Nessie New Logo

26 February 2011

Qualcosa è cambiato tra gli Usa e il Cav


Sì lo so, Santoro mi fa venire il mal di pancia solo a guardarlo, ma l'intervento di Luttwak via satellite, durante l'ultima puntata di Annozero  di giovedi 24 è stato illuminante per capire che per il governo Berlusconi "qualcosa è cambiato" e che Fini su cui Luttwak aveva  inizialmente puntato le sue carte è stato brutalmente scaricato. Fini ora è relegato al ruolo viscido del perfido Jago amico della sinistra e  dell'Espresso al quale concede interviste di sputtanamento. No past, no future.  
A sentire ulteriore puzza di bruciato, però,  c'è la famosa lettera dell'ex ambasciatore repubblicano Ronald  Spogli  nella quale egli ribadisce che per gli Usa non c'è alleato migliore dell'Italia con note di  plauso (tutte false) a Silvio Berlusconi, lettera dal titolo
"Grati all'Italia"  ospitata sul Corriere del 25 c.m. Perché si decide solo ora che ci sono i cablogrammi di wilikeaks a sperticarsi in lodi tardive, quando ci sono state  fior di interviste precedenti (delle quali si è occupato questo blog) dove Spogli espresse tutto il suo malcontento e disappunto già ai tempi della fine del suo mandato? Siamo dunque all'indietro tutta. Chiediamoci perché.
A rendere lo scenario evidentemente pro yankee ci sono le comparsate di Ferrara e di Guzzanti sulla scena politica, i due "arrieccoli!", che tutti sanno essere di provata fede atlantista-neocon.
Ferrara comparirà dai primi di marzo con una striscia su Rai 1 dopo il TG dal titolo emblematico di  "Radio Londra".

Ora Berlusconi  agli Usa serve in piedi e i suoi difetti possono perfino essere una manna dal cielo per lo zio Sam, pronto a utilizzarli a proprio vantaggio. Per questo l'hanno "congelato" con  con tutti i suoi scandali, i suoi processi, coi suoi giri di valzer pro Putin, e a quanto pare, hanno già perdonato il Trattato di amicizia Italia-Libia dell'agosto 2008. Intanto ormai quel trattato è già diventato carta straccia. La base di Sigonella è già a disposizione dei nostri padroni di casa, e a noi non resta che dire "obbedisco", quali che siano le loro richieste in materia di interventi armati, basi logistiche, di "accoglienza profughi", di contropartite economiche su vantaggi e rendite di posizione col Maghreb e il MO (in particolare con la Libia) che prima avevamo e che perderemo, di sovranità nazionale ulteriormente ridotta in briciole.
Obama vuole l'oro nero libico, ormai non è  più un mistero, e ha fretta, molta fretta. E dopo aver fatto evacuare i cittadini americani dalla Libia ha intimato a Gheddafi il suo "Vattene subito!".
Quanto al Cav è bene che si ricordi del sibillino motto di Henry Kissinger "essere un nemico dell'America può essere pericoloso, ma esserle amico può essere fatale". ,.
Mubarak docet. Era un loro amico, no? Come pure lo era anche Ben Alì.

Quando il diavolo  ti accarezza....

Articoli correlati: "Obama vuole il petrolio libico" da Italia Oggi

24 February 2011

Ciao Sarcastycon!


Il nostro caro amico Marcello, alias Sarcastycon, noto blogger autore di tante memorabili vignette, sberleffi  e caricature sulla classe politica, e che tutti noi abbreviavamo in Sarc, ci ha lasciato. Ne apprendo la triste  notizia dall'amico Stealth che ne curava il blog. Il suo link rimarrà aperto su questo blog.  Ora con le sue vignette pungerà da lassù. Propongo che chiunque l'abbia incontrato e apprezzato qui sul web pubblichi una sua vignetta. Lui ne sarebbe contento.
Caro Marcello, un commosso e sentito grazie per averci divertito, e anche per la tua partecipazione a questo blog e al Giardino delle Esperidi.

Ciao, caro Sarc!

22 February 2011

I mercenari della rivoluzione nel Magreb

Che le rivoluzioni di tutto il Nord Africa diventate improvvisamente a macchia d'olio per quell'effetto domino che i media fanno apparire "spontaneo",  siano invece telecomandate dagli Stati Uniti ormai è chiaro come ...il Sole. E difatti proprio sul Sole 24 ore, prelevo la notizia di un famoso mercenario della rivoluzione in servizio in pianta stabile in Serbia prima, e successivamente avvistato in Egitto. Vi si può leggere vita, morte, miracoli e ovviamente rivoluzioni di questo ultraottuagenario a nome Gene Sharp (nella foto in alto). Secondo Cristian Rocca, autore del pezzo,  "gli scritti di Sharp, tradotti in 28 lingue, sono stati studiati dalle opposizioni in Zimbabwe, in Birmania e in Iran. Nel 1997, racconta il Wall Street Journal, un militante polacco-americano, Marek Zelazkiewicz, fotocopiò le 93 pagine di Sharp e le portò con sé nei Balcani, insegnando le tattiche di resistenza nonviolenta in Kosovo e poi a Belgrado".
Ora tocca alla Libia. La Libia brucia e conviene a molte majors petrolifere impadronirsi del suo "oro nero". E allora chissenefrega se sarà l'Italia a dover subire la bomba demografica dell'assalto alle sue coste? Intanto là c'è l'amico brianzolo del Beduino della Sirte che ha fatto "loschi affari con lui",  perciò con una fava si possono pigliare i due classici piccioni: impadronirsi dell'oro nero e mandare a picco l'Italia.   Del metodo Sharp parla anche Marcello Foa in questo interessante articolo comparso sul Corriere del Ticino e scritto sull'Osservatorio europeo di giornalismo. Perché dei mercenari pagati da Washington, di veri e propri destabilizzatori di professione, fatte salve, le rare eccezioni, tacciono  tutti gli altri media ufficiali?  Perché vanno invece magnificando la "bellezza della rivoluzione" e dell'"esportazione della democrazia", anche a rischio di mettere in gioco forze ultraconservatrici come l'esercito (quando va bene) e teocratiche come  la Fratellanza mussulmana,  già sul piede di guerra a lanciare fatwe?  

Ed ecco in questo articolo sul Giornale, il citato Foa mette l'accento su due possibilità concrete:
1) se Gheddafi cade, si riverseranno moltitudini da esodo biblico qui da noi.
2) Se Gheddafi resiste e organizza la sanguinosa repressione, diventa per l'Italia,  un alleato scomodo e imbarazzante presso la comunità cosiddetta "internazionale" , già pronta a trascinarlo davanti alla Corte dell'Aja.

Frattanto l'ONU ci obbliga già per decreto ingiuntivo ad accettare tutti, ma proprio tutti.  Ce n'è una terza di conseguenza disastrosa: il ritiro di tutti gli affari che non solo Berlusconi, ma anche il governo Prodi e D'Alema avevano fatto con Eni, Finmeccanica, con molto azionariato congiunto, tra Italia e Libia. Lo scenario rassomiglia, a voler essere ottimisti, alla crisi petrolifera del 1973 quando di botto ci trovammo generi di prima necessità rincarati,  la domenica a pedalare, con le scorte del riscaldamento razionate. Con l'aggravante dell'incessante via vai di imbarcazioni dalle coste nordafricane.  
Peggio di così si muore.  E difatti...

19 February 2011

I bigné sciropposi di Benigni



Dal sito Dagospia - Lettera 14
Ritengo Benigni un fenomeno da baraccone scaduto. Mai mi è piaciuto, perché si dà tanto da fare per piacere. Non lo guardo, non tanto per il sentimento di repulsione che mi suscita, con quella parlata toscana già di per sé urtante e da lui accentuata in un crescendo volgare e contraffatto, ma per il totale disinteresse per la sua arte, o così definita, da attore itinerante, quello per intenderci sempre pronto ad adattarsi a seconda del luogo. Enormemente sopravvalutato e ora icona del popolo anti-berlusconiano che allieta con le sue battutine sceme; anche lui sicuramente un mezzo disoccupato il giorno in cui il Cavaliere non ci sarà più. Ma sì, certo, non è immortale, non preoccupatevi.
Sarà dura poi con Rosy Bindi! Certo che la toscanità dei due è da delirio. Urla, strepiti, confusione. Ma Benigni pretende di passare per intellettuale. Gli si attribuisce una lettura di Dante insorpassata. Ma ascoltatevi Sermonti, quello sì che Dante lo conosce e non ne fa uno strumento da centinaia di migliaia di Euro a serata!
Wizardofoz
(da Libero) Questa volta si farà pagare. E, a quanto risulta dalle indiscrezioni, mica poco. Roberto Benigni, per salire domani sera sul palco dell'Ariston potrebbe incassare duecentomila euro, forse pure di più. Pensare che l'ultima apparizione in Rai l'aveva fatta a titolo gratuito, partecipando al programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio Vieni via con me. In quell'occasione, però, il comico doveva difendere una buona causa: c'era da parlar male di  Berlusconi in diretta. Certe cose  non hanno prezzo. Per tutto il resto, invece, ci sono le casse di viale Mazzini. Forse stavolta il motivo della comparsata non basta a giustificare la trasferta senza rimborso spese. Benigni infatti dovrà parlare dei 150 anni dell'unità d'Italia, a cui la puntata è dedicata. «Farà l'esegesi dell'inno di Mameli», ha spiegato ieri Gianni Morandi, «sarà una cosa sobria e solenne sul canto degli italiani». Fateci capire: per Saviano contro Silvio anche a costo zero; per la Patria e il Tricolore fanno duecentomila euro?
 Ho riportato questi due pareri, e ci aggiungo anche il mio a proposito della iperglicemica Benigneide che si va estendendo su tutti i giornali, dopo l'ospitata a Sanremo del comico toscano : ovazioni della stampa di sinistra, di centro e di destra, su vari giornali on line come l'Occidentale che si è supinamente accodato, e anche su vari blog di sinistra e destra. Non può essere questo Giullarone saltimbanco da case del popolo a unire gli italiani per il compleanno della Patria. Ma il fatto che ce lo vogliano contrabbandare con questo ruolo salvifico è comunque preoccupante, perché vuol dire che attualmente in Italia manca una vera "analisi" del fenomeno storico del Risorgimento e del suo retaggio. E che perciò dovremmo accontentarci di una patacca.
Benigni proviene da un partito che il tricolore lo nascondeva sotto uno straccio rosso sangue falcemartellato, simbolo della lotta di classe e della "dittatura del proletariato", cioè qualcosa che divide, aizza all' odio e non unisce. Nelle sue tosche case del popolo s' intonava l'Internazionale, inno antipatriottico per antonomasia, poiché invitava  i proletari  di tutto il mondo a unirsi, a combattere e a distruggere i loro stati (ha da venì Baffone, si diceva, in riferimento a Stalin) . Benigni è l'utile, ma anche il futile  idiota  (peraltro astutissimo nel far soldi) di un raggruppamento politico che una volta eletto (parlo del trascorso governo Prodi) gli fece dire: "Ci siamo tanto occupati di Berlusconi quando era al governo, ora che siamo noi al governo dobbiamo preoccuparci perché è all'opposizione". Un invito esplicitamente "democratico" a fare sparire anche l'opposizione.   Durante la sue pallosa e compiaciuta lectio magistralis sanremese sull'Inno di Mameli e il Risorgimento si è  proferito contro il "nazionalismo" da lui considerato "male assoluto" e sul "razzismo" considerato aberrante. Poi non ha resistito a fare la lezioncina sintattica a Bossi "sulla vittoria ché  schiava di Roma" .  Peccato però che in accordo coi suoi burattinai, si sia scordato di porre l'accento su quel legame di sangue-suolo che è  un concetto portante del Risorgimento; e pure su quello "ius sanguinis" (diritto di sangue) che i neoesegeti del Risorgimento come lui e Napolitano, omettono di ricordare, perché non fa comodo al Nuovo Ordine Mondiale. E cioè, essere italiani significa esserlo per via di retaggio ereditario: perché i tuoi genitori lo sono, i tuoi nonni lo sono e così via,  in un territorio indipendente, libero e sovrano.
Nossignore, oggi invece si può  sbarcare all'arrembaggio del nostro Paese a qualunque ora del giorno e della notte, si può aprire un negozio di kebab o di altra paccottiglia, che secondo i "neoesegeti risorgimentali" puoi considerarti Italiano nel giro di 5 anni. Poi saranno 3. Poi subito. Fino alla perdita della nostra amata Patria morta di decomposizione sociale, perché non sarà più nostra, ma un'immensa esplosiva favela multietnica  le cui bellezze residue saranno deturpate e svendute all'incanto in men che non si dica.
In altre parole, senza  più tetto, né legge, né sovranità monetaria. Tanto valeva allora, tenerci gli Austriaci.
Massì... Viva l'Italia! Quella senza gli sciropposi  (ma avvelenati) bigné di Benigni.

17 February 2011

Cara Ue, il problema delle migrazioni non è solo finanziario


Maroni chiederà 100 milioni di euro per far fronte all'emergenza immigrazionista. Ovviamente quando verrà destabilizzata anche la Libia, la Giordania, lo Yemen, il Libano fino ad arrivare l'Iran, arriveranno e arriveranno come un'alluvione umana. Tanti che sarà impossibile contarli. Contare gli sbarchi e contare le persone. Maroni (che ultimamente mi piace sempre meno, perché sembra diventato un parroco della Caritas) sa perfettamente che il problema non è solo quello di ricevere denari. Che la Lega non è stata eletta per razionalizzare l'emergenza, ma per fermarli. Il popolo del Carroccio si lamenta ed è confuso e frastornato su Radio Padania.    Ma come? dovevamo essere noi quelli del  "foeura d'i ball" come recitava un loro manifesto elettorale. Dovevamo essere noi a ricordare che gli Indiani sono finiti nella "riserva indiana" e perciò è finita la loro cultura del cavallo e della prateria, grazie alle invasioni. Che noi no, non avremmo fatto la stessa fine... E ora? Ora siamo a fare i tesorieri della Ue che ha bisogno del pontile d'attracco-Italia per metterci in prima linea? Sono tutte domande alle quali Maroni dovrà rispondere politicamente e non solo con la copertura finanziaria. Il problema dei problemi non sono 100, né 200 né 300 milioni e lui lo sa, ma non lo dice.

 Il problema dei problemi è come ho ripetuto infinite volte, quello della decomposizione sociale, dell'ordine pubblico che necessariamente sfugge al controllo, della superficie del nostro paese assai ristretta già per noi, dei servizi sociali che andranno in tilt, degli ospedali che dovranno trasformarsi in lazzaretti dove noi pagatori di contributi sanitari saremo trattati da "ultimi", delle scuole dove sarà inutile insegnare Dante e imparare l'Italiano, dell'edilizia popolare e della cementificazione ad uso dei "nuovi arrivati". Come pure della moscheizzazione del territorio.
Qualcuno noterà che non ho parlato di "terrorismo". E' una tesi che non mi convince. Scommettiamo che non ci sarà un solo attentato "terrorista" durante tutta quest'atroce emergenza da incubo? Il perchè è semplice: il vero terrore sta nella marea demografica montante, è nella propaganda patetica fatta dai TG che ci presenta scene familiari strazianti per farci sentire in colpa di non si sa bene che. Quasi a volerli invitare tutti qui.
Se dovessero anche "farsi esplodere" allora sarebbe  la volta che i cittadini italiani imbraccerebbero davvero le armi per difendersi e farebbero fronte comune: cittadini di destra con cittadini di sinistra. Beninteso, ho parlato di semplici cittadini e non di capoccia politici. Chi ha pianificato tutto questo bailamme, starà ben attento per il momento a non usare l'arma del "terrorismo internazionale". Non gli conviene.


15 February 2011

Ostellino: vivere in Russia, pardon al Corriere

Oggi si dicono tutti liberali. Anche i comunisti. Chi? comunista io? Jamais couché avec . Vigliacco se c'è qualcuno che coerentemente con ciò che era,  non prende le distanze dal suo passato.Oggi si  dicono tutti eretici, eterodosssi, liberali, libertari, democratici, moderati.  Ma all'inizio c'era solo lui e pochi altri tra le penne del giornalismo italiano ad essere liberale: Piero Ostellino. Eppure lì in Via Solferino gliene è accaduta una bella: 52 fior fior di penne all'arrabbiata hanno firmato contro un suo editoriale che vi prego di leggere integralmente.  E non è successo nei soliti plumbei (nel senso concreto del piombo) anni '70, ma proprio oggi. C'è quella frase incriminata del "seduta sulla propria fortuna" che cito testualmente pregando però chi legge, di inserirla in tutto il testo e contesto dell'articolo, e non a limitarsi a estrapolarla come invece ha fatto questo branco di ottusi.
 "Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia - diciamo così - partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l'indulgenza all'esame o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute - dopo averne intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni - le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un'operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne".
Che ha detto Ostellino di così vergognoso? Non ha invitato nessuna donna "a darla via" come si dice volgarmente. Ma ha solo detto che se si va in cerca di tutte quelle che praticano delle scorciatoie per il successo, così... tanto per  avere il pretesto di "aprire inchieste giudiziarie", allora oltre a mandare in tilt la magistratura, si sostituisce lo Stato Etico a quello politico. Inoltre questi talebani, si mettano d'accordo con sé stessi: prima marciano per la "dignità della donna" eppoi stigmatizzano chi si oppone alle perquisizioni corporali, come è avvenuto anche per una giornalista del Giornale, quando ha osato scrivere un articolo sulla Boccassini?!
Ecco la cosiddetta Lettera di alcuni giornalisti del Corriere a Piero Ostellino la quale , come nel miglior stile da Soviet supremo, non poteva essere che "collettiva". La copioincollo fedelmente:
Gentile Direttore,
abbiamo letto il suo fondo di mercoledì scorso, «L'immagine dell'Italia e la dignità delle istituzioni», dove testualmente affermava: «Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia - diciamo così - partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l'indulgenza all'esame o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un'operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo». Noi pensiamo che sia inaccettabile pensare che "la fortuna" di una ragazza risieda in una o più parti anatomiche da offrire al potente di turno, sia esso un professore o un politico, e che il mondo sia pieno di persone che s'impegnano per raggiungere risultati e far carriera conservando la propria dignità. Legittime tutte e due le scelte: noi sosteniamo la seconda.
Massimo Alberizzi, Antonella Baccaro, Marco Castoldi, Federico Cella, Alessandra Coppola, Emilia Costantini, Laura Cuppini, Fabio Cutri, Claudio Del Frate, Paola Di Caro, Andrea Fanti, Paolo Foschi, Gianna Fregonara, Federico Fubini, Sara Gandolfi, Marco Imarisio, Mariolina Iossa, Irene Lasalvia, Andrea Laffranchi, Marco Letizia, Giuseppina Manin, Michele Manno, Paolo Mereghetti, Alessandra Muglia, Carlotta Niccolini, Manuela Pelati, Gaia Piccardi, Carmen Plotino, Franca Porciani, Luisa Pronzato, Paolo Rastelli, Simona Ravizza, Sara Regina, Monica Ricci Sargentini, Orsola Riva, Maria Laura Rodotà, Ilaria Sacchettoni, Annachiara Sacchi, Fiorenza Sarzanini, Edoardo Sassi, Elisabetta Soglio, Paolo Tomaselli, Giuseppe Toti, Stefania Ulivi, Luca Valdiserri, Silvia Vedani, Rossella Verga, Paolo Virtuani, Luca Zanini, Cecilia Zecchinelli

A rincarare la dose c'è l'aver deferito ai "probiviri" dell' Ordine dei giornalisti il vecchio Ostellino dalla barbetta risorgimentale che ha fatto l'inviato in Russia per anni, ai tempi del realsocialsmo sovietico, da parte del sito femminista  www.xxdonne.net . La strada è già stata aperta in redazione e allora c'è subito chi ne approfitta: caccia grossa al "maschilista".
I probiviri dell'Ordine (che ben conosciamo per aver censurato Feltri e tanti altri giornalisti, rei di non allineamento) si pronunceranno a breve.
Ma la vera vergogna è che un gruppo di suoi colleghi,  penne che firmano articoli  sul Corsera, invece di avere risposto individualmente da opinionista a opinionista, nello spirito di un  vero contradditorio, abbiano sentito il bisogno di fare il solito manifesto in stile manifesto anti commissario Calabresi.
Vivere in Russia? noscrivere in Via Solferino. Altro che parlare di Locke, Hume, Montesquieu come fa spesso il vecchio giornalista. Qui siamo ancora alla cortina di ferro!
 Il comunismo è morto, ma i comunisti sono vivi e vegeti, riempiono le piazze, firmano manifesti collettivi, sognano la spallata al governo e sono pronti a marchiare a fuoco con tanto di  lettera scarlatta chi non la pensa come loro. Prima c'era la lettera  A come Adultera, oggi c'è la lettera B, come Berlusconiano. Si dà il caso che Ostellino non voti da 30 anni. Ma questo ai 52 soviet del Corserva non interessa. L'importante è ...... è firmare.

Qui il video dell' intervento  di Ostellino al Teatro Dal Verme di Milano.

12 February 2011

Stanno arrivando i barbari ma la Ue non sa che vestito mettersi

"Bomba umana" l'ho chiamata, non a caso. Sì, perché le nuove "armi di distruzione di massa" oggi sono le migrazioni bibliche e la demografia fuori controllo.
E' questo che voleva Barack Obama e la sua esportazione della democrazia "preventiva" negli stati del Maghreb? Full Change, We need a  Full Change, ha starnazzato Hillary Clinton. E chissenefrega delle conseguenze in Europa e da noi in Italia, vero Mrs Clinton?
Ci vuole poco a mandare a picco uno stato come l'Italia che è per sua conformazione geografica, un ponte sul Mediterraneo. Per il resto niente di nuovo, così come identica è la retorica dei media mainstreams occidentali che inneggiano alla libertà, alla gioia della folla, al risveglio del popolo arabo, a quanto è bella l'agorà nella Piazza Tahir del Cairo, ecc.
In queste ore è ripreso lo sbarco di clandestini a Lampedusa. Oggi  sono tutti tunisini ma tra qualche giorno, saranno tutti egiziani, poi algerini, eppoi chissà cos'altro. A migliaia e migliaia, al punto che il governo italiano è costretto a proclamare l'emergenza umanitaria, come da allarme lanciato da Maroni, il quale ha denunciato il rischio infiltrazioni terroristiche ma soprattutto delinquenziali in libera uscita.  Siamo già a quota di oltre 4000, ma impossibile fermarli.
L' immigrazionismo deregolato, come ho spiegato più volte,  è strumento di decomposizione sociale e di frantumazione dell'unità culturale dei popoli, in prima luogo; e di invasione coatta nonché d' istigazione a scontri interetnici, in secondo luogo. Il fine ultimo, è la sostituzione delle masse autoctone con quelle allogene. La libera circolazione degli uomini, delle merci e dei capitali, è il DOGMA del nuovo fondamentalismo mercatista. E mentre noi ci lambicchiamo il cervello nelle nostre previsioni temendo che la Fratellanza Mussulmana possa prevalere in Egitto e ovunque ci siano vuoti di potere nel Maghreb, gli EFFETTI COLLATERALI del nuovo "fondamentalismo mercatista", sono già qui tra di noi:  sbarchi incessanti in Italia, sotto ai nostri occhi spaventati e impotenti. Fuori dalle non più patrie galere tunisine, sta arrivando di tutto e di più.
E' questo che voleva il sig. Barack Obama? E' questo che vuole la baronessa Ashton e le élites Ue che stanno a guardare, invece di intervenire?
All'interno di questo sfacelo, la solita sinistra sfasciacarrozze invoca la riapertura dei centri di accoglienza, l'esportazione di nuove colorate "rivoluzioni egizie" contro il "tiranno di Arcore". Per mandarci a picco prima possibile, sia  demograficamente che economicamente. Non ci sono soldi per dare lavoro ai nostri ragazzi, in compenso dobbiamo sprecarne per mantenere, smistare e rimpatriare le nuove migrazioni bibliche. E' come raccogliere l'acqua del mare col cucchiaino.

Per inciso, il ministro degli Interni (ma non sarebbe più  giusto che fosse il ministero della Difesa a occuparserne? ) Maroni ha cercato di richiedere con urgenza una riunione con gli alti Eurokommissar per questa nuova catastrofe umanitaria , ma si è sentito rispondere picche. Ci vuole una richiesta di convocazione con almeno 16 giorni d'anticipo. L'Italia sta per essere sommersa ma i papaveri di Bruxelles, vogliono domande in carta bollata e 16 gg di anticipo. Inoltre non hanno ancora deciso che abito mettersi addosso per le nuove prossime assemblee. Se e quando ci saranno. Intanto si vedrà….

11 February 2011

Alessia e Livia, due cucciole da salvare

Le due gemelline Alessia e Livia sembrano essere state inghiottite nel nulla. Nel vedere i loro volti teneri di bionde bamboline credo che chiunque abbia un po' di cuore sia preso da grande apprensione e commozione. Raggelanti le ultime notizie di un padre depresso e devastato dalla sua follia che ha cercato in Internet notizie sui veleni, che si è dato alla morte in modo violento sotto un treno a Cerignola e che ora sembra abbia fatto pervenire un'atroce missiva alla moglie in cui si scrive "Le bambine riposano in pace e non hanno sofferto. Non le rivedrai più".
Questa è una delle tante, delle troppe tragedie familiari della follia, dove i bambini sono le vere innocenti vittime travolti da un destino drammatico, ostaggi della violenza degli adulti, strattonati e spezzati in quegli affetti che dovrebbero proteggere la loro  giovane vita. 

Al  folle padre,  evidentemente non bastava distruggersi: ha voluto distruggere anche le sue due creature che - ignare e innocenti -  si affacciavano alla vita. Se c'è ancora un barlume di  speranza, spero che le due piccole possano tornare sane e salve a  riabbracciare la loro madre. La quale avrebbe forse dovuto vigilare maggiormente sul precario stato di salute mentale del marito, tenendo le figlie al riparo da lui. Ma si fa presto a giudicare, quando non si è dentro alle situazioni.

Il pensiero corre a quello spossante viaggio verso la morte in cui le due cucciole avranno cercato  un vero nido, il calore di una famiglia unita, il sorriso della loro mamma, le loro abitudini, la cameretta con i loro giocattoli. E invece erano con un padre già lontano, freddo e insensibile prigioniero della sua pazzia e del suo malessere.  La speranza  è l'ultima a morire, perciò speriamo che quelle parole agghiaccianti siano state solo un  brutto scherzo,  per fare dispetto alla moglie. Ma è una flebile speranza ridotta a lumicino.

Segnalo questo interessante articolo "L'amore che diventa odio è capace di ogni cosa" dell'avv. matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace , sul disagio familiare divenuto problema globale.

08 February 2011

Dalla rivoluzione sessuale ai Piagnoni di Savonarola

 Chi l'avrebbe detto mai? Non era forse  la sinistra quella dell'amore libero, delle comuni reichiane ispirate al teorico della "Rivoluzione sessuale" Wilhelm Reich, della "scopata senza cerniera", come la chiamava la femminista di sinistra Erica Jong, del pansessualismo postfreudiano e postmarxiano, della morte della famiglia, della "coppia aperta", dell'aborto al nono mese di gravidanza, dei matrimoni omosessuali con adozioni figli e di tante altre bellurie del genere?
Dopo il Palasharp a Milano la cosiddetta "società civile" dei soliti noti Gad Lerner e Dario Fo, Umberto Eco, dei Flores d'Arcais, dei Travaglio, dei Zagrebelsky e dei Saviano ha ricevuto la benedizione di uno sponsor d'eccezione: il Madonnaro golpista e ribaltonista Oscar Luigi Scalfaro, colui che firmò l'unica condanna a morte della nostra storia politica. Il malcapitato, manco a dirlo,  morì giustiziato. Colui che, tra un devoto colpo di ginocchio e l'altro sui gradini dell'altar maggiore,  in un afflato di bigottismo prese a ceffoni una signora, rea di indossare un abito troppo scollato al ristorante. Complimenti compagni! Questo sì, è progresso. PalaManette, pardon Palasharp è stato tutto questo. Ma non basta ancora.

Si sta approntando un nuovo raduno delle cosiddette "masse femminili": la marcia per la dignità della donna del 13 febbraio, un'anticipazione di fine inverno, del fatidico 8 marzo, dove ovviamente, si replicherà. Ci sono in giro troppe "veline", "meteorine", "letterine" e "arcorine" scatenate e  senza principi, e ora le neofemministe con alla testa Concita chiappa ardita, insieme alla Lante della Rovere, a Cristina Comencini, a Susanna Camusso della CGIL, all'anziana signora Silvia Vegetti Finzi, fine psicologa da rotocalco, alla solita Dacia Maraini dall'immancabile sciarpettina intorno al collo, la Aspesi, la Buy, Carmen Llera Moravia (quest'ultima autrice di discutibili pornoromanzetti ispirati ai suoi incontri erotici con la nomenklatura di sinistra - e che nomenklatura, visto che vi si parla perfino di "mutande sovietiche")  e ad altre volonterose, ci provano: la marcia della rieducazione nei confronti delle giovani "squinzie" dell'Olgiattina.
Ma come care compagnucce?! non eravate voi quelle de "l'utero è mio e me lo gestisco io"?
E allora dove diavolo sarebbe l'onta? Piaccia o non piaccia, queste "olgiattine" se lo gestiscono eccome. Non vi sentite un po' responsabili anche voi di questo mercimonio verso cui vi scagliate tanto? A voler storicizzare con un certo rigore, le cattive maestre apripista di questo sbracamento siete state proprio voi. Aspetto che facciate "autocritica" e "autocoscienza": non dicevate  forse così nei vostri "collettivi"? Ma ora dopo "l'autogestione del proprio corpo" siete passati alla difesa ad oltranza del "corpo collettivo". E in un furore moralistico,  siete pure alla ricerca del "corpo del reato".
La sinistra dopo aver provato l'ebbrezza dionisiaca della rivoluzione sessuale, ora scopre i rigori ascetici della tonaca dei Piagnoni di Savonarola.
Manette, cilicio e tonaca... Non c'è che dire, davvero un bel ritorno al Futuro.

05 February 2011

Il capitalismo della de-crescita e dell'indebitamento

La ricchezza compromessa  e l'attacco al risparmio sono i temi di questo interessante ma apocalittico pezzo di Giulio Sapelli apparso sul Corriere di giovedi 3 febbraio. Il welfare "fai da te" (ovvero la famiglia, considerato ancora un potente ammortizzatore sociale) ancora funziona. Ma fino a quando? "La disoccupazione inizia a intaccare il reddito delle famiglie che si fanno carico dei giovani Il welfare «fai da te» ancora funziona Ma sta bruciando la ricchezza futura".
 Nel leggerlo ho provato lo stupore di chi certe cose le ha sempre paventate dentro di sé, anche se poi non potevo razionalizzarle chiaramente come l'autore, dato che non sono un'esperta in economia.  La domanda che sorge spontanea è: perché finalmente il Corriere della Sera, giornale dei poteri forti, si decide a pubblicare articoli come questi solo ora? perché i soloni dell'economia continuano a parlarci di espedienti per favorire la crescita, quando sanno perfettamente che per poter crescere dobbiamo uscire dal "mondo storto" che ci hanno propinato? E perché continuano a parlarci stolidamente di "patrimoniali" per deprimerci e deprimere ancor più un'economia già male in arnese?

Esistono dei sommovimenti sociali che non s`intravedono, che non sono apparenti. Anzi, a prima vista i comportamenti collettivi e le forze strutturali e nascoste della macchina della circolazione delle merci e dei capitali ci fanno balenare dinanzi immagini che non corrispondono alla realtà.
Come i miraggi nel deserto:città fantastiche s`innalzano tra scintillii e poi ci accorgiamo che erano solo dune sulla linea di fuga dell`orizzonte. Così è stato in Italia negli ultimi quindici anni.Intendiamoci: non è vero che non siamo cresciuti, anzi siamo più ricchi anche se più diseguali.Sarebbe impossibile la stessa riproduzione sociale se ciò non avvenisse.
Essa continua sebbene, come scopriamo dalle statistiche, sempre più lentamente e con fatica, seguendo le disuguaglianze territoriali storiche del nostro paese. Vengono in tal modo costruendosi equilibri sociali sempre più precari che possono spezzarsi all`improvviso, come 1` argine che si disfa per la pressione continua e invisibile dell` onda (Tunisia ed Egitto docent...). Sono, quindi, equilibri sempre più precari e a bassa intensità di capacità riproduttiva di quelle risorse prima evocate.
La crisi ha contribuito enormemente alla costruzione di questi equilibri sociali sempre più instabili. Gli effetti dispiegati della crisi, del resto, non si sono immediatamente manifestati per quel movimento d`inerzia che chiamiamo complessità sociale oppure modernità oppure fluidità delle reti, a seconda del nostro grado di fascinazione rispetto ai maghi della creazione di quei miraggi prima evocati. E questo perché più le società sono differenziate e complesse e più sono stratificate, le società stesse più mettono in moto dispositivi naturali, sociali appunto, di resistenza alla crisi. Per esempio: la famiglia come condivi- sione di redditi e di proprietà abitative, il prolungamento del periodo scolastico superiore come tempo di attesa di non si sa che cosa, la conservazione di una società di pari tra amici che condividono dei beni altrimenti non raggiungibili individualisticamente.Del resto, attorno a noi tutti parlano con i telefonini, tutti i fine settimana i treni per executive ad alta velocità si riempiono di giovani e di popolo. La crescita, quindi, pensiamo, continua: basta con ì profeti di sventura, diciamolo! Ma ecco che un forte vento si leva nel deserto e il miraggio sparisce e scopriamo, dati Istat alla mano, che se la crisi aveva fatto crescere di poco, il reddito nazionale degli italiani, oggi, ossia, statisticamente, nel 2009, lo scenario muta. Per la prima volta rispetto al 1995, infatti, il reddito delle famiglie smette di aumentare.Prima, infatti, cresceva, anche se con quella lentezza or ora descritta:oggi si passa, invece, dalla «lentezza in avanti» a un bel passo indietro.Addirittura, il reddito, diminuisce rispetto a quel fatidico 1995 e diminuisce di ben il 2,7%, mentre ancora nel 2006, pensate un po`, lo stesso reddito cresceva del 3,5%. Che cosa è successo? E semplice e drammatico insieme.
La crisi presenta i suoi conti:la cassa integrazione inizia a rarefarsi nonostante l`impegno profuso in tal senso dal governo e dai sindacati «partecipativi- non antagonisti», la disoccupazione giovanile inizia a intaccare lo stesso reddito delle famiglie che si fanno carico dei giovani che vivono a casa senza contribuire al bilancio famigliare. Sono appunto questi ultimi, i bilanci famigliari, a essere intaccati e lo sono senza pietà.Si stanno consumando risparmi di una o due generazioni sull`altare sacrificale di una disoccupazione strutturale di massa che accomuna ormai i giovani di tutto il mondo, dal Maghreb agli Usa passando per l` Europa.
Le macchine divorano gli uomini della globalizzazione così come le pecore degli appezzamenti privati divoravano gli uomini che trovavano nutrimento e riproduzione sociale grazie alle terre comuni: una sofferenza enorme che aprì, però, tra settecento e ottocento, la via alla formazione del proletariato della prima rivoluzione industriale inglese. Oggi solo in Asia le sofferenze aprono un mondo nuovo: quello del moderno capitalismo dell`indebitamento che, in ogni caso, se in quelle terre continua a divorare i contadini, però inizia a formare proletari. E l` inizio di un futuro.
La domanda è se, a partire da questo modesto ma importantissimo indicatore italico, si possa dire che questo arretramento sociale sia soltanto temporaneo e che ci sarà, in ogni caso, un futuro per tutti noi occidentali anche in questa nuova forma di capitalismo fondato sull`indebitamento e sulla disuguaglianza crescente.
E difficile rispondere positivamente.
E questo perché è lo stesso popolo a far ora parte di questo nuovo capitalismo della de-crescita. Pensate al dato (che sorprende solo i super ideologizzati) che ci svela che una buon parte del reddito famigliare di molti è arretrato perché in questi anni son discese di molto le rendite finanziarie, ossia i dividendi e gli utili distribuiti dalle società quotate in borsa.
Questo porta alla luce che anche nella periferica Italia, che sta a metà del mondo - ultima dei primi e prima degli ultimi - il popolo investe nel capitale finanziario e rischia in forme anni or sono assolutamente imprevedibili
Fare una patrimoniale in un mondo siffatto, con famiglie di tutte le classi e ceti sociali indebitate con i muti, invischiate, lo ripeto, con il rischio finanziario che come sappiamo è impazzito a vantaggio di un pugno di manager strapagati, vuol dire ancor più impoverire le famiglie italiane, non colpire i ricchi. C`è di che chinare il capo a terra, allora, porre l`orecchio ben fermo al suolo e umilmente. Porsi all`ascolto dei sommovimenti di una società che rischia un arretramento sociale, prima che economico, che può porre tutti noi in una situazione di sofferenza prima mai immaginata.

03 February 2011

Un Elefante per spin doctor? Meglio di no

Giuliano Ferrara non è ancora entrato nella redazione del Giornale che già s' ode a destra un fracasso di cristalleria in frantumi. Dicono che il Giornale non se la passi bene in quanto a conti in rosso. Se arriva lui  sarà "profondo rosso"?
Quando si dice la pachidermica delicatezza! Pare infatti che abbia lanciato parole di fuoco contro la mancata attenzione del Premier  agli "spin" della sua comunicazione. E non solo: la manifestazione contro la "casta violenta" non s'ha da fare. L'idea di una dimostrazione di piazza sarebbe "criminale" ("Un comunicato politicamente criminale, seguito al vertice riunitosi intorno al presidente del Consiglio, ha rischiato di dirottare nel grottesco la sua iniziativa politica di un piano nazionale per la crescita..." ha scritto).

Uhllallà!  E nientemeno? Leggere l'antefatto relativo al Foglio  qui. Insomma è chiaro che l'Elefante non sopporta la Brambilla, ma soprattutto  emette barriti e assesta  furiosi colpi di proboscide all'indirizzo della Santanché, già accusata di "insistenza smodata". Che la Santanché e la Brambilla non siano delle cime, in fondo lo penso anch'io. Ma c'è modo e modo di dirlo.

In particolare per un aspirante spin doctorone come lui,  che ha cavalcato molte tigri, ma  nessuna di queste lo ha mai condotto a giusta destinazione. Ma ricapitoliamo.
Ricordate la sua malandrinata, la disfida del Mugello nel 1996? Tutti sapevano che buttarsi anema e core nell'impresa di candidarsi per il centrodestra in quel distretto significava far vincere Di Pietro, allora candidato come indipendente nelle liste della sinistra, dato che il territorio tosco è notoriamente e irriducibilmente rosso. E da qui, successivamente, significava mandare al governo Prodi e i suoi olivetani. Fatto. Il Mortadella non finì mai di ringraziare la "malandrinata" dell'Elefantone.
Poi c'è stata la sua "pazza idea" della  lista antiaborto durante le elezioni del 2008. Il risultato lo sappiamo: percentuali da prefisso telefonico. Non solo, ma un "ateo devoto" come lui è riuscito a irritare perfino i vescovi perché sembrava voler catechizzare l'intero Vaticano, reo di non avergli dato abbastanza appoggio. E tutto perché tra i suoi "errori di gioventù" c'è stato l'aver indotto qualche partner femminile ad abortire. Ma chi crede di essere Ferrara? Un Dostoevskij da "Delitto e castigo"'? Il pentimento è cosa buona, ma sbattere in faccia i suoi mea culpa all'universo mondo, facendo il carmelitanone scalzo,  significa solo tediare.
 "C'è in lui qualcosa di irriducibilmente bolscevico" ha detto Oriana Fallaci di Ferrara. Niente di più vero. Da pentito del comunismo passò prima al PSI, e poi dopo Tangentopoli,  ai neo e teocon. Peccato che in Usa la lobby dei neocon era tutta comunista, riciclatasi a destra. Strana la vita eh? alla fine, dopo tante capriole, la barricata è sempre quella e gli effetti pure.
"Senza cozzar dirocco" c'era scritto sotto il blasone dei conti Caproni, quelli degli aerei militari. Ferrara invece cozza e dirocca. Cozza e dirocca quando ha tentato di difendere l'indifendibile Fini da lui trattato come un eretico qualsiasi. No, Fini non è un fine intellettuale che ha i suoi  dubbi e  suoi ripensamenti ideologici vissuti in onestà. Fini è solo un volgare opportunista voltagabbana.

Il Presidente del Consiglio ha bisogno in questo momento di qualche vero e  buon "consiglio", ma assumere un Elefante per spin doctor non è cosa buona.
Ah Giulià, sarai pure intelligente, ma  ne avessi mai azzeccata una...

In primo piano l'opinione del blogger Giovanni su Ferrara: pessimo politico, mediocre giornalista, banderuola di professione che però, contrariamente ad altri molto più scaltri di lui, non riesce mai a girare dove tira il vento.