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24 August 2008

La Casa Russia, le sue Regioni e le sua ragioni

Si fa, dopo l'intervento russo in Georgia, un gran parlare di "nuova guerra fredda", espressione che tanto piace ai giornali. Ma è realtà? "No", risponde John Glenn in una intervista su Il Giornale del 20 agosto, direttore per la politica estera del German Marshall Fund, "la Russia non ha più ambizioni globali, ma regionali". E allora perchè i nostri TG (in particolare quello di Riotta) mandano in onda documentari di Praga '68 abbinati a immagini dell'attuale conflitto russo-georgiano? Curioso notare poi come la sinistra notoriamente antiamericanista, si sia affrettata a schierarsi con la Georgia e con la Nato, e come Furio Colombo dell'Unità abbia istericamente redarguito Berlusconi per le telefonate all'"amico" Putin. Di converso, gente di comprovata fede atlantica come Cossiga che piazza bandiere americane e israeliane davanti a casa sua, o come Carlo Rossella sostengono che Putin non ha tutti i torti a difendersi ("Cosa direbbero gli americani se un giorno Bolivia, Venezuela ed Ecuador stringessero un patto militare con la Russia a due passi dal loro territorio?"). E del resto non si può certamente dimenticare quel che accade ai tempi in cui furono trovate le installazioni missilistiche con i "consiglieri sovietici" a Cuba durante il governo Kennedy. Come pure la reazione americana (peraltro giustificata) che ne scaturì. Ovvio quindi che i "consiglieri israeliani" trovati in Georgia, non fossero lì per consigliare ricette culinarie.
Errato poi parlare di un "imperialismo zarista" come si è visto scritto. L'imperialismo è la fase matura ("suprema", dicevano i marxisti-leninisti) del capitalismo che abbisogna di espandersi alla ricerca di nuovi mercati, mentre ai tempi dello Zar eravamo in piena società rural-feudale. Semmai è corretto parlare di "nazionalismo granderusso", come ha scritto Alberto Ronchey sul Corriere, che in Russia è stato un inviato per anni. Il quale racconta nel suo pezzo Il Putin bifronte, che in aggiunta alle installazioni Nato, esiste a Oriente della Russia, pure il fenomeno demografico della Cina con un miliardo e trecento milioni di cinesi pronti a tracimare in Siberia nella regione dell'Amur, dove rimane scarsa la popolazione russa. Dunque più che "nuova guerra fredda" Mosca soffre, non senza qualche ragione, di "sindrome da accerchiamento".
E se militarmente e sul campo vincono i russi, nella guerra mediatica essi stessi ammettono che stanno vincendo gli americani, i quali li inchiodano spesso e volentieri al loro recente passato comunista.

Misticismo, spiritualismo e nazionalismo
Ma la Russia è Occidente o Oriente? Europa o Asia? I russi sono nostri soci o nostri rivali? E interesse degli occidentali è respingerli, indebolirli o arrivare a un'intesa?
Durante il periodo zarista la Russia affondava le sue radici in Europa. Ricordiamo che le due Caterine (l e II di Russia) erano di nobili dinastie tedesche. Che a corte si parlava il francese. Chi conosce qualche rudimento di letteratura russa, avrà notato che esiste un nazionalismo mistico e spiritualista in molti suoi grandi scrittori come Dostoevskij, Turgenev; che il poeta Sergeij Esenin era un esaltatore della Madre Rus'.
Il generale Michail Kutuzof che sconfisse Napoleone Bonaparte nella famosa "campagna di Russia" così come ci viene descritto da Tolstoij in "Guerra e pace", parlava della sua terra come della "Santa Madre Russia". Oggi si dice semplicemente "la casa Russia" laddove "casa" sta per "patria" ( è anche il titolo di un famoso best seller di John Le Carré).
Un filone, quello spiritual nazionalista, che arriva fino ai nostri giorni con il grande Alexandr Solzehnitzyn, l'anima profetica della Russia stessa.

Diritti umani o convenienze geostrategiche?
Sono pertanto d'accordo con lo storico francese Max Gallo nel suo lucido pezzo "Le ragioni della Russia" che per capire l'attuale Russia occorre risalire più al XIX secolo, assai più che all'appena trascorso Novecento.
Come pure concordo con lui sul fatto che non si può e non si deve umiliare la Russia con la scusa dell'"esportazione della democrazia" e dei cosiddetti diritti umani. Tanto più che quella dei "diritti umani" si rivela essere sempre più merce da spacciare al "doppio peso" e a corrente alternata, a seconda delle circostanze e delle proprie personali convenienze. Diritti ben poco invocati, ad esempio, quando la Turchia (partner di punta della Nato) bombarda i Curdi in Iraq o fa penetrare il proprio esercito nel Kurdistan.

Per comprendere meglio il crogiuolo di etnie ed enclaves a macchia di leopardo delle ex repubbliche sovietiche, e come già fin dai tempi di Lenin e Stalin si giocasse al risiko e al dividet et impera tra un'etnia e un'altra, leggere il pezzo di Sergio Romano, il quale è stato ambasciatore dell'ex Urss per molto tempo e conosce quella lingua.
Ma anche gli stessi Franco Venturini (art. Il gioco di Putin) , Ronchey nell'articolo su citato, e lo slavista Vittorio Strada, ammettono quel che più modestamente la sottoscritta ebbe a scrivere nel post dedicato al Kosovo in tempi non sospetti: è cioè che la secessione unilaterale di detta regione sottratta alla Serbia avrebbe scatenato l'apertura del vaso di Pandora. Ora con che faccia si chiede a un Putin di rinunciare all'Ossezia dove la sua minoranza è di etnia e lingua russa, quando gli Usa tirarono dritti per la loro strada sul Kosovo "indipendente", seguiti bovinamente dalla Ue? E' quel che dovrebbero ricordare anche i due maitres à ennuyer André Glucksmann e Bernard-Henri Lévy. E chi pratica con disinvoltura la teoria dei diritti umani "d'esportazione" dovrebbe ricordarsi che la Serbia (e Belgrado in particolare) è stata bombardata dalla Nato per 78 giorni consecutivi. E che le bombe non erano così "intelligenti" da non mietere vittime.
Ma aprire un fronte russo non conviene di certo ad un'amministrazione americana a fine mandato. Tanto più che tra Usa e Russia c'è di mezzo il negoziato sul nucleare nord-coreano ed iraniano. E che anche la Russia, come è noto, ha diritto di veto all'ONU come ex potenza vincitrice della II guerra mondiale. Personalmente aderisco all'appello di Benedetto XVI: due popoli cristiani come quello russo e quello georgiano non dovrebbero mai entrare in guerra. Ma grande è il cinismo di chi è stato dietro a questa operazione e alle mosse avventuriste del georgiano Saakashvili.

E l'Italia?

In politica estera contiamo molto poco, quasi nulla. Ma è limitativo credere sempre e solo alla teoria della dipendenza dal gas di Putin, anche se certamente esiste anche quella. Chi, tra amici e conoscenti, è stato a S. Pietroburgo racconta di aver trovato una città splendida che vive l'euforia di un miracolo economico simile a quello che vivevamo noi negli anni '60, con negozi e show-rooms che espongono il made in Italy delle griffes, delle calzature, dell'agroalimentare e dei vini (vini tra i più pregiati delle penisola). Inoltre i turisti russi sono ai primi posti nelle classifiche dei visitatori del nostro Paese, e grandi e proficui sono gli scambi culturali e turistici tra i due paesi. Ecco perché Berlusconi fa dire attraverso la Farnesina che sono per una linea della "fermezza" ma anche dell' "equilibrio". Un modo diplomatico per cavarsi d' impaccio tra "l'amico George" e l'"amico Vladimir". Ovvero, tra l'Aquila e L'Orso.

20 August 2008

Promemoria per gli Italiani sul Trattato di Lisbona appena ratificato

Ovvero, tutto quel che gli Italiani devono sapere sul Trattato di Lisbona appena ratificato e che non hanno mai osato chiedere, perché non ne sapevano nulla.
Il 23 Luglio, mentre molti Italiani erano in ferie, è stato ratificato al Senato il Trattato di Lisbona. Il 31 luglio, invece è passato alla Camera. Sarà bene ricordare agli Italiani che in quelle date spopolavano le città per andare in vacanza, le sorprese del dopo estate. E sarà utile ricordare che detto trattato ci rende non più sovrani a casa nostra perché incompatibile con la nostra Costituzione (della quale poi si finge ipocritamente di celebrare il 60esimo anno dall'emanazione a oggi) cosa ci aspetta con la nuova "carta di identità europea" prossima ventura. Come pure è utile ricordare che questo primo passo verso il Nuovo Ordine Mondiale (NWO) è stato votato da tutti i partiti presenti in Parlamento. Senza alcuna eccezione tra quelli di destra e quelli di sinistra.

1) Sai che è un trattato di riforma europea che sostituisce i precedenti trattati e con il quale si afferma definitivamente la prevalenza del diritto comunitario su quello nazionale?

2) Sai che tutto il potere decisionale in Europa sarà gestito da 27 Commissari (uno per ogni nazione, non necessariamente eletti dal popolo, che dal novembre 2014 diventerebbero meno di 27, in rappresentanza di solo i 2/3 degli stati), dal Consiglio (anche qui, membri non necessariamente eletti dal popolo), e dalla BCE (Banca Centrale Europea… e figuriamoci se gli "eletti dal popolo" li troviamo proprio qui!), e che il Parlamento Europeo continuerebbe ad avere un ruolo puramente consultivo?

3) Ti senti rassicurato dal fatto che così poche persone decidano del destino di 500 milioni di abitanti?

4) Ritieni che esistano organizzazioni che possano agire per condizionare le decisioni di organismi gestiti da così poche persone, non elette dal popolo, che hanno un potere assoluto sul popolo stesso ma che non rispondono a nessuno che li abbia eletti?

5) Hai mai sentito parlare di "BILDERBERG" e "COMMISSIONE TRILATERALE" ?

6) Ricorderai che per far cadere un qualunque governo è necessaria la maggioranza semplice dei rappresentanti (il 50% più uno); sai che per imporre le dimissioni alla "Commissione" è invece necessaria la maggioranza (con voto palese), dei due terzi del parlamento europeo?

7) Sai che il trattato di Lisbona reintroduce la pena di morte?

8) Con ambiguità il Trattato non cita direttamente la pena di morte ma rimanda alla "carta dei diritti fondamentali" che nel suo articolo 2, prevede la pena di morte per reprimere "UNA SOMMOSSA O UN'INSURREZIONE". Nessun esempio è citato per definire il concetto di "sommossa o insurrezione". Ma se il popolo insorge… qualche buon motivo deve pur averlo… però si espone ad un assassinio legalizzato! Ti senti ancora tutelato nel tuo diritto di opporti a… qualcosa?

9) Sai che la politica di difesa del trattato di Lisbona, prevede oltre alle "missioni di pace" anche missioni "offensive"?

10) Sai che in caso di arresto (mandato d'arresto Europeo) potrai essere spostato in qualunque regione europea, proprio come avviene ora all'interno di qualunque nazione tra un carcere e l'altro?

11) Sai che il trattato garantisce l'uguaglianza (reciprocità) tra i membri, ma contemporaneamente garantisce l'ineguaglianza tra essi, consentendo alla Danimarca ed all'Inghilterra di continuare a stampare le loro monete nazionali?

12) Sai che l'Inghilterra rimane comunque proprietaria del 15,98% e la Danimarca del 1,72% della Banca Centrale Europea?

13) Sai che il contenuto del trattato di Lisbona coincide sostanzialmente con quello della vecchia "Costituzione Europea" che è stata bocciata da un referendum popolare in Olanda e Francia? Il "trattato di Lisbona" è stato bocciato dal referendum popolare (quello stesso che si è negato da noi) in Irlanda. Perché queste bocciature? Magari perché questi popoli sono "antieuropeisti" o piuttosto perché sono più informati di noi? (I governi di Francia e Olanda hanno poi ratificato la "costituzione europea" quando questa ha cambiato nome in "trattato di Lisbona" in totale spregio al risultato referendario).

14) Secondo lo studio dell'Avv. Klaus Heeger, consulente per il gruppo democratico del parlamento europeo: la Costituzione garantiva alla U.E. 105 nuove aree di competenza, esattamente lo stesso numero di competenze che sono attribuite al Trattato di Lisbona; in quest'ultimo, rispetto alla costituzione rimangono fuori i simboli U.E.: bandiera inno e motto, ma entra il cambiamento climatico. Le rimanenti nuove 104 aree di competenza (aree cioè nelle quali la possibilità da parte degli stati di legiferare in modo difforme da quanto deciso in sede U.E. è illegale), sono identiche.

15) Sai che gli appartenenti alle polizia ed esercito nazionali dovranno prestare giuramento di fedeltà alla unione europea e chi si rifiuterà potrà essere licenziato?

16) Sai che con l'approvazione del trattato di Lisbona sarà illegale manifestare contro "l'Unione europea"? Questo significa la fine della libertà di esistere per i partiti ed i movimenti ad ispirazione localistica che professino ideali indipendentistici.

17) Sai cosa affermò Jean Monnet, uno dei fondatori dell'attuale idea di Europa? "Le nazioni dell'Europa dovrebbero essere guidate verso il superstato senza che i loro popoli sappiano cosa sta accadendo".

18) Sei consapevole che questo sta accadendo OGGI?

ORA CHIEDITI:

1) Perché i giornalisti sono pronti a mostrarti il plastico e radiografare l'ultimo omicidio di provincia ma tacciono sul trattato di Lisbona, così importante per il nostro futuro e per quello dei nostri figli e nipoti? (continua sul blog Padus 996 da cui ho tratto questo pezzo).
Le repubbliche baltiche (ex socialiste sovietiche) non vedono l'ora di entrare a far parte di questa bella confraternita dei 27 membri che si allarga di anno in anno, a dismisura. Ebbene è il caso di dire che lasciano l'asino per cavalcare il somaro.
Ma più ancora, urge ricordare che nulla della nostra Patria sarà mai più come prima. A cominciare dai decreti legge dei governi eletti, continuamente passati al vaglio dai "revisori" della cosiddetta Commissione Ue. E già se ne sono viste tutte le avvisaglie durante il cosiddetto "pacchetto sicurezza", già nato abortito.

13 August 2008

Agosto, mare mio non ti (ri)conosco

Roba da farsi venire il mal di mare. Anzi, il mal d'Agosto. Ho assistito durante la prima settimana del mese, all'83esima edizione del Palio del Golfo di La Spezia, con la tradizionale regata finale. Le Borgate marinare che vi concorrono (dodici in tutto) rappresentano il tessuto socio-antropologico dei vari comuni del Golfo. Per questo il Palio è da considerarsi non una semplice competizione sportiva, ma una vera e propria tradizione consolidatasi dal lontano 1932 a oggi. E durante le prima domenica d'agosto oltre alla regata ci sono manifestazioni acrobatiche dei parà del Comsubin e delle Frecce Tricolori. In finale dopo le 10 di sera, lo spettacolo pirotecnico dei fuochi d'artificio sul Golfo, sempre di grande suggestione.

Qualche giorno prima della regata, sfila la gran parata delle Borgate per le vie della città con i costumi folcloristici e le allegorie legate ad episodi attinenti alla microstoria dei Borghi marinari del Golfo:

Lerici, Portovenere, Le Grazie, S. Terenzo Tellaro, Fezzano, Marola, Cadimare, i rioni spezzini di Fossamastra, del Muggiano e del Canaletto, quello lericino della Venere Azzurra.

Ma il sindaco Massimo Federici (ex diessino e oggi piddino) quest'anno ha voluto fare del Palio "l'elemento di inclusione sociale" degli extracomunitari, in combutta col CRDD (Circolo Ricreativo Dipendenti della Difesa). Così in mezzo alle iconografie e scenografie delle tradizionali Borgate sono sfilati anche africani, arabi, sudamericani, albanesi (con le loro bandiere), romeni, sudamericani e caraibici. Che ci azzeccavano con la tradizione del Palio dal '32 a oggi? Assolutamente nulla. Mai tenuto un remo in mano; mai avuto un equipaggio che si allena. Federici ha voluto ubbidire ad una pratica largamente consolidata da Stalin: creare una sorta di risiko delle etnie in modo tale da confondere le acque tra autoctoni e allogeni nel nome di quello che è divenuto ormai, un dogma irrinunciabile: INTEGRAZIONE .

Una parola che ha assunto sempre più, il suono dello sciacquone delle toilette, dato che più integriamo loro, più disintegriamo il nostro tessuto sociale insieme alle nostre tradizioni.

E mentre le Borgate si sfidano non senza una punta di legittima aggressività competitiva tra vari campanili come da antica usanza, l'obbligo riservato, invece, a questi neocittadini (?) è quello di amarli per decreto municipale. Anche se non fanno proprio nulla per rendersi bene accetti.

Patetico poi, l' aver osservato due arabi musulmani alla parata in costume del Tellaro che saltellavano in corteo con gli stivaletti dalle punte all'insù alla Sandokan, il turbantello bianco modello ricotta rovesciata in testa simile a quello di Bin Laden e il caftano.
A quando, dunque, la rimozione della targa sulla chiesa di S. Giorgio in Tellaro che ricorda come i suoi abitanti respinsero l'avanzata dei saraceni dal loro mare con la Leggenda del Polpo, il quale avvertì l'intera borgata suonando la campana coi tentacoli?

Dopotutto nel nome di una irenica pacificazione, abbiamo già un illustre antefatto attuale nella Spagna di Zapatero, dove uno zelante sacerdote dhimmo, ha tolto la spada alla statua del santo patrono della Reconquista: Santiago el Matamoros (S. Giacomo l'ammazzamori), per non dispiacere agli islamici.

Più che Mare Nostrum, direi che siamo al Mare Monstrum.