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29 December 2010

Magli e Benetazzo, sulla dittatura della Ue

Con le feste natalizie c'è senz'altro  più tempo per leggere. Suggerisco pertanto due libretti non voluminosi per numero di pagine, ma come si dice, "di sostanza", per contenuto. Ci sono libri belli, libri buoni, libri utili e libri che sono addirittura necessari.
Ecco, con "La dittatura europea" di Ida Magli, antropologa di chiara fama, e "L'Europa s'è rotta" di Eugenio Benetazzo, predicatore finanziario del tutto sui generis, abbiamo due testi necessari per capire il labirinto mortale europeo che stiamo vivendo.

La dittatura europea - Ida Magli  (BUR) .
Inizio dal primo libro. Le ragioni per cui è stato ideato questo testo, ce li ha spiegati la stessa Magli in questo articolo.  Il motivo principe è l'uscita del nostro Paese  da quella zona euro che ci porterà alla rovina. E come esorta lei stessa,  "chiunque sia in grado di farlo, lo faccia".
Nel libro un capitolo importante è riservato al tradimento delle monarchie europee (quella inglese, olandese e le monarchie  scandinave)  nei confronti dei loro rispettivi paesi. Poi è la volta dei politici, dei pavidi intellettuali, dei media e della Chiesa. L'autrice ci racconta della  difficoltà  di individuare solidi alleati nel contrastare un simile progetto, che privandoci de facto della sovranità monetaria ci sta privando di ogni autonomia  e indipendenza tout court. Dove va dunque la moneta senza Stato? Ma soprattutto dove vanno i popoli senza Stato?  La Dichiarazione universale dei diritti umani con la sua dottrina egualitarista scaturita dalla Rivoluzione Francese, applicata su scala planetaria può diventare (come diventa) un temibile strumento d' imposizione globale - il grimaldello per fare a pezzi le Costituzioni degli stati sovrani.
L' immigrazionismo come strumento di decomposizione sociale e di frantumazione dell'unità culturale dei popoli, in prima luogo e di invasione coatta nonché di istigazione a scontri interetnici, in secondo luogo. Il fine ultimo, è la sostituzione delle masse autoctone con quelle allogene.  La libera circolazione degli uomini, delle merci e dei capitali, quale dogma del fondamentalismo mercatista. Il mercato come unica regola di vita, imposto con una cieca quanto ottusa fede che è diventata sempre più terroristica nei confronti di chiunque tenti di contrapporvisi. Altri acceleratori di questo becero egualitarismo livellante sono il matrimonio omosessuale, l'eutanasia, le fecondazioni in vitro e gli espianti d'organi, i quali  danno vita ad un autentico mercato internazionale illegale di criminali al suo servizio.
Su tutto questo sfacelo, i banchieri uber alles e le loro consorterie affiliate in sigle, in "concili" (council), in "board" a cui la Magli dedica numerosi capitoli nel tentativo di capire perché il "progetto Ue" col suo famigerato  "trattato di Lisbona"  è sempre coperto da cortine di ".segretezza" e di silenzio-assenso da parte del mondo mediatico e intellettuale. Sfilano sigle come il MSE (movimento sinarchico d'Impero), l'Istituto affari internazionali britannico (Ria), il CFR americano che poi diventerà anche  ECFR  (European Council of Foreign Relations), Aspen Institute, il Bilderberg Club, la Commissione Trilaterale,  e numerose altre massonerie internazionali antiche e moderne, come la Round Table britannica,  la Fabian Society, la Pilgrim's Society ecc. Cosa intendano queste élites per "nazione" è presto detto. E' un concetto che non viene mai definito in base alla presenza di un popolo che abita in quel preciso territorio, con una sua vita storica, linguistica e culturale, ma che si definisce in base al suo sistema di governo. E che come tale, può essere sciolto, dissolto e rovesciato per confluire in quel Nuovo Ordine Mondiale che altro non è se non una suprema forma di dittatura estesa all'intero globo. E i politici asserviti ai banchieri stanno a guardare.

L'Europa s'è rotta di Eugenio Benetazzo e David Parenzo (Sperling & Kupfer).
Reca un sottotitolo inquietante: salvano le banche e fanno fallire gli stati, che ne sarà dei nostri risparmi?
Il libro è costruito come un'intervista fra un giornalista "ingenuo" e "incompetente" in economia (o che si finge tale per poter fare l'avvocato del diavolo) e cioè David Parenzo, e il trader finanziario Eugenio Benetazzo,  che lo bacchetta e lo stigmatizza continuamente, per meglio divulgare e  fare arrivare a tutti una materia ostica. Insomma, una sorta di poliziotto buono e credulone contro uno "cattivo" che però la sa lunga sul disastro che a partire dalla Grecia si sta estendendo per tutti gli altri stati europei.  A cosa è servito l'euro? Perché tanta fretta nel farcelo accettare con le buone o con le cattive? Perché paesi a economia debole, hanno dovuto arrancare  a fatica dietro a  una moneta "forte"? E la Ue per come è strutturata oggi ha ancora un futuro? A che cosa ci porteranno i continui "salvataggi" nei confronti dei paesi insolventi? Andremo incontro a un euro di serie A per i paesi più forti, e uno di serie B, per i paesi dell'area mediterranea (i cosiddetti PIGS)?
In fondo al libro, una caustica e corrosiva postfazione di Massimo Fini, che plaude al pamphlet di Benetazzo come ottimo strumento per mettere a fuoco "questo modello di sviluppo paranoico". Lo riporto testualmente.
La distinzione tra capitalismo finanziario e capitalismo industriale ("l'economia reale") è un inganno. Infatti il capitalismo industriale si basa sulla stessa logica di quello finanziario: un'inesausta scommessa su un futuro , additatoci continuamente, per tenerci al basto, come Terra Promessa, che arretra continuamente davanti ai nostri occhi con la stessa inesorabilità dell'orizzonte per chi abbia la pretesa di raggiungerlo. Casomai il capitalismo finanziario, con la sua brutalità, ha il pregio di smascherare questo giochetto infame che dura due secoli e mezzo e che deve finire. E che finirà. In un bagno di sangue, quando crollato questo modello di sviluppo paranoico, la gente delle città , accorgendosi che non può mangiar cemento e bere petrolio, si dirigerà verso le campagne, dove verrà respinta a colpi di forcone da chi, avendo compreso le cose al momento giusto, sarà tornato, come ai vecchi tempi, all'economia di sussistenza (autoproduzione e autoconsumo) in cui il valore di una mucca, a differenza di quello del denaro e del petrolio, resta sempre tale, perché una mucca bruca, trasforma l'erba in latte, caga come Dio comanda e concima, in un ciclo biologico perfetto, e al limite se ne può sempre far bistecche.   

Buona lettura e Buon 2011!

23 December 2010

Finalmente Natale



Questo blog si ferma per la consueta pausa natalizia. Vi lascio  questa Natività di Guido Reni titolata "Adorazione dei pastori" e auguro a tutti i lettori e visitatori di questo blog, un sereno Natale. L'occasione mi è gradita per augurare anche un felice 2011. Inutile aggiungere che vorrei fosse meno turbolento di quello che ci ha preceduto. Qui una "domestica" poesia di Ungaretti. Auguri.



 
NATALE

di Giuseppe Ungaretti



Non ho voglia

di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo

21 December 2010

La sinistra degli utili farabutti

Il progresso c'è e si vede. Dagli utili idioti di togliattiana memoria, agli utili farabutti dei centri sociali. Parlo della sinistra sempre più allo sbando e sempre più sciacalla. In questi giorni sono visibilmente agitati per il mancato responso della sfiducia che volevano ottenere ad ogni costo contro il governo. E allora hanno deciso di utilizzare "altri mezzi": calunnie, manipolazioni di verità, strumentalizzazioni nei confronti dei Black Bloc, dei disobbedienti dei centri sociali, degli anarco-insurrezionalisti mai come ora  "utili farabutti" ai loro piani di destabilizzazione permanente.
E allora è tutto un florilegio calunnioso a base di "fascisti", "infiltrati", "strategia della tensione", "trame eversive" e via comunisteggiando. Prigionieri del passato  che non passa, nonostante le varie operazioni di restyling del loro gruppo parlamentare. E ci sono dentro D'Alema,  Bersani, la Finocchiaro, coadiuvati da Franceschini, Bindi, cui si è aggiunto anche Vendola. Ed è coro a voce unica: allarme ai fascisti!

 Il più patetico è Di Pietro che ha dato espressamente dell'"assassino" e del "fascista" a Gasparri per aver osato parlare di prevenzione. Proprio lui che dell'"arresto preventivo" ai tempi di Tangentopoli ha fatto la sua "arma segreta di Adolfo" schiaffando in galera senza pietà né garanzie di diritti, gli inquisiti in odore di tangenti e  inducendo al suicidio molti di loro. Ora rincorre, trafelato, la sinistra e i movimenti antagonisti, per potersi rifare una verginità di missino riciclato, e il suo insulto preferito è "fascista". Un po' come dire che il ladro grida al ladro.
Ma torno ai sinistri doc, quelli che si coccolano  le frange estreme dei manifestanti più violenti, dando loro di fatto, mano libera per poter infierire contro i beni dei cittadini (auto, uffici, negozi e vetrine), per poter mettere a ferro e fuoco  la città . I loro protetti squadristi devono potersi esercitare  al "diritto alla guerriglia" permanente contro la polizia, e se questa reagisce è - manco a dirlo - "fascista". Se il governo tenta di arginare violenze e illegalità, pure. Se viceversa, non ci riesce, allora è inetto e incapace. In ogni caso, scatta la formula magica "Maroni, venga a riferire in aula" e partono attacchi e polemiche a non finire.
E' un ricatto infame che va avanti dal  dopoguerra  in poi, e che rappresenta una delle più inveroconde ambiguità politiche già messe in atto da Togliatti: usare i facinorosi della piazza per dare la spallata ai governi incaricati, e nel contempo servirsi dei deputati in doppiopetto, in Aula parlamentare. Non ci incantano pertanto, le griffe della Finocchiaro e le rassicuranti grisaglie di D'Alema: sotto il manto d'agnello si nascondono sempre famelici  lupi d'antico pelo. 

Paesaggio romano di fine guerriglia
Quanto agli appelli agli studenti "moderati" a isolare i "facinorosi", è diventato ormai un mantra che si ripete perfino per i Talebani (l'ossimorico "talebani moderati"). Sarebbe interessante sapere quanti di quegli studenti dei cosiddetti "collettivi" (un termine marxista mai caduto in disuso), che manifesteranno domani,  sono al corrente del testo della riforma Gelmini. E' chiaro che se a pochi giorni dal "sacco di Roma" tornano in piazza a fare caciara, non è la riforma la loro preoccupazione principale, ma il mito della "spallata al governo". Basta leggere questo articolo sulla Stampa, per rendersene conto.
Non so se sia accertata la voce che la Digos starebbe trattando coi leader dei "collettivi", ma se così fosse, è fiato sprecato, dal momento che  per domani annunciano già azioni "inattese e mirabolanti" suscettibili di sorprenderci mediaticamente. Perciò più che di trattative, dal momento che non rappresentano nessun gruppo politico eletto democraticamente, c'è bisogno di misure di sicurezza a beneficio dei cittadini, presi in ostaggio dalla violenza.
Fra pochi giorni, finalmente è Natale. E allora anche i rivoluzionari del Menga (quelli della piazza e quelli  radical chic in parlamento) andranno in vacanza. Nessuno di loro è mai stato tanto "eroe" da rinunciarvi per rimanere sulle barricate.

19 December 2010

La Ue cancella il Natale dal suo calendario


Non bastavano i crocifissi asportati dalle pareti delle aule scolastiche. Non bastavano né bastano  insegnanti ottusi che ogni anno per non dispiacere ad alunni stranieri, proibiscono presepi, alberi di Natale e recite natalizie. Non bastavano i cosiddetti "integrazionisti" che sostituiscono nei canti, Gesù con virtù, convinti di fare "buona integrazione" multikulti. Non basta tutto l'elenco delle vessazioni provenienti dall'Europa della BCE, che ho già diligentemente compilato nel mio precedente  post "Ce lo chiede l'Europa"

Ora la Commissione Europea ha prodotto più di tre milioni di copie di un diario dell’UE per le scuole secondarie che non contiene nessun riferimento al Natale, ma include festività ebraiche, indù sikh e musulmane. Più di 330 mila copie del diario, accompagnate da 51 pagine di informazioni in carta lucida sull’Unione Europea sono state consegnate alle scuola britanniche, scrive il Daily Telegraph, come un omaggio agli allievi da parte della Commissione. Con grande stupore dei cristiani britannici la sezione relativa al 25 dicembre è vuota e in calce alla pagina c’è questo messaggio: “Un vero amico è qualcuno che condivide le tue preoccupazioni e la tua gioia”.  Ma va' là? Siamo dunque agli epigrammi filosofici? 

Il calendario comprende festività musulmane, indù, sikh, ebraiche e cinesi, e altre, come il giorno dell’Europa e altri anniversari chiave dell’unione Europea; ma non ci sono festività cristiane segnalate, a dispetto del fatto che il cristianesimo è la religione della maggioranza degli europei. La notizia presa da La Stampa, è stata veicolata dal blog Fatti d'Europa.
E d’altronde anche i cartoncini d’auguri della Commissione (ma non solo della Commissione) dicono semplicemente “Auguri di stagione” (Season's greetings) senza nessun riferimento a feste cristiane.
Me ne lamentai già in proposito su  vecchi post prenatalizi, ottenendo un'insoddisfacente risposta da parte di un'americana che sottolineava l'esigenza di festeggiare il solstizio. Ma dato che il solstizio d'inverno cade proprio a ridosso delle festività natalizie, che dobbiamo dire d'ora in poi? "Buon Solstizio?".
Non facciamo ridere i passeri!
E' evidente che quegli "auguri stagionali" sono un una formula neutra, una trovata passepartout per vendere più merce possibile anche nei paesi non cristiani. E' il mercato, Bellezza, e gli affari prima di tutto.

Così prima si scristianizzano i paesi d'Europa attraverso Natali che sembrano dei Luna Park e dei caotici gran Bazar, allestiti con grande spreco di luminarie e con grotteschi Santa Claus piazzati a ogni angolo di metropoli, tanto per indurre alla vendita di  mercanzia d'ogni genere; poi li si escludono dal diario delle festività d'Europa. Intanto i "cristiani" sono tutti "laici", no? Mica se la prendono... E' un lavoro subdolo  astutamente congegnato che proviene da lontano.

1) Scristianizzare 2) mercificare, 3) lasciarci invadere di immigrati di altre etnie e religioni 4) sostituirci. Ecco le direttive di marcia della Ue. Solo in quest'ottica si può comprendere il calendario degli omissis cristiani.

Ce lo chiede, anzi, ce lo impone  l'Europa dei massoni. Con un Dio Mercante uguale per tutti.  Questa sì, che è uguaglianza.

16 December 2010

Figli d'arte


 La racaille rossa è stata scarcerata. Da oggi, liberi tutti con licenza di devastazione. Film déjà vu, tristemente déjà vu.  Ecco la notizia che purtroppo non giunge inattesa. Il soccorso rosso, di concerto con le toghe rosse, si è messo già all'opera. E chi si dà da fare, è premiato. Allibito il sindaco Alemanno nelle sue dichiarazioni davanti alle telecamere, il quale giustamente, dopo la ferale conta dei danni e il sacco "romano" subìto,  sperava in un verdetto giuridico più severo e in maggior fermezza.
 La dietrologia della Finocchiaro (ex- magistrata e amica di Violante) è andata a buon fine: i devastatori  "infiltrati"sono i poliziotti che si fanno harakiri da soli, mentre la teppaglia rossa, quella che sfascia la capitale procurando 20 milioni di Euro di danni,  è composta da miti colombe. Il conto-danni, all'on. Finocchiaro.  Vergognosi sono stati i media mainstream, in particolare le due testate ammiraglie Corsera e Repubblica. Da segnalare gli indecenti articoli di Fiorenza Sarzanini come questo. Al quale il blogger La pulce di Voltaire assegnerebbe il "Premio cretinetti." Cretinetti, a dire poco. E' un'altra che dovrebbe pagare il conto dei danni di Roma di sua tasca, per le mistificazioni e il rovesciamento della realtà di cui sono intrisi i suoi articoli. E questo sarebbe il tanto decantato giornalismo investigativo? Quale specchiato esempio!
Per ottenere il lasciapassare per scrivere su questi giornali, meglio avere nel curriculum un bel passato sessantottino: c'est plus facile! Lotta continua, Servire il popolo (Unione dei Marxisti-lenisti) , Avanguardia Operaia, Il Manifesto, Autonomia Operaia, e via sessantottando. Perfino il loro sondaggista Mannheimer (oggi acclamato personaggio ospite fisso da Vespa con tanto di lavagna luminosa)  era comunista filo-cinese. Per non dire dell'ex direttore del Corrierone Paolo Mieli,  proveniente da Lotta Continua.  Della serie, formidabili quegli anni che non passano mai.  Ma un po' di rottamazione di anticaglie, no? Dobbiamo sorbirci in eterno il Pensiero Rosso Assoluto? Con i suoi amarcord strazianti e con il suo  eterno narcisismo proiettato su  figli e nipoti d'arte?
Perfino gli slogan di questi scellerati casseurs, veri professionisti itineranti della devastazione, ricordano quelli dei loro genitori. Slogan ricevuti ed ereditati. Che fantasia!  Poi si viene a sapere che il ragazzo incappucciato con la pala in una mano, poi una spranga e una manetta ciondolante sottratta a un povero militare nell'altra, aveva dei precedenti con la giustizia ed è pure figlio di un BR. Figlio d'arte, dunque e buon sangue non mente. Ma che figuraccia per il Pd che lo aveva preso per un poliziotto "infiltrato"!
Lo avete visto quel povero disgraziato di finanziere malmenato,malconcio pesto, buttato a terra al quale avevano rubato il casco, le manette e stavano per sfilargli pure la pistola d'ordinanza? Era circondato da un gruppo di almeno dieci assatanati armati di spranghe che lo schiacciavano mentre stava sdraiato per terra. La nostra bella stampa ha iniziato a scrivere che è "giallo" sul finanziere che ha puntato la pistola agli studenti. Quali studenti? E quale innocuo studente con la vera voglia di studiare,  si spingerebbe a cercare di sfilare perfino l'arma di ordinanza a un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni? Non tutti sanno inoltre che secondo lo statuto interno, le forze dell'ordine non possono smarrire né farsi portar via l'arma di ordinanza senza sottostare a forti sanzioni. Dunque il poveraccio era doppiamente sbertucciato e vilipeso: dai regolamenti interni alla GdF e dalla "libera stampa" che criminalizzava a priori, "l'uomo con la pistola" contro quelle "mammolette" armate di bastoni, spranghe e all'occorenza anche di pale.
Ieri l'altro 14 dicembre Roma è stata messa a ferro, fuoco e al saccheggio sotto Natale. Non a caso, il cortocircuito è partito quando questi "bravi ragazzi" hanno saputo della fiducia incassata dal governo Berlusconi. Ma non dimentichiamo anche Alemanno, il sindaco di Roma che non si è schierato col Fli di Fini. Su cui in queste ore si abbatte lo scandalo di "parentopoli" e al quale hanno regalato menandone vanto "il sacco di Roma" prenatalizio.
Uno di questi personaggi dei centri sociali in tournée prepagata per le città italiane e nei summit in giro per il mondo, con pizzetto, pettinatura e gli occhialini alla Trotzsky,  ha detto sogghignando davanti alle telecamere: "Vi abbiamo fatto un bel regalo di Natale".
La rivoluzione permanente è come uno zombie: mai morta. O morta vivente. C'è sempre chi se ne serve, chi la aizza e chi la paga.
Il 22 di questo mese si replica. Maroni non autorizzi più  cortei nella settimana di Natale, poiché Roma ha già dato.

14 December 2010

Fli Flop!

Lo dicevo io che l'onomatopea non prometteva niente di buono. E difatti. A parte il suono del Piffero per un partito del Piffero che si è autoproclamato tale, senza essere passato dal consenso popolare delle urne elettorali. A parte il continuo arrampicarsi sugli specchi del trio Bocchino, Granata, Urso. A parte il loro persistente vacuo abracadabra che nessun Italiano comprende, se non che si agitavano per mettere in atto  un golpe bianco, senza voto.  Ma soprattutto la violenza e la protervia di venire in tv a sputare sentenze, dopo aver mangiato per due anni nello stesso piatto, dopo essersi presentati con lo stesso simbolo per farsi eleggere nei vari collegi. Dopo aver sfruttato la vetrina "istituzionale" di Presidente della Camera per giocare in simultanea  all'arbitro e al centro-attacco.
Nel giorno e nella notte di Santa Lucia, Fini ha vissuto il peggior incubo che ci sia. E il Fli-Fli ha assunto un suono assonante: Fli-Flop!
Presto i suoi finanziatori e supporter lo scaricheranno e volgeranno le loro attenzioni altrove, perché in Usa vige il vae victis. Winner takes all, loser takes nothing.  Da quelle parti non si scommette a lungo sui bardotti. Bisogna segnare dei gol,   non degli autogol.
 
E ora per favore, caro sig. Presidente Pulcinella, apra bene gli occhi, le orecchie e la bocca (tre cose che finora ha tenuto ben serrate per convenienza)  e ascolti: dato che lei è anche il supremo capo della Magistratura, ci tolga dai piedi un personaggio in visibile contrasto con la sua terza carica istituzionale di Presidente della Camera dei deputati. O se proprio è in vena di regalare qualche premio o benemerenza durante una delle sue inutili cerimonie taglia-nastri, conferisca la vanga d'oro a Gianbecchino. Per il suo funerale politico. Perciò, requiescat. Ma  tutta questa lunga notte dei congiurati, è anche il segno di  requiem per la democrazia. Speriamo spunti l'alba di un nuovo giorno.

13 December 2010

La falsa democrazia delle oche ammaestrate



In attesa di vedere gli sviluppi circa il dibattito alle due camere sulla fiducia al governo, copioincollo questo indicativo articolo di Ida Magli dell'11/12 sulla democrazia e sul sequestro  che ne viene sistematicamente attuato. Magari nel nome della democrazia stessa e della "sacralità" della Costituzione.
Vorrei soffermarmi su due o tre concetti espliciti emersi nel pezzo: 1) chiunque può costituire un gruppuscolo autonomo senza legittimità elettorale e infiltrarlo in Parlamento con diritto di voto e di veto 2) la parola dei cittadini non conta più nulla e allora tanto varrebbe eliminare le elezioni 3) il calcio-mercato è sempre esistito dai tempi della nascita della Repubblica Italiana, ma solo ORA  i magistrati si appropriano anche dei processi di voto in Parlamento. Chiedetevi perché leggendo qui.

Oche ammaestrate e democrazia

I politici si sono abituati ormai da parecchio tempo a prendere in giro la democrazia; ne sono stati esempi clamorosi l'anno scorso in Europa le ripetizioni dei referendum per l'approvazione dei trattati tutte le volte che non si raggiungeva il risultato positivo desiderato dai Capi. Già allora i cittadini avrebbero dovuto rifiutare di tornare a votare, cosa però difficile da organizzare se non c'è almeno un politico o un partito che ne assume l'iniziativa. Il potere effettivo dei cittadini nelle democrazie è limitatissimo, soprattutto perché affidato totalmente ai partiti; ma diventa praticamente nullo quando, come sta succedendo oggi in Italia, i politici non tengono fede al loro dovere di delegati a rappresentare la volontà espressa dai cittadini. Capovolgendo il principio del cittadino-soggetto nella dinamica della democrazia, i politici se ne arrogano la veste di "soggetti" riducendo ad "oggetto" i cittadini, chiamati a dire sì o no ad ogni loro schioccar di dita come oche ammaestrate alla richiesta del loro istruttore.

Si rimane davvero sbalorditi di fronte al fatto che, malgrado il rispetto proclamato da tutti per la Costituzione, ovviamente nel suo spirito oltre che nella forma, e malgrado l'esistenza di numerosi istituti di garanzia preposti alla conservazione e al regolare svolgimento della vita democratica, nessuno protesti e soprattutto metta un riparo a quella che è un'evidente presa in giro della democrazia e di conseguenza la fine della democrazia stessa: la presenza in Parlamento di un partito che al momento delle elezioni non esisteva e che di conseguenza non è stato votato da nessuno. Qui non c'è rispetto dello spirito, ma neanche della forma. Non ci si può infatti aggrappare a quell'articolo della Costituzione, già di per sé molto discutibile, che assicura al parlamentare di non essere tenuto al "vincolo di mandato" per accettare e avallare il comportamento di Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati. Il giorno in cui Fini ha fondato un partito, nel quale quindi non era stato eletto, doveva semplicemente subentrare al suo posto il secondo eletto nella lista e la stessa cosa doveva avvenire per gli altri parlamentari iscrittisi al nuovo partito, con decadenza dal loro mandato. Insomma la semplice logica dice che un partito che non esisteva e che quindi non aveva partecipato alle elezioni, non poteva essere presente in Parlamento e questo non è soltanto il rispetto della logica, ma anche la salvaguardia della democrazia come potere degli elettori.

 L'attuale situazione di degrado del Parlamento in cui, una  cui, una volta dato da Fini l'avvio, c'è chi s'inventa da un minuto all'altro la fondazione di un nuovo partito per se stesso e i suoi due amici d'infanzia, le accuse di "calcio-mercato" per il passaggio dei parlamentari da un partito all'altro e perfino il ricorso alla magistratura per un eventuale reato di corruzione, testimonia soltanto una cosa: che la democrazia è a rischio. Il sistema democratico, infatti, è intrinsecamente fragile, affidato esclusivamente alla buona fede e al rispetto da parte di tutti sia della forma che della sostanza della sua struttura che si fonda sugli elettori, non sui partiti. Il fatto che nessuna delle istituzioni chiamate a tutelare l'essenza della democrazia siano intervenute a salvaguardarla nel momento in cui Fini ha violentemente distrutto il rapporto con gli elettori ponendo le basi di un colpo di stato (i colpi di stato che riescono meglio sono quelli che si fanno senza le baionette), è la prova della pericolosissima strada sulla quale siamo avviati. Non si può pensare che non si corrano rischi perché "si faranno le elezioni" (anche in Unione Sovietica e negli altri stati "democratici" si sono sempre fatte le elezioni). E' la "parola" dei cittadini che non vale più: questo è il punto. Tutto il resto non conta.
Ida Magli
 
 

07 December 2010

Delinquenza e immigrazione: il legame c'è e si vede

Purtroppo quel trombone del card. Tettamanzi della Curia milanese ha perso l'ennesima occasione per tacere e spero che  i numerosi amici cattolici che leggono e intervengono su questo blog, facciano le loro debite rimostranze, presso le autorità ecclesiastiche; o anche solo presso parroci, diaconi, sacerdoti, frati e autorità minori di loro conoscenza. Purché se ne parli.
Intanto occorre ricordare che un buon pastore delle anime, per prima cosa dovrebbe recare conforto alle famiglie che in queste ore sono angosciate e addolorate dopo la strage (poiché questa è) di Lamezia Terme, per la morte dei loro cari: sette persone che amavano andare in bicicletta.   L'arcivescovo della Diocesi milanese si è messo invece dalla parte del carnefice facendo tanta bella ideologia (ne sentivamo il bisogno!), allarmato che possa scatenarsi una caccia alle streghe nei confronti degli immigrati.
Il cardinal Tettamanzi dovrebbe chiedersi invece perché un poliziotto come Spaccarotella (quello dell'uccisione del tifoso Gabriele Sandri) è stato accusato d'omicidio premeditato, mentre abbattere  nel giro di pochi minuti sette uomini, per mano  di un marocchino drogato, privo di documenti e con auto non propria che crea l'effetto-bomba, l'accusa è di "omicidio preterintenzionale". Manco fossero capi di bestiame, invece di esseri umani.
Qui, invece di vera giustizia, giochiamo ai cavilli giuridici e  gli Italiani hanno capito perfettamente che da quando ci hanno rifilato quella patacca mondiale chiamata globalizzazione, salutata come "inevitabile" e "necessaria", in realtà sono diventati di colpo più poveri, più vulnerabili e meno sicuri. I  luoghi delle nostre città  che frequentavamo abitualmente senza paura, sono diventati all'improvviso simili a favelas degradate, già focolai di criminalità e illegalità diffusa. Curioso poi che i giornali saltino fuori come Vispe Terese, solo quando ci scappano i morti,  a commissionare sondaggi del tipo: "Gli immigrati sono un problema o una risorsa?".  Vota anche tu...Che domande! Cosa credete che rispondano i lettori in modo quasi plebiscitario?
 
Il cardinale, se è uomo di giustizia, dovrebbe chiedersi anche perché nel  caso di un'altra carneficina a Gorgo di Treviso, c'è una magistratura iniqua che rifiuta l'aggravante di efferatezza e ferocia nei confronti dei coniugi Pellicciari seviziati con sbarre di ferro ed uccisi dopo lunga agonia, evitando accuratamente l'ergastolo alle belve artefici di tali atrocità. I crimini stranieri sono forse meno gravi di quelli italiani di fronte alla legge? Sono questi gli elementi scatenanti del malanimo e della rabbia e della disperazione che ci pervade in queste ore. Ci vogliono morti, è questa la verità ed insieme  l'emergenza cui non si vuole provvedere. Occorre, da parte del ministro Maroni, dare un segnale forte e cacciare dall'Italia Chafik Elketani (nella foto) , l'assassino della strage di Lamezia Terme, che aveva già avuto dei precedenti con la giustizia.

Intanto, buon S. Ambrogio cardinale Tettamanzi, e che la coscienza le rimorda per tutto il Male che sta facendo agli Italiani. Giorno verrà che i mercanti  (nel suo caso, di falsa  carità) verranno cacciati ancora dal Tempio a suon di frustate. Dopotutto è già successo.

05 December 2010

Spogli, l'ambasciatore che porta pene

C'era una volta la diplomazia. Un'arte della civiltà europea che i tempi - ahimè - pare abbiano cancellato. Dopo aver sentito le varie voci dal sen fuggite dell'ex ambasciatore Ronald Spogli dell'amministrazione Bush (voci alle quali  io credo anche se a riportarle è l'avvelenatore di professione Assange di wikileaks), mi vado sempre più rendendo conto che gli Americani saranno dei buoni allevatori di bisonti e bufali, saranno dei bravi cow boy, ma che la loro politica estera è sempre più simile a  un rodeo. Rodeo, quando va bene. Innanzitutto rimando al post preso da
Fatti d'Europa  dove questo "ambasciatore" dall'italianissimo cognome, che per ethos non dovrebbe portare pene, si comporta invece come un rozzo bovaro che bistratta le sue pecorelle smarrite. Del resto, basta vedere i suoi tratti somatici. Più che un diplomatico sembra un ranchero e non datemi della lombrosiana. Inquietante l'atteggiamento imperiale nei confronti dei paesi "satelliti", che si ostina a chiamare "alleati", pur bistrattandoli. Quasi peggio del Komintern sovietico.
Già nel febbraio del 2009, l'ambasciatore Spogli, più ingombrante di un elefante in cristalleria, rilasciò una pesante intervista al Corsera dove si tacciava il nostro paese, di un paese in declino. Un addio al suo mandato di repubblicano che si apprestava a lasciare l'ambasciata italiana  di un paese che l'ha sempre ben accolto, destinato a suscitare numerose polemiche di cui parlai in questo post del 12 febbraio dello scorso anno.  Curioso che rilasciasse la citata intervista al Corriere  ai danni dell'Italia, proprio quando gli Usa si trovavano nell'occhio del ciclone della più devastante crisi economica del dopoguerra. Una crisi  pari, se non peggiore, a quella del '29 che trascina dietro di sé l'intero globo, spalmando il suo pervasivo debito su tutti quanti gli stati e i popoli. Ma è più facile sindacare nella pagliuzza che parlare della trave nei propri occhi.

 Invito ora i lettori a leggere e a riflettere sul post citato di Fatti d'Europa.

Gli Usa non starebbero, a detta di Spogli, di certo alla finestra a guardare senza agire, dopo che il capo del governo italiano si è avvicinato sempre più a Mosca."L'Ambasciata afferma d'essersi impegnata in colloqui con esponenti politici interni ed esterni al Governo, col fine esplicito di creare, soprattutto all'interno del suo partito, una corrente ostile alla russofilia di Berlusconi. Inoltre, non meglio precisati "pensatoi" sono stati ingaggiati per costruire una corrente d'opinione pubblica ostile alla Russia e, si compiace Spogli, «lo sforzo sembra che stia pagando".

Perfetto, ora abbiamo finalmente la pistola fumante di quanto questo blog ha sempre asserito. Chi vuole questa destabilizzazione governativa, ad onta del voto che ha premiato l'attuale maggioranza? A che scopo? Chi finanzia il pensatoio (think tank) Fare Futuro? Chi ha supportato e sussidiato dentro il PdL, il nuovo FLI finiota, un vero e proprio Trojan Horse nato per spaccare, come poi è avvenuto? Chi ci impedisce di accedere alla  differenziazione delle fonti energetiche nelle nostre trattative d'affari con altri partner? Chi lavora per l'affossamento delle nostre migliori industrie di stato come Eni, Enel, Finmeccanica?


Sono tutte domande che non necessitano neppure di risposte. Tanta palese tracotanza deve aver creato qualche imbarazzo perfino in Hillary Clinton dell' attuale amministrazione Obama, se poi si è affrettata a rassicurare Berlusconi nel suo recente faccia a faccia in Kazakistan, tessendo lodi sperticate alla sua lealtà e affidabilità di "alleato". Ma, è certo che excusatio non petita, accusatio manifesta.

Altri articoli correlati al tema diplomazia americana, qui e sull'affare Southstream e la campagna del Corsera condotta da Massimo Mucchetti qui.

02 December 2010

Caro Presidente, un suicidio non è uno scatto di volontà


Il suicidio non è uno scatto di volontà e lei ha fatto una gaffe disastrosa perdendo l'ennesima occasione per essere parco di dichiarazioni fuori luogo, caro Presidente Napolitano.
"Monicelli se n'è andato con un'ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare". Questa è solo una delle molteplici dichiarazioni udite in queste ore in questo paese dove la dissenteria oratoria sta diventando un'epidemia nazionale contagiosa. Un Capo dello Stato dovrebbe unire gli Italiani nelle sue dichiarazioni, non dividerli glorificando il suicidio che in questo caso è stato drammaticamente violento. Sgangherato, è stato anche il commento del giornalista "di destra" Stenio Solinas, che rimando a questo pertinente commento di Paolo Deotto di Riscossa cristiana, tanto per applicare la par condicio delle baggianate fuori luogo. Come stolto è stato Paolo Villaggio nel magnificare la "morte bellissima e coraggiosissima" di Monicelli.
Non potevano mancare gli sciacalli Radicali alla Camera che ne hanno subito approfittato per uno spot pro-eutanasia. C'è una crisi nera, parlano di smantellare il welfare e che ti fa la radicale Rita Bernardini? una bella orazione funebre a favore del beverone fai-da-te, chiamato "la dolce morte". Sotto l'egida del superstato etico europeo che benedice, applicando l'eutanasia obtorto collo. E questi sarebbero i liberali? Lasciate la morte al suo mistero trascendente. Un'eutanasia di stato è roba da dittature. Saranno ben contenti gli eurocrati di Bruxelles, così risparmiano pure sulla vecchiaia, tanto per far quadrare i parametri di Maastricht. Sei vecchio? solo? malato? depresso? Abbiamo per te la "soluzione definitiva". 

Grottesco anche Paolo Villaggio che ha parlato di ultimo sberleffo e ultima burla del regista. Va bene, che la morte ci spaventa, ma cari i miei bravi attori, ma la "buffa morte" fino a prova contraria, non esiste ancora. Nemmeno il sublime Shakespeare è riuscito a evitare la commozione e le lacrime  di Romeo in presenza dell'amico Mercuzio che nascondeva le sue mortali ferite con motteggi, frizzi e celie d'ogni tipo per ritardare la morte, che ineluttabile, lo raggiunse togliendogli il sorriso dell'adolescenza. La morte non fa ridere, non è dolce, non ci rende belli, e un suicidio non è uno "scatto di volontà", ma pur sempre un gesto di disperazione. Questa è stata la peggiore gaffe presidenziale del secolo. Ma i giornali, la ignorano e glissano.

Mario Monicelli è stato, insieme a Dino Risi e a Luigi Comencini,  un grande artefice  della commedia all'italiana, quella che ridendo castigat mores. Quando ci ha divertito non si curava di sapere se il  pubblico pagante fosse di destra o di sinistra. Ci ha divertito coi "Soliti ignoti", con "L'armata Brancaleone", con la trilogia di  "Amici miei", con "Totò guardie e ladri", "Risate di gioia" e molti altri film, senza chiedere una tessera d'appartenza ai suoi spettatori. Cosa è stata quell'altra banalità circense di festeggiare il "non funerale" con la banda che suona "Oh Bella Ciao?".
Non credo che ad onta della sua appartenenza politica, fossero queste le sue ultime volontà, tenuto conto che non ha avuto nemmeno il tempo di scriverle. Risponde il parroco di Madonna dei Monti con le note di Branca-Branca-Branca, leon-leon-leon suonate dalle campane della chiesa. E L'Italietta non riesce a uscire dal dualismo trombe-campane,  Peppone-Camillo di Guareschi. Manco fossimo fermi al '48.