per un Soros che intentò,  riuscendovi, una lurida speculazione sulla sterlina e sulla lira nel 1992, con tutto quel che ne conseguì in materia di svendita dei nostri beni. Anzi, ottenne quale premio, la laurea honoris causa a Bologna da Romano Prodi.
Ci tocca rivalutare perfino uno stato "canaglia" come la Malaysia che almeno ebbe il coraggio di spiccare una condanna a morte in contumacia per un simile malfattore. Uno dei tanti, uno dei troppi. E la Bankster Story continua...

Ma ora siamo arrivati al punto di non ritorno. Pertanto occorre uscire al più presto dal sistema dell'Euro, poiché come ho già detto in altre circostanze, meglio una fine horror che un horror senza fine.

04 September 2011

I $oldi degli Altri


Prelevo dal blog di M. Foa questo divertente specchietto di Fausto, un lettore che è transitato anche qui su questo blog.
il 12 agosto la manovra conteneva:
- contributo di solidarietà (raddoppiato per i parlamentari)
- abolizione delle province sotto i 300 mila abitanti
- festività infrasettimanali «non concordatarie» spostate a domenica
- via gli enti di ricerca e cultura sotto i 70 dipendenti
- tredicesima degli statali a rischio per amministrazioni che non abbiano centrato i risparmi attesi
Al 3 settembre, invece, tutto cambiato:
- via il contributo di solidarietà (tranne che per parlamentari – ma non è più doppio – e dipendenti pubblici)
- abolizione delle province rimandata all'approvazione di una legge costituzionale
- ripristino delle feste del 1 maggio, 25 aprile e 2 giugno
- restano gli enti di ricerca e cultura sotto i 70 dipendenti
- la tredicesima degli statali non è a rischio.
Nel mezzo alcune idee sono nate e morte nel giro di poche ore:
- ulteriore prelievo sui ulteriore prelievo sui capitali scudati (16 agosto)
- tfr in busta paga (17 agosto)
- scudo fiscale-bis (17-18 agosto)
- dismissioni del patrimonio dello Stato (19 agosto)
- modifica del contributo di solidarietà (con quoziente familiare; sopra i 200 mila euro)
- modulazione delle pensioni di «chi non ha mai lavorato» (25 agosto)
- intervento sul riscatto degli anni di leva e università nel computo delle pensioni di anzianità (29-30 agosto)
Mentre altre sono spuntate dal nulla dopo il 29 agosto:
- eliminazione dei privilegi fiscali delle cooperative
- carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro
- maggiorazione dell'Ires del 10,5% per le società di comodo
- pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi online.

Dopo questo ameno riassuntino,  auspichiamo che tra le tante metamorfosi ci sia anche il ritiro definitivo della scellerata decisione di mettere on line (ovvero "in piazza" e alla pubblica berlina) le dichiarazioni dei redditi che già vengono firmate con firma e dati verificabili, visto che i Caf e i commercialisti le tengono già sui monitor dei loro computer . Non c'è quindi bisogno di metterle sul web (ovvero sulla piazza informatica) per la felicità dei ladri, dei guardoni del sociale e di ogni altro malintenzionato.
Questa è una mossa da DDR, una mossa da totalitarismo assoluto che Ida Magli interpreta in questo modo:
Ieri, con la disinvolta decisione di "mettere in rete" le dichiarazioni dei redditi di tutti, è stato dato il colpo di grazia: il "patto" non esiste più perché i governanti hanno dichiarato che la parola dei cittadini non è valida, che la firma che essi appongono ai propri atti non ne garantisce la veridicità. Sarà la "piazza" a farlo. Si tratta, insomma, di una decisione talmente fuori da  qualsiasi ordinamento civile da far supporre (o almeno voglio sperarlo) che i governanti non si siano resi conto delle sue implicazioni, delle sue conseguenze. Un sistema politico, qualunque esso sia, anche non fondato sulla democrazia rappresentativa, se si libera delle proprie funzioni di regolamento e di controllo della legalità e della giustizia, consegnandole alla "piazza" (internet è appunto questo: la "piazza"), perde esso stesso ogni qualifica di civiltà, segnala l'approssimarsi di quello stato che un tempo chiamavamo "barbarie", ma che in realtà si è più volte riprodotto nella nostra storia anche recente, nei momenti di massima angoscia collettiva e di massimo degrado delle istituzioni: quelli del "dopoguerra".

Inoltre la Magli mette in guardia dal pericolo di una nuova Inquisizione e della  "prigione dei Debitori", un vecchio strumento medievale che credevamo relegato ai periodi oscurantistici della storia:

La "prigione per i debitori", vecchio strumento medioevale, percepito già nei cosiddetti secoli bui come troppo incivile per poterlo sopportare, è ritornato. Il limite fissato in base alla ricchezza non ne cambia né il principio né il significato. Allora furono  i predicatori popolari, proprio in Italia, rimasti unici "rappresentanti" del popolo e suoi difensori nel generale degrado del potere, a denunciarne la barbarie e a creare i Monti di Pietà pur di non consentirne la presenza.
Oggi possiamo soltanto constatare che il pericolo della barbarie è sempre dietro l'angolo e che, se non ci sarà un soprassalto di dignità e di consapevolezza da parte di tutti, dobbiamo prepararci a vivere un nuovo secolo buio.

Qui tutto l'articolo.  In nome delle "privatizzazioni" e del "liberismo" ci propinano in realtà  il peggior comunismo su scala planetaria. Cosa non si fa per la vil pecunia!

01 September 2011

Bombe democratiche e umanitarie




In principio fu Milosevic. E allora bisognava far cadere la sua dittatura nel nome dei "diritti umani" e dell'esportazione della democrazia in Serbia, con una gragnuola di bombe "democratiche" che durò 80 giorni. L'atto finale fu il tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità. Nessuno di quelli che sganciarono bombe per  mesi consecutivi uccidendo la popolazione civile, sarà processato.   
Poi fu Saddam Hussein, colui che aiutò gli Americani nella guerra contro l'Iran. Ma come disse Henry Kissinger "essere nemici degli Usa può essere pericoloso, essergli amici può essere fatale". E allora vada per la fatalità. Saddam fu impiccato in diretta dopo averlo mostrato mentre lo spulciavano e gli toglievano i pidocchi dai capelli. Poi l'hanno ammazzato, ma meglio ammazzarlo spulciato, che con le pulci del rifugio dove se ne stava rimpiattato per giorni. Ovviamente  le "armi di distruzione di massa" a lui attribuite non furono mai trovate, ma non importa: stava scritto che doveva dipartire. E dipartì.
Poi è stata la volta dell'alleato di ferro Mubarak, trascinato davanti a uno di quei tribunali-farsa su una branda ospedaliera, tra bende e flebo, in sfregio ad ognuno di quei "diritti umani" di cui si  vanno riempiendo così tanto la bocca. Ma essere amico degli americani può essere fatale. E fatalmente, scoccò anche l'ora di Mubarak.
Ora  è arrivato il turno del colonello Gheddafi. Dopo tante strette di mano, sorrisi,  baci, inchini, abbracci con tutti i capi di stato occidentali, la parola d'ordine è "bombardare la Libia".
La Libia è ricca, tutti hanno (o meglio avevano) una casa,  la sanità, l'istruzione. Lì, le donne non vengono discriminate secondo la sharia islamica, ma hanno un lavoro. La Sunna islamica non fa parte dello statuto della Jamahiriya voluta dal Rais e non c'è spazio per la Fratellanza Mussulmana né per il fondamentalismo, come già nell'Egitto di Mubarak.
Ma non importa: sta scritto nell'agenda delle grandi corporation straniere  che Gheddafi deve andarsene. E quando i "ribelli", quelli che girano in ciabatte con l'infradito e che non sanno tenere in mano nemmeno un kalashnikov, quelli che servono da foglia di fico alle forze Nato i soli veri professionisti delle armi, "conquisteranno" interamente Sirte dopo Tripoli, allora si aprirà un nuovo tormentone: Gheddafi Dead or Alive. Come Bin Laden. E già è così.

Frattanto è pronta la solita Corte dei soliti cortigiani dell'Aja con la solita sòla dei "crimini contro l'umanità". Nessuno di quelli che sganciano bombe, che seminano morte tra i civili, che lasciano morire i feriti come mosche, a centinaia... in ospedali rimasti a lungo senza cure e senza soccorso, verrà processato. Ma volete mettere la democraticità e l'umanitarismo di queste bombe? E' per la democrazia, dopotutto. I ribelli avanzano, Gheddafi cade e la Borsa vola. Specie i titoli energetici e quelli bancari. Del resto, sono loro che vogliono questa guerra, pertanto ci tengono aggiornati come una partita di calcio. Tutto il Rais minuto per minuto. Loro sanno cosa deve accadere. E se proprio non accade, faranno sì che   accada ugualmente.

Altri articoli sulla questione libica: "Ma il rais fa il suo mestiere" di Massimo Fini
La Barbarie occidentale dei Petronazi del blog Etleboro

Paradigma per un dittatore di Nessie

Inoltre per chi vuol sapere cosa stesse preparando Gheddafi in Africa  di non gradito alla Casa Bianca, guardi questo video che ho prelevato dall'amico Johnny: http://www.stavrogin2.com/2011/09/libia-oltre-il-petrolio.html