Durante il mio breve periodo di soggiorno nelle alpi della Svizzera Romanda mi ha colpito il ripetersi di un cartello assai eloquente, posto lungo i viali alberati delle campagne e i muri di alcuni centri urbani, scritto sia in lingua francese che in lingua tedesca: STOPPER L'IMMIGRATION MASSIVE! MASSIVENINVASION STOP!
Il manifesto è esplicito: gambe e piedi di orde barbariche che calpestano la bandiera svizzera con la croce bianca su fondo rosso. Qualche sinistro armato di bomboletta di vernice spray (ce ne sono anche lì, purtroppo) si è già teppisticamente premunito di trasformare la croce svizzera in una croce uncinata allo scopo di deformare e vanificare il messaggio contenuto nel manifesto.
Ma è solo un inutile ricatto morale destinato a lasciare il tempo che trova. Non si potrà mai arrestare la legittima aspirazione dei popoli e degli stati a poter controllare in casa propria flussi inseriti appositamente per farli saltare per aria e a disgregarne il tessuto sociale.
Ma è solo un inutile ricatto morale destinato a lasciare il tempo che trova. Non si potrà mai arrestare la legittima aspirazione dei popoli e degli stati a poter controllare in casa propria flussi inseriti appositamente per farli saltare per aria e a disgregarne il tessuto sociale.
Una gentile signora svizzera, proprietaria di un Bed & Breakfast sito in località montana del cantone di Vaud mi racconta una verità incontrovertibile: "Noi svizzeri abbiamo già dato. Siamo stati i primi a integrare con successo gli stranieri: italiani e spagnoli, all'inizio. E ora che si sono perfettamente integrati nel nostro tessuto, non possono chiederci di ricominciare tutto daccapo con una fatica improba che dura intere generazioni per potersi considerare compiuta, e per giunta con stranieri di altri continenti".
Come darle torto? Inoltre la Svizzera possiede già fin dal suo sorgere una multiculturalità endogena: tre gruppi etnici e culturali, di lingua tedesca, francese e italiana, con diverse confessioni, distribuiti su 26 cantoni sparsi a macchia di leopardo nel territorio ma raggruppati in un'unica Confederazione Elvetica. A questi tre ceppi linguistico-culturali fondamentali se ne aggiunge anche un quarto minoritario: il romancio, un idioma simile al ladino parlato nel cantone dei Grigioni e nell'Engadina.
Non ha pertanto bisogno di importare un pernicioso multiculturalismo allogeno, a rischio di destabilizzazione permanente, su modello melting pot anglo-americano (si vedano anche gli ultimi fatti di Londra).
Non ha pertanto bisogno di importare un pernicioso multiculturalismo allogeno, a rischio di destabilizzazione permanente, su modello melting pot anglo-americano (si vedano anche gli ultimi fatti di Londra).
L'Union Démocratique du Centre (UDC), che non ha nulla a che vedere con l'Udc di Casini, vuol limitare l'immigrazione in Svizzera. Per fare ciò, ha lanciato di recente une petizione che mira a ottenere almeno 100.000 firme allo scopo di promuovere un referendum d'iniziativa popolare sull' l'immigrazione.
Diventata la prima forze politica della Confederazione elvetica nel 2007, l'UDC vuole «contrastare l'immigrazione di massa », limitando il numero degli stranieri che vengono a posare le loro valige in Svizzera. «Lo scopo è ridare alla Svizzera i mezzi per gestire in maniera autonoma l'immigrazione », afferma il partito sul suo sito Internet.
L'UDC indica inoltre che «il flusso di stranieri che s'installano nel paese sfugge ad ogni effettivo controllo. Cause principali di questo fenomeno sono l'immigrazione proveniente dall 'Unione europea [UE], le frontiere aperte, i ricongiungimenti familiari troppo facili ». In aggiunta a ciò, vi è l'uso disinvolto del "diritto d'asilo", impiegato pretestuosamente per eludere i controlli.
Gli stranieri rappresentano ormai il 20 % dei 7,7 milioni di Svizzeri.
Per porvi rimedio, propone d'iscrivere nella Costituzione federale il principio d'immigrazione selettiva con l'instaurazione di quote annuali che verrebbero fissate negli «interessi economici globali della Svizzera e nel rispetto del principio di preferenza nazionale».
Qui nel sito del partito indicato, potete reperire l'appello ai cittadini elvetici a firmare per la costituzione di un referendum propositivo e le sue ragioni. Mai come ora, siamo tutti svizzeri non è un vuoto slogan.
Qui nel sito del partito indicato, potete reperire l'appello ai cittadini elvetici a firmare per la costituzione di un referendum propositivo e le sue ragioni. Mai come ora, siamo tutti svizzeri non è un vuoto slogan.