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09 November 2009

L'Italia sul Viados del Tramonto e del de-Gradoli


L'umanità è sull'orlo di un impazzimento e a ciascuno il suo mondo-immondo.  Parlo di quella vasta zona franca di clandestinità brasiliana detta viados, pagati  "profumatamente" da personaggi pubblici, professionisti e cittadini al di sopra d'ogni sospetto. Alla faccia della disoccupazione e dei cassintegrati! Basta venire clandestini  dal Brasile a Roma o in altra città italiana, essere uomini travestiti da donne, battere il marciapiede, che si può far fortuna coi politici più pervertiti o professionisti in cerca di buone vibrazioni. Tanto paga lo stato, la regione, gli enti pubblici. Cioè noi gonzi. E magari gli danno pure la corsia preferenziale per il permesso di soggiorno, se poi devono testimoniare in tribunale (si veda il caso Natalie).
Ormai non c'è giornale, rotocalco, trasmissione o salotto tv che non ospiti trans e metta in copertina qualche trans. Dalle "quote rosa" alle "quote gay",  e da queste alle "quote trans". Siamo all'Italia delle quote. E guai a chiamarli al maschile nonostante abbiano dei falli lunghi tre spanne! No, secondo l'ex onorevole Luxuria Guadagno di PRC  bisogna chiamarli "le trans", al femminile. Ma perché, se vogliono appartenere al genere  femminile non se lo fanno asportare, allora?
Si scomodano psicologi e sessuologi per sapere come mai molti uomini (vista la clientela notturna che traffica intorno ai Viados) snobbano le mignotte per andare con dei mostri che sembrano mascheroni da fontana. Labbra modello gommone Zodiac, più truccati di una battona del raccordo anulare (poveretta, ormai un reperto archelogico da proteggere come il panda), con addosso paccottiglia da fiera di S. Giuseppe, lustrini calze a rete e minigonne che scoppiano loro addosso con tanto di tacchi sadomaso. Credevamo di averli visti solo nel pianeta Transylvania del Rocky Horror Picture Show o in  Priscilla, regina del Deserto, e invece  si scopre che  i "transylvani" sono pure mercenari ricercati.
L'affare Marrazzo ha dato definitivamente la stura a un fenomeno che si era già evidenziato con Sircana dalla faccia pensosa ed emaciata e con Lapo Elkann,  lo squatter-chic cocainomane di casa Agnelli. Cosa ha portato quest'ultimo a rinunciare a una ragazza  graziosa come Martina Stella, la giovanissima e bionda attrice che abbiamo visto ne " l'Ultimo bacio" di Muccino, per andare con un vecchio trans a nome Patrizia (foto piccola in basso) a cui cade la faccia come un mastino napoletano e dai capelli come crine di cavallo?
Cosa porta Marrazzo a mettere corna su corna alla sua distinta signora Roberta  Serdoz per poi correre a sollazzarsi di nascosto con  tanto di denaro pubblico e auto di servizio presso simili mostroni baracconeschi? Una risposta ce l'avrei.
Il  trans è  la personificazione di quel "De Immundo" che già era arrivato a noi nei musei, nelle mostre, nelle "installazioni" coi water e i bidet come sculture, la merda d'artista, le siringhe della droga, i quadri con le uova strapazzate sulle tele, quando non addirittura fatti con cenere ed escrementi. Insomma, dall'età del gusto a quella del disgusto.
Con le sue orrende tette rigide al silicone, il trans fa pensare all'incarnazione degli effetti speciali di un fanta-horror popolato da  crudeli androgini del tipo androide che vagano per metropoli fatiscenti e sconquassate in stile Blade Runner. Chi li frequenta pratica quello stesso  cupio dissolvi per cui vediamo tanti giovani beccarsi infezioni (anche mortali)  col piercing sulla lingua, nell'ombelico o in altre parte intime, coi pluriorecchinati su ambedue i lobi delle orecchie, o coi tatuaggi a carta geografica sul corpo fino a non lasciare nemmeno più un centimetro di pelle naturale. Con le movide dove si fanno baccanali all'aperto, si orina e si vomita sotto le case dove vive gente onesta che va al lavoro, ma che non può dormire, a causa loro. Coi rave party in aperta campagna dalla musica tribale e assordante, organizzati tramite appuntamenti via internet o via sms, dove si consuma il pasto nudo della droga, innaffiato di disgustosi beveroni alcolici, in mezzo a una canea di tossicomani inscimmiati che pensano solo a crivellarsi il corpo con le "dosi" a suon di frastuono a tutto decibel fino all'alba.  Ecco poi come il nostro paese  del Trans-Italia-Express , con i suoi vagoni sgangherati  corre  incoscientemente verso il suo sfacelo.
Nei rioni romani dove il   "via vai era continuo e lo è stato per anni, senza che ci sia mai stata un'irruzione, una retata di Carabinieri e Polizia con i lampeggianti accesi.
Gli inquilini "normali" dello stabile e quelli dei palazzi vicini vedevano e sapevano cosa succedeva in quegli appartamenti, ma tacevano o per complicità o per paura di rappresaglie.
Un condominio in una zona elegante della "città eterna", in una traversa dell'antica via consolare che da Roma porta al Nord, trasformato in una sordida sentina del vizio, dove l'Aids la fa da padrone, si è lentamente "evoluto" in un'area "ad alto rischio" che sfugge al controllo dello Stato"
(e continua)...
Storia di spie e di spiati, di trans e di travestiti, di clienti politici viziosi, di pusher uccisi, di paparazzi guardoni, di filmini porno, di cocaina, di ricatti e di ricattati, di proprietari di condominio che affittano in nero a questi  baracconeschi marchettari sbarcati nella "città aperta", in un intreccio di omertà senza fine.
Sul Viados del Tramonto e  del  degrado. Peggio,  del de-Gradoli, già vecchio covo dei Brigatisti,  quelli che dicevano "colpire al cuore dello Stato". Sarà un caso?

87 comments:

Andrea said...

Complimenti per il post che richiama i gironi danteschi.

La Sodoma e Gomorra de noantri... sebbene altamente raccomandabile, occhio a voltarsi indietro, si rimarrebbe di sale.

Anonymous said...

Cara Nessie,
il tuo Post è molto divertente, anche se tratta un argomento che non diverte per niente:il sesso a pagamento(dei contribuenti) con persone che, sul piano del gusto-ma parlo a titolo personale- sono dei veri e propri "freak".Io sono di mente liberale però all'antica:riconosco i diritti di tutti (etero, omo, bi o tri sessuali, trans etc etc:la gamma è vasta e variopinta)per miei limiti visivi, riconosco ahimé solo due o tre tipi:l'uomo che abbia fattezze maschili, la donna che abbia caratteristiche femminili e poi un terzo tipo che può avere caratteristiche più o meno marcate del sesso di appartenenza o quello cui aspira appartenere.Faccio fatica, anzi non capisco nemmeno chi sceglie di fare sesso con persone che non stanno né di qua né di là, ma ovviamente non giudico niente e nessuno perché non capire non implica condannare, tranne quando vengono usati soldi pubblici per soddisfare le proprie voglie.Il quadro che dài del fenomeno è così esauriente che non mi sento di aggiungere altro, se non un parallelismo storico:in fondo nell'antica Roma Caligola ordinò che le matrone romane si prostituissero nel palazzo Imperiale- e lui intascava i soldi- per non tacere di Messalina che è tristemente passata alla storia come la "puttana imperiale" che di notte lasciava la sua augusta residenza per scendere alla Suburra, dove aveva riservato uno sgabuzzino lurido per incontrare i suoi clienti.Ecco, a distanza di millenni, le abitudini delle persone che stanno al potere-a Roma- non sono cambiate di molto:Caligola e Messalina si facevano pagare, Marrazzo pagava.L'epitaffio sulla tomba di Messalina fu "tandem pedibus unitis".Speriamo che negli epitaffi degli Eletti dal popolo si scriva "finalmente pagarono di tasca propria".Buon inizio settimana da Occidentale(pentito)

Angelo D'Amore said...

..e quando per un attimo scompaiono dalla circolazione, li mandiamo sull'isola per far ritrovar loro, una nuova ventata di notorieta'...

Anonymous said...

Cara Nessie, non è assolutamente un caso, perchè, se ricordi, il famoso appartamento di via Gradoli e vari altri in quella zona, molto appartata all'epoca del delitto Moro, ma ancora abbastanza adesso,appartenevano (non so ora), a delle società di comodo che, per un gioco di scatole cinesi, facevano capo ai cosiddetti Servizi. I libri usciti in gran numero, l'anno scorso, per il trentennale del caso Moro (caso sporco quant'altri mai, come ebbe a dire la vedova Eleonora al regista Martinelli), sono molto chiari al riguardo. Detto questo, e lasciate ad ognuno le meditazioni e considerazioni del caso, penso che per ripulire questa società marcia e decadente di fine impero, ci vorrebbe Ercole, impegnato in una delle sue 12 fatiche: le stalle di Augias. Non Corrado, per carità, che ha lui pure i suoi scheletrucci, come apparso recentemente sulla stampa. :-)Paola

Nessie said...

Già, l'Isola dei Famosi, Angelo. Dove se vinci il premio, il giornale di Rifondazione Comunista ti elogia pure.

Grazie Mefisto. Leggi se hai tempo, anche il link molto istruttivo che ho messo.

Nessie said...

Occidentale, c'è il sito Dagospia di Roberto D'Agostino che ha già coniato un nomignolo per Roma: da Roma Ladrona (copyright Bossi) a Roma Godona.
Si attende il repulusti, di questa come di altre nostre belle città. Ciao.

Nessie said...

Tranquilla Paola, non è che a Milano la suburra sia inferiore a Roma e per qualità e per quantità: prostituzione cinese, viados, racket della droga romeni, pusher senegalesi ecc.

Anonymous said...

Appunto, Nessie, deviamo un fiume, come fece Ercole, e la corrente impetuosa si porta via tutto il letame e zozzerie varie, in tutta Italia. Magari! Paola.

Anonymous said...

altro che girono danteschi

Nessie said...

Sì, Paola, ma ci vollero ben 12 Fatiche erculee.
Vorrei però riprendere il concetto secondo cui, ciò che riguarda il "privato" non è giudicabile.
Se un uomo politico decide di occuparsi della "cosa pubblica" (res pubblica) il suo privato riguarda anche i cittadini. Nella Roma antica la parola "candidato", riguardava il candore della sua tunica bianca, concetto che - ahimé - i tempi pare abbiano cancellato.
Detto ciò, lungi da me l'idea del fare dell'"eticismo" di sapore totalitario.
Ma se poi non vogliamo che l'"eticismo" lo facciano i giornali "liberi" del cosiddetto "mondo libero", con l'uso ricattatorio che fanno di immagini e di rivelazioni choc, allora sarà bene che chi è stato "candidato" si mantenga non dico immacolato, ma con un comportamento dignitoso.
A sinistra come a destra.

Un saluto al ten. Colombo :-)

Anonymous said...

...e per fortuna che Roma e' "città Santa"!!!

Nessie said...

...Speriamo non sia anche eterna. Perché questo tipo di eternità non lo vogliamo. :-)

Josh said...

"Sul Viados del Tramonto"

ahah Povera Norma Desmond/Gloria Swanson: si rivolterà nella tomba! La famosa battuta "noi facevamo tutto con gli occhi" di Sunset Boulevard mi sa che oggi andrebbe 'corretta'....:(
(la battuta era riferita al cinema muto/sonoro da Gloria Swanson eh)


"Ma perché, se vogliono appartenere al genere femminile non se LO fanno asportare, allora?"

scherzi? Ci lavorano. E' più comodo, pare, essere un po' donna, un po' omo, un po' e un po'... così tiri su più clienti.

Anonymous said...

Città santa? Sarà santo il vaticano, che io considero uno stato estero, nè più nè meno di San Marino, solo che la repubblica del Titano non possiede gran parte del patrimonio immobiliare di pregio della mia città, su cui non paga neanche l'ICI! Quanto vorrei che la mia città fosse più laica, invece! Paola.

Nessie said...

Scusa Paola, ma laica o meno, questa Caput Mundi in ogni caso hanno deciso di renderla così "aperta" da essere addirittura spalancata ai 4 continenti. A prescindere.

Nessie said...

Josh, dimenticavo dell'indispensabilità dell'attrezzo ;-). Un tempo andavano a operarsi a Casablanca, ora invece vanno a farsi "protesi" giapponesi.

Anonymous said...

Mah, Nessie, caput mundi non lo siamo più da un pezzo, almeno da Costantino il cosiddetto grande, direi, per come la intendo io. Se lo fossimo ancora, non saremmo ridotti in questo modo schifoso e indecente. Paola.

Nessie said...

Adesso ti racconto una storiella romana davvero divertente. Mi trovavo di passaggio a Roma. Ero su un taxi. Dal finistrino passano due indiani d'America (pellerossa) con berretto da cow boy e abito a frange di pelle, come fossero pronti per un rodeo. Viaggiavano entrambi su un'ingombrante Harley Davidson, fermi al semaforo. Quando il tassista li ha guardati stranito, si sono dati un lungo bacio sulla bocca e eppoi gli hanno fatto ciao ciao con la manina. Anzi, manona (erano grandi e grossi).
"Ammazzate aho!" ha esclamato il tassita "Tutta a' monnezza er monno ce capita qua".
Beh, non ne potevo più dalle risate :-)

Johnny 88 said...

Posso dire, se mi viene perdonata una punta di sadismo che nutro una certa simpatia per via Gradoli? Prima ci ha liberato da Aldo Moro, ora da Marrazzo, chi sarà la prossima illustre vittima della via della giustizia?
Cattiverie gratuite a parte, qui da due settimane stiamo dicendo
(o meglio, la stampa sta dicendo) che andare a trans è normale... Ma stiamo scherzando???? Vabbè che la storia è piena di sovrani che i pettegolezzi dell'epoca dicono avere gusti sessuali "eccentrici", (Enrico III di Francia e Giacomo I d'Inghilterra per citare i due più famosi), ma non andavano a sbandierarlo ai quattro venti come qualcosa di "normale", robe da matti. Di questo passo, non mi stupirei se tra un po' cominciassero a dirci che la pedofilia è una "normale variante del comportamento umano". O tempora, o mores...

Nessie said...

Tranquillo Gio: adesso la ADL ebreo-americana sta preparando il pacchetto mondiale di guerra "preventiva" contro l'odio, e lì dentro c'è pure il reato di omofobia universale:. Amarsi sarà obbligatorio e tutto sarà perfettamente "normale". Anche quello che tu paventi:

http://fattideuropa.splinder.com/post/21657561/L%27Anti-Defamation+League+e+le+

Anonymous said...

Ah Nessie, è proprio questo che ci salva, l'ironia e la battuta pronta, rivolte in primo luogo contro noi stessi. E' l'eredità dell'italum acetum di cui parlavano gli antichi romani, e delle canzoncine derisorie che i legionari romani cantavano ai loro generali vittoriosi durante i trionfi. Quelle su Cesare erano veramente pesanti!:-) E' una nostra caratteristica, peccato che non tutti la capiscano. Paola.

Anonymous said...

Ahi,il ministero dell'Amore di Orwell! Preveggente o informato? Paola.

Michele said...

Cara signora Nessie,
trovo la sua connessione tra l'apparizione di FOUNTAIN di Marcel Duchamp nei musei e le motivazioni che possano muovere un Marrazzo qualunque ad andare ad impegolarsi in un giro di trans leggermente fallace. Mi spiego: il DE IMMUNDO che lei ci spiega esordire nei musei per poi riversarsi nella vita quotidiana e personificarsi nella figura del trans in realta' NON E' DE IMMUNDO. Fountain di Marcel Duchamp non e' finito in un museo per la volonta' di mostrarci semplicemente un orinatoio, e' finito in un museo perche' e' il capostipite di una serie di cosidetti readymades realizzati (o per essere piu' appropriati 'scelti') con il preciso intento di questionare i processi creativi e di mercato che governavano il mondo dell'arte all'epoca della creazione di FOUNTAIN. Simile discorso penso possa essere applicato alla Merde d'Artiste di Manzoni (che peraltro e' inscatolata, ci sara' qualcosa li' dentro?). Il gusto e il disgusto sono sensazioni soggettive, specialmente quando concernenti opere d'arte, tirare in ballo Marcel Duchamp per commentare la dissoluzione della classe politica italiana mi sembra oggettivamente una forzatura.
Michele

Nessie said...

Sig. Michele,
il gusto e il disgusto, dall'età in cui erano oggettivi a quando sono diventati soggettivi, hanno creato quello che non la sottoscritta , bensì il grande critico Jean Clair ha inventariato nel suo brillante pamphlet sotto il titolo "De Immundo".

http://www.webster.it/libri-de_immundo_clair_jean_abscondita-9788884161048.htm

E cmq lei un po' di ragione ce l'ha: qui siamo ben oltre il de immundo, dove almeno lo squallore di certa arte, se ne stava depositata nei musei.

Anonymous said...

Sig.ra Nessie, mah direi, il grande critico Jean Clair puo' avere bene le sue opinioni al riguardo come d'altronde ci sono molti grandi critici che vedono la questione in senso opposto, direi che questo rafforzi l'idea che il gusto e il disgusto non possono essere oggettivi, non il contrario.
Curiosita' personale: che tipo d'arte l'appassiona?
Michele

Nessie said...

In particolare Il Rinascimento.
Poi i Preraffaelliti inglesi, il simbolismo, il romanticismo di Friedrich, parte della Secessione viennese.

Nessie said...

"Ahi,il ministero dell'Amore di Orwell! Preveggente o informato?"

Mi sa che siano vere tutte e due le cose.

Massimo said...

Simili perversioni mi fanno l'effetto di riconsiderare benevolmente l'islam ...

Josh said...

i Brigatisti dicevano "colpire al cu...ore dello Stato"...
ora è cambiata zona erogena :D

Nessie said...

Vuoi che ti dica la verità Massimo? ho fatto la tua stessa considerazione.

Josh, non ti facevo così crassamente goliardico :-)

Lo PseudoSauro said...

Due battute su "gusto e disgusto".
Per il volgo:
"Non e' bello cio' che e' bello ma e' bello cio' che piace"
Presume un punto di vista splendidamente tollerante e universale.
Esattamente cio' di cui una civilta' che codifica ed elabora i propri stilemi a partire dalla civilta' greca non sembra avere grande bisogno.
Ne ha invece bisogno una civilta' nuova che voglia spazzare via il vecchio "comune sentire" per sostituirlo con uno completamente diverso, dicianmo: opposto.
La soggettivita' si oppone fichtianamente all'oggettivita' semplicemente per spazzarla via secondo il metodo ...
Oggettivita' e soggettivita' sono infatti proprio il dualismo che ci viene dall'eredita' greca e latina.
Il fatto e' che la "merda d'artista" vogliono farla diventare "oggettivamente bella"; non s'accontentano del fatto che possa non piacere, anzi, s'indignano se non la si considera "arte"... questi conservatori da quattro soldi (o trenta denari).
E' questo il problema; e il porlo nei termini scelti da Michele non e' "oggettivamente" onesto.
Sempreche' l'onesta' possa essere ancora definita secondo canoni condivisi, perlomeno in Europa. Non si pretende certo che si faccia lo stesso in Papuasia. :-)

Nessie said...

Bravo Sauro, la Bellezza ha infatti dei canoni e degli stilemi oggettivi. Togliere questi e relativizzarli nel solito luogo comune del "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", significa condannarsi al laidume imperante:

" I tempi presenti volgono inesorabili verso il brutto in tutte le sue forme, c’è poco da fare. È un declino inarrestabile fatto di brutte case, brutti monumenti, brutte chiese, brutta arte, brutta musica, brutti film, brutti programmi tv, brutta gente, brutte carriere, brutti amori. Brutti tempi, appunto" (dall'articolo "Il vero choc è la bruttezza di quei trans" di Stefano Lorenzetto comparso su Il Giornale). Ecco il link:

http://www.ilgiornale.it/interni/il_vero_choc_e_bruttezza_quei_trans/28-10-2009/articolo-id=394325-page=1-comments=1

Lo PseudoSauro said...

grassie :-)

Ah, il metodo era quello consigliato da quel tal Schopenhauer ne "L'arte di ottenere sempre ragione".

Invece, un buon esempio della ricodifica culturale in atto puo' essere banalmente rappresentato dalla rivalutazione dell'orco, del lupo e dei mostri che una volta spaventavano i bambini (anche il sottoscritto).
E, non ci si illuda, non e' un'operazione innocente. Non si aggiunge un semplice "punto di vista"; ci si propone di sostituire la vecchia oggettivita' con una nuova.
Per quanto si possa essere tolleranti, i fenomeni di cui parla Nessie sono esteticamente orribili come la creatura del dr. Frankenstein. Magari la scienza fornira' un giorno alla tecnica strumenti migliori, ma per il momento il colpo d'occhio e' quello che e'. E, per il momento i vecchi canoni estetici sono ancora comprensibili. Niente a che vedere con gli efebi, che magari furono in gioventu', solo individui invecchiati e mal rappezzati che mostrano chiaramente quale sia il loro genere originale; frutto di societa' che non sembra sappiano produrre altro che questo; e questo, infatti, esportano qui, dove ora trovano chi sa apprezzare....
Pero', potrei vaticinare che una SS continuera' ad essere una SS, ne' alcuno tentera' di rivalutarla mai in questa splendida cultura che pretenderebbe di essere "soggettiva" e tollerante. Diciamo, forse, che la vera soggettivita' esiste solo in un mondo che non e' fornito di un linguaggio emancipato. E forse nemmeno in quello.

Lo PseudoSauro said...

Concludo per non tediare oltre: la vera soggettivita' non esiste, come non esiste l'individualismo in quanto l'uomo e' riconosciuto per tale dai suoi simili e non da se' stesso. La pretesa soggettivita' odierna e' la fabbrica dell'autismo.

Nessie said...

Curioso che i cultori dell'avverbio "oggettivamente" siano poi gli avvocati difensori delle tele tagliate di Fontana, della Transavanguardia, di Cattelan dai bambini impiccati e di altre amenità pittoriche come le cosiddette "installazioni" delle varie Biennali che sappiamo.

Ora forse sarò stata surrettizia nel voler equiparare a questi fenomeni da baraccone "poco artistici " a tutto ciò, ma la verità è che quando ci si abitua alle brutture architettoniche (parlo anche di certe chiese che sembrano dei bunker), quando le città invece di avere qualche locus amoenus aprono in continuazione banche, centri commerciali, parcheggi bunker e altri luoghi spersonalizzanti, il minimo che possa capitare è arrivare a trovare "attraente" perfino un mascherone da fontana, come quelli di cui parlo. Con tutto ciò, non giustifico affatto.

Una piccola postilla: c'è il rischio che le benemerite associazioni per l'Amore Universale, trovino "politicamente scorretti" i nostri sentimenti per le "quote trans". Tanto più che come mi capitò di dire in un post, la Goldman Sachs concede spesso e volentieri dei leasing a chi si fa "operazioni" per i passaggi da un genere all'altro:

http://sauraplesio.blogspot.com/2008/03/la-goldman-sachs-finanzia-il.html

Anonymous said...

Bene, se la bellezza ha dei canoni oggettivi mi piacerebbe sapere quali siano e chi gli ha decisi.

Pseudosauro, quando parlavo della merda in lattina di certo non mi riferivo alla bellezza delle forme di un pezzo di metallo bensi' al tipo di domande che vendere uno stronzetto sottovuoto dovrebbe far venire in mente a chi osserva il medesimo e questo, che piaccia o no e' oggettivamente interessante. Il perche' queste opere stiano in un museo l'ho spiegato in maniera estremamente oggettiva nel mio primo intervento, poi come Nessie mi ha fatto notare ci sono critici che non apprezzano come ce ne sono altri che apprezzano, qual'e' il problema?
Dire che non esista una sensibilita' personale (quindi soggettiva) ad opere in stili differenti, realizzate in maniera differente, usando medium differenti e' una, perdonami il termine, grossa belinata e se andassi a pronunciare una cosa del genere in una qualunque scuola d'arte genereresti risate. A me per esempio il barocco mi fa letteralmente c......e mentre ho una grande passione per l'architettura razionalista, come facciamo a decidere cosa e' oggettivamente bello o no? Per me la casa del fascio di Como e' estremamente bella perche' coincide con la mia sensibilita' personale verso superfici pulite, angoli netti ed essenzialita', eppure un sacco di persone la reputano arida, sterile, fastidiosa. Allo stesso modo posso sforzarmi di apprezzare la cattedrale di Noto quanto vuoi ma per me rimane sinceramente un niente di che e per l'arte funziona esattamente allo stesso modo, senza dover andare fino in Papuasia.
MIchele

Nessie said...

Conversazione interessante.
Per ciò che mi riguarda, insisto: può non piacerle il barocco, ma non può negare che il barocco avesse degli stilemi ben precisi.

In attesa che nel merito risponda l'interessato da lei interpellato, riporto la conversazione al topic e aggiungo: non c'è più sogno che le Banche non possano realizzare.
Si pensi che Lussuria (io lo chiamo senza la x) aveva perfino pensato di inserire le operazioni dei trans nel servizio sanitario nazionale come interventi gratuiti. Meno male che quel governo almeno, è andato a casa.

Anonymous said...

Sono d'accordo Sig.ra Nessie, ma allora dobbiamo distinguere tra stilemi puramente estetici e stilemi concettuali: quello che sto cercando di dire e' che le opere che ho menzionato sono nei musei esattamente per questo: si erano prefisse di distruggere lo stilema estetico sostituendolo con lo stilema concettuale ed e' questo il motivo per cui sono finite nei musei. Poi ovviamente ad ognuno la sua cup of tea.
Michele

Nessie said...

Michele, chi l'avrebbe detto che parlare come ho fatto di trans, ci avrebbe portato a questi argomenti così impegnativi? ecco devo dirle che l'arte concettuale (che guarda caso è sorta negli Usa intorno algi anni '60) francamente non è nelle mie corde.

E dato che si definisce "arte concettuale" qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse siano più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa, siamo già, a mio parere, nel distacco dell'artista-artefice-artigiano dall'elaborazione della materia.

Giano said...

Cara Nessie, ancora una volta hai fatto centro. E condivido pieamente l'accostamento del degrado sociale con quello dell'arte; hanno la stessa radice.
Gli effetti sono sotto i nostri occhi quotidianamente. La conferma la si ha proprio leggendo alcuni commenti dai quali risulta che la "Merda d'artista" manzoniana non è merda, ma...uno "stilema concettuale". Che gli rispondi? Boh...

Nessie said...

Grazie Giano, vedo che hai colto appieno la mia intenzionalità. Abituarsi alle brutture significa assuefarsi anche a commerci sessuali altrettanto laidi.
La parola "trash" un tempo coniata per i programmi tv, non l'hanno fabbricata mica a caso. Ciao.

Lo PseudoSauro said...

Caro Michele, lei chiede:

"Bene, se la bellezza ha dei canoni oggettivi mi piacerebbe sapere quali siano e chi gli ha decisi."

Il nome "Fidia", ad esempio, le dice niente?

Ma non le risulta forse che l'intera civilta' europea sia stata una riproduzione/reinterpretazione dei canoni classici? Non coglie qualche somiglianza tra un'opera di Fidia ed una di Canova? E badi che non e' una questione di etichette, del tipo "neoclassicismo" etc. in quanto circa 300 anni prima accadeva lo stesso; e nei bassorilievi altomedievali, pure; per non dire dell'epoca romana; per non dire di quella etrusca, tanto per spaziare a volo d'uccello.

L'oggettivita' della forma rappresentata e' stata la stessa per quasi 3000 anni; mentre la soggettivita' dell'artista era spesso limitata al mero perfezionamento formale: alla rappresentazione di un reale inscritto in un canone fisso.
Perche' l'oggettivita' stessa non e' assoluta, ma relativa alla cultura nella quale si muove. E' una cultura che rappresenta se' stessa per come cade sotto i cinque sensi, niente a che vedere con la rappresentazione di concetti che possono variare da individuo a individuo in quanto immateriali.
Nelle arti figurative e' piu' facile da comprendersi perche' a chiunque e' dato di vedere, ma, poniamo, in musica e' accaduto lo stesso. Dagli studi dei pitagorici si e' giunti al sistema Werckmeister continuando a percorrere la stessa strada: una strada "oggettiva" che, partita da presupposti matematico/acustici non ha fatto altro che confermare la teoria di partenza e perfezionarla scientificamente, non solo esteticamente. Non a caso, le rivoluzioni politiche post-industrializzazione hanno coinciso con tutte le rivoluzioni artistiche. Ma il pretesto della "soggettivita'" si e' risolto nella creazione di una nuova oggettivita' piu' compatibile con il nuovo sistema culturale post-rivoluzionario. Liberissimo di preferire l'una cultura all'altra, ma non finga di credere che la cultura sia la stessa di prima. E' la sua una posizione conservatrice, in quanto in mezzo mondo insegnano cio' che dice lei; pertanto non faccia l'incompreso innovatore costretto a misurarsi con i passatisti, che sono ormai 200 anni che l'arte e' divenuta incomprensibile senza previa lettura di complicati manuali di istruzione.

Anonymous said...

Sign.ra Nessie, effettivamente di strada ne abbiamo fatta partendo dai trans : ), nondimeno penso sia una discussione interessante quella che stiamo portando avanti.
Sono pienamente d'accordo con il suo discorso sul completo distacco artista-artefice-artigiano-dall'elaborazione della materia, ma questo riflette il tipo di societa' in cui viviamo. Non credo che la maggior parte dell'arte contemporanea o moderna abbia un'influenza cosi' forte sulla nostra societa' come quella che voi le attribuite, penso piuttosto che nella maggior parte dei casi funzioni piu' da commentario piuttosto che da catalista di cambiamenti epocali. Il distacco di cui lei parla e' arrivato per esempio a livelli estremi ultimamente, ci son fior fiore di ART PRODUCTION COMPANIES che gaiamente assemblano qualunque tipo di installazione artistica o che altro in cambio di profumata contropartita finanziaria, i cosiddetti artisti non toccano nulla e tutto si risolve con una bella transazione finanziaria. Ma cosa c'e' di tanto speciale in tutto cio' (tenendo presente il fatto che a me piace la craft quindi non ho grande simpatia di questo tipo di operazioni)? Viviamo in un mondo dove la mercificazione e' imperante e il mondo dell'arte semplicemente sta adottando i metodi produttivi classici di un qualunque altro settore: outsourcing, si becca il prodotto finito, lo si mette sul mercato con un ricarico e lo si vende al miglior offerente. Non credo sia il caso di abituarsi alle brutture(anche qui si potrebbe aprire una parentesi tra brutture estetiche e bellezza intellettuale magari), credo sia il caso di prendere atto del tipo di mondo in cui viviamo (e con questo non intendo dire esserne felici)
GIANO, Mi sembra che tu tenda a semplificare un pochetto il discorso che ho fatto, ti inviterei a rileggere i miei interventi con piu' attenzione grazie.
Michele

Nessie said...

Michele, sull'oggettivazione (se non vogliamo chiamarla proprio "oggettività") dell'arte, mi pare interessante l'intervento di Pseudosauro, qui sopra. E del resto anche l'estetologo Stefano Zecchi nel suo saggio "La Bellezza" (che le consiglio vivamente di leggere, se non l'ha ancora fatto) segue il filo d'Arianna della cultura/arte greca fino ai nostri giorni.

Quanto a quel che asserisce sul fatto che l'arte (anche quella fortemente opinabile come le correnti citate) incida ben poco sulla nostra società, io credo che valga la pena di leggere alcuni post del mio amico Josh che trattano con competenza l'argomento "architettura", la più pubblica e quindi la più politica di tutte le arti. Tra i quali: "La città,il centro e la piazza e alcuni significati simbolici" del blog "fratello" Il Giardino delle Esperidi"

http://esperidi.blogspot.com/2008/10/la-citt-il-centro-la-piazza-significati.html

e allora si renderà lei stesso conto che l'ambiente "pubblico" e le strutture pubbliche in cui siamo immersi incidono eccome sul nostro modus vivendi e perfino sulla nostra psiche più di quanto non si creda.

Anonymous said...

Andro' sicuramente a leggere i link che ha fornito appena ho un po' di tempo, per quanto riguarda l'architettura stiamo spostando il discorso pero', essendo questa un'arte applicata come il design, grafica etc, queste discipline seguono principi cardine completamente diversi da quelli dell' "arte da museo" per capirci ( espressione orrenda ma efficace, quella che qui in Inghilterra viene chiamata FINE ART). Un chiaro esempio della profonda diversita' di queste discipline e' la famosa FORM FOLLOWS FUNCTION di origine modernista.
Michele

Nessie said...

Ma guardi, a parte il distinguo fatto sull'architettura, non sono mica tanto convinta poi che le arti moderne non ci influenzino visivamente, tenuto conto che poi le grandi multinazionali veicolano per le loro campagne pubblicitarie, proprio schiere di artisti, di grafici e di image makers! Non tutto quel tipo d'arte lì, finisce relegato nei musei, ma diventa "funzionale" alla pubblicità (pop art, arte concettuale, optical ecc.).
Del resto lo ammette anche lei stesso:
" il distacco di cui lei parla e' arrivato per esempio a livelli estremi ultimamente, ci son fior fiore di ART PRODUCTION COMPANIES che gaiamente assemblano qualunque tipo di installazione artistica o che altro in cambio di profumata contropartita finanziaria, i cosiddetti artisti non toccano nulla e tutto si risolve con una bella transazione finanziaria".

Pensi ad esempio a quegli orrendi barattoli di Campbell Soup di Andy Warhol, di cui ne sono stati fatti molti posters seriali. Lo stesso Warhol lo ha fatto per provocare dicendo che il suo nome sarebbe stato sempre accostato PER SEMPRE a un barattolo di minestra. E difatti...
E lui stesso disse pure che verrà un giorno in cui anche il più imbecille degli esseri umani che passa per strada avrà diritto ai suoi 10 minuti di gloria televisiva. E difatti...

Anonymous said...

Con tutto il rispetto Sig.ra Nessie, per usare un'analogia culinaria stiamo passando dalla Nouvelle Cuisine al minestrone da osteria nel nostro discorso. Per quanto le distinzioni tra varie discipline siano increasingly blurred i pubblicitari sono una cosa, gli artisti un'altra, image makers e grafici un'altra ancora (lo dico per esperienza professionale). A parte casi limitati ed eclatanti i fine artists non hanno nulla a che vedere con l'arte commerciale (anzi, e' regola comune nel mercato dell'arte di non poter effettuare lavoro commerciale se si vuole esporre) tanto quanto grafici e image makers sono ben consci delle limitazioni che un cliente applica sul loro lavoro. La questione delle ART PRODUCTION COMPANIES riguarda il mondo della fine art, non dell'arte commerciale o applicata. Il caso di Andy Warhol (che peraltro nella cerchia artistica non e' sempre stato gran che benvoluto a causa dei suoi "concerns" commerciali) e' molto interessante al di la'dell'appeal estetico del suo lavoro non perche' ha provocato alcun cambiamento nella societa' in cui viveva ma piuttosto e' stato in grado di vedere come la societa' dello spettacolo teorizzata da Debord si sarebbe evoluta (si potrebbe anche dire purtroppo volendo).

Nessie said...

Allora dia una mano a non passare al minestrone esprimendosi in buon Italiano. Questo lessico da Business Language mi dà francamente sui nervi.

Lo PseudoSauro said...

Un'ultima considerazione. L'arte classica cosa rappresentava? Un'idea, un concetto, un paesaggio?
No, rappresentava l'Uomo; l'uomo-uomo, l'uomo-dio, ma sempre di forma umana si trattava. Solo di forma umana: nemmeno una "natura morta"... e le fattezze di quest'uomo sono assai "razziste" per la pseudo-cultura odierna, essendo gli "aristoi", come gli dei, quasi sempre alti, biondi e con gli occhi azzurri. Fino i romani usavano ossigenarsi i capelli, se non erano biondi naturali. Ebbene si', anche nella Grecia classica la classe dirigente era fatta cosi'. Ma per scoprirlo bisogna cercare studi volutamente nascosti o demonizzati, magari in odore di "male assoluto". E poi non ci sarebbe un canone di bellezza comune alla civilta' europea? Il "naso greco" cos'e'?

E da allora, per 2000 anni si e' continuato a rappresentare quest'Uomo. Monotono eh? L'uomo a piedi, l'uomo a cavallo, l'uomo ebbro, l'uomo nella foresta, l'uomo nell'acqua... Da quando si e' iniziato a rappresentare l'ambiente senza umanita' e' intervenuto il cambiamento, fino al punto di rinunciare a rappresentare la realta' sensibile per intraprendere la via della rappresentazione dell'irrappresentabile per eccellenza: il pensiero, lo stato d'animo etc. Solo poi si e' giunti a rappresentare il banale nel vano tentativo di nobilitarlo "artisticamente". Ma un'arte ormai volgare non puo' piu' nobilitare un bel niente. Pero' e' un'arte democratica... mica devi studiare una vita e competere con gente piu' brava di te... sono tutti schiappe, ma tutti ugualmente "artisti": todos caballeros. Aggratis e senza alcuna fatica.

Anonymous said...

PSEUDOSAURO, a dire il vero mi sembra che Lei abbia, come si suol dire da queste parti, a chip on your shoulder. Non mi sembra che in nessuno dei miei interventi ci sia un'accusa di conservatismo nei suoi confronti ne' tantomeno un lamentoso sentirmi incompreso nelle mie ragioni, mi sta attribuendo un comportamento che non mi e' proprio. Ho semplicemente fatto notare che collegare il gusto per l'orrido di Marrazzo con FOUNTAIN di Duchamp mi sembrava (e sembra) un po' azzardato. Non ho alcuna pretesa di essere rivoluzionario in questo salotto telematico mi creda, ma la sua insistenza nel cercare di decodificare il 2009 discutendo di Fidia mi sembra francamente un po' pedante. Lei parla di un'oggettivita' non assoluta, fluttuante e legata alla societa' in cui si muove, bene siamo d'accordissimo, non pensa allora che in una societa' come quella in cui viviamo (sempre piu' virtuale, stiamo parlando via internet, i vecchi medium di comunicazione stanno scomparendo, valute che non hanno alcun backing di gold standard, finanza che sempre piu' e' responsabile per la creazione e distruzione di benessere in un batter di ciglio etc) sia semplicemente normale che gli aspetti concettuali di un lavoro d'arte abbiano il sopravvento sugli standard visivi?
Io non fingo di credere che la cultura sia la stessa di prima, io sostengo che nella normale evoluzione delle nostre societa' ad un certo punto ci sia stato uno shift da un codice di valutazione di un lavoro d'arte che era prettamente visivo ad un codice concettuale riflettendo la maniera in cui la societa' si stava evolvendo. Dire che e' da 200 anni che l'arte e' incomprensibile senza manuali vuol anche dire che probabilmente non ha mai visto Ophelia di Millais, giusto per rimanere sui pre-raffaelliti che mi sembra di capire piacciano molto alla Sig.ra Nessie (tra l'altro ho avuto la fortuna di andare ad una mostra al riguardo alla Tate Britain). Riuscire a cogliere la poesia e la delicatezza di Ophelia pero' non m'impedisce di provare altrettanto piacere nel guardare Rissa in galleria di Boccioni o la ricerca quasi ossessiva di Yves Klein per il blu perfetto, nel mio caso nulla esclude nient'altro.
Michele

Anonymous said...

Mi spiace irritarla con il mio "business language", sfortunatamente (o fortunatamente) vivo in Inghilterra da 8 anni e siccome ho svolto tutti i miei studi dopo le superiori in Inglese certe espressioni in Italiano non le conosco, specialmente quelle concernenti arte ed affini.
Michele

Nessie said...

Guardi, lei mostra una dose di snobismo davvero irritante e non penso davvero che un suo eventuale "analfabetismo di ritorno" in Italiano, sia esclusivamente dovuto al fatto che vive in Inghilterra.
In ogni caso, visto che siamo alle scuole serali, le do le istruzioni per l'uso di quei corrispettivi in Italiano che le fanno così schifo da impiegare:
increasingly blurred = sempre più indistinte
ART PRODUCTION COMPANY è facile da tradurre in Compagnie o società per la produzione artistica;
appeal estetico = impatto estetico o richiamo estetico;
concerns commerciali = affari commerciali, credo. Ma concern è un termine multiuso.
Chip on your shoulder = avere dei risentimenti.

Mi ha fornito un eccellente pretesto per il mio prossimo post, sulle parole che gli Italiani non si degnano neanche più di voler salvare, perché condizionati dal linguaggio prefabbricato inglese. Dal fast food, al fast speech.
Lei mi dirà: è "un ready made" pronto per l'uso. Ma non siamo obbligati a sapere tutti una lingua non nostra. La nostra, invece, sì.
Prenda esempio dagli stessi Inglesi: non si degnerebbero MAI e poi MAI di rivolgersi agli altri in una lingua non loro.

Anonymous said...

Non riesco a capire da dove arrivi il mio snobismo sinceramente, ma siccome ogni giorno per lavoro e non mi tocca parlare per l'80% in Inglese capira' che spesso quando mi esprimo certi termini in Inglese mi sovvengono prima ripetto ai corrispondenti in Italiano. Siccome ho notato che la lingua la mastica anche Lei ho pensato non fosse granche' se, per questioni di velocita' utilizzassi termini Inglesi. Mi sembra di aver mantenuto educazione e rispetto per tutti quanti nei miei interventi e questa suscettibilita' mi lascia un po' perplesso, trovo il dibattito che stavamo svolgendo molto interessante e comunque nei limiti di una conversazione piu' che rispettosa degli altrui punti di vista. Sono contento di averle fornito un pretesto per il suo prossimo post ma per favore non mi includa tra gli Italiani che non si degnano di utilizzare alcuni termini italiani, ho cittadinanza inglese.
Michele

Nessie said...

Quand'è così e stante così le cose, allora ammetto di essermi sbagliata e di aver frainteso quello che pensavo essere un atteggiamento snob. Sa, dal virtuale non ci si conosce e si pratica una comunicazione per taluni aspetti deformante.

Aldo said...

Gente, mi sta passando la voglia di vivere. E' grave?

O forse vale quanto ho letto su un sito che si occupa di suicidi. E' in inglese e (non me ne volere, Nessie), lo cito pari pari: "The majority of people who feel suicidal do not actually want to die; they do not want to live the life they have".

Sia ben chiaro che non nutro [ancora] intenti suicidi, ma non vedo più dove sia la soddisfazione di vivere in un mondo che, per una miriade di ragioni, non riesco più a riconoscere come il mio mondo. Son stato espropriato, e temo che il peggio abbia ancora da venire. Un sarcastico grazie di cuore a tutti gli stronzi espropriatori. E sono tanti, milioni di milioni (come le stelle del noto salame).

Nessie said...

Beh, sei giustificato Aldo. Di ragioni per essere felici non ce ne sono poi tante. Ci tolgono tutto: bellezza, identità, patria, cibo, cultura, credo religioso ecc. C'è un'omologazione perfino della sessualità (si veda le foto che ho messo di uomini che assomigliano a donne che piacciono ai non-uomini).
Per consolarti leggi qui:

http://www.italianiliberi.it//Edito09/governomondiale.html

Lo PseudoSauro said...

Michele: non se la prenda troppo per una polemica innocua. Deve leggere cosa si scriveva una volta quando si trattava di questi argomenti. Prima che il linguaggio venisse ammaestrato com'e' oggi volavano insulti irripetibili e spesso si finiva la polemica con un duello in piena regola. Pertanto ci siamo gia' sufficientemente civilizzati se discutiamo a questo modo.

Il fatto che lei viva in UK e abbia interiorizzato il "comune sentire" anglosassone, non la esime comunque dalla critica. Se lei mi dice che non esistono canoni di bellezza occidentale -- ma sarebbe meglio dire "europea" -- l'accusa di conservatorismo e' implicita; e cosi', credo di averle sufficientemente risposto portandole esempi che gli inglesi dovrebbero conoscere molto bene, essendo questi tra i massimi estimatori dell'arte classica; che, va da se', e' in gran parte produzione italiana.

Pensi che, da almeno un decennio, ho difficolta' a farmi capire in buon italiano da italiani che hanno sempre vissuto in Italia. Pertanto capisca che l'esprimermi in una lingua straniera mi diventa ad ogni giorno piu' pesante. Ho dunque scelto di migliorare la mia lingua, a discapito delle altre, delle quali ho pure una certa conoscenza fino dalla gioventu'.

Pertanto non me ne voglia e prenda la polemica per quello che e': un gioco istruttivo.

Aldo: come ti capisco... in vita mia non avrei mai pensato di sentirmi cosi' colonizzato; sotto tutti i punti di vista. E' stato davvero un brutto risveglio.

Anonymous said...

Cara Nessie, aggiungi pure anche la lingua tra le cose che ci stanno togliendo. E non da ora. Almeno dagli anni Settanta. Ho l'età per ricordare l'inizio di certi processi, non certo casuali neanche quelli. Paola.

Sarcastycon3 said...

Nessie
ottimo post ed ottimi commenti.
Pienamente d'accordo anche sull'arte.
ciao

josh
"...cambiata zona erogena" ahahah
Anch'io non ti facevo così crassamente goliardico....
ciao


Michele
segui il consiglio di Nessie e leggi i posts su "il Giardino delle Esperidi"
forse comprenderai meglio cosa intendiamo per arte e quale sia la vera arte.

Una domanda:
metteresti una scatola di "merda di artista" nel tuo salotto?
saluti
Sarc.

Nessie said...

Paola, quello della Lingua è forse l'esproprio peggiore su cui mi urge tornare: si può rinunciare al cibo italiano (benché a me pesi moltissimo) , si può rinunciare a tante altre cose, ma non alla lingua, che non a caso chiamano Madre.

Sarc, come sei mattiniero! :-) Per non dire del Sauro e anche di Paola.

aquaeductus said...

Nessie
linkato
http://aquaeductus1.blogspot.com/2009/11/litalia-sul-viados-del-tramonto-e-del.html
ciao
Sarc

Anonymous said...

PSEUDOSAURO, non me la son presa affatto a dire il vero, e se non trovassi stimolante questa discussione che stiamo avendo penso che sarei gia' scomparso da un pezzo, dopo anni d'influenza anglosassone capisco bene anche l'importanza del sarcasmo in certe discussioni, l'unica perplessita' che ho avuto era che quando ho provato ad usarlo io mi e' stata mossa un'accusa di snobismo, ma direi che tutto cio' sia stato abbondantemente chiarito. Non era certo mia intenzione venire qui a giocare al Lapo Elkann di turno (giusto per rimanere in tema di trans : )
E' chiaro che questo e' un gioco educativo e come pazientemente io sto cercando di capire i vostri punti di vista spero che anche voi siate incuriositi o quantomeno stimolati dai miei interventi.
Per quanto riguarda il discorso sui canoni estetici europei continuiamo a non capirci credo (senza nessuna malizia, sia inteso).
Io non sostengo che questi canoni non esistano o che non derivino dalla cultura classica etc, quello che sostengo e' che questi canoni, nel mondo in cui viviamo attualmente (ma si potrebbe dire dal XX secolo in poi per essere generici) hanno via via perso importanza fino ad essere odiernamente ininfluenti e questo cambiamento e' avvenuto anche grazie alle opere che ho menzionato, oltre ai vari cambiamenti dell'assetto delle societa' in cui viviamo (menzionato in uno dei miei ultimi interventi). Per quanto riguarda la mia proprieta' di linguaggio non era certo mia intenzione alienare nessuno dalla discussione con l'utilizzo di termini anglossasoni come ho spiegato, faccio quel che posso compatibilmente con il tempo a mia disposizione e la mia giovane eta'. Infine se capita a Londra le consiglierei di andare a visitare questo museo http://www.soane.org/ , la casa di un galantuomo britannico che ha passato la sua esistenza a collezionare arte classica (in maniera ossessiva aggiungerei : )
SARCASTYCON3
Appena avro' un poco di tempo andro' sicuramente a leggere i posts suggeriti, al momento son di corsa, anche se a priori non posso essere d'accordo sulla sua osservazione concernente la "vera arte" (ribadisco, punto di vista strettamente soggettivo, soggettivita' che viene da sensibilita' personali + l'influenza della famosa oggettivita' fluttuate propria di ogni epoca di cui abbiamo parlato), per quanto riguarda la merda in lattina non credo che avrei dei gran problemi sinceramente, a parte quelli finanziari per acquistare il barattolino : )
che per l'inciso e' stato creato semplicemente per dimostrare come il mercato dell'arte (perche' comunque di quello si tratta, gli unici che hanno i soldi per comprare arte sono di solito finanzieri e compagnia bella, e al momento non c'e' un singolo pezzo d'arte che venga comprato con l'intenzione di esporlo in salotto, si compra come si comprano azioni, e' un bene di mercato, ci si investe dei soldi e si spera che ci sia un bel margine di guadagno in 5-10 anni) sia in grado di tramutare, letteralmente direi, merda in oro.
Michele

Nessie said...

Quoto soprattutto la seconda parte di questo discorso, perché purtroppo veritiero. Le case d'asta sono saldamente nelle mani dei finanzieri e chi può permettersi di acquistare dei veri capolavori artistici sono sempre loro, che se le ridono e se le cantano tra di loro. Chiamiamolo se vogliamo "investimento".
Ci sono molti nostri capolavori trafugati in giro per il mondo. Ma del resto quando in Italia non si sa nemmeno inventariare tutto il patrimonio artistico che abbiamo, ci meritiamo (e lo dico provocatoriamente) di venire derubati. Ci sarebbero ancora molte cose da aggiungere, ma qui si va decisamente OT (anche questo l'acronimo di Off topics, tanto per cambiare :-)).

Sarc, grazie per il link.

sarcastycon said...

Michele
pensa un po' ad una credenza del'600 con sopra un quadro della scuola del Caravaggio.
Sul piano della credenza ci potrei mettere il famoso barattolino più il cesso di Duchamp e di mio potrei aggiungere della carta igienica tanto per fare un trittico oggettivamente fluttuato....
Facciamo una cosa io mi tengo il quadro e la credenza del '600 e ti lascio volentieri il barattolino con gli altri annessi.
ciao.

Nessie said...

Caro Sarc, per tornare al tema della nostra discussione, quelle meraviglie che vedi nella foto in alto e pure in quella in basso, una cosa è certa: non passeranno alla posterità e non arrederanno salotti :-)
Se poi batteranno asta per loro, non lo so. Per il momento, sono loro a essere costrette a battere il marciapiede. Certo che finché trovano dei gonzi come Marrazzo che strapagava per andare con simili mostroni...

sarcastycon said...

Nessie
scusa se sono andato OT ma ho seguito un po' gli altri commenti.
Vedi ero già passato diverse volte,ma avevo dovuto fare sforzi sovrumani per non commentare il "tema".
Non puoi, ad un toscano, dare un simile assist, perchè il commento viene in perfetto stile di Pietro l'Aretino...
quindi è meglio non tornare al tema.....
ciao

Anonymous said...

SARCASTYCON bhe', che vuoi che ti dica, a costo di far emergere un po' di "spocchia" importata direttamente da Albione ti dico che, nonostante mi stia sforzando di usare solo ed esclusivamente parole di uso corrente nella lingua italiana sembra che io e te abbiamo dei seri problemi di comunicazione. Dato che si parla di cosa mettere in salotto, vogliamo aprire anche un discorso sulla differenza tra Arte e Decorazione? A me sembra che il discorso che stiamo facendo sia gia' abbastanza complicato senza star li' ad impelagarci sul "io mi tengo la credenza e te il barattolo di merda" anche perche'
A: Nessuno dei pezzi che hai menzionato e' stato creato per finire in salotti (vabbe', forse la credenza, ma per puri aspetti funzionali)
B: Non so te, ma io sono piu' che certo che non avro' mai i soldi per permettermi acquisti del genere.
Ho spiegato fino alla nausea i motivi delle mie ragioni, se a te interessa solo svilire una discussione di un certo livello ed interesse che stavo avendo con la Sig.ra Nessie e il Sig. Pseudosauro va bene, non c'e' problema, ciapati la credenza e il caravaggio e lasciami il trittico oggettivo fluttuante insieme alla mia curiosita' intellettuale.

Saluti Michele

Anonymous said...

Sottoscrivo pienamente l'osservazione sul fatto che le transmeraviglie non finiranno in salotti : )
Aggiungerei anche che non finiranno all'asta di certo, troppo deperibili per sperare in un'apprezzamento in 10 anni sul mercato....a meno che....non si segua l'esempio di Damien Hirst e le si metta sotto formaldeide a mho' di squalo.... ; )
Michele

sarcastycon said...

Michele
Nel famoso quadro di Salvador Dalì,la "persistenza della memoria",quello degli orologi deformi,oltre all'effetto estetico,per me eccezionale, ma cmq soggettivo,vi è l'oggettività del tema.In questa opera sono rappresentati orologi deformi, con un effetto quasi colloidale, appoggiati sopra degli oggetti o ad un ramo di un albero a simboleggiare una necessaria ridefinizione del tempo.Salvador Dalí fu influenzato dalla fisica relativistica di Einstein e il grande pittore ha dato la sua interpretazione artistica e geniale della nuova teoria. La deformazione delle immagini degli orologi simboleggia molto bene la deformazione dello spazio-tempo.L’orologio è sicuramente lo strumento razionale per eccellenza,permette di misurare il tempo e scandisce le nostre esigenze empiriche quotidiane. Deformando l’orologio e trasformandolo in una figura colloidale, la cui forma sembra adattarsi,ma non completamente, alle superfici su cui viene posta, Dalí fa riconsiderare, all’osservatore, la dimensione del tempo, della memoria, del sogno e del desiderio, nelle quali il prima e il dopo si confondono e lo scorrere del tempo sembra variare con la percezione soggettiva. Una interpretazione artistica,filosofica che presuppone una comprensione scientifica delle proprietà dello spazio-tempo relativistico di Einstein.

Questa è arte! sotto tutti i punti di vista oggettivi o soggettivi che siano.
ciao
Sarc.

Nessie said...

Vorrei rendere meno intellettualizzato questo dibattito con questa semplice notazione:
Perché diciamo che un corpo o un paesaggio sono belli? O che lo sono un'azione o un pensiero? E perché molto spesso la parola "bellezza",ci appare invece quasi priva di senso al punto che molti critici e intellettuali storcono il naso e si fanno quasi scrupolo di usarla, quando parlano di opere?
E' utile fare alcune considerazioni: l'epoca attuale ha decretato l' esilio della bellezza e il trionfo dell' omologazione.
E su questo, almeno, spero siamo tutti d'accordo.

sarcastycon3 said...

Nessie
"...l'epoca attuale ha decretato l' esilio della bellezza e il trionfo dell' omologazione."

in altre parole il "politicamente corretto" applicato all'estetica.
con buona pace di Kant....
ciao

Nessie said...

Ma Sarc, non ti rendi conto di quel che sta accadendo? Un trans come Luxuria si infila nella toilette delle donne parlamentari. La Elisabetta Gardini di FI gli fa capire che chi ha il pisello deve andare nell'altro WC. Nel bagno degli uomini avviene la stessa obiezione, e allora la risposta "politicamente e transessualmente corretta" da parte del trans quale è stata?

"IO non voglio subire la discriminazione urinaria".

Quando arriviamo a derive simili e a farcele pure passare per normali, è chiaro che la nostra società ha perso ogni riferimento, postulato e principio-cardine in merito a tutto e tutto dev'essere omologato ed omogeneizzato:
i mercati, le monete, i territori, le nazioni, i governi, i costumi, i valori, le religioni, i sessi, i generi maschile e femminile e perfino i corpi.

sarcastycon said...

Nessie
Me ne rendo conto da tanti anni!!
Nel 2004,se ricordo bene, la regione toscana finanziò con 200.000 euro il gaypride a Grosseto,imbestialito come non mai,i soldi della regione sono anche i miei, scrissi a Paolo Granzotto de Il Giornale una lettera.Puoi ben immaginare il tenore di una lettera scritta da me su questo argomento!Ero partito con l'Inferno canto XV°e Brunetto Latini e giù giù fino ad oggi, in effetti ne pubblicò alcuni stralci.Tra le altre cose scrivevo, che io ad essere normale,mi sentivo ghettizzato.
Molto spiritosamente rispose che bisognava organizzare un "eteropride" per difendere i diritti degli eterosessuali...

Hai ragione e con te G.B. Vico
siamo al ritorno di Sodoma e Gomorra, speriamo che anche il finale sia lo stesso.....

ciao
Sarc.

Nessie said...

I mercati, le monete, i territori, le nazioni, i governi, i costumi, i valori, le religioni, i sessi, i generi maschile e femminile e perfino i corpi, e aggiungiamoci pure le arti, il cinema, la tv e il cibo.

Anonymous said...

Sig.ra Nessie, sulla questione dell'esilio della bellezza a questo punto ho le idee molto confuse..pero' concordo pienamente sull'imperante omologazione dei tempi in cui viviamo.
Michele

Lo PseudoSauro said...

"Perché diciamo che un corpo o un paesaggio sono belli? O che lo sono un'azione o un pensiero?"

E finalmente si torna alla domanda essenziale. Vedro' cosi' di farmi dare nuovamente del "pedante" da Michele. :-)

Rovistando nei miei remoti studi di estetica -- e limitatamente alla prima fattispecie -- potrei rispondere: perche' c'e' corrispondenza con il modello culturale vigente, ma siccome questa percezione e' spesso innata, si deve ricorrere a quel poco che ci viene dall'antropologia e dalla genetica. Con buona pace degli ideologi attuali, la scienza ci informa del fatto che la bellezza (del corpo) viene percepita nell'ambito razziale (pardon, ora si deve dire "etnico").
In questo caso, la bellezza serve a scegliere il partner migliore al fine di garantire una migliore continuazione della specie e i canoni per operare la scelta sono anch'essi trasmessi per via ereditaria.
Il che non impedisce certo di apprezzare la bellezza di un appartenente ad altra etnia, ma i canoni rimangono quelli dell'etnia dell'osservatore, e potrebbero non concordare con quelli dell'etnia dell'osservato. Ad esempio, le donne orientali che gli occidentali trovano "belle", non sono sempre considerate tali dagli orientali stessi. L'odore della pelle, poi, e' una caratteristica molto trascurata nella valutazione estetica, ridotta com'e' al solo apprezzamento visivo. Eppure ha grande importanza, in quanto puo'essere un elemento che rende sgradevole una forma altrimenti considerata "bella".

Cio' detto, non possono esistere canoni di bellezza universali, ma diversi canoni quante sono le etnie, le culture e il divenire storico. Del resto, basta leggere la storia dei diversi popoli per rendersene conto.

Ovviamente, le labbra a canotto e i cuscinetti di silicone non sono una caratteristica etnica innata... ma ormai sono usati ovunque nel mondo.
E se questi sono i canoni estetici vigenti, si puo' tranquillamente dire che la "bellezza universale" e' una costruzione artificiosa pensata prevalentemente per fini commerciali, ma presentata con tutte le luminarie dell'ideologia vigente.

I mostri sarebbero quindi solo un incidente sulla via del progresso. Con il progredire di scienza e tecnica non ci saranno piu', ma le mie pur scarse cognizioni di genetica molecolare mi suggerirebbero che il passaggio da un sesso all'altro non sara' mai possibile.

Anonymous said...

Uno stupendo pezzo, Nessie, dove ritrovo completamente i miei pensieri: abbiamo davvero toccato il fondo!

Nessie said...

Grazie Vanda per l'apprezzamento.

Grazie Sauro per la tua implacabile costanza nel voler divulgare concetti che sembrerebbero ovvi.

Nessie said...

Bene Michele, strada facendo può anche darsi che arriviamo a concordare.
L'omologazione è già in sé "esilio della bellezza", poichè si disconosce il valore di unicità alle persone, ai paesaggi e alle cose e perché il luogo del cuore e dell'anima non è più tuo ( solo per fare un esempio), ma deve appartenere alla più grande e larga massa di turisti. Perché se tu ritieni che la Torre di Pisa e il Battistero siano monumenti storici unici del paesaggio artistico italiano, ma poi ci infilano dentro con estrema disinvoltura un grosso Mc Donald, abbiamo l'irruzione dell'"orrido" nel sublime.
Perchè se i Musei vaticani e la Cappella Sistina vengono ogni anno profanati da migliaia di giapponesi (non ho nulla contro i giapponesi, intendiamoci) a cui permettiamo di fare clic, clic, con le loro macchine fotografiche a costo di veder rovinare gli affreschi con le luci dei flash, abbiamo un altro attentato alla Bellezza.
E di attentati quotidiani al bello ne abbiamo dozzine e dozzine di esempi al giorno.
Non ultima, dalle mie parti, una splendida villa Liberty, interamente demolita e ridotta in macerie dalle immobiliari per ricavarne dei mini-appartamenti.

Anonymous said...

Un solo appunto, Nessie: è il vaticano a permettere che i Musei Vaticani e la Cappella Sistina siano profanati dai clic dei giapponesi e non solo. E' roba loro, infatti e ci lucrano molto bene, vedi prezzo biglietto a livello di grassazione e senza il minimo sconto, a nessuno. Anzi, se potessero, farebbero pagare il doppio biglietto alle donne incinte. Paola.

Nessie said...

Scusa Paola, ma mi stai diventando ossessivo-compulsiva con questa solfa del Vaticano. Sembra che all'origine di tutto il laidume del mondo, per te, ci sia sempre e solo il Vaticano. Mai che ti venisse in mente di considerare che se a Roma avete migliaia di monumenti, fontane (Trevi e piazza di Spagna e piazza Navona del Bernini) che rapprensentano un gettito economico notevole nelle casse della municipalità sia stato anche merito di quel Vaticano che aveva alla sua corte centinaia di artisti a cui commissionava le più belle opere d'Italia. Avete anche avuto la Breccia di Porta Pia il XX settembre del 1870 che lo ha espropriato del potere temporale, ma nei tuoi discorsi, vedo che te ne dimentichi spesso e volentieri. Bisogna anche essere un po' obiettivi e non farsi accecare da questa sorta di iconoclastia mentale.
E lo scrive una che al Vaticano non ha mai risparmiato critiche.
Quanto al fatto che lucri sul biglietto, non venirmi a dire che anche la Municipalità non lucri su altri tipi di biglietti di "eventi" che sono un'emerita fetecchia. Vedi le mostre organizzate al Vittoriano (ne ho vista una disastrosa su Manet) o le famose "notti bianche".

Anonymous said...

Sulle mostre al Vittoriano, Nessie, sono perfettamente d'accordo con te e infatti le sconsiglio caldamente. Circa le notti bianche, il nuovo sindaco Alemanno, le ha giustamente abolite: operazione meramente effimera e di nessun valore culturale, che lasciava la città sporca e trasandata peggio del solito, con scarso ritorno commerciale. Circa la puntualizzazione, tu ci hai voluto vedere un mio attacco al vaticano e questo ci sta, ma non era solo questo, ti prego di credermi: non hai idea di quanti non romani credono che i Musei Vaticani ricadano sotto la giurisdizione dello Stato Italiano che, quindi, poveretto, si becca le critiche di tutte le cose che non vanno (e ce ne sono,vedi sale chiuse all'improvviso, orari particolari, ecc) anche per una struttura su cui non ha nessun potere. Paola.

Nessie said...

"Città santa? Sarà santo il vaticano, che io considero uno stato estero, nè più nè meno di San Marino, solo che la repubblica del Titano non possiede gran parte del patrimonio immobiliare di pregio della mia città, su cui non paga neanche l'ICI! Quanto vorrei che la mia città fosse più laica, invece! Paola."

Riporto questo tuo polemico intervento per dire che non è la "laicità" una garanzia che Roma senza il Vaticano sarebbe meno degradata e meno dedita ai sordidi commerci sessuali di cui al post. Anzi, tutto questo semmai è una sorta di "paganesimo" di ritorno, per chi ci vuole riflettere un po' sopra (vedi quanto ha già scritto l'Occidentale).

Milano non ha il Vaticano ed è altrettanto degradata.
Ma dovete ringraziare, voi romani di avere tutte quelle opere rilasciatevi dal Vaticano che disprezzate, e per cui siamo famosi nel mondo!
Ma credi per davvero che con la cacciata del Vaticano Roma diventerebbe improvvisamente più sana, più pulita, più funzionale, e soprattutto meno degradata nei suoi vizi? E' tutto da dimostrare,mia cara, e mi sembra un po' ingenuo da parte tua volerlo credere.
Se poi mi dici che anche il Vaticano e la Caritas fa la sua parte nell'essere una forza immigrazionista, allora sono d'accordo con te. Ma non è la sola. Purtroppo.

Anonymous said...

Cara Nessie, abbiamo opinioni diverse sul vaticano, non c'è nulla di male. Vedi, per una come me, ormai non più cattolica, ma sia pur solo culturalmente gentile romano-italica (che non vuol dire essere pagana nel senso dispregiativo che si vuole dare a questo termine) credimi, è pesante vivere in una città (che pure amo moltissimo, essendo la "mia" città) dominata dal vaticano. Forse chi non ci vive non se ne rende conto, o forse sono io ad avere una sensibilità esasperata, perchè sento tutto il peso di una storia millenaria che non considero positiva, se non da un punto di vista architettonico ed artistico, come tu giustamente rilevi. Ma per il resto io vedo il vaticano come lo stato straniero che ha impedito alla mia patria, l'Italia, di conquistare la sua unità già 1.200 anni fa,con i Longobardi e che ora la sta distruggendo con il favorire a tutti i costi, e per soli suoi interessi materiali, l'immigrazione, anche islamica, ma non solo, Nessie. Questo è il mio punto di vista, ma capisco che altri la possano vedere diversamente. Paola.

Nessie said...

Sì, abbiamo opinioni diverse. La differenza tra te e me e che tu del Vaticano ne fai IL PROBLEMA, mentre per me è UNO dei PROBLEMI. Mi pare troppo poco equilibrata e sbilanciata, la tua presa di posizione. Che comunque come vedi, ha diritto di essere ospitata nel blog.
Non credo alla faccenda dell'unità italiana 1200 anni fa coi Longobardi. E comunque la storia non si fa coi SE né coi MA, ma dobbiamo accettarla per com'è.
Buon pomeriggio e scusate se non rispondo subito, ma oggi sarò assente per un po'

fabrizio said...

dal racconto deduco che si faccia una fortuna incredibile a cambiare sesso (senza peraltro il minimo sforzo e dolore) e che non si rischi mai nulla (tipo di finire tagliato/a a pezzi in un sacco nero in preda alle follie di qualche avventore). Mi sembra un discorso un po’ qualunquista, tipo dire che tutti i preti sono pedofili!! (non tutti, solo alcuni, ma quali?)

Nessie said...

Sì, è vero Fabrizio. Ma questo purtroppo vale anche per la prostituzione classica. Quante mondane e mercenarie si sono trovate morte ammazzate per le strade o negli appartamenti dei loro incontri?
Anche tra di loro c'è chi è più fortunato e chi meno.