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31 August 2010

A proposito del Gheddasconi

Di molto si è chiacchierato sulla visita di Gheddafi e delle sue stravaganze di Beduino. Non starò qui a ripetere quanto  già espresso nell'ottimo post Realpolitik dell'amico Giovanni con particolare riguardo alla sinistra che lo ha in passato esaltato come colonello "non allineato" all'imperialismo americano e che ora si finge invece scandalizzata perché fa affari col Cav. Per non citare l'imbarazzante show del "Glorioso Corano" distribuito a 500 oche del Campidoglio di hostess in cerca di un facile obolo, di cui tre di queste, "fulminate" sulla via di Bengasi (o Bengodi?)  si sarebbero addirittura convertite all'Islam, lì seduta stante.
Mi preme però sottolineare l'atteggiamento americano nei confronti di Berlusconi perfino rilevato dal sito gossiparo  Dagospia annunciato già fin nel  titolo: La premiata ditta Gheddasconi – grazie ai petrodollari di gheddafi (65 miliardi), il nano di Arcore se ne frega del rigetto dei poteri forti anglo-Usa In due anni Gheddafi è diventato il primo azionista della prima banca italiana (Unicredit) e grazie allo storico 7,5% che controlla nella Juventus è il quinto singolo investitore per dimensioni a Piazza Affari - Tripoli punta a Telecom, Terna, Finmeccanica, Impregilo e Generali - l'asse con Ben Ammar e Geronzi.
Che il Berlusca compia giri di valzer tripolitani col Beduino, giri che gli fruttano ottime committenze industriali con Finmeccanica, Ansaldo e altre realtà industriali e finanziarie , ormai lo scrivono tutti i giornali italiani e stranieri (Gheddasconi è appunto il nome che si dà a  questo strano partenariato). In alcuni siti, la sua figura è stata affiancata a quella di Enrico Mattei, la cui espansione economica nei paesi arabi venne pesantemente contrastata dalle corporation petrolifere americane, fino a morire "casualmente"  in un  "incidente" aereo. A tale scopo suggerisco la lettura di questo post del sito Fatti d'Europa.

Ricordo inoltre che gli Americani hanno SEMPRE fatto fior d'affari  col mondo arabo-musulmano e in particolare con la dinastia saudita anche quando in quell'area proliferano madrasse wahhabbite e gruppi terroristi noti per aver effettuato attentati contro i marines (l'attentato nel 2000 alla Baia di Aden alla fine del governo Clinton che costò la vita a numerosi marines su una portaerei). Perciò, è inutile scandalizzarsi puritanamente e ipocritamente di chi cerca (seppur in versione alquanto ridotta)  di fare altrettanto. Come è inutile cercare di armare la manina della fazione "finiota" allo scopo di far cadere un governo legittimamente eletto. Ben sappiamo che nell'area angloamericana si tifa per la caduta di questo governo e per l'ascesa del due di coppe Fini. Si legga in proposito, anche quest'altro articolo de Il Tempo.

Detto ciò, mantengo un punto fermo oltre il quale non è possibile valicare il limite.
Berlusconi potrebbe continuare tranquillamente a fare affari col Beduino senza bisogno di permettergli le numerose bizzarre pagliacciate poco dignitose, fin qui concesse. In particolare quella battuta sull'islam auspicata quale religione ufficiale dell'Europa, pronunciata proprio nella città simbolo della cristianità. Per non dire del coup de theatre col  ricatto finale di pretendere i 5 miliardi di euro, pena il rovesciarci addosso tutti gli immigrati dell'Africa nera.
Uno statista degno di questo nome, deve innanzitutto pretendere RISPETTO a casa propria e nella città, sede del suo governo.
Un partner politico commerciale come Gheddafi, è per l'appunto da considerarsi tale, e basta. Sbagliato prenderlo come un cliente che qualunque cosa dica o faccia ha sempre ragione. Un vero capo di governo (Berlusconi non lo dimentichi)  non è un piazzista né un imbonitore per colonelli libici in vena di smargiassate.

24 August 2010

Zingaro chi sei? (parte seconda)

Riprendo volentieri il titolo di un  mio vecchio post che già poneva la questione zingari (nel linguaggio onusiano, chiamati "rom"), perché tornata clamorosamente alla ribalta dopo che Sarkozy ha inasprito le leggi e ne ha sancito il rimpatrio.
Se Sarkò ha fatto questa mossa perché é realmente convinto che un governo conservatore deve innanzitutto avere a cuore legalità e sicurezza dei suoi cittadini, va a suo merito. Se viceversa, ha fatto questo perché teme di essere scavalcato a destra da Le Pen e Philippe de Villiers e altri partiti identitari francesi, e pensa così di risalire facilmente nell'indice di gradimento dei sondaggi, lo si vedrà quanto prima. Il belletto e i trucchi di dozzina in politica, prima o poi si evidenziano per quel che sono. Tanto per cominciare dare la "paghetta" di 300 euro per ogni adulto e 150 per ogni bambino affinché se ne vadano, non mi pare una buona idea. Poi questi ritornano  incoraggiati, sotto falsa identità, magari moltiplicando la loro prole. Così arrivano a frotte, si fanno scudo umano dei bambini di cui non hanno alcun rispetto (li prostituiscono, li educano precocemeente al furto e alle razzie, quando addirittura non li abusano all'interno del loro clan con il silenzio complice delle organizzazioni mondialiste e di quel  Vaticano che poi  li santifica) e torneranno a batter cassa atteggiandosi a vittime perseguitate.  
A proposito di quest'ultimo, vengo a quella frase infelicissima che ha detto padre Arthur Hervet : "Prego affinché il signor Sarkozy abbia una crisi cardiaca". Davvero? E costui sarebbe un buon cristiano?
Il Vaticano e la Curia   si comportano forse umanamente incoraggiando scorribande, degrado, e furti d'ogni tipo che vanno a colpire i cittadini più poveri  e indigenti che abitano nelle periferie delle grandi città'? Non sono forse "ultimi" anche costoro? Essi non hanno certo il privilegio di abitare in lussuosi palazzi presidiati dalle guardie svizzere. Lo sanno o no, che nella periferia di  Milano, i nomadi  hanno rubato perfino una voliera di canarini di un povero pensionato che non aveva che questo innocente passatempo? Il povero vecchio non aveva più lacrime per piangere.
Qualcuno ricorda ancora lo stupro del "rom" Mailat terminato con la barbara uccisione a sassate della signora Giovanna Reggiani a Tor di Quinto dove c'era un campo nomadi abusivo? Era cristiana anche la povera  sig.ra Reggiani, ma il Papa, a quanto pare, se n'è già dimenticato. E che dire del nomade "ubriaco" Marc Ahmetovic, uccisore di quattro adolescenti nel marchigiano, e mandato poi semplicemente agli arresti domiciliari?

E le comunità ebraiche sempre pronte a paventare lo spettro dei pogrom hitleriani, perché tacciono invece ipocritamente nei confronti del governo  israeliano di  Bibi Netanyahu e della sua politica di restrizione migratoria che blocca l'accesso dei nomadi beduini dal deserto africano nei loro confini? Intendiamoci, il premier israeliano fa benone, a casa sua a difendere  la legalità e il territorio. Ma quel che è pacifico e regolare da loro, deve poter valere anche per gli altri stati, senza doppiezze di sorta.

Adesso ci riprova Maroni coi cittadini cosiddetti "comunitari" che violano le leggi. E allora ne vedremo delle belle: tutte le organizzazioni mondialiste  e buoniste associate insieme per giocare al tiro al piccione contro di lui.

14 August 2010

Tulliani Summer Soap



Hanno rotto, certo. Però bisogna ammettere che senza la saga di
Gianfry Jones e della casa maledetta in quel di Montecarlo, con
annessa la Tulliani Summer Soap, non si sarebbero mai venduti tanti giornali d'agosto, il mese fatidico del calo delle vendite. Di tutto
ci è toccato sentire. Di contesse che lasciano in eredità magioni con
la clausola di badare al gatto di nome Piumino. Di Lucianone Gaucci che dal sole delle Banana Republics racconta come fu che la bionda Elisabetta Tulliani, da prestanome si trasformò in arraffatutto modello "L'oro dei McKenna".
Inoltre el Gaucho in esorbitante sovrappeso si è lamentato che Ely, andava con lui solo per i soldi: ma va' là?
Una vera scoperta dell'uovo di Colombo. Come se non bastasse c'è stata anche la vincita al
Superenalotto. E' il caso di dire che piove sul bagnato, con tutta la
povera gente che se la passa male di questi tempi. Ma la Tulliani,
avida e predatrice come uno sparviero, si è beccata anche questa bella sommetta: io io, l'ho vinta io!
Così el Gaucho ha promesso altri sfracelli.
Frattanto ogni dì che passa il Giornale sbatte in prima pagina
pezze su pezze (documenti, testimonianze, acquisti di mobili, cucine Scavolini-la-più amata-dagli-Italiani). Dagospia fa da gran cassa di risonanza, anche se bisogna ammettere che sull'inquilino
Giancarlo Tulliani ("cognato" di Fini) e la vendita della casa a una
società off shore delle Antille, si era mosso prima degli altri.

Ora nascono spetteguless e altri antefatti del genere "io la conoscevo
bene quella bionda lì". Sgarbi dichiara di aver ricevuto allegre "visite" dalla graziosa Ely , la quale avrebbe (sempre secondo alcuni spifferucci)  tentato  pure la via per palazzo Grazioli, ma senza successo. Meglio accontentarsi della seconda carica istituzionale dello Stato.
Però prima ci sono state cene con La Russa, il quale in queste ore
smentisce la natura di questo convivio: cene ufficiali, solo
ufficiali. Excusatio non petita...?
Inoltre ci sarebbe di mezzo una Ferrari ottenuta in quattro e
quattr'otto per il Giancarletto, fratellino di Ely. Ma come?! Neppure
gli emiri del Qatar riescono ad ottenere una Ferrari in meno di due
anni. Monteprezzemolo c'entra qualcosa? Sta di fatto che in questi
giorni ha esternato la sua delusione per questo governo, dall'alto
della sua fondazione Italia Futura . Tutti quanti pensano al nostro futuro, come si vede.

Non è Fini-ta. Eh no, sarebbe troppo semplice.
Ci sono pure i giri di cene tra De Benedetti e Fini. Volevano puntare
su un cavallo di razza per introdurre un eventuale cavallo di Troia dentro il governo, ma invece si sono accorti che era un bardotto.
Ora poi, tiene pure famiglia con annessi moglie, figli, cognato e
Frau suocera. Tutti in cerca di un posto al sole.

10 August 2010

Ero massone di Maurice Caillet

Il libro in questione è appena uscito nel maggio scorso nella traduzione
italiana "Ero massone" edizione Piemme ("Yo fui masòn", nella
versione spagnola originale."J'étais franc-maçon", nella versione francese). Maurice Caillet, che ne è l'autore, è stato
chirurgo di chiara fama aderente a un'importante Loggia del
Grande Oriente di Francia. Ha militato nel Partito Socialista Francese di Mitterand e si è trovato nella singolare situazione di constatare che i temi cari ai laicisti come aborto, eutanasia, contraccezione chimica, i Pacs, le manipolazioni sugli embrioni, la depenalizzazione delle droghe ecc. venivano votati all'unanimità e "trasversalmente" a destra come a sinistra.
Ovvero dai giscardiani (anche Giscard d'Estaing è stato massone) come dai mitterandiani. Il libro è una testimonianza appassionante e avvincente come un romanzo di questo medico che ha visto la sua carriera progredire finché era nel bel mezzo dell'attività legata alla Loggia, e declinare quando ha iniziato a prenderne le distanze. Poi le minacce, i ricatti, i dossier segreti previe registrazioni fatte a sua insaputa, la  sua caduta in disgrazia,  fino alla perdita del lavoro.
Infine la crisi spirituale di Caillet, la cui moglie fu colpita da un male incurabile. Ultima speranza, Lourdes e poi da qui, la sua personale conversione al cattolicesimo.
Suscita una certa impressione leggere che all'interno delle logge massoniche si praticano riti e rituali iniziatici così cupamente medievali proprio da parte di persone che predicano  il dogma del progresso ad ogni costo. Simbologie cabalistiche, occultistiche ed esoteriche convivono con parole d'ordine di carattere illuminista e positivista. La ragione e lo scientismo rappresentano il nuovo dogma dei massoni e guai a trasgredirlo, mentre lo spirito della "tolleranza" praticato all'interno delle logge, è del tutto formale, poichè in realtà si bandisce il sacro e il metafisico dalla società per porre tutte le religioni su uno stesso piano marginale. In altre parole, siamo al relativismo, il male che affligge l'attuale Occidente.

Nel libro emerge in filigrana anche uno spaccato del quadro politico francese tra gli anni '70 e '80,  tuttavia non mancano alcuni  difetti: non è chiaro, ad esempio, il passaggio dall'approccio iniziale cristiano-ortodosso a quello cattolico da parte di Caillet. Inoltre andrebbe approfondita questa trasversalità massonica all'interno dei vari raggruppamenti politici (destra e sinistra), dato che uno dei vanti maggiori della sinistra è sempre stato quello di attribuire l'appartenenza alle logge, alla destra liberale, quando invece squadra, compasso e grembiule, non confliggono affatto con la falce e martello social-comunista.
In Italia ad esempio, tutto questo avviene ad onta delle critiche moraliste delle sinistra italiana alla P2 e alla P3.
Sarebbe stato altresì  gradito un ulteriore approfondimento su come numerosi cattolici si siano  inseriti nella massoneria attraverso un sincretismo e un trasformismo di pensiero davvero stupefacenti, per due visioni così incompatibili tra loro. In ogni caso emerge un dato incontrovertibile: massoneria e cristianesimo non possono coesistere, proprio secondo il motto "non si può servire Dio e Mammona" (ovvero il denaro e i beni materiali).

Maurice Caillet vive attualmente in Spagna sotto protezione, e questo la dice lunga sullo spirito della tolleranza massonica scaturito dalla Rivoluzione francese.
Nell'ultima parte del libro un' interessante compendio su che cos'è esattamente la massoneria, i suoi gradi, le sue logge e le sue ramificazioni segrete ("le logge selvagge"), la sua filosofia "gnostica" ("la Gnosi tenta sempre di corrompere la vera fede cristiana, introducendo filosofie e simboli pagani" pag. 171). Inoltre si tratta di  una società iniziatica i cui insegnamenti vengono impartiti, in base a una formazione esoterica, segreta con misteri che vengono via via rivelati negli alti gradi. Società segreta il cui universalismo aspira al "governo del mondo", un progetto oggi sostenuto da parecchie organizzazioni internazionali pilotate per l'uopo (Trilaterale, Bilderberg, B'nai Brith, ecc).  Forse comincia a squarciarsi qualche velo.
Qui,un' interessante intervista con l'autore. Buona lettura.

05 August 2010

Le Dolomiti costano meno di un posto auto


Spezzatino Italia. Tanto ci costa il cosiddetto "federalismo demaniale", quello per intenderci votato in modo bipartisan dalla Lega all'Idv di cui già mi sono occupata in precedente post del 1 Luglio scorso.
Ora, sui rischi possibili,  si svegliano anche i giornali (si fa per dire). Ma qualcosa non quadra lo stesso. Se per difendere la legittimità a tenerci le montagne, ovvero i nostri gioielli orografico-geologici che - lo ricordo - costarono sangue e sacrifici per essere  strappati al nemico  ("non passa lo straniero") durante il conflitto del '15 - '18, si tirano in ballo i "patrimoni dell'umanità", mi spiace dirlo, ma siamo proprio su una cattiva strada.
Sono d'accordo sul fatto che la s-vendita delle Tofane e del Monte Cristallo ai comuni, sia roba da far venire i brividi in pieno agosto, e l'ho già scritto. I pericoli dei comuni che vogliono fare "cassa" sono tanti. Le dispute tra il cosiddetto "demanio" per la cessione dei beni e i comuni che intendono acquisirli non ci metteranno certamente al riparo da una serie di incognite.
Ma se, tanto per tagliare la testa al toro, si salta fuori a dire che sono patrimonio dell'Unesco (come  ha scritto qualche miope articolista) quasi fosse garanzia di "intoccabilità",  allora non ci siamo proprio. Che diavolo vuol dire "patrimonio dell'umanità"? Diritto di scorribanda? di occupazione? di svendita ai privati affinché ne traggano guadagno per l'eventuale universo in transito sulle Dolomiti?  Se lo chiedono anche in questo sito "Woz Unesco?".
L'Unesco e la sua longa manus sui patrimoni  territoriali e artistici delle singole nazioni è parte integrante dell'operazione smantellamento delle entità statuali di cui questo blog si è occupato da tempo. E più avremo Onu, Unesco, più avremo sottrazione di territorio e cessione di sovranità.
La Lega, rischia di non rendersi conto che volere ad ogni costo,  la gestione localistica del patrimonio  geografico significa accelerare questo processo disgregativo, per offrirlo a costoro su un vassoio d'argento. Che almeno sappia  mettersi di traverso nei confronti delle istituzioni transnazionali e sovranazionali citate. 
I nostri Alpini (nella foto) non sono morti per l'Unesco, ma per strappare il suolo irredento all'oppressore.