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29 September 2008

Il Vaticano, gli immigrati e le ricongiunzioni familiari



Specifico innanzitutto che questo è un blog laico, ma non laicista né anticlericale e mi pare di aver dato voce a quelle forze identitarie all'interno del mondo ecclesiale stesso in numerosi posting. Ho seguito con interesse gli scritti di Benedetto XVI "Senza radici" . Ho riportato le posizioni del cardinale Biffi e di mons. Maggiolini.

Detto ciò, occorre sottolineare che a parte le diatribe all'interno della CEI medesima, al popolo italiano (buona parte del quale è in preminenza cattolico) delle "correnti" vaticane può non importare un granché, dato che ne ha già abbastanza di quelle politiche. E che in questo momento si trova smarrito e in preda al disappunto dalle voci contrastanti all'interno della Chiesa, come mi hanno confessato un paio di amici realmente praticanti. Quella Chiesa che a mio modesto nonché profano parere, farebbe bene a parlare "con una voce sola". Non si fa che sentire esternazioni di vari vescovi e cardinali (da Bagnasco, a Marchetto, da Martino e don Antonio Sciortino di Famiglia Cristiana, al responsabile della Caritas) di riprovazione del nostro governo sulla questioni immigrati, clandestini e misure di sicurezza. E pure della Ue, che in materia di immigrazione è del tutto xenofila e di manica fin troppo larga.
Con i propri ordini monastici e le organizzazioni caritative e assistenziali, la Chiesa è un magnete particolarmente attraente per i clandestini, che, a priori sanno dove saranno ben accolti e difesi, malgrado la propria clandestinità e illegalità diffusa.

Inutile negare l'evidenza è a sua volta un'organizzazione mondialista e universalista con al suo interno una pletora di figure professionali votate all'assistenza come cooperanti,volontari, ong , onlus, Caritas e Comunità di Sant'Egidio e altre varie. Inoltre è a corto di vocazioni (la crisi del sacerdozio) e di devozioni (le chiese poco frequentate).

E tuttavia, ci rendiamo conto di che cosa significhi aprire alle ricongiunzioni familiari? Che se da un lato l'immigrato avrebbe il conforto della famiglia (bisogna però vedere quale tipo di famiglia, visto che se è musulmano può importare la poligamia de facto, che per la loro religione è pure sacra), dall'altro rischiamo l'estinzione per demografia. Lo dica con chiarezza l'Osservatore Romano che è l'organo principale del Vaticano. E' questo che si vuole? E' la realizzazione del diktat islamico mostrato con protervia nelle piazze di Londra nei cartelli inalberati con le scritte Islam will dominate the world, che si vuole? E' abbandonare gli agnelli europei a un nuovo rischio di genocidio che si vuole? Ci rendiamo conto durante queste incontrollate transumanze di clandestini quanti autoctoni sono già morti per varie cause quali rapine, stupri, ubriachi e cocainomani al volante che hanno già spezzato tante giovani vite? Non sono anch'essi (gli autoctoni) figli di Dio? Sì, conosco già l'obiezione: la Chiesa elargisce la sua azione ecumenica ed evangelizzatrice urbi et orbi. Ma per fare entrare il Mondo (orbis) non dimentichiamoci della nostra Patria e delle (o della) nostre città (urbs) .

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Per affrontare le sfide dell'immigrazione la Chiesa Cattolica dispone di un mezzo molto potente: la propria dottrina sociale. Si tratta di un frutto prodotto e maturato con il lavoro di una serie di generazioni dei teologi, cominciando con l'enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII che, alla lotta di classe della dottrina marxista e al presunto dualismo tra il lavoro ed il capitale, opponeva l'idea di collaborazione e della loro complementarietà naturale ed organica. Il contenuto dottrinario della Rerum Novarum fu confermato ed integrato attraverso l'enciclica Quadragesimo anno (1929) di Papa Pio XI, che si rivolge direttamente allo Stato per esortarlo a riprendere le funzioni che gli nega o, addirittura, proibisce di svolgere l'ideologia del capitalismo liberale (la lotta contro la Massoneria). Questa dottrina della Chiesa venne stigmatizzata ulteriormente da successive encicliche l'ultima della quale è Centesimus annus (1993) di Papa Woytjla. Basato sull'insegnamento evangelico, il perno della dottrina sociale della Chiesa cattolica è composto dal principio del bene comune che raccomanda la creazione di condizioni che permettano all'uomo e alla comunità, di realizzarsi compiutamente. Dunque non solo economicamente, ma anche esistenzialmente, socialmente e spiritualmente.
Ma qui, siamo molto al di sotto del principio di solidarietà inerente alla dottrina sociale della Chiesa; siamo a livello di un moralismo piagnone, bacchettone ed impotente a fronteggiare le nuove sfide. Sebbene detto imperativo morale dell'accoglienza sia perfettamente conforme al principio evangelico, bisogna notare il fatto che la sua applicazione, nell'ambito del bene pubblico, provocherebbe (se applicato alla lettera) molti danni e pochissimi beni. Ecco perchè a mio avviso, Cesare (ovvero lo Stato attraverso il suo Governo) ha il dovere di tirare dritto per la sua strada e proteggere i suoi cittadini dai quali ha avuto mandato di governare, senza farsi distogliere da questi lai.

22 September 2008

Effetto banlieue e razzismo antibianco


Quando la stampa nostrana minimizza e mette il silenziatore, occorre drizzare le antenne. Gli articoli del Corriere della Sera (sempre più Corriere della BCE) su quanto è avvenuto a Caserta (Castelvolturno) e a Milano alla manifestazione "antirazzista" trasudavano di un'ipocrisia e di un buonismo a dir poco rivoltante. E le cronache di quanto è avvenuto a Colonia contro la moschea più grande d'Europa avevano parecchi strati di carta velina tutt'altro che trasparente. In relazione ai primi due fenomeni scelgo una frase a caso, che è una frase-chiave per far capire fino a che punto siamo odiati. Uno di questi manifestanti africani a Milano ha detto: " Oggi lanciamo un segnale forte. Ci siamo, ci possiamo riunire e possiamo far male a questa città..."

Dunque l'avvertimento è chiaro per tutti quegli eurobabbei che pensano ancora che l'integrazione sia possibile. Non conto nemmeno più le volte che ho scritto qui e altrove che multiculturalismo e multietnicismo sono i veicoli principali del tribalismo, del comunitarismo e dello spirito da enclave separata. Non chiamate "antirazzista" una manifestazione con attacchi alla polizia, capocciate contro gli scudi in stile Zidane, cassonetti rovesciati, passamontagna agli occhi e spranghe in mano, come quella che si è svolta sabato 20 a Milano.

Altra scena a Castelvolturno: auto rovesciate, lancio di pietre e bastoni ai negozi e insulti a tutti gli Italiani. "Italiani bastardi, siete tutti bastardi". L'unica forma di razzismo consentito da questa Europa e da questa Italia è quello contro se stessa.

Poi, danze tribali sulle auto capovolte in segno di sfida, polizia imbelle che guarda impotente. Il perché è semplice: se tocchi qualcuno di loro sei automaticamente un "razzista" da marchiare a fuoco, e come minimo fai la fine del povero Placanica (il poliziotto dei fatti del G8 a Genova). Loro lo sanno, e ci marciano alla grande. La sinistra di casa nostra ha scelto la via della più miserevole subordinazione ai nuovi ospiti. E' stato deprimente vedere le loro inutili bandiere falcemartellate all'insegna del mai sepolto "internazionalismo proletario" (in questo caso, africano) sventolare alla manifestazione a Milano. Servi dei neri, è proprio una beffa del destino veterocomunista e dei suoi ferrivecchi.

Mettiamoci in mente che termini come "assimilazione", "integrazione" , "accoglienza" sono miti paternalistici tipici di quella che Dragos Kalajic, un intellettuale serbo ha chiamato l'Europa degli idioti.

"Questi flussi migratori assumono le magnitudini di una vera e propria invasione d'Europa. Se un tale processo non perderà forza e consistenza, e se la Turchia entrerà nell'area mercantile chiamata Unione europea, tutto indica e fa prevedere che già entro questo secolo gli Europei perderanno la propria patria e diventeranno una minoranza etnica nella loro propria terra, decomponendosi e scomparendo nell'oceano grigio-nero dei diversi.

E ancora:

Adesso è chiaro anche agli occhi più semplici e creduli che si sono dimostrate false ed ingannevoli le formule di soluzione del problema immigratorio - instancabilmente prodotte dalle (pseudo) élites politiche - a cominciare dal progetto paternalistico di "assimilazione", degli anni settanta, per passare poi al modello non meno ottimista e fallace dell'"integrazione", fino ai recenti ideali mondialisti di una "società multirazziale" e "multiculturale". In questo caso le (pseudo) élites che dominano l'Europa hanno dimostrato la propria debolezza fondamentale, la tendenza ad abbandonarsi alle superstizioni del razionalismo liberale, particolarmente alla convinzione che con l'uso delle sole parole è possibile non solo spiegare, ma anche domare la realtà, con tutte le minacce che contiene. In realtà di "assimilazione", "integrazione" e "società multiculturale" - "che ci arricchisce" - è possibile discutere solo là dove è in questione una minoranza razziale o etnica che non minaccia la maggioranza. L'esperienza storica ci dimostra che questi rapporti pacifici vengono stravolti là dove la minoranza cresce in modo tale di minacciare il predominio della maggioranza, anche nel senso della legge di selezione naturale.La specie più forte sospinge e alla fine elimina la specie più debole.


Inoltre : Sotto il peso di una concorrenza globale, gli europei dovranno ridursi allo stesso livello delle masse planetarie che patiscono la miseria e le privazioni, accettando di vivere, per esempio, come i cinesi.

Ma questi effetti sono già sotto i nostri occhi. Perfino i nostri sociologi della domenica ora ci mettono in guardia dal rischio banlieue all'italiana, parlando in sociologhese di "micro-conflitti molecolari", e "guerre civili diffuse molto preoccupanti" (il sociologo Aldo Bonomi sul Corriere della sera).


Intanto non si può fare a meno di rilevare per l'ennesima volta, l' assurdo universo capovolto ad opera della solita Europa degli Idioti: gli autoctoni a Colonia non hanno potuto manifestare contro la moschea col minareto più alto d'Europa, mentre gli africani a Milano e a Castelvolturno possono aggredire la polizia, sfasciare auto, lanciare sassaiole e bastoni, e perfino minacciarci di "fare molto male a questa città". A voi le conclusioni.

19 September 2008

Alitalia prigioniera di se stessa



Ieri si è consumato l'ultimo slot per il decollo della trattativa Alitalia con la CAI (Compagnia Aerea Italiana) la quale, come è noto ha ritirato l'offerta. Sono uno spirito patriottico e sarei stata favorevole al recupero della nostra compagnia di bandiera, contrariamente a quanto letto qua e là su molti blog amici. Nonostante io mi renda conto delle buone ragioni di passeggeri che preferiscono volare con Lufthansa, e perfino degli sms ed email che fioccano imbufalite nelle sedi del Pdl con l'esortazione "FATELI FALLIRE!". L'ho lasciato chiaramente intendere nel mio precedente post Italia senza ali. Ma devo confessare che quando ho visto ieri sera (e in altre puntate precedenti) n tv a Porta a Porta il comandante-sindacalista Fabio Berti dell'ANPAC (un "castarolo" che percepisce 230.000 euro l'anno) con quella faccia da saponetta, e come si crogiolava compiaciuto nascondendo i suoi privilegi di casta, quando ho sentito i bizantini distinguo dei sindacati nel volersi smarcare dalla catastrofe Alitalia accumulatesi nei decenni, e in particolare quando ho visto Epifani con quella bocca storta di chi ha preso una mattonata nella ghigna, che in queste ore pretende scrollarsi di dosso le pesanti responsabilità nella trattativa, proprio lui che sappiamo aver disertato parecchie sedute dei negoziati ma soprattutto sappiamo chi erano i suoi burattinai - proprio lui che è stato il solo a non voler firmare l'accordo che CISL, UIL e UGL avevano invece siglato. Quando vedo la flora e la fauna dell'imbecillità italiota delle hostess, piloti e steward sciamannati che applaudono davanti alla loro stessa catastrofe accogliendo con gioia la notizia secondo cui la CAI ha ritirato l'offerta, beh, allora perfino una patriota sentimentale come me, ci metterebbe i cinesi su quegli aeromobili AZ, al posto di questa gente. E manderebbe a ramengo tutti. In primis CGIL che con altre 9 sigle sindacali "autonome" ha messo in piedi una furiosa macchina da guerra contro il governo, il quale si è sbattuto oltre ogni limite attraverso il placido ministro Sacconi, mettendo in piedi una cordata di seri imprenditori (tra cui anche Benetton e la Marcegaglia) che questi scioperati-scellarati hanno chiamato con disinvoltura banditi urlando slogan da fanatici kamikaze come: "Meglio falliti che in mano ai banditi". Sempre ieri sera in trasmissione a Porta a Porta c'era Fabrizio Solari della Filt- CGIL, ottuso sindacalista spezzino che biascicava un incomprensibile sindacalese di lana caprina, come se la trattativa potesse avere ancora dei margini. Ma in che mondo vivono? Scollegati dal reale! Fassino, dal canto suo, faceva del suo peggio per nascondere che il burattinaio occulto di questo sfacelo era il suo partito e replicava istericamente che la colpa ce l'ha il governo Berlusconi, non avendo accettato il piano AIR FRANCE ai tempi del governo Prodi. Gli Italiani non sono fessi e sanno che Spinetta di Air France, quando ha trovato il verminaio, lo sconquasso, i ricatti e la disgregazione sindacale che invece noi accettiamo supinamente da decenni e decenni, ha preso il capello e se ne è andato. Con le sue gambe e di sua iniziativa. E sanno anche che Tremonti ai tempi della legislatura precedente a Prodi, aveva messo in piedi il piano Mengozzi ( vedere blog Libere Risonanze) nel tentativo di risanare l'azienda, piano puntualmente affossato dal radicalismo sindacale. A completare il desolante panorama tragico-farsesco è sceso ieri tra esultanti kamikaze in divisa verde (curiosa coincidenza), Tonino Di Pietro o Molisano di Bisaccia a fare il mestatore. Come se ce ne fosse stato ancora bisogno. Brandiva il megafono e pareva la parodia di Totò quando diceva "Vota Antonio, vota Antonio, Vota Antonio La Trippa!". In studio da Vespa, davanti a questi filmati vergognosi il burattino Solari e il burattinaio Fassino, hanno detto "io mi dissocio, noi non c'entriamo". Nemmeno il coraggio di dichiararsi per quel che sono: degli sfasciacarrozze. (fotoNessie, in alto)

16 September 2008

Nessuna solidarietà all'Oca Crudele


La notizia è vecchia di qualche giorno. Ma vale la pena di riprenderla. Sabina Guzzanti è stata denunciata per vilipendio religioso. La sua frase incriminata durante il No Cav Day è :"Ratzinger tra 20 anni sarà morto e finirà all'inferno, tormentato da diavoloni frocioni attivissimi e non passivissimi". E immediatamente dopo la notizia, si ulula alla "teocrazia", al totalitarismo, alla mancanza di divisione tra stato e chiesa, politica diritto e religione e bla, bla, bla. Questa signorina non più giovane si era già distinta prendendo in giro la malattia terminale della Fallaci, il 9 novembre 2002, travestita con elmetto e tuta mimetica. Oriana la soprannominò "oca crudele", un ossimoro perfetto, dato che solitamente "oca" lo si accompagna a "giuliva"; eparlò di lei come di "un' imitatrice senza intelligenza e senza civiltà". Ora, io capisco l'imbarazzo di papà Guzzanti e anche il suo profondo disappunto: figli piccoli dispiaceri piccoli; figli grandi dispiaceri grandi. Ma qui la questione è assai chiara. Se l'on. Paolo Guzzanti ha dato la sua solidarietà senza SE e senza MA al prof. Ratzinger in occasione dell'assalto a La Sapienza da parte degli ultras di sinistra dove gli fu impedito di tenere un discorso in apertura d'anno accademico, poi non può appellarsi a Voltaire e al "diritto d' espressione", solo perché a vilipendere volgarmente lo stesso c'è sua figlia. Meglio avrebbe fatto a dire che gli errori dei figli adulti e vaccinati (Sabina ha 45 anni) non ricadono sui genitori e a chiuderla lì.

Ma se si giustificano le incongruenze di un padre che non sa che pesci pigliare, non è così per le teste pensanti che imperversano per i media, tra i politici (Bobo Craxi) e anche per i blog (nello stesso Tocqueville), visto che si confonde sempre più il concetto di "libertà" con quello di "licenza" a fare di tutto e di più.

E veniamo alle questioni legate al sacro. Mi pare che mettere sullo stesso piano gli insulti della Guzzanti al Papa a cui augura di essere sodomizzato all'inferno da bei "frocioni", con le vignette di Maometto, sia prendere uno svarione gigantsco. Se Ratzinger fosse stato un comune docente universitario che non indossa l'abito talare, avrebbe avuto pieno diritto di querelarla per vilipendio alla sua persona e al suo prestigio professionale. Paradossalmente, con maggior libertà che da Papa, dove invece, data la sua statura e ruolo, deve applicare il dantesco motto del "non ti curar di lor, ma guarda e passa". Inoltre le vignette disegnate sui papi, da noi non suscitano di certo reazioni violente.

Se tocchi il "sacro" maomettano arrivano fatwe, morti, ambasciate bruciate e ricatti a non finire. Se tocchi il "sacro" ebraico interviene la ADL internazionale ovunque nel mondo con querele da lasciare in braghe di tela il malcapitato.

Dunque, abbiamo bell'e capito che, per dirla con Antonio Socci, "si può prendere a calci solo Gesù Cristo". E i suoi ministri. Per vedere l'effetto che fa mostrarsi quanto si è " laici, liberali, libertari" ecc. ecc. No, francamente è un ragionamento disonesto.
Una seconda cosa. La Guzzanti è riuscita nella singolare impresa di commettere una beceraggine comunista (Ratzinger vilipeso) e una beceraggine di estrema destra: (gli omosessuali chiamati per l'occasione "frocioni"). Stupisce però di associazioni come l'Arcigay che sollevarono vespai di polemiche per l'utilizzo dello stesso termine da parte di Mirko Tremaglia, come si siano invece, mostrati dediti all'autorazzismo e al masochismo, se la stessa parola viene usata da un esponente della sinistra estrema.

La mia pena di contrappasso per l'Oca Crudele? La condannerei a pagare una fortissima ammenda da devolvere alle vittime cristiane nel Darfur (ormai quasi un genocidio) e nel Pakistan. Così impara a rispettare i sentimenti religiosi altrui. Non c'è bisogno di aggiungere che il rispetto per i sentimenti cristiani diffusi nel nostro paese non è né teocrazia né fondamentalismo cattolico. Perfino Sarkozy ora parla di "laicità positiva". Ed è a capo di un Paese dove il suo imperatore Napoleone, mise in galera un papa.

13 September 2008

Questo Blog compie tre anni


Domani il Loch-blog compie tre anni. Prima il bambino camminava a gattoni, a causa della mia conclamata imbranaggine informatica. Ora sta in piedi da solo.

Bloggare o non bloggare? Questo è il problema.
Non illudiamoci, nell'era della videosorveglianza universale anche i blog non sfuggiranno al controllo del Grande Fratello Universale che tutto vede, tutto sente e tutto sa. Ci chiederanno la tassa sulla scrittura? Ci sarà una schedatura voluta dalla Ue? Ci saranno pensieri e parole passibili di manette o di avvisi di garanzia, querele e censure, fatwe et similia, per i blogger?

In attesa di saperne di più, credo che bloggare conviene. Dopotutto anche gli indios Guarany scrivono sulle cortecce dei tronchi d'albero. Ma il vento e le intemperie non sanno leggere. Ciò non significa che non si debba continuare a scrivere. Alla prossima....corteccia. allora.

09 September 2008

Eppur non ci scordiamo di lui



In morte di Lucio redivivo. Ancora tu? cioè lui. Più che mai. Lo ricorda Il Giardino delle Esperidi e i suoi numerosi interventi. Lo ricorda Massimo nel suo blog. Lo ricordano altri blogger e tutti i clic numerosissimi che troviamo su You tube. Trent'anni di carriera non sono uno scherzo: una decina d'anni passati a comporre per gli altri cantanti, musicisti e rock bands. Poi, compositore, chitarrista, arrangiatore e cantante in proprio. Ho messo in link questo reperto archeologico di lui che va in Rai con una chitarrina comprata all'ultimo momento alla Stazione Termini di Roma per 25.000 lire mentre interpreta Eppur mi son scordato di te. E lì, giocherella, improvvisa, sorride felice, rifacendo un celebre hit che aveva già regalato alla Formula tre. Ma che rifatto da lui ha un altro sapore. Eppoi quel " non piangere salame dai capelli verderame" è un capolavoro di surrealismo bizzarro e infantile. Perché la scelta di questo video tra i tanti belli e con numerose altre canzoni intensamente indimenticabili? Per indicare quel tema della "sprezzatura" che mi è tanto caro e che ho già affrontato negli interventi sul post sui media, la politica e politici, qui sotto; e di come la naturalezza sia il più elevato di tutti gli artifici. Lucio ha l'innocenza e la spensieratezza di un bambino che gioca, incurante degli applausi, della tv che lo riprende. Poi sparisce e si allontana dai riflettori per anni, fino alla sua morte. Ed è la presenza dell'assenza. In una società mediaticamente intrusiva e pervasiva basata sulla videosorveglianza universale, l'irreperibilità è la condizione essenziale della sopravvivenza oltre che dell'eleganza discreta. Altro che Madonna e i suoi pachidermici show e showbiz milardari! A lui bastava una chitarrina da 25.000 lire, dimostrando che l'ESSERE è superiore all'AVERE e soprattutto all'APPARIRE, per poi sparire. E gli assenti hanno sempre ragione. E' l'unico italiano che ha saputo mettere d'accordo la destra e la sinistra: quasi un genio per caso. La prima lo rivendica per il suo individualismo ribelle in epoche di intruppamento e di collettivismo coatto pluridecennale. La seconda ne plaude il rivoluzionarismo e la continua ricerca innovativa musicale.Lui resterà il il nostro caro Angelo, che non si fa irretire dagli specchi per le allodole e che schiavo non sarà mai. Al di là della destra e della sinistra, lassù...in alto.

08 September 2008

Chi trova un amico trova un tesoro


























Foto uno: Berlusconi gioca a Braccio di ferro con l'amico George W.

Foto due: Berlusconi gioca con l'amico Vladimir facendo finta di sparare a una giornalista indiscreta che durante una conferenza stampa in Sardegna fa domande a Putin sulla sua presunta love story con una ballerina.
Foto tre: Berlusconi mostra a Gheddafi in occasione del suo recente viaggio in Libia, una foto della figlia Barbara col nipotino: "Tutto suo nonno!" puntualizza con orgoglio.
Dove troverà il suo "tessssoro" il Berlusca? Alla Casa Bianca, nella Casa Russia o a Tripoli bel suol d'amore? Vorrei soffermarmi sulla prima immagine del premier con il braccio a manico d'ombrello, assai simile alla posa di Alberto Sordi nel film I vitelloni. Sembra dire: "Italiaaaniii, tié".
Ogni altro commento è superfluo. Lo facciano i lettori. A me, per parafrasare lo slogan di un famoso lassativo, basta questa trilogia di foto.

05 September 2008

Rachida, ma Dati all'ippica!



Mi si perdoni la doppia t che non ho messo per poter fare il calembour sul ministro Guardasigilli francese di origine maghrebina Rachida Dati. Per il resto, sono sinceramente un po' nauseata da questa totale mancanza di decoro in cui è sprofondata la politica estera (oltre che, beninteso, quella di casa nostra che di storie boccaccesche in Parlamento ne ha più del Decamerone) . E la teoria che il mal comune faccia il mezzo gaudio, non mi consola affatto.

Intendiamoci, tresche e storie d'alcova ce ne sono sempre stati nei palazzi del potere. Fin dai tempi di Re Sole, e anche prima. Ma almeno c'era il buon gusto di tenerle fuori dalla vita pubblica e istituzionale. Non basta che Sarkozy ci abbia fatto assistere alla sua svenevole Disneyland-story con la top model che a detta di una giornalista francese "è andata a letto con mezza Francia" (ma c'è pur sempre l'altra metà che la deve ancora scoprire - ha sogghignato Gianni Ippoliti in tv) . Ora c'è anche il lieto evento (cioè il pancione in attesa) all'Eliseo di una delle ex fiamme di Sarkozy . E non venitemi a dire che quello era l'unico Ministro di Grazia e Giustizia esperto in giurisprudenza che offriva il mercato delle teste pensanti della politica, e che il suo love affair con Monsieur le Président non abbia influito, ai tempi della sua nomina. Bon, à chacun son con. Se quella sarkoziana è una destra conservatrice e identitaria, mia nonna è un'austronauta. Almeno quel pinguino impettito di Chirac (che tra parentesi non mi è mai stato simpatico), bisogna ammettere che al decoro de la République ci teneva ancora. Quanto al socialista Mitterand (la cui dottrina ho sempre avversato),la sua figlia nata da nozze morganatiche la si è vista solo al momento del suo funerale. Requiescat!

Ora invece, tra Zapatero che espone la sua Carme Chacon (che se inverti le lettere diventa cochon) alla maternità esibita mentre passa in rassegna le forze armate col pancione, e Sarkò che permette a questa gravida gallina di rilasciare interviste (pardon: outing) in stile hollywoodiano ("non rivelerò mai chi è il padre", "ho una vita privata complicata", e altre melassose banalità) è il caso di dire: "Allons Enfants de Babylonie".

Les jours de gloire sono lontani.

02 September 2008

Italie c'est fini

L'estate sta finendo, e siamo agli ultimi scampoli settembrini di belle giornate. Ma già è tempo di bilanci della stagione turistica e perfino la rubrica SuperQuark condotta da Piero Angela & figlio, è costretta ad ammettere che nonostante la quantità dei Beni Culturali e delle opere d'arte, delle meraviglie archeologiche, di quelle paesaggistiche (Alpi, Appennini, villaggi su colli e colline, laghi, mari con 7.450 Km di coste, isole, vulcani), stiamo retrocedendo rispetto a Francia, Spagna e Grecia. Cosa ci manca? Innanzitutto l'umiltà di ammettere che il turismo è qualcosa di transitorio che passa e va, e che per accaparrarsi gli aficionados e farli tornare, ci vuole una solida organizzazione, progetti, amore per il proprio lavoro da parte di esperti operatori turistici, cura e capacità gestionali che noi non abbiamo. Ci crogioliamo in rendite di posizione e pensiamo che siano eterne, ma non è così. "Tanto i turisti almeno una volta nella vita ci verranno in Italia a vedere il Canal Grande, il Palazzo Ducale o il Colosseo, i Fori Romani, i Musei Vaticani, o la Valle dei Templi ad Agrigento ecc". Appunto! E' proprio questo ragionamento al ribasso che andrebbe evitato. Anche se ci sono paesaggi impagabili, se deteniamo il più grande numero d' opere d'arte del mondo, non esistono blasoni né posizioni di privilegio che ci permettano di campare di rendita.

Mi è capitato di assistere alla scena di una turista, ancora pallida e non abbronzata, poiché reduce dal lavoro, la quale doveva imbarcarsi per le isole toscane. Beh, un avido barcaiolo, su un costo di 8 Euro del trasporto e un biglietto di 20 euro che la turista gli aveva allungato, tentò di rifilargli il resto di 2 euro come se si fosse trattato di un biglietto da 10 , e non da 20. Normale che la turista se ne torni a casa con uno sgradevole ricordo. Altro che Souvenir d'Italie. Della serie, io provo a farti fesso, tanto non so se ti rivedrò.



Altro punto dolente: i trasporti. Treni in ritardo di mezz'ora come minimo, con toilette schifose e portiere non funzionanti, zecche e pulci tra la moquette, poltrone spelacchiate e vetri luridi.



Ecco un'altra scena alla quale ho assistito. Una coppia di turisti inglesi dovevano scendere a Monterosso, ma la portiera del loro compartimento di prima classe era bloccata. Allora corrono in seconda classe, ma neanche quel portello si apriva. Lacrime, urla, spintoni e calci alla portiera, parolacce, a base di fucking train of fucking country, fucking service ecc. I due poveretti sono dovuti scendere alla stazione successiva, perché nel frattempo il treno si è rimesso in moto. Per riaspettare un altro treno nella direzione desiderata.



Poi c'è stata l'Odissea traghetti della Tirrenia con l'episodio di quella povera disgraziata che si risvegliò interamente ricoperta di zecche da capo a piedi nella sua cuccetta. Le zecche le finirono perfino in borsetta. E il bello che la Tirrenia negò fino all'ultimo l'evidenza e non volle che venisse pubblicato il nome della Compagnia di navigazione sui giornali. La malcapitata è andata a farsi visitare in ospedale, ma con le zecche non si scherza dato che possono causare infezioni al sangue di natura mortale.



Ricorderete anche il recente episodio della povera olandese violentata da pastori romeni, con il marito immobilizzato e malmenato. Il sindaco Alemanno rispose, in occasione, con un linguaggio da perfetto minus habens: un'altra volta staranno più attenti a dove piazzano la tenda. Ma come?! Non doveva essere lui il Rudy Giuliani dalla tolleranza zero? Quello che quando c'era Veltroni durante il caso di Giovanna Reggiani disse "mai più un altro caso da Tor di Quinto" "nessuna tolleranza verso le zone franche"?

Ultimo in ordine di tempo ma non certo di importanza il degrado e la fatiscenza nei quali lasciamo i nostri Beni Artistici e Archeologici. Quark ha mostrato, a proposito di Pompei, interi reparti chiusi a chiave col lucchetto, guardiani imboscati a fare la pennichella e statue coperte di lava in stato di abbandono sbattute lì in giacenza , insieme a travi e laterizi.



A Pestum la zona archeologica è stata presa per un vespasiano da ineducati, quale deposito dei loro materiali escrementizi. E nessuno se ne cura.

Ma quel che nemmeno Quark osa dire è che il turismo vive di immagine. E che l'immagine di una Penisola perennemente presa d'assalto da disperati del mare su navi-carretta provenienti dall'Africa Subsahariana, nuoce a chi deve sceglierla come intinerario per ritemprarsi lo spirito. Mi spiace per il Santo Padre con le sue esortazioni alla camomilla sui "migranti", ma esiste un limite preciso anche all'accoglienza. Ora Lampedusa non basta più e i lampedusani ne hanno piene le scatole di essere il cuscinetto ammortizzatore degli assalti africani. Allora sapete quale è la nuova pensata da parte del Viminale? Trasformare l'intera Penisola in un CPA e CPT dislocati a macchia di leopardo.



In compenso abbiamo l'esercito dislocato per le città a fare le pie Orsoline.
Riepilogando:






  • c'è scarsa onestà nei commercianti e nessun rispetto verso il turista (vedi l'episodio del barcaiolo)
  • i trasporti fanno letteralmente schifo
  • mancano mappe di ricognizione dell'intero patrimonio artistico e conseguente valorizzazione dei Beni, tale da creare richiamo per i visitatori
  • la sicurezza è una chimera, dato che stupri, rapine e ubriachi al volante hanno allietato la nostra "estate violenta"
  • i clandestini sbarcano incessantemente via mare, cielo e via terra da Est, creando una caduta d' immagine della Penisola.

Ma torno alla Spagna. La quale promuove corsi per giovani manager e operatori turistici, ristorazione con piatti personalizzati e si è creata un logo di marchio turistico da diffondere anche via web sul "vieni a fare le vacanze in Spagna". Ce l'abbiamo noi un logo? Neanche per sogno. Città, tante. Campanili, pure. Logo: nessuno. Mentre la Francia di Sarkozy ha rispedito al mittente i rom con l'escamotage di "rimpatrio umanitario". E' proprio vero che chi è furbo non viene di certo a insegnarti l'arte dell'astuzia che custodisce per sé.