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30 March 2009

Gli spostamenti progressivi di GianFuffa

Non se ne può più. Da quando l'hanno incoronato presidente della Camera Gianfranco Fini (per i blogger di destra, GianFuffa - copyright: il Neoaristocratico) non passa più un giorno che non si metta a impartire lezioncine di cattedra. Fa perfino rimpiangere Bertinotti e le sue ridicole spillettine arcobaleno puntate sulle sue giacche in tweed. Il che è tutto dire. E badate bene: le rivolge a tutti le sue lezioni, perfino al Papa. Ma quanto parla! e quanto esterna!
Voglio aggiungere qualcosa sul tanto decantato eloquio finiano: be', alla Fin Fini è un abile raccontantore di un bel niente. Ha solo una bella timbrica vocale pacata, bene impostata che però non esprime nessun concetto profondo. Anzi, è più vacuo di una cucurbitacea.

Facciamo il riepilogo degli spostamenti progressivi (e progressisti) finiani. Iniziò con la legge 40 e il referendum sulla fecondazione assistita del 13 giugno 2005 dove cominciò a smarcarsi dal suo schieramento in coppia con la Prestigiacomo. C'è chi migliora col tempo come accade per il vino. GianFuffa invece va in aceto. Ovviamente, il suo schierarsi sulla legge fu una solenne trombata visto che il referendum non raggiunse nemmeno il quorum, mostrando che gli Italiani non erano affatto interessati agli uteri in affitto.
Ma GianFuffa non si arrese. Ora poi si riscopre laico, democratico, liberale, socialista e libertario: pare quasi Pannella, a cui sembra sempre più intenzionato, rubare il ruolo. Gli manca il cappello da bersagliere con le piume da gallo cedrone, la trombetta in corsa eppoi, rieccolo, in cerca di nuove Brecce di Porta Pia da espugnare per il suo XX Settembre prossimo venturo. Come è accaduto per la faccenda della Chiesa cattolica e delle leggi razziali. Prontamente redarguito dall 'Osservatore romano : "Di certo, sorprende e amareggia il fatto che uno degli eredi politici del fascismo, che dell'infamia delle leggi razziali fu unico responsabile e dal quale pure da tempo egli vuole lodevolmente prendere le distanze, chiami ora in causa la Chiesa Cattolica. Dimostrando approssimazione storica e meschino opportunismo politico".


Sulla questione immigrati si è messo a fare il ripetitore di Napolitano. Anzi del duo Turco-Napolitano, quelli della legge spalanca-boccaporti per immigrati.
E dulcis in fundo ora c'è la legge di fine vita dove GianFuffa aveva già espresso volontà eutanasistiche insieme a Napolitano, durante il caso Eluana, contrario alla decretazione d'urgenza. Che Cuor di Leone!
Fini sta cercando solo di fare il tarocco malriuscito della sinistra. Temo che una volta tanto, D'Alema abbia avuto ragione nel dire che l'attuale presidente della Camera rilascia dichiarazioni non consone al suo partito.
Ma GianFuffa guarda avanti a passo spedito di dest-sinistra. Ovvero al "ballo del potere" due passi a sinistra, uno a destra, uno indietro e un altro avanti. Guarda all'estinzione futura degli Italiani, quando l'elettorato e i consensi da contendere al centrosinistra saranno allogeni. E magari punterà pure a cercare di rompere il ghiaccio spingendo per la candidatura di stranieri immigrati in lista. Del resto fu lui il primo a parlare di voler concedere il diritto di voto alle amministrative anche a chi non era residente né cittadino del nostro Paese. Da lui, dal suo "meschino opportunismo" ormai c'è da aspettarsi di tutto.

''Nei prossimi anni i cittadini di colore, quelli con i tratti orientali, quelli con genitori stranieri, saranno sempre di più e noi non dobbiamo guardare a questa prospettiva con paura - spiega il presidente della Camera - Dobbiamo avere invece la presunzione di guidare questo processo''. Fini dice sì ''all'integrazione ma con legalità''. Gli italiani ''non devono aver paura degli straniero e non devono dimenticare che siamo figli di un popolo di migranti''.
Blll - bloo -bloo- bloo: parole in apnea di "subacqueo abusivo". Meno male che Fini c'è - canta compiaciuto Eugenio Scalfari di Repubblica.


Io invece sono tra quelli che spera che Fini se ne vada dal PdL. Se rimane, sarà una iattura.

27 March 2009

Se la destra assomiglia alla sinistra (e viceversa)

Tra miti della pseudodemocrazia c'è quello della "trasversalità", una parola che ho inventariato tra i commenti nel "Somario" sottostante. Una democrazia parlamentare è tale quando favorisce l'alternanza degli schieramenti, non quando imbroglia in maniera tale da cooptare pezzi della coalizione avversaria alla guida del proprio governo. O quando organizza "fronde interne" con la scusa della "normale dialettica interna" (si veda la famosa carica dei 101, a proposito del ddl dei medici denunciatori di illegalità).
E' accaduto all'UMP con Sarkozy che ha cooptato nel suo governo molti socialisti con cui fingeva di essere in contrasto durante la campagna elettorale. Per tutta Europa si parla di Grosse Koalition e non si sa più gaberianamente cantando, che cos'è la destra e che cos'è la sinistra. Ci sono dogmi che è obbligatorio ottemperare per entrambi gli schieramenti, pena il ricatto morale di sentirsi dare degli "antidemocratici" e di venire, di conseguenza ostracizzati da Bruxelles. Esaminiamone qualcheduno. L'immigrazionismo e il multietnicismo, considerati da quasi tutti i partiti "inevitabili". A nessuno che passi per la mente di considerarlo un fenomeno indotto dalle grandi banche europee allo scopo di potersi garantire nuovi "produttori-elettori-consumatori". La sinistra lo accelera, la destra lo rallenta ma non può dire di NO, nemmeno lei.

Poi ci sono i famosi contratti pattistici per i gay, con la scusa che la famiglia sta cambiando. Anche questo è una "riforma trasversale" ai due schieramenti. E' tanto difficile andare da un notaio a stipulare un patto per ereditare beni? O tuttalpiù attivarsi per far tenere le parcelle basse a questi signori? Si deve proprio aspettare che sia lo stato il "garante" di bisogni indotti per similfamiglie? Nossignore: bisogna "ridisegnare" lo schema familiare, modernizzarsi coi pacs, o dico, o cus. E ora perfino Brunetta parla dei DIDORE. Siamo alle 7 note del Pentagramma col Do-re-mi-fa-di-do-re. "Trasversali", anche queste.

Anche la sinistra si sta per così dire...modernizzando. Ha rinunciato da un pezzo a fare il partito "di classe", con la scusa che ormai la classe operaia è andata tutta quanta in paradiso (in realtà non è mai stata così all'inferno come da quando c'è la globalizzazione). E allora c'è Bersani costretto a parlare di mercato, liberalizzazioni, e altre bellurie, un giorno sì e l'altro pure. Fassino è stato colto in flagrante al telefono, ai tempi delle scalate, con il suo proverbiale: habemus bancam. E D'Alema in tv disse a suo tempo in tono stizzito e altezzoso "Ma noi non siamo mica più un partito di pezzenti..." (non senza una punta di disprezzo per i pezzenti). Eppure, qualcuno tra questi (sempre gaberianamente parlando) era comunista, un tempo. La Mussolini mena vanto dell' iniziativa da lei capeggiata, presa contro la norma del ddl sicurezza che prevede l'obbligo per i medici di segnalare gli immigrati irregolari. In quell'occasione venne firmata da 101 deputati della maggioranza. Forse si vergogna anche lei di essere di destra e prova a vedere l'effetto che fa chiamarsi come nonnetto suo, ma poi in realtà, fare qualcosa ...de sinistra. Wow, che brivido! Dopotutto anche la bonanima di su' nonno (che era di destra e pure fassista) aveva un'anima di sinistra e scriveva per l'Avanti. Perciò bisogna capirla, la nipotina!
Per la serie, qualcosa di sinistra l'abbiamo detto, fatto, vissuto tutti quanti per una volta nella vita, beccatevi pure questa sua foto. In posa...artistica, naturalmente. Perché dovete sapere che l'erotismo è di sinistra, mentre il sesso è di destra, canta Gaber.
Morale di questa favolaccia italiota-eurobabbea: l'economicismo la fa da padrone e oltre aver ucciso la borghesia, i ceti medi, la classe operaia autoctona, sta massacrando anche gli schieramenti politici. Divieto di svoltare a sinistra, per la sinistra. Divieto di svoltare a destra, per la destra. E fronde su fronde: bipartisan. O se preferite, trasversali. Chi comanda allora? La Finanza internazionale e internazionalizzata. Quella che manda in fumo i nostri risparmi e i nostri sogni. Al di là della Destra e della Sinistra.

14 March 2009

Il Somario dell' Italiota volonteroso


"Scusate, ho il paté d'animo" diceva non ricordo più quale ministro della Prima Repubblica. "Mi sono proprio commozionato" disse Nicola Mancino con la sua faccia da venditore di provole affumicate avellinesi, quand'era ministro dell'Interno ai tempi della cattura di Totò Riina. Roba da commozione cerebrale!

E quanti, quanti altri errori e strafalcioni da parte di personaggi noti e meno noti per chi dice spessissimo , buonissimo, assolutamente SI e assolutamente No, che c'azzecca invece di che cosa c'entra (il Dipietrese). O per chi dice "il giallo piuttosto che il bianco piuttosto che il rosso piuttosto che il blu", usando quel dannato "piuttosto" al posto di "oppure". "Gabina" (copyright Bossi) invece di cabina e viceversa. "...E quant'altro invece di eccetera.

Poi ci sono gli anglicismi per i pigri di spirito come approcciare, relazionare, target, (invece che obbiettivo), trend (in luogo di andamento), cheap per dire banale e mediocre, splafonare (dal francese plafond=soffitto) invece di "sforare". E transeat sull'Informatichese del faxare, linkare, cliccare, copiaincollare che ormai adoperiamo un po' tutti.

Esiste dunque il politichese ("la non sfiducia", "gli accordi di desistenza", "i pacchetti"), il sindacalese ("il reintegro"), lo psicanalese ("gratificazioni", "esorcizzare", "demonizzare", "rimozioni" usato al posto di amnesia ecc.), l'economichese (bail out, iniezioni di fiducia, iniezioni di liquidità, stretta creditizia).

Giuseppe Pontiggia ne "Le Sabbie immobili" ha approntato un inventario di luoghi comuni, di parole ed espressioni gergali usurate dall'impiego massiccio che se ne fa ad ogni pié sospinto. Si tratta di un libro-gioiello da comodino davvero imperdibile sui tic, gli intercalare, le frasi fatte, i concetti pronti per l'uso ad opera degli italiani, sempre più impatanati nelle secche di un linguaggio prefabbbricato. Eccone qualcuno:


Vincenti. Basta guardarli.


Rileggere. Si usa per i classici che si leggono la prima volta.


Epocale. Mutamento epocale. Ce n'è ogni giorno.


Dialogo. Ricercato da tutti, purché non sia reciproco.


Carisma. Parola che lo sta perdendo, per averlo distribuito a troppi.


Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.


Giovane ragazza. Per distinguerla da vecchia ragazza.


Snob. Questi innamorati (delusi) della massa.


Consumatori. Ha sostituito acquirenti, lettori, spettatori, eccetera. Evoca l'ingestione. I consumatori di musica girano con l'auricolare. Forse il termine ulteriore sarà evacuatori.


Soldati. Operatori di pace.


Il terrore della pagina bianca.
E di quella scritta?


A questo elenco, la sottoscritta aggiunge la pessima parola "fruitori", che ha il suono del fruscio della carta igienica. Chi guarda un'opera d'arte non è più un semplice spettatore o estimatore: NO, è un fruitore. Senza contare il termine "operatore culturale" (al posto di artisti che non esistono più); "evento" per indicare anche la più banale delle rappresentazioni, che sovente vengono chiamate anche performance. Ma quello che mi fa veramente irritare è "onestà intellettuale", due termini nati nelle case del popolo comuniste e ancor oggi in circolazione. Chi dissente con buoni argomenti non è solo un onesto individuo tout court... No, dev' essere pure "onesto intellettualmente". E pazienza se poi è disonesto in tutte le altre funzioni della vita. C'è poi "trasgressivo", un altro termine abusato e logoro in un'epoca in cui non c'è proprio più nulla da trasgredire. Semmai il problema che si pone è esattamente il contrario: essere capaci di attenersi alla norma. Se ne ho dimenticato qualcun altro, ne aggiungano gli eventuali lettori. Non avranno che l'imbarazzo della scelta.


09 March 2009

L'egualitarismo degli stupri secondo il Napolitan-Finiano pensiero

Napolitano e Fini. Ovvero, quando le disgrazie non vengono mai sole. Premetto che l'8 marzo è una festa che ho già bandito da tempo dal mio calendario personale. Il perché dell mia messa al bando è presto detto: è una festa social-comunista. E io il comunismo non lo festeggio sotto nessuna forma. Lenin e i discorsi a Clara Zetkin e altre panzane egualitariste hanno avuto la meglio sul pianeta da Occidente a Oriente, a quanto pare. E continua... L'emergenza ormai quotidiana degli stupri ha fatto fare affermazioni sibilline a Napolitano: lo stupro è un crimine sia che venga da uno straniero che da un italiano.

Gli corre dietro trafelato come un barboncino il solito Fini , ansioso di fare il lecca-balaustre dei potenti e in cerca di nuove opportunità di carriera a fine mandato. Ormai non passa giorno che non esterni dal basso della sua insipienza. Questa è una verità fin troppo evidente per essere del tutto vera e la prassi storica ha insegnato che l'adesione miope e ottusa al principio di uguaglianza è stata fatta proprio per creare disuguaglianze.
Se una donna subisce una violenza da un albanese, romeno, nigeriano, marocchino o, viceversa, dal signore della porta accanto di nascita e cittadinanza italiana è evidente che è pur sempre violenza subita. Tuttavia occorre dire qualcosa in più, un qualcosa che queste due cime eccelse ci nascondono e nascondono a sé stessi. Lo stupro si divide in due categorie: endogeno ed esogeno. Ovvero ad opera di un autoctono o viceversa, di un allogeno. Che differenza c'è? Apparentemente nessuna; nei fatti molta. Quando il territorio italiano era ancora un'entità statuale oggi in dissoluzione il fenomeno era ridotto e si conosceva perfino il nome di certi fattacci: lo stupro del Circeo, ad esempio. Ed era più facile perseguirli e sanzionarli.

Oggi lo stupro è la regola che fa rimpiangere l'eccezione e la polizia non è nemmeno più capace di trovare i responsabili. Oggi lo stupro esogeno (non di rado effettuato in branco) è metafora di patria violata, è lo straniero proveniente da inculture feroci e tribali che attraverso il corpo della donna che trova, violenta la nostra madre terra e il nostro modus vivendi. E madre proviene da mater (materia) di cui tutti noi, uomini e donne siamo fatti e da cui proveniamo. Se una vecchia signora cieca di 83 anni muore sotto i colpi di una bestiaccia ubriaca di nazionalità romena, dobbiamo davvero limitarci a dire la solita consolatoria fesseria de sinistra e buonista che "sarebbe potuto capitare anche con un italiano"? Questo è uno stupro etnico di sfregio-dispregio non solo contro una donna, ma contro suo figlio, contro i suoi nipoti, contro la sua famiglia e comunità, il suo vicinato, la sua città. E' del tutto simile alla soldataglia quando penetra nelle città nemiche, afferra il bottino, stupra le donne sotto gli occhi dei loro mariti che uccide e poi magari strappa gli occhi ai loro figli. I due signori delle due cariche "istituzionali" in questione si vergognino per la loro limitatezza e arretratezza di pensiero e la smettano di parlare in nome delle donne italiane che usano quale paravento per le loro fanfare retoriche. I due signori in questione sono convinti assertori del Nuovo Ordine Mondiale, ovvero della legge del caos, del disordine e del diritto di transumanza universale fatto solo nel nome del profitto, che oltretutto serve a distribuire povertà diffusa invece che benessere.

Ecco perchè tentano di convincere gli Italiani che stupro fatto da bianco, nero , giallo è sempre lo stesso. Che se viene stuprata un'italiana o una straniera è lo stesso. Ma non dicono però l'unica cosa vera: che il solo modo per ridurre drasticamente questo fenomeno spaventoso è chiudere i boccaporti e non farne entrare più. In altre parole, rendere "sacro" e "inviolabile" il nostro Paese e sicuri chi vi abita. Certamente ci saranno altri stupratori nostrani ma se non altro, sarà più facile identificarli e catturarli e il fenomeno sarà individuale e non più "collettivo" come quello odierno. Dunque il duo Giorgio Uguaglianza e Gianfranco Universale ci impongono di subire dei delitti e delle pene nel nome dell' "etnicamente corretto". Questo è il significato reale dei loro vacui discorsi alle donne.

07 March 2009

Luis Bunuel e le trombe dell'Apocalisse



Luis Bunuel è forse il regista cinematografico più genialmente eversivo che il cinema mondiale abbia mai avuto. Non ha mai perso il suo humour corrosivo e la sua voglia di fare scherzi e burle atroci nemmeno sul finir dei suoi giorni. Mi è capitato tra le mani una sua gustosa autobiografia scritta quando era già molto avanti negli anni dal titolo "Dei miei sospiri estremi" e voglio ricopiare qualche sua intelligente riflessione sul mondo che stiamo attraversando. O meglio, che ci sta cadendo addosso. Da notare che questo libro è stato pubblicato oltre 20 anni fa, ma ha colto nel segno a proposito di un mondo che corre sempre più rapidamente e affanosamente nella direzione da lui indicata. Don Luis el Burlador è tra l'altro il vero autore della celebre battuta ossimorica: "Sono ateo per grazia di Dio", poi fatta propria dalla Fallaci.



Secondo le più recenti notizie, abbiamo ormai abbastanza bombe nucleari non solo per distruggere ogni segno di vita sulla terra, ma anche per far uscire la terra stessa fuori dalla sua orbita e spedirla a naufragare, vuota e fredda, nell'immensità. Cosa che trovo magnifica e quasi quasi mi metto a gridare bene, bis! Una cosa ormai è certa: la scienza è nemica dell'uomo. Stuzzica in noi l'istinto di onnipotenza che ci porta dritti alla distruzione. Del resto lo dimostra un'inchiesta recente: su 700.000 scienziati "altamente qualificati" al lavoro nel mondo, 520.000 stanno tentando di migliorare gli strumenti di morte, distruggere l'umanità. Solo 180.000 cercano il modo per salvaguardarci. Da un po' di anni le trombe dell'Apocalisse suonano alle nostre porte e noi ci tappiamo le orecchie.
Questa nuova Apocalisse arriva , così come la vecchia, al galoppo di quattro cavalieri: sovrapopolazione, scienza, tecnologia e informazione. Tutti gli altri mali che ci colpiscono sono semplici conseguenze.
Non esito a porre la cosiddetta informazione tra i cavalieri funesti. L'ultimo soggetto cinematografico a cui ho lavorato (ma che non potrò realizzare) si basava su una triplice complicità: scienza, terrorismo e informazione. Quest'ultima sempre presentata come una conquista, un "diritto", è forse in realtà il più pernicioso dei quattro cavalieri. Infatti segue da vicino gli altri tre, nutrendosi quasi esclusivamente delle loro distruzioni.
L'esplosione demografica mi colpisce al punto da farmi dire spesso che sogno una catastrofe planetaria in grado di eliminare duemila milioni di abitanti, me compreso. Aggiungo che questa catastrofe avrebbe senso e valore ai miei occhi se provenisse da una forza naturale: terremoto, flagello orribile, virus devastatore e invincibile. Rispetto e ammiro le forze naturali. Ma non sopporto i miserabili fabbricatori di disastri che scavano ogni giorno la nostra fossa dicendoci, criminali e ipocriti: "Non si può fare diversamente".
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Adesso che mi avvicino all'ultimo respiro, immagino spesso un'ultima burla. Faccio convocare alcuni vecchi amici, atei convinti come me. Sono tristi intorno al mio letto. A questo punto entra un prete che ho mandato a chiamare. Con grande scandalo degli amici mi confesso, chiedo l'assoluzione di tutti i miei peccati e ricevo l'estrema unzione.Dopodiché mi giro su un fianco e muoio.
Ma si trova ancora la forza di scherzare in quel momento? Un rimpianto: non poter sapere cosa succederà. Abbandonare il mondo in pieno movimento come un feuilleton, lasciato a metà. (...)
Una confessione: malgrado il mio odio per l'informazione mi piacerebbe risorgere dai morti ogni dieci anni, andare ad un'edicola e comprare un giornale. Non chiederei di più. Con il mio bravo giornale in mano, pallido e smunto, rasente i muri, tornerei al cimitero e leggerei tutti i disastri del mondo prima di addormentarmi soddisfatto, al riparo rassicurante della tomba.