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14 August 2011

La RAI ai tempi della crisi: di meno, di niente



Pubblico questo intelligente articolo di Galli della Loggia, sulla condizione di smobilitazione generale dell'informazione. Titolo emblematico: Le borse crollano, la Rai va in vacanza del 7 agosto scorso.
L'Italia dell'eterno debito inestinguibile, l'Italia della svendita del suo patrimonio manifatturiero, l'Italia che delocalizza, l'Italia che non c'è, l'Italia che festeggia i 150 di nascita ma che poi non dispone nemmeno più della sua riserva aurea, dei suoi confini, della sua moneta, dei suoi dazi, dei suoi soldati, ormai dispersi in fronti lontani al servizio delle cosiddette "missioni di pace". Quell'Italia ora non dispone nemmeno più di un servizio pubblico né di una finestra informativa estiva per poter rischiarare il buio che stiamo vivendo. Rai, di meno, di niente.  (Il corsivo è mio).
Ma Paolo Garimberti e Lorenza Lei sono italiani? Abitano in Italia il presidente e il direttore generale della Rai? Vivono tra noi, condividono le nostre preoccupazioni e i nostri discorsi? Se la risposta è sì, come suppongo, allora è davvero inspiegabile come possano consentire che in questi giorni la stessa Rai, al di là della più scheletrica informazione sui fatti, lasci il Paese al buio, senza cercare di spiegargli a fondo quanto sta capitando.
Ma com'è possibile? L'Italia è alle prese con i momenti più difficili che le sia capitato di attraversare da vent'anni a questa parte, un'intera epoca storica sta probabilmente finendo sotto i nostri occhi mentre si apre un avvenire di allarmante incertezza, e che cosa fa l'Ente radiotelevisivo pubblico per consentire agli italiani di farsi un'opinione, di esprimere un giudizio? In pratica nulla.
Di fronte al terremoto che si svolge sotto i nostri occhi a nessuno viene in mente di modificare i desolanti palinsesti estivi, di organizzare un'informazione speciale degna del nome per ampiezza e analisi, qualche trasmissione di approfondimento, una discussione vera. Nulla, solo i telegiornali e basta: al massimo la piccola appendice del Tg3 ad ore notturne. Non solo, ma anche quei pochissimi programmi diciamo così giornalistici che sopravvivono alla ridicola smobilitazione estiva di stile scolastico-vacanziero-romanesco regolarmente vigente a viale Mazzini, anche quei programmi continuano imperturbabili ad ispirarsi all'abituale reverenza per l'ufficialità. Esempio, la trasmissione «Radio anch'io» di venerdì mattina, con un po' di capataz del potere nazionale allineati ai microfoni di Radio1 (salvo uno sparuto paio di «esperti», tanto per salvare la faccia, ma relegati rigorosamente nel ruolo di comprimari), e intenti esclusivamente a fare politica illustrando ciascuno la propria verbosissima ricetta per uscire dalla crisi. Ma nessuno, naturalmente, che si curasse di spiegare con un minimo di chiarezza qualcuna delle molte tecnicalità in questione; mentre, altrettanto ovviamente, il conduttore si asteneva rispettosamente dal fare domande scomode e tanto meno dal sollevare qualche obbiezione agli augusti ospiti.
Di che meravigliarsi del resto? Quando alla Rai si pensa di approfondire questo o quel tema, non si pensa di chiamare a discutere chi è competente professionalmente di esso o magari delle personalità della vita pubblica intellettualmente autonome. No, si chiamano sempre e soltanto i rappresentanti della politica o dei sindacati, dando vita ogni volta a ridicoli parlamenti lillipuziani, perlopiù urlanti, dove l'interesse di tutti i presenti è unicamente quello di far vedere che ci sono e sono capaci di alzare la voce.
L'Italia attraversa una crisi molto più profonda di quello che dica la sua situazione economica. È un Paese, per l'appunto, ormai virtualmente privo anche di una rete radiofonica e televisiva che sia realmente investita (e che si senta investita) della funzione di un servizio pubblico nazionale: che cioè rappresenti un tessuto connettivo importante al servizio della collettività. Per avere ancora una pallida idea di che cosa sto parlando si è costretti a rifugiarsi nel passato: nello struggente bianco e nero dei programmi della Rai di un tempo, oggi ancora visibili nella riserva indiana di Raistoria.
Ma quella Rai non esiste più. È stata sbranata e divorata dai partiti, complice il meccanismo micidiale dell'Auditel, imposto dai pubblicitari e dalle televisioni commerciali per fare del solo indice di ascolto il criterio sovrano di di ciò che deve o non deve andare in onda. Come sempre, dunque, avremo quel che ci siamo meritato. L'imminenza del Giudizio Universale, si può essere sicuri, o più modestamente lo spread a 800 punti, saranno oggetto di apposito dibattito tra Cgil, Cisl e Uil, naturalmente verso mezzanotte e un quarto, e intervallato da una réclame di tonno in scatola e una di carta igienica.
Ernesto Galli Della Loggia

 http://www.corriere.it/editoriali/11_agosto_07/della-loggia-borse-crollano-rai-in-vacanza_556db3f8-c0c5-11e0-a989-deff7adce857.shtml

29 comments:

Johnny 88 said...

In RAI ci son solo due programmi che si salvano, "La storia siamo noi" di Minoli e "Report". Per il resto lasciamo perdere che è meglio. Soldi dei cittadini buttati al vento per un servizio pubblico indistinguibile dal ciarpame berlusconian-murdocchiano. Meglio vendere direttamente, la qualità resta infima ma almeno non sprecan più soldi dei cittadini per "L'Isola dei famosi" et similia

Nessie said...

Tutto vero. E fino a pochissimo tempo fa la pensavo anch'io così. Ma allo stato attuale, se vendiamo, in realtà svendiamo per pochi spiccioli agli squali, e l'unica certezza è quella del peggioramento. In ogni caso trovo scandaloso che con tutto quel che accade, la Lorenza Lei e Garimberti se la siano svignata e non abbiano lasciato aperta nemmeno uno straccio di finestra informativa.


Quanto a Minoli, è stato proprio in questi giorni qui nella località marina dove sono attualmente. Persona ironica e intelligente, ha detto al pubblico presente che la RAI si è rovinata proprio attraverso i format americani comprati e mandati pedissequamente in onda. Una sorta di cibo precotto.
Perfino "La prova del cuoco" è un format, quando avevamo Ave Ninchi nell'archivio Rai che già faceva un programma analogo, copiato di sana pianta dagli americani. Ma guarda te! Andare a pagare fior di soldi, chi ci copia è il massimo.

Johnny 88 said...

Capisco, è che credo che la RAI vada riformata. 11 canali per un servizio pubblico sono troppi. Credo ne bastino 2, uno nazionale e uno "locale" mantenuti solo col canone e senza la pubblicità slegandoli così dalla schiavitù dell'auditel. Una delle poche cose giuste che han fatto Sarkozy e Zapatero è stata quella di togliere la pubblicità dalle rispettive TV pubbliche. Per una volta che quei due ne fanno una giusta imitiamoli.

GEORGE said...

Bella festa i 150 anni...ironia della storia...siamo senza sovranità...
Nessie,forse in fondo é meglio così,sai per le norizie che ci davano,la stessa zuppa di banalità,
Ma quando mai ci ha spiegato quanto stava succedendo? Ma se sono tutti allineati all'ufficialbanale!Intervistano qualche esperto che ne sa meno del gatto silvestro.
Capisco il senso dell'articolo e il suo fondamento,ma non perdiamo nulla,magari andassero in vacanza per sempre.
Per quanto furbescamente schierata,a volte guardo l'approfondamento pomeridiano di Sky,dove almeno si tenta di andar un po' più a fondo ai temi.
Ma siamo sempre al piano zero dell'informazione.Meglio la rete.

Tommaso said...

Quel che ha scritto Galli della Loggia resterà una voce che grida nel deserto, come sempre accade nei fatti importanti che riguardano da vicino i comuni cittadini. Le verità scomode sono state da sempre osteggiate o ignorate.
Alla RAI, è storia vecchia occultare le notizie nazionali più importanti. I programmi d'informazione, che il comune cittadino doveva conoscere, le mandavano in onda a tarda notte, quando l'operaio e i lavoratori in genere già dormivano per prepararsi ad affrontare la successiva giornata lavorativa. Seguendole, come documentari, anzicchè come fanno ora con i dibattiti ove tutti gridanno e non si capisce niente, mi chiedevo: perchè non le hanno mandate in onda in prima serata, dopo il tg? La gente doveva essere informata di queste cose.
Dopo, è stato ed è sempre peggio.
Vogio sperare che qualcuno, preso atto dall'articolo di Galli della Loggia, faccia qualcosa per squarciare il velo dell'omertà in atto. A tutto i livelli di potere.

Tommaso

Anonymous said...

Ciao Nessie, prima di tutto buon Ferragosto!
La tua premessa dice tutto. Poi sono d'accordo: la crisi del Paese è ben più grave di quanto dica quella economica. E non riguarda solo la cosiddetta Casta o solo la politica ma i comunissimi cittadini che in buona parte sono della stessa forza purtroppo.
Non sono Nostradamus ma mi pare che tutto questo si svolga in un contesto ben più ampio, tragico ed epocale. Spero di sbagliarmi ovviamente.
Scarth

Aldo said...

Be', potrebbe essere qualcosa su cui spendere due paroline anche la decisione di far scoppiare questo bubbone a ridosso del ferragosto. E non venirmi a dire che è un caso, perché la "omertosità" televisiva che noti tu fa parte della stessa strategia, quella del mariolo che di notte entra e ti svuota la casa mentre stai dormendo. Costui mica si mette a gridare e a sbattere i coperchi, nè!

Nessie said...

Giovanni Minoli, nel corso dell'incontro di cui ho appena scritto, ha spiegato una cosa talmente ovvia da sembrare lunare e da marziani: indice di ascolto non vuole dire indice di gradimento. Nel senso che ci può stare anche un bamba rintronato lì davanti alla tv a subire un programma; ma questo non vuole dire che è in grado di esercitare un'azione di ascolto e di visione critica.
Sì per una volta anch'io sono d'accordo con Zapatero e con Sarkò: in fondo la raccolta pubblicitaria è la porta di servizio da cui penetra la tv commerciale all'interno del servizio pubblico.

Nessie said...

Chiedo venia se rispondo solo ora a tutti, ma durante i giorni di Ferragosto, ho avuto ospiti e ho staccato la spina.

@ George - "Intervistano qualche esperto che ne sa meno del gatto silvestro". Purtroppo è così, basta vedere, ad esempio, quel bamba di Andrea Margelletti, solo per fare un nome tra i tanti.
D'altro canto, nonostante le numerose verità del tuo commento, non possiamo rassegnarci a perdere sempre tutto.

Nessie said...

Tommaso, ogni tanto anche un giornale velinaro come il Corriere, sventola qualche buon collaboratore con un buon articolo. Ma una rondine non fa primavera. Bisognerebbe che ci rifiutassimo tutti in blocco di pagare il canone. Solo così si sveglierebbero.
Ma in questo paese non si riesce a trovare tre individui iscritti ad una stessa bocciofila e che magari votano lo stesso partito, che non si azzuffino come galline.

fausto said...

Cara Nessie convengo... ti segnalo il blog sotto..Fammi sapere...

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La Tv non serve ai politici per ottenere consensi. Serve ai padroni del mondo per ottenere noi
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http://manipolazionedellemasse.blogspot.com/2011/04/la-tv-non-serve-ai-politici-per.html-
Saluti

Nessie said...

Grazie Scarth, e oggi me ne sono stata lontana dal pc, dai giornali e dalla tv, per disintossicarmi. Tanto non abbiamo nessuna presa sui fatto che incombono nel mondo.

E' così come dici: non c'è solo la crisi economica, che è ovviamente la cosa più evidente. C'è una crisi morale molto forte e una caduta di valori e di criteri davvero disperante.

Nessie said...

L'omertà televisiva non la noto solo io, Aldo. E se una testata ammiraglia come il Corrierone scrive un articolo come questo che ho copianicollato, significa che alla spudoratezza non c'è più alcun limite.

"Be', potrebbe essere qualcosa su cui spendere due paroline anche la decisione di far scoppiare questo bubbone a ridosso del ferragosto. E non venirmi a dire che è un caso..."

Ovvio che questa è prassi consolidata: i colpi bassi, i golpe, le manovre inique come quella che è stata ordinata in questi giorni dalla BCE per il tramite del nostro governo servo, il crac delle Borse eccetera, non si possono fare che nel mese in cui la copertura mediatica è più debole.
E' sempre stato così. Ed è evidente che la Rai è parte del disegno.

fausto said...

Cara Nessie ci incontriamo spesso sul blog di Marcello Foa con il nome Fausto,gradirei un suo commento ai post di questo ferragosto.... (da 1 a 10)
Un cordiale saluto

Nessie said...

Fausto, certo che ti riconosco. Però il tuo link non mi si apre. Se però è quello che hai messo anche da Foa su Tremonti che parla degli illuminati, allora lo conosco.

E che "la Tv non serve ai politici per ottenere consensi. Serve ai padroni del mondo per ottenere noi" è più che vero.

Nessie said...

PS: non ho ben capito a quale post dovrei mettere un mio commento.

johnny doe said...

Questo Marcelletti,che sembra un pinguino appena vestito,sulla guerra libica ha detto tali stronzate da vomitare dal ridere.
Zampettava dappertutto ducendo che la guerra era ormai finita,non c'era scampo per il rais.Questo dopo una settimana dall'inizio del conflitto.E lo spiegava con una tale saccenteria da sembrare che fosse sul campo a dirigere le operazioni.
Poi,poveretto,vedendo la piega delle cose,non s'è più visto.Ora vedo che é riapparso a dir altre minchiate sulla crisi.
Un vero tuttologo del nulla.
E' probabile che il primo che passa ne sappia più di lui,ma si sa,la Rai (ma pure Sky,é stato anche qui a sproloquiare) vuol sempre dare di tutto e di più...cretinetti agli ascoltatori

Massimo said...

Meglio il nulla di Ferragosto (e anche la decima replica dell'Ispettore Derrick) che le trasmissioni di "approfondimento" faziose pagate con i soldi di tutti. L'unica soluzione per la televisione pubblica à niente televisione pubblica. Privatizzare la rai, si risparmia il canone e si incassano quattrini sonanti.

fausto said...

Nessie esatto é manipolazionedellemasse.blogspot.com/
a mio parere é piu che buono
-------
Su Foa...mi riferivo ai pezzi "Paolo Barnard - IL PIU' GRANDE CRIMINE"
mi interessava una tua opinione o valuzazione(1-10),nettilo pure qui....
Grazie
Fausto

Nessie said...

Johnny, concordo in toto su quanto hai scritto sul quel pinguino ciarlatano "esperto" di Margelletti (con la g e non c).
Sono due gli analisti strategici: lui e Andrea Nativi. Ma mentre il secondo è competente al servizio dei neocon (un'ideologia che fa acqua), il primo è un incompetente tout court. Oltre che servo, ça va sans dire.

Nessie said...

Massimo, il Nulla (con la N maiuscola) non è cominciato da Ferragosto, ma dall'inizio del crollo delle Borse.Cioè tutto luglio.
Per il resto mi limito a ripetere quanto ho detto a Giovanni nel commento N.2: si doveva privatizzare molto tempo prima, ma in un contesto nazionale. Farlo ora significa solo regalare gratis, l'ennesimo boccone italiano agli squali stranieri. Murdoch se la sta vedendo male, ma piccoli murdocchini crescono.
Il Nulla è solo l'anticamera di questo (cioè l'esproprio) e Galli della Loggia lo ha fatto capire con chiarezza.

Nessie said...

Fausto, su Paolo Barnard avevo già risposto ad Huxley, in uno dei commenti al mio post precedente "Servi e più servi della BCE".

Comunque la pensi, è un reporter molto coraggioso che paga di propria tasca; uno dei pochi ad aver denunciato con veemenza la truffa del Trattato di Lisbona che ci incatena a questa dittatura europea. Perciò, chapeau!

Anonymous said...

SILVIO writes:
Gli ozii di Sabaudia non mi interessano (la RAI privatizzata neanche).
Giovanni Minoli ancor meno.
Agli amici di questo blog consiglio invece Alexander Higgins (che almeno scrive tutta la verità documentata, rischiando sempre pericolosamente di suo).
Mi rende, inoltre, felice la notizia che FAUSTO sia ancora vivo e vitale (dopo una lunga assenza).
Molto tempo addietro, eravamo (sul blog di Foa) soprattutto lui, io e cinque altri (Nessie compresa) a menare la danza contro lupi e squali.
Bentornato, amico fraterno!
(S.)

Pecos Bill said...

Sentirsi dire, almeno 50 volte al giorno, da persone ignoranti e strapagate con i nostri soldi, che è tutta colpa del Berluska, non è proprio divertente;
molto meglio che restino in ferie
...per tutto il resto della loro meschina esistenza

Anonymous said...

SILVIO writes:
Post OT ma non tanto, visto che potrebbe costituire una risposta (seppur piccola) al commento di Pecos Bill (ore 6:03 PM).
Silvio (non io ma quello ricchissimo ed illuminato) è un vero genio nel gioco delle 3 carte.
Non ci credete? Eppure è così. Posso confermarlo dopo aver fatto i dovuti controlli incrociati a questo mini-scoop pubblicato da Sebastiano Messina sull’infida “La Repubblica”:
« Avete sentito al telegiornale che per i parlamentari più ricchi il contributo di solidarietà sarà raddoppiato. Non il 10 ma il 20 per cento.
Allora fate due conti, e vi accorgete che Berlusconi (ultimo reddito conosciuto 40 milioni 897 mila euro) verserà una bella sommetta: 8 milioni 149 mila euro. Poi andate a leggere il decreto, e scoprite che il raddoppio vale solo per l’indennità parlamentare: sui rimanenti 40 milioni e rotti pagherà il 10 per cento, come tutti gli altri. Scendiamo a 4 milioni 74 mila euro.
Continuate a leggere, e trovate il comma 1: il contribuente, invece di pagare il contributo di solidarietà, può optare per un aumento dell’aliquota del 5 per cento.
Voi che dite, Berlusconi opta o non opta? Certo che opta.
E zac!, la cifra si dimezza: 2 milioni e 36 mila euro. Credevate che, scrivendo il decreto, si fosse raddoppiato la supertassa, e invece se l’era dimezzata. Ci siamo cascati un’altra volta ».
---- Confermo. È vero. Tutto vero.
Auguro a lui (il Silvio ricchissimo, illuminato e figlio di una buona donna) di ritornare a suonare il pianoforte per la “Costa Crociere”.
Forse non lo sa. Ma l’Eterno usa spesso togliere quel che ha donato.
(S.)

Nessie said...

D'accordo Silvio, ma per il momento, l'Eterno sta togliendo ai poveracci come noi.

Anonymous said...

SILVIO writes:
le vie dell’Eterno sono infinite (cara Nessie).
Guai se non lo fossero, visto che deve rimediare ai pasticci e pastrocchi combinati dagli egoismi dei piccoli e miserabili uomini.
C’è una bolla gigantesca che sta gonfiando oltre misura sino ad esplodere: quella della RIVOLTA contro gli squali ed i loro sodali.
Ne abbiamo avuto una prova in Israele ove i manifestanti hanno eretto una GHIGLIOTTINA in Rothschild Boulevard, a Tel Aviv,
Altre prove?
Gli articoli degli iperliberisti Paul B. Farrell (“Tax the super-rich or riots will rage in 2012”) e Robert Schroeder (“Buffett right on the tax money, Obama says”) di cui alle URL:
http://www.marketwatch.com/story/tax-the-super-rich-or-revolution-will-rage-in-2012-2011-08-16?pagenumber=2
http://blogs.marketwatch.com/election/2011/08/15/buffett-right-on-the-tax-money-obama-says/
in cui si implora di tassare i ricchi ed i super-ricchi pur di salvare le loro teste (ed il loro patrimonio) dalla decapitazione. Leggere per credere!
Chiudo. Le vie dell’Eterno sono infinite........
(S.)

Cristiana said...

Ciao Nessie, spero che tu abbia trascorso un buon ferragosto, ormai già passato.
Sono 150 anni che l'Italia è unita, ma solo sulla carta, perché fra gli italiani non c'è stata e, forse, non ci sarà mai, unità di intenti, nemmeno, come tu ben dici, tra tre individui. Con la caduta dei valori umani e tradizionali, la nostra società è decaduta, al punto da non capire più quali sono gli interessi comuni da salvaguardare.
Anni fa, in America, i macellai volevano aumentare il prezzo della carne. Tutte le massaie scesero in piazza per protestare e, nel contempo, per una settimana nessuno comprò la carne. Così fu scongiurato l'aumento del prezzo della carne.
Le nostre massaie, comprano tutto a qualsiasi prezzo, e nessuna donna è scesa mai in piazza per contrastare il carovita o per recuperare la perdita dei valori umani, molto più importanti.
Dove vogliono, copiano dall'America, dov'è necessario, la ignorano.

Cristiana

Nessie said...

Quand'è così, caro Silvio, non resta che mettersi nelle mani dell'Eterno. Intanto, anche se volessimo, non possiamo fare altrimenti.

Cristiana, hai ragione, tutti si lamentano e nessuno fa un tubo. Le massaie comprano di tutto, si continua a pagare il canone di una tv che fa schifo, e quando arrivano multe per dei poveretti che magari sono fuori di soli 5 km dal limite di velocità prestabilito si continua a pagare e tacere. Come se non sapessimo che anche i comuni emettono sanzioni su sanzioni solo per fare cassa. Lamentarsi è più facile che cambiare.