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31 May 2009

Veronica e il chiagnifottismo


C'erano altre cose più importanti di cui parlare: ad esempio, di quella disgustosa sceneggiata delle impiegate torinesi che per solidarietà con la bigliettaria islamica a Venaria, si sono messe anche loro il velo in testa. Ci sarebbe da commentare la notizia che a Lugo di Romagna (zona di anarchici e di comunisti) una giunta di sinistra vuole togliere le croci dal cimitero e uniformare il tutto in lapidi anonime all'americana, col solo nome e cognome. Non ci riusciranno ed è stata una mossa idiota sotto la campagna elettorale.
E invece rieccoci qui a parlare di trash, ovvero delle armi di distruzione-distrazione di massa ad opera di una donnina ben poco intelligente almeno quanto quelle pie Orsoline delle chiesa rossa che l'hanno difesa per "partito preso" in questi giorni. Dacia Maraini in testa sul Corriere della Sera, che Oriana Fallaci ha soprannominato "cicaletta di lusso" e che il grande scrittore Giuseppe Berto ha definito una mediocre letterata all'ombra di Moravia. Il che per una femminista ottusamente incallita come lei dev'essere il peggiore degli insulti.


Cara Veronica.... ha esordito dalle colonne del Corsera, sempre pronto a dare spazio alle sue melensaggini da glicemie croniche, poichè questa è la levatura dei nostri intellettuali.


Ma vengo direttamente a lei, a Veronica Lario. Lo scoop di Libero con l'intervista a Daniela Santanché, la quale fa rivelazioni importanti sulla signora di Macherio, non mi sorprende. Cosa credevamo?! che una ricca signora alto-borghese ancora piacente si chiudesse in villa con la cintura di castità?
La cosa però più ipocrita e meschina è che si erga a vittima assoluta, secondo il ben noto costume italiota del chiagni e fotti. Faceva perfino finta di portare le corna con grande dignità, impartendo lezioncine di bon ton, quando in realtà aveva già di che sostituire il marito con un uomo più giovane. Quando Feltri ha pubblicato sul suo giornale la foto che la riprende con le tette al vento dalla pièce de "Il magnifico cornuto", ha rilasciato alla petulante Maria Latella (altra orsolina de sinistra del giornalismo corsaro, pardon, Corsero) le sue patetiche dichiarazioni sul fatto che è stato come comparire davanti a un "plotone di esecuzione".
Ma davvero?! E mentre si spogliava a teatro sotto le luci della ribalta non ha pensato che una foto scattata è "per sempre"? E che le redazioni dei giornali dispongono di un archivio a vita, con foto di personaggi noti, sempre pronte per essere tirate fuori al momento opportuno? Ma guarda un po'.
E adesso che farà la nobil Dama di Macherio che non si è mai degnata di seguire il marito Premier nella sua funzione di first lady, perché aveva di che sostituirlo? una bella querela a Libero? Alla Santanché, perché ha fatto tanto di nome, cognome e generalità del suo nuovo compagno? (Alberto Orlandi, 47 anni, capo della sicurezza di Villa Macherio).


Un'altra disastrosa figuraccia per la sinistra e per la sua squallida campagna elettorale sempre più in funzione di novelli Torquemada al servizio delle ricche, oziose e sfaccendate. Per quei giornalacci italiani e stranieri, che pensano di imbastire i processi di giustizia sommaria dalle loro sporche colonne. Per il Financial Times, il Guardian, il Times di Murdoch, l'italiota Banana Repubblica.


Signora Lario o Bartolini che dir si voglia, si rifaccia pure una vita col suo nuovo amico; si goda il sostanzioso patrimonio di cui dispone e che ammonta a parecchi miliardi - dicono - ma si ritiri in buon ordine dalle scene mediatiche, dato che un kamikaze bombarolo in confronto a lei è quasi un dilettante. In altre parole, si faccia gli affari suoi, ma non scomodi più l'Italia intera intorno alla sua becera Dynasty.

29 May 2009

Il silenzio (non innocente) degli alleati di governo


Dai nemici mi guardo io e dagli amici mi guardi Iddio. Quando la nave affonda i topi scappano. E via coi proverbi...

Beh, per chi non l'avesse ancora capito stiamo ancora a parlare di uomini e topi. Of men and mice, come diceva Steinbeck. Non bastano gli assalti giudiziari delle Procure, non basta Franceschini che si mette a fare l'educatore di tutti i figli degli Italiani da sottrarre ovviamente a babbo Berlusconi; non bastano i poteri forti finanziari stranieri che dopo aver messo alla fame l'universo-mondo con la loro finanza "creativamente" criminale nella più pesante crisi della storia, ora dalle colonne del loro organo Financial Times si permettono pure di impartirci lezioni morali su quale politico deve essere più adatto al nostro paese. No, l'ultima goccia dell'amaro calice che potrebbe bere Berlusconi, sarà qualche futura nuova carica dei 101 "dissociati". E aggiungo io preventivamente, "dissociati mentali". Insomma, per chi non se ne fosse ancora accorto, gli alleati del Premier sembrano, col loro silenzio tuttaltro che innocente, assecondare la sansebastianizzazione in atto contro di lui, nell'illusione di trarne vantaggio.

Comincio subito da GianFuffa il quale durante la requisitoria della Marcegaglia alla Confindustria ridacchiava perfidamente sotto i baffi che non ha, mentre da novello Giuda Iscariota era seduto non lontano dal Berlusca. Parliamoci chiaro. La destra finiana è una "destra che non c'è", perché è quella che piace alla finanza internazionale: è immigrazionista, multikulti, eutanasista e laicista, simil-sinistra e ambirebbe essere sarkozysta. Perciò è evidente che gli Italiani non la voteranno MAI. Berlusconi deve essere consapevole che aver fatto la "fusion" con i finiani rischia di regalar loro dei privilegi, senza trarne alcun vantaggio. Anzi, i possibili imminenti strappi e crepe nasceranno proprio da lì.


Poi c'è il problema Lega. Già, perché tace la Lega? Che vantaggio in più crede di poter acquisire ostentando indifferenza per le traversie del Presidente del Consiglio? La Turchia in Europa come arma di propaganda, per smarcarsi da Berlusconi? Ma figuriamoci un po'! La Lega non ha detto una parola sul Trattato di Lisbona al momento opportuno, e temo che sarà del tutto ininfluente sulla Turchia. Se la Turchia non entrerà in Ue, sarà perché Erdogan stesso (visto come siamo conciati noi "stati membri") si rifuterà di farlo. O perché gli Usa dell'amministrazione Obama che ancora non si sa se sostengono i "kemalisti e laicisti" dell'esercito turco, o gli islamici governativi, potrebbero non ritenerlo "opportuno" per le loro strategie. Specie dopo la querelle tra Erdogan e Simon Perez a proposito della guerra a Gaza (si veda qui).
In ogni caso gli europarlamentari dispongono di soli 6 minuti per ognuno dei 750 parlamentari dei paesi membri, perciò non contano nulla. Conta solo la Commissione Ue, quella non eletta da nessuno, ma autoelettasi.

La Lega con molta probabilità farà incetta di voti al Nord e potrebbe estendersi per il resto della penisola. Ma sa bene di non poter governare da sola. E un altro alleato generoso come Berlusconi non lo troverà mai più. Bossi ha già visto in passato (parlo del 1994) cosa vuole dire fare sleali "ribaltoni" per poi andare a mendicare "riforme" impossibili e incompatibili col suo partito, con la sinistra. Gli ossi che la sinistra lancia sotto il tavolo sono sempre senza polpa. E in cambio di briciole, si prende delle succulente braciole.
"La Lega non è né di destra né di sinistra" ha affermato Maroni in tv. Può essere, ma le battaglie identitarie per la salvaguardia del nostro territorio si fanno a destra. O non si fanno.

26 May 2009

Berlusconi e la favola del topo con le corna


C'era una volta un esercito di topi che assaltavano un forma di formaggio. Poi arrivava il gatto i e i topi fuggivano nelle loro tane. In mezzo a loro c'era un topo più vanitoso degli altri che si mise un paio di corna per mettersi in mostra durante l'assalto al formaggio. Quando fu il momento di rientrare nei loro buchi, il topo con le corna rimase incastrato e il gatto poté dargli una zampata e papparselo.
E' questa la storia che Bruno Vespa ha raccolto dal magistrato Pier Camillo Davigo a proposito di Berlusconi e del perché dell'accanimento giudiziario quasi esclusivamente nei suoi confronti, tra tanti imprenditori. Dunque su chi ci si accanisce? A caso, e cioè sul topo vanitoso e spaccone. Ma perchè? Perchè sì.
Confesso che questo criterio mi ha lasciato di stucco. E' la negazione stessa dell'esprit des lois di Montesquieu.
Topi e favole allegoriche a parte, devo dire che bisogna essere ben poco svegli per non vedere la manovra a tenaglia prelettorale ben congeniata intorno al Presidente del Consiglio, manovra che potremmo delinerare in tre movimenti:

1) all'interno della sua famiglia con il caso Veronica-Noemi.

2) all'interno delle decisioni del governo sul decreto sicurezza con relative reazioni "intrusive" di organismi internazionali per additarci come "razzisti".

3) caso Mills ad opera di Nicoletta Gandus, la giudice pasionaria dei no global. Dunque all'interno della sua azienda.


E non è finita, poiché da qui al G8 che si terrà all'Aquila, si prevede un'ulteriore "sansebastianizzazione" del Premier con le procure di altre città probabilmente all'opera, come fecero nel '94 al Maschio Angioino di Napoli, sotto gli occhi dei capi di stato del mondo intero. Banderilla su banderilla come un toro nell'arena in attesa del colpo di grazia mortale da parte dei matador.


Prima punto: la sua famiglia e il rapporto con la Lario, ha avuto una cabina di regia mediatico-politica su Repubblica. Berlusconi ha fatto il nome del vicedirettore di questo quotidiano Dario Cresto Dina, il quale sarebbe stato avvistato più volte a villa di Macherio. Vale la pena, inoltre, di ricordare le vecchie diatribe che intercorsero tra il Berlusca e De Benedetti durante l'acquisizione di Mondadori. Tutti rammenteranno che vinse il primo e che il secondo ci rimase assai maluccio. Quella del gruppo De Benedetti-Caracciolo non è di certo gente che dimentica in fretta.

Punto due. La soap opera strumentalizzata ad hoc su Noemi Letizia ha avuto una forte ridondanza sui giornali britannici come il Times. Guarda caso, tra i suoi azionisti c'è il padrone di Sky Rupert Murdoch, che fece grandi manovre (poi andate a buca) per mettere le zampe su Mediaset. Dunque, anche lì ci sono vecchie ruggini che riaffiorano al momento giusto.

Punto tre: c'è il problema della nuova politica estera Obama, il quale non ha certamente gradito il fatto che Berlusconi si sia reso indipendente con le fonti energetiche attraverso il nuovo contratto Eni-Gazprom stipulato di recente con Putin. Vedere a tale scopo l'articolo di Alessandro Sallusti "Obama come Giuda" su Libero. Sarà grazie al premier, se quest'inverno non saremo al freddo, e questo si chiama "buongoverno". Oltreatlantico non hanno gradito e Berlusconi rischia di essere il nuovo Mattei, come suggerisce l'articolo di Renato Besana sempre su Libero. Aggiungiamoci le reprimende di Tremonti contro le banche e contro la mancanza di etica della "finanza internazionale" e allora capiremo meglio perché c'è chi ha interesse a remare contro.

Dunque, la clava armata di questo pressing è "la solita sinistra" e quelli che Berlusconi chiama "i soliti comunisti" (toghe rosse, comprese). Ma questa volta, risulta più che mai chiaro che i burattinai sono "altrove". E che la solita sinistra è al servizio di questi poteri.

Ne avessero mai azzeccata una, di barricata giusta, nella storia! Ancora una volta, servi mentecatti dello straniero e mai degli interessi del popolo italiano.

24 May 2009

Venturini e le tre coincidenze di Agatha Christie


Franco Venturini editorialista del Corriere sulla politica internazionale è solito scrivere articoli di solferinico equilibrismo che io definisco color can scappa. Sabato 23 maggio è comparso un suo pezzo sul femminile Io donna, supplemento del Corriere. Non che abbia nulla contro questo magazine che leggo anch'io, ma mi chiedo come mai un pezzullo di siffatta importanza per comprendere a che punto è la crisi economica e chi ne sono i responsabili, sia finito nel "ghetto rosa" insieme a moda, oroscopi, psicologia, la solita intervista con la diva del momento, ricette culinarie, invece che sulle colonne del Corrierone ammiraglio. Leggetelo e forse oltre alle tre coincidenze di Agatha Christie di cui Venturini parla nell'articolo, ne scoprirete una quarta...

Titolo: Le coincidenze di un complotto (pag. 47 - rubrica Est/Ovest) da IO DONNA


Lo scandalo degli scandali è stato scoperto a Hong Kong, ma pochi ne hanno parlato.Che alcuni istituti di credito soprattutto americani avessero preso l'abitudine di "scaricare" sui clienti i prodotti finanziari in perdita, era cosa nota da tempo. Altrettanto noto è che lontano dall'Europa la crisi in atto ha aggravato e complicato il fenomeno, ma quel che è accaduto a Hong Kong supera egualmente ogni immaginazione. E non certo per il meglio. Lì, nell'ex colonia britannica tornata cinese, ma ancor oggi titolare di una certa autonomia economica, alcune banche di buon nome (ndr: ci piacerebbe sapere quali) hanno provato ad anticipare il peggio accertando lo stato di salute dei loro clienti. Sì, proprio lo stato di salute. E non si trattava di stabilire chi soffrisse di emicrania cronica o di reumatismi. A interessare i segugi bancari erano solo quelli che un tempo venivano chiamati handicappati, e oggi diversamente abili. Andavano bene anche i depressi e gli afflitti da patologie psico-somatiche (purché privi di tutore legale), ma l'ideale era rappresentato da chi aveva seri problemi di deambulazione e perciò intratteneva il rapporto con le banche da lontano, sulla base di una fiducia evidentemente mal riposta. A costoro veniva consigliato, e di fatto, imposto, l'acquisto di derivati pronti alla picchiata e di prodotti diventati ad altissimo rischio (...).

I risultati? Gente che già viveva una condizione difficile, privata dei risparmi; proteste, controproteste delle banche ovviamente in grado di dimostrare che nessun abuso procedurale era stato commesso. Ma anche a Hong Kong ricordano quel che diceva Agatha Christie: una coincidenza è una coincidenza, due sono una stranezza, tre sono un complotto. E così le autorità, constatato che tutte le vittime presentavano caratteristiche in qualche modo comuni, hanno deciso di vederci chiaro. Non si parla, purtroppo, di rimborsi. Al massimo qualcuno finirà in gattabuia per un po'. Sono un garantista, ma se dipendesse da me, butterei la chiave. (f.v.)


Dunque, titoli tossici e derivati ad alto rischio affibbiati a dei poveracci asiatici portatori di handicap che non possono difendersi. E queste élites finanziarie sono gli stessi signori che poi qui in occidente predicano l'antirazzismo, il volemose bene universale, quelli che ci impongono la mescolanza di tutti i continenti, nel nome della globalizzazione e dei loro luridi profitti. Sono garantista anch'io, ma se fosse per me, ci vorrebbe un altro Piazzale Loreto per questi ignobili truffatori.

La quarta coincidenza? Cane non mangia cane. Ovvero il Corriere della BCE, non può permettersi di creare allarmismi nei confronti dei suoi padroni di riferimento (cioè le banche). Così nel nome del "pluralismo" dell'informazione si va a scrivere queste notizie sul Magazine femminile. Cioè in cucina e non nel salotto buono.

18 May 2009

I due di picche che ci impediscono di legiferare











Ecco le facce degli esponenti delle organizzazioni internazionali che ci impediscono di governare e di far legiferare un governo legittimemente eletto in carica a proposito di immigrazione e sicurezza. Nell'ordine: Manuel Barroso della Commissione Ue, Antonio Manuel de Oliveira de Guterres, "alto" commissario dell'ONU.
Laura Boldrini dell'ONU, nota per aver diramato nelle redazioni dei giornali uno zibaldone political correct detta Carta di Roma, sulle espressioni che i giornalisti devono e non devono usare a proposito di stranieri immigrati. Thomas Hammarberg del Consiglio d'Europa (foto piccola), che ha rilasciato interviste mendaci e cariche di pregiudi antitaliani sulle nostre politiche migratorie.
Ho più volte scritto sui miei pezzi che il governo è "altrove" e che non risiede come dovrebbe a Roma. In questi ultimi giorni ne abbiamo l'ennesima riprova. Poiché anche un paese considerato "sovrano" se fa parte della Ue è a "sovranità limitata". In particolare il nostro. Ma quanti "due di picche" nelle organizzazioni internazionali! L'unica cosa su cui non concordo con La Russa (can che abbaia non morde, e se abbaia è proprio perché non gli è dato di essere efficace) è il fatto che quelli dell'ONU non contino un tubo. Un'azione di disturbo, questi servi sciocchi delle grandi potenze, ma maramaldi coi deboli, purtroppo ce l'hanno. Quello di intralcio, di blocco nei confronti di iniziative giuste e sacrosante come quelle dei respingimenti.

Pisanu nel precedente governo Berlusconi li chiamava "contratti di riammissione". Ma il risultato non cambia, visto che in Italia si può sbarcare imperterriti e impuniti via mare, cieli, e penetrarvi via terra. Intendiamoci, non è che gli altri stati "membri" in materia di immigrazione siano conciati meglio di noi. Ma un pizzico di autonomia in più nelle politiche migratorie mostrano di disporla. Sarkozy ha rispedito al mittente un numero considerevole di rom chiamandolo "rimpatrio umanitario". Zapatero fa rima con Pistolero e ha sparato a Ceuta e Melilla contro magrebini d'assalto nelle sue enclave spagnole. Malta gira le cambiali (ovvero i barconi) su di noi Italiani facendoci pure la ramanzina se non li accettiamo (le recenti polemiche sul nostro presunto atteggiamento "disgustoso"). Noi no.
Il perché è presto detto: fungiamo da sala d'aspetto dei disperati del pianeta, da enorme CPT intereuropeo di contenimento-clandestini. In altre parole ci vogliono ESTINTI. Sta a noi ribellarsi e riprendere in mano il nostro destino.

Un consiglio amichevole al ministro La Russa. Don't talk, do it! - dicono gli Americani. Non parlare, fallo!
E che sia consapevole che per il momento i "due di picche" siamo noi. Perciò è ora di cambiare direttrice di marcia. E non solo in prospettiva delle elezioni europee. Perciò, ci rivedremo a Filippi. Cioè dopo il 7 giugno, nei mesi successivi, per mettervi alla prova.

15 May 2009

C'era una volta in Italia...

Ci fu un tempo, non troppo lontano, ma che ora pare remoto, in cui la vera America era in Italia. Tant'è vero che alcune élites di stranieri ricchi e facoltosi (in particolare inglesi e americani) cercavano di stabilire la loro residenza da noi acquistandovi dimore lussuose. Sono una viaggiatrice e non una turista dell'Italia. La differenza tra i due termini c'è, e parecchia. Turista è un consumatore frettoloso di vacanze, piaceri e paesaggi. Viaggiatore è una sorta di esploratore. Cosa resta da esplorare e da conservare nel nostro Paese? Ancora molto: per cominciare un patrimonio archeologico e artistico pressochè incalcolabile per qualità e quantità. In questi giorni il presidente Napolitano mostra di non voler conoscere i problemi che gravano sul nostro paese. Parlo, ovviamente della sua ampollosa retorica xenofila a detrimento degli Italiani e di quanto sono costretti a dover sopportare. Si è mai avventurato a Padova in Via Cairoli o in Via Anelli? o a Milano alla Stazione Centrale di notte e senza preavviso? Ha visto la bella Firenze cosa è diventata? E crede forse che la stessa Roma di notte (ma anche di giorno) sia ancora quella della "dolce vita", di Via Condotti e Via Margutta, dei pigri caffé sulle piazze, delle deliziose carozzelle da film in bianco e nero?



E' stato a Venezia a Riva degli Schiavoni a vedere che pessimo effetto fanno i vuccumprà accasciati sul ponte e sparsi per le gradinate con la loro paccottiglia? il sindaco Cacciari non sa più come cacciarli fuori, ma questi sono come i "revenants": tornano sempre.







E' mai stato sulle spiagge della Versilia a prendersi un bagno di sole e di mare in santa pace, sdraiato sulla sabbia senza venir importunato almeno quattro o cinque o sei volte in una mattinata da marocchini, cinesi, pakistani che pretendono venderti la loro mercanzia, e tu sempre lì ripetere in stato comatoso "no grazie", "no grazie" senza poterli mandare direttamente... affanbagno per non sembrare "razzista"? Ha un'idea di cosa è diventata l' ex perla del Mediterraneo, Lampedusa? e la perla nera per pietra lavica Pantelleria?







E questo è niente. Mi limito qui a parlare solo di degrado, di sporcizia, di mancanza di decoro delle nostre città e del nostro paesaggio. Non voglio aggiungere anche i bollettini della paura legati a rapine, furti, scippi, stupri in branco, uccisioni di anziani nelle loro case - bollettini che sono diventati quasi ossessivamente quotidiani e che hanno ispirato già numerosi miei postings, per non dovermi ripetere.







Leggo sul blog del Neoaristocratico "Dedicato ai nostri tempi" che il nostro è "un paese che non è stato capace di imprimere il proprio marchio sulla sua epoca e ha vissuto di rendite altrui. Soprattutto di linfa nordamericana, nei valori, nella cultura, nell'approccio all'economia, vissuta come l'elemento più importante"....







Vero. Aggiungerei che è quella stessa subalternità culturale che ha liquidato il suo cinema - quello dei grandi maestri, la sua letteratura (che oggi ha lasciato nelle mani dei cosiddetti "giovani cannibali"), la sua arte appannaggio di obbrobri architettonici, la sua tv di stato che ha clonato miserevoli format come "L'isola dei famosi" e altre ciofeche reality. Che mette in prima serata format americani come "ER, medici in prima linea", o pacchiani quiz, talk show urlanti e ridondanti, sempre più "americanizzati" nell'arte della tele-rissa e del "trash", pur di far parlare di sé.
Aggiungo gli outlet e i "non luoghi" ovvero quelle spettrali città commerciali parallele a quelle autentiche, che uccidono le nostre piazze, le nostre corti, il nostro stile di vita; che hanno definitivamente liquidato l'Italia dei Comuni, delle arti e dei mestieri, delle botteghe artigiane, custodi di antichi saperi da trasmettere di padri in figli. L'Italia del quieto e del bel vivere nella patria delle 100 città e dei 100 campanili cristiani.






Ma che volete farci? Abbiamo un presidente la cui funzione è l'essere perennemente in svendita presso lo straniero: ieri sotto i sovietici, oggi sotto il Leviatano americano (dicono che parli bene l'Inglese, di cui ha fatto sfoggio durante il suo attacco alla politica migratoria del governo all'assemblea dell' European Foundation Center).







I tempi sono maturi per quelle comunità d'Italiani creativi che vogliono riappropriarsi dell'Italia per com'era e per come deve continuare a essere prima dell'iconoclastia selvaggia e imperante delle élites finanziarie internazionali, che hanno interesse a distruggerla e a farne "uno spezzatino" per fauci voraci. I politici delle grandi manovre elettorali europee, sono dunque avvertiti.
C'era una volta in Italia, dove i pini di Roma respiravano le note di Ottorino Respighi, dove i caffé sulle piazze ti riportavano nella mente le note del valzer di Musetta di pucciniana memoria. Dove, quando ti mescolavi tra la folla delle cento città e dei cento campanili, sentivi parlare in "Nostra lingua Italiana", la lingua ordinata dal Grande Fiorentino.






Lingua di marmo antico di una cattedrale
lingua di spada e pianto di dolore
lingua che chiama da una torre al mare
lingua di mare che porta nuovi volti
lingua di monti esposta a tutti i venti
che parla di neve bianca agli aranceti
lingua serena, dolce, ospitale
la nostra lingua italiana.


12 May 2009

Sua Pallidezza Dario Franceschini e l'insuccesso di sinistra


Stavolta urge occuparmi dei perdenti. E non perché io abbia la vocazione di fare la Dama di Carità della sinistra, (che ovviamente non voto) ma perché in una vera democrazia ci vorrebbero pesi e contrappesi. Sarò una povera illusa, ma vorrei dare un'ultima chance alla democrazia. Per come è conciata non meriterebbe più alcuna credibilità, ma che volete farci: dopotutto Churchill diceva che è il meno imperfetto di tutti i sistemi. E in quel "meno imperfetto" ci sta il concetto che chi aspira alla perfezione assoluta non è mai pronto per governare.La sinistra italiana aveva un leader che collezionava più fischi che fiaschi (che pure erano molti): Romano Prodi. Cadde e sappiamo come. Poi fu la volta di Veltroni che ha mostrato un cipiglio fasullo da leaderino da due di coppe. Se Veltroni è un due di briscola, l'attuale Sua Pallidezza on. Franceschini, appena subentrato a guida del PD è meno di zero: un miscuglio di bigotteria dossettiana, di pignolerie da alunno secchione alla conquista di un mediocre 7 + . Ma soprattutto, mostra una totale sordità nel capire cosa vogliono davvero gli Italiani, al di là della destra e della sinistra. Vedrò di spiegarglielo in poche righe:


  • Vorrebbero sicurezza nelle strade, nei quartieri, pulizia e decoro nelle loro città

  • Vorrebbero avere una magistratura che applichi la certezza della pena ai criminali.

  • Vorrebbero sapere se l'Italia deve diventare un porto di sbarco di chiunque si sogni di approdare qui o se è fattibile avere un numero chiuso di ingressi strettamente regolamentati.

  • Vorrebbero che le tasse fossero per davvero abbassate.

  • Vorrebbero avere un'occupazione garantita per i loro figli senza che debbano competere tra lavoratori autoctoni e allogeni o essere costretti all'espatrio.

Questi in sintesi gli obiettivi degli Italiani, a prescindere dall'essere di destra o di sinistra. Poi ci sono obiettivi dichiaratamente "di sinistra" che, per paradosso, la sinistra non è più in grado di garantire. Fassino lo sa perché ne ha fatto cenno al Corriere domenica scorsa 10 maggio. Ma le sue puntualizzazioni sono troppo morbide, perché ancora troppo vincolato ad un'idea di opposizione infantile da bastiancontrario all'insegna dell'antiberlusconismo.



  • Mantenere fabbriche e maestranze professionali in Italia e salvaguardarne la chiusura e la delocalizzazione

  • Proteggere la forza-lavoro degli operai minacciata da pesanti chiusure e ristrutturazioni aziendali.

  • Garantire servizi sociali adeguati, case popolari e sanitari a chi ha pagato contributi da generazioni in quanto italiani senza dover scatenare guerre tra poveri.

Senonché a Sua Pallidezza Dario Franceschini, non solo piace errare per treni stettamente sorvegliati. Ma anche aberrare. E allora dà il via con la paletta da ferroviere alle accuse di razzismo, andando a riesumare i fantasmi delle Leggi speciali del '38, agitati in modo becero e surrettizio, ipocrita e in malafede. Pare che nemmeno gli stessi ebrei abbiano gradito (gli consiglio di leggersi in proposito questo onesto articolo di Ugo Volli ).

Insomma non si dà pace e tra un treno e l'altro, è ossessionato dalla sindrome anti-B. Quasi peggio della febbre suina. Intanto, gli dirò subito, per scaramanzia, che in Italia i mezzi di locomozione non portano mai fortuna: ci ha provato Prodi con i pullman e con la bicicletta, ma non è andato molto lontano (pochi mesi di governo e tuttalpiù, qualche chilo di mortadella in meno addosso).

Ma dove va la sinistra postmarxista? Nel sinistrismo, pallido e smunto sottoprodotto del postcomunismo. Che cos'è? E' l'assillo di aderire ai modelli globali e mondialisti dei diritti cosiddetti universali piuttosto che voler capire cosa succede a casa tua, dietro al tuo cortile, nella tua città,comune, regione, territorio e patria. Non è la sinistra che difende la forza lavoro degli operai; non è la sinistra che si stringe intorno alle fabbriche a rischio chiusura, che sono tante. Non è la sinistra che combatte i "crumiri" extracomunitari che si prestano a lavorare 14 ore al giorno, e che tuona ai 4 venti che 8 ore sono già abbastanza. Non è la sinistra che magari controlla e filtra gli ingressi dei "nuovi schiavi" affinché non si prestino a costituire "l'esercito di riserva" di marxiana memoria, le cui braccia sono in offerta sul mercato a prezzi da elemosina. Non è la sinistra che si scaglia contro le "multinazionali" dello sfacelo e della rapina delle materie prime del pianeta. E nemmeno contro la "finanza internazionale" che mette a rischio i nostri risparmi. No!


E' una "neosinistruccia" - quella che rincorre affonnosamente i "Radicali liberi" sul loro stesso terreno dei diritti "universal-transnazionali" (aborto, eutanasia, Pacs, Dico, droghe liberalizzate, Gay Pride, famiglie allargate, cellule staminali , uteri in affitto, ecc.). E' il clone sbiadito del sinistrismo liberal all'americana ( quello di Oh yes, I care; We can and you can too; I believe in ONE world...) basato sull'ipocrisia della correctness multikulti. In altre parole è una sinistra conformista, ottusamente piccolo-borghese, perbenista, svuotata di quelle caratteristiche "nazionali" che le erano proprie (ricordate la "via nazionale al socialismo" di gramsciana memoria?). Quella che ha buttato alle ortiche la sua teoria e ideologia "di classe", il che va pure bene, ma poi per sostituirla con che? Con la melassa color can-che-scappa dei "diritti universali", uguali per tutti, da un emisfero all'altro.

Così, Berlusconi rischia di rimanere in sella da qui all'eternità senza concorrenti. E dato che la competizione è l'anima stessa non solo del commercio, ma anche della politica, c'è il rischio di una sclerotizzazione del potere, per assenza di veri e intelligenti avversari politici che facciano da pungolo. Tutto questo, grazie al "pallido sinistrismo", nipotino sbiadito del comunismo, e a Sua Pallidezza, il cui probabile insuccesso, le darà alla testa.

08 May 2009

Bonino,Guerritore, l'anima giusta e il corpo che si frusta

Quando il corpo si frusta, l'anima si fa giusta, dicono nel Veneto. "Quando l'anima l'e frusta a' diventa ciu che giusta" dicono in Liguria. Il concetto è sempre quello: le signore della politica e della cultura di sinistra, danno buoni consigli non potendo più dare cattivi esempi. Ieri sera ad Anno Zero Santoro ha tirato per i capelli una trasmissione stracca, guardona, comaresca, spiona e pettegola all'insegna della sete di mattanza antiberlusconiana. Argomento clou della serata era - manco a dirlo - il divorzio di Veronica da Berlusconi e la "papy soap".


Emma Bonino faceva la compunta nobildonna, modello Monsignor della Casa, lanciando stilemi e dettami di bon ton al premier, tutta indignata e scandalizzata (manco fosse uscita da una sagrestia) perché fa cucù alla Merkel, perché sente battute sulle gambe delle donne, perché il premier parla di "belle gnocche". Insomma, ora che è vecchia si comporta da Santa Maria Goretti, immemore di tutte le pagliacciate del suo capo Pannella quando si imbavagliava durante le tribune politiche di Jader Jacobelli, fumava canne a gogò in piazza Navona, candidava e faceva eleggere Cicciolina pornostar alias Ilona Staller in parlamento nelle loro liste, inaugurando (unico fatto nel mondo) una triste moda. Nessuno glielo ha ricordato durante la trasmissione, dove si è messa in cattedra per tutto il tempo, dando sulla voce all'avvocato Ghedini, il quale era solo in una gabbia di iene. Il colmo della ridicolaggine lo ha raggiunto quando c'è stata una zoomata sulla stella gialla che appuntava al petto, in ossequio alla trovata sulle presunte "leggi razziali" ad opera dell'attuale governo, già decretata in estemporanea da Sua Pallidezza Dario Franceschini. Il gusto radicale per le iperboliche allegorie da Carnevale di Viareggio, evidentemente, continua...









Poi è stata la volta di Monica Guerritore che si è messa a recitare con voce impostata teatralmente, l' intervista concessa a Maria Latella, di Veronica Lario con annessi lanci ANSA, manco fossero state poesie di Garcia Lorca. Quanto pathos sprecato, Monica! Si è già dimenticata quando da ragazzina forse ancora minorenne, o appena 18enne non disdegnava la compagnia di un uomo maturo come Gianni Agnelli? E Strehler (altro fascinoso signore maturo suo Pigmalione), che la lanciò nel ruolo di Anja ne "Il giardino dei ciliegi" di Cecov, se l'è scordato?



Conosco già la replica sinistronza: che c'entra? mica si vorrà paragonare il raffinato Avvocato o il Maestro Strehler a quello "psiconano" cafone del Berlusca. Vabbé, siamo alle barzellette di Giorgio Gaber: il sesso è di destra, l'erotismo è di sinistra.



Che fa ora l'ex bella Monica? Recita ad Anno Zero non Cecov o Strindberg, ma quel "capolavoro letterario" delle missive di Veronica Lario, manco fossero le ultime lettere di Jacopo Ortis. Ci sono poi i suoi filmetti porno-soft con Gabriele Lavia "Scandalosa Gilda", "Fotografando Patrizia") rintracciabili anche su Internet.Tutte opere d'arte anche queste?

L'ultima perlina la riservo alla direttrice dell'Unità Concita De Gregorio. Guardate un po' come tratta il giornale fondato da Antonio Gramsci. Altri tempi, altra razza di intellettuali. "Ma quel soldino che l'operaio usa per comprare i quotidiani della borghesia, è un proiettile che poi gli spareranno addosso", diceva Gramsci per convincere il suo popolo proletario a comprare solo la stampa di classe.

La De Gregorio, invece ha altri ...argomenti politici. Mostra il lato B, con una minigonna che arriva quasi all'altezza dell'inguine e ficca l'Unità nelle tasca del...retro. Chi mi ama mi segua - sembra essere lo slogan cul-turale. Cosa non si fa per qualche copia venduta in più! E tuttavia si sente in diritto di bacchettare le solite banalissime veline, laddove ormai è come sparare sulla Croce Rossa.









Beh, ragazze, siete invecchiate, d'accordo, ma eravate più simpatiche quando davate cattivi esempi, di quanto non lo siate adesso che elargite solo buoni (ma non richiesti) consigli. Un plauso invece all'equilibrio e alla moderazione di Barbara Palombelli che ha replicato a muso duro alla De Gregorio: "Certi processi si imbastiscono per tutti o non si fanno per nessuno. Io potevo farlo contro Craxi, contro Cossiga, contro Sircana (ndr: ex sottosegretario di Prodi) e non l'ho fatto". Evidentemente da navigata cronista qual è, la Palombelli sa bene che se si dovesse usare la lapidazione per i vizi privati dei politici della Ia e della IIa Repubblica, non basterebbero tutte le pietre di una cava mineraria.

06 May 2009

Bikini e Burquini: due facce di uno stesso Occidente

Fra qualche settimana arriverà l'estate. E già si sprecano campagne pubblicitarie di beveroni dimagranti, di creme anticellullite, di abbronzanti per preparare la pelle per il fatidico costume da bagno.

Il bikini è un tipo di costume da bagno femminile in due pezzi che lascia la pancia scoperta. Il nome deriva dall'atollo di Bikini, sede di esperimenti atomici. Il costume, al suo apparire intorno agli anni '40-'50, fece scalpore, fu come una esplosione atomica. Ci vollero anni prima che fosse accettato e al suo lancio, provocò grande scandalo accompagnato da crociate puritane e perbeniste. Poi dal bikini si passò al topless, al tanga o al perizoma. Quindi al nudismo totale. Una volta spogliata la donna, a quegli stessi persuasori occulti (io li chiamerei "perversori occulti") non restava che rivestirla. E allora adagio adagio si rilanciò la moda del costume intero.




Ora pare che ci siano altre "minoranze etniche" che rivendicano i loro "spazi specifici" di sport e di relax. Ecco che allora dall'Australia inventarono il burquini, parola astuta che sembra coniare in modo pretestuoso la parola burqa + bikini e che pare la tuta di un'astronauta. In questi giorni si è fatto un gran parlare della diocesi di Bergamo che ha permesso nella sua piscina Siloe alle donne mussulmane, la possibilità di accedere alle ore di nuoto separate, vestite di ridicoli burquini.




Che fa la Chiesa? Corteggia l'islam alla ricerca della devozione e della morigeratezza perduta, nell'illusione (vana) di accattivarsi le pecorelle smarrite del suo stesso ovile? Con questi sistemi è impossibile. Punta a convertire al Cristianesimo i praticanti di una religione ben più rigida, separatista e identitaria? E' un gioco che non vale la candela. Rischierebbe di alienarsi quel residuo consenso dei suoi accoliti. Leggo qua e là reazioni risentite da parte di vari blogger sul tema. Se consultiamo il dizionario alla parola "integrarsi" segue il significato: cercare di inseririsi in un ambiente, in un certo tipo di società adattandosi ad esso". Dunque eccoci all'ennesimo mito utopico della società occidentale: integrazione. Ma non si può integrare nessuna minoranza in un Occidente che mostra di essere privo di regole, di capisaldi, di criteri e di ogni valore che non sia quello basato sul profitto e sul tornaconto immediato sospinto dalla vorace e predatoria ideologia mercatista. La tanto decantata "multiculturalità", nasconde in realtà la necessità del mercato di allargarsi a dismisura recuperando "nuove fasce di utenza" (come si dice nel pessimo slang economicista). E del resto, tollerare una specie di sudario acquatico in lycra con annesso cappuccio in nome della "libertà" è come voler essere liberi di venir "segregati", "incappucciati" o "imburquinati": è una falsa libertà. Senza contare il discorsetto sulla demografia di cui non si vuole tenere in granché conto. Se prevalgono numericamente le donne di identità mussulmana, poi questo "pluralismo" diventerà prevalente, e allora gli stranieri a casa nostra e nelle spiagge nostre diventeremo noi. Come già avviene in alcuni rioni della piccola Olanda dove le donne olandesi devono copririsi come beduine del deserto se vogliono attraversare certi quartieri senza venir molestate con sputi, pietre e altro, dagli immigrati magrebini.
Aspettiamoci a breve, nel nome del rispetto e per il diritto d'osservanza verso "nuove confessioni", le piscine con la danza dei 7 veli. Qualche commerciantone nostrano aprirà forse una piscina "separata" per le signore del burquini, concedendo loro pure l'uso dei veli integrali, contravvenendo ad ogni norma di sicurezza. Con un po' di fantasia potrebbe pure chiamarla piscina Mille e Una notte, con sottofondo di musiche arabe per il relax acquatico. Non resta che giocare la carta dell'Ufficio Igiene. Ma in realtà, conosciamo già la risposta del commerciante: non olet!

Bikini e Burquini: pur nelle loro differenze, due facce di uno stesso Occidente sempre più alla deriva e incapace di tenere ferma la barra del timone.

03 May 2009

Veronica e Silvio: "Scene da un Patrimonio"


Confesso che dopo aver letto vari articoli sull'ultimo lancio di agenzia di Veronica Lario, ormai specialista nel siluro mediatico modello Bin Laden, mi sono chiesta quello che si chiederebbe ogni persona sana di mente: "Se il marito le fa così schifo, se è un arrogante fedifrago frequentatore di veline, soubrette e starlette, se non possiede valori familiari, dato che diserta pure i compleanni dei suoi figli per andare ai "diciott'anni" di estranee che lo chiamano "papi", beh perché la signora di Macherio non divorzia?".

Nemmeno le femministe più incallite de sinistra come Lidia Ravera riescono ad esimersi da certe perplessità:"Ma perché non divorzia?".

La grana per farsi una serena vecchiaia ce l'ha e i figli non avranno certamente problemi di occupazione né di carriera.

La signora non si è mai vista al seguito del marito durante i viaggi politico-diplomatici. Forse Miriam Bartolini in arte (ma quale arte?) Veronica Lario, si vergogna di aver sposato un ganassa lumbard. Forse è troppo fine per un bauscia brianzolo come il Berlusca. Forse dopo che ha frequentato un maitre à penser come il filosofo Cacciari, è difficile tornare a un cavaliere del lavoro, ricco ma parvenu, che non ha tempo di leggere neanche i libri della sua Mondadori (con l'eccezione di Elogio della pazzia, di Erasmo). Chissà...

"Faccio tutto questo per i miei figli. Poi penserò a me stessa", ha dichiarato Veronica alla stampa. Ah beh sì, sì beh... Ma allora abbiamo una novella Cornelia coi Gracchi: "'Questi sono i miei gioielli". E per i suoi tre gioielli la brava Cornelia porta dignitosamente le corna, ma poi sclera. E allora manda siluri all'Ansa sulle inadempienze del marito. E ha deciso di applicare il vecchio adagio: le corna sono come i denti: fanno male quando spuntano ma poi servono per mangiare.
Tendenza Veronica: in grado di scatenare una jihad mediatica per questioni patrimoniali. Forse non sarà stata un' attrice del calibro tale da recitare Bergman in "Scene da un matrimonio". Ma a quanto pare lo è abbastanza da recitare Scene da un Patrimonio. Poi, dopo i due siluri binladeschi (il primo a Repubblica due anni fa e il secondo recente lancio ANSA), arriva finalmente il terzo, quello definitivo: il divorzio.

Certo che i media sono delle formidabili armi di distrazione di massa. C'è la 'è crisi, c' è la pandemia suina (molto probabilmente infiltrata ad hoc), ci sono terremoti e alluvioni, stiamo finendo in braghe di tela, ma di che si parla? Soprattutto della "papi-novela".
Già, perché la 18enne napoletana al cui compleanno è andato il Berlusca lo chiamava "papi"? Il giallo-rosa s' infittisce...Avremo un Padre della Patria o un Papi d'Italia? Ai posteri l'ardua sentenza...
Sì, questo divorzio s'ha da fare, eccome. Le Scene da un Patrimonio continuano...