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01 February 2009

La Chimerica genera solo mostri


La Chimerica (China + America) è un termine coniato dallo storico scozzese Niall Ferguson. Questo termine è stato ripreso (debitamente virgolettato, quasi a metterne in evidenza con ironia tutta la matrice pericolosamente utopica) da Giulio Tremonti nel suo saggio "La paura e la speranza. Essa nasce de facto l'11 dicembre 2001 e cioè solo tre mesi dopo l'attacco al WTC a Manhattan. Qualcuno potrebbe divertirsi a notare una singolare "teoria delle corrispondenze " nelle date e nelle sigle: 11 settembre 2001, 11 dicembre 2001. WTC in Usa , e la Cina che entra nel WTO, ovvero il commercio mondiale, solo tre mesi dopo. Ma giusto per non rimanere nella cabala, vi ripropongo un articolo apologetico scritto da Ferguson sulla nuova "creatura da laboratorio finanziario", pubblicato due anni fa sul Corsera "Usa e Cina in simbiosi economica: la Chimerica è già una realtà". Nel rileggerlo mi sono posta alcune domande:










  • Perché questi "cervelloni" ci hanno ingannato facendoci credere solo due anni prima che la Chimerica è un "matrimonio riuscito" dove è possibile finanziare un'economia mondiale basata sul debito in Usa trasferendo tutta la produttività in Cina?


  • Perché è obbligatorio piegarsi al dogma americano del "...and the world will be as ONE" ?


  • Perchè la Chimerica, questa "sintesi transpacifica" che sposta l'Occidente in Oriente, dall'Atlantico al Pacifico in una fusione indistinta, dovrebbe necessariamente portare "la pace mercantile perpetua", garantita dal dominio in apparenza razionale del "mercato assoluto", visto come la grande panacea a tutti gli altri "mali assoluti" del Novecento? Ma leggiamo il pezzo in questione:







La teoria del caos suggerisce che basta una farfalla, semplicemente sbattendo le ali nella giungla dell' Amazzonia, a scatenare un uragano a Manhattan. Qualcosa di simile si può dire dei mercati finanziari, come abbiamo visto la settimana scorsa. La farfalla in questo caso è il nuovo mercato azionario di Shanghai. Quando gli investitori cinesi hanno sobbalzato martedì, ne è seguita una tempesta in quasi tutte le borse del mondo. Man mano che il globo girava, martedì scorso, il valore delle aziende quotate in borsa si afflosciava in un mercato dopo l' altro. Le borse europee sono scese di quasi il 3 percento. A New York, lo Standard and Poor 500 ha perso circa 3,5 punti percentuali. I cosiddetti mercati emergenti, come Argentina, Brasile e Messico, sono stati colpiti ancor più gravemente. Non meno di 45 dei 53 principali mercati azionari del pianeta hanno chiuso il mese su valori inferiori a quelli iniziali. Per il fine settimana, tuttavia, gli analisti più scettici hanno sollevato qualche dubbio sulla versione degli avvenimenti ispirata alla teoria del caos. Come ha fatto una borsa con una capitalizzazione di mercato pari ad appena il 5 percento di quella di New York ad aver causato un tale scompiglio planetario? Devono esserci altri motivi. Forse l' uso della parola «recessione», saltata fuori in un' intervista ad Alan Greenspan? Signori, vi prego. Alan Greenspan ha lasciato il suo incarico alla guida della Fed oltre un anno fa. A dire il vero, non occorre la teoria del caos per spiegare questi fenomeni: basta l' economia. Quello che si è verificato sotto i nostri occhi la settimana scorsa è sintomo di uno spostamento più profondo, a livello strutturale, nell' equilibrio del potere economico mondiale. Chiedetevi perché l' anno appena trascorso è stato così eccezionale per i mercati finanziari; perché quasi ogni mercato ha chiuso l' anno con rialzi da record; perché gli utili raccolti da banche d' investimento, hedge fund e gruppi di private equity sembravano sconfinati? Alcuni analisti dicono che si trattava di liquidità eccessiva, mentre altri parlano di carenza di attivo. Tuttavia, la risposta più convincente è l' impatto sismico provocato dall' ingresso della Cina nell' economia globale. È stato l' effetto dell' immensa manodopera cinese a basso costo sui livelli salariali globali a spingere i profitti delle aziende Usa da circa il 7 per cento del Pil nel 2001 al 12 per cento lo scorso anno. Allo stesso tempo, è stata la valanga di risparmi cinesi confluita nel mercato capitale globale a causare il ribasso dei tassi d' interesse immobiliari su scala mondiale, da circa il 5 per cento 7 anni fa al 2,8 per cento l' anno passato. Riflettiamo: gli utili aziendali crescono a dismisura, mentre i tassi d' interesse reale restano molto al di sotto della loro media su lungo periodo. Chiunque abbia voglia di mettersi in tasca un bel po' di soldi sa benissimo che cosa fare. Prendere a prestito il più possibile e acquistare le aziende con i maggiori utili. Ovvio, molti economisti si preoccupano per gli squilibri mondiali collegati all' ascesa cinese. Da un lato, puntano il dito verso l' esplosione delle esportazioni cinesi che l' anno scorso hanno generato un' eccedenza nelle partite correnti di oltre 230 miliardi di dollari; dall' altro, segnalano un crescente deficit nella bilancia commerciale americana equivalente a oltre il 6 per cento del Pil. Ricordando lo scompiglio causato da squilibri molto più contenuti negli anni ' 70 e ' 80, queste «Cassandre» profetizzano il crollo del dollaro e altre catastrofi. Eppure c' è un altro modo per esaminare questi presunti squilibri: non sono infatti più preoccupanti di quanto non lo siano, mettiamo, le vastissime disparità tra California e Arizona. Pensiamo agli Usa e alla Repubblica Popolare non come due paesi, ma come un' unica entità: la Chimerica. È un paese impressionante: appena il 13 per cento della superficie terrestre, ma un quarto della sua popolazione e un buon terzo della produzione economica mondiale. Per di più, la Chimerica ha toccato quasi il 60 per cento della crescita globale negli ultimi 5 anni. Il loro rapporto non è necessariamente sbilanciato, anzi, appare piuttosto simbiotico. I chimericani dell' est sono risparmiatori; quelli dell' ovest sono spendaccioni. I chimericani dell' est si occupano di produzione, quelli dell' ovest del terziario. I chimericani dell' est esportano, quelli dell' ovest importano. A est si accumulano riserve, a ovest si producono deficit, accompagnati da emissioni di obbligazioni in dollari di cui sono ghiotti i chimericani dell' est. Come in tutti i matrimoni riusciti, le differenze tra le due metà della Chimerica sono complementari. Accumulando pacchetti azionari in dollari, la Banca della Cina non si limita solo a finanziare gli sperperi americani, ma rallenta sistematicamente l' apprezzamento della valuta cinese, mantenendo così le esportazioni cinesi a basso prezzo. Allo stesso tempo, la Banca della Cina sta creando il migliore fondo di stabilizzazione che si possa immaginare. Quando si ha un trilione di dollari sotto chiave, ci si sente immuni dalle crisi monetarie (sic!) che hanno travagliato le altre economie asiatiche negli anni 1997-1998. E questa è una delle ragioni per cui la volatilità del mercato azionario della scorsa settimana ha rappresentato una «correzione», non un crollo, e meno che mai l' inizio di un lungo periodo di crisi. E che dire di tutti quei rischi politici che riempiono i notiziari, in particolare il pericolo di un allargamento del conflitto in Medio Oriente? Paradossalmente, più diventa pericoloso il Medio Oriente, più salda appare la Chimerica, perché il rischio geopolitico incoraggia gli investitori asiatici a mettere al riparo i loro soldi nel fortino degli Stati Uniti (oggi più che fortino è un Fort Alamo assediato). Non c' è dubbio che vedremo nuovi alti e bassi man mano che gli investitori cinesi imparano la lezione, ovvero che «la performance passata non è garanzia di risultati futuri». Ma i loro scombussolamenti periodici non causeranno nient' altro che qualche scossone di volatilità finanziaria globale, un acquazzone in confronto al solleone secolare che splende sulla simbiosi tra Cina e America. La Chimerica, nonostante il nome, non è una chimera. - Niall Ferguson - 7 marzo 2007 -







Sono le ultime parole famose, dato che nel frattempo, sappiamo quali terremoti sono avvenuti e quali avverranno. Ma c'è un'altra data storica ritenuta dallo stesso Tremonti nel testo citato, una data "misteriosa", in quanto mediaticamente passata in sordina: il 15 aprile 1994 data in cui si stipula a Marrakech l'accordo per l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) (nella mappa, i paesi membri in verde). Da quel momento "nulla sarà mai più come prima". E gli Europei (in primis noi Italiani, da sempre un ponte sul Mediterranneo) assisteranno (come già assistono) passivi all'apertura di questo "cantiere di demolizione" prendendo atto, impotenti, dei seguenti effetti:
  • Mondializzazione del Commercio e dismissione delle identità nazionali.
  • Crisi del Welfare State dei singoli stati membri europei.
  • Compressione dei salari degli "autoctoni" verso il basso equiparandoli agli standing di vita dei "nuovi arrivati" con connesse guerre tra "vecchi poveri" (gli autoctoni) e "nuovi poveri" (gli allogeni).
  • Problemi connessi con la sicurezza e illegalità diffusa nei nostri territori sempre più fuori controllo.
  • Crisi della politica (e delle sue leadership), sempre più subordinata all'economia, alla finanza mondiale e ai suoi disegni egemonici (le banche considerate il sinedrio della democrazia con annessi i loro organi di stampa).




Conclusione: ecco perché è impossibile, stante così le cose, illudersi che si possa legiferare autonomamente per salvaguardare i nostri cittadini da questo immenso devastante "cantiere di demolizione", atto a dissolvere quel che resta delle nazioni (con conseguenza di migrazioni apparentemente selvagge e disordinate, ma in realtà sagacemente pilotate ad hoc), che è stato firmato e voluto per decretare la fine del nostro mondo, con conseguente aumento esponenziale della delinquenza e il rischio estinzione delle popolazioni autoctone, nel nome del mercato mondiale assoluto (sarà dunque il caso di superare quanto prima la teoria dell'Eurabia di Bat Ye'or, decisamente riduttiva, rispetto a ben più ampi disegni).
Ed ecco perché la sottoscritta è così dubbiosa che, quale che sia la volontà di questo governo, difficilmente riuscirà a dire da solo: "Voglio scendere da questo tram". La corsa è stata avviata e spinta velocemente, troppo velocemente e non si sa dove ci condurrà. A noi subirne tutti i danni cosiddetti "collaterali".

34 comments:

Anonymous said...

E' triste dover constatare che di tutti questi disegni geostrategici-mondiali, noi Italiani ne siamo una particella irrilevanete e infinitesimale.
Figurarsi un po' se c'è un governo in Europa che ha le palle per dire che da questo tram vuole scendere. E figuriamoci il nostro!
Roby

Nessie said...

Per chi non lo avesse ancora capito, Roby ( e c'è gente che si rifiuta di capire anche nella stessa destra) questo è un progetto totalitarista. Basta guardare la cartina geografica che ho messo qui apposta sulla Chimerica.
Suggerisco di cliccare anche il link WTO:
http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio

e di guardare attentamente la cartina del mondo degli stati che vi aderiscono dal '94 a oggi: quasi tutti. Che vuole dire tutto ciò? Lo sconquasso mondiale degli spostamenti da un angolo all'altro del mondo di tutti i disperati della terra.
E se ciò non piace, e ci si rifiuta di aderire a questi piani (vedi Irlanda e Rep. Ceca) allora ti arriva un'altra raffica di referendum. In nome della "democrazia mondiale", naturalmente.

Anonymous said...

Ciao Nessie, certo che ne hai messa di carne al fuoco! E tutta molto molto interessante! Penso che la chiave di volta di questa sorta di esperimento (alla dottor Mengele...) politico finanziario sia nella attuale crisi economica.
Lì è il punto critico di questo progetto egemonico. Se gli sfugge di mano sono fritti. Hai visto gli operai inglesi che protestano contro la manodopera sfruttata e importata a loro danno? E' emblematico.
Tra i mostriciattoli insaziabili ci mettiamo anche l'EURS? Che mi sembra sempre più un sistema per imporre molto ipocritamente l'egemonia di tre paesi (e loro yes men) su tutti altri. Dico ipocrita perchè almeno un tempo l'avrebbero fatto a viso aperto con una guerra dichiarata.
Scarthorse

Nessie said...

Scart, l'UE-BCE è parte integrante di questo progetto globale legato al WTO e a quella data di cui nessuno parla: 15 aprile 1994, dove si è deciso che TUTTO il mondo doveva diventare un'unica vasta area di mercato. Mica per niente Sarkozy parla di unioni mercantili africane chiamandole Union (tutti uniti, chissà perchè) des Peuples Mèditerranéens! E mica per niente si intensificano giorno per giorno tutti questi sbarchi che vogliono farci credere una fuga di questi poveracci dalle dittature.
In realtà è partito il progetto coatto della vasta mescolanza universale.

Hai letto il pezzo di Ferguson che ho messo in corsivo? Beh, su questa ottava meraviglia della Chimerica scrive:
"i loro scombussolamenti periodici non causeranno nient' altro che qualche scossone di volatilità finanziaria globale, un acquazzone in confronto al solleone secolare che splende sulla simbiosi tra Cina e America".
T'è capì? un solleone secolare...

Lo PseudoSauro said...

Non me la ricordavo cosi' brutta, la chimera... non c'e' proprio nessun bisturi magico in grado di aiutarla?

Il sig Ferguson ha pestato una colossale... bida di vacca. E' ancora li' a pontificare, o si e' dato alla pastorizia?

Questi "ottimisti" sono stati la sventura del mondo, ma ancora tengono saldamente le leve del potere grazie al "cambiamento" gattopardesco di Washington. Come se bastasse abbronzare un presidente nuovo per risolvere i problemi creati dai presidenti vecchi. Hanno sbagliato per difetto di UVA: ecco perche'. Un po' di melanina naturale e tutto va a posto.

Ormai non so piu' che dire. Prima avviene il disastro e prima ci svegliamo tutti quanti. Questo torpore e' insopportabile.

Nessie said...

Sauro, come dice Scart, un tempo avevano almeno il coraggio di fare le guerre. Oggi invece ci danno da bere la fòla della pax mercantile e commerciale eterna con la mescolanza universale tutti all'insegna della ricerca del Paese dei Balocchi e che è comunque una guerra civile, che sta portando i disastri che già sappiamoe che ho enumerato. Inoltre le guerre si fanno lo stesso, con la differenza che le chiamano "missioni di pace" (peace keeping, peace enforcing, guerre antiterroriste, per l'esportazione della 'democrazia' ecc.).

Anonymous said...

Complimenti per il post... E' notizia solo di pochi giorni fa che il nuovo presidente del GOP negli USA è un afro-americano, il GOP scimmiotta i Democratici ed è incapace di proporre un alternativa migliore a Obama, ma è anche un segnale della fine dell'America dei padri fondatori di origine europea, da sud avanzano gli ispanici anche grazie all'Unione del Nord America, omologa alla nostra UE che vuole pure allargarsi a Turchia e mondo arabo... pochi sanno del macello che è oggi il Sud Africa multietnico, USA e Australia camminano in quella direzione, e anche l'Europa, comincia trasformarsi, a cambiare aspetto, minareti e ghetti etnici sono spuntati come funghi negli ultimi decenni, e le violenze... il mondialismo distruggerà l'Occidente come lo conosciamo, personalmente ci auguriamo di tutto cuore il peggio, piuttosto che un cammino sereno verso l'annientamento.

CarloMartello

Nessie said...

Grazie Carlo Martello :-). Sì, conoscevo la notizia. I criteri di nomina del Partito Repubblicano sono evidentemente basati sui "commerci" descritti nelle cartine geografiche e gli elettori sono considerati "clienti e consumatori".
A proposito, la cartina della Chimerica l'avevo salvata da te, poi ci ho aggiunto di mio, il mostro mitologico.
Mah... io non mi auguro né il peggio, né il sereno annientamento. Spero vivamente in ribellioni, anche violente, purché ribellioni e rivolte rabbiose.
Perfino nella old GB che è uno dei principali stati responsabili di questo sfacelo mondiale, i suoi operai si ribellano a questo mercato delle vacche mondiali, dove il posto di lavoro, lo puoi perdere per una gara d'appalto vinta a Canicattì.
Con tutto il rispetto per i miei conterranei italiani, è bene che ci apprestiamo a difendere quanto è qui in patria, invece di rassegnarci ad essere a nostra volta "migranti" come trottole in cerca di improbabili fortune. Anche perché se tutto il mondo è Paese, di Eldoradi non ce ne sono più. E le risorse del pianeta sono alla frutta.

Anonymous said...

< Spero vivamente in ribellioni, anche violente, purché ribellioni e rivolte rabbiose. >

Esattamente quello che intendevamo per peggio! ;-)
Un saluto,

CarloMartello

Anonymous said...

Intanto incassiamo le pessime parole di Fini & C. in merito alle attuali proteste dei lavoratori britannici, giustamente inalberatisi per i più recenti accadimenti. Peste lo colga (e con lui la folta schiera dei sostenitori delle sue perniciose posizioni).

Nessie said...

Pessime davvero, Aldo! ormai Fini e Napolitano non passa più un giorno dove non esternino le loro cavolate tutte retoriche e tutte false. Viceversa tacciono e si defilano quando accadono fatti gravi che turbano la coscienza di noi Italiani. Ma il perché è semplice: si sono posti al servizio del NWO, mentre dell'Italia se ne impipano. Nel caso di Fini è solo preoccupato della sua carriera prossima futura, dopo la scadenza del suo mandato presidenziale. Sì, peste lo colga.

Anonymous said...

Uno degli effetti distruttivi della globalizzazione è il famoso "affirmative action" che dà la precedenza ai lavoratori allogeni su quelli autoctoni. Ed è quanto vediamo oggi. Ma c'è anche la "discriminazione positiva", che consiste nell'avvantaggiare persone di colore o di altre etnie, sui nativi solo per mostrarsi solidali e aperti. Micidiale la solita magistratura che considera "razzista" dare il bonus bebé agli Italiani. Che poi sono quelli che hanno pagato i contributi nelle buste paga. Anche per i nuovi arrivati. link:
http://www.affaritaliani.it/milano/brescia-i-giudici-bocciano-comune270109.html
Luca

Nessie said...

Sì Luca, purtroppo nel "cantiere di demolizione" dell'allargamento al WTO ci sono anche queste belle nefandezze di cui parli: "l'affirmative action" (termine preso dal sociologese-psicologese) e la "discriminazione positiva" che già vediamo nella facile agevolazione di aperture di negozi stranieri, quando agl iItaliani rendono la vita difficile e il commercio impossibile. Non ultima l'iniquità del bonus bebé. Ma tranquilli: ne vedremo delle belle ogni giorno che passa.

Anonymous said...

Cara Nessie,
concordo sul fatto che i cinque effetti da te paventati si concretizzeranno: non ho dubbi.
E concordo anche sulla tua conclusione finale.
Per quanto riguarda il libro di Tremonti, è stata una delle mie letture estive preferite, ma ho recentemente constatato che da molti "intellettualoni" è stato recentemente preso sottogamba, se non addirittura banalizzato.
E siccome sono estremamente certo che le tue perevisioni (catastrofiche) si avvereranno, non ci rimane che dedicarci ad arte, cultura letteratura, così almeno non verremo sopraffatti da pericolose depressioni psicofisiche. E per fortuna abitiamo in un paese che "basta voltare un angolO" e abbiamo qualcosa di bello da ammirare o contemplare.
La mia certezza, circa questa amara conclusione, deriva dal fatto che stò assistendo, giorno dopo giorno, allo sgretolamento delle borse mondiali. Per i prossimi vent'anni non ci saranno più neofiti in borsa, e chi c'è dentro cerca di scappare salvando il salvabile. Detta in altro modo, la questione è che ci saranno sempre meno risparmiatori disposti a fare i benefattori o i fessi. E, in conseguenza di ciò, vedremo i suoi effetti nefasti nei tempi a venire.
Vorrei tanto sbagliare previsioni!!!!!

Ciao, e complimenti per l'articolo che non ti è consueto!

Marshall

marshall said...

Nessie,
il commento a firma mia è proprio mio.
Ciao.

Nessie said...

Grazie Marsh, vedo che ti lanci in catastrofiche previsioni finanziarie circa "lo sgretolamento delle borse mondiali".
Quanto agli effetti di quello che chiamano Nuovo Ordine Mondiale il quale ha comportato un cambiamento di mappe geografiche (quelle che ho pubblicato) senza che nessuno ci abbia chiesto il parere - beh - non occorre essere dei maghi per vedere da che parte infuria "la tempesta perfetta". I danni "collaterali" sono ogni giorno sotto gli occhi di noi tutti: a cominciare da fattacci di cronaca sempre più truculenti e ingestibili che funestano le nostre belle città. Stasera il vergognoso TG ha dedicato un quarto d'ora alla faccenda dell'indiano bruciato. Mi spiace per questo poveretto, ma sei i bruciati fossimo stati noi "autoctoni", avremmo avuto lo stesso spazio? E Napolitano sarebbe intervenuto per difenderci? finora non lo ha fatto.
A proposito di antidoti, sul Giardino ho messo "chimere" un po' più benefiche fatte da Magritte, la cui mostra è a Milano :-) Giusto per disintossicarci un po'. Ciao :-)

Anonymous said...

Quoto Pseudosauro, quel tizio, quel tal Ferguson che ha scritto l'articolo in corsivo descrivendo la Chimerica come il 'solleone' dell'avvenire, merita di andare a pascolare capre.
Luca

marshall said...

Nessie,
non mi era sfuggito il tuo richiamo agli "effetti collaterali", ma non volevo dilungarmi troppo. E constato con rammarico che se quel fatto fosse accaduto ad un italiano, non gli sarebbe stato dedicato che qualche diecina di secondi di Tg. Infatti, se non sbaglio, di recente è successo qualcosa di simile ad un "barbone" italiano, e non se n'è saputo più nulla.
Sappi che, quando visito il tuo blog, poi faccio un salto al "Giardino", per vedere se ci sono novità.
Ho visto il post sulla mostra di Magritte, ma, non potendoci andare, non l'ho ancora letto. Lo faccio ora.
Ciao.

Nessie said...

Più che "effetti" sono "danni collaterali", caro Marsh. E danni irreversibili. Tra questi danni causati da una globalizzazione lanciata a veliocità supersonica (basti solo pensare alla pasticca amara di Schengen e di un WTO allargato all'Africa che ce li porta tutti in casa) c'è per me, una delle peggiori cose: la presa per i fondelli dei media e della stampa che invece di scoprire gli altarini, se ne fa complice. Il perbenismo di sinistra, ma anche di destra (FINI e Schifano) nello strillare alla xenofobia, ma poi silenzio di tomba sul fatto che stiamo sopportando un peso non misurabile con danni e sfracelli non quantificabili.

Anonymous said...

Le cose non stanno così, e Tremonti da buon giurista dilettante in economia non poteva far altro che travisarle. La crisi NON è dovuta alla globalizzazione o all'ingresso della Cina nel WTO, o tutte e due. La crisi è semplicemente dovuta al fiat money e ad una moneta svincolata da una merce reale e asservita al potere politico. I politici, per "stimolare la crescita" hanno agito sulle leve finanziarie tramite la banca centrale, moltiplicando la massa monetaria. La massa monetaria che è confluita nel mercato, si è riversata per ovvi motivi su azioni e su immobili. Ovviamente moltiplicare la massa monetaria produce soltanto inflazione e non genera ricchezza. Ma l'effetto immediato è stato di vedere le borse salire a dismisura. E con esse il prezzo degli immobili. Fatalmente una crescita fittizia drogata da emissione di credito non coperto, non può che condurre alla successiva recessione. Per non affrontare i costi politici di una recessione però, i governi, sempre tramite le banche centrali, hanno continuato ad aumentare la massa monetaria e creditizia, cercando di mantenere le bolle e impedir loro di sgonfiarsi. Il gioco però ad un certo punto termina perché gli squilibri causati dagli investimenti sbagliati crescono esponenzialmente e non possono essere per sempre bilanciati da un aumento esponenziale di massa monetaria, in quanto producono la distruzione della moneta in questione. In questo senso, la Cina ha poco da stare allegra con i Trilioni americani, perché se questi continuano a fare debito, tra poco avranno trilioni di fogli di carta igienica. La globalizzazione ha solo permesso ai politici di ritardare ancor di più il naturale ed inevitabile processo di riequilibramento, sfruttando oltre che la moneta americana, anche le altre monete mondiali e contribuendo a gettare nel baratro non soltanto la loro economia.

marshall said...

Nessie,
in effetti mi sembra che un pò tutti stiano perdendo il senso della misura, della stima, del valore venale delle cose. C'è la fila di quelli che accampano diritti ed esigono il quasi impossibile da uno stato che è quasi sull'orlo del collasso. E volano cifre da capogiro, come fossero noccioline. Ma poi, mi chiedo,... chi pagherà?

Nessie said...

Marshall, già chi pagherà? Sarebbe interessante calcolare quanto costa allertare quasi giornalmente le motovedette a Lampedusa per andarli a prelevare in acque internazionali, quanto costa il mantenimento di tutta questa gente nei CPA e nei CPT. Quanto ci costa rimpatriarli. Quanto ci costa mantenerli nelle noste non più "patrie" galere. Quanto ci costa la loro "integrazione" (sempre più improbabile).
Soprattutto, quanti Italiani potrebbero vivere dignitosamente con questo salasso a fondo perduto.

Nessie said...

Temo che tu non abbia ben capito una cosa, Liberty. Io ho parlato soprattutto di accelerazione forsennata. La Cina, fosse per me, poteva essere messa in mora ancora per un po'. Così pure l'Union des Peuples Méditerranéens (cioè gli Africani) voluta da Sarkò, ma già progettata da Chirac. Perché ti credi che un baluba tunisino qualunque obblighi Frattini ad aumentare le quote d'ingresso dei tunisini, mentre Maroni li vorrebbe rispedire al mittente?
E una cosa è certa anche a chi non capisce una beata mazza di economia: dopo la caduta del Muro ci siamo ritrovati a dover fronteggiare migrazioni bibliche fuori dall'ordinanza. Vuoi forse che non ci sia stato qualche pifferaio magico che ha promesso quell'Eldorado che in realtà non può mantenere? O credi che tutta questa gente sia qui perché è passata in agenzia, ha visto un poster sull'Italia e ha deciso di farsi un viaggetto di piacere?
In ogni caso, per fare solo un esempio banale, balza agli occhi di chiunque la fatica con cui i nostri commercianti sbarcano il lunario, e viceversa la facilità con la quale i cinesi aprono le loro Chinatown comprando intere catene di negozi. Due più due fa quattro: per ogni negozio italiano che chiude, due negozi cinesi aprono. A Milano ormai è quasi la regola. E Prato è diventata quasi una enclave cinese. Poi sulla moneta-carta straccia ("trilioni di carta-igienica")sono d'accordo con te. E una cosa è certa: ne avremo per almeno dieci anni di questo sfacelo. Ma questo nessuno lo dice e lo scrive.
Vedo però che il tuo furore "antitremontiano" ti impedisce di vedere quell'asino patentato di Niall Ferguson che dall'alto della sua grande scienza ci ha promesso il sol dell'avvenire con la Chimerica, con i chimericani dell'Est lavoratori e risparmiosi e coi chimericani dell'Ovest fancazzisti e spendaccioni. Te lo sei letto almeno?

Anonymous said...

Certo che me lo sono letto. Ma dal momento che lo stracciavi già tu, non ho ritenuto sprecare ulteriore fiato.Il problema delle aziende cinesi in Italia è che le italiane sono strozzate dal fisco. I cinesi riescono ad eluderlo molto meglio. Forse perché abituati a trattare con stati molto più totalitari del nostro (che comunque è sulla strada totalitarista), hanno meno scrupoli a pagare mazzette quando serve...
Il problema però è che il fisco italiano, è esosissimo e strozza le imprese.

Nessie said...

"Il problema delle aziende cinesi in Italia è che le italiane sono strozzate dal fisco". Perfetto! Il fisco è maramaldesco con gli autoctoni e permissivo e lassista con gli allogeni. Un perchè ci sarà...
Sono convinta che i cinesi facciano i furbi come dici, ma sono altrettanto persuasa che dietro ai cosiddetti accordi bilaterali commerciali Italo-cinesi, ci siano clausole di favoritismi e corsie preferenziali che né io né te conosciamo. A pensar male si fa peccato, ma poi ci si azzecca...;-)

Lo PseudoSauro said...

Ma se l'ha scritto Ferguson che alla Cina e' stata data la luce verde per espandersi. E cosi' ha anche scritto Tremonti (10 anni dopo) sul suo testo gia' citato.

Tutto cio' significa che le agevolazioni ai cinesi comprendono la loro collocazione sui mercati mondiali, quindi, anche europei. Collocazione anche fisica: mi pare evidente.

Come si fa a credere che si tratti di un caso, o che sia merito dell' intraprendenza cinese? In Italia hanno recepito le disposizioni come dappertutto. Bisogna essere deficienti per non capirlo.

Il punto dovrebbe essere: ma chi ca**o si permette di dare simili disposizioni in barba a "democrazia" ed "autodeterminazione".

E poi: chi si permette di applicare queste disposizioni, sempre in barba agli obsoleti principi di cui sopra.

Perche' il risultato e' che, dopo la svendita dei patrimoni statali, che tutti abbiamo contribuito a creare fino dalla fondazione dello Stato italiano, ora si svende anche il territorio fisico. Che, sia detto per inciso, non e' paragonabile a quello di USA o Australia. Tempo 50 anni di questo saccheggio e dobbiamo fare le valige noi.

Comunque, cio' che riguarda la Cina - che sicuramente ha notevoli priorita' in quanto secondo creditore principale degli USA - riguarda anche tutte le nazioni con le quali si vuole creare la famosa interdipendenza che sta alla base del sistema libero-mercatistico.

Certe critiche alla corrente gestione del WTO mi sembrano come quelle che si facevano all' URSS...
questi non sono abbastanza "liberali", mentre quelli non erano abbastanza "comunisti".

Il fatto e' che la pratica e' questa: tutto il resto e' teoria.
In teoria il "libero mercato" piace anche al sottoscritto. Ma in pratica esistono soggetti dall'immenso peso economico-finanziario che consolidano la propria posizione proprio grazie alla deregulation.

E questi non sono i tanto vituperati "Stati"... sono gli stessi soggetti privati che stanno li' da qualche secolo e che detengono le piu' grosse fette di capitale dei piu' importanti istituti finanziari mondiali.

Gente come Rothschild e Rockefeller - tanto per non fare nomi - a cui il bilancio di uno Stato come l'Italia fa il solletico.

Macche' "liberismo" e "comunismo"... o "statalismo". Il problema sono questi qui; che indipendentemente dal sistema in auge acquisiscono tutta l'economia reale attraverso la finanza. L'hanno fatto in Russia con il "comunismo" e ora lo fanno in tutto il mondo con il "liberismo".

Le ideologie sono lo strumento per noi allocchi che ancora ci crediamo.

Allora: "che fare"?

O ci si adegua, o ci si chiude in una qualche riserva come i pellerossa nelle americhe. Ma sulle riserve si puo' contare poco in un posto piccolo come l'Italia. Meglio cercarsene uno un po' piu' spazioso altrove.

Anonymous said...

"Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei, vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore. Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli Uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza. Ma non è questo il giorno. Ci sarà l'ora dei lupi e degli scudi frantumati quando l'Era degli Uomini arriverà al crollo. Ma non è questo il giorno. Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra vi invito a resistere, Uomini dell'Ovest!"

Saremo noi capaci di combattere per difendere il NOSTRO mondo? Personalmente, credo che sia gia' troppo tardi...

Nessie said...

Vanda, cos'è? Il Signore degli Anelli?
Purtroppo per difenderci da un simile devastante disegno geopoliticoeconomico è tardi. Però, come al solito, la speranza è l'ultima a morire.

Nessie said...

Sauro, carta canta, come al solito. E le due date-simbolo che ho qui riportato dovrebbero metterci in allerta. Comunque la si pensi su Tremonti (ed è chiaro che stante così le cose manco lui potrà fare miracoli) occorre puntualizzare un paio di cosucce. Guarda caso quando ha tentato di fermare Fazio e le manovre di Bankitalia è stato fermato da Fini nonché costretto a dimettersi dal governo Berlusconi.Inoltre sono innegabili due date che dovrebbero spalancare gli occhi e far drizzare le antenne a tutti: il 15 aprile 1994 data della fondazione del WTO a Marrakech (e cioè quattro anni dopo la Caduta del Muro), e l'11 dicembre 2001 (e cioè malapena tre mesi dal crollo delle Twin Towers) con l'ingresso della Cina.
Tutto ciò ci riconduce ad un'altro fenomeno 'misterioso' come la Caduta dell'Unione sovietica, che è implosa dal suo interno, con gente russa che ha fatto la fame nera nella fase di transizione dal socialismo al mercato e molti morti di cui nessuno si è degnato di parlare.
Non credo che ci permettano di essere informati fino in fondo di questi sconvolgimenti e quello ch esappiamo è un'inconsistente puntina dell'iceberg.

Anonymous said...

Allora non c'è scampo siamo costretti a soccombere:-(
Molto interessante questo tuo pezzo, ma anche "terrificante" perchè dà l'esatta misura di quanto siamo "piccoli" e impotenti.
Sono d'accordo con Scarth, forse questa crisi economica può trasformarsi nel tallone di Achille di questo progetto totalitarista mondiale.
Se il "pane" viene a mancare, i popoli si svegliano, per adesso siamo ancora nelle braccia di Morfeo del consumismo...
Francamente mi sento mancare l'aria, quando leggo cosa hanno in mente i grandi della terra.
Ciao mary

Nessie said...

Anch'io Mary, anch'io. Svevo diceva che la coscienza è una malattia, ma è vero. Meno se ne sa e meglio si sta, per certi aspetti. Quello che ci fa sapere la stampa mondiale del mondo "democratico" è solo qualche scheggia rispetto a quanto ci viene sapientemente occultato. I giornali "indipendenti" poi o distraggono (gossip, tette e culi) o omettono o disinformano o depistano. Adesso avrai capito finalmente perché anche se questo governo cerca di darsi da fare, non posso coltivare un grande ottimismo, tenuto conto che siamo schiacciati dentro il grande "condominio" mondiale.
L'unica residua speranza è quanto dice Scart: prima esplode il falso Paese dei falsi Balocchi, meglio è.

Josh said...

Pezzo interessante e 'sintomatico', storicamente esatto per quel che riguarda gli ultimi anni, non vedo nemmeno cosa si possa aggiungere, perchè c'è già una certa completezza di panorama e non avrei gli strumenti forse per approfodnire oltre.D'accordo al 100% sulla Conclusione.

C'è di che riflettere, penso specie al passaggio "quando si ha un trilione di dollari sotto chiave, ci si sente immuni dalle crisi monetarie"...

e verso il fondo, a chi piace trovare nel quotidiano i segni dei massimi sistemi, a conferma, al passaggio
"Mondializzazione del Commercio e dismissione delle identità nazionali" faccio notare quanto la mondializzazione del commercio sia avanti, e specularmente quanto sia forte l'attitudine di tutti i politici pure italiani, anche a centrodx chiaramente, verso la "dismissione delle identità nazionali".

Lo stesso Pres. Napolitano, poche settimane fa a Reggio Emilia, in occasione della Festa del Tricolore (sottolineo, Tricolore, cioè Bandiera, cioè Nazione, cioè 1 lingua, 1 cultura, 1 popolo, 1 radice) nel discorso ufficiale PER (o meglio, -CONTRO) l'identità nazionale fa notare quanto siano ridicoli e perigliosi i sussulti di identità nazionali nei paesi Eu, Italia in primis, o l'abbarbicarsi rimanente alle proprie radici.
Cioè alla Festa della Bandiera della Nazione il presidente afferma che NON si deve avere il senso di Identità della Nazione.

O siamo alla schizofrenia suicida(magari comunque presente) e/o il Re è Nudo.

Nessie said...

Grazie Josh, è un post lunghetto, lo so, ma per parte mia era doveroso farlo. Altrimenti non si sa perché ci sono piovuti addosso tutti questi mille e oltre demoni devastanti. Altrimenti molti Italiani non sanno perché non si può rimpatriare nemmeno un romeno pluristupratore. O perché non si può sloggiare un campo nomadi abusivo. O perché non si può rispedire al mittente 1000 tunisini senza che poi Frattini non si prosterni a promettere l'aumento delle quote degli stessi per "manodopera" di importazione. Altrimenti non si arriva a capire perché gli operai della GB fanno la guerra contro i loro colleghi italiani che hanno vinto una regolare gara d'appalto per la libera circolazione della "forza-lavoro" nella comunità.
In altre parole, quello che c'è nella cartina del WTO contrassegnata in verde è già realtà. Triste e drammatica realtà. Senza contare la cartina della Chimerica e dei futuri "mostri" che ci attendono.
Su Napolitano concordo al 100% e ne ho già scritto nel post delle tre "megere" :-) Ciao.

Anonymous said...

Pseudosauro, potremo parlare di "troppo liberismo" e di libero mercato, quando la moneta non sarà più stampata e moltiplicata da novelli Gesù Cristo. Prima non ha alcun senso. Alla base di ciò che vedete c'è la distorsione FONDAMENTALE che qualcuno si stampa moneta, la usa senza produrre beni reali, produce inflazione, abbatte i tassi di riferimento, rendendo inutile il risparmio e spinge per mezzo dei tassi stessi, la gente all'indebitamento. Questo è quanto di più lontano dal libero mercato, che presuppone una moneta merce solida e non manipolata dagli Stati ex lege. In un mercato libero tu vedresti una costante e lenta DEFLAZIONE, termine che non esiste da almeno 70 anni.

Detto questo. La politica del fiat money di cui sopra, quindi il socialismo più becero stile URSS nel quale ci siamo tuffati, HA DOVUTO far entrare nella globalizzazione la Cina e le altre economie emergenti. Questo ha dovuto farlo per mitigare gli effetti di una inflazione (intesa sempre come aumento della massa monetaria), che se avesse coinvolto solo l'Economia Americana, o quella Occidentale, sarebbe stata esorbitante. In questo modo invece, la cartastraccia stampata ha invaso un bacino più ampio (tutto il mondo), e i governi possono continuare ad inflazionarla ancora un pò prima che la massa monetaria raggiunga il limite dell'iperinflazione e della weiemarizzazione di tutto l'occidente. Il motivo per cui la Cina è entrata nella globalizzazione insomma, è parare il culo ai politici e permettergli di nascondere ancora per qualche anno l'orrenda manipolazione e l'esproprio dei nostri risparmi.

Quando le conseguenze saranno chiare, riflettete su due cose. Il libero mercato non produce inflazione significativa, perché la moneta è una merce e il suo aumento è molto più difficile di un'aumento di cartamoneta o di numeri elettronici. Quando saremo in iperinflazione, non date la colpa al libero mercato quindi. Inoltre domandatevi. Stante l'impossibità inflattiva di un sistema economico a moneta merce e riserva integrale, COME MAI il dollaro dal 1913 ad oggi ha perso oltre il 90% del valore? A causa di chi? Perché?