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28 March 2008

Ratzinger, i catecumeni e le anime belle


Ancora una volta, Benedetto XVI mostra d'essere il papa giusto al momento giusto che segue il suo corso e lascia dir le genti. C'era da aspettarsela la reazione dei 138 giureconsulti musulmani. C'era da aspettarsi il livore dei network arabi e degli islamici "moderati" di casa nostra. E pure il sarcasmo dei nostri islamocomunisti alla Vauro, sulla conversione impartita ai catecumeni nella notte di Pasqua, tra i quali Magdi Allam. Ma c'era da aspettarsi anche le reazioni della nostra intelligentzia fatta di anime belle che intendono impartire al Papa, i precetti su che cosa sia la vera fede cristiana, stabilendone modi, tempi e luoghi. In realtà, attaccano Magdi Allam per arrivare a pontificare contro Ratzinger, e a insegnargli il suo mestiere di sommo teologo. Tutti lì, a invocare il preticello di qualche sperduta chiesetta di campagna che impartisce in silenzio i sacramenti al catecumeno famoso, poiché la "fede è un fatto interiore". Certo, anche. Ma non solo. La fede è pure testimonianza e pratica diretta di fede stessa. Come l'amore. Avete mai visto due fidanzati che si amano veramente, tenere nascosto il loro amore e non presentare la persona cara ad amici e familiari?

In caso contrario (la fede come mero fatto interiore), allora non dovrebbero esistere la liturgia, i riti, le festività, i sacramenti, i simboli, i santi patroni, il calendario gregoriano, ecc.
Ma veniamo alle "teste pensanti" che occupano le colonne dello stesso quotidiano per cui scrive lo stesso Allam, Il Corriere della sera del 25 marzo.


Claudio Magris - "Una certa sorpresa ha destato pure il fatto che sia stato il sommo Pontefice a battezzare Magdi Allam, in un rito pasquale che di solito prevede il Battesimo pubblico a nuovi cristiani, significativi, in quel momento in quanto anonimi (leggere tutto qui) .

In realtà papa Claudio, benché prenda la questione in modo laterale, aspira a pontificare e a indicare alla Chiesa la scaletta dei catecumeni più "papabili". E cioè gli sconosciuti. Siamo tutti "anonimi" di fronte al Signore, caro Magris. E nel contempo, siamo tutti importanti in egual misura. Eppoi, che ne sa lui dei dialoghi "privati" che sono intercorsi in questi anni tra Allam e la S.Sede, la quale per abitudine si muove sempre lentamente e assai prudentemente?


Vittorio Messori - Apparentemente più equilibrato del pezzo di Magris, anche Messori intravede nel neobattezzato un "radicalismo", un'impazienza, un eccesso di foga" . "Così non riusciamo a condividere la condanna radicale di un islam definito "fisiologicamente violento e quasi come radice di ogni male" (leggere per intero qui).

In pratica se ha avuto "impazienza" Allam, è come se Messori alla fin fine insinuasse che è stato intempestivo e frettoloso pure Benedetto XVI. Lo sa o no il vaticanista Messori, a proposito di "dialogo interreligioso" che il musulmano moderato Yahya Pallavicini del Coreis accusa Magdi Allam di apostasia, contesta, nella culla del Cattolicesimo, il suo diritto a ricevere i sacramenti e il diritto del Papa a somministraglieli urbi et orbi?
E come la mettiamo con questa "moderazione islamica", basata sulla moscheizzazione sistematica del nostro territorio italiano?


Ian Buruma - Critica il paradosso voluto da Ratzinger sul Cattolicesimo come "religione della Ragione" . "La religione non può che essere in conflitto con una scelta di pura fede", afferma nell'intervista di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Una cerimonia che crea tensioni ,ma la sfida del Papa non è coi musulmani".

Ah sì? Se lo ricorda il prof. Buruma, a proposito del dualismo fede-ragione, che il razionalismo preilluminista ha avuto esponenti di spicco cristiani come Cartesio, Leibniz e i Giansenisti di Port Royal?


Ratzinger si conferma ancora una volta un papa rivoluzionario proprio perché intrinsecamente conservatore. E oggi la vera rivoluzione è conservare il nostro patrimonio spirituale, preservandolo perfino dalla superbia dell'eccesso di intelletto. Prendendo sotto le sue ali i neobattezzati (sconosciuti e famosi che siano) papa Benedetto fa capire chiaramente alla Città e al Mondo (urbi et orbi) : guardate bene, chi tocca loro, tocca me.

20 March 2008

Buona Pasqua con la torta pasqualina


"Questa torta salata deve il suo nome alla tradizione che la vuole obbligatoriamente nel menù del pranzo pasquale. La sua preparazione è lunga e laboriosa ma il risultato merita tanta fatica. Se volete prepararla come si fa in casa mia, procedete nella seguente maniera: Impastate un chilo di farina con due cucchiaini di sale, un bicchiere di olio di oliva e acqua sufficiente ad ottenere un impasto elastico e morbido e, fatto che sia, lasciatelo riposare coperto con una salvietta umida; togliete le foglie esterne a una dozzina di carciofi, tagliate le punte, dividete in due ogni carciofo, privatelo della barba interna e mettetelo a bagno in un recipiente pieno d'acqua in cui avrete spremuto un limone. Fate scaldare un po' d'olio in una casseruola e mettevi a cuocere a fuoco moderato i suddetti carciofi che avrete fatto a fettine di circa due millimetri di spessore. Cotti che siano, lasciateli raffreddare un pochino e aggiungete poi nella medesima casseruola: 4 etti di ricotta, 6 uova, un pochino di aglio e maggiorana tritati, il giusto sale. Rimescolate bene in modo da amalgamare tutti gli ingredienti. Dividete la pasta preparata in 33 pezzettini a cui darete la forma di una pallina rotonda. Ognuna di queste palline la spianerete con le mani e poi, dopo esservi unti con olio i dorsi delle mani, la tirerete in sfoglia sottilissima operando con le mani chiuse a pugno. Con le prime otto o nove sfoglie foderate un tegame rotondo in modo che le sfoglie superino il bordo del tegame di circa tre centimetri tutt'in torno. Riempite ora il tegame con l'impasto di carciofi e fate tutto in circolo delle fossettine e in ognuna di esse ponete un uovo. Procedete poi a tirare le sfoglie ad una ad una e con esse coprite il tegame avendo cura che la sfoglia superi il bordo di circa tre – quattro centimetri. Prima di sovrapporre una nuova sfoglia ungete la sfoglia sottostante per mezzo di una piuma intinta nell'olio. Quando avrete finito con le sfoglie, soffierete all'interno in modo da gonfiarle e, perché l'aria non abbia da uscire, sigillate rigirando la pasta che sopravanza il bordo in modo da formare un cordone di pasta tutto intorno al tegame. Ponete nel forno già caldo e lasciate cuocere a 180 gradi per 80 minuti. La preparerete al Sabato pomeriggio per consumarla alla Domenica a mezzogiorno senza metterla in frigorifero.
Il numero delle sfoglie sta a ricordare gli anni di Gesù e queste 33 sfoglie erano chiamate dalle nostre nonne le 33 bellezze. Se proprio non ve la sentite di assoggettarvi a tanta fatica, potrete ridurre il numero delle sfoglie e potrete stenderle con la macchinetta con la gradazione più sottile tirandole poi ancora un pochino con le mani. Vi prevengo però che il risultato non sarà lo stesso"(ricetta ligure reperita sul web).
Buon appetito e Buona Pasqua agli amici, navigatori e visitatori!














18 March 2008

Tremonti, la paura e la speranza

Se la politica è l'arte del possibile, l'economia è l'arte del conveniente. In questo senso, è la scienza più relativista che ci sia, sempre esposta com'è a scossoni e a oscillazioni di mercato. Ora, il voler fare di una scienza intrinsecamente relativista, un'ideologia, e per di più, un'ideologia che si picca di comandare e dirigere la politica (nazionale e internazionale), è a dir poco inquietante. E' questo quel lato oscuro della globalizzazione e della tecnofinanza che la comanda, su cui pone l'accento Giulio Tremonti nel suo ultimo libro "La paura e la speranza" dove il mito della cornucopia dell'abbondanza universale sembra essere deflagrato. Esistono liberisti di vecchia data e neoliberisti e mercatisti dell'ultima ora. Tra quelli di vecchia data, Renato Brunetta, Antonio Martino, Benedetto Della Vedova (nel centrodestra). Fra quelli dell'ultima ora, nel centrosinistra, Bersani, Fassino, Veltroni, lo stesso Prodi fino a ieri statalisti incalliti e oggi adoratori del nuovo vitello d'oro: il dio Mercato. Il nuovo libro di Giulio Tremonti è stato accolto con scetticismo e perfino con sarcasmo, da una parte e dall'altra. Chissà se hanno avuto il tempo di leggerlo... Succede, nel nostro paese, che si spari a palle incatenate senza leggere e senza capire.
Ma a scagliargliele addosso in modo virulento, non è un caso che siano stati per i primi, gli stati generali del Corriere della Sera. E non c'è da stupirsi visto che questo giornale è sostenuto da banchieri (Bazoli e Profumo) e da una cordata di industriali indebitati con le banche. Così arrivano le giavazzate di Giavazzi, Dario di Vico e da ultimo anche Ostellino, fedele (in astratto non costa niente) ai principi di Locke e di Montesquieu, il quale taccia Tremonti, prima di oscurantismo alla Paolo VI e alla sua enciclica Populorum Progressio. Poi di grandeur autarchicha colbertista. Infine di neo-keynesianesimo.
Si sfila e si distingue Panebianco, il quale pur non essendo su tutto d'accordo con Tremonti, gli riconosce con onestà diversi meriti. Tra i quali l'aver pragmaticamente capito che ciò ch'egli propone è una protezione del capitalismo dal "dumping" sociale. Ossia da quell'aggressione economica portata dai paesi nei quali le condizioni politiche garantiscono bassi salari e sfuttamento minorile. Risultato di ciò, sono vantaggi economici con cui l'Occidente industrializzato e sindacalizzato non può più competere.
Ma cosa dice Tremonti da destare tanto scalpore? Ascoltatelo qui ad Anno Zero e qui a
Porta a Porta.
Lo avessero in Francia un cervello sopraffino come lui gli avrebbero già fatto ponti d'oro. Del resto è lì in Oltralpe che ha ottenuto la Legion d'Onore. Invece da noi cosa ci tocca di sentire?
Che nel paese dei sessantottini cronici e prossimi alla rottamazione, i quali hanno occupato i mainstreams, l'editoria, la carta stampata e non permettono un sano ricambio generazionale, si chiami il prof. Giulio Tremonti "un sessantottino che avrebbe sentito il richiamo della foresta". Tutto ciò fa semplicemente ridere i passeri.
Tremonti insieme a Siniscalco furono i due Reviglio boys del governo craxiano (ndr: Franco Reviglio, ministro del Tesoro e delle Finanze). Per chi ha buona memoria, a quel tempo la sinistra comunista tacciava la politica di Craxi "rampantista" e "yuppie" (Young Urban Professional) . E cioè il contrario degli hippies, degli eskimi con sciarpa e col pugno chiuso. Fine della smentita su certe idiote forzature che non aiutano a capire.




"Abbiamo i cellulari ma non abbiamo più i bambini. In un mondo rovesciato, oggi il superfluo costa meno del necessario. Vai a Londra con 20 euro, ma per fare la spesa al supermercato te ne servono almeno 40. Sale il costo della vita, dal pane alle bollette; stiamo consumando le risorse del pianeta; e dal mondo non vengono segnali di pace. Giulio Tremonti ha compreso ciò che sta emergendo nella consapevolezza comune: la globalizzazione, tanto celebrata, ha un lato oscuro, fatto di disoccupazione e bassi salari, crisi finanziaria, rischi ambientali, pericolose tensioni internazionali. E, per l'Europa in cui viviamo, di un doppio declino: cadono sia i numeri della popolazione, sia i numeri della produzione. Tremonti racconta le cause della situazione attuale, i passi falsi della politica e le spietate dinamiche della finanza internazionale, delineando i contorni della crisi globale di cui ogni giorno vediamo singoli episodi. Ma cerca anche di indicare una strada percorribile per superare questo momento e vincere la paura. La pianta della speranza non può nascere solo sul terreno dell'economia, ma su quello della morale e dei principi. Si tratta di rifondare la politica europea a partire da sette parole d'ordine: valori, famiglia e identità; autorità; ordine; responsabilità; federalismo. E in tutti questi campi bisogna ritornare alle radici dell'identità europea, in un percorso che va nella direzione opposta e contraria rispetto al '68 e ai suoi errori" (postfazione del libro " La paura e la speranza" (Hoepli-Mondadori).


Di questo libro ho letto stralci comparsi sul Corsera, ho seguito le numerose interviste rilasciate da Tremonti in materia. Tuttavia permane una mia grande curiosità. Quando il Professore parla con insistenza di sette di "illuminati fanatici", di "pazzi illuminati" che hanno dato una brusca accelerata al mercato globale immettendovi ipso facto ed ex abrupto il formicaio asiatico mi piacerebbe chiedergli: "Professore, fuori i nomi! E fuori anche i nomi degli agenti italiani di questo processo che ci sta portando al tracollo". E' certo che lui li sa.

10 March 2008

La Goldman Sachs finanzia il cambiamento di sesso

Cambiare sesso? Si può. E' il nuovo benefit della Banca Goldman & Sachs, una delle maggiori banche d'affari americane, nota per avere quale membro nel Comitato esecutivo Mario Draghi, già vice-presidente e managing Director di detto gruppo. Ricordate l'attacco di Cossiga a Draghi, reo di voler svendere quel che resta dell' industria italiana ai "comparuzzi" (Cossiga li chiamò così ) di questo colosso straniero?
Da circa un mese la Banca d'affari spiazza ogni potenziale concorrente offrendo ai suoi dipendenti la copertura sanitaria per cambiare sesso. Ne diede notizia il Corsera il 10 febbraio u.s. Eravamo rimasti ai prestiti per andare in vacanza, in viaggio, al leasing auto, ai mutui-casa, allo chalet in montagna, ai lavori di straordinaria manutenzione per la ristrutturazione delle abitazioni. Ma vantaggi così...stravaganti proprio no.

Si parla di un investimento che può arrivare a 150.000 mila dollari a persona (poco più di centomial euro) . Tanto costano l'intervento chirurgico, le iniezioni di testosterone nonché le cure farmacolagiche. Nessuno finora si era spinto così lontano fino a sostenere la scelta volontaria di un individuo (uomo o donna), senza nemmeno uno straccio di certificato medico che lo considerasse indispensabile.
Esulta Luxuria che benché comunista rifondarolo e con un nome inequivocabilmente "sovietico" come Vladimir, si è immediatamente convertito ai benefits che il capitalismo mondialista mette a disposizione. Poiché secondo il trangenderpensiero "chi viene liberato dalla gabbia dei suoi organi genitali vive con armonia e lavora meglio". Del resto non dimentichiamo che proprio Luxuria s' era fatto promotore di una proposta-legge per questo tipo di operazioni chirurgiche da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Cioè delle Usl e delle Asl.
In Italia la Goldman Sachs è presente da vent'anni a Milano. Ma per ora sull'argomento nessuno rilascia commenti, salvo la considerazione che detto benefit va inserito soprattutto nel contesto americano, quello di una società che cambia, e dello sforzo per trattenere i migliori clienti (sic!).
Non è esagerato concludere che la sfida del futuro è vivere secondo natura, oggi la più seriamente emarginata e ostracizzata. E che nascere e rimanere uomo, o nascere e rimanere donna, diventano sempre più fenomeni da proteggere col distintivo del panda. Ma per rimanere ciò, non è necessario alcun prestito né leasing.

06 March 2008

Quella pazza pazza lista di Ferrara


La si chiami lista Pro Life. La si chiami "lista pazza" o di disturbo. O "lista di scopo". Lo si chiami "beau geste" idoneo solo a riunire una sinistra sgangherata, come ha scritto il cattolico preconciliare Blondet. O si chiami Ferrara, "l'utile coglione", come ha fatto Lerner. Sta di fatto che Giuliano Ferrara è nato per disturbare. Ovvero, born to disturb. E lo fa proprio quando les jeux sont faits. Nemmeno Berlusconi, un tempo suo mito, si sottrae all'azione di disturbo che Giulianone sta attivando. Mentre in tutto il mondo i moral values vengono messi in scaletta e in agenda politica dai partiti conservatori (vedi ad esempio in Usa), in Italia c'è la sindrome dell'appestato per chi ne parla. Ovvio, non è un voto politicamente "utile". Eppoi c'è la cosiddetta libertà di coscienza, no? E Ferrara che è un provocatore nato, sta al gioco e ha capito che esiste uno spazio che solo lui può occupare. Intanto il Foglio è diventato il suo Novum Organum un po' monotematico. Su quello odierno ce n'è per tutti: per Fini e il "voto utile" ; per il Cavaliere che vuole piacere a tutti e mette al bando i temi etici, per Claudio Magris, per Francesco Merlo. In Spagna Ferrara ha furoreggiato con la sua horacion madrilena por la moratoria sull'aborto:http://www.ilfoglio.it/soloqui/25 e ha tuonato contro lo zapaterismo e la sua deriva laicista che porta a sopprimere il concetto di "madre" e padre", considerati discriminatori. E ora rischia di essere lui il protagonista di un nuovo 8 marzo dalla parte della vita e contro il concepimento "in vitro" effettuato al di fuori del corpo della donna, in aperta polemica contro i vari Veronesi e la loro deriva eugenetica.

C'è da giurarci che quando occuperà i teatri con le sue legioni di suore e di attiviste del movimento pro life come Paola Bonzi, ci saranno menadi assatanate come la Turco, la Hack con al seguito le veterofemministe che prepareranno lanci di carciofi spinosi e di cipolle invece delle solite profumate mimose.
"Giuliano, ma perché non ti fai frate?" gli ha detto un giorno con visibile scherno Dario Franceschini a Porta a Porta, "Il fisico ce l'avresti già".
Okay Fra' Giuliano, allora auguri per la tua prossima Mission: Impossible. Sarà tutto grasso che cola.
I suoi punti forti sono i seguenti:

  • L'indifferenza morale contro l'aborto considerato sempre più "metodo anticoncenzionale" (un miliardo di aborti negli ultimi 30 anni nel mondo).
  • I delitti di Stato di Cina e India nell'applicazione dell'aborto "selettivo" sulle bambine.
  • La deriva eugenetica che fa del corpo della donna un laboratorio sperimentale da parte della tecnoscienza.
  • La disgregazione della famiglia naturale e la marginalizzazione del ruolo del padre.

Intanto godetevi l'intervista da Le Invasioni barbariche tra lui e Daria Bignardi. La quale tra un birignao e l'altro cerca di prenderlo in giro. Difficile però, non notare la banalità degli argomenti della Birignarda al cospetto di quel mostro di intelligenza di Ferrara. Sarà pure un "beau geste" gratuito, ma perfino i cattolici di Avvenire lo temono. Forse perché anche loro, a differenza di lui, hanno rinunciato da un pezzo a mostrarsi veramente forti delle loro convinzioni.

02 March 2008

Oliviero Toscani, giù le mani dai bambini!

Sono senza parole. E credo che di fronte a una simile nefandezza, indignarsi non basti nemmeno più. Oliviero Toscani, il fotografo pubblicitario di Benetton (United Colors) e che ci ha già fatto digerire immagini choc e prive di rispetto come quella dei malati terminali di AIDS, adesso ci riprova. E per fare una campagna sulla violenze contro lo donne, non ha trovato nulla di meglio che fare scempio dell'infanzia, inchiodandola a un destino atroce. Un bambinetto si chiama Mario, ovvero "carnefice", una bambina si chiama Anna ovvero "vittima". Entrambi coi corpicini nudi e sansebastianizzati da una pubblicità indecente: la sua. Insorge Claudio Risé in un bell'articolo dal titolo
Il disprezzo del maschile fa ammalare la società riportato nel suo blog. Ho riportato anche le due lettere di protesta dell'amico Paolo del blog Passaggio al bosco all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria e alla Redazione di Donna Moderna. Ci sono gli indirizzi e i link per inviare le vostre lettere di protesta e richiedere il ritiro di quest'ennesimo abuso contro i bambini che viola palesemente la carta di Treviso. Non sfuggono i richiami (nemmeno troppo subliminali) a carattere pedopornografico di cui si serve il famigerato fotografo che merita quell'ostracismo che nessuno osa infliggergli nel nome di non si sa bene quale libertà d'espressione. Siamo sottoposti alla tirannia del suo libertarismo totalitario, come si vede. Cosa non si fa per i quattrini! tutto in vendita: infanzia in vendita, dignità umana calpestata, rispetto per i minori in svendita..

A seguito dell'ignobile Campagna pubblicitaria lanciata da Oliviero Toscani e la rivista "Donna Moderna" (clicca qui), invito tutti a richiedere l'intervento dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - Via Larga 15 - 20122 MilanoTel. 02.58304941 - Fax 02.58303717e-mail: iap@iap.it), ed esprimere il più profondo disgusto alla rivista "Donna Moderna" (in http://www.donnamoderna.com/upload/scrivi?dest=114&prefix=MESSAGGIO+DAL+SITO:&titolopagina=&allegato=n).Qui riporto i miei due messaggi fatti arrivare a chi di dovere:

Spett.le Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria,Vi chiedo di intervenire con fermezza contro lo scempio ancora una volta perpetrato a danno dei bambini e dei maschi, dall'ennesima campagna pubblicitaria che subordina al danaroso impatto mediatico i più elementari principi di tutela della dignità dell'infanzia e della maschilità. Oliviero Toscani potrà sempre gridare alla censura e inneggiare al "successo" della sua Campagna, le sue tasche rimarranno piene del peggior denaro, quello guadagnato con la violenza e la discriminazione razzista. Il danaro lucrato a danno dell'educazione delle più giovani generazioni, ridotte a strumento per disinvolte ed ipocrite scorribande ideologiche. Ma non passi questo modo di fare comunicazione, l'ipocrisia di chi dice di voler colpire la violenza, ma colpisce e basta. La cosa più preziosa: l'innocenza dei bambini, maschi e femmine. E la dignità maschile.Paolo MarconVittorio Veneto (TV)

Spett.le Donna Moderna,Sono venuto a conoscenza della vergognosa Campagna pubblicitaria - credo da Voi finanziata - di Oliviero Toscani. http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/campagna-toscani/1.html . Vi scrivo per informarVi che, al pari di molti amici, ho già scritto all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria per richiedere il più fermo intervento contro questa vergognosa iniziativa, che colpisce l'innocenza dei bambini, maschi e femmine, con una violenza inaudita. La mancanza di scrupoli e la Vs. ipocrisia (non posso pensare che chi ha ideato questa campagna sia così ignorante da non rendersi conto dell'impatto diseducativo e della fortissima violenza psicologica di cui è promotrice) mi lascia sconcertato. Essendo naturalmente il Vs. un periodico glamour diretto ad un pubblico femminile, mi domando se tra di voi e le vostre lettrici ci sono madri di figli maschi, mi domando se ci sono madri di bambine che vedranno quell'immagine, e cominceranno a diffidare e poi odiare i loro compagni di gioco. Mi domando quale idea di società state contribuendo a costruire. Naturalmente mia madre e mia sorella, che talvolta acquistavano la vs. pubblicazione, hanno già accolto il mio invito di non farlo più, lo stesso faranno altre due mie amiche e conto di continuare a farvi la pubblicità che meritate anche con altre conoscenti. Profondamente disgustato,Paolo Marcon Vittorio Veneto (TV).